Un progetto formativo per i migranti
Versoprobo è una società cooperativa sociale nata nel 2009 che sta realizzando un progetto formativo per la riabilitazione sociale dei migranti.
Inizialmente si occupava e gestiva servizi socio-sanitari-assistenziali; nello specifico, case di riposo per anziani auto e non auto-sufficienti e gruppi appartamento per pazienti psichiatrici.
La svolta
Nel 2015, nel pieno degli arrivi di un numero sempre più elevato di migranti, Versoprobo iniziò a pensare a un nuovo modo di vedere e interpretare l’accoglienza, che si discostasse dal solo assistenzialismo volto a coprire un’emergenza ma che mettesse al centro la figura del migrante.
Inserito nel contesto della comunità locale, così da permettergli di integrarsi nella nuova realtà e ottenere l’assistenza necessaria al termine di un’esperienza traumatica come quella della migrazione.
Nacque cosi l’idea del progetto formativo.
I migranti accolti sono in prevalenza di genere maschile di età compresa tra i 18 ed i 30 anni e sono accolti in strutture abitative di grandi dimensioni così da permettere un’assistenza migliore e poter avviare così un progetto formativo e collaborazioni proficue con gli enti territoriali circostanti.
I numeri
29 sono le strutture adibite all’accoglienza di adulti, minori e famiglie, gestendo in ogni suo aspetto il servizio di accoglienza.
Versoprobo attualmente si occupa di circa 1042 beneficiari del servizio e impiega circa 300 dipendenti.
La Cooperativa svolge attività per conto dalle prefetture di Torino, Novara, Alessandria, Asti, Verbania, Biella, Vercelli e Varese e si è guadagnata la fiducia e l’apprezzamento per la serietà e l’impegno dimostrati.
La storia
Collins, Suleymane, Lamarana e Ionkou mostrano orgogliosi i loro diplomi che hanno appena conseguito. Tutto questo grazie al lavoro svolto dal centro migranti di Gozzano gestito dalla cooperativa Versoprobo in collaborazione con l’ente formativo Enaip che ha permesso lo svolgimento del progetto formativo:
“Sono ragazzi – dicono i coordinatori Martino Giustina e Alex Didino – che si sono impegnati moltissimo per superare la barriera linguistica e le nuove materie che hanno dovuto affrontare. Adesso speriamo che qualcuno li chiami per un posto di lavoro. Sono pronti e competenti.”
Suleyname della Guinea ha 19 anni e ha conseguito la licenza media a Borgomanero: “Sono arrivato in Italia l’altra estate. Mio padre è una delle tante persone rinchiuse nello stadio della capitale e di cui si sono perse le tracce: sono state uccise. Mia madre è morta. Lui voleva che studiassi e siccome in Guinea non avevo questa possibilità sono venuto qui. Adesso vorrei andare avanti e studiare all’alberghiero.”
Anche Lamarana, del Senegal ha appena ricevuto il diploma di terza media: “ Ho portato una tesina sul mio paese, ho raccontato dei suoi problemi ma anche della sua bellezza. Adesso vorrei fare l’elettricista-saldatore.”
Diploma all’Enaip per Ionkou, del Camerun 28 anni: “Nel mio paese avevo frequentato due anni l’Università, alla facoltà di Economia e Commercio, che però non è riconosciuta in Italia. All’Enaip mi sono diplomato in responsabile delle vendite, e adesso spero di trovare un posto. Vorrei continuare a stare in Italia, magari studiare e approfondire le lingue, che sono la mia passione; in Camerun non ci sono possibilità.”
Dalla Nigeria è arrivato Collins: “Per me è abbastanza facile seguire il corso da elettricista all’Enaip, perché in Nigeria facevo già questo mestiere. Il problema più grosso è stato imparare l’italiano. Adesso devo prendere la patente, perché quella nigeriana non è valida.”
Tutti sono arrivati allo stesso modo: deserto, barcone, giorni di fame sete e paura di non farcela a sbarcare “Ma per fortuna– dicono mostrando i diplomi– il presente è questo.”
Luca Brigada
PHI Foundation