Cena di Galà a sostegno di MediCinema

Umberto Veronesi celebra il Cinema e il mondo del Cinema ricambia, rendendogli omaggio con una Cena di Galà a sostegno di MediCinema Italia Onlus!

A volte, travolti dagli impegni della vita, ci dimentichiamo di quanto sia importante un momento di distrazione dal quotidiano, un momento in cui evadere e dedicare del tempo alle cose che ci piacciono e che ci fanno stare bene. Tra queste troneggia da sempre il Cinema: un mondo che ci proietta in altri mondi, che ci fa vivere, ci fa sognare, ci fa per un attimo dimenticare i nostri problemi. E se questo vale per la gente che sta bene, immaginiamo l’immenso valore che potrebbe avere per le persone meno fortunate che passano giorni o mesi interi ricoverati negli ospedali.

MediCinema Italia è un’associazione nata nel 2013 seguendo le orme di MediCinema UK (organizzazione no profit attiva in Gran Bretagna dal 1996) e propone di utilizzare il cinema e la cultura cinematografica a scopo terapeutico in strutture ospedaliere presenti su tutto il territorio nazionale.
Con l’obiettivo di creare momenti di intrattenimento continuativi si cerca di alleviare la sofferenza della malattia e la difficoltà della degenza nei pazienti ospedalieri.

Con questo sostegno MediCinema si affianca alla tradizionale terapia medica mettendo a disposizione uno strumento efficace per il sollievo della malattia e del dolore. Studi scientifici in ambito psicologico e neurologico hanno dimostrato che la visione di film sviluppa nei pazienti un processo di benessere e normalizzazione della propria condizione di disagio o malattia, non solo migliorando la qualità della vita dei malati ma stimolandoli a una condizione di benessere.

MediCinema porta all’interno delle strutture di degenza i film in prima visione ed organizza eventi speciali collegati, con la partecipazione di artisti internazionali e italiani che appartengono al mondo cinematografico e al mondo della cultura nel senso più ampio.

 

La Cena di Gala, un omaggio a Umberto Veronesi

Il 12 febbraio 2016 infatti, nella suggestiva atmosfera di Villa Aurelia a Roma, concessa in esclusiva dall’Accademia Americana, si terrà l’evento di presentazione del libro di Umberto Veronesi: “Tre sere alla settimana”: le recensioni di 300 film, 12 anni di passione cinematrografica.

Durante la serata verranno raccolti i preziosi contributi per realizzare un sogno importante: con i proventi, infatti, MediCinema Italia Onlus potrà completare la costruzione della prima sala cinematografica integrata in una struttura ospedaliera pubblica, una spazio destinato alla “cinematerapia” e alla terapia del sollievo per i degenti del Policlinico Gemelli e i loro familiari.
Alla serata parteciperanno attori e registri, grandi nome del Cinema italiano che hanno preso parte alla realizzazione di alcune delle pellicole recensite dal professore. Ogni tavolo porterà il nome di uno dei film italiani, prevedendo la presenza del regista o di uno degli attori che lo hanno interpretato.

La partecipazione alla serata richiede una donazione minima di 150 euro (riservata agli individui) e di 3.500 euro per tavoli aziendali da 10 posti.

Per maggiori informazioni sulle modalità di partecipazione alla serata charity contattare la segreteria organizzativa al numero 0287286581 o inviando una e-mail.

 
 

DATEMI UN BANCHETTO E VI SENSIBILIZZERÒ IL MONDO!

Si parte sempre da qui, come un passaggio obbligato, come un rito arcaico di iniziazione: Una mattina all’alba ci si trascina in piazza con un tavolino da giardino, qualche oggetto, dei gadget, tanta tanta carta: brochure, volantini, depliant, adesivi, ecc.

Che ci fai in piazza con un fantasmagorico banchetto? Ovvio: sei lì per far conoscere la tua onp, sei lì per parlare dell’amore della tua vita, la tua organizzazione e vorresti che tutto il mondo la conoscesse e la amasse, come te e più di te. Sei lì per sensibilizzare e quindi raccogliere donazioni. Ti ammiro davvero per il tuo impegno e il tuo spirito di sacrificio, sei davvero un grande, ma permettimi di darti qualche dritta per rendere il tuo banchetto invincibile.

  • CHI. Chi ci va fisicamente in piazza? Sono persone che amano davvero la onp o volontari dell’ultimo secondo, magari adescati con un bonus pizza&birra? Perché se chi vende non conosce e non usa il prodotto, è un individuo senza volto e senza colore, ha credibilità zero, non raggiunge nessuno e il suo banchetto sarà una cosa informe buttata lì chissà perché. Al contrario, se chi va in piazza è una persona che ci crede, che conosce e ama la onp, che è disposta a tutto (davvero a tutto), allora sarà una presenza positiva, sarà la calamita che attira alla onp risorse nuove, coinvolgerà altre persone nel volontariato e saprà entrare nel cuore dei donatori.
  • COME. Hai presente quei banchetti vuoti e grigi, con qualche foglio A4 e una penna smangiucchiata? Non so a te, ma a me non attirano. Il tuo deve essere un banchetto pensato, organizzato, non improvvisato in 5 minuti! Colori, forme, scritte, contenuti. Sì, contenuti, perché di tavoli vuoti ce n’è almeno uno in ogni casa. Perché la gente dovrebbe fermarsi al tuo banchetto? Quali emozioni offri? Mettiti nei panni altrui, guarda con gli occhi di un passante il tuo banchetto, e agisci di conseguenza.
  • DOVE. In piazza ma non solo: davanti a una chiesa (in concomitanza con le funzioni religiose), in oratorio, in un centro commerciale, in una parola: ovunque. Dove c’è un buon flusso di persone, lì è il posto ideale per il tuo banchetto. Valuta bene anche le fasce orarie, per non trovarti solo, a luglio con 40°C all’ombra… (Ombra? Dove??). Inoltre, se sei in una zona comunale, chiedi sempre il permesso di occupazione suolo pubblico presso gli uffici del Comune interessato.
  • PERCHÉ. È questa la password. Perché sei in piazza? Per fare soldi facili? Per metterti in mostra?   Beh allora sbaracca tutto e torna a casa. Sei lì perché vuoi sensibilizzare e coinvolgere, vuoi donare agli altri la possibilità di fare il bene, vuoi donare la gioia di far star bene un’altra persona, cento, mille persone! E chi si avvicina a te non sono dei bancomat che camminano, ma persone, che decidono deliberatamente di donare risorse economiche e umane perché credono nella mission della tua onp. E lo fanno se tu lavori bene, ad esempio col tuo banchetto.

Luca Rubin

www.lucarubin.it

 

Phi Foundation

Medici senza frontiere: 4 minuti

Fonte articoli: Medici senza Frontiere

 
Videocamera collegata al gommone dei soccorritori MSF che recuperano i superstiti dal Mediterraneo dopo che la loro barca si è capovolta ed è affondata.
 

 

Le nostre operazioni nel Mediterraneo

 
A partire dallo scorso maggio, abbiamo avviato per la prima volta attività di ricerca e soccorso in mare a bordo di tre navi la MY Phoenix (in collaborazione con il MOAS), la Bourbon Argos e la Dignity 1. Non possiamo porre fine alle guerre e alla miseria che costringono le persone a lasciare i loro paesi d’origine, ma possiamo fornire assistenza e ridurre il numero di morti. Le nostre équipe nel Mediterraneo stanno lavorando per salvare vite, finché la situazione non sarà adeguatamente e umanamente affrontata dall’Unione Europea.
 

La campagna: #milionidipassi

 
Alle persone in fuga Medici Senza Frontiere (MSF) ha dedicato la campagna #Milionidipassi, con un appello all’opinione pubblica e ai governi perché sia ridata umanità al tema delle migrazioni forzate e venga garantito il diritto di tutti ad avere salva la vita.
All’Europa e al governo italiano chiediamo:

  • vie legali e sicure perché le persone in cerca di protezione possano raggiungere il continente
  • il ripristino di attività di ricerca e soccorso in mare
  • piani d’emergenza per garantire sempre adeguate condizioni di accoglienza

Serve un nuovo approccio umanitario, che guardi alle indicibili sofferenze di sfollati e rifugiati e alle ragioni della loro fuga, non alle modalità – legali o illegali – del loro viaggio o ai timori dei paesi di arrivo. Fai un passo anche tu in questa direzione!
 

Aderisci alla campagna #MILIONIDIPASSI.

 
 

Phi Foundation: #Social Innovation Community

Phi Foundation origina la prima “Social Innovation Community” al fine di perseguire e conseguire il benessere della collettività, elemento mancante al presente ordine economico.

L’attuale sistema economico, produce benessere, ma non per tutti i ceti sociali e il principio di sussidiarietà può e deve essere trasformato da nuovi valori.

La vera evoluzione sociale si chiama “Social Innovation” che si avvale di straordinari strumenti economici, in grado di tornare a considerare la libertà ed il benessere sociale facce della stessa medaglia.

“Insieme siamo in grado di nutrire il seme di altruismo che è insito in ognuno di noi”

Tra i molteplici strumenti di sostegno sociale vi sono le attività di raccolte fondi (fundraising), le quali più che essere legate semplicemente alla cultura della carità o a quella filantropica e del mecenatismo fonda il suo significato nel fenomeno della responsabilità sociale diffusa che spinge i soggetti sociali e collettivi ad effettuare donazioni di risorse per il raggiungimento di comuni benefici sociali.

L’attività di fundraising ha il senso di fare raccolta fondi con lo scopo di far crescere, ossia di sviluppare i fondi finanziari necessari a sostenere un’azione senza finalità di lucro, al fine di creare valore produttivo di utilità sociale.

 

Sei un’organizzazione non profit (ONP) e desideri supporto “Gratuito” o vuoi avviare una campagna di Raccolta Fondi? Chiedi a PHI FOUNDATION (Social Fundraising Community).

 

Phi foundation

Sociallending: la nuova piattaforma di Crowdfunding e microcredito sociale dedicata ai giovani e agli stranieri

Sociallending è una piattaforma di crowdfunding, un servizio innovativo che mette in contatto, con un meccanismo di social network (crowdnetwork), chi ha bisogno di piccole somme per realizzare un’idea e chi è disposto a prestare. Non un progetto di intermediazione finanziaria, ma un modello di microcredito sociale attraverso il crowdfunding. Ci proponiamo di creare occupazione e inclusione sociale per i giovani in particolar modo, anche se stranieri, immigrati e regolarmente residenti in Italia. L’opportunità è grandissima: dare vita a una nuova forma di Social Banking basato sull’economia collaborativa e digitale.
Faciliteremo con la nostra piattaforma l’accesso al credito per i giovani  “Non Bancabili”, accompagneremo questi giovani e realizzeremo per loro: attività finalizzate all’educazione all’imprenditorialità, alla validazione e sviluppo di una idea di impresa, alla alfabetizzazione finanziaria, concentrandoci su tutti coloro che sono soggetti al rischio trappola povertà e che rischiano, oltre una perdurante disoccupazione, una situazione di esclusione sociale evidente.
Porteremo innovazione nel mondo del prestito, attraverso la guida e l’accompagnamento completo a nuove forme di credito non convenzionale, senza intermediazione, senza spese e commissioni finanziarie, e soprattutto senza essere banca.

Considerati tra le 100 storie di Creatività nel volume della Regione Lazio, Telecom Italia Group ha creduto nel nostro progetto tanto da darci la possibilità, tramite application, di essere tra i 12 progetti attualmente in campagna sulla piattaforma WithYouWeDo. 
Dopo uno studio approfondito siamo riusciti ad entusiasmare molti giovani volenterosi a mettersi in gioco, diventando i nostri primi Early Adopters e nello stesso tempo abbiamo portato dentro importanti protocolli di intesa con nomi di  spessore. Abbiamo impiegato tutte le nostre risorse e impiegheremo quelle della campagna in corso, per realizzare definitivamente la piattaforma e completare l’avvio dei laboratori di formazione per l’educazione all’imprenditorialità e avvio di impresa, alfabetizzazione finanziaria e digital strategy.
Siamo certi della sostenibilità di Sociallending e abbiamo scelto una campagna di donazione del tipo All or nothing  proprio perché intendiamo proseguire con un rigido ordine di priorità. Perché sostenerci? Il lavoro autonomo è un’opportunità di superamento di un svantaggio sociale. Vogliamo condurvi ad un modello di prestito sociale attraverso il crowdfunding, utilizzabile per chiunque a rischio esclusione sociale e soprattutto a rischio trappola povertà. Generare più impatto sociale crea anche un nuovo impatto economico.
Sociallending è per l’innovazione sociale; noi la vediamo come un grande ombrello, sotto il quale coesistono vari ambiti su cui intervenire: uno di questi, è la finanza sociale d’impatto. Il crowdfunding di per se, al di là di ogni sua applicazione sociale o meno, dilaga nel campo dell’innovazione in generale: ciò significherebbe una rivoluzione, partendo proprio dal basso. Visti i successi a livello mondiale, si possono mobilitare delle risorse finanziarie significative, magari non di importo elevato e concedere piccoli prestiti ad alcune migliaia di persone; tutto questo sarà importante contributo al superamento della crisi attuale, un obiettivo realistico e possibile.  In Italia non c’è nessuno che ha inteso la possibilità di utilizzare il lending crowdfunding in questa maniera. La somma di tanti piccoli cambiamenti, col tempo darà un grande cambiamento.

IDA MEGLIO

 

Phi Foundation

Figure professionali del terzo settore

Si pensa che la crisi del welfare state abbia costretto le società a rivedere priorità e erogazione dei servizi sociali. La Pubblica Amministrazione si è snellita ed il mondo del non profit cresce e si organizza sui vari settori. Si sta assistendo ad un risveglio della società civile organizzata e quindi allo sviluppo del Terzo Settore legato anche a queste trasformazioni sociali, politiche e culturali dettate anche dalla necessità di conseguire innovazioni nel sociale (Social Innovation) a 360 gradi.

Lo sviluppo del settore non profit ha determinato una professionalizzazione degli addetti al no-profit che in grande maggioranza è costituita dai volontari (personale non retribuito). E’ bene quindi chiarire quali sono le figure professionali, specialmente quelle nuove. In particolare si può seguire una classificazione in figure professionali trasversali (funzioni e processi trasversali e principalmente di gestione) e figure settoriali (funzioni e processi erogativi).

Secondo il 9° Censimento ISTAT su Industria, Servizi e Istituzioni non profit si parla di 19 milioni 946 mila addetti, di cui: 82,3% nelle imprese, il 14,2% nelle istituzioni pubbliche e il 3,4% nelle istituzioni non profit (681 mila!).
 

Alcune figure professionali trasversali

Il Project Manager è a capo di team di progetto e ne segue tutto il processo: dalla ideazione, alla presentazione alle autorità finanziatrici, al coordinamento della sua realizzazione fino alla valutazione finale.

Il Responsabile della comunicazione, pianifica strategicamente la comunicazione interna ed esterna, ha una conoscenza approfondita dell’organizzazione, un’ottima conoscenza degli strumenti redazionali.

L’Addetto alla comunicazione è generalmente uno stagista o un professionista in ingresso che prepara bozze di presentazioni e materiali.

Il ruolo centrale del Fundraiser è quello di raccogliere i fondi e gestire la relazione con i donatori e assicura il flusso di donazioni per sostenere le attività istituzionali dell’organizzazione. A questa funzione sono attribuite la gestione documentata dei fondi raccolti ed utilizzo. Le competenze richieste sono: psicologia, economia, comunicazione, marketing, diritto e pubbliche relazioni. Non esistono percorsi standard per l’accesso al ruolo, è spesso richiesta una laurea, preferibilmente in discipline economiche. Sono numerosi i corsi anche universitari e i master che iniziano a sorgere su questi temi. Il Fundraiser può diventare manager di una ONP.

Il Campaigner gestisce tutte le attività legate alle azioni dirette a sostenere le mission dell’organizzazione. Realizza e valuta le campagne sociali, coordinando e valorizzando persone (volontari e professionisti) e risorse per il raggiungimento degli obiettivi. I percorsi formativi del Campaigner rientrano per la maggior parte nei corsi/master in comunicazione, marketing sociale e Fundraising.

Il People Raiser è il reclutatore dei volontari. Recluta, coordina, valorizza e fidelizza i volontari. Una figura nuova nel panorama delle organizzazioni di volontariato. Ha il compito di formare i volontari alle attività specifiche, valorizzarne le capacità, creare e mantenere i giusti rapporti tra volontari e il personale retribuito. Il People Raiser deve avere ottima conoscenza delle tecniche di selezione ed esperienza nella gestione delle risorse umane.
 

Figure professionali settoriali

L’Operatore Socio Assistenziale (OSA) è una figura professionale dotata di preparazione teorica e pratica che collabora con le equipe private.
L’OSA ha l’obiettivo di migliorare le condizioni di vita delle persone in stato di necessità e di incentivare i progetti di vita dell’assistito, Si aggiorna costantemente per svolgere la propria professione sociale.

L’Educatore professionale è colui che programma, supervisiona e valuta specifici progetti educativi e riabilitativi, nell’ambito di un progetto terapeutico elaborato da un’equipe multidisciplinare. Si occupa di assistenza domiciliare e in comunit‡ apposite. Si occupa di favorire il reinserimento nella comunità in modo coordinato. Svolge la sua attività in strutture e servizi socio-sanitari e socio-educativi pubblici o privati, e possiede una laurea specifica e l’abilitazione.

Il Mediatore Culturale e Interculturale è una figura professionale nuova che ha il compito di facilitare l’inserimento dei cittadini stranieri, persone in stato di difficoltà, individui portatori di un disagio sociale o di culture diverse nel contesto sociale del paese di accoglienza.
Il Mediatore culturale ha un’ottima conoscenza della lingua italiana e di almeno una delle lingue parlate dai gruppi etnici. Sono stati istituiti corsi di laurea ad hoc e corsi di formazione di II livello, generalmente post-diploma, che rilasciano la qualifica di Mediatore culturale.

Il Counselor familiare agisce come facilitatore, aiuta ad appianare contrasti tra le persone del gruppo ed è di supporto ai singoli che vivono situazioni conflittuali o problematiche. Nonostante l’assenza di regolamentazione, esistono vari corsi formativi che garantiscono comunque una buona formazione teorica e pratica per esercitare la professione di Counselor.
 

Fonti e approfondimenti: nono censimento ISTAT, nono rapporto ISNET sull’impresa sociale, Isfol, cliclavoro, Progetto Orientaonline, Associazione gaia, guida internazionale delle professioni e al lavoro nel non Profit.

 
 

Cos’è la “Social Innovation” ?

Cos’è la Social Innovation e cosa si intende con questa espressione?

La Social Innovation è un cambiamento nel modo di fare le cose, un elemento innovativo nel contesto della collettività. Un interruzione rispetto alle soluzioni generalmente utilizzate e presenta una risposta costruttiva a problemi di ordine economico e sociale.

La Social Innovation Contribuisce così al miglioramento degli individui e delle comunità.

Nel più lungo termine e se viene operata da movimenti sociali sufficientemente autorevoli, la Social Innovation, può essere fonte di trasformazione sociale e motore di cambiamento.

La Social Innovation dev’essere considerata una risorsa strategica per tutti i Paesi che vogliono pensare allo sviluppo della società in modo nuovo.

Possiamo dire che orientarsi alla Social Innovation oggi è un modo concreto per rispondere alle difficoltà del momento e cercare di risolvere alcuni dei problemi della nostra società.

La Social Innovation è fatta di idee, creatività, metodologie innovative per trasformare principi teorici e ricerca nella prosperità della comunità sempre più attenta alla sostenibilità e sviluppo di territori “intelligenti”.

In conclusione, possiamo dire che per Social Innovation si intende un modo più pragmatico e, si può parlare di una tipologia di innovazione capace di creare nuovi saperi, tecnologie , strumenti e forme organizzative con finalità di natura etica.

Social Innovation è creazione di nuove idee, prodotti, servizi che soddisfano bisogni sociali e simultaneamente creano nuove collaborazioni e relazioni.

Il termine Social Innovation esprime infatti, un doppio significato: innovazione intesa come utilizzo di tecnologie e  innovazione realizzata da una comunità e non da un unico individuo o un organismo. Diventa così  un risultato collettivo che richiede accordi, condivisione, co-adaptation e dialogo. Si ha infatti, innovazione sociale solo quando persone e organizzazioni svolgono un ruolo attivo e collaborativo nella realizzazione concreta dei processi innovativi, attraverso la creazione di reti sociali. Soddisfare i bisogni della collettività  ed affrontare le nuove sfide per lo sviluppo. Le nuove comunità dovranno avere una grande capacità di vivere i cambiamenti derivanti: dall’evoluzione scientifica e tecnologica, dal confronto culturale sociale ed economico con le altre comunità con cui bisogna cooperare e competere, dalle incertezze e i rischi presenti nei piani per garantire un benessere minimo o  una cittadinanza inclusiva. Tutto questo può essere gestito al meglio solo attraverso la bussola della Social Innovation, che implica una strategia per la formazione di smart-people, i quali devono vivere secondo i principi dello smart-living in delle smart-communities o smart-cities. Quest’ultime da intendere come città dove gli investimenti nel capitale umano e sociale, nei processi di partecipazione, nell’istruzione, nella cultura, nelle infrastrutture per le nuove comunicazioni, alimentano uno sviluppo economico sostenibile, garantendo un’alta qualità di vita per tutti i cittadini e prevedendo una gestione responsabile delle risorse naturali e sociali, attraverso una governance partecipata.

Tutto questo spinge a puntare prioritariamente sulla smart-education (sviluppo di piattaforme territoriali di e-learning, di public digital library, ecc.), cittadinanza attiva (strumenti di open-government, legalità, uso responsabile del territorio, ecc), capacità di vivere il cambiamento (strumenti e azioni che agevolino il cambiamento delle regole sociali e la capacità di realizzare e utilizzare le innovazioni). In tutte queste azioni è certamente rilevante il ruolo dell’ingegneria ed in particolar modo di quella legata all’ICT (Information&Communication Technology).

 

Phi Foundation

Consigli pratici per una campagna di Crowdfunding

Oggi riportiamo un articolo di Josef Holm , fundraiser e fondatore di Krowdster, una piattaforma americana che si occupa di analisi di mercato e strategia di marketing principalmente rivolte a campagne di Crowdfunding di tipo Equity e Rewards.

Per evitare rischi di male interpretazione di alcuni passaggi dell’articolo, abbiamo preferito pubblicarlo in lingua originale, con l’autorizzazione dell’autore stesso.

 

Crowdfunding Launch Checklist:

1. Run a PreCampaign

One of the best things you can do right away, before working on completing the rest of

this list, is to launch a pre-campaign page on Thunderclap.it or LaunchRock . Both services

allow you to quickly and easily create a page that announces your actual crowdfunding

campaign and that is designed to let people subscribe to your email list and pledge to

share your campaign on social media when it launches. The typical duration of a

pre-campaign is 60-90 days.

2. Legal & Taxes

Unless you are already incorporated, make sure to set up an LLC for your crowdfunding

project and get a business bank account. Revenue from rewards campaigns and

pre-sales of goods are taxable income so talk to your CPA. LLCs are rather simple and

inexpensive to set up on sites like Legalzoom .

3. Social Media

Another thing you cannot start soon enough is to bolster is your social media presence.

No matter how many or few followers you have, you’ll likely need more to reach your

goal and this takes time. Tools like Crowd Builder make it very easy to gain a highly

targeted and engaged following on Twitter. This will get you between 1000-3000 new

followers per month and allow you to promote your pre-campaign as your audience

grows. How do you know if your social media following is strong enough to reach your

crowdfunding goal? Social Capital Gauge is a big data powered tool that can tell you

based on over 600,000 analyzed Kickstarter and Indiegogo campaigns. Building an

audience on social media takes time and should be started 3-6 months before launching

your campaign depending on your crowdfunding type, funding goal and current follower

count.

4. Research and Picking the Right Platform

Depending on the kind of crowdfunding campaign you want to run, you have a plethora

of platforms at your disposal. Don’t assume that the well known platforms like Kickstarter

and Indiegogo automatically are your best bet. These platforms are very cookie cutter

and there is a lot of competition for eyeballs in the form of other campaigns. For film &

video projects you could check out Tubestart or to raise up to $50m in a so called

Mini-IPO via Regulation A+ there is Bankroll.Ventures . Generally, smaller platforms are

much more willing to go out of their way to support projects and offer niche specific

features that are lacking on the mainstream platforms.

5. Set Funding Goal

Much has been written about setting the right funding goal and yet it remains somewhat

of a crystal ball science. Because every campaign and every situation is unique, you have

to do your own calculations. In the most basic scenario your funding goal needs to

include these things:

Cost of completing the project

+ Cost of fulfilling rewards

+ Legal

+ PR & marketing

+ Platform & processing fees: ~10%

+ 30% cushion

= Minimum Funding Goal

Remember that only about 2% of all crowdfunding campaigns raise more than $100k and

setting a too ambitious goal can deter backers. It’s better to reach your goal in the first

week and have 3 weeks left to reach stretch goals and riding the wave of being

successfully funded. A much more elaborate approach to setting the right rewards price

point can be found in the free ebook titled “ How to set Crowdfunding Goals

6. Set Reward Tiers

It makes sense to research the most successful campaigns similar to yours and see which

rewards did better than others. There’s also data on what price points work best in

certain Kickstarter and Indiegogo categories. The best rewards are those you can digitally

fulfill and that have no risk of being delayed. According to Indiegogo, the most popular

reward price point is $25, on Krowdster you can see a statistical comparison of

Kickstarter, Indiegogo, Tubestart, Rockethub and Pozible rewards pricing tiers, filtered by

categories.

7. Craft Your Story

Your story is the written description of your crowdfunding campaign that will be visible

on your campaign page and is one of the most important elements of your campaign. In

business plan terms this is your “executive summary” and should include what your

project is about, what you need the money for and what you offer in return, as well as

anything else that potential backers may need to know to be able to decide whether or

not to support your campaign. Make your story at least 400-600 words and include

images or renderings of prototypes as well as video to drive the message home. Have

your story reviewed by complete strangers and optimize it based on their feedback until

your messaging is clear and concise.

8. Make a Video

The campaign pitch video is without a doubt the most important marketing tool you have

available. A well-made video, and I don’t mean thousands of dollars spent on fancy sound

design and animations, but a video that tells your story in an engaging and genuine way

is what you want. Keep your pitch under 3-4 minutes and tell the most exciting

information right at the beginning to keep people watching the rest of your video. From a

production standpoint it is not important aim for a Hollywood grade production value.

People know that you are strapped for cash as after all you are crowdfunding. On the

contrary, spending too much time on a video may make you come across as having to

make up for lack of substance with putting on a pretty show. Simply don’t insult your

viewers with bad lighting and sound and you’ll be fine.

9. Secure the First 30%

This is arguably the hardest thing to accomplish but also an important constant in most

successful campaigns across all platforms and verticals. Let’s circle back to #5 of this list

and remember the challenge of setting the right funding goal. Let’s assume that your

minimum funding goal is $50,000 which means that you need to secure $15,000 (30%)

from partners, friends and family who will make their pledge as soon as your campaign

goes live to give you that initial push your campaign needs to stand a chance of going

viral and attracting pledges from strangers.

10. Prepare PR & Media Outreach

Media outlets, journalists and bloggers play a pivotal role in the crowdfunding ecosystem

and it is important to understand that simply running a crowdfunding campaign is no

longer newsworthy. In order to get coverage for your project, it is crucial to have followed

all the steps above and to build media lists of highly targeted journalists and bloggers

who have covered topics in your niche. Influencer Search is a tool to quickly identify

influencers, journalists and bloggers in any vertical and connect with them on social

media. You also need to build lists of media outlets and news sites that publish content

in your niche that went viral. You also need a well written press release that you can

share with the media. Here’s a blog post on how to write the perfect press release for

your crowdfunding campaign .

For more crowdfunding education and marketing solutions visit www.Krowdster.co

Josef Holm

 

Phi Foundation

 

 

Viva la Vita per affrontare la SLA

L’articolo odierno è dedicato ad una malattia degenerativa a tutt’oggi inguaribile e tremenda perché pian piano imprigiona la mente in un corpo incapace di muoversi: la sclerosi laterale miotrofica, ovvero la SLA.

La SLA presenta una caratteristica che la rende drammatica: pur bloccando progressivamente tutti i muscoli, non toglie la capacità di pensare e la volontà di rapportarsi agli altri. La mente resta vigile ma prigioniera in un corpo che diventa via via immobile.

È sì una malattia inguaribile ma allo stesso tempo curabile nei sintomi ed è qui che cerca di fare la differenza l’Asdociazione Viva la Vita onlus si occupa di sclerosi laterale amiotrofica, la SLA appunto, ed altre malattie rare ad alto impatto sociale (malattie cioè che pongono in una condizione di invalidità permanente e che richiedono assistenza continuativa).

L’obiettivo primario dell’Associazione è quello di migliorare le condizioni di vita dei malati e delle loro famiglie.
Viva la Vita onlus è un’associazione laica che riunisce malati e familiari colpiti da questa terribile malattia ed è costituito da un gruppo di lavoro impegnato ed attivo nel miglioramento dell’assistenza domiciliare, nelle attività di formazione e informazione sulla SLA.

Lo sforzo dell’Associazione è quello di garantire alle persone malate la possibilità di vivere la propria vita senza l’ossessione della malattia, senza l’incubo continuo e assillante della morte che incombe, senza i sensi di colpa nei confronti dei familiari, con la possibilità di continuare a “pensare ad altro”, guardando al mondo intorno a se come tutti gli altri esseri umani.

L’assistenza domiciliare organizzata all’interno di un percorso coordinato che offra alla persona affetta da SLA interventi ospedalieri dedicati e professionalmente validi, costituisce la base su cui costruire la possibilità di restituire dignità al malato e di offrirgli una qualità della vita adeguata alle proprie aspettative.

L’obiettivo da raggiungere resta quello della presa in carico globale da parte del sistema socio-sanitario.
Il difficile cammino che la SLA impone chiede alla persona e alla sua famiglia scelte difficili e obbligate che devono essere operate sempre nella consapevolezza e nella piena libertà dell’individuo. La libertà di scelta, a patto che essa sia pienamente informata e consapevole, è sacrosanta e deve sempre essere garantita a chi è colpito da questa terribile malattia.

Testimonial d’eccezione nonché preziosissimo membro di Viva la Vita è Erminia Ferrari, moglie del grande attore Nino Manfredi che, dalla scomparsa del marito, è impegnata attivamente nella lotta alla sclerosi laterale amiotrofica. Viva la Vita le ha assegnato la carica di Presidente onorario.

Potete avere maggiori informazioni maggiori consultando il sito wlavita.org.

 
 

Phi Foundation: Social Business # Social Innovation

Felice Anno Nuovo, iniziamo il 2016 parlando del “Social Business e del Social Innovation”.

La crisi economica in atto, presenta una sfida al nostro modo di affrontare i bisogni più basilari, indebolendo fortemente le condizioni sociali di larghe fasce di popolazione.

Questa situazione è aggravata ulteriormente dalla diminuzione notevole della spesa pubblica nel Welfare e, di conseguenza, il Social Business e la Social Innovation (nella sua massima espressione del Fundraising come strumento di raccolta fondi), sono visti come un’opportunità per affrontare le questioni sociali alla presenza di risorse pubbliche sempre più limitate.

Inoltre, la rapida espansione e la popolarità del Business Sociale e dell’Innovazione Sociale, (mediante strumenti innovativi come il Fundraising corporate e private), sottintendono l’idea che la tradizionale struttura in auge è inefficiente.

Il Social Business e la Social Innovation rappresentano alternative che affrontano le questioni sociali in un modo più efficiente ed efficace.

Social Business e Social Innovation sono generalmente iniziative dal basso verso l’alto. Tuttavia i sistemi locali di solito incontrano una vasta gamma di ostacoli alla loro attuazione e sviluppo.

Questo è il motivo per cui Phi Foundation desidera sopportare la crescita delle ONP con pratiche più adeguate sullo sviluppo locale, imprenditorialità sociale, innovazione sociale e valutazione dell’impatto sociale sul territorio.

Obiettivo, di Phi Foundation, tramite il “Social Business Local Program” è quello di creare un eco-sistema facilitante per il Social Business e la Social Innovation a livello locale rimuovendo gli ostacoli all’attuazione e allo sviluppo delle idee.

Al fine di raggiungere tale obiettivo, Phi Foundation adotta un approccio partecipativo coinvolgendo gli attori locali nell’individuazione degli ostacoli, e nella pianificazione degli interventi necessari per rimuoverli.

Phi Foundation sostiene e mira a collegare pratiche ed esperienze internazionali e locali, al fine di stimolare la creazione di reti e di identificare metodi più efficaci per affrontare i problemi sociali.
Sei un’organizzazione non profit (ONP) e desideri supporto “Gratuito” o vuoi avviare una campagna di Raccolta Fondi?
Chiedi a PHI FOUNDATION (Social Fundraising Community).