Crowdfunding e il prestito tra privati (Lending) 

Lending Crowdfunding

Lending in Italia è boom per il prestito fra privati

 

Crowdfunding e il prestito tra privati (Lending)

Crowdfunding e Lending: Sono molteplici gli indicatori che segnalano che il 2022 sarà l’anno della definitiva consacrazione del Crowdfunding come strumento per finanziare idee e progetti.

Secondo uno dei più recenti rapporti sul crowdfunding, le piattaforme presenti in tutto il mondo sono 1.250, di cui 600 solo in Europa e 375 in Nord America. E il volume di raccolta complessivo registrato nel 2021 è pari a 18,2 miliardi di dollari. Un mondo ricchissimo al quale le aziende guardano con estremo interesse. E forse nasce da qui l’idea di “Anda”, una delle piattaforme di crowdfunding più famose al mondo, che proprio in queste ore ha deciso di compiere un passo importante aprendo il suo servizio alle imprese, sperimentando lìequity crowdfunding quello che è già stato ribattezzato “Enterprise Crowdfunding”.

Il principio fondante non è tanto quello di far partecipare le aziende ai finanziamenti, ma quello di far conoscere alle stesse aziende il parere del pubblico circa un determinato prodotto prima che questo venga realizzato, così da evitare sprechi. Hai un’idea, la sottoponi agli utenti e valuti se funziona. Una mossa, questa, che potrebbe offrire un nuovo mercato “Anda”, nell’eterna lotta con gli avversari e particolarmente con il numero uno.

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Crowdfunding e il prestito tra privati (Lending)

Come sta il crowdfunding in Italia?

A quanto pare bene, perché cresce e convince. Almeno secondo i dati dell’ultimo report firmato dall’Università Cattolica di Milano che conta, per il settore, un valore di 96,8 milioni di euro. A tanto, infatti, ammontano i progetti finanziati nel 2021 attraverso le 82 piattaforme presenti sul territorio nazionale (69 attive e 13 in fase di lancio), che hanno raccolto le partecipazioni di circa 858mila stakholder nel corso dell’anno.
Numeri che confermano lo stato di salute di un comparto che, da luglio 2021 a oggi, è cresciuto dell’85%. E che ha assistito a un’autentica esplosione delle piattaforme, cresciute del 65% in poco più di un anno.
Agli italiani, insomma, la formula del finanziamento collettivo inizia a piacere. E il riverbero di questa tendenza investe, favorevolmente, anche il lato lavorativo. Le dimensioni, diciamolo subito, sono ancora modeste. Ma il trend è in espansione e lascia ben sperare. Per adesso le 82 piattaforme presenti in Italia danno lavoro a circa 350 persone.

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Il 32% dei fondatori è donna

Altro dato emerso dalla ricerca della Cattolica è quello relativo ai fondatori: gli imprenditori italiani di questo settore sono prevalentemente uomini, sotto i 40 anni, laureati, con una formazione in ambito economico o ingegneristico. In particolare, fra i fondatori delle piattaforme di crowdfunding, circa 2 su 3 sono uomini, mentre le donne rappresentano il 32%.

Vince il Fintech

Attualmente, i progetti nati in Italia soffrono abbastanza, e solo uno su cinque ce la fa a finire online (gli altri vengono respinti in fase iniziale). Ed è lampante come il settore Fintech la faccia da padrone. Circa la metà dei progetti finanziati (il 40%) appartiene alle piattaforme di debito. Segno evidente che il famoso P2P lending, ovvero il prestito fra privati attraverso piattaforme online, sta crescendo in modo consistente anche in Italia. Le piattaforme di debito presenti sul territorio sono tre che crescono a ritmi serrati. Il concetto di base, in questo caso, è mettere in contatto le persone che hanno bisogno di un prestito con quelle che hanno liquidità da prestare. La strada funziona, e diverse banche si stanno interessando al fenomeno.

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