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UNA FAMIGLIA SPECIALE

Oggi vi voglio parlare di Amlib .

Questa comunità mi ha colpito in modo particolare per il suo impegno nell’ accogliere bambini in difficoltà, che non hanno più nessuno e hanno bisogno di una famiglia.

La cosa che mi ha stupito di più, però è stata che l’accoglienza non si è limitata solo ai bambini, ma ha coinvolto anche genitori allo sbando, in cerca di un riscatto e di una famiglia, adolescenti soli e ragazzi emigrati senza più nessuno, che all’interno della comunità trovano un punto di riferimento.  Adulti, persone che hanno voglia di occuparsi di loro, che hanno il desiderio di ascoltarli, di abbracciarli, di accudirli.

Questi valori sono trasmessi con l’esempio.

L’adulto insegna e impara così come il bambino. Gli adolescenti accudiscono i più piccoli, ma hanno sempre il supporto dell’adulto.

Sono accolte anche intere famiglie che si trovano in gravi difficoltà socio-economiche ed è bellissimo vedere come tutti si aiutano, partecipano alla vita degli altri sostenendoli e incoraggiandoli ad aprirsi al futuro.

La comunità è nata a Firenze da Don Matteo Galloni, suo fondatore e da Francesca Termanini che fin dal 1988 hanno provveduto a colmare la solitudine dei piccoli ma anche dei grandi, accogliendoli in una meravigliosa famiglia.

La Comunità, in Italia, ha una proprietà vicino a Firenze, in cui si trovano una Casa Madre e delle casette per l’accoglienza. Ogni bambino ospitato ha una cameretta che condivide con un altro e che insieme personalizzano secondo il loro gusto. Molto diverso e distinto dal classico orfanotrofio. Ognuno può esprimere la propria identità e personalità, viene accettato e supportato. I bambini non aspettano di essere adottati, vivono già in famiglia, con persone sulle quali possono contare e fare affidamento per costruire il loro futuro.

Oltre che in Italia la Comunità opera in Africa, in Congo, dove accoglie i bambini rimasti senza famiglia, gli ex-bambini soldato con case famiglie e progetti educativi per portarli non solo fino alla maggiore età, ma fino all’autonomia, fino a quando non si formano una propria famiglia, rimanendo loro sempre quella di “origine”, un punto di riferimento e di valori.

La solidarietà, l’aiuto reciproco, l’occuparsi gli uni degli altri sono valori che nella nostra società vanno sempre più affievolendosi.

Vedere, percepire il potere dell’accoglienza emanare da questa comunità è qualcosa che colpisce, che ti fa pensare.

L’individualismo, l’apparire, il primeggiare perdono di significato davanti all’amore e alla libertà che ti da una famiglia, qualsiasi essa sia.

 

Laura Giacometti

PHI Foundation

L’Umanesimo nel tempo del 4 punto 0

19 ottobre 2016 – Vi chiederete quale sia la relatività tra l’immagine di testata con gli argomenti qui presentati, eppure guardando bene, vi troverete delle analogie come sono state percepite da Sebastiano de Falco.

L’Umanesimo come la Social Innovation è un periodo storico in cui si caratterizza un più ricco e più consapevole fiorire di riflessioni considerate come strumento di elevazione spirituale dell’uomo.

Si parla di Umanesimo filologico o di Social Innovation filologico per distinguere le attività intese più generalmente alla creazione filosofica e all’elaborazione di una nuova civiltà.

Con riferimento, esplicito e implicito, all’Umanesimo quale periodo storico, il termine “Social Innovation” è usato infine per caratterizzare ogni orientamento che riprenda il senso e i valori affermatisi nella cultura: dall’amore delle cose che ci circondano alla concezione dell’uomo e della sua ‘dignità’ quale autore della propria storia, punto di riferimento costante e centrale della riflessione filosofica.

Non c’è futuro senza passato. Le opere del passato sono come i fiori da cui le api traggono il nettare per fare il miele: questa immagine illustra bene quale sarà lo spirito della Social Innovation, ossia di quei concetti che – nel corso dei prossimi anni – permetterano la ‘riscoperta’ della nostra identità.

Nondimeno tale riscoperta non condurrà a imitare gli antichi, bensì, beneficiare della loro conoscenza e dei loro insegnamenti al fine di ritrovare l’identità perduta, e rinascere come moderni.

Questa straordinaria rifioritura nello spirito della Social Innovation avrà il suo epicentro in PHI Foundation per poi diffondersi ovunque.

Sebastiano de Falco

PHI Foundation