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Volontariato d’impresa: un fenomeno italiano

Volontariato d’impresa: un fenomeno italiano

Volontariato d’impresa: un fenomeno in crescita in Italia

 

Volontariato d’impresa: un fenomeno italiano

Cresce sempre di più il numero di aziende che da forma al volontariato dando ai dipendenti la possibilità di svolgere attività a favore del bene comune. Si tratta, certo, di una strategia di Responsabilità sociale d’impresa (CSR) che concede ai dipendenti almeno 3 giorni per svolgere volontariato d’impresa per il benessere del proprio territorio ma anche per acquisire nuove competenze. E’ lo stesso rapporto sull’impegno sociale delle aziende in Italia ad affermare questo dato in crescita; rapporto stilato dall’Osservatorio Socialis di Errepi Comunicazione, in collaborazione con Ixè.

Che tipo di attività?

Innanzitutto il volontariato d’impresa si rivolge al territorio: molte le iniziative di volontariato sociale sia promosse dalle stesse aziende che coinvolgono i dipendenti, sia organizzate in orario di lavoro. Ma sono molto numerosi i campi di azione su cui stanno mostrando interesse le aziende. Tali attività da una parte costituiscono un arricchimento professionale del dipendente coinvolto, mentre dall’altra arricchiscono e migliorano l’immagine dell’impresa stessa. In questo modo stringono legami più forti con la comunità locale e con le associazioni del no profit. Il tutto verso la creazione di nuove soft skill, ossia competenze emotive e sociali dei dipendenti esercitate indossando i panni del lavoratore. Competenze affatto fini a se stesse: entrano a pieno titolo a far parte del curriculum professionale, arricchendolo ed ampliandolo.

 

Volontariato

I numeri in crescita

Parlavamo di un fenomeno in crescita, quello del volontariato d’impresa. Ma la strada è ancora lunga. Per l’istituto Ixè solo l’11% delle aziende scegli il volontariato vero e proprio per sviluppare al meglio la CSR (Corporate Social Responsability). A questo dato vanno aggiunti, tuttavia, altri numeri sulle iniziative affini come ad esempio rendere disponibile il proprio personale a favore del no profit per accelerare verso la vera Social Innovation. Parliamo del 15% delle imprese. Altre imprese si prodigano, invece, per iniziative di filantropia, almeno il 24% circa. SI parla, comunque, di numeri in crescita; di un trend che tende a maturare con il tempo e a influenzare un numero sempre maggiore di protagonisti e attori. Un esempio è quello di Fondazione Sodalitas che coinvolge 250 imprese e 278 organizzazioni no profit. Sodalitas non fa altro che mettere in contatto tra loro il mondo profit con quello no profit. Spesso mettendo a disposizione il loro knowhow a favore delle piccole associazioni no profit del territorio, poco preparate professionalmente ad una social innovation. Tornando ai numeri di riferimento, parliamo in genere di 3 giornate lavorative da dedicare allo sviluppo della CSR, quindi al volontariato d’impresa. Un valore economico annuale di circa 155 mila euro e con un coinvolgimento di circa 120 persone per impresa in programmi che durano, di norma, 5 anni. L’Europa stessa ha puntato gli occhi sul fenomeno: in arrivo i risultati di una indagine lanciata sul tema, che serviranno a disegnare i contorni delle indicazioni su come questi programmi possano entrare a fra parte del Corpo volontariato di aiuti umanitari dell’UE.

Alcuni esempi?

Facendo esempi concreti di quanto stiamo dicendo, prendiamo UBI Banca. 1.245 dipendenti hanno aderito a “Un giorno in dono” nel corso del 2016. I dipendenti o hanno potuto dedicare attività di volontariato in tutti i territori di riferimento del gruppo UBI Banca. 70 le organizzazioni no profit che hanno accolto e ricevuto l’aiuto e il sostegno di questi dipendenti. In pratica ognuno di loro ha trascorso un giorno di ferie presso una associazione del territorio di riferimento, donando tempo e competenze. In base al numero dei dipendenti partecipanti, la somma che UBI Banca riconoscerà per il 2016 alle organizzazioni no profit è ari a 124.500, ossia 100 euro per ogni giornata di volontariato.

Altro grande esempio concreto di volontariato d’impresa è quello del Progetto Attitude di Milano, un progetto di volontariato per accrescere competenze e capacità trasversali. Le aziende coinvolte in questo caso sono piccole, medie e grandi imprese con sede sul territorio milanese, nelle quali il concetto di volontariato è già ben radicato tra i dipendenti, sia a titolo personale che in maniera riconosciuta dall’impresa stessa.

Possiamo quindi sostenere con fermezza che anche in Italia sta diventando un affare importante e serio quello del volontariato in genere: utile ai giovani, per trovare lavoro una volta usciti dal mondo scolastico. Utile, altresì, alle imprese per dare un forte segnale di presenza nella comunità di riferimento ed n ottimo modo per stringere legami con il terzo settore, fonte inestimabile di benessere sociale.

 

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ReverseLab: Progetto Esodo

ReverseLab: Progetto Esodo

ReverseLab: Progetto Esodo

 

1. ReverseLab: L’Impresa del Design:

ReverseLab: Cari Lettori, oggi facciamo luce su come dal carcere all’impresa sia stato possibile che duemila detenuti in sei anni  siano stati coinvolti, in un  Progetto esodo in ReverseLab  sostenuto dalla Fondazione Cariverona: un laboratorio che produce orologi, arredi e contenitori: «Il reinserimento è interesse di tutti.»

Una di quelle attualmente in piena espansione è partita tre anni fa con un corso di artigianato tutto particolare: un gruppo di architetti e designer ha deciso di insegnare a una quindicina di detenuti come ricavare dal legno oggetti di arredo, partendo dai pallet di scarto, per esempio, e adesso quegli oggetti prodotti in carcere vengono non solo venduti in tutta Italia ma alcuni dei detenuti sono stati assunti – pur stando tuttora in carcere – dal gruppo stesso dei designer e artigiani che li ha formati.

ReverseLab

2. Il progetto esodo 

Il Progetto Esodo rappresenta una delle tante iniziative  promosso e sostenuto in particolar modo dalla Fondazione Cariverona in collaborazione con varie Caritas diocesane del Veneto, per occuparsi di una di quelle categorie di persone di cui tanto si parla nei convegni dedicati all’impegno sociale, che però poco interessano in realtà alla maggior parte della gente comune: e cioè appunto i galeotti. L’obiettivo del progetto esodo in ReverseLab, come sintetizza la responsabile che lo segue per la FondazioneMarta Cenzi, è riassumibile così: «Creare per queste persone un percorso con tre punti di arrivo che sono lavoro, abitazione, formazione». Non per buonismo ma per un senso di giustizia il cui beneficiario finale, come dicono i numeri, è la società nel suo insieme: «Chi esce di prigione e trova un lavoro, una casa, un contesto in cui ricominciare una vita ha ovviamente meno probabilità di commettere di nuovo un reato. Il che è innegabilmente una vittoria non solo per lui ma per tutti». E per verificarlo con le cifre tra le mani  è stata commissionata una ricerca da parte di Euricse, i cui risultati arriveranno l’anno prossimo.

ReverseLab

3. Duemila detenuti ed il progetto esodo in ReverseLab 

Dal 2011 a oggi – questo è il suo tempo di vita finora – il Progetto Esodo in ReverseLab si è allargato come un tappeto nelle case circondariali di Verona, Vicenza e Belluno, e poi in altre strutture esterne di esecuzione ossia a Mantova ed Ancona, toccando una popolazione carceraria di oltre duemila persone tra cui un centinaio di donne. Complessivamente sono state messe in piedi per loro in questi anni – il dato è aggiornato a qualche tempo fa – 2.107 iniziative tra «corsi di formazione, sostegno alla persone, accoglienza residenziale, orientamento al lavoro, contratti, esperienze di tirocinio, laboratori occupazionali». Il tutto con un impegno finanziario che solo nel primo triennio aveva superato di molto, da parte di Fondazione Cariverona, la quota di 6 milioni di euro, a copertura del 90 per cento del totale delle spese. A testimoniare il fatto che quando una cosa funziona crea imitazione è ancora Marta Cenzi: «Nonostante le percentuali esatte dei risultati non siano ancora disponibili possiamo già dire che su Trento e Belluno stanno crescendo in modo costante le imprese che collaborano con i vari progetti di inserimento lavorativo avviati negli anni».

Uno dei più innovativi, in questo caso su Verona, è come si diceva quello del gruppo ReverseLab: «Siamo una impresa sociale – dice Federica Collato che ne è stata tra i fondatori – di design sostenibile. Facciamo progettazione e produzione artigianale. Recuperiamo legno e lo reinventiamo: in oggetti, orologi, contenitori. Ora in vendita online e tramite i punti di Altro Mercato. Con i detenuti di Verona abbiamo iniziato nel 2014. Il primo anno sono stati 15 e hanno studiato per imparare. Via via ci siamo concentrati sull’approdo a un lavoro. Quest’anno abbiamo aperto una linea produttiva interna al carcere e assunto con un contratto regolare i primi due: scontano la loro pena, ma lavorano e guadagnano, quando usciranno avranno davanti un progetto da continuare».

Questo progetto esodo molto importante ha lo scopo di rinascita attraverso il lavoro e rappresenta così un simbolo  per gli oltre duemila detenuti che dal carcere all’impresa di riciclo del legno ricrea oggetti nelle più svariate forme di design  con la prerogativa di  cambiare  loro la  vita ringraziando così la  Fondazione Cariverona che ha permesso e sostenuto  il progetto  esodo in  ReverseLab fin dalla nascita per dare la possibilità di un futuro migliore ai detenuti in carcere  una volta scontata al pena.

 

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Galassia Crowdfunding: Come muoversi nella galassia del Crowdfunding??

Galassia Crowdfunding: Come Muoversi

Galassia Crowdfunding: Come muoversi nella galassia del Crowdfunding??

 

Galassia Crowdfunding: Le idee non bastano. Servono i finanziamenti per trasformare un’idea in un impresa. Una delle nuove opportunità che si presenta sul mercato è la raccolta di fondi on line (crowdfunding). Ma come muoversi? Da dove cominciare? A quali affidarsi?

La sola idea non basta. Per trasformare una startup in vera e propria impresa servono finanziamenti. Uno degli strumenti più utilizzati dalle startup, ma non solo da loro, per recuperarli sul mercato è il crowdfunding, ovvero la raccolta di fondi on line.

Ma come muoversi ? dove andare? che cosa cercare in Rete quando si decide di intraprendere questa strada? Esistono infatti decine di piattaforme e di siti più o meno accreditati che offrono questo genere di servizio, ma di chi fidarsi? Quale scegliere?

Questa è la domanda che sempre più spesso ci si pone quando si è di fronte a questa scelta. Un indagine condotta dagli Osservatori del Politecnico di Milano, ha stilato la lista delle principali piattaforme di crowdfunding in Italia, cercando anche di indicare vantaggi e svantaggi della loro offerta.

Ecco un breve decalogo con consigli e informazioni per orientarsi in questa articolata e confusa galassia da sfruttare come una vera e propria “bussola”, in grado di indicare la rotta giusta.

La lista comprende 55 piattaforme ed è divisa in base alla diversa tipologia di finanziamento: reward based (raccolta fondi che, in cambio di donazioni in denaro, prevede una ricompensa, come il prodotto per il quale si sta effettuando il finanziamento, o un riconoscimento, come il ringraziamento pubblico sul sito della nuova impresa), donation based (modello utilizzato soprattutto dalle organizzazioni no profit per finanziare iniziative senza scopo di lucro), lending based (microprestiti a persone o imprese), equity based (modello regolamentato dalla Consob: in cambio del finanziamento versato è prevista la partecipazione del finanziatore al capitale sociale dell’impresa, diventandone così socio a tutti gli effetti), ibride (basate su più modalità di finanziamento).

Galassia Crowdfunding: REWARD-BASED (20 piattaforme)

Eppela. “Attraverso il crowdfunding a nessun creativo o aspirante startupper il futuro è precluso”: è questa la mission di Eppela. I progetti da finanziare abbracciano diversi campi: dall’arte al no profit, dal cinema all’innovazione sociale, dalla tecnologia alla musica e al fumetto. Be Crowdy Piattaforma di crowdfunding per progetti culturali e artistici. Permette ad artisti e promoter di proporre i propri progetti e finanziarli tramite l’aiuto della community. Com-Unity portale di crowdfunding di proprietà della Banca Interprovinciale Spa, che ha l’obiettivo di dare un’opportunità a chi ha un’idea e intende realizzarla, utilizzando al meglio le possibilità offerte dalla rete e dal mondo dei social network. Kendoo piattaforma di crowdfunding dedicata soprattutto a progetti web, news, social media, mobile, ecommerce. Musicstarter piattaforma destinata esclusivamente ai progetti di musica: dalla raccolta fondi per concerti, ai festival, ai videoclip, alla nascita e promozione di dischi. BookaBook. Piattaforma dedicata esclusivamente ai libri, in cui lettori e scrittori possono realizzare e finanziare insieme libri inediti. For ITALY. Piattaforma dedicata alla raccolta fondi per progetti riguardanti la cultura italiana. Gigfarm. Piattaforma di crowdfunding dedicata ai concerti dal vivo. Il portale, infatti, permette ad artisti e promoter di entrare in contatto direttamente col proprio pubblico, pubblicando il progetto musicale e proponendolo al popolo della Rete che ne valuterà il valore decidendo se finanziarlo o meno. Giffoni Innovation Hub. Piattaforma dedicata alle startup culturali e alle opere artistico-culturali. WeRealize. Piattaforma riservata ai progetti di design. Permette a designers e makers di cercare fondi online per realizzare progetti innovativi e in serie limitata. Wowcracy. Piattaforma dedicata ai progetti di moda. Agis.co. Trasformare un’idea in realtà, tra ispirazione e strumenti pratici. Questo l’obiettivo di questa piattaforma di crowdfunding che offre anche servizi come scouting, tutoraggio, assistenza manageriale.

Galassia Crowdfunding: EQUITY BASED (14 piattaforme)

Starsup. È stato il primo portale di equity-crowdfunding autorizzato dalla Consob per la raccolta online di capitali di rischio da parte di startup innovative. Si propone di far incontrare idee interessanti e persone disposte a sostenerle finanziariamente. Siamosoci. Accorciare le distanze tra impresa, innovazione, ricerca e finanza agevolando l’apporto di risorse verso l’imprenditoria innovativa. Questo l’obiettivo di Siamosoci, piattaforma di social investing. Assiteca crowd. Portale di equity crowdfunding che si propone comeuna piattaforma innovativa rivolta ad investitori attenti alle nuove modalità di investimento proposte dai mercati”. Ecomill. Sostenibilità, innovazione e aggregazione sociale. Sono questi i valori da promuovere secondo Ecomill, piattaforma dedicata a progetti ad alto valore innovativo nel settore energetico e ambientale. Equinvest. “Il nuovo marketplace che collega startup innovative, che necessitano di raccogliere capitali di rischio, ed investitori, sia retail che professionali, potenzialmente interessati ad investire in società ad alto rendimento”: ecco la presentazione di questa piattaforma di venture capital online. Muum Lab. È il primo portale di equity crowdfunding del Sud, dedicato a progetti relativi a energia, agroindustria, Ict, real estate. Next Equity Crowdfunding Marche. Prima piattaforma di equity crowdfunding nelle Marche, nata grazie a un accordo con l’Università di Camerino per aiutare le idee innovative nate dentro e fuori l’ateneo. The Ing Project. La società The Ing Project Srl ha lanciato Tip Ventures, portale di raccolta fondi in capitale di rischio, che in realtà è double face: alla prima forma di raccolta reward-based (soldi in cambio di omaggi), si è unito il finanziamento dietro acquisto quote. We are starting. Piattaforma di equity crowdfunding che nasce con l’obiettivo di “dare visibilità a imprenditori con idee brillanti, consentendo alle loro startup di crescere e svilupparsi, grazie a piccoli investimenti alla portata di tutti”. Fundera. Piattaforma dedicata esclusivamente al settore cleantech, con l’obiettivo di aiutare a finanziare startup, progetti ed iniziative che promuovono tecnologie e servizi a basso impatto ambientale.
DONATION BASED (6 piattaforme)

Let’s donation. “Il Profit sostiene il No Profit”: è questo lo slogan di questo portale donation based nato per finanziare progetti sociali locali, nazionali ed internazionali. ShinyNote. “ShinyNote nasce con l’idea e il proposito di soddisfare il bisogno degli individui di trovare uno spazio condiviso di espressione affettiva ed emotiva”. Così si presenta questa piattaforma, dedicata soprattutto ai progetti di solidarietà. Retedeldono. Piattaforma di crowdfunding  per la raccolta di donazioni online a favore di progetti d’utilità sociale ideati e gestiti da organizzazioni non profit. Iodono. È il primo sito di personal fundraising in Italia. Ha l’obiettivo di permettere alle persone di donare online e di raccogliere fondi per le ONP e per le cause a loro più vicine. Leevia. Piattaforma di crowdfunding destinata a progetti di beneficenza promossi dalle organizzazioni non profit.

Galassia Crowdfunding: LENDING BASED (2 piattaforme)

Smartika. Inserita da Forbes tra le prime 10 piattaforme di social lending in Europa, Smartika permette agli utenti di prestarsi soldi online senza intermediari bancari e finanziari. Prestiamoci. È l’unica startup italiana autorizzata come finanziaria da Banca d’Italia per la gestione di una piattaforma di social lending (prestiti personali da privati a privati su Internet).

IBRIDE  (13 piattaforme)

Starteed. Piattaforma che  non solo lancia campagne di crowdfunding (reward e donation) per aiutare gli aspiranti imprenditori a realizzare i propri progetti ma offre anche la possibilità di vendere il prodotto sulla piattaforma stessa. Inoltre offre soluzioni tecnologiche per l’opzione ‘doityourself’ e per la creazione di piattaforme reward ed equity. Forward. L’arte dalla tua parte. Piattaforma di condivisione tra artisti e comunità web. Finanziamenti reward e lending Proposizione. La particolarità di questa piattaforma è la possibilità di utilizzare i social network per far incontrare ideatori dei progetti e finanziatori. Funditaly. Portale di crowdfunding cooperativo che aiuta chi ha un’idea a realizzarla, grazie al sostegno finanziario e sociale della comunità. Due le opzioni di finanziamento: attraverso il modello ‘reward based (chi ha sostenuto un progetto riceverà in cambio una ricompensa) e attraverso campagne ‘donation based’ (solo donazioni senza budget minimo). De Rev. “Un’azienda leader in Italia nel mercato del crowdfunding, della democrazia partecipativa e della comunicazione virale sui social media”. Così si definisce questa piattaforma di crowdfunding che ospita sia raccolta fondi (reward e donation) per startup innovative sia raccolta firme per progetti e iniziative vari. Produzioni dal Basso PdB. “La piattaforma di crowdfunding per finanziare qualsiasi forma di autoproduzione, senza filtri e senza nessuna intermediazione”: è quanto si legge sul sito di quella che è la prima piattaforma di crowdfunding in Italia, nata nel 2005. Finanziamenti: reward  e donation. BuonaCausa. È un network dallo spirito “ethic” dedicato, appunto, alle buone cause: aziende, associazioni, donatori possono finanziare (in forma reward e donation) progetti di valore sociale. CrowdfundingItalia. “Dona per sostenere un progetto o raccogli fondi per crearne uno tuo”: è questo l’invito di questa piattaforma di crowdfunding generalista (finanziamenti in forma reward e donation). Donordonee.  Portale di “community funding” che utilizza il “gioco del dono” per finanziare (in forma reward e donation) progetti non profit e per aiutare i propri membri, eleggendone 6 al giorno, a realizzare le proprie idee, sempre in ambito di utilità sociale. Ginger. Il nome di questa piattaforma è un acronimo di Gestione Idee Nuove e Geniali in Emilia Romagna. E il nome la dice lunga. Perché l’obiettivo è finanziare (in forma reward e donation) progetti innovativi a livello territoriale.

 

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Tratto da un articolo su “Startup ecosystem” di Concetta Desando

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