Articoli

Figlio: Non sei Idoneo ad essere mio Figlio

Figlio: Non sei Idoneo ad essere mio Figlio

Figlio: Non sei Idoneo ad essere mio Figlio

 

Figlio: Non sei Idoneo ad essere mio Figlio. Quella che oggi pubblichiamo è una storia molto toccante e cruda tratta dalla testimonianza di un nostro lettore.

Speriamo possa essere utile a scuotere qualche animo sensibilizzandolo su problemi legati all’accettazione familiare dei disabili.

“La storia che voglio raccontarvi oggi, parla di un figlio la cui vera identità non verrà resa pubblica e il cui nome, se citato, sarà di pura invenzione.

Il tutto ha inizio qualche decennio addietro quando i genitori, sperando in un futuro migliore, decidono di trasferirsi in Australia, dopo la nascita del figlio tanto atteso.

In un freddo giorno d’inverno viene alla luce questo piccolo pargoletto, che dopo 3 ore dalla nascita, viene colpito dal virus della polio, facendo così svanire i sogni di un trasferimento in Australia.

Sin dai primi anni di vita, il bambino ha affrontato varie operazioni al fine di migliorare o ridurre il suo handicap ed in parte riuscendovi, ma senza sapere che la barriera più grande da affrontare era all’interno del suo nucleo familiare.

All’inizio degli anni settanta il bambino viene condotto in un istituto in Umbria, dove vi rimane per un decennio e dove fa amicizia con altri ragazzi poliomielitici più o meno gravi di lui tornando in famiglia solo 2 volte l’anno.

Nel 1980 con la chiusura definitiva dell’istituto il bambino ormai cresciuto viene posto davanti ad una scelta, tornare in famiglia o essere inserito in una comunità, scelse di tornare in famiglia.

Il bambino che ormai è diventato un giovane adolescente, si accorse ben presto di essere escluso dal resto del nucleo familiare, di essere isolato da quelle persone che dovrebbe essere il suo punto di riferimento, di essere allontanato, “ripudiato” per colpa del suo handicap,  rifiutato dal proprio padre.

Con il passare dei giorni, mesi ed anni, il ragazzo si rendeva sempre più conto del disprezzo o dell’odio che il padre nutriva nei suoi confronti, al punto da costringerlo ad andare a dormire e mangiare in una stanza adibita a magazzino con annessa una stalla per il ricovero degli animali.

Le uniche parole che il giovane ragazzo sentiva uscire dalla bocca del padre erano solo parole di disprezzo nei suoi confronti, “chi non è buono per se stesso non è buono neanche per la regina“, “prendi la fune ed impiccati”, “ti disconosco come figlio“, “non ti voglio più vedere, vai via di casa” ed altre frasi simili.

Il ragazzo, oggi un uomo, da qualche anno ha messo su famiglia, ancora non viene accettato dal padre e spesso è ancora maltrattato, anche in presenza di altre persone benchè abbia raggiunto una certa età e maturità.

Figlio: Non sei Idoneo ad essere mio Figlio

Con questo articolo voglio far conoscere il disaggio di un figlio che ha qualche problema fisico o psichico col quale deve fare i conti giornalmente.

Nonostante siamo nel 3° millennio, purtroppo, di storie come questa ve ne sono in abbondanza.

Per fortuna esistono strutture come www.postpolio.it e www.disabili.com in grado di prendersi cura e di aiutare chi è affetto da queste gravi menomazioni.”

 

www.phifoundation.com

 

PHI Fondazione Social Innovation Community

È il nuovo modo di concepire l’engagement sociale al servizio della collettività

PARTECIPA ANCHE TU AL CAMBIAMENTO

ENTRA NELLA PRIMA SOCIAL INNOVATION COMMUNITY

 

 

Redazione

PHI Foundation

 

 

Albero: Il Pino, l'albero Custude

Albero: Il Pino, l’albero Custude

PINO, L’ ALBERO CUSTODE

 

Albero: Il Pino, l’albero Custude

C’era una volta un imponente albero, piantato al centro di un giardino  gremito di fiori, che circondava una piccola casetta abitata da una giovane coppia.

L’aspetto vigoroso dell’albero era dovuto alle amorevoli cure ricevute giornalmente dal padrone di casa, Davide, un giovane scrittore amante della natura.

Davide era molto affezionato all’albero perché suo padre lo aveva piantato proprio il giorno della sua nascita: crescendo aveva instaurato con l’albero un legame affettivo tanto forte da spingerlo a dargli un nome, Pino.

Ogni giorno Davide amava trascorrere tanto tempo all’ombra di Pino  per raccontargli tutto ciò che accadeva nel corso delle sue giornate, proprio come se fosse un suo amico in carne ed ossa.

Lo scrittore in erba viveva in quella casetta con sua moglie  Sarah e la giovane coppia ebbe presto una bambina, Maria, che aveva gli occhi grandi e marroni, dal colore simile a quello del tronco di Pino.

Divenuto padre, Davide iniziò a coltivare l’abitudine di far addormentare Maria leggendole una favola all’ombra di Pino, ma crescendo la ragazza non si dimostrò affatto interessata a condividere la passione di suo padre per la natura.

Un giorno Davide si ammalò e fu costretto a recarsi in una clinica specializzata, lontano da casa; sua moglie lo accompagnò lasciando a Maria il compito di prendersi cura, durante la loro assenza, della casa e del giardino.

Tuttavia la ragazza trascurò completamente i suoi doveri ed i fiori ben presto appassirono mentre Pino, a causa del forte caldo, diventava sempre più debole.

Finché un giorno, mentre stava uscendo, Maria si fermò un attimo davanti a Pino chiedendosi come mai suo padre tenesse così tanto a quel banale albero quando, improvvisamente, a pochi metri da lei, un automobilista perse il controllo della sua vettura che si diresse a gran velocità in direzione di Maria .

La ragazza, presa dal panico, restò impietrita e chiuse gli occhi. Pochi attimi ed un botto fortissimo glieli fece riaprire: l’auto aveva colpito Pino, danneggiando il suo tronco, ma fortunatamente lei e l’autista erano incolumi.

Forse per caso, o forse miracolosamente, l’albero l’aveva protetta e le aveva salvato la vita.

Passato lo spavento Maria pianse, si sedette vicino a Pino e gli parlò, come era solito fare suo padre, ringraziandolo e chiedendogli scusa per averlo trascurato. Gli promise inoltre che da quel giorno si sarebbe presa cura di lui.

Qualcosa in Maria era cambiato: aveva imparato a guardare Pino con occhi diversi ed a provare delle emozioni per lui, attribuendo alla sua presenza un significato del tutto nuovo.

Ciò che Maria aveva appreso è alla base della mission della Fondazione Albero Gemello Onlus, che ha come finalità la partecipazione al perpetuarsi della vita attraverso la natura, contribuendo allo sviluppo del verde per una rinascita ambientale: sostienila anche tu!

PHI Foundation è un’associazione che si occupa di sostenere ed aiutare tutti gli operatori che si muovono nell’ambito del Terzo Settore, attraverso l’informazione e la promozione di raccolte fondi.

Se vuoi aiutarci in questo compito, sostienici attraverso un contributo cliccando:

 

www.phifoundation.com

 

 

PHI Fondazione Social Innovation Community

È il nuovo modo di concepire l’engagement sociale al servizio della collettività

PARTECIPA ANCHE TU AL CAMBIAMENTO

ENTRA NELLA PRIMA SOCIAL INNOVATION COMMUNITY

 

 

Redazione

PHI Foundation

DHADING: SURREALE DANZA TRA LUCI E OMBRE

DHADING: SURREALE DANZA TRA LUCI E OMBRE

DHADING: SURREALE DANZA TRA LUCI E OMBRE INTRODUZIONE DI FONDAZIONE MINERVA

 

 

DHADING: SURREALE DANZA TRA LUCI E OMBRE INTRODUZIONE DI FONDAZIONE MINERVA. Io e Milan eravamo appena sbarcati a Dhading dopo un lungo viaggio della speranza a bordo di un autobus pubblico che non poteva introdurre in maniera migliore quello che avremmo trovato al nostro arrivo: un remoto villaggio dell’entroterra nepalese dove la precarietà della vita è all’ordine del giorno.

 

Un black out quasi giornaliero dalle 18 alle 22 viene vissuto dalla popolazione locale come un evento normale, addirittura una festa e una surreale danza tra luci e ombre. Lo stesso Milan, che scopro essere nato proprio a Dhading, mi guarda con un sorriso smagliante e mi dice che da 31 anni lui vive, gioca e danza serenamente col suo caro e vecchio amico “black out”.

 

Il buio totale non ci ha permesso di fare visita all’Orfanotrofio che si trova alla fine di un percorso ripido e tortuoso appena fuori dal centro abitato ma il contatto con gli abitanti locali, impegnati di notte come luminose ombre nelle loro attività, e soprattutto i loro sorrisi di benvenuto mi hanno fatto capire chiaramente che qui non si scherza, che qui si lavora per sopravvivere con qualsiasi mezzo, che qui il senso di comunità è alla base dei valori di ognuno, che qui ci si aiuta tutti e soprattutto che qui si aiutano i più poveri e bisognosi…ero già praticamente proiettato all’interno della vita di quella gente e soprattutto dell’orfanotrofio e durante il mio sonno ne percepivo già chiari i rumori, gli odori, i colori ed il calore.

 

La mattina veniamo svegliati dal rumore di un piccolo tuc tuc con a bordo la moglie di Milan, nonché vice presidente di Fondazione Minerva, che da Katmandu era partita all’alba con tutto il materiale didattico, i vestiti ed un magnifico striscione in onore dell’iniziativa, realizzato in piena notte, che quel giorno avrebbero reso felici molti bambini.

 

 

Osservando Milan e sua moglie all’opera ho percepito immediatamente un grande gioco di squadra, un’energia e una determinazione tali che mi hanno totalmente coinvolto! Senza rendermene conto Milan e sua moglie in maniera naturale, mi avevano già immerso nei valori e nei principi fondamentali della Fondazione Minerva impegnata e determinata in una battaglia non solo a favore ed in aiuto dei più deboli ma anche a favore di un’ampia attività di sensibilizzazione al senso di appartenenza ad un’unica comunità e contro l’indifferenza e l’individualismo che oggi dilagano.

 

La notte era alle spalle e il sole si faceva largo tra una nuvola e l’altra quasi a richiamare la nostra attenzione, quasi a proporsi come quarto passeggero del tuc tuc in partenza per l’orfanotrofio, quasi a offrirci di aprire la strada con la sua magica luce e illuminare vaste zone d’ombra che da lì a poco avremmo inevitabilmente incontrato ed affrontato insieme.

 

PHI FOUNDATION SOCIAL INNOVATION COMMUNITY

 

 

Alessandro Vitaloni

PHI Foundation

GIORNATA PER LE TRE COSE DELLA VITA

Oggi dedichiamo la giornata alle tre cose più importanti della Vita.

 

 

 

Ci sono 3 cose nella Vita

che non tornano mai indietro:

le parole, il tempo e le occasioni perse.

 

 

 

 

Ci sono 3 cose nella Vita

che possono distruggerti:

le bugie, l’orgoglio e la gelosia.

 

 

 

Ci sono 3 cose nella Vita che

non dovresti mai perdere:

le pazienza, la speranza e l’onestà.

 

 

 

Ci sono 3 cose nella Vita

che hanno un valore inestimabile:

la famiglia, l’amore e l’amicizia.

 

 

 

PHI Foundation Social Innovation Community

È il nuovo modo di concepire l’engagement sociale al servizio della collettività e del non profit

 

 

La Social Innovation (Innovazione Sociale) è caratterizzata dalla capacità di rispondere ai bisogni sociali della comunità mediante la responsabilizzazione degli individui e la volontà di cambiare le relazioni sociali.

 

 

PARTECIPA ANCHE TU AL CAMBIAMENTO

ENTRA NELLA PRIMA SOCIAL INNOVATION COMMUNITY

 

 

 

Sebastiano de Falco

 

PHI Foundation

 

 

 

PASQUETTA IN FILOSOFIA ORIENTALE

NON EDUCATE I VOSTRI FIGLI AD ESSERE RICCHI

EDUCATELI AD ESSERE FELICI

COSÌ QUANDO CRESCERANNO

SAPRANNO RICONOSCERE IL VALORE DELLE COSE

E NON IL PREZZO

MANGIATE IL VOSTRO CIBO COME UNA MEDICINA

ALTRIMENTI

MANGERETE LE VOSTRE MEDICINE

COME IL VOSTRO CIBO

CHI VI AMA VERAMENTE NON VI LASCERÀ MAI

PERCHÉ ANCHE SE CI SARANNO

100 MOTIVI PER ANDARE

TROVERÀ SEMPRE UNA RAGIONE PER RESTARE

C’È MOLTA DIFFERENZA

TRA ESSERE UMANI ED ESSERE

UMANO

SOLO POCHI LO CAPISCANO

SEI AMATO QUANDO NASCI

SARAI AMATO QUANDO MUORI

QUELLO CHE C’È TRA I DUE

LO DEVI GESTIRE TU …..!

SE VUOI CAMMINARE VELOCE

CAMMINA DA SOLO …!

MA SEI VUOI ANDARE LONTANO

CAMMINA IN COMPAGNIA …!!

I SEI MIGLIORI MEDICI

LUCE SOLARE

RIPOSO

ESERCICIO

DIETA

FIDUCIA IN SE STESSI

&

AMICI

MANTIENILI IN TUTTE

LE FASI DELLA TUA VITA

E AVRAI UNA VITA SA

SE GUARDI LA LUNA …..

VEDI LA BELLEZZA DI DIO ….

SE GUARDI IL SOLE ….

VEDI LA POTENZA DI DIO ….

E … SE GUAEDI LO SPECCHIO …

VEDI LA MIGLIORE CREAZIONE DI DIO …..

QUINDI CREDI IN TE STESSO ….. !!!

SIAMO TUTTI TURISTI E DIO

È IL NOSTRO AGENTE DI VIAGGIO

CHE HA GIÀ FISSATO LE NOSTRE ROTTE

PRENOTAZIONI E DASTINAZIONI

QUINDI ….!

FIDATI DI LUI

E DIVERTITI IN QUESTO “VIAGGIO”

CHIAMATO VITA  

 

 

PHI Foundation Social Innovation Community

È il nuovo modo di concepire l’engagement sociale al servizio della collettività

 

La Social Innovation (Innovazione Sociale) è caratterizzata dalla capacità di rispondere ai bisogni sociali della comunità mediante la responsabilizzazione degli individui e la volontà di cambiare le relazioni sociali.

 

PARTECIPA ANCHE TU AL CAMBIAMENTO

ENTRA NELLA PRIMA SOCIAL INNOVATION COMMUNITY

 

 

Sebastiano de Falco

PHI Foundation

SORRIDIAMO: LA VITA È MERAVIGLIOSA

LA VITA MI HA FATTO

SCENDERE DELLE LACRIME MA

NON È RIUSCITA A

CANCELLARMI IL SORRISO

LA VITA MI RUBATO

MOLTE SPERANZE

MA NON È RIUSCITA A

TOGLIERMI I SOGNI

LA VITA MI HA BUTTATO GIÙ

TANTE VOLTE

MA IO NON MI ARRENDERÒ MAI!!!

PHI Foundation Social Innovation Community

È il nuovo modo di concepire l’engagement sociale al servizio della collettività

 

La Social Innovation (Innovazione Sociale) è caratterizzata dalla capacità di rispondere ai bisogni sociali della comunità mediante la responsabilizzazione degli individui e la volontà di cambiare le relazioni sociali.

 

PARTECIPA ANCHE TU AL CAMBIAMENTO

ENTRA NELLA PRIMA SOCIAL INNOVATION COMMUNITY

 

 

Sebastiano de Falco

PHI Foundation 

 

8 Marzo

Con l’ 8 Marzo, Giornata Internazionale della donna, è nata una nuova era per la libertà di tutte donne

Quest’anno l’ 8 Marzo, non abbiamo festeggiato la “Giornata Internazionale della donna” con le classiche mimose ma con lo Sciopero Globale delle Donne che ha raccolto l’adesione di 54 Paesi nel mondo. Attraverso feste in strada, assemblee, cortei, manifestazioni creative abbiamo messo sottosopra attività produttive, scuole, piazze e vite familiari al grido di “Se le nostre vite non valgono, non produciamo” per rivendicare una società che valorizzi la vita, la salute, la libertà e l’autodeterminazione di tutte le donne.

L’ 8 Marzo milioni di donne hanno incrociato le braccia interrompendo ogni attività produttiva e riproduttiva e astenendosi da ogni tipo di occupazione, compresi i lavori di cura e quelli domestici.

Con le colleghe dell’Associazione per cui lavoro, Differenza Donna Ong di Roma, abbiamo occupato lo spazio pubblico con i nostri saperi portando in strada tutta l’esperienza dei Centri Antiviolenza. Abbiamo trascorso la mattina in Piazza del Popolo con varie attività di sensibilizzazione, per incontrare e parlare con le donne e uomini, per informarli e coinvolgerli nella nostra mission e nella nostra adesione allo sciopero. Alle 17,00 ci siamo unite al corteo che è partito dal Colosseo insieme a tutte le altre donne e associazioni.

Per tutta la manifestazione io ho portato con orgoglio un cartello con su scritto “The Woman’s place is in the Resistance”. E voglio ricordarmi tutti i giorni di resistere di fronte alle ingiustizie che vivo in questa società in quanto donna perché se anche c’è una ingiustizia c’è sempre uno spazio per contrastarla.

È inutile dire quanto sia stato emozionante sentire un’unica voce che si muoveva come un grande popolo per le strade di Roma, d’Italia e non solo. Il colore dominante non era il giallo delle mimose, bensì il nero e il fucsia, scelto dalla rete Non Una di Meno. Nero e fucsia ovunque. Sugli striscioni portati in corteo, sui capelli, sugli abiti, sulle stampe delle emblematiche matrioske.

La matrioska (dal latino mater) rappresenta allo stesso tempo maternità e nascita, simbolo  della protesta in quanto rappresenta l’unità e la molteplicità dell’Io di una donna, l’unione e la forza che milioni di donne nel mondo possono avere per far valere insieme i propri diritti come se fossero una sola, unica ed infinita matrioska contenente dentro sé tutte le altre.

Per questo l’ 8 Marzo non è finito. O almeno non è finito qui. Ha aperto una nuova era, un nuovo movimento delle donne. Anche se vivono in diversi luoghi e provengono da differenti vissuti, sono accomunate dalla stesso desiderio di libertà da chi le uccide per “troppo amore”, da chi, quando sono vittime di stupro, processa prima le donne e i loro comportamenti; da chi “esporta democrazia” in loro nome e poi alza muri di fronte alla loro autodeterminazione; da chi scrive leggi sui loro corpi e da chi le ricatta con le dimissioni in bianco perché hanno figli o forse li avranno; da chi offre loro stipendi comunque più bassi degli uomini a parità di mansioni.

Con lo scorso 8 Marzo abbiamo sperimentato che è possibile scioperare dai ruoli imposti dal genere per mettere in crisi finalmente un modello produttivo e sociale che, contemporaneamente, discrimina e mette a profitto le differenze.

 

PHI Foundation è un’associazione che si occupa di sostenere ed aiutare tutti gli operatori che si muovono nell’ambito del Terzo Settore, attraverso l’informazione e la promozione di raccolte fondi.

Se vuoi aiutarci in questo compito, sostienici attraverso un contributo cliccando su questo link

Vanessa Doddi

PHI Foundation