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Cerimonia Insediamento Presidente USA Donald Trump

Cerimonia Insediamento Donald Trump

Cerimonia Insediamento Presidente USA Donald Trump

 

Cerimonia Insediamento Presidente USA Donald Trump

Barack Obama oggi lascerà la Casa Bianca subito dopo la cerimonia di insediamento in programma per oggi a partire dalle ore 18 (ora italiana).

Da questo momento Donald Trump diventerà ufficialmente presidente degli Stati Uniti.

Nel corso della prima conferenza stampa, Trump ha ribadito quanto portato avanti durante la campagna elettorale sull’ Obamacare: “… è un disastro, lo cambieremo” infatti in una intervista al New York Times del 10 gennaio, il nuovo presidente ha chiesto ai parlamentari Repubblicani di votare al più presto per abolire e sostituire la riforma con un piano che preveda “ un’assicurazione per tutti”, ma non solo, le case farmaceutiche dovranno concordare i prezzi da applicare ai servizi pubblici direttamente con il governo.

Inoltre, sempre nelle prossime settimane si tornerà a esaminare la costruzione del muro al confine con il Messico.

In attesa dei primi cambiamenti per iniziare a valutare l’operato del nuovo presidente, che inizieranno, ci possiamo scommettere, subito dopo la cerimonia di insediamento , c’è chi, per non dimenticare le frasi sessiste pronunciate da Trump in più occasioni, ha deciso di scriverle sul proprio corpo.

Parlo della giovane studentessa Aria Watson la quale ha realizzato un progetto fotografico con l’aiuto di amiche e familiari #SignedByTrump col quale ha voluto sottolineare quelle parole offensive, rivolte alle donne, da parte del nuovo presidente degli Stati Uniti. La diciottenne ha poi presentato il suo progetto all’esame di fine anno all’Università dell’Oregon.

Una delle foto che ha più colpito sui social è stata “Grab em’ by the pussy”

Il progetto fotografico, ha spiegato Aria Watson in un’intervista all’ Huffington Post, nasce dal desiderio di ricordare e raccontare il passato della donna e la sua lunga lotta contro atteggiamenti come questi.

Dunque in attesa di vederlo giurare come previsto dalla Costituzione Americana, durante la cerimonia di insediamento, aspettiamo che Donald Trump faccia le prime mosse per modificare la rivoluzione sociale portata avanti da Barack Obama.

 

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Redazione

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Migranti e Arte Migrante: quando umanità e arte si incontrano non si lasciano più

Nazionalismo, patriottismo, rifiuto del diverso, fobia verso i migranti: questo è il comune sentire della retorica populista che sta caratterizzando il nostro continente così come quello americano.

Il bando del neo-presidente eletto Donald Trump ai rifugiati e agli immigrati musulmani ha fatto molto discutere e ha causato la protesta non solo dal basso, da parte della popolazione, ma anche dal mondo delle imprese dal marchio prestigioso come Coca Cola ad Airbnb.

Chi sono questi migranti o stranieri o immigrati o profughi o clandestini?

Innanzitutto, prima di qualunque definizione, questi migranti sono persone. Persone che lasciano la propria terra non perché non la amino più ma perché costretti a scappare da guerre, disastri naturali o persecuzioni politiche.

Queste persone, che sbarcano su terra europea dopo aver affrontato un rischiosissimo viaggio tra il deserto e il mare, non sono in maggioranza musulmani che vengono per sconfiggere la civiltà cristiana. Per oltre il 60% sono cristiani provenienti dall’Africa centrale e sub-sahariana, colo­nizzate per secoli da noi europei.

Quando i migranti arrivano, invece di ricevere supporto e protezione internazionale, finiscono a lavorare come schiavi nelle piantagioni di pomodori dell’Italia del Sud o come prostitute in tutta Europa o, peggio ancora, come carne da macello a cui vengono espiantati gli organi. Quindi, più che di terroristi conquistatori dovremmo parlare di nuovi schiavi. Coloro che gestiscono questo traffico invece sono criminali provenienti da organizzazioni  di stampo mafioso.

Per fortuna c’è chi invece decide di fare qualcosa di piu utile e costruttivo per questa gente. A San Salvario, quartiere multietnico di Torino, il progetto Arte Migrante, nato per contrastare il razzismo e abbattere le frontiere che sempre più alziamo intorno alle nostre vite, ha promosso intercultura e inclusione sociale realizzando una movida che coinvolge due venerdì al mese  circa 150 persone.

Studenti, lavoratori, persone senza fissa dimora e migranti da diverse parti del mondo si incontrano e condividono liberamente performance culturali, artistiche, musicali e fotografiche.

Il progetto, nato a Latina su iniziativa di Tommaso Carturan, giovane studente di antropologia, è arrivato a Torino nel 2014, veicolato dall’associazione Livia. Ha coinvolto anche il presidio Caritas di Saluzzo, cittadina a 50 Km da Torino, dove ogni primavera-estate centinaia di migranti africani arrivano per la raccolta stagionale della frutta.

Arte Migrante è senz’altro una iniziativa di successo da replicare in altre comunità territoriali. Ha dimostrato che se l’accoglienza si fonda sul dialogo può divenire preziosa ricchezza non solo per chi è accolto ma anche per chi accoglie. E soprattutto che non c’è più solitudine né paura laddove c’è spazio per tutti.

 

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Vanessa Doddi

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La raccolta fondi della campagna elettorale americana

Si è appena conclusa la campagna elettorale americana, con il risultato che tutti conosciamo: Donald Trump è il 45esimo Presidente degli Stati Uniti.

Ma quanto è costata la campagna ai due sfidanti? Quanti soldi hanno raccolto con la campagna di fundraising?

La legislazione che regola e controlla la raccolta fondi della campagna elettorale americana è decisamente complessa.

I contributi delle campagne elettorali vengono registrati, controllati e resi pubblici dalla Federal Election Commission (FEC); un ente istituito per rendere trasparente ogni spostamento di denaro dato che i rapporti tra la politica e l’economia americana potrebbero creare situazioni di interdipendenza.

I costi delle campagne elettorali americane sono enormi!

Di norma, i candidati, investono fondi personali: per le elezioni del 2016, Hillary Clinton ha investito 1,2 milioni di dollari e Donald Trump ne ha investiti 54 milioni.

Gran parte delle risorse economiche vengono raccolte dal comitato elettorale di ciascun candidato, il quale, per legge, può accettare donazioni fino a 2.700 dollari da ogni persona e fino a 5.000 dollari dalle associazioni.

Altri organi possono intervenire a favore della raccolta fondi.

Si chiamano Pac, super Pac (Political Action Committe) e Joint Fundraising Committes.

I Pac e super Pac sono enti che possono agire a supporto della raccolta fondi americana. Sono registrati e regolati in maniera che i fondi possano essere raccolti solo tra i propri membri. Inoltre, hanno la possibilità di accettare denaro da qualsiasi fonte.

I Joint Fundraising Committes sono costituiti da Comitati o Pac, in questo modo ciascun gruppo aderente può raccogliere la propria parte di donazioni e successivamente raggrupparle insieme. Muovono cifre più importanti per finanziare direttamente i partiti e candidati.

Chiunque doni ai Pac o ai super Pac, finisce nel database della Federal Election Commission (FEC).

Attraverso i super Pac, Hillary Clinton ha raccolto 8 milioni di dollari dal miliardario George Soron e 2,5 dal finanziere Donald Sussman, mentre Donald Trump non ha avuto lo stesso successo, anzi, ha raccolto decisamente meno finanziandosi perlopiù  con fondi personali per non dipendere dai piccoli donatori.

A completare il programma della raccolta fondi, per entrambi i candidati, una serie infinita di gadget da acquistare online.

Complessivamente i due candidati alla presidenza degli Stati Uniti hanno raccolto più di un miliardo di dollari.

Nell’articolo di Milano Finanza vengono riportati i numeri della raccolta fondi per la campagna elettorale Clinton/Trump.

Ad oggi….

La sfida sulla raccolta fondi è stata superata dalla candidata democratica (dati FEC), ma, nel mondo delle campagne elettorali, non sempre vince chi sembra più preparato o chi ha consulenti migliori.

Qui potete trovare i risultati sull’ ELEZIONI USA 2016

 

Manuela Mussa

PHI Foundation