Riempiamo gli spazi vuoti intorno a noi

Trasformiamo gli spazi vuoti delle città in luoghi utili ai cittadini.

In Italia siamo circondati da milioni di immobili in stato di abbandono.

Ex fabbriche, capannoni e caserme lasciati all’incuria e al degrado imbruttiscono inevitabilmente le nostre città e le riempiono di vuoti a perdere.

Questi spazi vuoti però possono e devono essere necessariamente riempiti.

Sempre più spesso oggi si parla della cosiddetta rigenerazione urbana di community assets.

Ma cosa sono i community assets ?

Sono edifici in disuso, beni immobili confiscati a organizzazioni mafiose, stabili dismessi da Stato e comuni, proprietà di fondazioni e di enti religiosi oppure lasciti testamentari di semplici cittadini.

La rigenerazione urbana di community assets consiste quindi nel ridestinare tali strutture, ormai abbandonate o comunque sottoutilizzate, a finalità di interesse collettivo e sociale.

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Tale scelta virtuosa ha un impatto sociale notevole sotto molti punti di vista:

  • meno consumo del suolo e quindi minor impatto ambientale
  • incentivazione dell’imprenditoria giovanile
  • creazione di nuovi posti di lavoro
  • nascita di nuove attività sociali, creative e culturali
  • trasformazione dell’inutile in utile
  • passaggio dal brutto al bello

La rigenerazione urbana di community assets può essere utilizzata per fronteggiare positivamente anche problematiche ormai croniche quali la carenza di alloggi, oppure emergenti come il problema di dare alle migliaia di migranti arrivati sulle nostre coste una sistemazione logistica degna di tale nome.

Pensiamo ad esempio alle tante strutture militari dismesse presenti sul territorio italiano.

Questi luoghi, questi spazi vuoti, opportunamente modificati, potrebbero diventare il simbolo di una ritrovata serenità e di una nuova accoglienza e integrazione.

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Moltissimi piccoli e grandi esempi di rigenerazione urbana di successo si possono trovare sulla piattaforma web Riusiamo l’Italia.

Tra i più noti e riusciti c’è quello del gruppo Ferrovie dello Stato Italiane che ha concesso, a titolo di comodato d’uso gratuito, a organizzazioni del terzo settore e comuni, circa trecento delle 1.700 stazioni attualmente impresenziate, cioè prive di personale addetto, affinché siano trasformate in progetti sociali di pubblica utilità. Dunque non più spazi vuoti e inutilizzati, ma luoghi ai quali restituire una seconda vita.

Restando in tema di binari l’Associazione Italiana Greenways Onlus è una organizzazione non profit che si propone di recuperare e trasformare le linee ferroviarie abbandonate in vie verdi (greenways), come tra l’altro già accade in molti parti di Europa, rendendole quindi utilizzabili sia a livello turistico che a livello di nuova mobilità locale tramite la creazione di percorsi pedonali, ciclabili ed equestri.

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In ambito di raccolta fondi la rigenerazione urbana degli immobili può essere finanziata da campagne di crowdfunding civico, fenomeno fortunatamente in continua anche se lenta crescita, coinvolgendo ancora di più i cittadini nelle scelte di utilizzo del bene, trasformandoli così da semplici beneficiari ad attori privilegiati della progettazione partecipata per il recupero dell’immobile fino a diventare i principali finanziatori della sua ristrutturazione.

Quindi basta costruire per riempire spazi vuoti. La nuova parola d’ordine è: rigenerare. 

 

PHI Foundation

Alberto Lanzi

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