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Live-streaming: uno strumento che non può mancare nella social media strategy di una No Profit

Live-streaming: social media strategy

Live-streaming: uno strumento che non può mancare nella social media strategy di una No Profit

 

Live-streaming: Cos’è il live-streaming?

Live-streaming: Per una No Profit la classica lettera di direct marketing non è sufficiente per mantenere l’engagement del target di riferimento e sempre più è divenuta fondamentale l’integrazione di strumenti di promozione sia offline che online. La multicanalità, di conseguenza, prevede la prassi di comunicare in modo diversificato a seconda del canale scelto allo scopo di catturare l’attenzione al momento giusto e con il messaggio giusto.

Ad esempio, uno degli strumenti messi a disposizione dalla piattaforma Facebook per consentire un’interazione più coinvolgente, è il servizio Live-streaming. Questo può fare la differenza per trasformare la relazione con i propri utenti in una esperienza unica. Per varie ragioni:

1)      il Live-streaming ha un’immediatezza che i video registrati non hanno. Pensiamo alla potenza evocativa che potrebbe avere una ripresa live di un medico di Emergency mentre sta operando in sala o un video di Action Aid che riprende in diretta la somministrazione a un bimbo malnutrito di cibo altamente proteico, oppure alla capacità di coinvolgimento emotivo che susciterebbe una intervista live rilasciata ad Amnesty International da un condannato alla pena di morte;

2)      gli utenti possono interagire istantaneamente con la diretta e commentare quello che stanno vedendo. L’interazione live dà la possibilità alla tua campagna di sensibilizzazione o di raccolta fondi, di ricevere feedback immediati, capire quali sono le eventuali criticità e quindi le aree di miglioramento;

3)      il Live-streaming permette di aumentare la audience a ogni sessione. Attraverso l’email marketing puoi raggiungere gli utenti che sono già nella tua lista o, se anche acquisti “contatti freddi”, non è detto che questi siano veramente interessati alla tua attività. Mentre il Live-streaming può aprirti a segmenti nuovi e interessati, a cui prima non avevi pensato. Eventi, dibattiti o campagne: qualsiasi momento può essere trasformato dalla tua No Profit in un’occasione per intrattenere dal vivo più users.

4)       il Live-streaming trasforma il tuo content in “dialogante” e “vivente”. Immaginate una campagna per il 5×1000 come ne potrebbe essere avvantaggiata. L’utente sarà più favorevole a firmare nella dichiarazione dei redditi a favore della tua associazione No Profit dopo che lo hai fatto entrare nella “umanità” del brand avvicinandolo ai tuoi valori e alla tua missione con un linguaggio comune e accessibile a tutti.

Infine c’è una novità: Facebook ha annunciato l’aggiornamento dell’algoritmo che porterà alla riorganizzazione della classificazione dei video sulla bacheca degli utenti privilegiando quelli di maggiore durata, a differenza di quanto avveniva prima.

Allora che aspetti? Trasmettere in diretta da Facebook è molto semplice: basta un clic sull’icona Live.

Il tuo pubblico sarà più gratificato nel seguire in diretta le attività della tua No Profit perché gli starai dando un pezzettino di te, della tua vita di tutti i giorni.

La vita è possibilità, è valorizzare le esperienze di ciascuno e interrogarsi sugli eventi che accadono, il live-streaming può facilitare proprio questo percorso.

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Facebook: Come incrementare la visibilità della propria Organizzazione No Profit

Facebook: Incrementare Visibilità No Profit

Facebook: Come incrementare la visibilità della propria Organizzazione No Profit

 

Facebook

Per una Organizzazione No Profit diventa fondamentale creare nella propria pagina Facebook contenuti sempre più efficaci, che abbiano cioè maggiori potenzialità di visibilità e interazione, senza necessità di dover ricorrere a inserzioni a pagamento, soprattutto in presenza di budget limitati.

L’algoritmo di Facebook (Edgerank) decide quali post vengono mostrati ai fan della pagina secondo vari fattori che descriviamo di seguito:

-fattore “weight”, determinato dal peso del post ossia dal numero delle interazioni che questo ha ricevuto.

Ad esempio il post della LAV, in occasione della Pasqua di due anni fa, con il concept “A Pasqua fai un sacrificio. Non uccidermi” ha ottenuto più di 1 milione di commenti.

-fattore “time decay”, determinato dalla freschezza del contenuto: un post nuovo ha maggiori possibilità di visualizzazione. Ad esempio, Medici Senza Frontiere, per accrescerne l’impatto emergenziale, presenta sempre più spesso le sue campagne in diretta attraverso la pagina Facebook e questo non può che incidere positivamente sul numero delle interazioni in real time.

-fattore “story bumping”: post non attuali che però generano un elevato tasso di engagement vengono premiati da Facebook in termini di visibilità;

-fattore “trend del momento”: post che contengono argomenti attuali hanno maggiore chance di essere visualizzati. Per esempio la Croce Rossa Italiana usa una delle sue pagine Facebook come ufficio stampa dove gli utenti possono trovare notizie aggiornate e affidabili.

-fattore “informazione”: premia la qualità di quei contenuti che, anche se non generano interazioni, sono utili perché hanno carattere informativo. Facebook tiene conto del fatto che ci sono utenti passivi che utilizzano i social come fonte d’informazione senza necessariamente interagire.

-i contenuti con video caricati direttamente in Facebook vengono premiati rispetto a quelli caricati nella piattaforma YouTube. Ad esempio Greenpeace carica i video direttamente in Facebook.

 

Facebook

Per essere premiati da Facebook in termini di visibilità dobbiamo quindi “sfornare” contenuti sempre interessanti per il nostro pubblico. In altre parole è necessario avere idee. Oltre a sfruttare le campagne, gli eventi, le testimonianze dei volontari e dei beneficiari, possiamo farci venire nuove idee tramite SEMRush, tool online che fornisce dati relativi ai volumi di ricerca delle keywords maggiormente digitate dagli utenti. Possiamo così intercettare i loro bisogni relativi in particolare a quegli argomenti che rientrano nella nostra mission.

Inoltre, affinché i contenuti siano più accattivanti e condivisibili, una certa cura va riservata anche alle immagini. Ad esempio, le foto e i video d’impatto che Amnesty International diffonde nella sua pagina Facebook  attraverso blog, live stream, testimonianze, appelli ed eventi tematici restituiscono un messaggio sempre chiaro, forte ed evocativo allo stesso tempo.

Non è necessario essere grandi professionisti. Per modificare le immagini si può utilizzare GIMP,  un software per l’editing professionale delle foto accessibile gratuitamente in rete, che permette anche, con l’istallazione dei plugin, di applicare i filtri tipici di Instagram. Invece, per creare grafiche ad hoc come banner o copertine Facebook si può ricorrere a Canva che mette a disposizione template già preimpostati per diversi utilizzi e in varie dimensioni.

Questi sono alcuni suggerimenti pratici che possono essere di ausilio per incrementare la visibilità della nostra Organizzazione No Profit attraverso il social network Facebook.

 

Facebook

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Brand Identity Efficace Content Marketing per le Onlus

Brand Identity Efficace Content Marketing per le Onlus

Brand Identity Efficace Content Marketing per le Onlus

 

Brand Identity: Lo storytelling è una tecnica narrativa che permette a chi ci legge o ascolta di vivere una esperienza emozionale. Quello che succede quando assistiamo a un’opera teatrale o a un film che ci appassiona è di entrare nel vissuto del protagonista e vivere con lui l’impresa, il viaggio o l’avventura che sta affrontando.

Lo stesso meccanismo accade con lo storytelling: studi neurologici dimostrano che il nostro cervello risponde agli stimoli prodotti dalla narrazione come se stessimo provando gli stessi sentimenti o compiendo le stesse azioni del personaggio principale del racconto.

Lo storytelling può essere per una Onlus una delle migliori tecniche di content marketing che, fra l’altro, si può facilmente declinare sia sui canali di comunicazione offline che online. Chi più di una Onlus può avere interesse a trasmettere le proprie idee e i propri valori tramite una storia d’impatto?

Per garantire l’efficacia della narrazione uno storytelling deve contenere degli elementi chiave:

  1. una trama epica con eroi che compiono un’impresa difficile o rischiosa;
  2. un melodramma con personaggi fragili o indifesi che poi trovano il loro riscatto nel raggiungimento dell’impresa o, al contrario, una commedia in cui i personaggi vivono situazioni ironiche e leggere. Ad esempio, il FAI (Fondo Ambiente Italiano) in occasione della Campagna #FAImarathon ha realizzato un video in chiave ironica per avvicinare agli Italiani l’arte nascosta dentro palazzi e portoni. Lo stratagemma utilizzato per far entrare negli edifici storici i passanti che camminano assorti nei loro pensieri e dimentichi delle meraviglie artistiche del loro paese è stato far parlare i citofoni.
  3. infine non può mancare una saga romantica in cui momenti negativi si concludono con epiloghi positivi.

In uno storytelling  di successo si possono annoverare altri 3 elementi che potenziano l’evoluzione narrativa:

  1. i nemici: cercano di ostacolare gli sforzi del protagonista nel compimento dell’impresa.

Brand Identity: Un ottimo esempio possiamo trovarlo all’interno di uno dei villaggi esperienziali allestiti da Save the Children in varie città italiane in occasione della Campagna EveryOne contro la mortalità infantile. Chi visitava il villaggio riceveva un badge con il nome di un operatore o operatrice Save the Children e, attraverso un gioco interattivo, poteva fare l’esperienza di dover raggiungere nel minor tempo possibile un villaggio per portare aiuto ad una mamma e a un neonato pedalando su una bici-ambulanza collegata a un monitor. Durante il percorso incontrava vari nemici come la lunga distanza, la pioggia, il freddo, la strada poco asfaltata e altri ancora. Proprio tali avversità aiutavano a far comprendere cosa volesse dire fare l’operatore sanitario in zone povere e remote.

  1. gli amici del protagonista: lo aiutano nel raggiungere la meta. Prendiamo ad esempio una delle storie della Campagna #nonmiarrendo di Telethon: Emanuele è un bambino affetto da una grave patologia che colpisce progressivamente il metabolismo. Sua mamma Cristina, con il papà e i fratellini, decidono di non arrendersi alla malattia e con pazienza costruiscono la loro vita familiare intorno ai bisogni del bambino che è tracheotomizzato per respirare meglio e si nutre tramite un sondino. Ecco che al loro fianco si schierano degli amici: i ricercatori di Telethon che si impegnano ogni giorno per migliorare la salute e la qualità della vita di tanti bambini malati come Emanuele.
  2. come in ogni epica non può mancare un’ingiustizia che il nostro eroe dovrà combattere con tutte le sue forze. Qui non servono esempi considerando che in fondo tutte le Onlus nascono per contrastare una ingiustizia sociale.

In conclusione, una Onlus che, tramite la tecnica dello storytelling,  sia in grado di coinvolgere i propri utenti  facendo echeggiare emozioni e aprire le menti a prospettive differenti, riesce a far sentire possibile un futuro migliore.

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