Sostegno Inclusione Attiva (SIA)

Sostegno Inclusione Attiva (SIA)

Sostegno Inclusione Attiva (SIA)

Le novità sul SIA (Sostegno Inclusione Attiva)

Sostegno: SIA, un acronimo poco conosciuto in rapporto alla sua utilità, ma vediamo di scoprire precisamente di cosa si tratta.

Sostegno: Il SIA (Sostegno all’Inclusione Attiva) è una preziosa misura di contrasto alla povertà, consistente in un sussidio per le famiglie economicamente svantaggiate nelle quali siano presenti minorenni o figli disabili o donne in stato di gravidanza accertata.

Sostegno Inclusione Attiva (SIA)

Per ricevere il sussidio previsto dal SIA è necessario aderire ad un progetto personalizzato di attivazione sociale e lavorativa predisposto dai servizi sociali del proprio Comune, in rete con i servizi per l’impiego, i servizi sanitari, le scuole, i soggetti del terzo settore ed i privati attivi nell’ambito degli interventi di contrasto alla povertà, in particolare gli enti no profit.

Il progetto è rivolto ed impegna tutti i componenti del nucleo familiare prevedendo compiti individuali per adulti e bambini,  stabiliti sulla base di una valutazione globale di problematiche e bisogni, creando un patto tra servizi e famiglie.

Le attività sono di diverso genere e variano dalla ricerca attiva di lavoro, all’adesione a progetti di formazione, ai contatti con i servizi, alla frequenza e all’impegno scolastico, alla prevenzione e alla tutela della salute.

Il tutto proprio con la finalità di donare un aiuto alle famiglie in difficoltà, affinché possano superare la propria condizione di povertà e, col tempo, riconquistare l’autonomia.

Sostegno Inclusione Attiva (SIA)

Il SIA, sperimentato in prima battuta nelle città più grandi d’Italia, è stato in seguito profondamente ridisegnato con il Decreto Ministeriale del 26 Maggio 2016 (venendo esteso a tutto il territorio nazionale) ed il Governo Gentiloni, sulla scia delle riforme avviate dal precedente esecutivo e come già previsto dalla legge di bilancio 2017, rinnoverà e darà continuità al SIA, ampliandone i beneficiari, per rendere utilizzabili tutte le risorse previste per il 2017 (circa 1,5 miliardi a fronte dei 750 milioni destinati al SIA nel 2016).

Tuttavia, nelle intenzioni del Governo, il SIA resterà soltanto una misura ponte, in attesa che venga completato l’iter parlamentare ed il successivo percorso attuativo della Legge Delega per il contrasto alla povertà, che in seguito darà vita al Reddito di Inclusione.

Se sei interessato alla richiesta del sussidio, o a maggiori informazioni riguardo il SIA, recati presso gli uffici del tuo Comune di residenza o consulta la modulistica predisposta dall’ INPS.

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Redazione

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REDDITO DI INCLUSIONE: 500 EURO A FAMIGLIA

REDDITO DI INCLUSIONE: 500 EURO A FAMIGLIA

 

Dal primo gennaio 2018 anche l’Italia avrà uno strumento unico nazionale di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale. Si chiama Rei, Reddito di inclusione. Inizialmente, a causa delle risorse limitate, riguarderà meno del 40% delle persone in condizione di povertà assoluta. Si tratta comunque di un passo in avanti rispetto al Sia, il sostegno all’inclusione attiva sperimentato nelle grandi città. «Il Rei è legge: un aiuto alle famiglie più deboli», sottolinea il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni.

 

I requisiti

Il Consiglio dei ministri ha approvato in via definitiva il decreto attuativo della legge delega sulla povertà che introduce appunto il Rei. Le domande per ottenerlo si potranno presentare, dal primo dicembre, presso il Comune di residenza che la trasmetterà all’Inps. Il Rei è un assegno variabile mensile accompagnato da un progetto di reinserimento sociale e lavorativo. Viene riconosciuto alle famiglie con un valore dell’Isee, l’indicatore della situazione economica familiare, non superiore a 6 mila euro e un valore del patrimonio immobiliare, diverso dalla casa di abitazione, al massimo di 20 mila euro. La precedenza nella concessione del Rei sarà data alle famiglie con figli minorenni o disabili, con donne in stato di gravidanza o con disoccupati ultracinquantenni.

 

L’assegno

L’assegno viene erogato su una carta di pagamento elettronica, tipo una prepagata, e varia da 190 euro al mese per una persona sola fino a quasi 490 euro per una famiglia con 5 o più componenti. Per ottenere il sostegno economico la famiglia interessata dovrà sottoscrivere un progetto personalizzato volto al superamento della condizione di povertà. Il progetto indicherà i servizi di formazione e reinserimento cui la famiglia dovrà partecipare, pena la perdita dell’assegno. Che in ogni caso sarà concesso per non più di 18 mesi, poi bisognerà aspettare 6 mesi prima di poterlo richiedere.

 

I fondi

Al Rei, dice il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, «sono destinati 1 miliardo e 845 milioni di euro, a cui si aggiungono anche le risorse del “Pon inclusione” per un totale di oltre 2 miliardi l’anno dal 2019» (nel 2018 saranno leggermente di meno). Secondo le slide del ministero, sono quasi 1,8 milioni, di cui 700 mila minori, le persone potenzialmente coperte dal Rei. Le famiglie beneficiarie potrebbero essere 500 mila, di cui 420 mila con minori. Numeri importanti, che però vanno confrontati con le rilevazioni Istat sugli italiani poveri. Nel 2016 le persone in condizioni di «povertà assoluta», cioè non in grado di acquistare un paniere di beni e servizi tale da assicurare «uno standard di vita minimamente accettabile», erano 4,7 milioni, distribuite in 1,6 milioni di famiglie. «Il Rei è indubbiamente importante. Ma servono più risorse e servizi moderni per le famiglie più deboli», commenta Annamaria Furlan per la Cisl, che fa parte dell’Alleanza contro la povertà. Il Rei non risolve il problema, secondo i 5 Stelle che rilanciano il «reddito di cittadinanza».

 

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Sebastiano de Falco

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#RENZI: INSIEME VERSO IL CAMBIAMENTO

Matteo Renzi dimettendosi da tutte le cariche è divenuto un uomo libero ritornando in possesso del proprio tempo che sta impiegando nel visitare altre nazioni (privatamente senza giornalisti e telecamera) come nel suo ultimo viaggio negli Stati Uniti d’America dove vi è andato al fine di valutare nuove idee e prospettive e distintamente (l’evoluzione delle energie alternative o come la tecnologia cambia il mercato del lavoro e riduce l’occupazione oltre molte altre preziose info).

 

Giro il mondo per ossigenare il cervello! Dichiara Renzi, sostenendo che fermare il progresso e la tecnologia o pensare di rallentare è assurdo, «Le invenzioni – dalla stampa all’automobile – hanno avuto sempre ricadute sociali ed il compito adesso è di affrontare i problemi che derivano dalla rivoluzione digitale e i costi in termini di perdita posti di lavoro».

 

Renzi continua: molti sventolano il “reddito di cittadinanza” come risposta all’assenza di lavoro e soluzione di tutti i mali, ma garantire uno stipendio a tutti non risponde all’articolo Uno della Costituzione Italiana che parla di lavoro non di stipendio. Il lavoro non è solo stipendio, ma anche dignità. Il reddito di cittadinanza nega il primo articolo della nostra Costituzione.

 

«Serve un lavoro di cittadinanza» In questi tempi di forti cambiamenti dobbiamo rivoluzionare il welfare. Niente rassegnazione o ripiegamenti su se stessi, via quindi il tono irritato quando si parla di tecnologia e innovazione mentre vi sono grandiose opportunità che si possono cogliere cambiando il concetto di lavoro come sinora lo abbiamo interpretato.

 

Coltivare dei sogni, continua Renzi nell’intervista concessa al giornale Il Messaggero: «spostando il reddito dalla rendita all’innovazione» e quindi al lavoro poiché non dobbiamo credere alle profezie di una società senza lavoro (jobless society), tantomeno a coloro che si rassegnano proponendo una rendita, come il “reddito di cittadinanza”, che dà ai giovani un messaggio sbagliato di ripiegamento su se stessi, ma occorre ricreare le opportunità per i giovani che hanno voglia di fare orientandosi alla Social Innovation.

 

Il cambiamento in atto si muove velocemente con il “terzo settore” protagonista congiuntamente ad un “capitalismo etico” dirigendosi verso modelli concettuali della “Social Innovation” e al fine di garantirsi il successo, questa strada la dobbiamo percorrere (costruire) insieme.

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Sebastiano de Falco

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