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Diamo un volto a chi spesso voltiamo le spalle: Associazione Progetto ARCA

Tra le associazioni che ogni giorno, per strada, ci chiedono un aiuto c’è sicuramente anche ARCA, associazione riconosciuta come ONLUS nel 1998 che da più di 20 anni si occupa di aiutare uomini e donne in stato di indigenza o persone spesso affette da problemi di dipendenza di vario genere. Sicuramente, anche ad ARCA, non avremo dato ascolto nonostante il loro invito a fermarci mentre camminavamo verso casa, troppo presi dalla nostra routine quotidiana.

Così, approfittando di questi giorni di festa, mi sono imposta di conoscere meglio questa associazione senza scopo di lucro che mostra dietro al bancone con l’omino azzurro, uomini e donne dallo sguardo sereno che passano il più della giornata a sentirsi dire, spesso pure con voce scocciata, forse la frase più retorica del mondo: “Scusami, sono di fretta!”.

L’Associazione Progetto ARCA nasce nel 1994 grazie al desiderio di un gruppo di amici di aiutare concretamente le persone in stato di indigenza.

Un centro di accoglienza è il primo passo importante per donare a chi vive in balia della propria dipendenza una via di fuga e una possibilità di riscatto così, nel 1994, viene creato il primo Centro di Accoglienza Residenziale. A distanza di neanche 10 anni arriva il secondo Centro di Accoglienza Residenziale questa volta dedicato a uomini e donne tossicodipendenti che per anni hanno legato la loro identità a terribili sostanze stupefacenti.

Con l’arrivo del nuovo millennio il continuo aumentare del flusso migratorio in Italia spinge l’Associazione Progetto ARCA ad intervenire a sostegno dei rifugiati politici con progetti concreti di Prima Accoglienza. Questo è un passo fondamentale che permette agli 84.500 uomini, donne e bambini (questi ultimi 16.700 in soli due anni come riportato qui) che fuggono da paesi in guerra o in piena carestia, di ricevere un primo soccorso medico e un pasto caldo prima del trasferimento allo SPRAR o sistema di protezione per rifugiati politici richiedenti asilo, o di essere indirizzati nel modo più sicuro verso la nuova tappa prevista dal migrante diretto nel Nord Europa.

Un aiuto per i tossicodipendenti e un primo soccorso per i rifugiati politici quindi ma non solo, l’Associazione Progetto ARCA, divenuta nel 2008 una vera e propria fondazione, continua da più di vent’anni il suo cammino verso i più deboli, proponendo soluzioni concrete per altri ambiti dolenti come il sostegno alimentare per le famiglie con minori in gravi condizioni economiche, che prevede pacchi viveri e un centro cottura in giro per il Belpaese (qui la mappa con le città d’Italia coinvolte nel progetto) o il servizio ideato per gli ex pazienti ospedalieri, ricoverati in ospedale in seguito a patologie respiratorie, infezioni della pelle o malattie croniche che si trovano senza una casa, in attesa di essere trasferiti in una struttura sanitaria gratuita che possa continuare a somministrargli le cure indispensabili a una totale guarigione senza ricadute: il Post-Acute.

Last but not the least, come dicono gli inglesi, voglio raccontarvi di quello che, per quanto mi riguarda, è il progetto più innovativo e generoso che questa organizzazione non profit propone da qualche tempo ai senza tetto: l’Housing first. Giunto in Italia grazie alla PSD-Federazione Italiana Organismi Persone Senza Dimora ma di origine statunitense, nasce da un’idea di Sam Tsemberis (qui la sua biografia) che vede in questo modello una risposta allo stato di #homelessness a New York, problema molto sentito negli anni ’90.

Il “Pathways to Housing”, questo il nome originale dato dal suo founder nel 1992, proponeva una serie di appartamenti indipendenti per le persone senza dimora croniche con problemi di salute mentale o di disagio sociale evitandogli così il solito e lungo iter fatto di vita da strada, dormitori e centri di accoglienza.

In fase di sperimentazione da poco tempo, ma con ottimi risultati, ancora una volta questa ONLUS non perde un’occasione per donare ai senza tetto una casa che li invogli a ricostruire la loro vita, perché, come si può leggere in una delle pagine del sito Web dell’Associazione Progetto ARCA in merito al progetto Housing First: “L’abitare da subito in una casa, intesa come bene e diritto primario, rappresenta di per sé la condizione migliore perché una persona fragile possa ricominciare a prendersi cura di se stessa”.

 

Federica Pizzi

PHI Foundation

La Colletta Alimentare per i poveri: un appuntamento solidale che dura da 20 anni

Lo sapevi che la Colletta Alimentare promossa dalla Fondazione Banco Alimentare ONLUS è l’evento di solidarietà più partecipato in Italia? Ebbene sì e nel 2016, precisamente oggi 26 novembre, spegne le candeline per i suoi 20 anni di promozione del recupero delle eccedenze alimentari e la sua redistribuzione alle strutture caritative.

Ma andiamo per ordine e facciamo un salto all’indietro, più precisamente al 30 marzo 1989 quando la ONLUS che ogni anno si adopera per organizzare in ogni regione d’Italia la Giornata Nazionale della Colletta Alimentare viene a nascere.

A volerla intensamente il Cavalier Danilo Fossati, presidente della famosa azienda Star e Monsignor Luigi Giussani, fondatore del movimento religioso di Comunione e Liberazione, spinti dal desiderio di creare un qualcosa che si avvicinasse il più possibile alla Fundaciò Banc dels Aliments di Barcellona. Le idee su come sviluppare questo importante progetto volto alla riduzione dello spreco alimentare e alla protezione della popolazione povera erano tante ma in loro soccorso venne fin da subito una fitta rete di uomini e donne generose e di talento che, come volontari o dipendenti, permisero alla Fondazione Banco Alimentare ONLUS di crescere portando “a casa” risultati magnifici in soli 20 anni. Vediamoli insieme: 8.990 tonnellate di cibo recuperate presso i 12.000 punti vendita aderenti all’iniziativa Colletta Alimentare; 5.500.000 gli italiani che hanno donato cibo ai più poveri in questi anni di cui 135.000 volontari che oltre a fare questa donazione hanno partecipato attivamente alla Colletta Alimentare dalla nascita di questa ONLUS.

Giornata Nazionale della Colletta Alimentare a novembre dunque ma non solo perché la Fondazione Banco Alimentare ONLUS lavora tutto l’anno attraverso attività di fundraising o collette regionali seguite dalle organizzazioni locali della fondazione per mantenere alta la sensibilità verso lo spreco alimentare e verso la giusta redistribuzione del cibo a favore dei poveri.

Doppio obbiettivo, doppia vittoria quindi: e tu ci vai alla Colletta Alimentare di oggi per donare un po’ di cibo e di tempo per chi è più sfortunato di te?

 

Federica Pizzi

PHI Foundation

In autunno vestiti di rosa e aiuta la ricerca contro il cancro

Domenica 23 ottobre si è tenuta a Milano la camminata non competitiva promossa dall’azienda di calzature e pelletteria PittaRosso “Pink is good” per promuovere la ricerca contro il cancro, che nel 2015 aveva attirato al Castello Sforzesco 8.500 partecipanti e 55.500 donatori tutti rigorosamente vestiti con il fiocco rosa. Quest’anno, oltre alla classica “Pink parade”, ha proposto ai runners 10km di corsa cronometrata con lo scopo di coinvolgere più persone in quel progetto di sensibilizzazione ai tumori femminili che la Fondazione Umberto Veronesi, ente no profit che si occupa di finanziare la ricerca contro il cancro attraverso l’erogazione di borse di studio per medici e ricercatori, rinnova puntualmente ogni anno. Nessun volto noto a testimoniare la validità di questo progetto ma solo quello di Lucia, donna e mamma di 36 anni, che racconta di come ha sconfitto il tumore al seno e di come vi siano ancora migliaia di vite “rosa” che la ricerca per il cancro potrebbe cambiare

Ed è sempre della ricerca che ci parla quella che è sicuramente la più grande realtà coinvolta nella lotta contro il cancro in Italia: l’AIRC – Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro. Ente privato senza scopo di lucro, questa associazione che proprio in questi giorni fino al 6 novembre è impegnata ne: “Le Giornate AIRC”, è stata fondata nel 1965 grazie all’iniziativa di alcuni ricercatori dell’Istituto dei Tumori di Milano, fra cui Umberto Veronesi e Giuseppe della Porta, avvalendosi del prezioso sostegno di noti imprenditori milanesi e contando sulla generosità di soci e donatori che fanno parte di quella categoria umana per cui è fondamentale la giusta informazione, l’attenta prevenzione e la continua ricerca per sconfiggere il tumore, quel “mostro” che ad oggi, come riportato da AIRC qui, colpisce circa 363.000 persone ogni anno solo in Italia.

Iniziative sempre più frequenti in tutto il Belpaese quindi per sollecitare la sensibilità dei più e la coscienza di tutti perché sostenere la ricerca contro il cancro, in fondo, significa sostenere tutti noi.

 

Federica Pizzi

PHI Foundation

Street Child Italia

Street Child Italia lavora a contatto con le aree più povere del mondo e crede nel diritto di ogni bambino di poter ricevere una buona educazione e di crescere in un ambiente sicuro e controllato. Si occupa di aiutare i bambini a rientrare a scuola e assicurare che vi rimangano. Dove necessario, si cerca di unire nuovamente i bambini con le famiglie qualora ne siano stati separati e sostenere il loro sviluppo.

Street Child Italia é una Onlus che promuove numerosi progetti volti ad aiutare chi vive permanentemente per le strade e chi rischia di esserne coinvolto, con lo scopo di rendere possibile l’accesso all’educazione nelle parti più remote del mondo.

I principi fondamentali che guidano l’operato di Street Child sono:
SOSTENIBILITÀ, PARTECIPAZIONE LOCALE ed EFFICIENZA ECONOMICA.


No child left behind

Dalle ricerche effettuate emerge la presenza di più di 50.000 bambini per i quali le strade della Sierra Leone sono l’unica fonte di sopravvivenza. Per circa 3000 di questi bambini, la strada è anche la sola casa. L’obiettivo è aiutare ognuno di questi bambini, nessuno escluso. Il nostro progetto No Child Left Behind (“Nessun Bambino Escluso”) aiuta questi bambini a stabilire relazioni più forti con le loro famiglie e fare in modo che essi passino dalla strada al ricevere una educazione a tempo pieno.

Street Child lavora a diretto contatto con i bambini attraverso un programma di sostegno e, dove necessario, fornendo loro cibo, vestiti, assistenza medica e un posto sicuro, mentre Si cerca di riunirli alle proprie famiglie. Lavora inoltre proprio con quelle stesse famiglie e con le loro comunità per creare l’ambiente migliore possibile ove il bambino possa essere reintrodotto.

Insieme alla riunificazione bambini-famiglie, Street Child lavora per poter finanziare ogni materiale scolastico e coprire i costi dell’educazione per ogni singolo bambino, fornendo corsi speciali di recupero affinché i bambini siano pronti per il loro primo anno di scuola.

Tra il 2009 e il 2013, l’organizzazione è riuscita ad aiutare più di 2500 bambini a riconciliarsi con le loro famiglie e ad assicurare loro un’educazione. La speranza è quella di riuscire ad aiutare ogni bambino a lasciare la strada ed assicurarsi un futuro migliore.

Family Business Scheme

Per arginare il problema dell’estrema povertà presente nelle case dei bambini che ancora vivono in strada, si offre un programma di supporto per lo sviluppo di fonti di sostentamento a favore delle famiglie. Lavorando a stretto contatto con i nuclei famigliari, si creano opportunità lavorative affinché possano assicurare allo sviluppo del bambino un futuro sicuro e sostenibile. Il programma consiste in piccole concessioni, inserimento in schemi per il risparmio, laboratori e corsi di sostegno formativo. Dall’inizio di questo progetto, oltre 3.500 famiglie hanno beneficiato da questo schema con eccellenti risultati.

Commercial Sex Worker

Una delle più tristi realtà per le giovani donne di strada della Sierra Leone è il loro coinvolgimento nel commercio della prostituzione per poter sopravvivere. Street Child Italia lavora per offrire un futuro migliore. Quasi 2.000 ragazze minorenni sono coinvolte in attività di prostituzione in Sierra Leone, alcune hanno appena 14 anni. L’organizzazione si concentra nell’aiutare queste ragazze a trovare fonti di guadagno alternative, tramite corsi di specializzazione professionale e fornendo loro un posto sicuro dove vivere fino all’allocazione in un impiego adeguato. Le ragazze hanno accesso ad un’assistenza medica per malattie sessualmente trasmissibili, ad una educazione su metodi di prevenzione e a vari corsi per l’avviamento lavorativo, il tutto per dare loro la possibilità di vivere in maniera sicura e lontana dalle strade.

Every Child In School

Every Child in School (ECiS) è il progetto per lo sviluppo dell’educazione. Con lo scopo di offrire accesso ad un’educazione nelle zone più remote del paese, a soli sei anni dalla sua inaugurazione ECiS ha già aiutato più di 20.000 bambini. Il progetto ha origine a Tambakha, situata nell’estremo nord della Sierra Leone, una delle zone più povere nell’intero continente africano. Qui, l’educazione formale era praticamente inesistente prima dell’intervento di Street Child, che è stato in grado di fornire ad ogni bambino di Tambakha l’opportunità di ricevere una corretta istruzione, in molti casi la prima mai ricevuta. Il progetto è stato successivamente espanso in altre aree rurali con bisogni similari. Tramite ECiS, in pochi anni siamo riusciti a costruire 140 scuole permanenti e coinvolgere 450 insegnati locali di cui più di un terzo hanno ottenuto il Government of Sierra Leone Teacher Certificate qualification (certificato di insegnamento del governo del Sierra Leone). La maggior parte degli insegnanti riceve inoltre uno stipendio dall’organizzazione per il proprio contributo e operato e vengono sostenuti nei corsi di formazioni in itinere. Con l’ausilio del programma IGI (Income Generator Initiatives) le comunità di queste aree vengono supportate per l’avvio di piccole imprese agricole con i quali profitti mantenere la scuola in futuro

Street Child Commercial

In Sierra Leone, Street Child ha assistito alla costruzione di cinque negozi e sei bar a Makeni, Rogbere, Pepel, la capitale mineraria di Tonkolili e a Bo; The Clubhouse è il nostro bar e ristorante pubblico a Makeni – al momento stiamo lavorando affinché possano presto prendere forma progetti ancora più ambiziosi. Questi progetti rappresentano una considerabile fonte di impiego per i cittadini locali, e permettono loro di proseguire autonomamente ed assicurarsi un guadagno a sostegno delle famiglie.

Legacy of Ebola Appeal

Da maggio 2014, l’epidemia di Ebola ha messo in ginocchio il paese e Street Child ha portato aiuto a 11.000 bambini rimasti orfani. Con operatori sociali formati specificamente per lavorare in questa situazione straordinaria, abbiamo aiutato molti orfani a trovare una famiglia che continuasse a prendersi cura di loro superando lo stigma. Dopo un primo intervento di emergenza incentrato a soddisfare i bisogni primari, le famiglie sono state coinvolte nel programma del Family Business Scheme per poter permettere loro di avere risorse necessarie al sostentamento degli orfani. Ad aprile le scuole hanno riaperto dopo circa un anno, e Street Child ha aiutato 17.000 minori in tutta la Sierra Leone a ritornare sui banchi, donando tutto il materiale scolastico, ma molti orfani dell’Ebola sono ancora fuori dal sistema scolastico. Nonostante a novembre la Sierra Leone è stata dichiarata Ebola Free, c’è ancora molto da fare in aiuto di tutte quelle famiglie che sono state gravemente colpite dal virus.

Sito web: http://www.street-child.it/

Luca Rubin

PHI Foundation

 

 

lido onda libera

Lido Onda libera si finanzia con il crowdfunding

La legalità ha un nome, o meglio, ha cambiato nome. Dalle ceneri dello stabilimento balneare “Lo Squalo Beach” di Scansano Jonico, sequestrato al clan Scarci di Taranto, nasce “lido onda libera”. Uno dei pochi lidi sequestrati alle mafie che raccoglierà fondi attraverso il crowdfunding.

La campagna di raccolta fondi è stata lanciata su Eppela: “Insieme ai servizi balneari – si legge su Eppela – costituiti da ombrelloni, sedie a sdraio e lettini e da una piccola ristorazione, “Onda Libera” intende creare uno spazio partecipato, sostenibile, inclusivo e accessibile per sensibilizzare gli ospiti alla promozione della cultura della legalità, alla conoscenza e al rispetto dell’ambiente con una attenzione particolare al recupero dei materiali riciclabili e all’uso consapevole dell’energia, alla promozione dell’integrazione umana e sociale, introducendo i temi dell’accoglienza e della inclusione sociale, alla attenzione verso i più piccoli, la terza età e i disabili, con attività di animazione ludico-motorie e con l’abbattimento delle barriere nel lido.”

 

 

L’obbiettivo è semplice, essere operativi entro i primi di giugno. Onda libera ha deciso quindi di presentare la sua campagna di raccolta fondi su Eppela, piattaforma Reward Based, con la speranza di aprire in tempo.

La campagna presentata sul portale di crowdfunding Eppela permette di ricevere, in base alla cifra donata dai finanziatori, una ricompensa: con 10 euro una giornata al lido; con 20 sdraio, ombrellone e maglietta; con 50 un posto riservato per una settimana; con 70 anche un laboratorio di autocostruzione; con 100 le settimane diventano due; con 200 si passa a un mese e con 500 all’intera stagione.

La cooperativa sociale “Onda Libera” nasce in collaborazione con il Comitato Territoriale materano della UISP (Unione Italiana Sport per Tutti) ed il coinvolgimento della sezione provinciale di Matera dell’Associazione Italiana Persone Down.

Lo stabilimento è stato ristrutturato, grazie al finanziamento erogato da Banca Etica, con un’originale opera ingegneristica e architettonica ecosostenibile.

Mario Rolla
PHI Foundation 

 

 

 

PHI Foundation Social Innovation Community

PHI FOUNDATION – SOCIAL INNOVATION COMMUNITY

 
A pochi mesi dalla sua nascita, PHI Foundation compie il suo primo restyling.

Da oggi infatti è on line la nuova piattaforma, più moderna e ricca, una grafica più social oriented, con nuove pagine e sezioni e con più contributi e informazioni.

Anche la mission ha una sua evoluzione, PHI Foundation diventa promotrice dell’espressione concettuale della Social Innovation, che riguarda un nuovo modo di concepire la società e l’individuo, le relazioni interpersonali e il coinvolgimento dei cittadini nei confronti del sociale.

PHI Foundation punta alla creazione di una Community che condivida questi ideali, nella quale i soggetti che ne fanno parte sposino in pieno la causa della Social Innovation e si impegnino per migliorare la società partendo dal basso.

PHI Foundation comunque continua a perseguire gli stessi obiettivi e gli stessi programmi che ne hanno caratterizzato la sua Fondazione. Continuerà a portare avanti il progetto legato al Crowdfunding per il terzo settore e le ONP, si impegnerà per creare una Community per tutti i volontari per dar loro visibilità e collaborazione reciproca, favorirà la ricerca fondi attraverso donazioni e sostegno di partners, costruirà dei percorsi professionali grazie alla PHI Academy e infine continuerà ad informare e aggiornare la rete attraverso il lavoro editoriale che è stato portato avanti fino ad oggi.

PHI Foundation ha ottenuto importanti risultati in questi primi mesi e ha gettato le basi per costruire la Community del futuro. Tutto questo è stato possibile grazie a tutti i collaboratori e sostenitori ma soprattutto grazie a tutti voi che ci avete seguito e aiutato.

Adesso comincia la parte più difficile ma anche più interessante della nostra sfida, noi continueremo a metterci impegno ed entusiasmo, a voi chiediamo solo fiducia e un pò di pazienza.

La Social Innovation è cominciata e PHI Foundation ne è la testimonial.

 

PHI Foundation – Social Innovation Community

 

Apurimac

Con Apurimac Onlus a 4000 metri per la salute!

Sono passati alcuni mesi dal suo ritorno in Italia dalla regione dell’Apurimac, eppure per E. giovane medico volontario sulle Ande peruviane, non c’è stato giorno in cui non abbia raccontato almeno ad una persona la sua esperienza.

A Cusco, in Perù, ha trovato un’atmosfera amichevole e assieme agli altri volontari arrivati dall’Italia e a quelli che già si trovavano lì, si è integrata con i ritmi della “Casa del volontario” struttura di appoggio che Apurimac Onlus fornisce ai propri volontari. Qui proprio i volontari organizzano la campagna sanitaria itinerante, che porterà personale medico e paramedico, diagnosi e medicine a più di 4000 metri di altitudine, dove i diritti umani primari come salute, igiene e istruzione non sono facilmente fruibili.

Tra quella natura incontaminata, nei pressi del meraviglioso sito archeologico del Machu Picchu, migliaia di esseri umani vivono in povere (se non misere) abitazioni, coltivando i campi ed allevando qualche animale. Qui, chi ha una qualche malattia non ha modo di curarla, perché, oltre alla lontananza dell’ospedale, non si hanno possibilità economiche per pagare il medico e medicine.   Per questi motivi si vive, o si sopravvive, finché la patologia non avrà la meglio sull’organismo. Questo “ospedale con le ruote” è la salvezza per queste persone, e il suo arrivo è una festa per il villaggio andino visitato.

Torniamo a Cusco: il giorno della partenza è arrivato! I volontari, generici e specialisti, dopo aver organizzato e preparato l’unità mobile, (che toccherà diversi villaggi sperduti nella cordigliera sudamericana), sono partiti verso la regione dell’Apurimac in un viaggio molto lungo e disagevole.

Giunti alla prima destinazione, è iniziata l’avventura dell’allestimento del campo medico. Poi è arrivato il momento del primo incontro con gli abitanti del posto, che nei pressi dello stabile dove erano allestiti gli ambulatori formavano delle code lunghissime.

L’attività clinica per tutta la durata della missione ci ha assorbito moltissimo. È stato buffo anche vedersi arrivare qualche frutto tropicale in cambio di una consulenza, come qui in Italia, specialmente in passato, si usava regalare ortaggi o uova fresche.

Tra tutti i volontari c’era sempre una bella coordinazione, in modo che tutte le attività di aiuto fluivano in modo ordinato e semplice ai numerosi pazienti. Non sono mancati momenti di stanchezza, sia per il susseguirsi dei giorni con ritmi serratissimi tra allestimenti e ambulatorio, sia per la mancanza di una vera doccia calda. I pasti sono sempre stati un momento piacevole di conoscenza e condivisione.

È stata un’esperienza forte, complessa, ricca di tanti aspetti che quasi travolgono chi la vive. La diversità della realtà che si incontra è notevole.

 

APURIMAC ONLUS (www.apurimac.it) è una Associazione nata nel 1992, riconosciuta Onlus nel 1998 e ONG (Organizzazione non Governativa) nel 2003. L’Associazione è nata con lo scopo di affiancare i missionari agostiniani italiani che, dal 1968, operano nella regione andina del Perù da cui ha preso il nome, l’Apurimac. Il suo lavoro è iniziato sulle Ande, a 4.000 metri di altezza, estendendosi poi alle città di Cusco e Lima. La regione dell’Apurimac è ancora oggi caratterizzata da un estremo isolamento geografico ed economico. La popolazione locale vive solo grazie ad un’economia di sussistenza, Tali disagi, insieme ad un alto tasso di analfabetismo e a precarie condizioni igienico-sanitarie, sono le principali piaghe che si è impegnata a “curare”. Dal 2003, con il riconoscimento di ONG da parte del Ministero degli Affari Esteri, è giunta fino in Africa. Dalla sua nascita realizza progetti di cooperazione, iniziative di tutela dei diritti umani, percorsi di educazione alla pace e promozione del volontariato.

DOVE OPERIAMO Oggi, Apurimac Onlus, è attiva in 3 paesi principali. Italia: sensibilizza, forma volontari e opera in contesti di emergenza sociale; Perù: realizza progetti di sviluppo nei settori salute, formazione e identità; Nigeria: sostiene programmi di emergenza e di costruzione della pace. In Algeria e Kenya promuove lo sviluppo sociale e professionale della donna e dei giovani.

 
Luca Rubin
Phi Foundation

 

equity based

Quali piattaforme di Crowdfunding utilizzare? Equity Based

Le piattaforme di equity crowdfunding sono la soluzione standard per chiunque voglia portare avanti un progetto di finanziamento dal basso. Intraprendere la strada giusta per promuovere la propria campagna di raccolta fondi è fondamentale.

In Italia sono presenti circa 69 portali (attivi) per la raccolta fondi online. In una buona strategia di Fundraising avere le idee chiare è sempre un vantaggio. Non sai quale piattaforma di crowfunding utilizzare? Non sai da che parte cominciare o dove andare?

Di recente ci siamo occupati di visionare le piattaforme di crowdfunding italiane relative al Social Lending. Oggi, invece, andremo ad analizzare il fenomeno delle piattaforme cosidette equity based

Ma quante sono le Piattaforme di equity crowdfunding in Italia? Quale scegliere? Scopriamolo assieme:

#Starsup

Primo portale di equity crowdfunding autorizzato dalla Consob per la raccolta fondi di capitali a rischio. Lo scopo è chiaro, far incontrare idee e persone disposte a sostenerle

#Siamosoci

Ridurre le distanze tra impresa, innovazione, ricerca e finanza. Questo l’obiettivo di Siamosoci, piattaforma di social investing.

#Crowdfundme.me

Piattaforma di equity crowdfunding nata con lo scopo di far incontrare startup e PMI innovative con potenziali investitori.

#Assiteca crowd

Portale di equity crowdfunding che si propone come piattaforma innovativa rivolta ad investitori attenti alle nuove modalità di investimento proposte dai mercati.

#Startzai

New entry fra le piattaforme di equity crowdfunding. Il portale nasce con l’obbiettivo di creare un network a supporto delle startup del territorio.

#Ecomill

Sostenibilità, innovazione e aggregazione sociale. Piattaforma di equity crowdfunding dedicata a progetti ad alto valore innovativo nel settore energetico e ambientale.

 

Il punto forte delle piattaforme di crowdfunding non sta solo nell’offrire una soluzione “chiavi in mano”, ma anche nel fatto che, attraverso le loro attività si sviluppano conoscenze e esperienza che si rivelano spesso fondamentali.

 
Mario Rolla
Phi Foundation

 

DATEMI UN BANCHETTO E VI SENSIBILIZZERÒ IL MONDO!

Si parte sempre da qui, come un passaggio obbligato, come un rito arcaico di iniziazione: Una mattina all’alba ci si trascina in piazza con un tavolino da giardino, qualche oggetto, dei gadget, tanta tanta carta: brochure, volantini, depliant, adesivi, ecc.

Che ci fai in piazza con un fantasmagorico banchetto? Ovvio: sei lì per far conoscere la tua onp, sei lì per parlare dell’amore della tua vita, la tua organizzazione e vorresti che tutto il mondo la conoscesse e la amasse, come te e più di te. Sei lì per sensibilizzare e quindi raccogliere donazioni. Ti ammiro davvero per il tuo impegno e il tuo spirito di sacrificio, sei davvero un grande, ma permettimi di darti qualche dritta per rendere il tuo banchetto invincibile.

  • CHI. Chi ci va fisicamente in piazza? Sono persone che amano davvero la onp o volontari dell’ultimo secondo, magari adescati con un bonus pizza&birra? Perché se chi vende non conosce e non usa il prodotto, è un individuo senza volto e senza colore, ha credibilità zero, non raggiunge nessuno e il suo banchetto sarà una cosa informe buttata lì chissà perché. Al contrario, se chi va in piazza è una persona che ci crede, che conosce e ama la onp, che è disposta a tutto (davvero a tutto), allora sarà una presenza positiva, sarà la calamita che attira alla onp risorse nuove, coinvolgerà altre persone nel volontariato e saprà entrare nel cuore dei donatori.
  • COME. Hai presente quei banchetti vuoti e grigi, con qualche foglio A4 e una penna smangiucchiata? Non so a te, ma a me non attirano. Il tuo deve essere un banchetto pensato, organizzato, non improvvisato in 5 minuti! Colori, forme, scritte, contenuti. Sì, contenuti, perché di tavoli vuoti ce n’è almeno uno in ogni casa. Perché la gente dovrebbe fermarsi al tuo banchetto? Quali emozioni offri? Mettiti nei panni altrui, guarda con gli occhi di un passante il tuo banchetto, e agisci di conseguenza.
  • DOVE. In piazza ma non solo: davanti a una chiesa (in concomitanza con le funzioni religiose), in oratorio, in un centro commerciale, in una parola: ovunque. Dove c’è un buon flusso di persone, lì è il posto ideale per il tuo banchetto. Valuta bene anche le fasce orarie, per non trovarti solo, a luglio con 40°C all’ombra… (Ombra? Dove??). Inoltre, se sei in una zona comunale, chiedi sempre il permesso di occupazione suolo pubblico presso gli uffici del Comune interessato.
  • PERCHÉ. È questa la password. Perché sei in piazza? Per fare soldi facili? Per metterti in mostra?   Beh allora sbaracca tutto e torna a casa. Sei lì perché vuoi sensibilizzare e coinvolgere, vuoi donare agli altri la possibilità di fare il bene, vuoi donare la gioia di far star bene un’altra persona, cento, mille persone! E chi si avvicina a te non sono dei bancomat che camminano, ma persone, che decidono deliberatamente di donare risorse economiche e umane perché credono nella mission della tua onp. E lo fanno se tu lavori bene, ad esempio col tuo banchetto.

Luca Rubin

www.lucarubin.it

 

Phi Foundation

Sociallending: la nuova piattaforma di Crowdfunding e microcredito sociale dedicata ai giovani e agli stranieri

Sociallending è una piattaforma di crowdfunding, un servizio innovativo che mette in contatto, con un meccanismo di social network (crowdnetwork), chi ha bisogno di piccole somme per realizzare un’idea e chi è disposto a prestare. Non un progetto di intermediazione finanziaria, ma un modello di microcredito sociale attraverso il crowdfunding. Ci proponiamo di creare occupazione e inclusione sociale per i giovani in particolar modo, anche se stranieri, immigrati e regolarmente residenti in Italia. L’opportunità è grandissima: dare vita a una nuova forma di Social Banking basato sull’economia collaborativa e digitale.
Faciliteremo con la nostra piattaforma l’accesso al credito per i giovani  “Non Bancabili”, accompagneremo questi giovani e realizzeremo per loro: attività finalizzate all’educazione all’imprenditorialità, alla validazione e sviluppo di una idea di impresa, alla alfabetizzazione finanziaria, concentrandoci su tutti coloro che sono soggetti al rischio trappola povertà e che rischiano, oltre una perdurante disoccupazione, una situazione di esclusione sociale evidente.
Porteremo innovazione nel mondo del prestito, attraverso la guida e l’accompagnamento completo a nuove forme di credito non convenzionale, senza intermediazione, senza spese e commissioni finanziarie, e soprattutto senza essere banca.

Considerati tra le 100 storie di Creatività nel volume della Regione Lazio, Telecom Italia Group ha creduto nel nostro progetto tanto da darci la possibilità, tramite application, di essere tra i 12 progetti attualmente in campagna sulla piattaforma WithYouWeDo. 
Dopo uno studio approfondito siamo riusciti ad entusiasmare molti giovani volenterosi a mettersi in gioco, diventando i nostri primi Early Adopters e nello stesso tempo abbiamo portato dentro importanti protocolli di intesa con nomi di  spessore. Abbiamo impiegato tutte le nostre risorse e impiegheremo quelle della campagna in corso, per realizzare definitivamente la piattaforma e completare l’avvio dei laboratori di formazione per l’educazione all’imprenditorialità e avvio di impresa, alfabetizzazione finanziaria e digital strategy.
Siamo certi della sostenibilità di Sociallending e abbiamo scelto una campagna di donazione del tipo All or nothing  proprio perché intendiamo proseguire con un rigido ordine di priorità. Perché sostenerci? Il lavoro autonomo è un’opportunità di superamento di un svantaggio sociale. Vogliamo condurvi ad un modello di prestito sociale attraverso il crowdfunding, utilizzabile per chiunque a rischio esclusione sociale e soprattutto a rischio trappola povertà. Generare più impatto sociale crea anche un nuovo impatto economico.
Sociallending è per l’innovazione sociale; noi la vediamo come un grande ombrello, sotto il quale coesistono vari ambiti su cui intervenire: uno di questi, è la finanza sociale d’impatto. Il crowdfunding di per se, al di là di ogni sua applicazione sociale o meno, dilaga nel campo dell’innovazione in generale: ciò significherebbe una rivoluzione, partendo proprio dal basso. Visti i successi a livello mondiale, si possono mobilitare delle risorse finanziarie significative, magari non di importo elevato e concedere piccoli prestiti ad alcune migliaia di persone; tutto questo sarà importante contributo al superamento della crisi attuale, un obiettivo realistico e possibile.  In Italia non c’è nessuno che ha inteso la possibilità di utilizzare il lending crowdfunding in questa maniera. La somma di tanti piccoli cambiamenti, col tempo darà un grande cambiamento.

IDA MEGLIO

 

Phi Foundation