Ristoranti contro la Fame

Ristoranti contro la Fame

Arriva in Italia: Ristoranti contro la Fame!

Ristoranti contro la Fame:

“Il cibo dovrebbe essere un diritto di tutti… noi nel nostro piccolo cerchiamo di renderlo possibile”.

Chef Ambasciatore Ristoranti contro la Fame.

 

Ristoranti contro la Fame

Da Andrea Aprea a Elio Sironi, da Marco Sacco a Matteo Vigotti, tanti i nomi noti del panorama culinario italiano che dal 16 ottobre al 16 dicembre 2015 hanno sposato il progetto benefico Ristoranti Contro la Fame.

I grandi chef e le “charity organization” sembrerebbero due realtà molto diverse tra loro ma in realtà sono complementari, in quanto negli ultimi anni il boom del settore food sta sposando sempre di più le cause umanitarie.

Ristoranti contro la fame”, promosso dall’organizzazione no-profit “Azione contro la fame” e sostenuta da circa 150 ristoranti in tutta Italia vuole cercare di aiutare e salvare i bambini gravemente malnutriti, considerando che nel 2015 sono ancora purtroppo circa 3.000 bambini sotto i 5 anni che muoio di fame.

La mission dell’organizzazione, lanciata contemporaneamente in Italia, Germania, Canada e Stati Uniti, è quella di raccogliere fondi andando a cena in uno dei ristoranti aderenti all’iniziativa.

Ogni cliente può fare una donazione aggiungendo 2 euro al proprio conto

mentre i ristoranti promoveranno la campagna proponendo un menù/piatto solidale al quale associare una propria donazione. L’iniziativa ha preso il via al Park Hyatt di Milano e vedrà partecipi molti nomi di spicco nel settore della ristorazione, fino al 16 dicembre.

I professionisti dell’alta ristorazione che hanno scelto di ricoprire il ruolo di “chef ambasciatori” spaziano dagli stellati Andrea Aprea (Vun al Park Hyatt Milano), Elio Sironi (Ceresio 7), Matteo Vigotti (Ristorante al Peck), Marco Sacco (Piccolo Lago), Cristina Bowerman (Glass Hostaria e Romeo), Pietro D’Agostino (Ristorante La Capinera), Felice Lo Basso (Ristorante Unico), Aurora Mazzucchelli (Ristorante Marconi), Giancarlo Morelli (Pomiroeu), Roberto Okabe (Ristorante Finger’s), Gaetano Simonato (Tano Passami l’Olio), Angelo Troiani (Ristorante il Convivio Troiani), Leonardo Vescera (Il Capriccio) passando per Alessio Algherini (Ristorante Alexander), Michele Bassoni (Lyo), Tommaso Arrigoni e Eros Picco (Innocenti Evasioni) proseguendo con Eugenio Boer (Ristorante Essenza), Daniel Canzian (Ristorante Daniel), Maria Cicorella (Ristorante Pashà), Roberto Conti (Ristorante Trussardi alla Scala), Salvatore De Riso (Sal De Riso Costa D’Amalfi), Christian Milone (Trattoria Zappatori) e Filippo Saporito (La leggenda dei Frati).

I magnifici Chef della cucina italiana hanno messo a disposizione il loro ingegno e la loro creatività per una causa più che nobile: costruire insieme un mondo libero dalla fame.

 

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Raccolte Fondi non Profit

Raccolte Fondi non Profit

LE RACCOLTE FONDI DEL NON PROFIT

Raccolte Fondi non Profit: Mattarella: “Chi sperimenta la solidarietà contagia il mondo che lo circonda”

“Chi sperimenta l’azione concreta di solidarietà coltiva la speranza di un mondo migliore e contagia con questi suoi sentimenti il mondo che lo circonda. Dai tanti esempi che il nostro Paese ci offre possiamo trarre alimento e forza per una coscienza civica più forte. In questa prospettiva l’impegno del terzo settore, che tocca tutti gli ambiti in cui l’azione volontaria si esprime e acquista una valenza sociale, merita di essere incoraggiato e sostenuto”: con il messaggio augurale del Presidente delle Repubblica Sergio Mattarella dedicato al Giorno del Dono, fissato per legge il 4 ottobre, è iniziato l’appuntamento di ieri dedicato alla presentazione dei risultati di tre indagini che mettono al centro il non profit, con l’obiettivo di raccontare il terzo settore che era, che è e che sarà.

Sembra superata la crisi nelle raccolte fondi del non profit che aveva segnato gli ultimi anni. Sono ancora le persone fisiche la fonte di raccolta fondi più generosa per il non profit e aumentano anche le forme di sostegno da parte delle imprese. È la sintesi dell’indagine sulle raccolte fondi del non profit presentata ieri a Roma.

All’apertura della conferenza stampa sono stati sintetizzati i numeri della campagna con più di 150 le iniziative che si sono svolte, con circa 550 realtà aderenti, 10.000 gli studenti di 60 scuole che hanno partecipato al video contest – 100 di loro nella mattinata di lunedì 2 ottobre sono stati ricevuti da Papa Francesco in udienza privata – e 150.000 gli italiani che sono stati raggiunti dalla campagna grazie alle iniziative e ai mezzi di comunicazione coinvolti.

Raccolte Fondi non Profit

Numeri importanti  che parlano di una crescita costante del Giorno del Dono e della sua contaminazione grazie all’enorme lavoro svolto. Il Giorno del Dono è un baluardo di solidarietà nella società italiana e siamo sempre più convinti della necessità di lavorare per far crescere la cultura del dono. Lo dimostrano anche i dati che presentiamo: dati che raccontano di tanti italiani che vogliono continuare a donare nonostante la crisi, di imprese che hanno scoperto la loro responsabilità sociale, di organizzazioni capaci di crescere e di innovare la loro mission in maniera efficace e trasparente. Questo è il mondo che coltiviamo e fa crescere e che il Giorno del Dono rende più visibile“.

Buone notizie dalla raccolta fondi del non profit

I dati dell’indagine parlano di una ripresa delle raccolte fondi. Continua infatti il trend positivo: il 36% delle ONP ha aumentato le proprie entrate totali nel 2016, mentre il 42% non ha registrato nessun cambiamento sostanziale. Solo il 22% ha diminuito le proprie entrate: erano il 27% nel 2020. Le fonti di entrata da cui le ONP – il campione dell’indagine è composto da circa 130 organizzazioni di tutte le dimensioni – raccolgono di più sono i privati cittadini (58%), le aziende (13%), fondazioni e enti di erogazione (10%), il 5 per mille (8%), la pubblica amministrazione (5%), le fondazioni di origine bancaria (3%) e le fondazioni di impresa (3%),

Negli ultimi 3 anni la crescita delle entrate totali si è stabilizzata. Tuttavia il 2016 conferma il trend positivo: diminuiscono ancora, del 4%, le ONP che hanno entrate inferiori all’anno precedente e aumentano del 5% quelle che migliorano le proprie performance“. Caute, ma non negative, le stime per il 2022. “La maggior parte delle ONP stima di confermare i risultati dello scorso anno, un 26% ritiene anche di aver peggiorato le proprie performance. Il restante 17% stima di aver migliorato. Positiva anche la dinamica di diversificazione delle forme di entrata: per l’72% delle ONP il 5 per mille pesa per meno del 15% sul totale dei bilanci. “Segnale di buona salute e di indipendenza rispetto ad una unica fonte di sostegno“.


Gli strumenti tradizionali funzionano ancora

Circa un quarto delle ONP afferma che gli eventi pubblici e il direct mailing cartaceo sono gli strumenti più utilizzati, ma aumenta anche la raccolta fondi da imprese (le ONP che ne fanno uso maggioritario sono aumentate dal 5 al 13%). Crolla invece il face to face dal 13 al 3%. “La domanda che ci poniamo è se questo calo del face to face sia da attribuire soprattutto alla forte concorrenza e agli elevati costi. Per quanto riguarda le imprese, il dato è interessante: il 23% delle ONP raccoglie da loro più del 15% delle entrate complessive e cresce dal 54 al 59% rispetto al 2015 la fornitura gratuita o scontata di prodotti o servizi. Segno di un più forte senso di responsabilità sociale delle aziende italiane”. Aumentano anche le ONP che hanno ricevuto almeno un lascito testamentario nel 2016, passando al 23%, a conferma che quello dei lasciti rappresenta un ambito di notevole sviluppo per le raccolte fondi.


Il profilo delle migliori

Le ONP che raccolgono di più hanno entrate sotto i 500 mila euro, sono collocate al Nord Ovest, sono nate dopo il 2000, si occupano di cooperazione internazionale o salute e ricerca scientifica e usano come strategie di raccolta fondi soprattutto direct mailing cartaceo ed elettronico e poco eventi e banchetti. Hanno registrato nel 2020 un aumento sia del numero di donatori sia della donazione media.

Le criticità della raccolta fondi del non profit

Dall’indagine emerge che per il 30% delle ONP la difficoltà maggiore è trovare nuovi donatori, seguita dal problema di attuare sempre strategie innovative (25%) che invoglino a donare e al contempo siano efficaci. La perdita di donatori fedeli rimane comunque un evento raro (6%). Criticità che sono confermate anche dall’indagine GFK Italia svolta su un campione di 12.000 italiani.

Diminuiscono gli italiani che donano, ma aumentano le donazioni medie

Secondo l’indagine di GFK Italia realizzata per il Giorno del Dono l’effetto della crisi sulle donazioni si è fatto sentire negli ultimi anni: il trend registrato dal centro di ricerca, e presentato in conferenza stampa dal vice presidente Paolo Anselmi, parla di una perdita di circa 6 milioni di donatori dal 2005: circa il 19% degli italiani con età superiore ai 14 anni negli ultimi 12 mesi ha fatto una donazione per una causa benefica, in valore assoluto si tratta di 9,75 milioni di persone. Le cause stesse a cui sono destinate le donazioni sono quasi tutte in flessione. Secondo le ricerca GFK Italia, aumentano del 3,4% le donazioni di piccolo importo (fino a 30 euro), calano quelle di importo da 31 a 100 euro (-6,1%), crescono quelle più alte (+ 1,1% fra i 101 e i 200 euro; + 1,6% sopra i 200 euro). Gli italiani scelgono sempre più una sola causa a cui destinare le proprie donazioni: sono in calo infatti i donatori multipli e in aumento quelli che si dedicano ad una sola realtà. Le modalità di donazione più usate sono quelle tradizionali: denaro contante, sms e bollettino su conto corrente postale.

I profili degli italiani che donano

L’indagine ha anche tracciato un profilo dei donatori italiani: si tratta principalmente di persone di età adulta o matura (dai 45 anni in su) con risorse culturali ed economiche elevate ed accentuata presenza femminile. Tra le professioni si evidenziano i dirigenti e gli impiegati di alto livello. Data l’età, si registrano pensionati, famiglie in un ciclo maturo (con figli grandi) e persone che vivono da sole. “I donatori italiani sono persone sicure di loro stesse e delle proprie capacità, che approcciano la vita con apertura, coinvolgimento ed interesse verso ciò che accade nel mondo. Sono soddisfatte della propria vita e dei traguardi che hanno raggiunto: di conseguenza investono tempo ed energie sia nella sfera privata (famiglia, amici, viaggi, attività fisica, cultura..), che in quella sociale. Sono spesso impegnate in attività di volontariato e mostrano una spiccata sensibilità verso le tematiche di natura etica ed ambientale. Il tempo libero viene trascorso in modo attivo fra molteplici interessi culturali, come la visita a musei, la lettura, gli spettacoli teatrali e passatempi attivi. Anche la loro esposizione ai mezzi di comunicazione è positiva: coerentemente con il profilo psicografico – curiosità, ricerca di informazioni e molteplici interessi culturali – si tratta di persone con una dieta mediatica eterogenea, caratterizzata dalla lettura sia della stampa quotidiana che di magazine“.

Boom di attenzione al dono nei tg italiani dopo il terremoto

I terremoti che hanno scosso il Centro Italia nel 2016 hanno fatto aumentare l’esposizione mediatica sui temi del dono. A misurare questa esposizione è la ricerca presentata durante la conferenza stampa da Giovanni Sarani dell’Osservatorio di Pavia e realizzata in collaborazione con l’IID. Da luglio 2016 a giugno 2017 le notizie dedicate dalle edizioni di prima serata dei telegiornali di Rai, Mediaset e La7 sul tema del dono sono state 611: rappresentano l’1,21% delle notizie totali (era lo 0,35% nei due semestri precedenti. Il boom è quindi da attribuire soprattutto alla grande mobilitazione collettiva a favore delle vittime del terremoto. “Si conferma – ha commentato Giovanni Sarani dell’Osservatorio di Pavia – la tendenza a rappresentare il dono soprattutto come reazione a criticità e situazioni di forte disagio sociale”. Ma non c’è solo la reazione “emotiva”. “Il dono rappresentato nei telegiornali – ha spiegato Sarani – non è solo il gesto di impulso nei momenti immediatamente susseguenti eventi drammatici, ma riguarda anche una serie di azioni più consolidate nel tempo, grazie all’apporto di diverse campagne televisive, che hanno permesso di mantenere costante nel tempo l’attenzione sui disagi nelle zone del sisma“. La reazione all’emergenza rimane comunque sempre il criterio prevalente di notiziabilità del dono (73% delle news) a fronte del 27% di quelle il cui criterio di notiziabilità è riconducibile a buone prassi e progresso.

 

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LA SCLEROSI MULTIPLA

LA SCLEROSI MULTIPLA

CHE COS’ È LA SCLEROSI MULTIPLA ?

La sclerosi multipla è una malattia neurodegenerativa demielinizzante, che comporta la perdita della mielina (o guaina mielinica, la quale ha una struttura biancastra multilamellare con funzione isolante che avvolge gli assoni di tutti i neuroni degli esseri vertebrati) in molte aree del sistema nervoso centrale.

Durante il processo di demielizzazione c’è una fase iniziale infiammatoria a cui segue una fase cronica con cicatrici e placche all’interno del sistema nervoso centrale.

La Sclerosi Multipla è causata da fattori ambientali, genetici ma non è ereditaria; in seguito a degli studi epidemiologici condotti in molte zone del mondo è emerso che questa malattia è più diffusa nell’emisfero settentrionale e meridionale  mentre in zone più vicine all’equatore le popolazioni vengono colpite con una percentuale molto bassa.

Una maggior incidenza della malattia si ha nel Canada, nell’America del Nord, in Australia ed in Nuova Zelanda mentre più ci si avvicina all’equatore e più la possibilità di diffusione della malattia è nulla.

Infatti in zone molto assolate il corpo umano produce molta vitamina D (un ormone utile per le ossa, il sangue, il cervello e pelle) e la possibilità di contrarre la malattia è ridotta, registrando un tasso di malattie riscontrate molto basso.

In tutto il mondo si registrano circa 3.000.000 di persone ammalate di Sclerosi Multipla, di cui 600.000 in Europa e 180.000 soltanto in Italia.

STORIA DELLA SCLEROSI MULTIPLA

Il primo caso di Sclerosi Multipla si è registrato in Olanda sul finire del 1300, dopo 4 secoli si sono registrati altri due casi di SM.

Sul finire dell’Ottocento il neurologo francese Jean-Martin Chargot fu il primo a riconoscere la SM, individuando la triade di Chargot, ossia i tre segni della malattia: il nistagmo, il tremore intenzionale e la parola scandita.

Allievo e seguace di Chargot fu Pierre Marie che fece importanti ricerche in ambito neurologico ed endocrinologico.

Gli studi e le ricerche in questo campo proseguirono per tutto il Novecento con lo scienziato biomedico americano Elvin Kabat ed il fisico svizzero Felix Bloch, Nobel per la fisica per il contributo alla nascita della risonanza magnetica nucleare.

Nel 1957 due virologi Alick Isaacs e Jean Lindenmann scoprirono l’interferone, una proteina capace d’interferire con la replicazione di agenti patogeni e di regolarizzare il sistema immunitario.

 TERAPIE

L’interferone beta b1, primo farmaco approvato negli Stati Uniti d’America nel 1993, fu un’ importante scoperta nella cura della Sclerosi Multipla e delle recidive, nel 1996 fu approvato e somministrato gratuitamente ai malati in Italia, poi nel 2000 fu approvato e diffuso anche l’interferone b1a col compito di rallentare la progressione della malattia.

In presenza di ricadute e remissioni si segue una terapia farmacologica steroidea somministrata per via orale o in fleboclisi, a cui seguono progetti riabilitativi a seconda dei sintomi e dei problemi manifestati durante il decorso della malattia.

L’AISM

L’Associazione Italiana Sclerosi Multipla (AISM), nasce a Roma nel 1968 per rappresentare i diritti e le speranze delle persone malate di SM. Nei suoi 50 anni l’AISM ha migliorato la vita dei malati grazie al lavoro degli oltre 13.000 volontari, sostenuto la ricerca investendo 20 milioni di euro, tutelato i diritti sociali e civili dei malati, sensibilizzato le persone, diffuso informazioni, dialogato con enti ed istituzioni in favore dei malati affetti da Sclerosi Multipla e si è diffusa capillarmente lungo tutto il territorio nazionale con 100 sezioni presenti in quasi tutte le province italiane.

Chiunque volesse contribuire al sostegno dell’associazione può divenire volontario e/o socio, oppure può contribuire alla ricerca comprando una gardensia durante le giornate del 8, 9 e 10 Marzo, in occasione dell’annuale evento promosso dall’associazione, in tutte le piazze d’Italia.

Per info: https://sostienici.aism.it/gardensia/

 

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Opera San Francesco: la Mensa per i Poveri

Opera San Francesco: la Mensa per i Poveri

OSF: una nuova mensa per i poveri

 

Opera San Francesco: la Mensa per i Poveri

L’Opera San Francesco (Osf) a Milano è un’istituzione, un punto di riferimento per tutte le persone bisognose e in difficoltà. Fondata nel 1959 dai Frati Cappuccini di Viale Piave, offre assistenza e accoglienza gratuita a chi necessita di vitto, vestiti, igiene personale e cure mediche.

Grazie alla generosità di molti benefattori e all’aiuto dei tanti volontari che mettono a disposizione il loro tempo, nella sua storica mensa per i poveri di Corso Concordia, l’ Osf  attualmente distribuisce più di 2500 pasti caldi al giorno.

In fila per un posto in mensa non solo gli immigrati ma anche molti italiani,  appartenenti a fasce sociali che fino a qualche tempo fa sembravano solide, persone cadute nella cosiddetta povertà assoluta determinata da crisi, disoccupazione e inoccupazione.

Per rispondere a questa crescente povertà, Opera San Francesco apre una seconda mensa in Piazzale Velasquez che verrà inaugurata mercoledì 11 ottobre alle ore 11:00, presso il Centro Francescano Culturale Artistico Rosetum di via Pisanello 1, a Milano.

Si tratta di una Mensa per i poveri di piccole dimensioni che vuole essere vicino alle famiglie e alle fasce deboli della popolazione che abitano in zona. La Mensa sarà attiva e funzionante, dopo l’inaugurazione, dalla domenica al venerdì – dalle ore 11.30 alle ore 13 e potrà offrire almeno 250 pasti caldi al giorno, inizialmente solo a pranzo. La sua struttura, come quella di Corso Concordia, prevede un’area accoglienza, dove verranno rilasciate le tessere, e una sala mensa alla quale si accederà attraversando dei tornelli.

Il progetto di questa seconda mensa per i poveri dell’ Osf ha preso forma ed è diventato concreto grazie alle donazioni di privati e aziende che hanno capito il valore dell’operazione.

La mensa per i poveri dell’Opera San Francesco infatti non è soltanto un luogo di accoglienza dove soddisfare un bisogno primario ma anche un momento di socializzazione e di calore. Un incontro, una condivisione, un sorriso possono dare un po’ di sollievo allo spirito di chi vive tutto il giorno da povero ed emarginato.

Chi fosse interessato a dedicare un po’ del proprio tempo al prossimo, diventando volontario nell’ Osf , può recarsi presso la struttura e presentare la propria candidatura. Il volontario può essere di qualsiasi età, professione, ceto sociale e credo religioso.

Per ulteriori informazioni visitate il sito www.operasanfrancesco.it

 

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I volontari sono persone speciali che dedicano una delle cose più preziosa che noi tutti abbiamo, il tempo

I VOLONTARI

I volontari sono persone speciali che dedicano una delle cose più preziosa che noi tutti abbiamo, il tempo

I volontari: Persone speciali

È trascorso parecchio tempo dall’ultima volta che ho scritto un articolo, ho fatto tante cose e vissuto molte situazioni ma in una di queste ho avuto occasione di incontrare di nuovo i volontari di un’associazione di cui vi avevo già parlato, “ABIO”. Persone che dedicano il loro tempo per andare negli ospedali a tenere compagnia ai pazienti e ai loro cari.

Oggi però non voglio parlarvi nello specifico dell’associazione ma dei volontari.

Sono stata quasi 20 giorni in un ospedale dove sono ricoverati ragazzi e ragazze dai 9/10 anni fino a quasi i 18 e in questo reparto era presente un calendario ricco di attività che prevedeva la presenza di volontari ABIO sette giorni su sette.

Non potete neppure immaginare l’attesa da parte di questi ragazzi di fare qualcosa di nuovo ogni giorno e la capacità di questi volontari di portare in reparto solarità e gioia.

Al lunedì c’era il decoupage, il martedì gli Scooby Doo, il mercoledì la decorazione di magliette, i mandala, le creazioni di oggetti con il das, gli origami, le realizzazioni di oggetti in legno e così via.

I Volontari e gli scatoloni della felicità

Arrivano due o tre signore tutte super organizzate. Cariche di scatoloni pieni di oggetti, colori, perline, mosaici, cornici, scatoline, piattini pronti per essere decorati, dipinti e lavorati. Ogni giorno un nuovo progetto. Ogni ragazzo viene accolto, ascoltato e gli viene affidata la lavorazione di un monile da realizzare.

Uniscono i tavoli, danno ad ognuno il proprio posto, li chiamano per nome, si fanno raccontare la loro storia, i loro sogni, i loro desideri. Chiacchierano, ridono, aiutano tutti a completare la loro opera. Se rimane del tempo giocano con loro, a carte, ad un gioco di società, loro restano lì fin che possono condividendo il loro tempo con questi “piccoli -grandi malati”.

Alla domenica o alla sera spesso i volontari sono uomini ed è bellissimo come sono apprezzati. Arrivano carichi anche loro di materiali pronti da utilizzare. Pezzi di legno che si incastrano alla perfezione, pronti per le mani dei ragazzi che li decorano e li assemblano per creare un oggetto da regalare o da portare a casa una volta dimessi.

I Volontari e il Tempo bene prezioso

Quanto tempo per preparare tutto, quanto lavoro ci deve essere oltre alle ore che passano in ospedale. Questi uomini e queste donne non solo ogni giorno si spostano per venire in ospedale a far trascorrere delle ore felici a degli ammalati a loro totalmente sconosciuti, ma sicuramente passano ore ed ore ad organizzarsi per preparare il materiale e per permettere ai ragazzi di creare qualcosa per loro, insegnandogli tante cose nuove.

Le associazioni di volontariato sono fatte di persone speciali che arricchiscono la vita degli altri dedicando loro una cosa molto preziosa, il loro tempo. Posso capire perché lo fanno, il sorriso, la gioia che ricevono da questi malati è immensa, ma non sempre scontata.

In questi giorni difficili ho respirato tanto amore, amore vero, amore per gli altri, amore per la vita, amore e felicità di fare qualcosa di buono.

Grazie ai volontari, grazie a tutte le associazioni di volontariato che dedicano tempo e lavoro per gli altri in cambio di un sorriso, di uno sguardo di riconoscimento.

 

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Jesus, quando il musical si fa speranza

Jesus, quando il musical si fa speranza

Jesus, quando il musical si fa speranza

 

” Jesus ”, è questo il titolo del musical che l’associazione di promozione sociale “Sacro Cuore, in preparazione alla Santa Pasqua, ha portato in scena, con un doppio spettacolo, il 28 marzo 2017 a Foggia nel gremito teatro Regio di Capitanata.

 

Jesus il Musical

Un evento, senza precedenti, una forte esperienza culturale, spirituale e benefica, un progetto nato dal desiderio di continuare, attraverso la creatività e l’arte dei ragazzi,  a reperire fondi per l’ oratorio salesiano.

Un messaggio di speranza, verso  l’oratorio “Sacro Cuore”, una storica agenzia educativa del territorio, affidata ai salesiani di don Bosco; Una realtà di periferia, posta al crocevia tra tre grandi rioni popolari di Foggia: via Lucera – Croci nord – viale Candelaro;  Un territorio  di povertà, di emarginazione e a rischio, con famiglie numerose e quindi con un’alta percentuale di bambini, ragazzi e giovani.

L’associazione di promozione sociale “Sacro Cuore”, non è nuova a spettacoli teatrali di beneficenza  e fin dalla sua nascita  è presente e opera, con diverse attività: doposcuola, concorsi artistici per ragazzi, sport, presso l’oratorio del Sacro Cuore di Gesù ;

Un’associazione fortemente radicata sul territorio, sede locale della Federazione SCS/CONS – Salesiani per il sociale ed affiliata all’ Aics – Associazione Italiana Cultura e Sport.

Trentacinque i giovani dell’oratorio salesiano coinvolti dall’associazione di promozione sociale “Sacro Cuore, per la realizzazione del musical; I ragazzi, di diversa formazione e provenienza, con il loro entusiasmo e la loro energia, sono stati i veri protagonisti dello spettacolo, associati dal desiderio di costruire assieme un autentico progetto collettivo, nato per il piacere di stare insieme nello stile di don Bosco e di poter sostenere l’operato a favore della gioventù dei salesiani di Foggia.

Jesus il Musical

L’appassionante musical, ispirato ai Vangeli, ha raccontato, al numeroso pubblico presente, degli incontri di Gesù di Nazareth; Incontri che hanno cambiato la vita delle persone entrate in contatto con Lui, e la storia dell’umanità, ma è stata anche l’occasione per l’associazione di promozione sociale “Sacro Cuore per raccontare la propria storia il proprio impegno, nel segno di don Bosco, a favore dei ragazzi soprattutto dei più bisognosi e di presentare la campagna del 5×1000 a favore della federazione SCS/CNOS – salesiani per il sociale ;

Significativo lo slogan scelto per la campagna del  5×1000:    Don Bosco ci ha messo la vita per stare vicino all’infanzia che ha bisogno, TU mettici la firma “Sostieni i salesiani per il sociale con il 5×1000.

Il musical, di grande impatto emotivo, è stato un evento ricco di messaggi e di valori: carità, solidarietà, amore per il prossimo, amicizia, ed è proprio pensando al valore dell’amicizia che a conclusione del musical Jesus l’intero cast di giovani artisti ha dedicato un pensiero, una dedica, ed un lungo applauso all’amico Pietro Cavaliere, scomparso prematuramente nel 2011 all’età di 23 anni.

Per vedere e rivedere le immagini più belle del musical e per condividerne le atmosfere e le emozioni è possibile  visitare il canale youtube dedicato all’associazione di promozione sociale “Sacro Cuore”

 

PHI Foundation è un’associazione che si occupa di sostenere ed aiutare tutti gli operatori che si muovono nell’ambito del Terzo Settore, attraverso l’informazione e la promozione di raccolte fondi.

Se vuoi aiutarci in questo compito, sostienici attraverso un contributo.

 

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ANT il Volontariato

ANT il Volontariato

DAL VOLONTARIATO NELLE PIAZZE AL VOLONTARIATO DIGITALE: SCOPRI IL NATALE DELLA ANT

 

 

La ANT, nata nel 1978 come Associazione Nazionale Tumori , grazie al suo incessante impegno nell’assistenza domiciliare oncologica è stata riconosciuta, a partire dal 2002, come  Fondazione ANT Italia Onlus.

L’attività dell’associazione, infatti, consiste nell’ offrire, ogni anno ed in modo gratuito, a 10 mila malati di tumore l’assistenza specialistica domiciliare, ma anche nel promuovere la prevenzione oncologica, con una serie di progetti incentrati su diagnosi precoce del melanoma e delle neoplasie  tiroidee, ginecologiche e mammarie.

ANT il Volontariato

Questo grazie al lavoro di ben 433 professionisti (medici, nutrizionisti, psicologi, infermieri, fisioterapisti, farmacisti, operatori socio-sanitari e funzionari)  e all’impegno di oltre 2 mila volontari nella raccolta fondi necessari a sostenere economicamente i progetti della ANT, nell’organizzazione di eventi e nell’esperienza a diretto contatto con le famiglie degli assistiti.

Per sostenere l’attività della fondazione è possibile, in occasione delle imminenti festività, scegliere una delle proposte di Natale della ANT o cimentarsi nel ruolo di volontari, donando il proprio tempo nelle piazze italiane o  di “ volontari digitali ”, promuovendo la ANT e le sue iniziative attraverso i canali social.

Queste proposte di Natale della ANT sono molteplici e variano dai tradizionali dolci natalizi, come panettoni e pandori, alle ceste gastronomiche, alle tipiche stelle di Natale che saranno offerte proprio dai volontari nelle piazze italiane, ai classici biglietti di auguri natalizi fino alle carte da lettere con decorazioni natalizie in formato A4.

Diventa anche tu volontario della ANT o scegli una delle sue proposte di Natale per augurare buone feste ai tuoi cari e, allo stesso tempo, assistere concretamente  tanti malati oncologici, perché “Un tumore cambia la vita, non il suo valore”.

 

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CUORE DI MAGLIA: MANI DI MAMMA PER BIMBI PICCINI

Cuore di Maglia: Mani di Mamma

CUORE DI MAGLIA: MANI DI MAMMA PER BIMBI PICCINI

 

Cuore di maglia è un’organizzazione poco conosciuta, forse perché non costruisce scuole o ospedali, non aiuta i bambini di continenti poveri e lontani, ma si adopera per dare conforto a delle piccole, piccolissime vite.

Cuore di maglia nasce nel 2008 da un gruppo di amiche appassionate di lavoro a maglia che decidono di creare minuscole scarpine, capellini e coperte per i bambini nati troppo presto ed attualmente è presente in 55 Ospedali Italiani e in 6 Centri di Aiuto alla Vita.

IL NEONATO PREMATURO E L’IPOTERMIA

I neonati sono estremamente sensibili alle variazioni termiche e per il prematuro la questione si fa decisamente più seria. Il feto abituato ai 37 gradi della pancia della mamma, si trova di colpo e troppo presto catapultato in un ambiente esterno e freddo, entra a questo punto in gioco il meccanismo della termoregolazione che nel bambino prematuro non è ancora funzionante.

L’ipotermia aumenta in maniera significativa il consumo di ossigeno e l’attività metabolica. Ciò è causa di ipossiemia, acidosi, apnea, distress respiratorio, tutti fattori che possono mettere seriamente a rischio la vita stessa del neonato.

Per sopperire alla mancanza della termoregolazione il neonato prematuro viene posto nella culla termica e più avanti nel lettino riscaldato, che ne mantengono la temperatura stabile.

LA MARSUPIO TERAPIA

La marsupioterapia (KMC) nasce in Colombia da due medici, Rey e Martinez, che avendo carenza di incubatrici pensarono, una volta stabilizzato il bambino, di utilizzare la madre come culla termica.

La marsupio terapia è una branchia della puericultura ed è stata oggetto di numerose pubblicazioni scientifiche, soprattutto negli Stati Uniti dove è largamente utilizzata.

Nella pratica il bambino viene posto nudo sulla pelle nuda del seno della madre, tenendone comunque sotto controllo i parametri vitali, per dei tempi ben stabiliti che non stressino il prematuro.

In quel momento il bambino che è passato dal caldo accogliente del grembo materno a una culla termica piena di fili, tubi e fastidiosi suoni, finalmente ritorna al suo universo: l’odore della mamma, il suo caldo naturale, il rumore del cuore, creano un rapporto con la madre troppo rapidamente interrotto. I vantaggi nello sviluppo del prematuro sono davvero tanti.

L’AIUTO DI CUORE DI MAGLIA

Mentre il bambino e la sua mamma sono insieme bisogna stare attenti che il bambino stia al caldo, questo calore è garantito dall’abbraccio della mamma e da tanti piccoli, minuscoli accessori fatti a mano. I cappellini, grossi come una mela, le scarpine, grandi ½ pavesino, le copertine o i sacchi nanna dei piccolini sono tutti realizzati solo con filati pregiati, lana purissima, cashmere e merinos.

Inoltre il vedere il bambino prematuro, così piccolo, con cavi e tubicini attaccati, ma “vestito” (per questo vengono messi anche i body), porta al piccolo e alla famiglia una parvenza di normalità molto importante a livello psicologico e dello sviluppo.

CONTRIBUIRE A CUORE DI MAGLIA

Cuore di Maglia organizza nelle maggiori città Italiane incontri per coinvolgere chi vuole partecipare. Basta consultare sul sito i luoghi e gli incontri nella pagina “trova il knit caffè più vicino a te”.

Sul sito si possono trovare anche dei modelli di creazioni in maglia da poter scaricare con una piccola offerta.

 

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Verità a Nudo: Colori della Verità a Nudo

Verità a Nudo: Colori della Verità a Nudo

 

VERITÀ A NUDO

I COLORI DI UNA VERITÀ’ A NUDO

 

VERITÀ A NUDO: I COLORI DI UNA VERITÀ’ A NUDO

 

Verità a Nudo: Amici miei,

 

Intenzionalmente è stata scelta un’immagine non usuale per l’argomento, proponendo in ogni caso una rappresentazione notevole non a colori di alto livello artistico.

 

Tutto questo al fine di distrarre per un attimo la vostra attenzione da tutte le provocazioni suggerite nei social network indirizzando il vostro sguardo alla laboriosa PHI Foundation www.phifoundation.com

 

Un immenso desiderio è portare alla vostra attenzione le attività svolte da PHI Foundation insieme al suo working team https://phifoundation.com/phi/chi-siamo/, operosità orientata a sostenere tutte le organizzazioni non profit nel loro digital development,  aumento visibilità, incremento raccolta fondi,  https://phifoundation.com/onp-ong/

 

Offrendo a tutti coloro che hanno a cuore lo sviluppo del terzo settore e il bene comune, l’opportunità di partecipazione attiva come Ambassador https://phifoundation.com/phi-ambassador/, diventare Member https://phifoundation.com/member/, divenire Partner https://phifoundation.com/phi-strategic-partners/,

 

Invitiamo tutti voi a gratificare questo meraviglioso team che presta opera con tutta l’anima donando il meglio di se stessi, decretando il successo di quest’ardua impresa, perciò facciamo un piccolo grande gesto mettendo “MI PIACE” alla pagina o diventando un follower:

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Potrebbe scaturire interesse e coinvolgimento visitando questa sezione del sito web di PHI Foundation https://phifoundation.com/campaigns/phi-foundation/

 

Mentre, per chi volesse partecipare più attivamente, può entrare nel gruppo di PHI Foundation:

 

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In Piazza: Basta Violenza Sulle Donne

In Piazza: Basta Violenza Sulle Donne

26 novembre:

“Non una di meno”

In piazza per dire basta alla violenza sulle donne

 

In Piazza

È attesa a Roma una grande manifestazione per il 26 novembre dietro lo slogan comune “Non una di meno!” per condannare la violenza sulle donne e affermare tutti insieme i diritti e l’autodeterminazione delle donne. Il corteo partirà da Piazza della Repubblica alle 14,00, attraverserà le vie del centro della capitale, toccando alcuni luoghi simbolici, e terminerà in Piazza San Giovanni.

L’iniziativa è organizzata da Io Decido, da UDI – Unione Donne Italiane e da D.i.Re  – Donne In Rete contro la violenza in occasione della “Giornata Internazionale per l’eliminazione della Violenza contro le Donne” ed è aperta a tutti coloro che riconoscono nella fine della violenza una priorità nel processo di trasformazione della società.

In Piazza

Parteciperà alla manifestazione anche Differenza Donna, associazione che ha gestito i primi Centri Antiviolenza nati a Roma e che dal 1989 lavora per far valere i diritti delle donne, qualunque sia la loro cultura, religione o paese d’origine.

La violenza sulle donne è ancora oggi un problema sociale di proporzioni mondiali. L’Organizzazione Mondiale della Sanità indica la violenza nei confronti delle donne come la prima causa di morte tra i 15 e i 44 anni: una donna su tre al mondo subisce vessazioni, soprusi, mutilazioni, stupri. Solo in Italia ogni anno viene uccisa una donna ogni due giorni e un terzo delle donne italiane, straniere e migranti, subisce violenza fisica, psicologica, sessuale, spesso fra le mura domestiche e davanti ai propri figli.

In Piazza

La violenza sulle donne non è un problema di mura domestiche né una emergenza da gestire saltuariamente ma è un fenomeno strutturale delle società che affonda le sue radici nella disparità di potere fra i sessi.

Violenza sulle donne non è solo un pugno, uno schiaffo, un insulto verbale, un femminicidio. Violenza sulle donne è anche il divario di salario dei lavoratori rispetto a quello delle lavoratrici, più alto per i primi a parità di condizioni. Violenza sono pure le dimissioni in bianco, la scarsa rappresentatività femminile nei luoghi decisionali,  il tasso di disoccupazione più elevato per le donne che per gli uomini, soprattutto in presenza di figli. Non ultimo, violenza è anche il fatto che in molte aree del mondo donne e bambine sono private della possibilità di ricevere un’istruzione, di accedere ad acqua potabile o a servizi igienico-sanitari adeguati.

La violenza sulle donne attraversa dunque ogni aspetto dell’esistenza: questo è il messaggio importante che hanno inviato a tutto il mondo le tantissime donne scese in piazza in Messico e in Argentina per protestare contro la morte di Lucìa Pérez, una ragazza di sedici anni violentata, torturata e uccisa il mese scorso a Mar de Plata, in Argentina. Questo grido d’oltre oceano che parte da lontano continuerà il 26 novembre tra le strade di Roma per dire basta alle discriminazioni sociali, culturali e sessuali in famiglia, nei luoghi di lavoro, nelle scuole, nell’università, negli ospedali, per strada, di notte, di giorno, sui media, sul web. In Italia e nel mondo.

 

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Elettricità Senza Frontiere

Elettricità Senza Frontiere

Elettricità Senza Frontiere

 

Elettricità

Immaginare una giornata priva di acqua ed elettricità può sembrare quasi anacronistico per il nostro stile di vita eppure, secondo i dati dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) , circa il 18% della popolazione mondiale  non ha accesso all’energia elettrica.

E’ questo il motivo che ha spinto un gruppo di dipendenti di EDF (Electricité de France) a fondare nel 1986 in Francia la ONG  Electriciens Sans Frontières, sul cui modello nasce nel2015  in Italia  l’associazione Elettrici Senza Frontiere Onlus,  per mettere le proprie competenze al servizio di missioni e progetti di solidarietà internazionale finalizzati all’accesso ad elettricità ed acqua.

Elettricità

L’associazione è formata da volontari dipendenti e pensionati delle aziende elettriche, con qualificate competenze ed esperienza, che operano in collaborazione con le aziende del settore dell’elettricità in tutti i continenti, in favore delle popolazioni svantaggiate o in situazioni di emergenza sanitaria o di catastrofi naturali.

Ad oggi Elettrici Senza Frontiere ha già completato con successo progetti in Kenya, Congo ed in altri Paesi in via di sviluppo e per iniziare il 2017 con la marcia giusta ha già avviato una nuova missione presso il villaggio AINA Children’ s Home, situato in Nchiru, nel distretto di Meru.

Elettricità

In questa struttura del Kenya vivono ben 125 bambini sieropositivi, di età compresa tra i 6 e i 17 anni (tutti orfani o abbandonati dai genitori) e l’obiettivo della missione sarà installare pannelli fotovoltaici e batterie, per sopperire all’instabilità della rete elettrica presente nel villaggio, permettendo un prolungamento oltre il tramonto dell’attività del centro sanitario e della scuola, e per fornire luce all’esterno del villaggio. Sarà anche installato un solare termico per sviluppare acqua calda.

Puoi contribuire a questa e alle altre missioni promosse dalla Onlus con semplici donazioni (con le modalità indicate al seguente link)  o diventando volontario, partecipando così alla vita dell’associazione (anche nel settore logistica, amministrazione, comunicazione e raccolta fondi).

L’accesso all’elettricità e all’acqua sono fattori chiave ed indispensabili per lo sviluppo delle popolazioni svantaggiate, sostieni anche tu Elettrici Senza Frontiere!

 

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PHI Foundation 4OCEAN: SALVIAMO GLI OCEANI

4OCEAN: SALVIAMO GLI OCEANI

4OCEAN: SALVIAMO GLI OCEANI

LO STATO DI SALUTE DEGLI OCEANI OGGI

4ocean: Gli oceani sono importanti ecosistemi dove convivono molte specie animali e vegetali ed occupano il 71% della superficie terrestre. Essi rappresentano un’importante risorsa in quanto forniscono beni di prima necessità all’uomo come cibo, attraverso la pesca, e materie prime, provenienti dai fondali ricchi di minerali e combustibili. In futuro si pensa che si possa sfruttare anche l’energia oceanica come una fonte rinnovabile.

In occasione della giornata mondiale dell’oceano sono stati prelevati dei campioni di acqua in 200 luoghi diversi dagli Stati Uniti d’America all’Australia per controllare lo stato di salute degli oceani ed il risultato è stato disastroso in quanto le acque oceaniche sono perennemente inquinate da residui chimici e dalla macro e microplastica. Le cause di questa forma d’inquinamento ambientale sono molte: prima tra tutte l’attività umana in quanto manca un programma educativo che rispetti l’ambiente.

Infatti l’ uomo utilizza l’oceano come se fosse un cassonetto della spazzatura dove gettare plastica e rifiuti di ogni tipo, a cui vanno aggiunti i vari esperimenti nucleari che contribuiscono a danneggiare questo unico e preziosissimo ecosistema.

Secondo problema è che si produce troppa plastica e da ricerche effettuate dal Programma Ambientale delle Nazioni Unite si è scoperto che finiscono negli oceani 8.000.000 di tonnellate di materiale plastico www.unenvironment.org.

Le zone critiche maggiormente colpite sono: l’area nord dell’Oceano Pacifico, che si estende dalla California alle Hawaii, definita come l’Isola di Plastica del Pacifico, dove un eccessivo accumulo di 79.000 tonnellate di rifiuti galleggianti di materia plastica trasportato dalle correnti oceaniche è stanziato in un’ area impenetrabile di 1.000.000,600 km²; l’area sud del Pacifico tra America meridionale e Nuova Zelanda dove sono presenti enormi zone di accumulo di spazzatura plastica e l’area sud dell’Oceano Indiano tra l’Australia ed il Madagascar, dove ci sono smisurati ammassi di plastica che stanno a galla sulle acque oceaniche.

Alcuni Stati come gli USA o il Giappone, economicamente molto solidi, potrebbero porre un rimedio per sanare la situazione impedendo tutto ciò con leggi più severe che impediscano d’inquinare le acque oceaniche e di praticare una pesca eccessiva.

Auspico che vengano trovati rimedi utili a frenare questa situazione di degrado ambientale che si sta diffondendo nel mondo.

IL RUOLO DI 4OCEAN

4Ocean nasce esattamente un anno fa nel 2017, per volere di due giovani ragazzi americani Alex Schulze e Andrew Cooper con la passione per il surf e per l’oceano, che dopo un viaggio in Indonesia e aver visto che i pescatori navigavano tra i residui plastici, restarono particolarmente toccati e risentiti per l’inoperosità generale. Cosi, i due decisero di fondare un movimento globale per rimuovere la spazzatura dall’oceano e dalle coste. Attualmente il team è composto da 31 volontari, quattro imbarcazioni e da tre sedi in Florida ed una a Bali. I volontari di 4Ocean hanno pulito finora le coste di 27 Stati del mondo dall’ America all’Europa, all’Asia togliendo 3.000 kg di spazzatura al giorno dai litorali.

Il 13 ottobre è prevista, secondo il calendario delle attività di 4ocean, la pulizia della costa Corpus Christi in Texas.

Chiunque voglia dare il proprio contributo per pulire gli oceani e quindi vivere in un ambiente sano può farlo visitando la pagina internet www.4ocean.com.

 

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Giornata Mondiale dell'Acqua

GIORNATA MONDIALE DELL’ ACQUA

GIORNATA MONDIALE DELL’ ACQUA

AQUALOOP – IL BRACCIALETTO DI LEGAMBIENTE PER LA GIORNATA MONDIALE DELL’ ACQUA

 

 

GIORNATA MONDIALE DELL’ ACQUA: Si celebra la Giornata Mondiale dell’Acqua, ricorrenza istituita dalle Nazioni Unite nel 1992, per sensibilizzare  l’opinione pubblica sulla critica questione dell’acqua: un bene molto prezioso ma che nella nostra quotidianità diamo per scontato.

Proprio per combattere gli sprechi e sensibilizzare i bambini sull’importanza dell’acqua , Legambiente e Ogilvy Change hanno lanciato la campagna #giuilrubinetto.

Legambiente è una Onlus nata nel 1980 ed erede dei primi nuclei ecologisti e del movimento antinucleare degli anni settanta. L’associazione basa la sua attività sull’ ambientalismo scientifico, cioè la scelta di fondare ogni progetto in difesa dell’ambiente su una solida base di dati scientifici ed  in oltre 30 anni di attività ha, ad esempio, promosso e fatto crescere la mobilitazione contro lo smog ed i referendum contro il nucleare ed ha combattuto contro l’abusivismo edilizio e le  discariche abusive di rifiuti.

Attualmente ha oltre 115.000 tra soci e sostenitori, 1.000 gruppi locali, 30.000 classi che partecipano a programmi di educazione ambientale ed oltre 60 aree naturali gestite direttamente o in collaborazione con altre realtà locali.

La campagna #giuilrubinetto sarà realizzata attraverso un braccialetto azzurro di gomma, Aqualoop, che i bambini delle scuole elementari di 13 città, tra cui Roma, Milano, Napoli, Genova, Verona e Vicenza, riceveranno e dovranno avvolgere attorno alla leva del rubinetto ogni volta che si laveranno i denti.

L’elasticità del braccialetto chiuderà automaticamente il rubinetto subito dopo, bloccando il flusso d’acqua e impedendo così lo spreco.

Il braccialetto avrà quindi una funzione ludica e didattica, evitando di lasciar scorrere l’acqua quando non viene effettivamente utilizzata, e sarà facile da indossare, fungendo da vero e proprio promemoria portatile anche per i bambini più distratti.

Celebra anche tu la Giornata Mondiale dell’Acqua con Legambiente, attraverso un piccolo gesto quotidiano come lavare i denti senza sprechi, e sostieni l’associazione in tutte le sue battaglie ambientaliste attraverso il sito.

 

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Buoni Famiglia

Buoni Famiglia

Per le Donne che Lavorano arrivano i Buoni Famiglia

Buoni Famiglia

1 Un aiuto per le Donne  senza lavoro: ecco i Buoni famiglia

Cari Lettori, in Calabria  vi è aperto un bando da 12 milioni su progetti per conciliare occupazione femminile e gestione domestica, la proposta di buoni famiglia che coprano i costi di babysitter, centri per disabili o anziani, doposcuola o altri servizi.

Il motivo  principale che spinge a realizzare questo bando è appunto la difficoltà non solo di trovare un lavoro ma soprattutto di mantenerlo, al rientro dalla maternità. Di come conservarlo quando nel corso della giornata si devono anche accudire genitori anziani, oppure quando si ha una persona disabile in casa da seguire assiduamente. Il vero problema della gestione familiare è ancora una questione in gran parte  femminile, che implica in maniera pesante sul dato occupazionale: lavorando fuori casa tutto il giorno non si riescono a seguire le problematiche  familiari come portare ad esempio i bimbi dal pediatra, fare la spesa, sbrigare altre pratiche. D’altra parte i servizi alle famiglie sono costosi e non tutti possono permettersi la babysitter per lunghi periodi oppure  la spesa a domicilio.

Anche nelle regioni d’Italia con tassi di disoccupazione più contenuti le donne che lavorano sono in percentuale sempre meno degli uomini. Questo dato va a racchiudere una situazione ancora più critica nel Sud del Paese, dove nel 2016 quasi una donna su due si trovava senza lavoro. Ma proprio dal Sud parte una spinta per l’inversione di tendenza con scelte strategiche mirate, come quella adottata dalla Regione Calabria che ha dichiarato l’aumento dell’occupazione femminile obiettivo da raggiungere nel prossimo quinquennio; Questo è il Programma operativo che ogni regione sviluppa per attuare le politiche dell’Unione Europea e utilizzare i fondi disponibili per i prossimi anni e su questo obiettivo la Calabria ha deciso di investire più di 12 milioni di euro.

Buoni Famiglia

2 L’efficacia del Bando:

Lo strumento è un bando  per il  sostegno della creazione di reti territoriali che realizzino progetti operativi di aiuto concreto alle donne che lavorano e che contemporaneamente si occupano della famiglia. Per essere ammissibili i progetti devono essere presentati da reti ampie, composte da  almeno dieci soggetti tra pubblici e privati che potranno rilasciare servizi di diverso tipo, studiati sulle esigenze rilevate nel territorio di riferimento. Le reti, in questo modo potranno attivare sportelli informativi di assistenza e supporto alla conciliazione dei tempi di vita e lavoro, dove le persone interessate potranno trovare  informazioni utili sulle agevolazioni fiscali, sui servizi erogati dagli enti pubblici, ed anche assistenza se nel caso avessero problemi di discriminazione sul lavoro. Le reti territoriali potranno inoltre istituire ed erogare alle famiglie Buoni Servizio dei quali saranno  diretti beneficiari i bambini e i ragazzi.

L’idea è quella di coprire con i buoni i costi di attività educative e formative dei ragazzi alle quali spesso le famiglie rinunciano perché troppo costose, liberando così anche tempo da dedicare al lavoro. I buoni famiglia  saranno poi spendibili per coprire i costi del nido, della babysitter, del trasporto scolastico dei figli disabili, per la frequenza di centri diurni e centri di aggregazione giovanile, o anche per far frequentare ai ragazzi attività pre e post scuola. Disponendo di questi servizi non sarà necessario ricorrere al lavoro part-time o richiedere permessi per correre a prendere i figli a scuola e portarli in palestra.

I progetti potranno prevedere anche l’ampliamento di servizi già emanati, come  ad esempio la flessibilità oraria, l’incentivo per le aperture nei giorni prefestivi o in orari serali. Possono anche partecipare alle reti territoriali i Comuni e gli enti del Terzo settore, insieme ad associazioni di categoria, associazioni professionali e di volontariato operative in Calabria. I costi dei progetti sono coperti al 100 per cento dal contributo regionale, secondo i parametri indicati nel bando che si trova al sito www.calabriaeuropa.regione.calabria.it.

 Contributo: Massimo 350 mila euro per progetti su un ambito, 500 mila per progetti su due ambiti.

Chi partecipa : tra le reti territoriali che partecipano vi sono gli Enti di Terzo settore con Comuni e altri tipi di associazioni. Progetti per la regione Calabria : Sportelli di orientamento; servizi  e « buoni famiglia » per aiutare le donne a bilanciare il tempo di famiglia e lavoro.

 

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UGANDA: CASA-ACCOGLIENZA PER BAMBINI

UGANDA: CASA-ACCOGLIENZA PER BAMBINI

Una Casa – Accoglienza per i Bambini in Uganda

 

UGANDA: CASA-ACCOGLIENZA PER BAMBINI

L’ Uganda è un Paese dell’Africa Orientale, con circa 35 milioni di abitanti, la cui economia si basa prevalentemente sull’agricoltura e, in misura minore, sull’allevamento.

Uno Stato tendenzialmente povero in cui molti minori, tra i 4 e i 17 anni, vivono in totale stato di abbandono ed emarginazione sociale, costretti a vivere in strada o per fuggire dagli abusi domestici o perché orfani.

Per questo motivo l’associazione Il Caprifoglio Onlus AICO ha avviato, in collaborazione con la Missione Francescana di Rushooka  ed i missionari laici Giorgio Scarpioni e Marta Novati, il progetto Miriam, incentrato sulla costruzione di una casa-accoglienza dove ospitare ed accudire i bambini abbandonati di Kabale, una città dell’ Uganda.

AICO, fondata nel 2007, è un’ associazione indipendente e laica creata per aiutare minori, adolescenti e persone adulte che siano in condizioni di svantaggio.

Nel corso della sua attività ha già svolto con successo progetti di cooperazione, assistenza sanitaria e sostegno non solo in Italia, ma anche in diversi altri Stati, tra cui Camerun, Kenya e nella stessa Uganda.

Il progetto Miriam è stato avviato nel Giugno del 2016 e nello scorso Settembre i volontari di AICO hanno posato la prima pietra di quella struttura che presto potrebbe diventare una casa-accoglienza in grado di offrire non solo ospitalità, ma anche assistenza alimentare e sanitaria ai bambini abbandonati dell’ Uganda.

L’obiettivo di AICO , infatti, è quello di inaugurare il centro ed avviare l’accoglienza già nel primo semestre del 2017, ma il lavoro non è semplice.

Sostieni anche tu AICO ed il progetto Miriam con una donazione, riceverai costanti aggiornamenti sugli sviluppi della costruzione, l’apertura e la gestione della casa-accoglienza in Uganda e potrai salvare la vita di tanti bambini in difficoltà.

 

PHI Foundation è una Fondazione che si occupa di aiutare tutte le Associazioni operanti nel Terzo Settore, attraverso campagne di informazione e raccolta fondi.

Aiutaci ad aiutare con una piccola donazione, visita la nostra pagina qui.

 

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ISOLA CHE C’E......SEMPRE

Isola che c’è ………… Sempre

FUNDRAISING: ISOLA CHE C’E……SEMPRE

 

ISOLA CHE C’E……SEMPRE

 

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Isola che c’è

Fundaraising: L’Isola che c’è, una realtà che quotidianamente svolge attività a sostenimento, un’Associazione di volontariato nata nel 2001, su iniziativa dei genitori di ragazzi disabili preoccupati nel procurare ai propri figli un percorso nella vita che non contemplasse soltanto l’istruzione e gli aspetti medico-riabilitativi.

 

 

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Isola che c’è

Fundaraising l’sola che c’è: La Mission è di “realizzare luoghi e progetti in cui l’Integrazione vuol dire inclusione ma non assimilazione, in cui si può far parte di una comunità dove essere tutti uguali e tutti diversi”.

 

 

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Isola che c’è

Una realtà che quotidianamente svolge attività a sostenimento, un’Associazione di volontariato nata nel 2001, su iniziativa dei genitori di ragazzi disabili preoccupati nel procurare ai propri figli un percorso nella vita che non contemplasse soltanto l’istruzione e gli aspetti medico-riabilitativi.

Isola che c’è

La Mission è di “realizzare luoghi e progetti in cui l’Integrazione vuol dire inclusione ma non assimilazione, in cui si può far parte di una comunità dove essere tutti uguali e tutti diversi”.

Di seguito il link ad una breve ma interessantissima intervista dal vivo:

 

https://www.facebook.com/RadioRadioByNightRoma/videos/1212095062178464/

 

 

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Valore Sociale: il nuovo modello

Valore Sociale: il nuovo modello

La Social Innovation: un nuovo modo di concepire il Sociale

 

Valore Sociale: il nuovo modello

Valore Sociale: Si sente parlare sempre più spesso di Social Innovation, ma che cos’è? Oggi,  “l’innovazione sociale” è rappresentata da molteplici contenuti che possiamo sintetizzare in 3 principi base: interazione, innovazione e collaborazione.

Non esiste ancora un modello tangibile ed efficace delle vere e proprie linee guida”, la Social Innovation  ha bisogno di essere compresa non solo dagli operatori del settore ma anche dalle istituzioni e dalle imprese dato che si parla di modelli collaborativi.

La Regione Piemonte ha coordinato la realizzazione di  un documento sul tema dell’innovazione sociale. Il primo vocabolario italiano della Social Innovation, pubblicato in rete da Mixura, che ne spiega i concetti base.

L’innovazione sociale deve generare un cambiamento in grado di produrre un valore economico, e qui entra in campo la tecnologia quale efficace strumento per la Social Innovation che si sviluppa su varie piattaforme per le iniziative sociali: crowdfunding, sharing economy, shopping solidale. Nuovi modelli nati per facilitare la collaborazione sociale nel finanziare progetti o raccogliere fondi con l’aiuto della collettività.

Uno sguardo al futuro sull’innovazione sociale verso il cambiamento e la contaminazione con la collaborazione da parte delle aziende, per raggiungere risultati di natura sociale che nel soddisfare i bisogni genera il benessere della collettività.

L’innovazione sociale o Social Innovation, propone nuove modalità  di azione nel contesto sociale per il coinvolgimento della comunità attraverso modelli in continua evoluzione. Si aprono nuovi scenari offrendo la possibilità di collaborazioni tra soggetti appartenenti a mondi diversi (non profit, pubblico, privato, ecc..) che si uniscono per il raggiungimento di un interesse comune.

La creazione del valore sociale attraverso forme di collaborazione tra una rete di soggetti diversi con l’obiettivo di migliorare e soddisfare i bisogni sociali.

Per chi è interessato ad approfondire l’argomento può iscriversi gratuitamente all’evento che si terrà a Roma il 25 maggio Non profit Leadership Forum, organizzato dall’associazione europea di consulenti ad alto livello Eu Consult Italia.

Di seguito sono elencati i temi trattati nella terza edizione:

  • Scenari per l’innovazione sociale.
  • Inquadramento del settore: numeri e tipologie di attori coinvolti, la riforma del terzo settore
  • Gli attori del cambiamento, dal Non profit alle PA.
  • Le nuove modalità di collaborazione e partnership tra enti Profit e Non profit, Pubblica Amministrazione, istituti universitari (Service learning), investitori istituzionali, finanza a impatto sociale e sistema bancario
  • Esperienze di contaminazione.
  • La relazione con le imprese tradizionali e le possibili forme di collaborazione (il caso delle B­corp)
  • Uno sguardo al futuro.
  • Trend, andamento e prospettive future per il Terzo Settore

Ad oggi l’innovazione sociale nel mondo profit è solo marginale mentre sono le organizzazioni no profit ad esserne protagoniste; non per altro uno degli obiettivi dell’evento Non profit Leadership Forum è quello di stimolare la crescita delle professionalità nel Terzo Settore e della Responsabilità Sociale d’impresa in Italia.

Per maggiori informazioni.

 

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ReverseLab: Progetto Esodo

ReverseLab: Progetto Esodo

ReverseLab: Progetto Esodo

 

1. ReverseLab: L’Impresa del Design:

ReverseLab: Cari Lettori, oggi facciamo luce su come dal carcere all’impresa sia stato possibile che duemila detenuti in sei anni  siano stati coinvolti, in un  Progetto esodo in ReverseLab  sostenuto dalla Fondazione Cariverona: un laboratorio che produce orologi, arredi e contenitori: «Il reinserimento è interesse di tutti.»

Una di quelle attualmente in piena espansione è partita tre anni fa con un corso di artigianato tutto particolare: un gruppo di architetti e designer ha deciso di insegnare a una quindicina di detenuti come ricavare dal legno oggetti di arredo, partendo dai pallet di scarto, per esempio, e adesso quegli oggetti prodotti in carcere vengono non solo venduti in tutta Italia ma alcuni dei detenuti sono stati assunti – pur stando tuttora in carcere – dal gruppo stesso dei designer e artigiani che li ha formati.

ReverseLab

2. Il progetto esodo 

Il Progetto Esodo rappresenta una delle tante iniziative  promosso e sostenuto in particolar modo dalla Fondazione Cariverona in collaborazione con varie Caritas diocesane del Veneto, per occuparsi di una di quelle categorie di persone di cui tanto si parla nei convegni dedicati all’impegno sociale, che però poco interessano in realtà alla maggior parte della gente comune: e cioè appunto i galeotti. L’obiettivo del progetto esodo in ReverseLab, come sintetizza la responsabile che lo segue per la FondazioneMarta Cenzi, è riassumibile così: «Creare per queste persone un percorso con tre punti di arrivo che sono lavoro, abitazione, formazione». Non per buonismo ma per un senso di giustizia il cui beneficiario finale, come dicono i numeri, è la società nel suo insieme: «Chi esce di prigione e trova un lavoro, una casa, un contesto in cui ricominciare una vita ha ovviamente meno probabilità di commettere di nuovo un reato. Il che è innegabilmente una vittoria non solo per lui ma per tutti». E per verificarlo con le cifre tra le mani  è stata commissionata una ricerca da parte di Euricse, i cui risultati arriveranno l’anno prossimo.

ReverseLab

3. Duemila detenuti ed il progetto esodo in ReverseLab 

Dal 2011 a oggi – questo è il suo tempo di vita finora – il Progetto Esodo in ReverseLab si è allargato come un tappeto nelle case circondariali di Verona, Vicenza e Belluno, e poi in altre strutture esterne di esecuzione ossia a Mantova ed Ancona, toccando una popolazione carceraria di oltre duemila persone tra cui un centinaio di donne. Complessivamente sono state messe in piedi per loro in questi anni – il dato è aggiornato a qualche tempo fa – 2.107 iniziative tra «corsi di formazione, sostegno alla persone, accoglienza residenziale, orientamento al lavoro, contratti, esperienze di tirocinio, laboratori occupazionali». Il tutto con un impegno finanziario che solo nel primo triennio aveva superato di molto, da parte di Fondazione Cariverona, la quota di 6 milioni di euro, a copertura del 90 per cento del totale delle spese. A testimoniare il fatto che quando una cosa funziona crea imitazione è ancora Marta Cenzi: «Nonostante le percentuali esatte dei risultati non siano ancora disponibili possiamo già dire che su Trento e Belluno stanno crescendo in modo costante le imprese che collaborano con i vari progetti di inserimento lavorativo avviati negli anni».

Uno dei più innovativi, in questo caso su Verona, è come si diceva quello del gruppo ReverseLab: «Siamo una impresa sociale – dice Federica Collato che ne è stata tra i fondatori – di design sostenibile. Facciamo progettazione e produzione artigianale. Recuperiamo legno e lo reinventiamo: in oggetti, orologi, contenitori. Ora in vendita online e tramite i punti di Altro Mercato. Con i detenuti di Verona abbiamo iniziato nel 2014. Il primo anno sono stati 15 e hanno studiato per imparare. Via via ci siamo concentrati sull’approdo a un lavoro. Quest’anno abbiamo aperto una linea produttiva interna al carcere e assunto con un contratto regolare i primi due: scontano la loro pena, ma lavorano e guadagnano, quando usciranno avranno davanti un progetto da continuare».

Questo progetto esodo molto importante ha lo scopo di rinascita attraverso il lavoro e rappresenta così un simbolo  per gli oltre duemila detenuti che dal carcere all’impresa di riciclo del legno ricrea oggetti nelle più svariate forme di design  con la prerogativa di  cambiare  loro la  vita ringraziando così la  Fondazione Cariverona che ha permesso e sostenuto  il progetto  esodo in  ReverseLab fin dalla nascita per dare la possibilità di un futuro migliore ai detenuti in carcere  una volta scontata al pena.

 

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Malattie rare: mostra la tua rarità

Malattie rare: mostra la tua rarità

Malattie rare: mostra la tua rarità

La Giornata delle Malattie Rare

Malattie Rare: La “Rare Desease Day” che si celebra tradizionalmente il 28 febbraio, è arrivata nel 2019 alla 12a edizione.

L’obiettivo principale della Giornata delle Malattie Rare è quello di aumentare la consapevolezza tra il pubblico e i principali opinion leader sulle malattie rare e il loro impatto sulla vita dei pazienti.

È un momento di maggiore attenzione sentito dai pazienti e dalle loro famiglie per lanciare un appello globale a tutti i soggetti politici o enti pubblici affinché si impegnino per migliorare le condizioni di vita delle persone e delle famiglie che si trovano ad affrontare una malattia rara, ognuno per il proprio campo di competenza.

La Fondazione Alessandra Bisceglia VivAle Onlus, a 10 anni dalla sua nascita, conferma la sua presenza alla Campagna di comunicazione per la 12° Giornata Internazionale delle Malattie Rare .

 

Malattie Rare

L’Organizzazione No-profit, con sede a Roma e a Lavello (PZ), ha come scopo lo studio e la cura delle anomalie vascolari.

La Fondazione nasce per volontà degli amici e colleghi di Alessandra Bisceglia i quali hanno ritenuto che la sua storia potesse essere un vero esempio di vita e che nel suo nome potessero compiersi azioni di aiuto rivolte a chi vive problemi simili ai suoi, coniugando così ricordo con impegno sociale e volontariato.

L’obiettivo principale della Fondazione, infatti, è assistere il paziente e la sua famiglia in questo difficile cammino.

Questo grande evento internazionale si concentra quest’anno su un tema molto caro alle famiglie dei pazienti: “Integriamo l’Assistenza Sanitaria con l’Assistenza Sociale”.

La maggior parte di esse, infatti, convive quotidianamente con diverse attività e servizi da coordinare: visite mediche, recupero di medicinali, la loro somministrazione anche in luoghi diversi dalla propria abitazione, l’utilizzo di attrezzature specialistiche o l’accesso a vari servizi di supporto sociale per la famiglia.

Se a queste attività si devono aggiungere anche il lavoro, la scuola e il tempo libero, può essere difficile da gestire.

La campagna Social #ShowYourRare

Oggi, purtroppo, si stimano circa 300 milioni di persone affette da 6.000 patologie rare.

E’ sempre più frequente, oggi, contrarre una malattia rara. Per questo motivo, sui Social Media è partita la campagna di comunicazione #ShowYourRare.

Guarda il video spot di #ShowYourRare 2019 per ispirarti a dipingere il tuo viso e “mostra la tua rarità” durante il mese di febbraio per la Giornata delle Malattie Rare 2019.

È semplice partecipare!

Ø  Dipingi il tuo viso usando vernici per il viso dai colori vivaci

Ø  Posa per un selfie o una foto di gruppo

Ø  Pubblica l’immagine sui social media utilizzando gli hashtag #ShowYourRare e #RareDiseaseDay

Condividi il tuo selfie #ShowYourRare in qualsiasi momento per tutto il mese di febbraio, compreso il giorno delle malattie rare.

Puoi anche utilizzare l’hashtag #ShowYourRare o aggiungere la foto sul tuo profilo Facebook o Twitter.

Segui la campagna #ShowYourRare su Facebook, Twitter e Instagram. Partecipa anche tu!

 

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Disegno legge delega Riforma Terzo Settore

Disegno legge delega Riforma Terzo Settore

Disegno di legge delega per la Riforma del Terzo Settore

Disegno legge delega Riforma Terzo Settore

Disegno Legge delega riforma terzo settore: Noi della “PHI Foundation” siamo soddisfatti che l’Italia abbia approvato il Ddl delega sul Terzo Settore. A meno di un anno dal suo annuncio, ci viene restituito, per questa prima parte dell’iter parlamentare, un buon testo, a riprova che la Commissione e l’Aula alla Camera Italiana hanno lavorato con grande attenzione per la Riforma e riorganizzazione di un mondo vastissimo, che in Italia interessa oltre 300mila organizzazioni, quasi un milione di lavoratori totali e oltre 5 milioni di volontari, rappresentando 8 punti del PIL italiano.
Si tratta di un passaggio epocale che coinvolge l’intero Paese Italia e non solo il mondo delle organizzazioni non profit (ONP).

Auspichiamo che il successivo esame del testo al Senato italiano possa apportare alcune migliorie legate ad alcuni aspetti gestionali ed organizzativi, anche di natura civilistica e fiscale, delle realtà di terzo settore e delle imprese sociali, ma anche a questioni relative al servizio civile, così come ad una maggiore attenzione al volontariato organizzato e alle forme più spontanee di volontariato e partecipazione dei cittadini, e infine ad una più chiara individuazione del ruolo e funzione dei Centri di servizio per il volontariato.
Aspettiamo di poter chiarire i dubbi e dare risposte alle domande su un punto nodale che è quello delle risorse disponibili. Questione che una Riforma di questa portata non può certo ignorare.

Su questo e tutti gli altri aspetti “PHI Foundation” continuerà a fare la sua parte e dare il suo contributo aiutando le ONP a realizzare un sito web “Gratuitamente” con lo scopo di ampliare la loro visibilità e fargli ricevere donazioni tramite il tasto “Dona” . Ulteriore supporto viene dato tramite il sito web della “PHI Foundation” dove le ONP potranno avvalersi del “People Raising”, cioè, fare ricerca di Volontari e contattarli per le disponibilità; inoltre la “PHI Foundation” mette a disposizione delle ONP l’attività di raccolta fondi tramite azioni di “Fundraising” online e offline anche mediante manifestazioni finalizzate e “Corporate Fundraising”.

Se sei una organizzazione non profit e desideri supporto o vuoi avviare una campagna di raccolta fondi, chiedi a PHI FOUNDATION (Social Fundraising Community).

 

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