FESTIVAL DI SANREMO: 67° EDIZIONE

FESTIVAL DI SANREMO: 67° EDIZIONE

FESTIVAL DI SANREMO: 67° EDIZIONE

FESTIVAL DI SANREMO: 67° EDIZIONE: La Rai per il prossimo Festival di Sanremo pagherà per sole cinque serate al conduttore Carlo Conti ben 650.000 (seicentocinquantamila euro) oltre ad altri emolumenti per la conduzione di altri programmi sulla Rai.

Sempre per il Festival di Sanremo la Rai pagherà per soli 15 minuti di apparizione ben 50.000 (cinquantamila euro) per ciascuno dei signori Mika, Ricky Martin e Tiziano Ferro (per un totale di centocinquantamila euro), nello stesso tempo a Maurizio Crozza per le cinque serate ben 100.000 (centomila euro); e tutto questo a fronte di una perdita di 400 milioni (quattrocentomilioni euro) nel bilancio aziendale della Rai.

Inoltre c è di più, nelle cinque serate del Festival di Sanremo, Carlo Conti eseguirà la raccolta fondi e ci chiederà di donare 2 (due euro) via telefono fisso o cellulare a favore delle zone terremotate dell’Italia centrale.

Vi facciamo notare che risulterebbe, ben 26 milioni (ventiseimilioni euro) la somma che gli italiani hanno generosamente già donati con il telefono, ma i fondi sono ancora bloccati a Roma.

La richiesta per pulire la strada dell’hotel Rigopiano in Abruzzo come ben sapete era partita già dalle sette del mattino e (sembrerebbe) gli fu risposto che non potevano liberare la strada dalla neve poiché l’unica turbina disponibile in tutta la provincia di Pescara in pieno inverno, era rotta e la riparazione sarebbe costata 25.000 (venticinquemila euro).

La provincia di Pescara non disponeva dei 25.000 (venticinquemila euro) per riparare la turbina guasta a causa dei tagli dei fondi del governo.

Tutti conosciamo purtroppo l’esito catastrofico di Rigopiano e il dolore che difficilmente riusciremo a rasserenare e comunque lascerà dei segni indelebili.

Adesso carissime amiche ed amici dimostriamo con atti concreti il nostro sdegno spengiamo la televisione e Non Guardiamo il Festival di Sanremo per le cinque serate programmate, mostriamo fermamente la nostra irritazione davanti a tutto quello che accade quotidianamente intorno a noi, dimostriamo di esistere, andiamo alla finestra e urliamo a squarciagola “Sono incazzato nero e tutto questo non lo accetterò più”.

Diamo un segnale forte e concreto della nostra indignazione, boicottiamo il Festival di Sanremo. Facciamo crollare l’audience. Penso sia il minimo che si possa fare per solidarierà, anche per le vittime di Rigopiano.  Forse se ci fossero stati quei (ipotetici) 25.000 euro si sarebbero salvati tutti.

Solidarietà e nel rispetto di tutte le persone che sorreggono il paese Italia con lo stipendio di soli 1.200 euro al mese, per chi riceve pensioni da fame dopo una vita di lavoro, per i disoccupati, per le famiglie che non riescono ad andare avanti e dare una vita dignitosa con delle prospettive ai propri figli, non guardiamo il Festival di Sanremo bensì andiamo alla finestra e gridiamo “Sono incazzato nero e tutto questo non lo accetterò più”.

AMO LA MUSICA E LE CANZONI, MA ANCOR DI PIU’ I MIEI FRATELLI DISAGIATI E TERREMOTATI.

ENTRA ANCHE TU NELLA GRANDE FAMIGLIA PHI

 

Sebastiano de Falco

PHI Foundation

ARTICOLI DELLA SETTIMANA 29 GENNAIO

ARTICOLI DELLA SETTIMANA 22 GENNAIO

NOI SIAMO IL CAMBIAMENTO

La Social Innovation è sostenuta da una corrente filosofica internazionale d’idee che influiscono su tutte le sfere di competenza a 360 gradi orientandosi alla creazione di un nuovo modello di società che meglio risponda alle esigenze delle comunità e sostenga saldamente lo sviluppo futuro.

Dall’espressione concettuale della Social Innovation nasce “PHI City Program” un progetto studiato e pianificato da PHI Foundation con l’intento di connettere idee e persone all’interno di una community che abbia come scopo principale quello di innovare e valorizzare l’ecosistema culturale e sociale, attraverso la promozione di nuove pratiche relazionali e la creazione di nuove reti di contatti interpersonali.

PHI Foundation adotta un approccio partecipativo coinvolgendo le Organizzazioni Non Profit locali nello sviluppo del progetto nelle singole aree d’influenza.

PHI Foundation mediante lo sviluppo del City Program vuole mettere in rete e in connessione tra loro i cittadini di un circoscritto ambito territoriale e stimolare l’ecosistema culturale locale per promuovere un’innovazione sociale nell’ambito del terzo settore e in particolare delle attività orientate al Non Profit.

L’obiettivo è di qualificare le competenze e incrementare la consapevolezza dei cittadini già attivi sui temi di innovazione sociale, sviluppo locale e partecipazione, individuando le criticità e le potenzialità più caratteristiche del territorio; elaborando innovativi modelli di finanziamento che coinvolgano il pubblico e il privato, progettando iniziative di raccolte fondi mediante molteplici strumenti come il Crowdfunding e Fundraising civico per progetti sociali e culturali che riguardino la comunità locale di riferimento, con lo scopo di sviluppare il territorio.

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Aderire al entwork PHI City Program, significa impegnarsi nel realizzare quegli obiettivi e quei progetti che rientrano nei programmi di PHI Foundation che operano nel terzo settore e in particolare orientati al Non Profit.

Alle organizzazioni che aderiranno al programma, sarà offerto supporto e consulenza in termini di visibilità e di opportunità nella creazione del proprio network locale. Inoltre sarà data la possibilità di costituire una “PHI Local”, una vera e propria “costola” di PHI Foundation, una forte presenza territoriale con funzioni coordinate insieme alla PHI Foundation Community.

Le PHI Local saranno il frutto di singola organizzazione o aggregazioni di più entità locali alle quali PHI Foundation fornirà tutto il suo contributo in termini di sviluppo relazionale sia con gli enti locali sia con tutta la filiera di attori che si occupano di tematiche sociali in quel territorio, nazionale e internazionale.

Alcune delle attività e dei servizi che PHI Foundation mette a disposizione delle PHI Local sono: la formazione gratuita all’utilizzo ottimizzato degli strumenti digitali, la creazione di una Social Community; la realizzazione campagne Fundraising; vendere e comprare tramite il Market Place; la possibilità diventare un PHI Member e molto altro. 

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Il PHI City Program è la realizzazione e sviluppo a livello locale della filosofia e del pensiero della Social Innovation, quel movimento che PHI Foundation intende sostenere e sviluppare.

Per PHI Foundation “Social Innovation Community” si intende un modo più pragmatico e concreto di realizzare i progetti sociali. Si può parlare di una tipologia di innovazione capace di creare nuovi saperi, tecnologie, strumenti e forme organizzative con finalità di natura Etica.

La PHI Social Innovation Community deve essere considerata una risorsa strategica per tutti quelli che vogliono pensare allo sviluppo della società in modo nuovo e concreto per rispondere alle difficoltà del momento e cercare di risolvere alcuni problemi della nostra società.

PHI Foundation Social Innovation Community è una comunità fondata sulla condivisione di valori etici con attitudine al cambiamento e alle innovazioni culturali, scientifiche e tecnologiche, al fine di soddisfare i bisogni sociali della collettività ed affrontare le nuove sfide per la crescita.

Social Innovation è creazione di nuove idee, prodotti, servizi che soddisfano bisogni sociali e simultaneamente creano nuove collaborazioni e relazioni

Il termine Social Innovation esprime, infatti, un doppio significatoinnovazione intesa come utilizzo di tecnologie e innovazione realizzata da una comunità e non da un unico individuo o un organismo; diventa così un risultato collettivo che richiede accordi, condivisione, co-adaptation e dialogo.

Si ha, infatti, innovazione sociale solo quando persone e organizzazioni svolgono un ruolo attivo e collaborativo nella realizzazione concreta dei processi innovativi, attraverso la creazione di reti sociali; soddisfare i bisogni della collettività ed affrontare le nuove sfide per lo sviluppo.

Le nuove comunità dovranno avere una grande capacità di vivere i cambiamenti derivanti: dall’evoluzione scientifica e tecnologica, dal confronto culturale, sociale ed economico con le altre comunità con cui bisogna cooperare e competere, dalle incertezze e dai rischi presenti nei piani per garantire un benessere minimo o una cittadinanza inclusiva.

Tutto questo può essere gestito al meglio solo attraverso la bussola della Social Innovation che implica una strategia per la formazione di smart-people, i quali devono vivere secondo i principi dello smart-living in delle smart-communities o smart-cities.

Quest’ultime da intendere come città dove gli investimenti nel capitale umano e sociale, nei processi di partecipazione, nell’istruzione, nella cultura, nelle infrastrutture per le nuove comunicazioni, alimentano uno sviluppo economico sostenibile, garantendo un’alta qualità di vita per tutti i cittadini e prevedendo una gestione responsabile delle risorse naturali e sociali, attraverso una governante partecipativa.

Tutto questo spinge a puntare prioritariamente sulla smart-education (sviluppo di piattaforme territoriali di e-learning, di public digital library, ecc.), cittadinanza attiva (strumenti di open-government, legalità, uso responsabile del territorio, ecc), capacità di vivere il cambiamento (strumenti e azioni che agevolino il cambiamento delle regole sociali e la capacità di realizzare e utilizzare le innovazioni).

In tutte queste azioni è certamente rilevante un futuro orientato al digitale, il ruolo dell’ingegneria e distintamente quella legata all’ICT (Information & Communication Technology).

Sviluppo dell’economia condivisa, economia circolare, economia sociale, applicazione dei concetti di responsabilità sociale delle imprese, PHI è tutto questo ed altro ancora…….

 

COGLI L’ATTIMO ENTRA NELLA GRANDE FAMIGLIA PHI

 

Sebastiano de Falco

PHI Foundation

PHI CITY PROGRAM: INNOVAZIONE E TECNOLOGIA

Il PHI City Program è la realizzazione e sviluppo a livello locale della filosofia e del pensiero della Social Innovation, quel movimento che PHI Foundation intende sostenere e sviluppare.

Per PHI Social Innovation si intende un modo più pragmatico e concreto di realizzare i progetti sociali. Si può parlare di una tipologia di innovazione capace di creare nuovi saperi, tecnologie, strumenti e forme organizzative con finalità di natura Etica.

La PHI Social Innovation Community deve essere considerata una risorsa strategica per tutti quelli che vogliono pensare allo sviluppo della società in modo nuovo e concreto per rispondere alle difficoltà del momento e cercare di risolvere alcuni problemi della nostra società.

PHI Foundation Social Innovation Community è una comunità fondata sulla condivisione di valori etici con attitudine al cambiamento e alle innovazioni culturali, scientifiche e tecnologiche, al fine di soddisfare i bisogni sociali della collettività ed affrontare le nuove sfide per la crescita.

Social Innovation è creazione di nuove idee, prodotti, servizi che soddisfano bisogni sociali e simultaneamente creano nuove collaborazioni e relazioni. 

Il termine Social Innovation esprime, infatti, un doppio significato: innovazione intesa come utilizzo di tecnologie e innovazionone realizzata da una comunità e non da un unico individuo o un organismo; diventa così un risultato collettivo che richiede accordi, condivisione, co-adaptation e dialogo.

Si ha, infatti, innovazione sociale solo quando persone e organizzazioni svolgono un ruolo attivo e collaborativo nella realizzazione concreta dei processi innovativi, attraverso la creazione di reti sociali; soddisfare i bisogni della collettività ed affrontare le nuove sfide per lo sviluppo.

Le nuove comunità dovranno avere una grande capacità di vivere i cambiamenti derivanti: dall’evoluzione scientifica e tecnologica, dal confronto culturale, sociale ed economico con le altre comunità con cui bisogna cooperare e competere, dalle incertezze e dai rischi presenti nei piani per garantire un benessere minimo o una cittadinanza inclusiva.

Tutto questo può essere gestito al meglio solo attraverso la bussola della Social Innovation che implica una strategia per la formazione di smart-people, i quali devono vivere secondo i principi dello smart-living in delle smart-communities o smart-cities.

Quest’ultime da intendere come città dove gli investimenti nel capitale umano e sociale, nei processi di partecipazione, nell’istruzione, nella cultura, nelle infrastrutture per le nuove comunicazioni, alimentano uno sviluppo economico sostenibile, garantendo un’alta qualità di vita per tutti i cittadini e prevedendo una gestione responsabile delle risorse naturali e sociali, attraverso una governante partecipativa.

Tutto questo spinge a puntare prioritariamente sulla smart-education (sviluppo di piattaforme territoriali di e-learning, di public digital library, ecc.), cittadinanza attiva (strumenti di open-government, legalità, uso responsabile del territorio, ecc), capacità di vivere il cambiamento (strumenti e azioni che agevolino il cambiamento delle regole sociali e la capacità di realizzare e utilizzare le innovazioni).

In tutte queste azioni è certamente rilevante il ruolo dell’ingegneria e distintamente quella legata all’ICT (Information & Communication Technology).

PHI Foundation Social Innovation Community è tutto questo ed altro ancora…….

Per chiedere informazioni sul Social Innovation City Program.

 

Sebastiano de Falco

PHI Foundation

Articoli della settimana 08 gennaio

Articoli della settimana 11 dicembre

Articoli della settimana 4 dicembre

Articoli della settimana 27 novembre

Un giorno, per caso – Un jour, par hasard

Vi capitano mai quei pomeriggi lavorativi in cui c’è troppo da fare per giustificare un’assenza, ma tropo poco per dare effettivamente un senso al tempo passato in ufficio? A me è capitato di recente, un paio di settimane fa, nel mio ufficio di Losanna. Penso addirittura che piovesse, giusto per aggiungere un velo di noia circostante. E mentre ero impegnata ad annoiarmi, sul social professionale Linkedin per l’esattezza, un articolo in particolare mi ha riportata al qui ed ora. Non ricordo di cosa parlasse, non è importante. Ricordo però che, grazie a quel primo articolo, ne ho scoperti tanti altri, tutti diversi, e tutti simili. Tutti impegnati a dar voce a eventi, organismi o persone che effettivamente stavano e stanno a cuore degli autori.

A quel punto mi sono definitivamente svegliata, mi interessava solo saperne di più su questa comunità in grado di attribuire una tale importanza alla passione per l’umanità. Così ho scoperto PHI Foundation. E siccome, in modo contorto, credo che alcune casualità siano predestinate, ho mandato un curriculum vitae. Penso addirittura di averlo mandato per sbaglio in francese (come ho già detto, vivo a Losanna).

Ad ogni modo, il curriculum è arrivato a destinazione, e la curiosità deve essere stato reciproca, perché di lì a poco sono stata contattata da Sebastiano De Falco, membro di PHI Foundation. Una chiacchierata, un incontro, e il mio interesse per la fondazione e per ciò che avrei potuto svolgere grazie ad essa si è consolidato. Così adesso mi trovo qui, sempre a Losanna, a raccontare di come un giorno, per caso, mi è stata data la possibilità di scrivere per raccontare quel po’ di bene che viene fatto al mondo.

Mi chiamo Asia, ho 22 anni, vivo in Svizzera francese, e da questo momento scriverò articoli bilingui (italiano e francese) su qualsiasi cosa riesca a risvegliare la mia attenzione come quel primo articolo.

 

TRADUZIONE IN FRANCESE / TRADUCTION FRANCAISE

 

Un jour, par hasard

 

Ça vous arrive jamais de vous retrouver au boulot, alors qu’il y a trop de travail pour justifier une absence, mais en même temps trop peu pour attribuer du sens au temps passé au bureau ?  Ça m’est arrivé récemment, il y a quelques semaines, dans mon bureau de Lausanne. Je pense même qu’il pleuvait, ce qui rajoutait une couche d’ennui générale. Et pendant que j’étais occupée à m’ennuyer, sur le réseau professionnel Linkedin plus précisément, un article m’a ramenée au ici et maintenant. Je ne me rappelle pas de quoi il parlait, ce n’est pas important. Mais par contre, je me rappelle que, grâce à ce premier article, j’en ai découverts d’autres, tous différents, et tous similaires. Tous engagés pour donner une voix à des événements, des organismes, ou à des personnes dont les auteurs se souciaient et se soucient vraiment.

A cet instant-là, je me suis définitivement réveillée, mon seul intérêt étant celui d’en savoir plus à propos de cette communauté en mesure d’attribuer une telle importance à la passion pour l’humanité. Et c’est comme ça que j’ai découvert PHI Foundation. Et, étant donné que, d’une façon un peu tordue, je crois que parmi toutes les casualités, il y en a certaines qui sont prédestinées, j’ai envoyé un curriculum vitae.

Bref, mon curriculum a été bien reçu, et la curiosité doit avoir été réciproque, car pas longtemps après, j’ai été contactée par Sebastiano De Falco, membre de PHI Foundation. Une discussion, une rencontre, et mon intérêt envers la fondation et ce que j’aurai pu mettre à l’œuvre grâce à elle a été confirmé. Et donc maintenant je me retrouve là, pour raconter comment un jour, par hasard, on m’a offert la possibilité d’écrire pour raconter le bien qu’on fait au monde.

Je m’appelle Asia, j’ai 22 ans, j’habite en Suisse Romande, et à partir de ce moment je vais écrire des articles bilingues (en italien et en français) à propos de chaque chose capable de réveiller mon attention comme ce premier article.

 

PHI Foundation

Asia Fioravera

 

 

#PHI: Migliorano le raccolte fondi del non profit

COMUNICATO STAMPA  ISTITUTO ITALIANO DONAZIONI

Dal 23 settembre partono le iniziative per la seconda edizione di #DonoDay Più di 100 eventi per il 1° Giro dell’Italia che dona Milano, 19 settembre 2016.

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PHI Foundation: Sono incoraggianti i dati della 14° edizione dell’indagine “L’andamento delle raccolte fondi: bilanci 2015 e proiezioni 2016” realizzata dall’Osservatorio di sostegno al Non Profit sociale dell’Istituto Italiano della Donazione (IID) in collaborazione con l’Associazione Italiana Fundraiser (Assif). Quasi il 40% delle ONP dichiara di aver aumentato la propria raccolta fondi nel 2015, con un leggero incremento rispetto al 2014. Il dato rilevante è la diminuzione di quasi 10 punti percentuali delle organizzazioni che dichiarano di aver peggiorato le proprie performance rispetto al 2014. L’anteprima dell’indagine è stata presentata questa mattina a Milano da Cinzia Di Stasio, Segretario Generale IID, durante il convegno “Il Dono e il Territorio” che l’IID, insieme a Fondazione Cariplo, ha organizzato alle Gallerie d’Italia a Milano. Durante il convegno il presidente dell’Istituto Italiano della Donazione Edoardo Patriarca ha illustrato gli oltre 100 eventi che si terranno in tutta Italia dal 23 settembre al 7 ottobre per il 1° Giro dell’Italia che dona: quasi 200 sono gli aderenti tra comuni, scuole e associazioni. Da oggi tutti i cittadini potranno partecipare attivamente alle celebrazioni del Giorno del Dono, ricercando l’iniziativa più “vicina a casa” grazie alla mappa interattiva. Sono 50 le scuole che aderiscono al video contest “Donare molto più di un semplice dare” per un totale di oltre 1500 ragazzi entusiasti di raccontare la propria idea di dono. Questi i numeri dell’iniziativa: 90.000 le visualizzazioni alle pagine dei video presenti nella piattaforma e più di 36.000 votanti per eleggere il vincitore della categoria “Giuria Popolare”. Per sapere i nomi delle scuole vincitrici della seconda edizione del contest bisognerà aspettare il 4 ottobre, giorno in cui si terrà alla Camera dei Deputati l’evento principale. Ad aprire la mattinata è stato il presidente della Fondazione Cariplo Giuseppe Guzzetti che ha annunciato l’impegno della Fondazione nella diffusione della cultura dei lasciti testamentari, come forma di dono che va al di là di noi stessi: “E’ nostra responsabilità e dovere in questo periodo di crisi sociale ed economica far conoscere questa opportunità filantropica unica che in modo semplice, sicuro ed efficace permette a tutti di mettere a disposizione con continuità nel tempo il proprio patrimonio, piccolo o grande che sia, e quindi di partecipare al benessere futuro delle propria collettività, riattivando risorse e capacità, adeguandosi a bisogni nuovi ed emergenti senza disperdere la speranza di un futuro comune migliore”. È stato il presidente dell’IID Edoardo Patriarca a presentare i risultati raggiunti nella seconda edizione del Giorno del Dono, i numeri delle iniziative, delle adesioni e dei prossimi appuntamenti. “Mi piace celebrare la seconda edizione del Giorno del Dono -ha detto Patriarca- con una conferma del miglioramento della raccolta fondi da parte delle associazioni non profit intervistate, un segnale di positività ed entusiasmo in linea con la mobilitazione nazionale che vede quasi 200 adesioni tra comuni, associazioni, imprese e scuole al Primo Giro dell’Italia che dona che da nord a sud ha fotografato un paese capace di celebrare il dono nei suoi aspetti più nobili. E’ solo il primo passo per un cambiamento culturale che l’IID vuole promuovere affinché il tema della gratuità sia al centro dell’agire di ognuno di noi, come ci ha ricordato anche il Presidente Emerito della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi scomparso pochi giorni fa e primo firmatario nonché grande sostenitore della legge istitutiva del Giorno del Dono”. Stefano Cerrato del Banco Popolare ha presentato la campagna di comunicazione a favore della prima raccolta fondi organizzata per il Giorno del Dono, curata insieme all’Istituto Italiano della Donazione: “Il Banco Popolare attiverà la raccolta fondi, sul conto corrente dedicato Giorno del Dono 2016, coinvolgendo tutte le proprie filiali, circa 1.800. Il conto corrente è già operativo e resterà aperto per la raccolta dei fondi fino al 30 novembre. La campagna, che prevede la distribuzione dei materiali a supporto dell’iniziativa in tutte le filiali, inizierà il 26 settembre e terminerà il 7 ottobre, mentre il conto corrente resterà aperto fino al 31 novembre per la raccolta dei fondi da parte dei cittadini” . Comunicato Stampa IID L’importo raccolto sarà destinato a progetti di enti selezionati secondo chiare regole di trasparenza e correttezza, contenute nella “Carta della Donazione”, il codice etico utilizzato dall’Istituto Italiano della Donazione, che garantisce il donatore sul buon uso delle risorse raccolte. I progetti selezionati saranno di associazioni impegnate nei lavori di ricostruzione “sociale” e territoriale dei paesi colpiti dal sisma del 24 agosto. Le associazioni potranno candidare i propri progetti a partire dal 10 di ottobre fino al 14 novembre. Entro Natale verranno annunciati importi e progetti vincitori. L’iban per contribuire è IT73W0503411701000000040416, beneficiario: Giorno del Dono 2016 Banco Popolare, Causale: Giorno del dono. Durante il convegno, Filippo Petrolati, responsabile del progetto Fondazioni di comunità, ha lanciato la Campagna a favore dei lasciti testamentari promossa da Fondazione Cariplo. “Dopo oltre 15 anni di esperienza di intermediazione filantropica e di attività a sostegno di enti e progetti di utilità sociale -ha detto Petrolati-, lanciamo oggi una campagna a favore dei lasciti testamentari, sicuri che le che le Fondazioni di Comunità locali promosse da Fondazione Cariplo possano costituire un vero e proprio ponte tra generazioni per la loro capacità di interpretare e garantire nel tempo le volontà e i sogni di chi intende continuare a vivere grazie alla possibilità di costituire fondi filantropici permanenti”. A supporto della Campagna Lasciti Gian Paolo Barbetta ha presentato l’aggiornamento rispetto al 2009 del Quaderno dell’Osservatorio “Il mercato dei lasciti testamentari”. “Nell’arco dei prossimi 15 anni un quinto della ricchezza netta dell’intero Paese è destinata ad essere trasferita mortis causa – ha spiegato Barbetta-. All’interno di questo flusso, si ipotizza che il valore potenziale dei lasciti alle istituzioni del Terzo settore possa rappresentare un ammontare significativo, corrispondente a circa l’1% della ricchezza complessiva del paese. In Italia, il valore economico di tale ricchezza potrebbe oscillare fra i 100 e i 129 miliardi di euro; in Lombardia, potrebbe attestarsi intorno ai 12 miliardi”. A chiudere la mattinata un momento di riflessione sul dono, dove a essere protagoniste sono proprie le storie di filantropia del territorio lombardo, precedute dall’intervento di Luigi Campiglio, docente di politica economica alla Cattolica di Milano. A raccontarle Catherine De Senarclens, consigliere della Fondazione comunitaria del lecchese Onlus, Cesare Ponti, presidente della Fondazione Comunitaria del Novarese Onlus e Carlo Vimercati, presidente della Fondazione della Comunità Bergamasca.

Carcere

Concorso di colpe – per approfondire l’argomento carcere

Concorso di colpe

“Paradossalmente è stato Dio a creare l’inferno come luogo dove tenere il male”   P. Zimbardo
Di Jenny Rizzo

Prefazione:
Nicola Boscoletto, Presidente Officina Giotto
Mauro Imperiale, Consulente e criminologo
Stefania Pastori, inviata delle donne maltrattate

Copertina:
Marco Marchesi

Photo Courtesy:
Sara Meggiolaro
Emil Khorsai
Bob Strides

non profit

Concorso di colpe, il mio secondo libro, nasce per dare al lettore la possibilità di approfondire l’argomento carcere, offrendo loro anche un altro aspetto, più marcatamente drastico e difficile rispetto al primo libro.

“Criminologa e volontaria. Un binomio non comune. Perché come potrete vedere, nella sua attività di volontaria presso una struttura che accoglie persone in misure alternative alla detenzione in carcere, l’autrice non mette da parte l’animus della ricercatrice, non smarrisce il filo dell’analisi. Parallelamente, nei suoi ragionamenti criminologici non perde mai di vista la persona… Per questo, in un momento storico in cui di carcere non si parla, o si parla solo con la demagogia del «cacciateli dentro e buttate via la chiave», le pagine di Jenny Rizzo sarebbero da raccomandare a tanti ”

Così mi descrive N. Boscoletto nella sua prefazione, che mi rende orgogliosa di quanto fino ad oggi fatto e realizzato. Concorso di colpe vuole si mostrare il carcere attraverso gli occhi di chi lo ha vissuto o lo vive tutt’ora, ma vuole altresì sottolineare aspetti difficili del mondo penitenziario che rende complesso rieducare seriamente i nostri detenuti, abbassando la recidiva. Nicola è uno che come me crede nella seconda possibilità da offrire a chi ha sbagliato, ma una seconda possibilità che sia concreta e reale, non solo sulla carta. Lui all’interno del carcere di Padova ha creato una vera e propria impresa, nella quale i suoi ragazzi lavorano duramente e imparano un mestiere che dia loro la dignità di uomo.

Ho conosciuto qualcuno di loro e ancora oggi porto il ricordo vivo di quella chiacchierata “grazie a questo lavoro posso far studiare mia figlia, anche se io dal carcere non uscirò”.

Lavoro è sinonimo di dignità, anche in carcere. Perché, come dice Nicola, i detenuti sono prima di tutto persone. E per questo vanno considerate.

Carcere


Le storie che ho raccolto in questo secondo libro sono un poco più difficili e meno commoventi, ma era doveroso da parte mia raccontare anche il lato “brutto” del carcere.
Detenuti che evadono perché non trovano pace.
Ragazzi che fuggono senza lasciare traccia, perché nessuno qui gli ha offerto aiuto una volta fuori dal carcere durante la misura alternativa.
Uomini che si sentono in dovere di mantenere i propri figli, anche illegalmente.
Ragazze che scontano pene detentive durissime per aver difeso la propria dignità di donna.

Dal mio primo saggio Oltre il pensiero delle sbarre all’uscita di questo secondo libro sono trascorsi due anni.
Due lunghi anni in cui normative in materia penitenziaria hanno cercato di porre rimedio al problema del sovraffollamento delle carceri e alle condizioni disumane in cui vivono molti detenuti italiani.

Molti istituti di pena, infatti, ora hanno un numero quasi regolamentare di persone detenute; ogni detenuto ha lo spazio necessario per poter trascorrere dignitosamente la propria vita in cella.

Ma è realmente stato fatto tutto ciò che era nelle nostre possibilità per alleggerire la recidiva e la criminalità?
Un poco di spazio in più in cella è davvero utile affinché un criminale non torni a delinquere?
Oppure possiamo fare molto di più.
Non per aiutare i criminali, quanto piuttosto per aiutare la nostra società ad avere meno delinquenti e criminali?

 

Nicola Boscoletto nella sua prefazione scrive “In più di una pagina ci accorgiamo che con il suo disincanto e i suoi modi spicci Jenny riesce in modo molto diretto a toccare, a sfondare il muro di autodifesa che persone troppo provate dalla vita creano intorno a sé. Un muro perforato magari solo per un momento, ma sono momenti che lasciano una traccia”.

Ecco, lasciamo una traccia noi tutti e prendiamo coscienza del fatto che il carcere esiste ed è parte della nostra comunità.

Il libro è in vendita su Amazon.it.
Se desiderate una copia autografata, contattatemi direttamente jenny.rizzo@alice.it

Jenny Rizzo

Phi Foundation

Academy: #corsi di formazione gratuiti

Divieni anche tu Content Editor Seo Oriented Certificato.

Nella sezione Innovation Lab di PHI Foundation è nata la “PHI Academy”, attività di formazione e training con percorsi didattici innovativi rivolti ai web communicators che desiderano emergere dall’anonimato.

In un ambito professionale in cui l’esperienza e la professionalità sono fondamentali, PHI Academy offre l’opportunità di dimostrarlo e certificarlo a costo zero.

L’Attestato di Content Editor, valido ai fini di una certificazione professionale, è rilasciato con l’obiettivo di dare un supporto concreto ai web communicators emergenti.

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Nel programma “PHI Attestato Professionale Content Editor” (Completamente Gratuito), è previsto un percorso di affiancamento a distanza e di esperienza pratica in ambito Content Editor.

Infatti, ai partecipanti di questo corso (seguiti e formati da Tutor), sarà data l’opportunità di esprimersi nel ruolo di Web Editor, scrivendo testi e storytelling SEO oriented che saranno pubblicati nel Blog e Pagine Social Network di PHI Foundation.

Beneficiando degli strumenti forniti da PHI Academy (vademecum testi e immagini, parole chiave selezionate “SEO”), gli aspiranti dovranno realizzare nell’arco di alcuni mesi trenta articoli idonei alla pubblicazione, seguendo le linee guida editoriali orientate al non profit, terzo settore e sociale in generale.

I risultati della formazione (previa autorizzazione dell’interessato) saranno pubblicati nella sezione specifica a disposizione di Head Hunting oltre ad essere inoltrati alle imprese che cooperano con PHI Foundation, al fine di un’eventuale proposta di lavoro.

Al termine del percorso formativo, gli allievi riceveranno, (unitamente ai dati statistici Analytics dei motori di ricerca e Social Network) il meritato “Attestato Content Editor” valido ai fini di una certificazione professionale.

Nel corso degli Eventi PHI Foundation i migliori allievi divenuti Web Editor saranno ospiti d’onore e premiati con lo speciale riconoscimento (la Pergamena del Knight of Community).

PHI Academy - Pergamena

Se vuoi specializzarti e accreditarti professionalmente entra nel programma PHI Academy e conquista l’attestato finale, sarà la tua certificazione professionale.

Divieni anche tu un “Knight of Community”.

Iscriviti al corso Completamente Gratuito di “PHI Academy, Innovation Lab” sezione di PHI Foundation (Social Innovation Community).

Sebastiano De Falco

Phi Foundation

Oltre il pensiero delle sbarre

Oltre il pensiero delle sbarre

“Quando stai di fronte a un albero, se guardi una sola delle sue foglie rosse non vedrai tutte le altre…
Sarà come se le altre non esistessero”   Takuan Soho
Di Jenny Rizzo

Prefazione:
Massimiliano Frassi, presidente Associazione Prometeo lotta alla pedofilia, blogger e scrittore
Valeria Pozzoni, Psicodiagnosta e psicoterapeuta

Copertina:
Marco Marchesi

non profit

La raccolta di queste storie nasce dalla mia esperienza personale vissuta con i protagonisti, gli abitanti delle celle e del carcere, intesi come detenuti ma anche educatori, operatori penitenziari, volontari.

Scopo del libro vuole essere quello di sensibilizzare l’opinione comune nei confronti del delicatissimo tema “carcere” raccontando aspetti nascosti agli occhi della società; aspetti che solo vivendo in prima persona le storie dei protagonisti è possibile percepire.

Ho voluto raccontare il carcere oggettivamente, attraverso i numeri: sovraffollamento delle carceri; condizioni di vita all’interno di una cella; percentuale di recidiva rispetto alle misure alternative; lavoro in carcere; costo di ogni detenuto, con particolare attenzione allo scarso finanziamento di progetti innovativi e trattamentali all’interno degli istituti. Il tutto descritto e valutato secondo il mio personale punto di vista, nella speranza che le mie parole possano far riflettere ogni lettore.

Dall’oggettività mi sposto verso il pensiero soggettivo, mostrato attraverso ogni singola storia raccolta nel libro. Le storie di questo primo libro sono storie toccanti, che arrivano dritte al cuore delle persone; emozionano e coinvolgono il lettore. Storie di bambini chiusi in cella perché hanno il diritto di stare con la loro mamma, sempre e ovunque. Storie di giovani ragazzi che si lasciano trasportare dalle cattive compagnie, vittime della propria ignoranza e del proprio buonismo. Storie di donne forti, perseguitate dalla smania di successo e del possesso materiale dei beni.

In Oltre il pensiero delle sbarre ho scelto di parlare delle persone che restano nell’ombra, che nessuno conosce perché nessuno racconta di loro.

Sono i detenuti che non possono avere una seconda possibilità perché non hanno una famiglia ricca alle spalle; sono i giovani che si danno al guadagno facile, perché nessun padre ha insegnato loro cosa significa lavorare e guadagnare dignitosamente; sono i bambini violentati e picchiati, uomini che oggi stanno in una cella perché chi aveva il dovere di tutelare il loro sviluppo psicofisico ha abusato della loro infanzia, creando quei mostri che oggi conosciamo attraverso i media.

Tutti i nomi dei protagonisti delle storie sono stati sostituiti con nomi di fantasia, per proteggerne la privacy e tutelare il loro percorso di reinserimento sociale. Di tutti loro porto nel cuore il ricordo dei loro occhi pieni di vita. Di una di loro ho voluto riportare i pensieri, perché la sua voce possa aiutare a far riflettere.

Oltre il pensiero delle sbarre - Carcere

Il mio libro deve aiutare la società a riflettere su di un problema che è parte di noi: dobbiamo prendere coscienza del fatto che il carcere esiste e non può tenere chiusi in cella per sempre i detenuti. Prima o poi il nostro vicino di casa potrà essere uno dei protagonisti di queste storie.
Quindi perché non impegnarsi affinché il carcere possa essere davvero utile alla rieducazione? Investire in progetti che diano loro la possibilità di imparare a vivere nella legalità è doveroso per una società come la nostra.

Il mio libro vuole proprio mostrare l’altro lato del carcere, quello che solo chi lo vive può osservare. Così che tutti noi si possa riflettere seriamente sull’argomento.

Il libro è in vendita su Amazon.it.
Se desiderate una copia autografata, contattatemi direttamente jenny.rizzo@alice.it

Jenny Rizzo

Phi Foundation

Riforma terzo settore

Riforma terzo settore cosa cambia

Riforma terzo settore

Cosa cambia con i decreti attuativi

È da poco entrata ufficialmente in vigore la riforma del Terzo settore, una legge delega pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n° 141 che necessita quindi di decreti attuativi, dei quali se ne occuperà il Governo e soprattutto il sottosegretario al Welfare Luigi Bobba. Il tutto deve essere pronto entro il termine massimo del 18 maggio 2017: la Legge delega ha, infatti, una scadenza di 12 mesi dall’entrata in vigore ossia il 2 luglio 2017; i decreti attuativi devono essere presentati 45 giorni prima della data di scadenza, ossia il 18 maggio appunto. Solo attraverso le indicazioni dei decreti governativi, la riforma del Terzo settore sarà completa.

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Cosa cambia: l’impresa sociale

Questa legge delega che prevede la riforma del Terzo settore è una norma attesa da anni che oggi rappresenta un vero e proprio punto di svolta per questo settore, fino ad oggi giuridicamente trascurato. Il Governo, grazie alla legge, potrà mettere ordine e semplificare tutto ciò che riguarda questo ambito:

  • Rivedere la normativa sull’impresa sociale;
  • Prevedere un Codice del terzo settore;
  • Prevedere un Registro unico nazionale;
  • Definire il quadro normativo di riferimento;
  • Istituire il servizio civile universale.

In particolare è prevista una revisione delle norme che possa facilitare e semplificare una nuova imprenditoria sociale, nell’ottica della Social Innovation. È, infatti, proprio questa innovazione una delle strategie di crescita per uscire dall’empasse in cui viviamo in questo periodo di crisi economica. L’impresa sociale rientra, grazie alla riforma, ufficialmente nella categoria degli enti del terzo settore e viene definita come una organizzazione privata che fa impresa per finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale destinando i propri utili allo svolgimento di queste attività statutarie. L’impresa sociale avrà il compito di impiegare modalità di gestione responsabili favorendo il coinvolgimento dei propri dipendenti ma anche di stakeholders e portatori di interesse in genere.

La Social Innovation di per sé non ha una definizione precisa, nel senso che essa dipende da una serie di caratteri che si manifestano poi nella pratica.

Tuttavia possiamo definire le innovazioni sociali come le nuove idee, in termini di servizi, prodotti e modelli, che appagano bisogni sociali creando nuove relazioni e nuove collaborazioni. In altri termini, innovazioni buone per la società che accrescono al contempo le possibilità di azione per la società stessa.

[Libro bianco sull’innovazione sociale, scritto da Robin Murray, Julie Caulier Grice e Geoff Mulgan].

L’idea è quella di incentivare una impresa sociale che possa generare valore per la società stessa differenziandosi dalle tradizionali pratiche di assistenza sociale grazie alla capacità di finanziarsi grazie ai ricavi generati dall’attività stessa. Caratteristica dell’impresa sociale innovativa incentivata da questa riforma del Terzo settore è proprio quella di fare rete: la cooperazione tra soggetti diversi con interessi comuni verso l’obiettivo del valore sociale e dell’attuazione di una pratica diffusa. In quest’ottica non è ispirtante il risultato nel breve termine, quanto piuttosto il miglioramento sociale in grado di generare nel lungo periodo, portando verso nuovi assetti di governance e creazione indiretta di benessere e valore sociale.

Tempi per i decreti attuativi

La riforma del Terzo settore, come anticipato in apertura, è una legge delega che necessita di decreti governativi per essere realmente applicata. Secondo quanto previsto i primi decreti dovrebbero essere pronti entro l’anno. Ognuno dei singoli decreti dovranno essere vagliati dalla Presidenza del Consiglio, dal ministero del tesoro ed eventualmente da altri dipartimenti interessati. Dopodiché passeranno all’esame della commissione parlamentare (Affari Sociale e Affari costituzionali) che esprimerà un parere non vincolante ma di cui terrà conto il ministero del Lavoro. Il sottosegretario al Welfare Bobba ha previsto una distinzione in due tempi per i decreti: inizialmente 2 o 3 decreti entro l’anno, in merito a servizio civile, impresa sociale e consiglio del terzo settore, oltre che una previsione su di un migliore utilizzo dei fondi previsti dalla legge di stabilità; successivamente il decreto principale grazie al quale prenderà forma il Codice del Terzo Settore.

Secondo quanto previsto dalla riforma del Terzo settore non è più sufficiente avere tra i criteri distintivi il non avere scopo di lucro.

Bisognerà avere altri requisiti, ossia avere finalità civiche, solidaristiche, di utilità sociale e svolgere attività di interesse generale. Tutte le realtà che presenteranno queste specifiche potranno accedere al registro unico del Terzo settore e beneficiare degli aspetti positivi.

Jenny Rizzo

Phi Foundation

Organizzare un evento: quanto si guadagna?

L’organizzazione di un evento è un lavoro complesso, impegnativo, che richiede specificità professionali particolari, ma molto spesso, il ritorno in termini economici non è sempre allineato agli sforzi e alle competenze messe sul campo.

Il guadagno di chi organizza eventi dipende da molti fattori: l’esperienza acquisita, il ruolo aziendale, il tipo di organizzazione (azienda, associazione o agenzia), i titoli professionali e, perfino il sesso, infatti, sebbene il settore degli eventi sia un settore prevalentemente femminile, le donne guadagnano molto meno degli uomini.

Il quadro delle retribuzioni della categoria “organizzatore di eventi” nel 2016 è stato delineato dall’indagine condotta da Convene, il magazine dell’americana PCMA (Professional Convention Management Association), che ha pubblicato la propria Salary Survey basata su interviste a event planner di aziende, associazioni e agenzie. Si tratta di una stima e di una proiezione dei dati del 2016 sulla base di quanto fatturato negli ultimi anni e delle aspettative per l’anno in corso. I dati si riferiscono pertanto al mercato statunitense, che è molto diverso da quello italiano, dal punto di vista economico, occupazionale, salariale, ma anche e soprattutto per le dimensioni del comparto meeting ed eventi, decisamente superiori a quello italiano e per il posizionamento della figura dell’event planner all’interno delle organizzazioni.

Però dare uno sguardo alle retribuzioni dei colleghi d’oltreoceano, può essere utile e a volte anche di conforto per chi svolge questa attività in Italia.
Secondo l’indagine, la retribuzione media di un event planner è negli Usa di 80.505 dollari lordi l’anno, pari a 70.875 euro. Attenzione però: la retribuzione lorda americana comprende le spese previdenziali, sanitarie e assicurative, che sono a carico del dipendente, mentre in Italia sono a carico dell’azienda (se l’organizzatore è un dipendente).
Lo stipendio per tipologia di organizzazione negli USA tradotto in Euro:
La retribuzione è più alta per gli event planner d’azienda: in ambito corporate lo stipendio medio è di 71.544 euro, contro i 68.000 euro di chi lavora nelle associazioni, i 66.700 percepiti da chi organizza eventi in ambito governativo e i 69.000 che vanno ai planner cosiddetti indipendenti. Bisogna tenere in considerazione poi che lo stipendio ha diverse componenti: il 39% del campione ha dichiarato che in parte dipende dal numero di eventi gestiti nell’anno, il 28% dalla dimensione dell’evento più grande gestito e il 15% dalle metriche post-evento (cioè il raggiungimento degli obiettivi).

Il 2016 segnerà una significativa crescita degli introiti generati dall’organizzazione di eventi.
Il 73% degli event planner intervistati ha percepito un aumento di stipendio negli ultimi 12 mesi, per un incremento medio della retribuzione del 4,35%. L’aumento è superiore a quello della media nazionale americana (del 3,1%), ma è tuttavia quasi dimezzato rispetto all’anno scorso: nel 2015 ad avere avuto un aumento era stato il 79% del campione, e la media di incremento dello stipendio era stata del 7%. Secondo Convene, il dato indica che il settore è ritornato alla normalità: dopo il balzo in avanti del 2014/2015 per recuperare il crollo degli anni di crisi economica, ora la situazione salariale si è stabilizzata.

Quanto contano ruolo ed esperienza?

La differenza retributiva è piuttosto ampia quando si guarda al ruolo e alle responsabilità: conta l’inquadramento contrattuale (ogni carica ha la sua retribuzione), chi coordina un team guadagna mediamente 82.173 euro, mentre chi non ha nessuno sotto di sé percepisce 59.491 euro. In termini di esperienza, invece, la forbice dei compensi parte da circa 47.320 euro fino a 3 anni di esperienza, per salire a 60.430 con 6/8 anni, finendo a 81.000 con più di 10 anni di esperienza alle spalle.

Come dicevamo prima, in termini di retribuzione, il divario tra uomini e donne è piuttosto sensibile.

La stragrante maggioranza degli intervistati sono donne, a conferma che la meeting industry è un settore prevalentemente femminile, anche negli Stati Uniti. Gli uomini, pur se minoranza, sono però quelli che si portano a casa gli stipendi più alti: in media 88.100 euro, contro la media di 68.000 euro delle donne. Il gap è del 23%, in parte dovuto probabilmente al fatto che le donne, seppur in maggioranza, spesso ricoprono posizioni gerarchicamente inferiori agli uomini, e in parte dovuto alla disparità retributiva che, a parità di ruolo e responsabilità, continua a persistere.

Il peso del titolo professionale

Negli Stati Uniti è molto forte la cultura dell’organizzazione di eventi come professione ed è quindi molto diffusa, fra chi fa questo mestiere, la consuetudine di conseguirne le certificazioni relative, e il titolo professionale negli Usa pesa anche a livello di stipendio: chi lo ha guadagna in media 7.500 euro l’anno più dei colleghi che non l’hanno conseguito.

Orari di lavoro e soddisfazione personale

Quello dell’organizzatore è un mestiere impegnativo: il 56% degli intervistati lavora fino a 50 ora la settimana, il 17% fino a 60 ore e il 3% dedica al lavoro più di 60% ore la settimana. Il 67% del campione ha inoltre indicato di avere assunto quest’anno ulteriori compiti e responsabilità, che nei tre quarti dei casi non hanno dato luogo a una retribuzione aggiuntiva, e l’80% non gode di tutte le ferie che gli spettano. Tuttavia, il tasso di soddisfazione è elevato: il 75% è soddisfatto del proprio lavoro specifico e l’85% è soddisfatto della professione in generale. In termini di stipendio, il 57% è soddisfatto della retribuzione che percepisce (i soddisfatti percepiscono in media 73.300 euro), mentre a dichiararsi insoddisfatto di ciò che guadagna (in media 66.000 euro) è il 33%.

Dunque come si può vedere negli States il ruolo dell’organizzatore di eventi è più disciplinato e remunerativo che da noi in Italia. Probabilmente dipenderà da fattori culturali e di attitudine al lavoro e al business. Di certo non a meriti e competenze, in quanto in Italia siamo decisamente all’altezza della situazione, ma il mercato del lavoro da noi ha delle anomalie e delle caratteristiche assolutamente particolari ed uniche.

E tu che esperienze di organizzazione di eventi hai?

Ti è mai capitato di dover ricoprire questo ruolo in maniera anche solo occasionale?

Raccontaci la tua esperienza e invia la tua testimonianza, sarà d’aiuto a tutti quelli che svolgono questo lavoro.

Articolo basato su: Event report del 9 Giugno 2016

Francesco Fiore

Phi Foundation

Sai in quali condizioni sono prodotte le tue scarpe?

 
18 organizzazioni impegnate nella difesa dei diritti umani, dei diritti dei lavoratori e dell’ambiente, provenienti dall’Europa, dalla Cina, dall’India e dall’Indonesia, lanciano la nuova campagna globale “Change your Shoes”, volta ad affrontare le violazioni sistematiche dei diritti umani che affliggono l’industria calzaturiera, tra cui le condizioni di lavoro non sicure e i salari da fame, nonché la necessità di una regolamentazione e di trasparenza.

 

Recenti disastri dell’industria tessile hanno messo in evidenza le spaventose condizioni di lavoro degli operai del tessile, del calzaturiero e degli accessori. Ad esempio i salari da fame sono una realtà purtroppo radicata, con circa il 2% del prezzo di un paio di scarpe pagato al lavoratore che le produce. Per non parlare dei rischi per la salute e per l’ambiente che si corrono in moltissime concerie a causa dell’utilizzo di Cromo III.

All’inizio dell’anno la campagna Change your Shoes ha commissionato alla Nielsen un sondaggio.
È risultato che il 50% dei cittadini europei ha scarse o nessuna informazione sulla produzione delle scarpe, nonostante la dimensione industriale del settore sia immensa, con oltre 22 miliardi di paia di scarpe prodotte nel solo 2013, l’87% delle quali in Asia.
Il sondaggio ha inoltre rivelato che il 63% dei cittadini ritiene che l’Europa dovrebbe imporre regolamentazioni sui beni che entrano nel mercato continentale per garantire il rispetto dei diritti dei lavoratori.

È sorprendente quanto poco conoscano i consumatori del settore calzaturiero. La campagna Change your Shoes si occuperà di sensibilizzare i cittadini, esercitare pressioni sui marchi e chiedere ai legislatori di affrontare quei nodi chiave che favoriscono il perdurare degli abusi, come la totale mancanza di trasparenza. L’Ue, come istituzione leader democratica, deve compiere passi concreti e implementare chiare regolamentazioni che salvaguardino i diritti dei lavoratori” dichiara Deborah Lucchetti, portavoce della Campagna Abiti Puliti.

Change your Shoes è un’iniziativa europea che promuove una supply chain etica, sostenibile e trasparente.

Incoraggiamo i consumatori ad aumentare la consapevolezza sui pericoli dell’utilizzo di cromo e delle cattive condizioni di lavoro nelle concerie e nei luoghi di produzione. Collaboriamo con i sindacati e le organizzazioni dei lavoratori e li sosteniamo nella loro lotta. Incoraggiamo le marche di scarpe ed i rivenditori a pratiche più sostenibili per garantire migliori condizioni di lavoro“.

La campagna lancia inoltre una nuova App per smartphone invitando tutti e tutte a partecipare ad una marcia virtuale verso Bruxelles, chiedendo all’Ue di adottare le misure necessarie a garantire trasparenza nelle catene di fornitura calzaturiere.
L’applicazione può essere scaricata qui.

 

Per saperne di più clicca qui.

 
 

RI-DONO: progetto per riciclare e donare a chi ha bisogno

Sabato 31 ottobre, in piazza Ottinetti a Ivrea, si è svolto un evento di promozione, organizzato da Consorzio Copernico, in collaborazione con le cooperative Alce Rosso,  con le animatrici di Villa Girelli e di Andirivieni e con l’Atelier di ceramisti “Disabili, ma molto Abili” Laborarte Castellamonte.
L’evento è stato trasmesso live su Radio 105 nell’ambito di un programma sul crowdfunding.
 

Il progetto si chiama RI-DONO è il tentativo di trovare on-line, attraverso l’uso dei social media, il capitale necessario per rendere realtà un’idea che gli operatori delle cooperative del Consorzio hanno da tempo: riuscire a essere più efficienti, e quindi più efficaci, nella gestione della donazione di oggetti di seconda mano, usati, ma ancora integri e funzionanti.

 

Con RI-DONO si vorrebbe riuscire a donare
e RI-UTILIZZARE meglio.

Si saprebbe sempre cosa è disponibile là fuori, cosa possa essere riutilizzato invece di essere buttato, a quali oggetti si possa dare un nuovo significato, migliorando allo stesso tempo la qualità della vita di una persona.
Chi avrà qualcosa da donare invierà la foto e una breve descrizione al sito web Ri-dono e chi avrà bisogno di qualcosa (una bicicletta per andare la lavoro o anche solo per insegnare al proprio bimbo ad andarci) lo riceverà attraverso canali istituzionali.
Chi riceverà un regalo, avrà la possibilità di restituire qualcosa alla comunità attraverso il proprio lavoro. E alle persone che avranno donato verrà regalata una “Storia del dono“, raccontando sempre chi ha beneficiato della sua generosità e in che modo.

 
Cristina Arrò, presidente di Consorzio Copernico, spiega:

«I soggetti che si occupano di welfare si trovano in una condizione di estrema contrazione delle risorse economiche disponibili e, al tempo stesso, registrano un continuo incremento della domanda di assistenza. Il recupero, il riutilizzo e il dono di beni e materiali, organizzati in maniera efficiente, sono gli strumenti ideali.
Il modello è quello del recupero alimentare e del last-minute market.
Le associazioni e le imprese del terzo settore, infatti, vengono spesso contattate da privati cittadini disponibili a donare attrezzature, arredi, materiali e beni, ma nella maggior parte dei casi non riescono ad accettare il dono o a utilizzarlo in maniera efficace. Al contempo, ci si trova spesso in situazioni in cui si ha bisogno di un bene materiale in regalo e le associazioni, cooperative, servizi sociali non sanno dove reperirlo. Così abbiamo pensato di trasformare le bacheche che ci sono nelle sedi di molte organizzazioni che si occupano di welfare in una bacheca digitale, più visibile e più efficiente».

 

LE VOSTRE DONAZIONI avranno una ricaduta enorme: lanceranno un progetto innovativo, aiuteranno in maniera concreta, attraverso doni e lavoro, tante persone e proteggeranno anche l’ambiente!

 
Articolo tratto da #ri-dono

 
 

ICT 2021, 20-22 Ottobre Lisbona Forse Avverrà?

ICT 2021, 20-22 Ottobre 2021 Lisbona Forse Avverrà?

ICT 2021, 20-22 Ottobre Lisbona

 

Il più grande evento ICT organizzato dall’UE si è tenuto a Lisbona dal 20 al 22 Ottobre 2021.

La conferenza ha ospitato interessanti dibattiti e fornito le ultime notizie sulle nuove politiche, iniziative e opportunità di finanziamento della Commissione europea per quanto riguarda Ricerca e Sviluppo nel settore ICT.

Come di consueto, il programma è stato intenso e comprendeva conferenze parallele e plenarie tra cui:

  • La presentazione delle iniziative della CE in materia di Ricerca e Innovazione nel ICT (programma Horizon 2025);
  • Mostra interattive per presentare i risultati e l’impatto della più recente  ricerca e innovazione nel settore ICT;
  • Opportunità di networking e sessioni face-to-face tra le organizzazioni;
  • Opportunità di finanziamento e programma di lavoro Horizon 2025, 2022-23 nel settore ICT;
  • Il Forum delle Start Up Europee per unire le PMI, start-up, innovatori, investitori privati ​​e pubblici.

Probabilmente questa edizione ha superato il record delle presenze con circa 7000 partecipanti tra industrie, PMI, Academies e istituzioni. L’area espositiva ha ospitato come sempre circa 100 stands tra demo dei progetti in esecuzione e stand istituzionali.

 

Quali sono le possibilità per Phi Foundation, che ruolo potrà svolgere nei progetti ICT orientati alla R&D ?

Questi quesiti possono essere risposti leggendo il programma H2025 2022-23.
In breve, dal punto di vista di parterariato la fondazione può collocarsi come partner-hub che fornisce una sua rete di individui e organizzazioni e collocarsi come end-user di progetti che prevedono interazioni in fase di requisiti e validazioni con “large communities” social oppure imprenditoriali.

Avendo incontrato alcuni professori e industrie coinvolte nella preparazione delle nuove proposte di progetto e leggendo il programma si evince che una call H2025, molto vicina alle tematiche tecniche di PHI foundation, è la

ICT-11-2023: Collective Awareness Platforms for Sustainability and Social Innovation,

che ha un challenge specifico sui nuovi modelli di partecipazione digitale per produrre intelligenza collettiva in settori chiave. In particolare si fa specifico riferimento a collaborative tools e modelli di crowdsourcing oppure crowdfunding. Per questa call PHI Foundation potrebbe giocare sia il ruolo di end-user large community e di sviluppatore piattaforma marketplace.

Un’altra call H2025 che potrà interessare la fondazione è la SMEinst-01-2022-2023 – Open Disruptive Innovation Scheme Specific Challenge.

Il challenge è di fornire supporto a high risk innovative Startups and SMEs nel settore ICT con un focus sulle società che propongono “disruptive ICT concepts“, prodotti e servizi che applicano nuovi concetti e tecnologie al fine di accelerare nuovi mercati.

Anche in questo caso PHI Foundation si colloca in modo vincente con la sua capacità di innovare il marketplace finance in moneta complementare. Lo strumento di finanziamento è particolarmente utile per le start-up and giovani innovative SMEs che cercano di accelerare l’introduzione delle loro idee innovative.

La fondazione PHI pubblica questo blog per rendere pubblica la sua volontà a partecipare a H2025 con un ruolo congruo alla missione del programma.

 

PHI Fondazione Social Innovation Community

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Redazione

PHI Foundation