Figure professionali del terzo settore
Si pensa che la crisi del welfare state abbia costretto le società a rivedere priorità e erogazione dei servizi sociali. La Pubblica Amministrazione si è snellita ed il mondo del non profit cresce e si organizza sui vari settori. Si sta assistendo ad un risveglio della società civile organizzata e quindi allo sviluppo del Terzo Settore legato anche a queste trasformazioni sociali, politiche e culturali dettate anche dalla necessità di conseguire innovazioni nel sociale (Social Innovation) a 360 gradi.
Lo sviluppo del settore non profit ha determinato una professionalizzazione degli addetti al no-profit che in grande maggioranza è costituita dai volontari (personale non retribuito). E’ bene quindi chiarire quali sono le figure professionali, specialmente quelle nuove. In particolare si può seguire una classificazione in figure professionali trasversali (funzioni e processi trasversali e principalmente di gestione) e figure settoriali (funzioni e processi erogativi).
Secondo il 9° Censimento ISTAT su Industria, Servizi e Istituzioni non profit si parla di 19 milioni 946 mila addetti, di cui: 82,3% nelle imprese, il 14,2% nelle istituzioni pubbliche e il 3,4% nelle istituzioni non profit (681 mila!).
Alcune figure professionali trasversali
Il Project Manager è a capo di team di progetto e ne segue tutto il processo: dalla ideazione, alla presentazione alle autorità finanziatrici, al coordinamento della sua realizzazione fino alla valutazione finale.
Il Responsabile della comunicazione, pianifica strategicamente la comunicazione interna ed esterna, ha una conoscenza approfondita dell’organizzazione, un’ottima conoscenza degli strumenti redazionali.
L’Addetto alla comunicazione è generalmente uno stagista o un professionista in ingresso che prepara bozze di presentazioni e materiali.
Il ruolo centrale del Fundraiser è quello di raccogliere i fondi e gestire la relazione con i donatori e assicura il flusso di donazioni per sostenere le attività istituzionali dell’organizzazione. A questa funzione sono attribuite la gestione documentata dei fondi raccolti ed utilizzo. Le competenze richieste sono: psicologia, economia, comunicazione, marketing, diritto e pubbliche relazioni. Non esistono percorsi standard per l’accesso al ruolo, è spesso richiesta una laurea, preferibilmente in discipline economiche. Sono numerosi i corsi anche universitari e i master che iniziano a sorgere su questi temi. Il Fundraiser può diventare manager di una ONP.
Il Campaigner gestisce tutte le attività legate alle azioni dirette a sostenere le mission dell’organizzazione. Realizza e valuta le campagne sociali, coordinando e valorizzando persone (volontari e professionisti) e risorse per il raggiungimento degli obiettivi. I percorsi formativi del Campaigner rientrano per la maggior parte nei corsi/master in comunicazione, marketing sociale e Fundraising.
Il People Raiser è il reclutatore dei volontari. Recluta, coordina, valorizza e fidelizza i volontari. Una figura nuova nel panorama delle organizzazioni di volontariato. Ha il compito di formare i volontari alle attività specifiche, valorizzarne le capacità, creare e mantenere i giusti rapporti tra volontari e il personale retribuito. Il People Raiser deve avere ottima conoscenza delle tecniche di selezione ed esperienza nella gestione delle risorse umane.
Figure professionali settoriali
L’Operatore Socio Assistenziale (OSA) è una figura professionale dotata di preparazione teorica e pratica che collabora con le equipe private.
L’OSA ha l’obiettivo di migliorare le condizioni di vita delle persone in stato di necessità e di incentivare i progetti di vita dell’assistito, Si aggiorna costantemente per svolgere la propria professione sociale.
L’Educatore professionale è colui che programma, supervisiona e valuta specifici progetti educativi e riabilitativi, nell’ambito di un progetto terapeutico elaborato da un’equipe multidisciplinare. Si occupa di assistenza domiciliare e in comunit‡ apposite. Si occupa di favorire il reinserimento nella comunità in modo coordinato. Svolge la sua attività in strutture e servizi socio-sanitari e socio-educativi pubblici o privati, e possiede una laurea specifica e l’abilitazione.
Il Mediatore Culturale e Interculturale è una figura professionale nuova che ha il compito di facilitare l’inserimento dei cittadini stranieri, persone in stato di difficoltà, individui portatori di un disagio sociale o di culture diverse nel contesto sociale del paese di accoglienza.
Il Mediatore culturale ha un’ottima conoscenza della lingua italiana e di almeno una delle lingue parlate dai gruppi etnici. Sono stati istituiti corsi di laurea ad hoc e corsi di formazione di II livello, generalmente post-diploma, che rilasciano la qualifica di Mediatore culturale.
Il Counselor familiare agisce come facilitatore, aiuta ad appianare contrasti tra le persone del gruppo ed è di supporto ai singoli che vivono situazioni conflittuali o problematiche. Nonostante l’assenza di regolamentazione, esistono vari corsi formativi che garantiscono comunque una buona formazione teorica e pratica per esercitare la professione di Counselor.
Fonti e approfondimenti: nono censimento ISTAT, nono rapporto ISNET sull’impresa sociale, Isfol, cliclavoro, Progetto Orientaonline, Associazione gaia, guida internazionale delle professioni e al lavoro nel non Profit.
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