MARCO FURIO CAMILLO: SECONDO FONDATORE

MARCO FURIO CAMILLO: SECONDO FONDATORE

 

Marco Furio Camillo (in latino Marcus Furius Camillus;446 a.C. Circa – 365 a.C.) è stato un politico e militare romano e uno statista di famiglia patrizia.

 

Fu censore nel 403 a.C., celebrò il trionfo quattro volte, cinque volte fu dittatore e fu onorato con il titolo di Pater Patriae, Secondo fondatore di Roma. (Fonte wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Marco_Furio_Camill)

 

Marco Furio Camillo: non so se nelle scuole elementari della II e III repubblica italiana vi è (ancora) nel programma di studio l’epica vicenda di Roma invasa dai galli (sempre questi tedeschi e questi francesi!) e del loro capo Brenno che aveva preteso un riscatto in oro, più precisamente, per togliere l’assedio e salvare la vita dei senatori e i medesimi avrebbero dovuto versare Oro quanto il loro peso.

 

Oro, recuperato poi da Marco Furio Camillo, un personaggio scomodo, che era stato allontanato dalla città di Roma per divergenze con alcuni politici (e malelingue) poiché invidiavano la sua considerevole ascendenza sul popolo romano cogliendo come pretesto la (consueta) spartizione del bottino (di guerra) dopo la conquista della ricchissima città stato (Etrusca) di Veio, (e anche questa storia delle liti per il bottino si ripete).

 

Marco Furio Camillo il futuro popolare Secondo Fondatore di Roma e nominato a furor di popolo “dittatore di Roma”, riscatto’ la libertà e dignità perduta dei romani (che avrebbe sancito la vittoria sui popoli galli), ponendo sul piatto della bilancia la propria spada e pronunciando la lapidaria frase:

 

“NON CON L’ORO MA COL FERRO SI RISCATTA ROMA”

 

 Storia (forse) romanzata dagli aedi prezzolati, quelli come Virgilio che avevano il compito di creare un passato epico per i romani e costruire così la grandezza di Roma.

 

Ho pensato a questa frase quando ho visto milioni di persone pronti a lanciare gli eserciti (con fiumi di parole senza senso) al fine di lavare l’onta dell’ingerenza o di chi aveva osato.

 

Ed è veramente comico, come avrebbe detto (qualcuno innominabile), che pure le vestali della verità, i giornalisti che fanno corona adorante al politicuzzo di turno, non osino portare a conoscenza del pubblico fremente di immergere il corto gladio nella giugulare dell’odiato;

 

Chi sono veramente questi personaggi, quanto sono lorde le loro mani e quanto sono nere le loro anime, oltre a quanto sono piene di euro o altre valute le loro tasche (o conti bancari anche esteri).

 

Ma succede sempre così: il popolo viene eccitato esclusivamente su temi semplici, dove può fare il tifo scomposto, mentre le vere guerre sono fatte in uffici coperti di boiserie piene di libri e pavimentate con spesse moquette che non fanno trapelare il tintinnio degli affilati coltelli, di quelli che si combattono, da anni, per divergenze sulla spartizione di un qualche bottino, più o meno come nel 365 a.C.

 

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Natalia Agafonova

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DEMOCRAZIA: QUI IN ITALIA NOI FACCIAMO COSI

DEMOCRAZIA: QUI IN ITALIA NOI FACCIAMO COSI 

 

QUI IN ITALIA, IL NOSTRO GOVERNO FAVORISCE I MOLTI INVECE DEI POCHI: E PER QUESTO VIENE CHIAMATO DEMOCRAZIA  

 

DEMOCRAZIA: QUI IN ITALIA NOI FACCIAMO COSI 

 

Le leggi qui in Italia assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi italiani non ignoriamo mai i meriti dell’eccellenza. quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo stato, ma non come atto di privilegio, come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento.

 

DEMOCRAZIA: QUI IN ITALIA NOI FACCIAMO COSI

 

La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana; noi non siamo sospettosi l’uno dell’altro e non infastidiamo mai il nostro prossimo se al nostro prossimo piace a modo suo. Noi italiani siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi situazione anche di pericolo. Un cittadino italiano non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private, ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private.

 

DEMOCRAZIA: QUI IN ITALIA NOI FACCIAMO COSI

 

Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati, e ci è stato insegnato anche di rispettare le leggi e di non dimenticare mai che dobbiamo proteggere coloro che ricevano offesa. e ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte che risiedono nell’universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è buon senso.

 

DEMOCRAZIA: QUI IN ITALIA NOI FACCIAMO COSI

 

Un uomo che non si interessa allo Stato noi italiani non lo consideriamo innocuo, ma inutile; e benché in pochi siano in grado di dare vita ad una politica, beh tutti qui in Italia siamo in grado di giudicarla. Noi italiani non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della democrazia. Noi italiani crediamo che la felicità sia il frutto della libertà, ma la libertà sia solo il frutto del valore. Insomma, oggi proclamiamo che l’Italia sia la scuola d’Europa e che ogni italiano cresce sviluppando in sé una felice versatilità, la fiducia in se stesso, la prontezza a fronteggiare qualsiasi situazione ed è per questo che l’Italia è aperta al mondo e noi italiani non cacciamo mai uno straniero.

 

DEMOCRAZIA: QUI IN ITALIA NOI FACCIAMO COSI

 

TRATTO DAL DISCORSO DI PERICLE AGLI ATENIESI NEL 461 A.C, sostituendo la parola “Atene” con “Italia” – la parola “Ateniesi” con “Italiani” e la parola “Noi” con “Noi Italiani”.

 

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Sebastiano de Falco

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