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TERZO SETTORE: IL GRANDE CAMBIAMENTO

TERZO SETTORE: IL GRANDE CAMBIAMENTO

 

Terzo settore: il grande cambiamento in corso.

 

Il terzo settore sta cambiando, ecco come affrontare le sfide con gli incontri informativi IID

 

Dalla raccolta fondi ai nuovi strumenti finanziari: dieci incontri in dieci mesi accessibili in streaming, gratuiti per le ONP di IO DONO SICURO e aperti a tutti

 

Il terzo settore è in transito verso una nuova fase piena di sfide e occasioni: la riforma, con il nuovo codice, sta entrando nella fase operativa e gli Enti di Terzo Settore hanno in mano la possibilità di utilizzare e mettere a valore strumenti per migliorare la qualità e l’efficacia dell’impatto della loro attività.

 

Su queste premesse l’Istituto Italiano della Donazione ha costruito il calendario 2018 degli incontri (in)formativi: dieci seminari – gratuiti per le organizzazioni aderenti a IO DONO SICURO, frequentabili a prezzi accessibili per tutti gli altri – per formare gli Enti di Terzo Settore sulle nuove occasioni dettate dalla Riforma e non solo. Gli incontri si tengono in orario 14.30-17.30 nella sede IID di Milano e possono essere seguiti anche in streaming da remoto.

“L’offerta formativa dell’Istituto Italiano della Donazione – spiega il presidente di PHI Foundation Sebastiano de Falco – si sviluppa su due direzioni interconnesse: una orientata ad una visione più ampia, a orizzonti di sviluppo che la riforma e il fermento che la ha accompagnata hanno delineato; l’altra concentrata su una serie di strumenti operativi funzionali a riorientare, innovare ed allargare il perimetro delle pratiche”.

Evoluzioni e strumenti sono dunque i due binari tematici. Il primo appuntamento con la legislazione Non Profit si parlerà di 5 aspetti chiave della Riforma del Terzo Settore. Il secondo appuntamento il suo corso sarà incentrato sulle novità fiscali già in vigore dopo la riforma e lo scenario futuro. Spazio poi al servizio civile si parlerà di tutte le novità, anche adempimentali, per gli enti non profit e delle prospettive del servizio civile universale. Il quarto appuntamento si formerà i partecipanti sull’importanza della gestione dei dati tramite la costruzione del database e la profilazione dei donatori. Quinto appuntamento spazio al tema dei nuovi strumenti finanziari a sostegno del terzo settore. A giugno si parlerà di come misurare l’efficacia del proprio sito web attraverso Google Analytics. A luglio formazione sui fattori critici di successo nel corporate fundraising. Gli ultimi tre incontri saranno dopo la pausa estiva: il 20 settembre sul tema “organizzare eventi: donazioni, sponsorizzazioni e pubbliche relazioni”; il 25 ottobre sul tema “valutarsi per valere: comunicare l’impatto sociale“; infine a novembre l’ultimo incontro sul ruolo e l’attività del fundraising alla luce della riforma del terzo settore.

 

 

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Alessandro Roma

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20 MAGGIO TUTTI GLI ARTICOLI DELLA SETTIMANA

9 MAGGIO TUTTI GLI ARTICOLI DELLA SETTIMANA

30 MARZO TUTTI GLI ARTICOLI DELLA SETTIMANA

TUTTI GLI ARTICOLI DELLA SETTIMANA 31 DICEMBRE 2017

Le Ong e la pubblicità con codice etico

Cari lettori, oggi scriverò dell’Associazione delle organizzazioni italiane di Cooperazione e solidarietà internazionale (AOI) e LINK2007 (associazione di coordinamento consortile che raggruppa 12 importanti Ong) che  sono le prime due realtà non profit ad aderire all’Istituto di Autodisciplina della Pubblicità (IAP)

  1. Ong fa pubblicità per la raccolta fondi con codice etico

 Direttamente da Roma L’AOI (Associazione delle organizzazioni italiane di cooperazione e solidarietà internazionale)LINK2007 (associazione di coordinamento consortile che raggruppa 12 importanti Ong) sono le prime due realtà non profit ad aderire all’Istituto di Autodisciplina della Pubblicità (IAP). Stiamo parlando del percorso intrapreso da molte realtà del non profit e del mondo della comunicazione e della raccolta fondi  che ha portato alla costituzione del Tavolo promosso da AOI, Link2007, AIAP, ASSIF, EU Consult Italia, Unicom, Istituto Italiano della Donazione – sull’utilizzo delle immagini nelle campagne di comunicazione e raccolta fondi, i due network di ONG e di organizzazioni della società civile, AOI e LINK2007, hanno chiesto l’adesione all’Istituto di Autodisciplina della Pubblicità (IAP) e, a partire dal 2017, saranno soci sostenitori dell’Istituto.

Si è creata, quindi una vera novità pubblicitaria sul fronte delle Ong e questa iniziativa rappresenta certamente  una esplosione innovativa nel mondo del Terzo Settore e della Cooperazione internazionale e apre un nuovo canale non solo per favorire, in piena sintonia con gli orientamenti della nuova legge sulla Cooperazione internazionale, l’incontro tra il non profit e il mondo profit ma anche e soprattutto per promuovere attraverso un percorso culturale e formativo, da intraprendere insieme ai professionisti e alle associazioni della comunicazione e della raccolta fondi, una comunicazione che si avvale di un codice etico, rispettando la dignità umana nei confronti delle persone e delle comunità coinvolte. Un percorso che promuova attraverso una serie di alleanze, iniziative e attività – da svolgere sia a livello nazionale che sui territori – una maggiore sensibilità e consapevolezza sul tema del codice etico della comunicazione.

2. Ong: Obiettivo Etico per una Pubblicità  di successo:

Ci si ritrova dinnanzi ad un obiettivo comune da raggiungere e la portavoce  Silvia Stilli, di AOI spiega: “AOI è una rappresentanza ampia di organizzazioni della società civile, di circa 300 soggetti, tra soci diretti e aderenti alle federazioni di Ong e alla rete dell’affido a distanza: alcuni collegano strettamente il messaggio comunicativo esterno alla raccolta fondi ed altri sono più impegnati in patrocini e campagne di sensibilizzazione o fundraising. Ma con l’obiettivo comune di dare priorità in questo percorso – ha aggiunto Stilli – al fine dell’educazione alla cittadinanza globale, coniugando il rilancio visivo del protagonismo della solidarietà e Cooperazione internazionale con un’assunzione di piena responsabilità rispetto all’etica della comunicazione: nella relazione con il singolo donatore come con chi vuole intraprendere un’esperienza di volontariato nella solidarietà internazionale”.

Inoltre, ne va anche  della credibilità delle Ong: “AOI ha sentito l’esigenza di promuovere sul tema della comunicazione un dialogo – ha proseguito la portavoce di AOI –  con altre reti sociali e con il mondo della comunicazione e del fundraising, che ha portato l’associazione ad aderire  all’Istituto Italiano di Autodisciplina della Pubblicità, IAP. Oggi la scelta del ‘dono’ è un atto fortemente impegnativo e, pertanto,  diviene centrale la credibilità delle organizzazioni non profit e la loro reputazione nei confronti dei soci, dei partner e dei donors stessi. Aderendo all’IAP, AOI intende superare la polemica, quella dei media e tra le ong stesse, sull’utilizzo dei fondi raccolti – ha detto ancora Silvia Stilli – e sulla percezione della strumentalizzazione delle immagini ‘forti’, misurandosi fattivamente con soggettività e sensibilità del mondo professionale della comunicazione e della pubblicità in termini di trasparenza e accountability: in un confronto aperto anche ad altri attori sociali e del profit, all’Istituto Italiano della Donazione, Opencooperazione, il Forum del Terzo Settore”.

Continuando così verso la strada positiva della pubblicità  Paolo Dieci – Presidente di Link2007 Cooperazione in rete; comunica che: “L’adesione di LINK 2007 all’Istituto di Autodisciplina della Pubblicità (IAP) è il risultato di un processo positivo di reciproca conoscenza, incontro e confronto sul tema codice etico della comunicazione, che ha coinvolto diverse  organizzazioni della società civile ed esperti in comunicazione e  fundraising. Si tratta, dunque di un primo risultato concreto che si deve alla consapevolezza della necessità di responsabilizzare tutti gli attori coinvolti – ONG, agenzie di comunicazione, consulenti, pubblico – per rafforzare  una cultura della cooperazione che sappia mettere così al centro le persone e i contesti. LINK 2007 ritiene che l’attenzione sempre maggiore verso una comunicazione con codice etico possa aiutare al processo di conoscenza degli interventi di cooperazione, fuori da stereotipi e semplificazioni, che rischiano di avvallare distorsioni dell’informazione e generare incomprensioni tra società e culture”.

Secondo Vincenzo Guggino   – Segretario Generale IAP  – una  norma speciale per la comunicazione sociale è data dal: “L’Istituto, già dal 1995, ha introdotto nel Codice di autodisciplina una norma specificatamente dedicata alla comunicazione sociale, ritenendo necessario, in un settore che era in espansione, offrire tutela al pubblico richiedendo requisiti minimi di trasparenza riguardo alle iniziative promosse e vietando il ricorso a richiami scioccanti idonei a provocare ingiustificato turbamento. L’adesione oggi di AOI e LINK2007 all’Istituto denota la sintonia tra il percorso autodisciplinare intrapreso per una comunicazione sociale corretta e la volontà degli operatori del non profit aderenti di rispettarlo. L’Istituto auspica che altre rilevanti realtà del non profit possano seguire questa strada, in modo che l’Istituto di Autodisciplina della Pubblicità possa rappresentare, analogamente a quanto realizzato nella comunicazione commerciale, il punto di riferimento per gli standard di correttezza della comunicazione sociale”.

Rimango così favorevole alla scelta da parte delle due di dodici  Ong non profit: AOI e LINK2007  di entrare a far parte dell’Istituto di Autodisciplina della Pubblicità (IAP) per la pubblicità e comunicazione con codice etico per la raccolta fondi che nello stesso modo credo si avvale  di un enorme impatto sociale  costruito sulla responsabilità di tutelare la dignità umana.

 

N&D Nadine Fashion Stylist

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TUTTI GLI ARTICOLI DELLA SETTIMANA 17 DICEMBRE 2017

TUTTI GLI ARTICOLI DELLA SETTIMANA 26 NOVEMBRE 2017

ARTICOLI DELLA SETTIMANA 8 OTTOBRE 2017

ARTICOLI DELLA SETTIMANA 17 SETTEMBRE 2017

ARTICOLI DELLA SETTIMANA 10 SETTEMBRE 2017

SAN PATRIGNANO: DIGITAL FOR NON PROFIT

San Patrignano: Digital For Non Profit – D4NP: appuntamento il 16 settembre per fare il punto sullo stato del digitale nel mondo non profit Realizzato in collaborazione con la Comunità San Patrignano, l’evento è gratuito e si rivolge a esperti del digitale e operatori del mondo delle ONP, ma anche a rappresentanti del mondo delle aziende e delle istituzioni.

 

Diversi gli interventi di importanti personalità, dal Ministro dello Sviluppo Economico Calenda al Managing Director di Google Italia Vaccarono.

 

D4NP – Digital For Non Profit: è questo il nome del primo evento italiano che propone una panoramica aggiornata sullo stato del digitale nel mondo non profit. Realizzato in collaborazione con la Comunità San Patrignano, D4NP è un evento gratuito in cui esperti del digitale, rappresentanti del mondo delle aziende e delle istituzioni così come operatori delle ONP, startup e appassionati, si riuniscono per fare networking e condividere conoscenze, strumenti ed esperienze.

 

L’obiettivo? Analizzare e capire come le realtà che operano nel e con il terzo settore possano sfruttare al meglio le potenzialità del digitale.

 

“Il Mondo del terzo settore è in crescita nell’economia italiana: più di 300mila realtà con Un milione di lavoratori retribuiti e con un volume economico che supera i 64 miliardi di euro l’anno. È un settore che sta vincendo grandi sfide, anche grazie al digitale, quindi, è arrivato il momento di fare il punto sullo stato dell’arte digitale per il mondo non profit e intraprendere questo percorso insieme alla Comunità di San Patrignano, partner importante e di riferimento su temi sociali.”.

 

Il programma e gli ospiti Durante la prima edizione di D4NP, in programma sabato 16 settembre presso gli spazi della Comunità, saranno affrontate tematiche concernenti le strategie di comunicazione online, al digital fundraising, all’utilizzo dei social network, alla creatività online e al cross media Strategy.

 

Ampio spazio non solo alla parte formativa e di aggiornamento, ma anche alla presentazione di strumenti digitali utili a tutte quelle realtà che lavorano in ambito non profit e che vogliono migliorare le proprie modalità di approccio al digitale.

 

Un’intera giornata all’insegna del networking e della condivisione con le ONP vere protagoniste, grazie anche a una tavola rotonda – Digital Onlus – che vede la partecipazione di Enrica Zamparini, Responsabile Fundraising e Comunicazione della Comunità San Patrignano: “Oggi le organizzazioni no profit non possono fare a meno del digitale – dichiara Enrica. Grazie al web e ai social network ogni realtà sociale ha un accesso diretto per farsi conoscere sia da chi potrebbe aver bisogno del suo aiuto, sia da chi vorrebbe condividerne la causa e sostenerla. Il dialogo fra le parti è immediato e le opportunità per le Onlus aumentano di giorno in giorno. La difficoltà è riuscire a coglierle e in particolare riuscire a prevedere il comportamento del donatore, rispetto al passato sempre più stimolato e portato a sostenere più associazioni, ma allo stesso tempo sempre più attento alla serietà e realizzazione dei progetti”.

 

Social Innovation e Corporate Social Responsability altri due temi da focalizzare.

 

Roberta Cocco (Assessore Trasformazione digitale del Comune di Milano), Stefano Barrese (Responsabile Divisione Banca dei Territori di Intesa San Paolo), Marco Gualtieri (Presidente Seeds&Chips) e Maximo Ibarra parleranno, appunto, di innovazione sociale, mentre Enrico Cereda (Presidente e AD IBM Italia) terrà un intervento intitolato “Digital e Corporate Social Responsibility”.

 

L’evento, poi, sarà scandito da interventi delle più importanti personalità, Carlo Calenda, Ministro dello Sviluppo Economico, oltre a esponenti del mondo aziendale come Accenture, IGPDecaux, IBM, Intesa San Paolo e al Managing Director di Google Italia, Fabio Vaccarono.

 

Inoltre, all’interno di un evento che mette al centro il rapporto tra il mondo digitale e quello legato alle organizzazioni non profit, non poteva mancare una Startup Competition, realizzata dal team organizzativo del Web Marketing Festival.

 

Sul palco della Plenaria e alla presenza di importanti professionisti, si confronteranno i tre progetti innovativi, a forte rilevanza sociale, selezionati. Sarà poi il voto del pubblico presente in sala a decretare la “Best Social Startup del 2017”, che si aggiudicherà il premio in Consulenza Search Marketing del valore di 5.000 euro.

 

San Patrignano è una casa, una grande famiglia che offre aiuto a giovani con problemi di tossicodipendenza. Fondata da Vincenzo Muccioli nel 1978, ha accolto oltre 25.000 persone donando loro una casa, assistenza sanitaria, e legale, possibilità di studiare e imparare un lavoro, cambiando vita e rientrando a pieno titolo nella società. Il tutto gratuitamente, senza oneri né per lo Stato né per le famiglie. A San Patrignano sono in questo periodo presenti 1300 ragazzi, è un modello di impresa sociale, conquistato con dura dedizione, con sacrificio personale e con tanta volontà da migliaia di ragazzi che lì hanno ritrovato dignità e rispetto per se stessi. San Patrignano crea per ogni ragazzo l’opportunità di scegliere, tra diverse possibilità di formazione, la più vicina alle proprie attitudini. Il percorso di recupero della propria dignità, infatti, passa anche attraverso il riconoscimento del valore della bellezza e della qualità come espressioni dell’impegno profuso.

 

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È il nuovo modo di concepire l’engagement sociale al servizio della collettività e del non profit

 

La Social Innovation (Innovazione Sociale) è caratterizzata dalla capacità di rispondere ai bisogni sociali della comunità mediante la responsabilizzazione degli individui e la volontà di cambiare le relazioni sociali.

 

 

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Alessandro Roma

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L’ALTRA ITALIA: LA STORIA DE L’ISOLA CHE C’È

L’altra Italia, la storia de L’Isola che c’è, è un articolo scritto da Chiara Affronte e che navigando in rete scopriamo solo oggi.

 

Durante l’intervista a Sebastiano de Falco potrebbe esserci stato un misunderstanding e noi della PHI Foundation attendavamo di conoscere la data di pubblicazione.

 

L’altra Italia: La storia de l’isola che c’è, riportiamo integralmente l’articolo di Chiara Affronte.

 

Fanno tantissimo con molto poco, si sostituiscono spesso a quei servizi che lo Stato non è in grado di garantire e si basano sul lavoro volontario ed entusiasta di un numero straordinario di persone.

 

Sono le associazioni non profit che operano nell’ottica della solidarietà tra individui e che faticherebbero meno ad andare avanti se usufruissero delle opportunità che oggi l’on line offre. Ne è convinto Sebastiano de Falco, Fundraiser che ha base a Lugano in Svizzera ma che con Phi Foundation insieme ai suoi soci ha creato un’organizzazione, a sua volta non profit, che dà sostegno a tutte quelle altre associazioni per realizzare progetti di interesse comune, per aiutarle a trovare fondi, a partecipare a bandi così da sostenere le economie locali.

 

L’Italia è un paese incredibile per ciò che riguarda il terzo settore perché conta un numero molto grande di associazioni che vi operano e moltissimi volontari e lavoratori, ma fatica a staccarsi da quel meccanismo di raccolta fondi che ha sempre perseguito in passato, molto faticoso ma meno efficace rispetto a ciò che propone la rete”, spiega De Falco.

 

L’esempio de l’Isola che c’è

I dati forniti dall’Istat nell’annuario statistico del 2016 parlano di 301.191 istituzioni non profit in cui operano 951.580 lavoratori retribuiti di cui 680.811 dipendenti e oltre 4,7 milioni di volontari. Una forza incredibile che ha la capacità di radicarsi nel territorio operando in settori di grande interesse per la comunità. Come avviene nel caso de L’isola che c’è, associazione che si trova nel comune di Monte Porzio Catone, nel Lazio, e che si occupa dal 2001 di sostenere le famiglie di ragazzi disabili con l’obiettivo di integrarli nella società, perché, come si sa, soprattutto quando questi ragazzi non sono più in età scolare, diventano adulti, spesso abbandonati a loro stessi. “Fanno parte dell’associazione una ventina di ragazzi, adolescenti e giovani adulti, che partecipano alle attività in modi e con durate diverse – spiega Romilda De Santis, psicologa e anima de L’isola che c’è –; abbiamo un centro diurno e una serie di attività laboratoriali che i ragazzi seguono, prevalentemente di tipo artigianale”.

 

I ragazzi? Chiedono autonomia

Questa associazione ha deciso di concentrarsi sui ragazzi con problematiche medio-lievi – sono spesso affetti da sindrome di down -perché il pubblico “riesce a garantire più assistenza ai gravi e gravissimi prevalentemente dal punto di vista sanitario”. Ma i ragazzi medio-lievi hanno, invece, tantissime potenzialità da sviluppare e su cui lavorare per garantirsi un futuro migliore. Un futuro “che chiedono con forza”, chiarisce De Santis. “Gli stimoli sul ‘cosa fare’ arrivano quasi sempre da loro, perché vogliono essere autonomi”.

Inutile dire che i fondi su cui fare affidamento sono la nota debole del processo: “Il centro diurno è quello che ci garantisce un’entrata di 70mila euro l’anno dalla Regione, ma con un affitto da pagare di 900 euro al mese e spese molto elevate non è facile starci dentro”.

Il 5 per mille costituisce un’altra entrata; tutto il resto è moltissimo lavoro volontario, mercatini in cui vendere manufatti (bomboniere, oggetti per la casa, bigiotteria, artigianato…), lotterie e iniziative simili. “In questo modo riusciamo a dare ai ragazzi una specie di buste-paga simboliche che loro stessi ci hanno chiesto espressamente proprio per avere un qualcosa in cambio del lavoro svolto e sentirsi utili”, ci spiega De Santis.

 

 

Le occasioni della rete per le Ong

In questo contesto, dunque, si inserisce la collaborazione con Phi Foundation: “Grazie alla rete di supporto da loro costituita cerchiamo di convogliare maggiore attenzione sulle nostre attività e di avviare delle campagne di raccolta fondi”, chiarisce De Santis. “Solo le grandi associazioni come Fai, Telethon e altre di simile rilevanza sono in grado di trovare fondi importanti”, scandisce De Falco. E solo pochissime, tra tutte le altre, conoscono le possibilità che la rete offre. Come avviene nel caso di Google con il progetto Ad Grants. “Fai conoscere la tua causa a tutto il mondo”. Con questo slogan il colosso del web comunica il progetto: “Un programma pubblicitario che consente alle organizzazioni non profit di fare pubblicità on line gratuitamente tramite Google AdWors”, si legge sul sito Phi Foundation, garantendo una cifra pari a 10mila dollari al mese.

 

Ritardi italiani

Per De Falco è incomprensibile che solo poche associazioni italiane si avvalgano di strumenti e possibilità come quella offerta da Google: “Noi cerchiamo di orientare i nostri partner in questo senso perché ci accorgiamo di quanta fatica facciano ad andare avanti nei loro progetti: non sfruttare la rete ma continuare a concentrarsi solo sui mercatini non ripaga, oggi come oggi, gli sforzi che vengono fatti”.

Manca, secondo il fundraiser di Phi Foundation, il sostegno di figure come quelle dei project manager che possano orientare le associazioni verso la partecipazione a bandi anche europei. “Spesso sono complicati ma se si considera che una percentuale altissima di associazioni italiane non è neanche registrata, significa che non esiste la consapevolezza delle potenzialità di cui usufruire (la registrazione è indispensabile), sebbene l’Italia sia un paese di grandi donatori e di grandissimo associazionismo”, conclude De Falco. Una fotografia, questa, rilevata anche dall’Istat: il 66,7% delle associazioni, infatti, in Italia risulta essere “non riconosciuta”, e cioè non possedere una personalità giuridica riconosciuta dallo Stato.

 

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ARTICOLI DELLA SETTIMANA 27 AGOSTO 2017

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