Articoli

Albero: Il Pino, l'albero Custude

Albero: Il Pino, l’albero Custude

PINO, L’ ALBERO CUSTODE

 

Albero: Il Pino, l’albero Custude

C’era una volta un imponente albero, piantato al centro di un giardino  gremito di fiori, che circondava una piccola casetta abitata da una giovane coppia.

L’aspetto vigoroso dell’albero era dovuto alle amorevoli cure ricevute giornalmente dal padrone di casa, Davide, un giovane scrittore amante della natura.

Davide era molto affezionato all’albero perché suo padre lo aveva piantato proprio il giorno della sua nascita: crescendo aveva instaurato con l’albero un legame affettivo tanto forte da spingerlo a dargli un nome, Pino.

Ogni giorno Davide amava trascorrere tanto tempo all’ombra di Pino  per raccontargli tutto ciò che accadeva nel corso delle sue giornate, proprio come se fosse un suo amico in carne ed ossa.

Lo scrittore in erba viveva in quella casetta con sua moglie  Sarah e la giovane coppia ebbe presto una bambina, Maria, che aveva gli occhi grandi e marroni, dal colore simile a quello del tronco di Pino.

Divenuto padre, Davide iniziò a coltivare l’abitudine di far addormentare Maria leggendole una favola all’ombra di Pino, ma crescendo la ragazza non si dimostrò affatto interessata a condividere la passione di suo padre per la natura.

Un giorno Davide si ammalò e fu costretto a recarsi in una clinica specializzata, lontano da casa; sua moglie lo accompagnò lasciando a Maria il compito di prendersi cura, durante la loro assenza, della casa e del giardino.

Tuttavia la ragazza trascurò completamente i suoi doveri ed i fiori ben presto appassirono mentre Pino, a causa del forte caldo, diventava sempre più debole.

Finché un giorno, mentre stava uscendo, Maria si fermò un attimo davanti a Pino chiedendosi come mai suo padre tenesse così tanto a quel banale albero quando, improvvisamente, a pochi metri da lei, un automobilista perse il controllo della sua vettura che si diresse a gran velocità in direzione di Maria .

La ragazza, presa dal panico, restò impietrita e chiuse gli occhi. Pochi attimi ed un botto fortissimo glieli fece riaprire: l’auto aveva colpito Pino, danneggiando il suo tronco, ma fortunatamente lei e l’autista erano incolumi.

Forse per caso, o forse miracolosamente, l’albero l’aveva protetta e le aveva salvato la vita.

Passato lo spavento Maria pianse, si sedette vicino a Pino e gli parlò, come era solito fare suo padre, ringraziandolo e chiedendogli scusa per averlo trascurato. Gli promise inoltre che da quel giorno si sarebbe presa cura di lui.

Qualcosa in Maria era cambiato: aveva imparato a guardare Pino con occhi diversi ed a provare delle emozioni per lui, attribuendo alla sua presenza un significato del tutto nuovo.

Ciò che Maria aveva appreso è alla base della mission della Fondazione Albero Gemello Onlus, che ha come finalità la partecipazione al perpetuarsi della vita attraverso la natura, contribuendo allo sviluppo del verde per una rinascita ambientale: sostienila anche tu!

PHI Foundation è un’associazione che si occupa di sostenere ed aiutare tutti gli operatori che si muovono nell’ambito del Terzo Settore, attraverso l’informazione e la promozione di raccolte fondi.

Se vuoi aiutarci in questo compito, sostienici attraverso un contributo cliccando:

 

www.phifoundation.com

 

 

PHI Fondazione Social Innovation Community

È il nuovo modo di concepire l’engagement sociale al servizio della collettività

PARTECIPA ANCHE TU AL CAMBIAMENTO

ENTRA NELLA PRIMA SOCIAL INNOVATION COMMUNITY

 

 

Redazione

PHI Foundation

TEATRO CON MARIA: PER SCOPRIRE SE STESSI

TEATRO CON MARIA: PER SCOPRIRE SE STESSI

 

A teatro con Maria, essere qualcun altro per scoprire se stessi

Maria è una ragazza spagnola che sta cercando di scoprire meglio se stessa. Diventando differenti persone e dando voce a varie parti di sé in un posto così lontano dal resto del mondo per qualche minuto: il teatro.

 

A teatro con Maria

Come la maggior parte delle persone su questa terra ci sono così tante cose che non conosco di me e che sto ancora cercando di scoprire. È tutto quello che so. Mi considero selvaggia e vagabonda. Amo la ragazza dagli occhi verdi nei miei sogni. Non mi ritengo un’attrice ma amo recitare. E non voglio una vita comune.

 

La Maria

Non sono una ragazza popolare. Non lo sono mai stata e onestamente spero davvero di non diventare mai come quelle principessine che credono di dominare il mondo. Perciò non recito per diventare famosa. E se mai lo dovessi fare, giuro di smettere. Sono una figlia ribelle che cerca fortemente la libertà e so soltanto che riesco ad essere libera in due modi: viaggiando e recitando. In pratica sono quasi la stessa cosa per me, mi danno entrambi le stesse vibrazioni. Ma parliamo di teatro.

 

Il teatro

Recito da quando ho coscienza di me stessa. C’è qualcosa che mi spinge a farlo e, sfortunatamente o no, non mi piace essere me stessa. Calma, non ho nulla contro di me, ma non voglio essere solo quello. Ci sono così tante persone interessanti, lavori, personalità, tempi, momenti… Perché qualcuno vorrebbe essere soltanto una di queste cose? I miei amici e la mia famiglia perseguono quella stupida idea che la società ci vende, della famiglia, della casa e del lavoro perfetti e provare ad essere felici facendo le stesse cose ogni giorno. Non voglio quello. Voglio svegliarmi ogni giorno avendo la possibilità di essere qualcosa di diverso, ma anche una versione migliore di me. A teatro ogni volta che entro nella pelle dei personaggi che interpreto lo faccio con una parte di me, con le mie forze, con le mie debolezze, con la mia passione. Ciò mi aiuta a conoscermi meglio e ad aprirmi senza temere le reazioni di questa società crudele. Al posto di nascondermi mostro il più possibile, perché voglio fortemente interagire con gli spettatori e farli sentire in connessione con me e le mie sensazioni, in modo che qualcosa dentro di loro possa cambiare al termine dello spettacolo.

 

Recitare

Continuo a recitare perché mi libera e posso anche rendere liberi altri con me. Anche se solo per la durata dello spettacolo, a teatro ci distacchiamo da chi siamo e possiamo avere il coraggio di essere qualcun altro. Perché essere soltanto una persona e cercare di avere la vita perfetta può suonare bene. Ma perché dovrei volerlo?

 

Articolo originariamente postato in inglese su Cowboys from space.

Cowboys from space è un blog in inglese creato da Matt Supertramp in cui si invitano persone da tutto il mondo a scrivere storie riguardanti arte, musica e viaggi. Lo scopo del sito è quello di raccontare il mondo che ci circonda e come lo percepiamo grazie alle parole, alle immagini e ai suoni. A volte in modo poetico, a volte irriverente. Ma cercando sempre di essere spontanei.

 

Si ringrazia PHI Foundation per aver pubblicato la versione italiana di questo post.

 

 

PHI FOUNDATION SOCIAL INNOVATION COMMUNITY

 

 

Maria Fernandez

PHI Foundation