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Integrazione su misura

Integrazione su misura

CIDIS ONLUS: LA INTEGRAZIONE SU MISURA

 

La CIDIS Onlus si occupa da trent’anni di promuovere la integrazione di stranieri, apolidi, rifugiati e richiedenti asilo all’interno della comunità locale e basa gran parte della sua pratica nella convinzione che la diversità culturale sia soprattutto ricchezza e che sia importante “contrastare discriminazioni e marginalità sociale”.

Abbiamo avuto modo di parlare con la responsabile dell’area progetti della CIDIS Onlus in Umbria, Angela Giallorenzi, per comprendere la genesi dei progetti destinati all’integrazione della popolazione straniera e a chi i progetti vengono effettivamente rivolti.

Scopriamo innanzitutto che sebbene l’immigrazione in Italia risulti essere in buona parte di transito, in Umbria assume un carattere prettamente stanziale. Questo dato è sintomatico di come i fenomeni di immigrazione presentino varie sfaccettature. L’individuazione di un profilo del migrante medio è dunque tutt’altro che scontata e, di conseguenza, spesso stilare un prototipo può risultare fuorviante. L’associazione infatti si impegna nello sviluppo di progetti pluriformi e la varietà dei progetti rispecchia la varietà dei suoi destinatari. Basti pensare infatti che la provenienza della popolazione immigrata in Umbria è piuttosto variegata.  Inoltre alle differenze culturali vi sono da aggiungere le diversità socio-demografiche: tutti elementi che fanno sì che i progetti siano spesso concepiti e cuciti addosso a dei campioni, che sulla base della nazionalità di origine, del sesso, dell’età e di altre condizioni sociali dell’individuo e dell’eventuale famiglia al seguito, presentano esigenze e problematiche peculiari della integrazione.

Mai più soli nel cammino verso l’autonomia

Emblematico in tal senso è il progetto “Mai più soli” , in quanto risponde all’emergente fenomeno dell’arrivo di minorenni (e di neo-maggiorenni) non accompagnati in Italia. Come è facile immaginare questo fenomeno si trascina dietro la problematica della solitudine e della mancanza di punti di riferimento validi ai fini di una buona integrazione sociale nel territorio.

Il progetto “Mai più soli”, che coinvolge insieme alla CIDIS altre tre associazioni nazionali, si propone di accompagnare il minore in tutte le fasi iniziali dell’accoglienza e della integrazione, attraverso la messa a regime del sistema dei tutori volontari e dell’Affido Familiare. A queste pratiche vengono affiancati interventi di tutela legale e di advocacy, nonché l’organizzazione di incontri e campagne di sensibilizzazione per educare la società autoctona ai valori dell’accoglienza e dell’inclusione. Ciò che è interessante del progetto è che esso si prefigge lo scopo ultimo di aiutare il giovane immigrato ad affrontare nella giusta maniera l’inevitabile condizione iniziale di spaesamento, a rimanere quindi all’interno del sistema e a scoraggiarlo dal seguire punti di riferimento sbagliati. Il progetto punta molto sul ruolo di influenza del tutor volontario, una figura che si offre di seguire il minore, di essere recettivo alle sue esigenze e di aiutarlo a capire dinamiche e valori della nuova società che li accoglie. Il progetto incentiva la messa in pratica della Legge Zampa di aprile del 2017 e le associazioni coinvolte hanno il ruolo di proteggere il minore, coordinare l’abbinamento tra il minore e  il tutore o il minore e la famiglia di accoglienza, o dell’accoglienza presso infrastrutture. Il fatto che il progetto si occupi congiuntamente dei minori non accompagnati e dei neo-maggiorenni suggerisce l’importanza e dunque la centralità del monitoraggio del passaggio all’autonomia, in quanto riconosciuta come fase particolarmente delicata.

Integrazione significa autonomia ed empowerment

In realtà il raggiungimento dell’autonomia rappresenta un percorso frastagliato per tutti gli stranieri, in particolare per quanto riguarda la padronanza della lingua, delle regole sociali e delle nozioni sul funzionamento delle istituzioni italiane (come ad esempio la scuola che presenta dinamiche e regole diverse da quelle di altri paesi). Questo spiega l’abbondanza di attività di insegnamento e di tandem linguistici promossi dalla CIDIS, che vanno da corsi di alfabetizzazione anche in lingua madre, a corsi di lingua italiana più avanzati. Insegnare la lingua significa iniziare gli stranieri al processo di empowerment, di acquisizione di quegli strumenti necessari alla comprensione della società civile di accoglienza e alla rivendicazione dei propri diritti.

 

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