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Valore Sociale: il nuovo modello

Valore Sociale: il nuovo modello

La Social Innovation: un nuovo modo di concepire il Sociale

 

Valore Sociale: il nuovo modello

Valore Sociale: Si sente parlare sempre più spesso di Social Innovation, ma che cos’è? Oggi,  “l’innovazione sociale” è rappresentata da molteplici contenuti che possiamo sintetizzare in 3 principi base: interazione, innovazione e collaborazione.

Non esiste ancora un modello tangibile ed efficace delle vere e proprie linee guida”, la Social Innovation  ha bisogno di essere compresa non solo dagli operatori del settore ma anche dalle istituzioni e dalle imprese dato che si parla di modelli collaborativi.

La Regione Piemonte ha coordinato la realizzazione di  un documento sul tema dell’innovazione sociale. Il primo vocabolario italiano della Social Innovation, pubblicato in rete da Mixura, che ne spiega i concetti base.

L’innovazione sociale deve generare un cambiamento in grado di produrre un valore economico, e qui entra in campo la tecnologia quale efficace strumento per la Social Innovation che si sviluppa su varie piattaforme per le iniziative sociali: crowdfunding, sharing economy, shopping solidale. Nuovi modelli nati per facilitare la collaborazione sociale nel finanziare progetti o raccogliere fondi con l’aiuto della collettività.

Uno sguardo al futuro sull’innovazione sociale verso il cambiamento e la contaminazione con la collaborazione da parte delle aziende, per raggiungere risultati di natura sociale che nel soddisfare i bisogni genera il benessere della collettività.

L’innovazione sociale o Social Innovation, propone nuove modalità  di azione nel contesto sociale per il coinvolgimento della comunità attraverso modelli in continua evoluzione. Si aprono nuovi scenari offrendo la possibilità di collaborazioni tra soggetti appartenenti a mondi diversi (non profit, pubblico, privato, ecc..) che si uniscono per il raggiungimento di un interesse comune.

La creazione del valore sociale attraverso forme di collaborazione tra una rete di soggetti diversi con l’obiettivo di migliorare e soddisfare i bisogni sociali.

Per chi è interessato ad approfondire l’argomento può iscriversi gratuitamente all’evento che si terrà a Roma il 25 maggio Non profit Leadership Forum, organizzato dall’associazione europea di consulenti ad alto livello Eu Consult Italia.

Di seguito sono elencati i temi trattati nella terza edizione:

  • Scenari per l’innovazione sociale.
  • Inquadramento del settore: numeri e tipologie di attori coinvolti, la riforma del terzo settore
  • Gli attori del cambiamento, dal Non profit alle PA.
  • Le nuove modalità di collaborazione e partnership tra enti Profit e Non profit, Pubblica Amministrazione, istituti universitari (Service learning), investitori istituzionali, finanza a impatto sociale e sistema bancario
  • Esperienze di contaminazione.
  • La relazione con le imprese tradizionali e le possibili forme di collaborazione (il caso delle B­corp)
  • Uno sguardo al futuro.
  • Trend, andamento e prospettive future per il Terzo Settore

Ad oggi l’innovazione sociale nel mondo profit è solo marginale mentre sono le organizzazioni no profit ad esserne protagoniste; non per altro uno degli obiettivi dell’evento Non profit Leadership Forum è quello di stimolare la crescita delle professionalità nel Terzo Settore e della Responsabilità Sociale d’impresa in Italia.

Per maggiori informazioni.

 

www.phifoundation.com

 

 

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Redazione

PHI Foundation

 

 

PHI Foundation Sharing Economy: L'economia del Futuro

Sharing Economy: L’economia del Futuro

Sharing Economy: L’economia del Futuro

 

L’Unione Europea si è finalmente pronunciata in materia di Sharing Economy. Esattamente dopo la chiusura della consultazione pubblica relativa alla proposta di legge depositata alla Camera, in Italia.

Da tempo si discute sull’evoluzione di tale fenomeno, sul suo peso economico e sociale e soprattutto sul fatto che necessiti di una regolamentazione. Gli Stati si sono spesso mossi in tal senso per limitare casi specifici, tra i quali spiccano i casi di Uber ed Airbnb. Ed è per questo che le linee guida appena indicate da Bruxelles diventano rilevanti.

Cos’è la Sharing Economy?

Non esiste una definizione univoca di Sharing Economy, o economia collaborativa.

La Commissione ne indica i confini per quanto interessa la sua Comunicazione, affermando che tale fenomeno “si riferisce a modelli di business in cui le attività vengono facilitate da piattaforme collaborative che creano un marketplace per l’uso temporaneo di beni o servizi spesso forniti da privati”. Riguardo quest’ultimo punto è interessante sottolineare come la proposta di legge depositata al Parlamento italiano affermi che “i beni che generano valore per la piattaforma appartengono agli utenti”.

Gli attori di questo fenomeno sono gli utenti operatori che offrono un servizio, gli utenti fruitori del servizio e le piattaforme su cui si incontrano domanda e offerta.

I dati raccolti da uno studio di Università Cattolica di Milano contano 186 piattaforme collaborative in Italia nel 2015, riguardanti trasporti, servizi di scambio di beni di consumo e turismo. Le più numerose sono le piattaforme di crowdfunding.

Le linee guida dell’UE in sintesi

La Commissione evidenzia cinque punti fondamentali su cui soffermare la riflessione: il mercato, la responsabilità, la protezione per i fruitori-consumatori, la definizione del rapporto di lavoro e le questioni fiscali.

Si legge chiaro tra le righe della Comunicazione che la Sharing Economy crea opportunità, per consumatori, imprenditori e anche per un utilizzo delle risorse maggiormente sostenibile, potendo così anche contribuire a quel progetto di sviluppo della circular economy, caro alla Commissione europea.

Per questo la Comunicazione spinge verso la creazione di un ambiente favorevole per lo sviluppo di questi modelli economici collaborativi e di fiducia per gli attori che vi operano.

Risalta la presa di posizione della Commissione sul fatto che divieti assoluti e restrizioni nell’accesso al mercato di nuovi soggetti devono rimanere l’ultima ratio.

Necessario assicurare protezione sociale e condizioni di lavoro eque, ma imprescindibile accogliere e supportare in maniera pro-attiva le opportunità dell’innovazione, anche tramite certezza e apertura normative e leggerezza procedurale.

Prospettive

L’Italia ha proposto la sua soluzione. Vedremo nei prossimi mesi se e come verrà implementata, anche alla luce delle linee guida dell’Unione Europea.

Poi saranno i dati a dimostrarci se l’equilibrio tra promozione e protezione sarà stato raggiunto.

 

 

PHI Foundation Comunità Innovazione Sociale

 

 

Redazione

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