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La Grande Bellezza di Milano

La Grande Bellezza di Milano

Se “La Grande Bellezza” di Milano ancora ti è nascosta …..

 

La Grande Bellezza di Milano

Quando durante la notte degli Oscar 2014 la giuria nomina “ La Grande Bellezza ” miglior film straniero tutti gli italiani, anche solo per un momento, si sono sentiti fieri di quel patrimonio artistico senza tempo di cui Roma è, senza alcun dubbio, il miglior panorama del Belpaese.

Ma se scopriste che anche Milano non è da meno e nasconde scorci memorabili?

Avete mai provato a percorrere il Naviglio Grande all’alba o a sbirciare, tra i palazzi opulenti, magnifici cortili dietro portoni apparentemente anonimi?

Infatti, se “fredda”, “caotica” o “dispersiva” sono gli aggettivi meno crudeli che l’italiano medio utilizza quando parla della città di Milano e pochi la raccontano con appagamento o affettuosità, si può certamente dire che quasi nessuno si sofferma sulla sua bellezza nascosta. O quasi.

Se vi dicessi infatti che esiste una storica dell’arte “irriverente e non allineata”, come lei stessa si definisce qui, nativa belga e con un’importante carriera lavorativa nella città capitolina che un giorno decide di partire per Milano e, dopo un giro attento in sella alla sua bicicletta, capisce di non voler ripartire più e anzi decide di dedicarsi alla valorizzazione e divulgazione dei patrimonio artistico del capoluogo lombardo fondando un’associazione no profit, iniziereste a cambiare idea e comincereste a percepire Milano come una città d’arte esattamente come la sua cara sorella romana?

Ma andiamo per ordine: nel 2010 nasce Città nascosta Milano che si prefigge l’obbiettivo di “trasformare i cittadini da consumatori distratti in attori consapevoli della loro città” come dice qui la sua fondatrice Manuela Alessandra Filippi.

Negli anni il programma di quest’associazione culturale si arricchisce sempre più, numerose le iniziative per coinvolgere il pubblico alla scoperta de “La Grande Bellezza” milanese come ad esempio il progetto “La cultura si mangia! Un panino con…®” (dove il panino te lo danno davvero e non è solo un modo di dire!) grazie al quale anche durante la pausa pranzo si può ricavare un momento per dedicarsi alla cultura. Un vero salto nella storia della città meneghina quindi che spazia dai cortili più antichi ai nuovi grattacieli e che passa anche per il Palazzo della zecca, uno dei palazzi più interessanti delle 5 Vie, e che, dal 2014, è divenuta sede di Città nascosta Milano e nel 2015 ha aperto per la prima volta le sue porte in occasione delle Giornate di Primavera del FAI– Fondo Ambiente Italiano.

E chissà che un giorno, spinti dal desiderio di cercare vecchie monete tra gli angoli della Casa dello Zecchiere, anche voi riusciate a conoscere quest’associazione senza scopo di lucro che da sei anni dona ai più curiosi le chiavi per aprire i luoghi segreti di Milano e allora sì – sono certa- anche i più scettici riusciranno a vedere in Milano “ La Grande Bellezza ” che tanto ha illuminato Roma dopo il film di Sorrentino.

 

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Tumori Pediatrici

Tumori Pediatrici

«IO, domani…»: una Onlus contro i tumori pediatrici

Tumori Pediatrici

Tumori in età infantile

Fin dagli anni ’70 quando si sono verificati i primi casi di tumori pediatrici ad oggi, la ricerca scientifica ha effettuato notevoli progressi in questo ambito, diminuendo il tasso di mortalità e sviluppando terapie mediche sempre più efficaci e meno tossiche per il bambino.

Nella maggior parte dei casi, i tumori pediatrici non sono causati da stili di vita come errate abitudini alimentari o come conseguenza dell’esposizione ad ambienti inquinati, ma da fattori non del tutto noti sui quali è difficile effettuare azioni di prevenzione.

Le forme più diffuse di tumori pediatrici sono: leucemie, tumori del rene, della tiroide, delle ossa e del sistema nervoso centrale e vengono curati con la chemioterapia secondo schemi ben definiti, la radioterapia ed una terapia farmacologica con cortisonici ed antibiotici, unici mezzi attraverso i quali ottenere maggiori successi per la sopravvivenza dei malati.

La ricerca oncologica pediatrica sta mettendo a punto dei farmaci antitumorali meno tossici in modo da garantire al paziente in età adulta nessuna conseguenza negativa sul proprio stato di salute.

Il numero dei bambini affetti da queste malattie purtroppo ogni anno cresce sempre di più con un incremento del 2%.

Tumori Pediatrici

Il ruolo di «IO, domani…»

L’ associazione IO, domani… nasce nel 1984 grazie all’iniziativa del Professor Manuel Castello e di alcuni genitori di bambini ricoverati nel reparto di Oncologia pediatrica del Policlinico Umberto I di Roma, con lo scopo di rendere più confortevoli gli spazi del reparto, dare assistenza e sostegno ai bambini malati, diffondere i temi dell’oncologia pediatrica promuovendo convegni e seminari, favorendo e finanziando la ricerca clinica.

Nel 1995 diventa una Onlus e nel 1997 viene inaugurata a Roma la prima casa di accoglienza per le famiglie dei piccoli ospiti del suddetto reparto.

Esperienza dei volontari di «IO, domani…»

Molti giovani hanno offerto il loro impegno e dato la propria disponibilità a sostegno dei bambini affetti da queste malattie, standogli accanto, sostenendoli psicologicamente attraverso il dialogo e le attività ludiche. D’altro canto anche i volontari hanno ricevuto molte gratificazioni, dando sostegno ai bambini ed alle loro famiglie in un momento di sofferenza e dolore nella  lotta ai tumori in età infantile. Il lavoro dei volontari, coadiuvato con quello del personale medico e paramedico, è fondamentale durante il percorso terapeutico di guarigione del giovane paziente.

Molti bambini che sono riusciti a superare la fase critica della malattia hanno conservato un dolce ricordo dell’ attività dei volontari, dei medici e della loro degenza nel reparto oncologico dell’ ospedale.

Tumori Pediatrici

Chiunque volesse offrire il proprio concreto contributo per aiutare la lotta contro i tumori pediatrici può diventare volontario/a, collegandosi al sito www.phifoundation.com

 

 

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Cane: Come Adottare un Cane

Cane: Come Adottare un Cane

ADOTTARE UN CANE…

Cane: Come Adottare un Cane

CANE: ANIMALI DIVENUTI DOMESTICI…

Cane: Molte persone posseggono animali nelle proprie abitazioni e sono in continuo aumento le adozioni di cuccioli e di animali di diverso tipo.

Infatti se vent’anni fa era normale avere un cucciolo di cane o di gatto, o un criceto o una tartaruga o un pesciolino rosso o un pappagallo, oggigiorno alcune persone sono fiere di avere nella propria abitazione un rettile, un’iguana, una scimmia, un maialino nano, delle oche da giardino, insomma animali di specie particolari che vivono di norma in natura ed allo stato brado.

Alcuni con la passione dei serpenti, li tengono nelle abitazioni in un numero elevato, altri con la passione per i cani instaurano col cane un legame di affetto smodato, scambiandolo talvolta per un figlio, esaltandosi eccessivamente in ciò e trascendendo il concetto che un cane appartiene al genere animale e non al genere umano.

Spesso, contrariamente alle esagerazioni di affetto spropositato e smisurato per gli animali, invece in altri casi, questi ultimi sono vittime di violenze da parte dell’uomo, quando è doveroso avere rispetto per queste dolci creature.

Commettere violenze sugli animali è un reato penale punibile con l’arresto oltre a multe salatissime, ma si registrano nella popolazione episodi di zoosadismo (ossia persone per lo più di sesso maschile, affette da un disturbo psichiatrico che le portano a provare piacere nell’osservare od infliggere sofferenze sugli animali).

Sarebbe opportuno che ci fosse un equilibrio ed un bilanciamento anche in questo aspetto, ossia si passa da un amore materno verso gli animali al commettere su di essi le violenze più orribili e spaventose.

TRE ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO ANIMALISTA

Nel 1994 è nata a Roma l’associazione di volontariato ambientale Code Felici con lo scopo di prendersi cura dei cani offrendo loro cure medico-veterinarie, cibo, pulizia, coccole e giochi.

Il canile ospita 50 cani ed ogni giorno hanno le cure e l’affetto dei volontari che si offrono per il loro sostentamento.

Dopo due anni nel 1996 sempre a Roma è stata fondata Io Libero, una Onlus che ha lo scopo di garantire il benessere degli animali ospitati nei canili, migliorandone le loro condizioni di vita.

I volontari si prendono cura dei cani assistendoli sotto l’aspetto sanitario, ricreativo e sponsorizzando le adozioni sui siti animalisti.

Invece ben 7 anni fa, nel 2012 è nata ALFA, una Onlus presente in diverse regioni italiane, con l’obbiettivo di combattere il randagismo e di difendere i diritti degli animali, infatti l’associazione è riuscita a salvare 400 cani abbandonati ed a fare più di 1.000 adozioni.

Chiunque voglia diventare volontario e dare il proprio sostegno alle suddette associazioni può connettersi sui loro siti internet.

CONCLUSIONI

Adottare e possedere un cane è una grande responsabilità per i proprietari dell’animale i quali sono tenuti a comportarsi in modo rispettoso nei confronti delle altre persone ossia devono portare il proprio cane col guinzaglio e la museruola nei luoghi pubblici, stare a debita distanza da bambini e dalle persone in modo tale da non arrecare fastidi agli altri, devono raccogliere le deiezioni canine per non sporcare le aree pubbliche urbane come marciapiedi, parchi, strade etc.

Confido sempre nel senso civico umano, che si ponga attenzione e che si abbia cura e rispetto sia per gli animali che per l’ambiente che ci circonda.

E soprattutto i cani vanno difesi, protetti e tutelati da chi invece li maltratta o li abbandona, perché se è vero che “il cane è il miglior amico dell’uomo” è anche vero che a volte “l’uomo non è il miglior amico del cane“.

 

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Rifugiati: Refugees Welcome Italia

Rifugiati: Refugees Welcome Italia

Refugees Welcome Italia: nuovo modo accogliere rifugiati vecchio come il mondo

L’associazione “Refugees Welcome Italia”, nata a dicembre 2015, è parte di un network internazionale che promuove la diffusione dell’accoglienza domestica di rifugiati e richiedenti asilo.

 

Rifugiati: Refugees Welcome Italia

La chiamano emergenza migranti e nell’immaginario collettivo è rappresentata da flussi incessanti di rifugiati disperati, in fuga da guerre e fame, che sbarcano nel nostro paese in cerca di un posto sicuro.

La cronaca quotidiana non ci racconta che, una volta terminato il percorso che dalla richiesta di asilo termina nel riconoscimento dello status di rifugiato, coloro che sono stati ritenuti idonei si trovano in una condizione di vulnerabilità dovuta all’uscita degli stessi dai sistemi di protezione offerti dal nostro sistema di accoglienza.

Dal momento in cui si ottengono i documenti decorrono più o meno 6 mesi, durante i quali il rifugiato deve trovarsi una fonte di reddito e terminare i corsi di lingua e l’eventuale tirocinio formativo, offerti dalle associazioni che lo hanno avuto in carico.

In questa fase, la cosiddetta terza accoglienza, spesso i rifugiati non hanno un alloggio sicuro né un lavoro, se non in nero. Ecco perché è necessario evitare che queste persone finiscano nel baratro della vita di strada, con i documenti in regola ma senza prospettive future.

Rifugiati

L’associazione Refugees Welcome Italia, nata a dicembre del 2015, si occupa principalmente di loro. Parte di un network internazionale di 11 organizzazioni gemelle, si sta affermando anche nel nostro paese con l’obiettivo di diffondere una cultura dell’accoglienza domestica, ritagliata sulle esigenze dei singoli protagonisti.

Come funziona?

Mettiamo che io abbia una camera in più: posso iscrivermi al sito web, rispondere a qualche breve domanda e lasciare una mail di contatto. Nel più breve tempo possibile, sarò ricontattata dallo staff di Refugees Welcome, che valuterà se le mie esigenze incontrano quelle dei rifugiati iscritti alla stessa piattaforma.

In sostanza, l’associazione si occupa del matching tra ospite e ospitante, garantendo ad entrambi l’assistenza necessaria in tutte le fasi che dal primo incontro terminano nella convivenza. É previsto un periodo minimo di 3 mesi, per favorire l’avvio di un processo di conoscenza reciproca, solleva il rifugiato dalle incombenze quotidiane e permette di concentrarsi sulla ricerca di un lavoro e un alloggio da cui ripartire. Qualora gli ospitanti lo ritenessero necessario, Refugees Welcome li assiste nella messa online di micro-campagne di crowdfunding, supportandoli nel raggiungimento degli obiettivi di raccolta prefissati.

In generale, c’è un aspetto che più degli altri mi ha stupito nell’approccio di Refugees Welcome e che ho subito apprezzato: non contano tanto i numeri, quanto piuttosto la qualità degli abbinamenti! Dal primo contatto alla convivenza può passare anche più di un mese. Oltre alle necessità pratiche, occorre valutare bene il background personale e le motivazioni di entrambi i soggetti.

Refugees Welcome Italia ha avviato una campagna di comunicazione che permette di far conoscere questo tipo di ospitalità al grande pubblico. Grande risonanza in termini di nuovi iscritti è stata registrata in seguito al servizio de Le Iene andato in onda su Italia 1, a metà aprile scorso.

I rifugiati, invece, vengono raggiunti con modalità diverse. Si tende infatti a lavorare in stretta collaborazione con gli assistenti sociali delle associazioni che si occupano di prima e seconda accoglienza (come l’accoglienza integrata SPRAR). In tal modo, gli abbinamenti vengono triangolati tra aspiranti ospiti, ospitanti e associazioni avendo cura di perseguire il benessere di tutti gli attori in gioco.

A livello territoriale l’associazione è strutturata in gruppi locali, a Milano, Roma, Torino, Bologna. I volontari interessati a costituire gruppi locali in altre città sono in continua crescita.

Eventi di sensibilizzazione e raccolta fondi vengono spesso organizzati al fine di diffondere una cultura dell’accoglienza più partecipativa e diretta.

Una bella occasione per aiutare chi si trova in difficoltà, aprendo semplicemente la porta di casa. In fondo, nulla di nuovo rispetto a quanto fatto dai nostri nonni durante gli anni cupi della guerra!

 

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Sacro Cuore: una Mostra da Sogno

Sacro Cuore: una Mostra da Sogno

Al “Sacro Cuore” una mostra da sogno !

 

Sacro Cuore: una Mostra da Sogno

Si è tenuto a Foggia sabato 6 maggio, festa di san Domenico Savio, presso l’ oratorio salesiano del Sacro Cuore, l’evento conclusivo del concorso artistico ” sogna ragazzo sogna ” che ha visto  la partecipazione di un centinaio di ragazzi delle scuole elementari e medie del territorio, che con fantasia e passione hanno rappresentato, con dei disegni, la professione e il progetto di vita, che nel loro sogno immaginano per il loro futuro, scegliendo come location le zone più significative della città di Foggia .

Un concorso promosso dall’associazione di promozione sociale Sacro Cuore, una realtà  fortemente radicata sul territorio, sede locale  della Federazione SCS/CONS – Salesiani per il sociale ed affiliata all’ Aics – Associazione Italiana Cultura e Sport, che da dieci anni promuove, insieme all’ oratorio Sacro Cuore, nel segno di  don Bosco svariate attività: doposcuola, musical, concorsi musicali, e tanto altro a favore dei più piccoli.

Un’ iniziativa di successo sogna ragazzo sogna ”, che quest’anno, per la sua terza edizione, ha visto oltre al patrocinio del comune di Foggia, un nuovo prestigioso riconoscimento quello del  Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione Puglia; oltre al prezioso contributo di numerosi altri partner: il Comitato Civico Gente di Foggia, la rivista DirittoMinorile.it (tutela della Famiglia e dei Minori) ed importanti collaborazioni con l’Assessorato alla Cultura e alla Pubblica Istruzione e con gli uffici diocesani di Pastorale Giovanile, per l’Educazione – la Scuola e l’Università.

A dare spazio e visione al sogno dei più piccoli ci ha pensato l’ oratorio salesiano del Sacro Cuore dove per l’occasione è stata allestita una mostra con tutti i disegni dei piccoli artisti partecipanti.

Anche quest’anno significativi e importanti i premi messi in palio per il concorso, doni pensati non solo per i ragazzi ma anche per le loro famiglie; Ai primi classificati un viaggio e soggiorno a Roma, per i secondi classificati una cena offerta in un locale foggiano; per i terzi un ingresso gratuito al cinema.

Intenso il programma della manifestazione conclusiva che oltre alla premiazione pubblica dei vincitori del concorso, alla presenza delle istituzioni cittadine, ha riservato sia per i visitatori della mostra che per i partecipanti al concorso numerose sorprese e premi; durante la mostra infatti i visitatori hanno potuto votare il disegno preferito e contemporaneamente partecipare ad una estrazione con in palio i biglietti del nuovo spettacolo “Alice, il musical delle meraviglie” il family show che l’associazione metterà in scena il 29 Maggio presso il Teatro Umberto Giordano, stesso premio per gli autori dei disegni più votati durante la mostra.

Nel corso dell’evento gli organizzatori hanno presentato la campagna “Sostieni i Salesiani per il Sociale con il 5×1000 : firma e scrivi il codice fiscale 97099620581″ e promosso la campagna SIV (Sostegno In Vicinanza), con l’intento di attivare un sistema di sostegno ai giovani, ragazzi e bambini emarginati del nostro paese.

L’evento ha rappresentato, una festa per tutti, un’occasione per respirare insieme, attraverso l’arte del disegno creativo dei ragazzi, una cultura della speranza, del sogno e del pensiero positivo, un’ opportunità per tutti per conoscere e aiutare a realizzare i desideri dei più piccoli.

Per rivivere le emozioni della festa  è possibile visitare il canale youtube dell’aps Sacro Cuore.

 

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Il Volontariato Internazionale

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VOLONTARIATO INTERNAZIONALE: ECCO PERCHÈ FARLO

Il Volontariato Internazionale

COS’È IL VOLONTARIATO INTERNAZIONALE ?

Il volontariato internazionale è un’attività di aiuto gratuito verso persone che hanno bisogno di assistenza in situazioni d’indigenza dovuto alle calamità, alla povertà, a malattie, da parte di individui che offrono il loro sostegno spontaneamente e gratuitamente in tutto il mondo, verso chi è in condizioni di difficoltà.

Il volontario è colui che seguendo la propria volontà si presta a collaborare in circostanze estreme di criticità indipendente da obblighi, costrizione esterne e lucro.

Il volontariato internazionale rientra in una macro area di aiuti volontari, che toccano tutti i continenti: dall’Europa, all’America, all’Africa , all’Asia, contrapponendosi al microvolontariato, che non richiede nè un impegno continuo nè un periodo di formazione.

Il volontariato internazionale è un’esperienza da svolgere nell’ambito di associazioni di volontariato, missioni umanitarie e campi di lavoro, che può fare chiunque abbia una forte motivazione, uno spirito d’iniziativa, una buona capacità di lavorare in gruppo, uno spirito d’adattamento per chi presta servizio in Paesi fortemente disagiati e soprattutto, essere consapevoli di quello che si va a fare.

È un’ esperienza densa di emozioni e significati che rappresenta un’ampliamento delle conoscenze e l’acquisizione di una nuova coscienza del mondo che ci circonda.

Fare il volontario significa aprirsi a nuovi punti di vista, a nuove informazioni personali e professionali, ampliare le proprie capacità, amicizie ed esperienze in ambito internazionale e solidale.

L’attività di volontariato è in costante crescita, circa il 20% della popolazione italiana offre il proprio aiuto in Italia, mentre il 10%  si presta in progetti di cooperazione internazionale.

DUE ASSOCIAZIONI PER IL VOLONTARIATO INTERNAZIONALE

L’AFSAI (acronimo di Associazione per la Formazione, gli Scambi e le Attività Interculturali) propone attività internazionali per giovani e studenti.

L’AFSAI è nato a Roma nel 1958, unica associazione, in quel periodo, ad occuparsi di volontariato giovanile nazionale, europeo ed internazionale.

L’associazione offre la possibilità agli studenti delle scuole superiori di fare un’esperienza di volontariato internazionale in Europa (Germania, Francia, Spagna, Irlanda), in Cina e Stati Uniti, svolgendo attività socio-educative negli asili, assistenza negli orfanotrofi ed attuando progetti di protezione ambientale.

Chi fosse interessato a partecipare può consultare il sito internet www.afsai.it.

E poi c’è anche l’associazione Joint, sorta a Milano nel 2003, che è pronta ad offrire opportunità di mobilità internazionale per i giovani tra i 18 ed i 30 anni.

Bisogna iscriversi all’associazione e candidarsi ai vari progetti disponibili.

C’è la possibilità di svolgere attività di animazione ed insegnamento ai bambini in Ghana, attivare progetti di microfinanza collaborando con i commercianti e piccole cooperative in Ghana al fine di ridurre la povertà, svolgere attività educative in Palestina e di sviluppo a Solan, in India.

Per chi ama viaggiare ed unendo a questa passione quella di fare un’esperienza da volontario può consultare  la pagina web www.volontariatointernazioanle.org.

Il volontariato internazionale è un’importante esperienza di vita che dà la possibilità di conoscere nuovi aspetti, nuove culture ed offre un’apertura verso il mondo in un’ottica di ampliamento.

 

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Terzo Settore il Non Profit

Terzo Settore Non Profit

Terzo Settore il Non Profit

Terzo Settore il Non Profit: CARATTERISTICHE DEL TERZO SETTORE

Terzo Settore il Non Profit: L’espressione Terzo settore si trova già alla fine del Novecento e sta ad indicare una realtà socio-economica che si separa dallo Stato e dall’economia.

Il Terzo settore (o settore no-profit) si identifica con quell’insieme di attività produttive che non ricercano un profitto nè rientrano nell’ambito di un’amministrazione pubblica differenziandosi in ambito internazionale dal cosiddetto welfare americano che garantisce assistenza alla cittadinanza tramite interventi erogati da istituzioni pubbliche.

Un’organizzazione per poter appartenere al Terzo settore deve avere un suo statuto ed una governance interna, essere separata dal settore pubblico-statale, non distribuire profitti ai membri dipendenti e sul piano operativo disporre, quindi, di lavoro volontario.

Le organizzazioni del Terzo settore possono assumere un’ampia varietà di forme legali ed istituzionali, ossia possono essere: organizzazioni no-profit, Ong (organizzazioni non governative), Onlus (organizzazione non lucrativa di utilità sociale), organizzazioni artistiche e culturali, congregazioni religiose, club sportivi etc..

Il Terzo settore, distanziandosi dall’attività statale, offre in modo del tutto gratuito assistenza, sostegno alle persone bisognose, intervenendo nelle più disparate situazioni critiche di difficoltà ed offrendo un aiuto concreto ed efficace che lo Stato stesso non è in grado di fornire.

Il Terzo settore incide sul PIL italiano del 2% mentre per le attività legate all’ambito sociale occupa il 15% del PIL italiano.

Terzo Settore il Non Profit

LEGGI DEL TERZO SETTORE

La legislazione italiana ha disciplinato il Terzo settore, dando una definizione giuridica con la legge delega 106/2016 in cui si è stabilito che il Terzo settore ha una sua natura giuridica privata non lucrativa, un suo atto costitutivo, persegue finalità civiche, solidaristiche, di utilità sociale ed attua il principio di sussidiarietà.

Dopo un anno è stato emanato il decreto legislativo 117/2017 che con 104 articoli fissa le regole comuni per gli enti del Terzo settore e più recentemente il decreto legislativo 105/2018 che contiene le disposizioni correttive ed integrative del Codice del Terzo settore, ribadendo quanto già sopradetto aggiungendo inoltre che le associazioni politiche, i sindacati, le associazioni economiche non rientrano nel Terzo settore, vige l’obbligo di redigere il bilancio dell’ associazione, un regime fiscale favorevole, l’ assegnazione d’ immobili pubblici inutilizzati.

Terzo Settore il Non Profit

DUE ASSOCIAZIONI DEL TERZO SETTORE

Il Forum Nazionale del Terzo Settore è un’associazione senza scopo di lucro costituito a Roma nel 1997 da alcuni soci, con lo scopo di valorizzare e potenziare l’azione del volontariato, dell’associazionismo, della cooperazione sociale, della solidarietà internazionale (www.forumterzosettore.it).

Al Forum Nazionale del Terzo Settore possono partecipare i soci, gli enti aderenti, i forum regionali e territoriali.

Il Forum ha lo scopo di rappresentare gli interessi e le istanze comuni delle organizzazioni del Terzo settore a livello internazionale, nazionale e locale nei confronti di istituzioni, di forze politiche e di organizzazioni socio-economiche; promuovere lo sviluppo del Terzo settore, svolgere attività di promozione, studio, analisi tecnico-scientifica in materia istituzionale e di collaborare con organismi internazionali per diffondere i propri scopi e valori.

L’associazione elegge ogni 4 anni un portavoce, che è il rappresentante legale del Forum, ha il potere di firma e la funzione di esprimere l’unità politica del Forum, rappresentandolo presso le istituzioni pubbliche e private.

In aggiunta c’è Italia no profit, un portale internet dove registrare associazioni, fondazioni, organizzazioni di volontariato e cooperative sociali, per avere una maggiore visibilità, trasparenza, migliori servizi ed un maggior sviluppo economico nella campagne di crowfunding (www.italianoprofit.it).

L’attività del Terzo Settore è sempre più importante e determinante nella società attuale dove i volontari devono fronteggiare situazioni di difficoltà in vari ambiti, dalla sanità, all’assistenzialismo, ai problemi ambientali e molto spesso lo Stato e le istituzioni dimostrano le loro incapacità ed inadeguatezze nell’affrontare le situazioni di criticità.

 

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LA SCLEROSI MULTIPLA

LA SCLEROSI MULTIPLA

CHE COS’ È LA SCLEROSI MULTIPLA ?

La sclerosi multipla è una malattia neurodegenerativa demielinizzante, che comporta la perdita della mielina (o guaina mielinica, la quale ha una struttura biancastra multilamellare con funzione isolante che avvolge gli assoni di tutti i neuroni degli esseri vertebrati) in molte aree del sistema nervoso centrale.

Durante il processo di demielizzazione c’è una fase iniziale infiammatoria a cui segue una fase cronica con cicatrici e placche all’interno del sistema nervoso centrale.

La Sclerosi Multipla è causata da fattori ambientali, genetici ma non è ereditaria; in seguito a degli studi epidemiologici condotti in molte zone del mondo è emerso che questa malattia è più diffusa nell’emisfero settentrionale e meridionale  mentre in zone più vicine all’equatore le popolazioni vengono colpite con una percentuale molto bassa.

Una maggior incidenza della malattia si ha nel Canada, nell’America del Nord, in Australia ed in Nuova Zelanda mentre più ci si avvicina all’equatore e più la possibilità di diffusione della malattia è nulla.

Infatti in zone molto assolate il corpo umano produce molta vitamina D (un ormone utile per le ossa, il sangue, il cervello e pelle) e la possibilità di contrarre la malattia è ridotta, registrando un tasso di malattie riscontrate molto basso.

In tutto il mondo si registrano circa 3.000.000 di persone ammalate di Sclerosi Multipla, di cui 600.000 in Europa e 180.000 soltanto in Italia.

STORIA DELLA SCLEROSI MULTIPLA

Il primo caso di Sclerosi Multipla si è registrato in Olanda sul finire del 1300, dopo 4 secoli si sono registrati altri due casi di SM.

Sul finire dell’Ottocento il neurologo francese Jean-Martin Chargot fu il primo a riconoscere la SM, individuando la triade di Chargot, ossia i tre segni della malattia: il nistagmo, il tremore intenzionale e la parola scandita.

Allievo e seguace di Chargot fu Pierre Marie che fece importanti ricerche in ambito neurologico ed endocrinologico.

Gli studi e le ricerche in questo campo proseguirono per tutto il Novecento con lo scienziato biomedico americano Elvin Kabat ed il fisico svizzero Felix Bloch, Nobel per la fisica per il contributo alla nascita della risonanza magnetica nucleare.

Nel 1957 due virologi Alick Isaacs e Jean Lindenmann scoprirono l’interferone, una proteina capace d’interferire con la replicazione di agenti patogeni e di regolarizzare il sistema immunitario.

 TERAPIE

L’interferone beta b1, primo farmaco approvato negli Stati Uniti d’America nel 1993, fu un’ importante scoperta nella cura della Sclerosi Multipla e delle recidive, nel 1996 fu approvato e somministrato gratuitamente ai malati in Italia, poi nel 2000 fu approvato e diffuso anche l’interferone b1a col compito di rallentare la progressione della malattia.

In presenza di ricadute e remissioni si segue una terapia farmacologica steroidea somministrata per via orale o in fleboclisi, a cui seguono progetti riabilitativi a seconda dei sintomi e dei problemi manifestati durante il decorso della malattia.

L’AISM

L’Associazione Italiana Sclerosi Multipla (AISM), nasce a Roma nel 1968 per rappresentare i diritti e le speranze delle persone malate di SM. Nei suoi 50 anni l’AISM ha migliorato la vita dei malati grazie al lavoro degli oltre 13.000 volontari, sostenuto la ricerca investendo 20 milioni di euro, tutelato i diritti sociali e civili dei malati, sensibilizzato le persone, diffuso informazioni, dialogato con enti ed istituzioni in favore dei malati affetti da Sclerosi Multipla e si è diffusa capillarmente lungo tutto il territorio nazionale con 100 sezioni presenti in quasi tutte le province italiane.

Chiunque volesse contribuire al sostegno dell’associazione può divenire volontario e/o socio, oppure può contribuire alla ricerca comprando una gardensia durante le giornate del 8, 9 e 10 Marzo, in occasione dell’annuale evento promosso dall’associazione, in tutte le piazze d’Italia.

Per info: https://sostienici.aism.it/gardensia/

 

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Popoli Indigeni Impegno Claudio Santamaria

Popoli Indigeni Impegno Claudio Santamaria

Popoli Indigeni Impegno Claudio Santamaria

Claudio Santamaria e il suo impegno umanitario

a difesa dei popoli indigeni

Popoli Indigeni

È ormai cosa nota che dietro gli occhioni blu e la barbetta incolta dell’attore Claudio Santamaria, si celi un uomo tutt’altro che superficiale e, anzi, dedito ad un certo impegno umanitario. Forse però pochi sanno che Santamaria ha un debole per una categoria sociale, se così possiamo definirla, piuttosto insolita. Si tratta dei cosiddetti popoli indigeni, resistenti nuclei umani a testimonianza di una realtà che, a primo impatto, sa di arcaico, superato, selvaggio.

Ad un secondo sguardo, però, l’esistenza di questi popoli testimonia piuttosto che la diversità umana è ancora oggi, a dispetto dell’era della globalizzazione in cui viviamo, piuttosto ricca.

Con indigeni si vuole indicare gli abitanti nativi di un determinato luogo, ovvero i diretti discendenti dei popoli ancestrali che lo hanno popolato in passato: gruppi umani tratteggiati spesso da elementi culturali caratterizzanti circa lo stile di vita, la ritualità, la lingua madre.

I diritti dei popoli indigeni:

Esistono infatti popoli, uomini, che, vicino o lontani da una minacciosa estinzione, contrassegnano le proprie vite dedicandosi a sistemi economici primitivi, alla devozione a divinità poligamiche sconosciute ai più e al confezionamento artigianale di abiti e oggetti tradizionali. Spesso vivono in dimore rudimentali e non sentono l’impellente esigenza di riempire di tecnologia le loro esistenze. In altri casi, invece, vengono rigettati via dalla corrente progressista del loro paese, lasciati ai margini, sul ciglio della strada dello sviluppo.

In ogni caso si tratta di popoli spesso perseguitati e indifesi, che con i pochi mezzi di cui dispongono lottano per preservare la loro terra dalle ingordigie delle multinazionali, delle compagnie minerarie e dai mercati. Lottano, in poche parole, per il diritto alla salvaguardia del proprio piccolo angolo di mondo. Spesso questo angolo di mondo altro non è che un pezzo di foresta ed è, in fondo, interesse di tutti gli essere umani del pianeta proteggerla da ulteriori deforestazioni e condotte inquinanti.

Survival International:

Chi si dedica alla difesa di questi popoli e delle loro cause è, dal 1969, Survival International, l’unica organizzazione ad occuparsi dei diritti dei popoli indigeni in tutto il mondo, senza scopo di lucro e senza godere di entrate (tantomeno di finanziamenti statali), se non quelle liberamente pervenute grazie alle donazioni dei volontari.

Fra gli ambasciatori di Survival International c’è proprio l’italianissimo Claudio Santamaria, che nel 2009 ha prestato la sua voce al film-documentario “Mine: Storia di una montagna sacra”, che ha vinto il premio per il “miglior corto” nella categoria Diritti Umani dell’Artivist Film Festival di Hollywood.

La storia che viene raccontata è la battaglia dei Dongria Kondh, popolo indigeno dell’India che lotta per impedire alla compagnia Vedanta l’estrazione di risorse minerarie dalla montagna Niyamgiri, a loro molto cara poiché considerata sacra e venerata come una divinità.

ANTEPRIMA DEL VIDEO: https://www.survival.it/film/mine%20

L’attore ha inoltre collaborato a diverse iniziative per la sensibilizzazione e/o la raccolta di fondi da destinare alle campagne promosse da Survival International. Il 2 marzo 2010 ha messo in scena al teatro piccolo Eliseo di Roma lo spettacolo “La notte poco prima della foresta”, un monologo senza respiro che parla della difficile condizione dell’essere straniero. Nella piece il protagonista arriva a desiderare di scappare dalla periferia urbana in cui si sente ingabbiato e rifugiarsi nella foresta, lontano da ingiustizie, guerre e stress. In quell’occasione Santamaria, in qualità di testimonial, ha portato a conoscenza del suo pubblico le attività promosse da Survival International.

La campagna per i popoli incontattati:

Fedele con il suo impegno, a febbraio del 2018, Santamaria ha lanciato insieme ad altri attori dal calibro di Gillian Anderson e Wagner Moura (attore protagonista della serie “Narcos”), una campagna mondiale con un toccante video-appello a difesa dei popoli incontattati. Si tratta di manciate di uomini, donne, bambini, distribuiti per il pianeta, dall’Amazzonia alla Papua Occidentale, il quale stile di vita ricorda quello dei nostri preistorici antenati. La storia di questi curiosi popoli millenari si è susseguita nei secoli in maniera del tutto indipendente da quella del resto dell’umanità e la loro memoria sopravvive solo grazie ai racconti dei pochi superstiti. Essi non hanno rapporti con le civiltà dominanti dei confini politici a cui appartengono le loro terre. Sono del tutto estranei ai flussi globalizzanti, sia quelli mediatici che quelli culturali e, per questa ragione, si tratta di popoli vulnerabili e del tutto impreparati agli strumenti del progresso dell’Occidente.

Popoli indigeni che potrebbero soccombere di fronte alla speculazione edilizia, all’espansionismo di altri gruppi umani o al solo incontro fisico (per via della mancanza di difese immunitarie adeguate) con essi.

ANTEPRIMA DEL VIDEO: https://www.survival.it/notizie/11927

L’impegno umanitario di Santamaria ci ricorda che molte grandi battaglie per i diritti umani si combattono grazie alla conoscenza e a mobilitazioni globali. La diversità umana è sotto minaccia ma abbiamo la possibilità di apportare un aiuto concreto, come sempre nel nostro piccolo, informandoci, facendo donazioni, condividendo e firmando gli appelli umanitari.

 

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Mafia: Raccontare il territorio per contrastare la subcultura della mafia

Mafia: Raccontare per contrastare la subcultura

Mafia: Raccontare il territorio per contrastare la subcultura

 

Mafia: Eroi italiani come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino hanno sacrificato la propria vita per la lotta alla mafia e ci hanno insegnato che importante è non solo colpire i patrimoni dei mafiosi, come soldi, terreni, case, ma anche scalfire quell’atteggiamento di omertà di cui essi si nutrono.

Come? Con comunicazione, arte e cultura.

 

Mafia: Raccontare per contrastare la subcultura

La mostra “Cultura+Legalità=Libertà, l’arte contro le mafie”, allestita nel 2012 presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma su iniziativa dell’associazione Arte INdivisa in collaborazione con la Polizia di Stato, è stata una chiaro grido per dire no alla illegalità. Ha proposto un percorso alternativo per parlare della mafia e alla mafia seguendo l’insegnamento di Paolo Borsellino che diceva: “Parlate della mafia. Parlatene alla radio, in televisione, sui giornali. Però parlatene”.

La mostra è stata ideata da Arte Indivisa, un’associazione nata dalla volontà di un gruppo di artisti appartenenti al Dipartimento della Pubblica Sicurezza con l’obiettivo di creare attraverso l’espressione artistica una mediazione tra impegno sociale e Istituzione Polizia di Stato.

Nel periodo di apertura dell’esposizione sono state ospitate studentesse e studenti romani che hanno ripercorso i vissuti dei protagonisti che hanno combattuto la mafia, in alcuni casi pagando questa scelta di libertà con la propria vita. Il progetto ha ottenuto il conferimento della medaglia “Premio di rappresentanza”, del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

Gli scatti di Letizia Battaglia, una delle prime fotoreporter in Italia, che, con energia e coraggio, hanno ritratto luoghi e vittime degli omicidi di mafia a Palermo, rappresentano un altro tentativo di non normalizzare il male e la sua banalità ma di rappresentarne tutte le ombre e il dolore sommersi. Oltre 140 scatti della giornalista sono stati esposti nella primavera scorsa, tutti insieme per la prima volta, nello spazio ZAC dei Cantieri Culturali alla Zisa di Palermo.

La mostra, intitolata “Anthologia”, è stata promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Palermo in collaborazione con la Fondazione Sambuca per celebrare gli ottant’anni della reporter, che ha fotografato l’anima nera della sua terra iniziando come cronista del quotidiano L’Ora fino a raggiungere fama internazionale.

La cultura dell’impegno e della consapevolezza possono contrastare l’atteggiamento di omertà che contribuisce allo sviluppo della vita malavitosa. Questo è il messaggio di “Io Resisto– Mostra della resistenza e dell’impegno civile”, inaugurata il 3 dicembre di quest’anno in un bene confiscato alla camorra a Casal di Principe per raccontare il territorio e la resistenza in Campania.

La mostra, rappresentata da 250 lavori, è sostenuta dalla Fondazione Con il Sud in partnership con altre associazioni del territorio nell’ambito del programma “Identità in rete”, nato per promuovere le attività realizzate dalle organizzazioni del terzo settore e del volontariato nell’Italia Meridionale.

La mafia può dunque uccidere i corpi ma non i pensieri, può devastare i territori ma non l’arte di rappresentarli. Crede di controllare ogni cosa però non soffocherà mai e poi mai la libertà di dire NO all’illegalità e alla violenza.

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LA LEUCEMIA: UNA MALATTIA RARA

LA LEUCEMIA: UNA MALATTIA RARA

LA LEUCEMIA: UNA MALATTIA RARA

LEUCEMIA: LA PATOLOGIA

La leucemia è un tipo di tumore caratterizzato dalla proliferazione neoplastica delle cellule staminali ematopoietiche con il conseguente aumento anomalo dei globuli bianchi detti blasti patologici, che si accumulano nel midollo osseo compromettendo la differenziazione e proliferazione della normale filiera emopoietica (ossia i leucociti vanno a bloccare la crescita delle altre cellule della filiera).

Nel midollo osseo si trovano i blasti sani che danno origine a tre filiere ematopoietiche: i mieloblasti, i linfoblasti ed i megacarioblasti.

La leucemia è una neoplasia che colpisce il sangue, il  midollo osseo ed il sistema linfatico ed a seconda della linea cellulare verso cui evolve il clone leucemico si avrà una leucemia di tipo linfoblastica o mieloide distinte a loro volta tra una fase acuta ed una fase cronica in base alla velocità di progressione della malattia: nel primo caso il numero delle cellule tumorali aumenta velocemente mentre nel secondo caso proliferano più lentamente.

La diagnosi viene fatta tramite approfondite analisi del sangue o tramite un esame citologico del midollo osseo.

Questa malattia ha una maggior diffusione nei Paesi sviluppati, da un punto di vista eziologico si ipotizza che può essere causata da: una predisposizione familiare, dall’esposizione all’aria inquinata, dal fumo attivo e dal fumo passivo, dall’herpes virale.

Tuttavia ogni anno si registrano 265.000 decessi per leucemia.

La leucemia colpisce anche i bambini (leucemia pediatrica) con un incidenza del 30% nella popolazione italiana.

LEUCEMIA: IL SOSTEGNO E L’AIUTO DELL’AIL

L’AIL (Associazione Italiana contro le leucemie-linfoma e mieloma) è una ONP (Organizzazione no profit) costituita a Roma nel 1969 con lo scopo di assistere i pazienti leucemici, sostenere la ricerca scientifica, promuovere la formazione e l’aggiornamento di medici, biologi e tecnici di laboratori.

L’Ail è presente in ogni regione italiana col compito di: finanziare la ricerca contro la leucemia, organizzare seminari dedicati alle principali malattie ematologiche, offrire cure domiciliari, dare alloggi per i malati e per le loro famiglie.

L’Ail organizza giornate di raccolta fondi durante il periodo natalizio e pasquale destinati alla ricerca.

Si può sostenere questa associazione con una donazione, o attraverso il 5×1000, o con lasciti, diventando donatore di sangue e/o di cellule staminali.

Il sostegno da parte di tutti è molto importante nella cura di questa patologia, per ottenere la sopravvivenza e la guarigione del malato.

Grazie alle recenti cure mediche come i trapianti di midollo osseo, di cellule staminali ed alle trasfusioni circa il 20% dei pazienti malati è riuscito ad ottenere una guarigione definitiva.

Chiunque volesse sostenere l’Ail, offrendo il proprio aiuto e supporto verso chi soffre di leucemia, può diventare volontario consultando il sito web o la pagina Facebook.

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I Senzatetto: Cercasi Personal Shopper

I Senzatetto: Cercasi Personal Shopper

I Senzatetto: Cercasi Personal Shopper

AAA: Cercasi-Personal-Shopper-per-i-senzatetto-in-tempo-crisi

 

I Senzatetto: “Pantaloni, ho un disperato bisogno di pantaloni”. Queste le parole che mi hanno accolto quando ho varcato la soglia di una stanza piena di vestiti finemente piegati e di donne con un gran sorriso e una giubba rossa. Aiutano i senzatetto a trovare da vestire in vista dell’inverno, ormai quasi imminente, ma anche della primavera, dell’estate e dell’autunno che verranno.

Nessuna vetrina d’effetto né alcuna commessa sottopagata con tailleur quindi ma solo volontari che hanno deciso di impegnare il proprio tempo libero nel terzo settore e tanti uomini in fila, non turisti a caccia di sconti irrinunciabili ma italiani disperati, desiderosi di trovare in quel guardaroba di pochi capi quello più adatto non tanto all’occasione quanto il più idoneo a fargli riacquistare quell’autostima che la perdita del lavoro ogni giorno gli nega.

Sono 2.263 i senzatetto presenti a Milano nel 2015 secondo Quotidiano.net, 2.359 per lo stesso anno i senzatetto in coda per i dormitori a Torino stando a quanto riportato da La Stampa e 2.700, secondo il Giornale.it, le richieste di aiuto che sono arrivate a Roma con un aumento pari a 650 di italiani rispetto al 2014.

Sempre più sguardi disperati adornano i marciapiedi delle vie più lussuose delle nostre città o gli ingressi delle stazioni ferroviarie eppure sono ancora tanti coloro ai quali le condizioni dei senzatetto passano inosservate. Ma non a Piera e a Marinella, non a Lilly e a Gabriella e neanche a Carlo e a Tina che insieme alle suore francescane Missionarie di Maria qualche ora dopo l’alba varcano il cancello di un antico convento di Città Studi a Milano per donare coperte, biancheria, giacche, pantaloni, scarpe agli “invisibili”, come li definiscono i City Angels..

Attente servitrici del terzo settore da oltre 50 anni, queste suore insieme alla più grande risorsa che un’organizzazione no profit possa avere, ossia volontari e benefattori arricchiscono Milano con un’associazione ONLUS che è divenuta in breve tempo un punto di riferimento per il Municipio 3 della città meneghina e arricchendosi sempre più di nuovi servizi utili in vista della progressiva crescita della povertà in Italia e nel mondo.

La mensa, le docce, il guardaroba ma anche la scuola di italiano e il centro d’ascolto sono tutti servizi che vengono donati da Suor Carmela e Suor Silvana per completare quel servizio sociale che la fondatrice beata suor Maria della Passione fin dal lontano XIX secolo creò per tutelare i più deboli, persone che magari non hanno niente ma che, inspiegabilmente, ogni volta che li incontri, ti fanno andare via pieno di regali.

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Suicidio: Fondo Serenella e lo spettro del suicidio

Suicidio: Fondo Serenella e lo spettro del suicidio

Suicidio: Fondo Serenella e lo spettro del suicidio

 

1  Suicidio: La tentazione del suicidio e la nascita del Fondo Serenella

Suicidio: Cari Lettori, oggi scrivo dell’idea innovativa da parte di una donna, una vera guerriera che nonostante la sua rabbia ed il suo dolore è riuscita ad emergere con positività scavalcando le barriere dell’impossibile ma soprattutto quella del suicidio. Questa donna ha fondato un’associazione anti-suicidi chiamata il “Fondo Serenella”.

Lei è Serenella Antoniazzi, imprenditrice Veneziana di Concordia Sagittaria che dopo essersi trovata in grossa difficoltà con la sua azienda, per una commessa mai saldata, disperata, si è lasciata trasportare dal più tenebro pensiero: il suicidio.

Successivamente, per non cadere nell’oblio, ha avuto la forza di agire ed oltre ad aver fondato un’ associazione anti-suicidi  dal nome «Fondo Serenella» per gli imprenditori che si sono ritrovati in difficoltà, ha anche fondato insieme al fratello un’altra associazione chiamata la «Stanza delle idee» salvando altre vite dal buco nero della crisi .

Serenella si racconta così: «Sono in autostrada, i camion sfrecciano alla mia sinistra. Il clacson di un tir mi stordisce… non posso portare a casa un’altra sconfitta. Il respiro diventa affannoso, se accelerassi e chiudessi gli occhi, un attimo, uno schianto, poi sarebbe tutto finito…».

Dalle sue parole trapela un senso di colpa enorme in cui non è semplice ammettere l’ennesima sconfitta e spesso ci si ritrova soli, dinnanzi a pensieri cupi proprio come è successo alla nostra Serenella Antoniazzi.

2 Dal suicidio alla rivoluzione anti-suicidi :

I motivi che la spingono a portare avanti questi pensieri così forti sono iniziati da quando con la sua piccola azienda di levigatura del legno,  ha dovuto fare i conti con una commessa mai saldata, si tratta di un enorme buco nero che ammonta a circa 400 mila euro. Per Lei, cresciuta nel capannone costruito dal padre, dove ha iniziato a lavorare a 16 anni, quel baratro è diventato un incubo. Il lavoro e la fabbrica, la sua vita e la sua identità erano tutto per Lei. Il rischio di poter perderli, di fallire, spesso era sinonimo di annientamento della sua persona. Per questo è stata a un passo dal suicidio. Una famiglia da mandare avanti, gli operai che contavano su di Lei, la latitanza dello Stato, le porte sbattute in faccia dalle banche. E quella voragine causata dal mancato pagamento di un suo cliente.

3 Dalla sconfitta alla rivincita: il Fondo Serenella

Ma invece di morire, Serenella si è rimboccata le maniche, si è messa a capo di altri imprenditori, ha marciato su Roma, ha fatto leva sui palazzi della politica e combattuto fino alla fine.

Finché dopo quattro anni, la sua battaglia è diventata una rivoluzione, che ha costretto prima la Regione Veneto e poi il governo ad approvare il «Fondo Serenella» per gli imprenditori che si trovano in difficoltà. In questo Fondo Serenella vi sono diversi finanziamenti sia regionali (un milione di euro), che nazionali (trenta milioni di euro, dieci all’anno) a imprese vittime di mancati pagamenti di clienti, che denunciano questi comportamenti dolosi. In sostanza un fondo «anti-suicidi».  Ma cosa le ha dato tutta quella  forza per poter andare avanti?

Lei risponde così: «In teoria avrei dovuto chiudere, mettere in liquidazione l’azienda, ripartire da un’altra parte con un altro marchio come fanno tutti. Ma ho continuato a lottare. Caricavo i miei prodotti sui camion e pensavo: fra 30 anni ci sarà qualcuno che userà ancora la cucina che ho contribuito a costruire, lì scalderà il latte per il suo bambino, preparerà la cena per la famiglia».

Questa  tragica vicenda di Serenella Antoniazzi, per fortuna a lieto fine, è diventata anche un’ opera teatrale «Rosso Io non voglio fallire», portata in scena dall’attrice Giulia Bornacin: ogni spettacolo concluso con dieci minuti di applausi, standing ovation e pubblico in lacrime.

Ma Serenella non si ferma. Dopo avere salvato la sua azienda vuole aiutare anche gli altri. Grazie ai contributi del «Fondo Serenella» del governo, ha ripianato il debito della sua azienda prendendo così la decisione di voler chiudere quel capitolo. Ha lasciato l’azienda al fratello e ha fondato con Riccardo Palmerini «La Stanza delle Idee», associazione culturale che aiuta piccole imprese in difficoltà e sviluppa e sostiene idee e aziende di donne. Ma Voi tutti vi chiederete in che modo oggi, Serenella  aiuta gli imprenditori vittime della crisi? Attraverso soluzioni legali e di management per tirarli fuori dal guado!

Alla storia di Serenella si è ispirata anche una tesi di laurea: Mohamed Abdulrazzak Achouri, studente siriano di Economia e Management all’Università di Padova, ha affrontato il tema della crisi dal punto di vista psicologico e sociale, partendo dal «caso Serenella». Ha voluto Lei come co-relatrice di laurea. E ora con altri cinque studenti sta lavorando insieme all’associazione «La Stanza delle Idee». E come ha  esplicato Mohamed davanti alla commissione di laurea: «Il lavoro per gli imprenditori del Nordest diventa un’ossessione, ma entrando dentro la vita delle persone capisci che questo accade perché nelle imprese di famiglia anche i dipendenti diventano parte della famiglia e l’imprenditore ha su di sé la responsabilità enorme dell’esistenza di tutti».

Questa vicenda, ricca di contenuti  rimarrà nel corso della storia, un altro esempio di come per fortuna, nonostante le sconfitte ci si è risollevati dando  un senso innovativo allo sconforto attraverso un’ idea fenomenale che vale più di ogni altra cosa, ponendosi l’obiettivo di offrire supporto per gli imprenditori che ogni giorno si trovano in difficoltà, dovendo fronteggiare quel buco nero della crisi economica, ritrovandosi spesso valutare “soluzioni estreme”.

Bisognerebbe prendere in considerazione questo punto di riferimento essenziale di aiuto e ricordare che un’ associazione anti suicidi completamente rivoluzionaria chiamata il Fondo di Serenella potrebbe aiutare a superare i diversi ostacoli  economico-finanziari e togliersi dalla testa il pensiero del suicidio.

 

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City Angels: la città dove vi sono gli angeli

City Angels: la città dove vi sono gli angeli

City Angels: la città dove vi sono gli angeli

 

City Angels: Il volto che non tutti conoscono.

Una decina di anni fa, Daniele Rocca venne invitato da una ragazza, sua amica, a partecipare come ospite alla serata inaugurale della sede di Torino dei City Angels.

I City Angels, con Mario Furlan presidente, sono degli operatori umanitari che aiutano principalmente i senza fissa dimora ed i senza tetto, portando loro ogni sera coperte, vestiti, sacchi a pelo e cibo, in molte città d’Italia.

Colpito dal fatto che la ragazza fosse diversamente abile e facesse la volontaria, Daniele Rocca decide di farne parte e inizia un’esperienza di volontariato presso i City Angels di Roma.

Nella mente c’era l’intenzione di fare qualcosa per le numerose persone che gli capitava di vedere durante i suoi viaggi di lavoro, alle stazioni e agli aeroporti, bisognose e spesso normali, senza per forza avere patologie psichiche o fisiche.

Osservandole, Daniele Rocca si rende conto che queste persone spesso si sono trovate all’improvviso senza niente o a seguito di un divorzio o perché hanno perso la famiglia.

Qualcuno ha scelto la vita di un senza fissa dimora liberamente ma sono in numero molto esiguo.

Il fatto di essere fortunato ha convinto Daniele Rocca a tornare a fare volontariato, come da giovanissimo aveva fatto guidando le ambulanze della Corce Rossa e Croce Verde.

E da una decina di anni è stato insignito del riconoscimento di socio onorario dei City Angels.

Come altri colleghi e colleghe del mondo dell’arte è contento di farlo. Purtroppo per il suo lavoro non può esser d’aiuto ogni giorno ma contribuisce a “fare rumore” e dare voce a queste persone.

Il più delle volte si tratta semplicemente, dice lui, di servire a tavola il giorno di Natale, in ristoranti che mettono a disposizione il loro locale.

L’episodio più emozionante che ricorda Daniele Rocca, vede come protagonisti due anziani signori, marito e moglie, e il loro sorriso. Lui portava un piatto a tavola e l’anziana signora non vedeva l’ora di potergli donare una caramella, unica cosa che avesse da regalargli… in realtà entrambi gli anziani, donarono a Daniele Rocca un sorriso ed un ringraziamento preziosi. Il sorriso può capitare tutti i giorni di riceverlo ma spesso è finto; quello della coppia di senza fissa dimora fu sincero!

Il sorriso, il regalo più bello in giornate difficile come può essere il Natale. Un momento in cui la solitudine si fa sentire graffiante e la malinconia arriva all’improvviso.

Le emozioni che negli anni di volontariato Daniele Rocca ha collezionato sono di gioia e soddisfazione, pienezza. Il fatto di fare poco e strappare tanto come un sorriso. Un grazie che vale molto di più di tanti altri.

Daniele Rocca, non crede di essere veramente d’aiuto; gli attori singolarmente danno una mano e fanno rumore, focalizzando l’attenzione generale su di loro, i più bisognosi.

I City Angels che realmente fanno qualcosa, sono coloro che si mettono in gioco tutti i giorni scendendo in mezzo alla strada, incontrando nelle vie i senza fissa dimora e diventando i loro Angeli.

 

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anziani sono pilastro della società per la loro esperienza, per la loro saggezza

ANZIANI: OGGI SEMPRE PIÙ SOLI

GLI ANZIANI E LA SOCIETÀ MODERNA

Gli anziani sono un pilastro della società per la loro esperienza, per la loro saggezza, per i loro racconti, per i loro insegnamenti che hanno lasciato alle generazioni più giovani.

Rappresentano una fonte di ricchezza sotto molti aspetti, io personalmente ho un bellissimo ricordo dei miei nonni di quanto mi hanno insegnato, di tutte le attività che facevo insieme a loro e di quanto hanno impresso nella mia memoria, considerando il divario generazionale di quasi un secolo rispetto ai miei nonni e di quasi due rispetto ai miei bisnonni.

Nella società attuale, grazie ai progressi della medicina, della tecnologia e dell’assistenza sociale, la vita media delle persone si è allungata, infatti sentiamo spesso di compleanni centenari, di arzilli anziani ultracentenari e questo ci dà molte soddisfazioni e speranze future per noi giovani.

Molto spesso, nella  società di oggi sentiamo spesso, purtroppo, dalla televisione storie tristi che riguardano gli anziani, storie che riguardano persone sempre più spesso costrette a vivere da sole, abbandonate dai propri parenti o altre volte derubate, truffate, picchiate, o addirittura uccise; questo non è giusto ne rispettoso verso queste persone che non hanno la forza di reagire a queste situazioni e non hanno la possibilità di difendersi da aggressioni esterne.

Frequentemente anziani non autosufficienti che non hanno la possibilità di vivere da soli, si rivolgono a badanti di nazionalità straniera per assisterli e sostenerli, scoprendo molte volte, che in realtà si approfittano di loro e compiono inaudite violenze ai loro danni.

Ecco in queste circostanze disagiate e problematiche nei confronti degli anziani che intervengono varie associazioni di volontariato per fronteggiare queste situazioni.

 

TUTELA DEGLI ANZIANI

OVER Foundation una costituente organizzazione come Ente Nazionale avente finalità assistenziali verso gli anziani, i poveri, persone in difficoltà e le donne che hanno subito maltrattamenti e violenze.

Sarà presente in molte regioni d’Italia, L’organizzazione oltre alle numerose attività  di volontariato civico, di turismo sociale e di solidarietà internazionale offrirà una serie di servizi gratuiti per gli anziani che richiedono un sostegno, attraverso un numero verde, attivo tutti i giorni dalle 8:00 alle 20:00.

La costituenda OVER Foundation nascerà per offrire sostegno, assistenza e solidarietà agli anziani per non trascurarli ed offrire loro sostegno, speranza e serenità.

Purtroppo nella società odierna si fa tutto molto di fretta, tralasciando molto spesso la cura e le attenzioni verso queste persone che, invece, hanno molto bisogno di aiuto e di protezione.

 

Redazione

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L’ AIDS: UNA MALATTIA COEVA

LA MALATTIA

L’ AIDS è un acronimo che significa sindrome da immunodeficienza acquisita ed è la conseguenza del contagio del virus HIV ossia il virus dell’immunodeficienza umana che può causare gravi malattie e condurre alla morte.

In caso di contagio è opportuno effettuare i dovuti controlli medici al fine di iniziare la terapia perchè l ‘infezione è curabile ma inguaribile.

L’infezione da HIV attraversa tre fasi: nella prima fase (detta anche primoinfezione) durante le prime settimane dal contagio il virus si replica molto rapidamente e può essere più facilmente trasmissibile.

I sintomi della primoinfezione (o prima infezione che segue al contagio del virus) sono: febbre, mal di testa, stanchezza ed eruzioni cutanee che scompaiono dopo una settimana in quanto il corpo reagisce con anticorpi all’attacco del virus.

Tuttavia il virus continua a proliferare danneggiando il sistema immunitario e la persona affetta può vivere per molti anni senza accorgersene (infezione asintomatica).

La costante proliferazione del virus indebolisce il sistema immunitario che non è più in grado di difendere l’organismo dalle malattie, seconda fase della malattia che si manifesta con gonfiori persistenti dei linfonodi (fase patologica o asintomatica).

Nella terza ed ultima fase (AIDS conclamato) il sistema immunitario è talmente danneggiato da non riuscire più a respingere ed evitare malattie letali come tumori e meningiti.

È una malattia connessa al progressivo deterioramento del sistema immunitario da parte di questo virus che va ad indebolire il sistema immunitario stesso, rendendolo vulnerabile agli attacchi di agenti patogeni esterni.

A tutt’oggi non c’è un vaccino capace di debellare il virus ma viene utilizzata la terapia HAART (una terapia antiretrovirale ad elevata attività) in grado di prolungare e migliorare la vita del malato.

In Italia la popolazione sieropositiva ha raggiunto le 130.000 persone ed ogni anno si registrano 3.500 nuovi casi di contagio, in Svizzera vivono 20.000 persone contagiate da questo virus, in Africa, invece, a causa delle pessime condizioni igienico-sanitarie il 60% della popolazione ha contratto il virus mentre in tutto il mondo le persone affette dall’ AIDS sono quasi 37.000.000.

LE ONLUS

In Italia nelle due più grandi città sono presenti due importanti Onlus nella cura dell’ AIDS, infatti è stata fondata l’ Anlaids  nel 1985 a Roma da un gruppo di ricercatori, medici e giornalisti, ed è stata la prima associazione italiana per fermare la diffusione del virus HIV, ad assumere lo statuto di Onlus nel 1998.

L’associazione ha lo scopo di sostenere i giovani ricercatori nella ricerca clinica nel campo dell’HIV e di offrire un’assistenza socio-sanitaria alle persone sieropositive ed alle loro famiglie e di combattere ogni forma di discriminazione sociale.

Mentre più recentemente, nel 2004 è nata a Milano NPSItalia (acronimo di Network persone sieropositive), una Onlus  attiva nel campo della prevenzione, della tutela , della sensibilizzazione in materia di HIV.

L’ impegno dei volontari è determinante nella cura di questa patologia, purtroppo molto diffusa.

Chi volesse diventare socio, sostenendo l’associazione può farlo consultando la pagina internet www.npsitalia.net.

 

 

Filippelli Giuseppina

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MARCO FURIO CAMILLO: SECONDO FONDATORE

MARCO FURIO CAMILLO: SECONDO FONDATORE

 

Marco Furio Camillo (in latino Marcus Furius Camillus;446 a.C. Circa – 365 a.C.) è stato un politico e militare romano e uno statista di famiglia patrizia.

 

Fu censore nel 403 a.C., celebrò il trionfo quattro volte, cinque volte fu dittatore e fu onorato con il titolo di Pater Patriae, Secondo fondatore di Roma. (Fonte wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Marco_Furio_Camill)

 

Marco Furio Camillo: non so se nelle scuole elementari della II e III repubblica italiana vi è (ancora) nel programma di studio l’epica vicenda di Roma invasa dai galli (sempre questi tedeschi e questi francesi!) e del loro capo Brenno che aveva preteso un riscatto in oro, più precisamente, per togliere l’assedio e salvare la vita dei senatori e i medesimi avrebbero dovuto versare Oro quanto il loro peso.

 

Oro, recuperato poi da Marco Furio Camillo, un personaggio scomodo, che era stato allontanato dalla città di Roma per divergenze con alcuni politici (e malelingue) poiché invidiavano la sua considerevole ascendenza sul popolo romano cogliendo come pretesto la (consueta) spartizione del bottino (di guerra) dopo la conquista della ricchissima città stato (Etrusca) di Veio, (e anche questa storia delle liti per il bottino si ripete).

 

Marco Furio Camillo il futuro popolare Secondo Fondatore di Roma e nominato a furor di popolo “dittatore di Roma”, riscatto’ la libertà e dignità perduta dei romani (che avrebbe sancito la vittoria sui popoli galli), ponendo sul piatto della bilancia la propria spada e pronunciando la lapidaria frase:

 

“NON CON L’ORO MA COL FERRO SI RISCATTA ROMA”

 

 Storia (forse) romanzata dagli aedi prezzolati, quelli come Virgilio che avevano il compito di creare un passato epico per i romani e costruire così la grandezza di Roma.

 

Ho pensato a questa frase quando ho visto milioni di persone pronti a lanciare gli eserciti (con fiumi di parole senza senso) al fine di lavare l’onta dell’ingerenza o di chi aveva osato.

 

Ed è veramente comico, come avrebbe detto (qualcuno innominabile), che pure le vestali della verità, i giornalisti che fanno corona adorante al politicuzzo di turno, non osino portare a conoscenza del pubblico fremente di immergere il corto gladio nella giugulare dell’odiato;

 

Chi sono veramente questi personaggi, quanto sono lorde le loro mani e quanto sono nere le loro anime, oltre a quanto sono piene di euro o altre valute le loro tasche (o conti bancari anche esteri).

 

Ma succede sempre così: il popolo viene eccitato esclusivamente su temi semplici, dove può fare il tifo scomposto, mentre le vere guerre sono fatte in uffici coperti di boiserie piene di libri e pavimentate con spesse moquette che non fanno trapelare il tintinnio degli affilati coltelli, di quelli che si combattono, da anni, per divergenze sulla spartizione di un qualche bottino, più o meno come nel 365 a.C.

 

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Natalia Agafonova

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FRANCIGENA: NUOVE METE PER QUESTA ESTATE

FRANCIGENA: NUOVE METE PER QUESTA ESTATE

 

Francigena: strada che attraversa lo stivale Italia

 

Francigena: Nuove mete per questa estate come percorrere una delle strade antiche e famosa “la via francigena” la quale attraversa l’intera penisola italiana e oltre a donare bellissimi paesaggi regala storia e cultura dei popoli.

 

Le vacanze rappresentano il momento in cui le persone si spogliano della loro quotidianità spesso grigia e pressante, per proiettarsi nella dimensione pura dell’evasione più totale, in totale simbiosi con una natura complice e intrigante.

 

La Grecia esercita da sempre un fascino intramontabile sui visitatori, perché non avventurarsi allora tra le strade di Sifnos, un’isola dall’atmosfera suggestiva che evoca il mistero del divino pagano? Sifnos è una continua e piacevole scoperta, di giorno meravigliosa culla di mare che avvolge con le sue acque trasparenti i fortunati visitatori tra borghi caratteristici e profumo di bouganville, di notte regno incontrastato della movida tra vicoli illuminati e sapori inconsueti.

 

Amate la Spagna, ma non la confusione delle città più note? Allora Matarraña è sicuramente la scelta giusta, con le sue sinuose colline dove trovano rifugio sfuggenti stambecchi, in un’apoteosi di verde sconfinato. Gli amanti dell’archeologia non perderanno occasione di visitare gli insediamenti preistorici caratterizzati da interessanti pitture rupestri e, se proprio non volete rinunciare a fare una puntatina a Barcellona, la distanza non è eccessiva.

 

Un’altra destinazione poco conosciuta, ma assolutamente da non trascurare è la città di Leida, in Olanda, una perla per il turismo di nicchia che privilegia città meno conosciute, ma ricchissime di angoli di paradiso e di stupefacenti tesori architettonici. In un’atmosfera fiabesca si ha la sensazione che le case sorgano come per magia dai canali, in una dimensione rarefatta, sospesa tra acqua e terra. Storia e modernità si incontrano tra edifici dell’Ottocento e locali colorati, animati dalle voci festose degli avventori, una vera e propria oasi per ritagliarsi momenti di autentica gioia.

 

Italia, qualora desiderate passeggiare nelle strade già percorse da re e imperatori, in Italia, vi si trovano il 50% dei reperti storici e archeologici del mondo. Roma, Firenze, Venezia, solo per citarne alcune delle città famose con museo a cielo aperto, dove tutto è visibile e lo si può ammirare passeggiando per la città. Come non possiamo dimenticarci delle decine di borghi storici presenti in Italia dove si trovano importanti, chiese, affreschi e la famosa strada francigena, dove fiorivano arti e mestieri.

 

In questo affascinante viaggio alla ricerca di mete sconosciute, non può mancare Scardona, un dono della natura della stupenda Croazia, una località che costeggia il fiume Cherca e racchiude il prodigio delle vicine cascate che incantano per la purezza delle acque. E se volessimo oltrepassare i confini dell’Europa?

 

Potremmo scoprire il regno del Bhutan, tra l’India e la Cina, un luogo ricco di tradizioni che si legano indissolubilmente alla religione e alla storia, raccontata dai borghi, dalle strade e dalle case che, come tessere di un mosaico, rimandano immagini di una realtà profondamente diversa dalla nostra, ma proprio per questo particolarmente accattivante.

 

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Natalia Agafonova

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Le Ong e la pubblicità con codice etico

Cari lettori, oggi scriverò dell’Associazione delle organizzazioni italiane di Cooperazione e solidarietà internazionale (AOI) e LINK2007 (associazione di coordinamento consortile che raggruppa 12 importanti Ong) che  sono le prime due realtà non profit ad aderire all’Istituto di Autodisciplina della Pubblicità (IAP)

  1. Ong fa pubblicità per la raccolta fondi con codice etico

 Direttamente da Roma L’AOI (Associazione delle organizzazioni italiane di cooperazione e solidarietà internazionale)LINK2007 (associazione di coordinamento consortile che raggruppa 12 importanti Ong) sono le prime due realtà non profit ad aderire all’Istituto di Autodisciplina della Pubblicità (IAP). Stiamo parlando del percorso intrapreso da molte realtà del non profit e del mondo della comunicazione e della raccolta fondi  che ha portato alla costituzione del Tavolo promosso da AOI, Link2007, AIAP, ASSIF, EU Consult Italia, Unicom, Istituto Italiano della Donazione – sull’utilizzo delle immagini nelle campagne di comunicazione e raccolta fondi, i due network di ONG e di organizzazioni della società civile, AOI e LINK2007, hanno chiesto l’adesione all’Istituto di Autodisciplina della Pubblicità (IAP) e, a partire dal 2017, saranno soci sostenitori dell’Istituto.

Si è creata, quindi una vera novità pubblicitaria sul fronte delle Ong e questa iniziativa rappresenta certamente  una esplosione innovativa nel mondo del Terzo Settore e della Cooperazione internazionale e apre un nuovo canale non solo per favorire, in piena sintonia con gli orientamenti della nuova legge sulla Cooperazione internazionale, l’incontro tra il non profit e il mondo profit ma anche e soprattutto per promuovere attraverso un percorso culturale e formativo, da intraprendere insieme ai professionisti e alle associazioni della comunicazione e della raccolta fondi, una comunicazione che si avvale di un codice etico, rispettando la dignità umana nei confronti delle persone e delle comunità coinvolte. Un percorso che promuova attraverso una serie di alleanze, iniziative e attività – da svolgere sia a livello nazionale che sui territori – una maggiore sensibilità e consapevolezza sul tema del codice etico della comunicazione.

2. Ong: Obiettivo Etico per una Pubblicità  di successo:

Ci si ritrova dinnanzi ad un obiettivo comune da raggiungere e la portavoce  Silvia Stilli, di AOI spiega: “AOI è una rappresentanza ampia di organizzazioni della società civile, di circa 300 soggetti, tra soci diretti e aderenti alle federazioni di Ong e alla rete dell’affido a distanza: alcuni collegano strettamente il messaggio comunicativo esterno alla raccolta fondi ed altri sono più impegnati in patrocini e campagne di sensibilizzazione o fundraising. Ma con l’obiettivo comune di dare priorità in questo percorso – ha aggiunto Stilli – al fine dell’educazione alla cittadinanza globale, coniugando il rilancio visivo del protagonismo della solidarietà e Cooperazione internazionale con un’assunzione di piena responsabilità rispetto all’etica della comunicazione: nella relazione con il singolo donatore come con chi vuole intraprendere un’esperienza di volontariato nella solidarietà internazionale”.

Inoltre, ne va anche  della credibilità delle Ong: “AOI ha sentito l’esigenza di promuovere sul tema della comunicazione un dialogo – ha proseguito la portavoce di AOI –  con altre reti sociali e con il mondo della comunicazione e del fundraising, che ha portato l’associazione ad aderire  all’Istituto Italiano di Autodisciplina della Pubblicità, IAP. Oggi la scelta del ‘dono’ è un atto fortemente impegnativo e, pertanto,  diviene centrale la credibilità delle organizzazioni non profit e la loro reputazione nei confronti dei soci, dei partner e dei donors stessi. Aderendo all’IAP, AOI intende superare la polemica, quella dei media e tra le ong stesse, sull’utilizzo dei fondi raccolti – ha detto ancora Silvia Stilli – e sulla percezione della strumentalizzazione delle immagini ‘forti’, misurandosi fattivamente con soggettività e sensibilità del mondo professionale della comunicazione e della pubblicità in termini di trasparenza e accountability: in un confronto aperto anche ad altri attori sociali e del profit, all’Istituto Italiano della Donazione, Opencooperazione, il Forum del Terzo Settore”.

Continuando così verso la strada positiva della pubblicità  Paolo Dieci – Presidente di Link2007 Cooperazione in rete; comunica che: “L’adesione di LINK 2007 all’Istituto di Autodisciplina della Pubblicità (IAP) è il risultato di un processo positivo di reciproca conoscenza, incontro e confronto sul tema codice etico della comunicazione, che ha coinvolto diverse  organizzazioni della società civile ed esperti in comunicazione e  fundraising. Si tratta, dunque di un primo risultato concreto che si deve alla consapevolezza della necessità di responsabilizzare tutti gli attori coinvolti – ONG, agenzie di comunicazione, consulenti, pubblico – per rafforzare  una cultura della cooperazione che sappia mettere così al centro le persone e i contesti. LINK 2007 ritiene che l’attenzione sempre maggiore verso una comunicazione con codice etico possa aiutare al processo di conoscenza degli interventi di cooperazione, fuori da stereotipi e semplificazioni, che rischiano di avvallare distorsioni dell’informazione e generare incomprensioni tra società e culture”.

Secondo Vincenzo Guggino   – Segretario Generale IAP  – una  norma speciale per la comunicazione sociale è data dal: “L’Istituto, già dal 1995, ha introdotto nel Codice di autodisciplina una norma specificatamente dedicata alla comunicazione sociale, ritenendo necessario, in un settore che era in espansione, offrire tutela al pubblico richiedendo requisiti minimi di trasparenza riguardo alle iniziative promosse e vietando il ricorso a richiami scioccanti idonei a provocare ingiustificato turbamento. L’adesione oggi di AOI e LINK2007 all’Istituto denota la sintonia tra il percorso autodisciplinare intrapreso per una comunicazione sociale corretta e la volontà degli operatori del non profit aderenti di rispettarlo. L’Istituto auspica che altre rilevanti realtà del non profit possano seguire questa strada, in modo che l’Istituto di Autodisciplina della Pubblicità possa rappresentare, analogamente a quanto realizzato nella comunicazione commerciale, il punto di riferimento per gli standard di correttezza della comunicazione sociale”.

Rimango così favorevole alla scelta da parte delle due di dodici  Ong non profit: AOI e LINK2007  di entrare a far parte dell’Istituto di Autodisciplina della Pubblicità (IAP) per la pubblicità e comunicazione con codice etico per la raccolta fondi che nello stesso modo credo si avvale  di un enorme impatto sociale  costruito sulla responsabilità di tutelare la dignità umana.

 

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Il servizio civile a Milano

1 I ciechi in ritirata dal servizio civile a Milano: l’occasione mancata

Cari lettori, si dice che il meccanismo di reclutamento di volontari con cecità al servizio civile e  degli accompagnatori per la realtà di Milano non funziona e allontana i giovani. L’assegno mensile è ritenuto basso in relazione al costo della vita, invece per quanto riguarda i tempi di «ingaggio» risultano essere troppo lunghi.

Il punteggio attribuito ai progetti di servizio civile dell’Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti onlus, per Milano è quello massimo. Ma i risultati sono che l’aiuto concretamente arrivato a chi è in difficoltà per andare e tornare dal lavoro oppure per svolgere qualsiasi mansione quotidiana, non sono per niente proporzionali. Gli effetti dei progetti ritenuti validi dal Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale, sono purtroppo minimi, o di sicuro insufficienti alle necessità. Ma qual è esattamente il motivo?

Arruolare i volontari risulta essere molto  difficile. Stà  di fatto  che  il meccanismo da parte del  servizio civile nel caso dei non vedenti bisognosi di accompagnamento a Milano non funziona: si tratta di  un’occasione mancata.

2 Cause dell’insuccesso: Lentezza, Allarme e Terzo Settore;

Le ragioni dell’insuccesso sono soprattutto due, cerchiamo quindi, di  fare  un po’ di chiarezza: il primo dato è la lentezza ossia quella dei tempi d’avvio dei singoli progetti: tra uno e l’altro si crea un «vuoto enorme » di servizio di 3-4 mesi (anche se dall’anno prossimo la situazione dovrebbe migliorare). Invece viene erogato dall’altro fronte, un assegno ai volontari poco appetibile soprattutto nella realtà di Milano: se 433 euro di contributo mensile in certi contesti geografici possono rappresentare una grande opportunità per i giovani, non si può dire lo stesso nel capoluogo lombardo dove il compenso è ritenuto basso in relazione al costo della vita e dove, di conseguenza, per questa cifra spesso si fanno avanti figure non troppo motivate. Ma c’è ben altro cari lettori: dall’avvio del bando  2017  e dalle relative selezioni, passano circa nove mesi di intralci burocratici prima che i volontari possano entrare effettivamente in servizio, cosi ad esempio per i colloqui svolti nel  luglio scorso, per i prescelti se ne parlerà a metà marzo del 2018. Un tempo troppo lungo per chi è giovane e in attesa di opportunità, con il risultato che molti ragazzi che oggi dicono sì, domani sono altrove e proiettati su altri progetti più convincenti.

La lentezza non sempre facilita le cose è necessario rendersene conto.

Un altro punto chiave è quello che ad aver lanciato il grido d’allarme, sia stato proprio il presidente dell’Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti onlus di Milano, Rodolfo Masto, che rivolge un appello generale affinché «si correggano le distorsioni dell’impianto del servizio civile», ma anche un appello particolare al sindaco di Milano, Beppe Sala, perché intervenga in tempo per risanare  la situazione. Voi tutti vi chiederete in che modo? Si tratta semplicemente di pattuire, come già è stato fatto a Roma, una convenzione con l’Unione per assicurare contributi vincolati agli accompagnamenti dei ciechi, da assegnare nei mesi di sospensione dei progetti e in aggiunta all’impegno dei volontari. «Ogni giorno – spiega Masto – a Milano ci sono 18 ciechi da portare al lavoro, tra le 7 e le 8 del mattino. Gli accompagnamenti necessari nell’arco della giornata sarebbero 130. L’attuale meccanismo del servizio civile è tale per cui dei 32 volontari assegnati ne sono rimasti appena dieci. Per il 2018, a fronte di 32 posti assegnati ne sono stati selezionati solo 16, che dovrebbero iniziare a metà marzo. Il reclutamento è sempre più difficile. Ma noi non possiamo interrompere questo servizio e del resto non riusciamo neanche, da soli, a far fronte a tutte le necessità del territorio. Con un piccolo contributo del Comune potremmo coinvolgere almeno una decina di ragazzi in più».

Con queste parole si spera che l’allarme dato venga accolto il prima possibile per dare a tutti un’opportunità per i ciechi bisognosi  di un’esperienza significativa nel servizio civile nazionale.

Infine vi è la Riforma del terzo settore in cui il presidente milanese dell’Unione italiana si augura che anche nell’ambito dei correttivi della riforma del Terzo settore «si possa trovare una soluzione per avvicinare la tempistica della legge ai bisogni». «Il servizio di accompagnamento per ciechi e ipovedenti è vitale – insiste Masto – anche perché la situazione di Milano è particolarmente complessa. Le condizioni del traffico rendono molto difficile l’uso dei cani guida. Per gli accompagnamenti la nostra sezione è costretta a integrare le prestazioni dei volontari civili con il lavoro di operatori retribuiti con risorse dell’Unione, a questi si affiancano tanti cittadini volontari cui devono però essere rimborsate le spese di viaggio. Ma i fondi non bastano più. Ecco perché proponiamo di aprire un tavolo con le istituzioni per cercare soluzioni insieme ».

Alla luce dei fatti si nota ancora una volta una forte incapacità di poter gestire al meglio la possibilità di  lavorare volontariamente nel servizio civile a Milano e dopo queste note non rimane altro che sperare che qualcosa cambi ed avvenga veramente una riforma nel terzo settore capace di togliere la lentezza burocratica e che infine l’allarme possa essere percepito come un inno per riportare organizzazione e praticità nelle burocrazie verso chi  intende partecipare al progetto del servizio civile in particolar modo a  Milano.

 

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