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Maculopatia: l’attrice Judi Dench, 83 anni, soffre di un maculopatia agli occhi

Maculopatia e l’attrice Judi Dench

L’attrice Judi Dench e la Maculopatia

Maculopatia: l’attrice Judi Dench, 83 anni, soffre di un maculopatia agli occhi

1 L’attrice Judi Dench

Cari lettori, L’attrice Judi Dench, 83 anni, famosa come «capa» di James Bond soffre di un maculopatia agli occhi. L’attrice risiede  in una casa isolata in mezzo alle foreste del Surrey, in Gran Bretagna. Nel suo giardino ogni pianta è un ricordo e porta il nome di una persona cara.

«Alberi e champagne. La mia vita ormai è tutta alberi e champagne». Sorride, Judi Dench, al cospetto di una grande quercia. «Questa ha 200 anni, sarà nata al tempo della battaglia di Waterloo. Sono orgogliosa: possiede 12 chilometri di rami e 260 mila foglie». Judi Dench è una gran «Dame» del palcoscenico mondiale. Ha 83 anni e una maculopatia agli occhi che rende il suo passo insicuro e la sua umanità più calorosa.

Ha cominciato a recitare Shakespeare quando aveva 23 anni. A tutti è nota per il personaggio di M, la capa di James Bond in diversi film. L’ultima apparizione sullo schermo però è qualcosa di molto personale. Il grande amore della sua vita. È un documentario per la Bbc che anticipa tutto nel titolo: «My passion for trees». È stato girato in quattro stagioni, tra gli alberi di casa Dench nel Surrey, la regione più boscosa d’Inghilterra.

Maculopatia

2 Gli alberi della vita di Judi Dench

Non è un giardino, quello che Judi Dench ci presenta. È la sua famiglia allargata. Molte delle piante hanno un nome, inciso su targhette di legno. Il nome di una persona cara. Quando muore qualcuno che ama, Judi Dench gli dedica un albero. Forse «dedicare» non è la parola giusta. Camminando nel verde dei suoi tre acri, l’attrice si ferma di tanto in tanto accanto a uno dei suoi «magnifici giganti»: «Questo è mio fratello Jeff», dice. Oppure: «Ecco Stephen Hanley, attore e cantante meraviglioso. Quando è scomparso abbiamo piantato questo: è alto e pallido e bellissimo, esattamente come lui».

Judi «Qui abbiamo Natasha Richardson», dice davanti a un albero che rappresenta l’attrice morta a 45 anni nel 2009. È un’emozione vederla fermarsi poco oltre: «E questo – dice facendo un respiro profondo – è Michael». «Mike», sulla targhetta. Michael Williams, attore, è stato il marito di Judi Dench dal 1971 al 2001, quando un tumore ai polmoni se l’è portato via a 65 anni. Insieme hanno vissuto in quel rifugio dal 1985. Hanno aggiunto e curato alberi. «Per Michael non ne ho messo uno nuovo. L’avevamo piantato insieme».

Per Judi Dench piantare alberi e dare loro il nome di una persona cara non è semplicemente un rito, un segno per ricordarle come può essere portare fiori su una tomba. «Il ricordo non si ferma lì, ma cresce e diventa “più” meraviglioso. More wonderful». «Per questo ogni volta che posso, in ogni stagione, vengo qui». Il documentario per la Bbc vede Madame Dench nella parte della «curiosa vegetale», pronta a interrogare storici e biologi con il pollice verde: eccola per esempio indossare uno strumento che permette di ascoltare gli alberi mentre bevono l’acqua (apprendiamo che un esemplare di grandi dimensioni ha bisogno di scolarsi l’equivalente di due vasche da bagno al giorno).

3 La condivisione

La passione per gli alberi, con i loro segreti e i misteriosi legami con gli scomparsi, non ha eliminato in questa signora ottantenne la curiosità  per gli umani in circolazione… Dal 2010 Judi condivide il suo amore  e la passione per le piante con David Mills, un ambientalista che abita a 4 miglia di distanza. Si sono conosciuti quando lui le ha chiesto di piazzare un recinto per i tassi nel bosco. Da allora David è diventato il suo «champagne», il suo tipo. Un vecchio amico. Judi Dench non ama gli aggettivi «compagno» o «fidanzato». Condividendo così la medesima  passione, l’attrice Judi Dench portatrice di maculopatia e David Mills sono diventati come  «Alberi e champagne» piena di allegria e spensieratezza!

4 In conclusione

Il racconto si rivela molto incoraggiante e di supporto per chi soffre di questa malattia agli occhi: la maculopatia, e si sente incapace di accettare il dramma e lo sconforto che porta la malattia.

Ma il modo in cui l’attrice affronta la sua malattia può senz’altro essere un esempio per non sentirsi soli ed abbandonati attingendo a riserve di energia positiva attraverso un semplice hobby;  nonostante la grave disabilità Judi Dench, non si dà per vinta ed  attraverso l’amore e la cura del giardino e delle piante, ci insegna che la  volontà di cambiare le condizioni di benessere sono ancora possibili, soprattutto se si riesce a trovare qualcuno che grazie al suo affetto e sostegno possa aiutarti, infatti grazie alla presenza di David Mills la maculopatia dell’attrice Judi Dench ha preso una piega di “serenità”, diversa un po’ come gli Alberi e champagne, perché amare gli alberi, le piante, la natura,  e tutto ciò di cui è composta, è un messaggio bellissimo di speranza e di amore verso la vita, di qualunque specie.

 

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Nancy Brilli: Attori senza casa - la nuova sfida

Nancy Brilli: Attori senza casa la nuova sfida

Nancy Brilli: Attori senza casa – la nuova sfida

 

Nancy Brilli: Cari lettori, oggi scrivo di un avventura intrapresa da Nancy Brilli : aiutare gli attori senza casa!

 

Nancy Brilli

Nancy Brilli: Supportare i vari artisti debuttanti, questo è l’obiettivo di quest’iniziativa brillante e ricca di contenuti. Perché? Come sostiene  Nancy Brilli si tratta di  «quasi un non lavoro. La media delle giornate lavorative è di 14 ore all’anno. Molti ragazzi mi chiedono come fare a iniziare seriamente un percorso professionale»

C’è una porta che si sta aprendo, nella vita di Nancy Brilli, e si vedrà il mondo che c’è dietro al suo sorriso, la vita che corre veloce. Vi scrivo della  voglia che ha Nancy Brilli  di riprendere possesso di sé, dopo un anno impegnativo di vita privata, in cui si è fermata a riflettere e decidere di aiutare degli attori senza casa. Voglia di ricominciare il suo lavoro di attrice; voglia di dare un palcoscenico a chi ancora non ce l’ha.

A partire dagli attori teatrali.

Ci sono giovani attori senza casa pieni di energia e passione che continuano a tentare, consapevoli che per molti il teatro è temporaneo ossia “non lavoro”, dove vengono spesso pagati in nero, o al di sotto del minimo sindacale, e i compensi sono maggiori per i maschi. Se su internet cerchi “impresarie teatrali“, non appare nemmeno un nome femminile».

Nancy Brilli

Nancy Brilli, continua spiegando  che «è un mondo in cui non è  ancora stato sperimentato, dobbiamo imparare dagli uomini a lavorare in gruppo, prendere coscienza di avere diritto di fare determinati passi, non c’è l’abitudine, forse è anche pigrizia. Si lavora a chiamata: decidere di essere i “chiamanti” ed è una grossa responsabilità e una fatica in più». Alla sua «impresa» Nancy, decide di dare una svolta sociale: «Ci sono migliaia di attori disoccupati, e non solo giovani, che per tirare avanti insegnano recitazione a 5 euro l’ora. È complicato ricevere aiuti dal Ministero per un debuttante. Supportarli. È questo che voglio fare».

Al Brancaccino di Roma: una storia «tragicomica»

Così il 26 gennaio al Brancaccino di Roma, Nancy Brilli debutta come impresaria, per il monologo Prego (la gallina, la guerra e io) scritto e interpretato da Giovanna Mori, un’attrice  drammaturga (attrice senza casa in cerca di un’ opportunità di lavoro) quasi sua coetanea che non è un volto noto ma ha talento da offrire, e questa è la storia «tragicomica» di una piccolo-borghese la cui vita sarà ribaltata dopo avere appreso in tv la (vera) notizia di una bambina kamikaze in Medioriente: verrà riconosciuta dalle trecce di capelli. Inoltre dei giovani attori interpreteranno «Personcine», cioè personaggi del monologo. Essere produttrice è una parte della nuova vita di Nancy. Ecco che i suoi occhi lunghi che rivelano l’origine ucraina, diventano due fessure da cui trapela quello che vuole sapere di un «ruolo» a lei finora sconosciuto.

«Ho visto Giovanna a teatro – racconta – e me ne sono innamorata, aggiunge poesia alla commedia. È un piccolo spettacolo, ma devo entrare bene nell’ingranaggio e come primo passo è giusto. Nel teatro per molto tempo si è cercato il nome televisivo e basta, e ti parla una che ne ha fatta tanta». Lei è stata fortunata. «Ma poi ho dovuto faticare per essere credibile. Avevo la pretesa che gli altri capissero che sotto un’esteriorità più o meno seduttiva ci fosse uno spessore. Chi mi ha visto a teatro, questa profondità la conosce. Era una pretesa sbagliata».

Perché?

«Perché la gente si fa un’idea di ciò che vede in superficie. Ora invece ho bisogno di sottolineare il lato più nascosto, più interiore di me. Non rinnego certo il mio passato, ma non vorrei più sentirmi paragonare a una bottiglia di champagne. Non è che non voglia fare l’attrice di commedie: voglio essere una commediante di spessore. Ho cominciato col cinema – ricorda – ma ho scelto questo mestiere quando ho fatto il teatro, prima era un modo per sopravvivere e non sapevo se avrebbe funzionato. Il mondo degli impresari è cambiato molto, quelli privati sono difficili da trovare, spesso sono una sorta di produttori esecutivi dello Stato: ricevono 100, ne investono 80 e il 20 lo guadagnano loro».

Ma  spesso ci si domanda se i giganti di una volta fossero avventurieri? Risponde citando i grandi: «Ho lavorato con Lucio ArdenziPietro GarineiIvo Chiesa, e stiamo parlando di giganti. Capita di non essere pagati malgrado il contratto».

Questo racconto potrebbe essere un’opportunità per aiutare gli attori senza casa in difficoltà  come ad esempio l’esordio della storia tragicomica di Giovanna Mori al Brancaccino di Roma, far capire a loro, che anche i  grandi nomi, quando ci sono le condizioni non abbandonano di certo, i sogni che danno vita.

Ed è così che Nancy Brilli, nel suo piccolo, dopo una vasta esperienza lodevole di carriera come attrice dello spettacolo, cerca di aiutare, attraverso un taglio sociale, gli attori senza casa che ogni giorno lottano per  avere gli stessi diritti di chi ha già una strada spianata nel mondo del teatro e del cinema.

 

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