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DUE CUORI UNA CAPANNA

DUE CUORI UNA CAPANNA

Sabina Santucci e Giorgio D’Ambrosio, “due cuori una capanna”.

 

DUE CUORI UNA CAPANNA

Sabina Santucci e Giorgio D’Ambrosio, “due cuori una capanna”. Nonostante la loro disabilità prestano preziosa opera di sostegno di “Digital Volunteer” e “Promotori Associativi” presso la PHI Foundation.  https://phifoundation.com/figlio-non-sei-i…ssere-mio-figlio/ ‎

 

Due cuori una capanna e cioè una famiglia, “Sabina e Giorgio” silenziosamente alcuni giorni addietro hanno lanciato il loro grido d’aiuto in Facebook, pubblicando un post che qui di seguito riportiamo integralmente:

 

Salve amici di Balsorano e della valle roveto, mi rivolgo a voi perché ho bisogno del vostro aiuto, come ben sapete io con la mia consorte siamo ricoverati presso una struttura a Perugia ma il 30 settembre veniamo dimessi. Antonella Buffone ci ha trovato una casetta ma abbiamo bisogno di tutto dal momento che la biancheria ed altro che è nella casetta in via Nazionale dove abitavamo è inservibile essendo esposta a ratti formiche ed altro. chiunque di voi mi può aiutare portando ciò che ritiene utile dal momento che non abbiamo nulla presso la sala parrocchiale di Balsorano contattando don Silvano Casciotti, Mauro Lancia, o il sindaco Antonella Buffone Abbiamo bisogno del vostro aiuto, vi ringrazio”.

 

AIUTIAMO LA FAMIGLIA SABINA E GIORGIO

PHI Foundation chiede di sostenere questa raccolta fondi a favore di Sabina e Giorgio al fine di permettere a questa famiglia (disabili al 100%) l’acquisto di mobilia per arredare una piccola casetta assegnata dal comune. 

 

CHI SONO SABINA E GIORGIO?

Sabina Santucci sposata con Giorgio D’Ambrosio da 18 anni; sono ambi due invalidi civili al 100% con patologie più o meno gravi, la moglie Sabina sofferente di psicosi con schizofrenia acuta e il marito Giorgio poliomielitico.

Sono stati sfrattati dalla casetta asismica dove vivevamo a Balsorano nel mese di gennaio 2017 per il cedimento di una porzione di solaio, spostati in diverse strutture per poi essere trasferiti il 1° di marzo 2017 a Perugia presso un centro riabilitativo di cui è stato pubblicato un articolo https://phifoundation.com/perugia-centro-socio-riabilativo-ed-educativo-pavone/.

Dal momento che le entrate economiche di Sabina e Giorgio sono esclusivamente la pensione sociale di circa 290 euro pro capite e non avendo possibilità economiche a disposizione, chiediamo a tutti voi un sostegno (anche con piccolissimo contributo) al fine di acquistare la mobilia per arredare la casetta assegnata dal comune di Balsorano.

La casetta in oggetto di pochi metri quadrati é sprovvista di tutto il necessario, dalla cucina, al letto, non ha neanche la stufa per riscaldarsi d’inverno.

La piccolissima struttura è completamente vuota ma sicuramente con il generoso contributo di tutti noi potremo renderla abitabile.

E stato stimato che 6 -7 mila euro sono sufficienti ad acquistare il far bisogno necessario e vi chiediamo di aiutarci a far vivere decorosamente la famiglia di Sabina e Giorgio.

La cosa è al quanto urgente poiché Sabina e Giorgio saranno trasferiti nella piccola casetta nell’ultima settimana di settembre 2017.

 

 

DUE CUORI UNA CAPANNA

Chiunque vuole aderire e dare un piccolo aiuto lo potrà fare direttamente donando un contributo volontario.

 

Per gli amici Networkers che vogliono aiutare con un piccolo sostegno, possono donare anche tramite Paypal trasferendo il contributo che si vuol donare.

 

Grazie ancora alle migliaia di persone che hanno fatto sentire la propria solidarietà nel sito PHI Foundation e sulle nostre pagine social Facebook, Linkedin, Twitter, Google + donando il loro tempo e la condivisione dell’appello di aiuto.

 

www.phifoundation.com

 

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Fundaraising: L’Isola che c’è, una realtà che quotidianamente svolge attività a sostenimento, un’Associazione di volontariato nata nel 2001, su iniziativa dei genitori di ragazzi disabili preoccupati nel procurare ai propri figli un percorso nella vita che non contemplasse soltanto l’istruzione e gli aspetti medico-riabilitativi.

 

 

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Fundaraising l’sola che c’è: La Mission è di “realizzare luoghi e progetti in cui l’Integrazione vuol dire inclusione ma non assimilazione, in cui si può far parte di una comunità dove essere tutti uguali e tutti diversi”.

 

 

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Una realtà che quotidianamente svolge attività a sostenimento, un’Associazione di volontariato nata nel 2001, su iniziativa dei genitori di ragazzi disabili preoccupati nel procurare ai propri figli un percorso nella vita che non contemplasse soltanto l’istruzione e gli aspetti medico-riabilitativi.

Isola che c’è

La Mission è di “realizzare luoghi e progetti in cui l’Integrazione vuol dire inclusione ma non assimilazione, in cui si può far parte di una comunità dove essere tutti uguali e tutti diversi”.

Di seguito il link ad una breve ma interessantissima intervista dal vivo:

 

https://www.facebook.com/RadioRadioByNightRoma/videos/1212095062178464/

 

 

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Sostegno Inclusione Attiva (SIA)

Sostegno Inclusione Attiva (SIA)

Sostegno Inclusione Attiva (SIA)

Le novità sul SIA (Sostegno Inclusione Attiva)

Sostegno: SIA, un acronimo poco conosciuto in rapporto alla sua utilità, ma vediamo di scoprire precisamente di cosa si tratta.

Sostegno: Il SIA (Sostegno all’Inclusione Attiva) è una preziosa misura di contrasto alla povertà, consistente in un sussidio per le famiglie economicamente svantaggiate nelle quali siano presenti minorenni o figli disabili o donne in stato di gravidanza accertata.

Sostegno Inclusione Attiva (SIA)

Per ricevere il sussidio previsto dal SIA è necessario aderire ad un progetto personalizzato di attivazione sociale e lavorativa predisposto dai servizi sociali del proprio Comune, in rete con i servizi per l’impiego, i servizi sanitari, le scuole, i soggetti del terzo settore ed i privati attivi nell’ambito degli interventi di contrasto alla povertà, in particolare gli enti no profit.

Il progetto è rivolto ed impegna tutti i componenti del nucleo familiare prevedendo compiti individuali per adulti e bambini,  stabiliti sulla base di una valutazione globale di problematiche e bisogni, creando un patto tra servizi e famiglie.

Le attività sono di diverso genere e variano dalla ricerca attiva di lavoro, all’adesione a progetti di formazione, ai contatti con i servizi, alla frequenza e all’impegno scolastico, alla prevenzione e alla tutela della salute.

Il tutto proprio con la finalità di donare un aiuto alle famiglie in difficoltà, affinché possano superare la propria condizione di povertà e, col tempo, riconquistare l’autonomia.

Sostegno Inclusione Attiva (SIA)

Il SIA, sperimentato in prima battuta nelle città più grandi d’Italia, è stato in seguito profondamente ridisegnato con il Decreto Ministeriale del 26 Maggio 2016 (venendo esteso a tutto il territorio nazionale) ed il Governo Gentiloni, sulla scia delle riforme avviate dal precedente esecutivo e come già previsto dalla legge di bilancio 2017, rinnoverà e darà continuità al SIA, ampliandone i beneficiari, per rendere utilizzabili tutte le risorse previste per il 2017 (circa 1,5 miliardi a fronte dei 750 milioni destinati al SIA nel 2016).

Tuttavia, nelle intenzioni del Governo, il SIA resterà soltanto una misura ponte, in attesa che venga completato l’iter parlamentare ed il successivo percorso attuativo della Legge Delega per il contrasto alla povertà, che in seguito darà vita al Reddito di Inclusione.

Se sei interessato alla richiesta del sussidio, o a maggiori informazioni riguardo il SIA, recati presso gli uffici del tuo Comune di residenza o consulta la modulistica predisposta dall’ INPS.

PHI Foundation è un’associazione che si occupa di sostenere ed aiutare tutti gli operatori che si muovono nell’ambito del Terzo Settore, attraverso l’informazione e la promozione di raccolte fondi.

Se vuoi aiutarci in questo compito, sostienici attraverso un contributo cliccando su questo link.

 

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REDDITO DI INCLUSIONE: 500 EURO A FAMIGLIA

REDDITO DI INCLUSIONE: 500 EURO A FAMIGLIA

 

Dal primo gennaio 2018 anche l’Italia avrà uno strumento unico nazionale di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale. Si chiama Rei, Reddito di inclusione. Inizialmente, a causa delle risorse limitate, riguarderà meno del 40% delle persone in condizione di povertà assoluta. Si tratta comunque di un passo in avanti rispetto al Sia, il sostegno all’inclusione attiva sperimentato nelle grandi città. «Il Rei è legge: un aiuto alle famiglie più deboli», sottolinea il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni.

 

I requisiti

Il Consiglio dei ministri ha approvato in via definitiva il decreto attuativo della legge delega sulla povertà che introduce appunto il Rei. Le domande per ottenerlo si potranno presentare, dal primo dicembre, presso il Comune di residenza che la trasmetterà all’Inps. Il Rei è un assegno variabile mensile accompagnato da un progetto di reinserimento sociale e lavorativo. Viene riconosciuto alle famiglie con un valore dell’Isee, l’indicatore della situazione economica familiare, non superiore a 6 mila euro e un valore del patrimonio immobiliare, diverso dalla casa di abitazione, al massimo di 20 mila euro. La precedenza nella concessione del Rei sarà data alle famiglie con figli minorenni o disabili, con donne in stato di gravidanza o con disoccupati ultracinquantenni.

 

L’assegno

L’assegno viene erogato su una carta di pagamento elettronica, tipo una prepagata, e varia da 190 euro al mese per una persona sola fino a quasi 490 euro per una famiglia con 5 o più componenti. Per ottenere il sostegno economico la famiglia interessata dovrà sottoscrivere un progetto personalizzato volto al superamento della condizione di povertà. Il progetto indicherà i servizi di formazione e reinserimento cui la famiglia dovrà partecipare, pena la perdita dell’assegno. Che in ogni caso sarà concesso per non più di 18 mesi, poi bisognerà aspettare 6 mesi prima di poterlo richiedere.

 

I fondi

Al Rei, dice il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, «sono destinati 1 miliardo e 845 milioni di euro, a cui si aggiungono anche le risorse del “Pon inclusione” per un totale di oltre 2 miliardi l’anno dal 2019» (nel 2018 saranno leggermente di meno). Secondo le slide del ministero, sono quasi 1,8 milioni, di cui 700 mila minori, le persone potenzialmente coperte dal Rei. Le famiglie beneficiarie potrebbero essere 500 mila, di cui 420 mila con minori. Numeri importanti, che però vanno confrontati con le rilevazioni Istat sugli italiani poveri. Nel 2016 le persone in condizioni di «povertà assoluta», cioè non in grado di acquistare un paniere di beni e servizi tale da assicurare «uno standard di vita minimamente accettabile», erano 4,7 milioni, distribuite in 1,6 milioni di famiglie. «Il Rei è indubbiamente importante. Ma servono più risorse e servizi moderni per le famiglie più deboli», commenta Annamaria Furlan per la Cisl, che fa parte dell’Alleanza contro la povertà. Il Rei non risolve il problema, secondo i 5 Stelle che rilanciano il «reddito di cittadinanza».

 

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Sebastiano de Falco

PHI Foundation