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Opera San Francesco: la Mensa per i Poveri

Opera San Francesco: la Mensa per i Poveri

OSF: una nuova mensa per i poveri

 

Opera San Francesco: la Mensa per i Poveri

L’Opera San Francesco (Osf) a Milano è un’istituzione, un punto di riferimento per tutte le persone bisognose e in difficoltà. Fondata nel 1959 dai Frati Cappuccini di Viale Piave, offre assistenza e accoglienza gratuita a chi necessita di vitto, vestiti, igiene personale e cure mediche.

Grazie alla generosità di molti benefattori e all’aiuto dei tanti volontari che mettono a disposizione il loro tempo, nella sua storica mensa per i poveri di Corso Concordia, l’ Osf  attualmente distribuisce più di 2500 pasti caldi al giorno.

In fila per un posto in mensa non solo gli immigrati ma anche molti italiani,  appartenenti a fasce sociali che fino a qualche tempo fa sembravano solide, persone cadute nella cosiddetta povertà assoluta determinata da crisi, disoccupazione e inoccupazione.

Per rispondere a questa crescente povertà, Opera San Francesco apre una seconda mensa in Piazzale Velasquez che verrà inaugurata mercoledì 11 ottobre alle ore 11:00, presso il Centro Francescano Culturale Artistico Rosetum di via Pisanello 1, a Milano.

Si tratta di una Mensa per i poveri di piccole dimensioni che vuole essere vicino alle famiglie e alle fasce deboli della popolazione che abitano in zona. La Mensa sarà attiva e funzionante, dopo l’inaugurazione, dalla domenica al venerdì – dalle ore 11.30 alle ore 13 e potrà offrire almeno 250 pasti caldi al giorno, inizialmente solo a pranzo. La sua struttura, come quella di Corso Concordia, prevede un’area accoglienza, dove verranno rilasciate le tessere, e una sala mensa alla quale si accederà attraversando dei tornelli.

Il progetto di questa seconda mensa per i poveri dell’ Osf ha preso forma ed è diventato concreto grazie alle donazioni di privati e aziende che hanno capito il valore dell’operazione.

La mensa per i poveri dell’Opera San Francesco infatti non è soltanto un luogo di accoglienza dove soddisfare un bisogno primario ma anche un momento di socializzazione e di calore. Un incontro, una condivisione, un sorriso possono dare un po’ di sollievo allo spirito di chi vive tutto il giorno da povero ed emarginato.

Chi fosse interessato a dedicare un po’ del proprio tempo al prossimo, diventando volontario nell’ Osf , può recarsi presso la struttura e presentare la propria candidatura. Il volontario può essere di qualsiasi età, professione, ceto sociale e credo religioso.

Per ulteriori informazioni visitate il sito www.operasanfrancesco.it

 

www.phifoundation.com

 

 

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Redazione

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DHADING: SURREALE DANZA TRA LUCI E OMBRE

DHADING: SURREALE DANZA TRA LUCI E OMBRE

DHADING: SURREALE DANZA TRA LUCI E OMBRE INTRODUZIONE DI FONDAZIONE MINERVA

 

 

DHADING: SURREALE DANZA TRA LUCI E OMBRE INTRODUZIONE DI FONDAZIONE MINERVA. Io e Milan eravamo appena sbarcati a Dhading dopo un lungo viaggio della speranza a bordo di un autobus pubblico che non poteva introdurre in maniera migliore quello che avremmo trovato al nostro arrivo: un remoto villaggio dell’entroterra nepalese dove la precarietà della vita è all’ordine del giorno.

 

Un black out quasi giornaliero dalle 18 alle 22 viene vissuto dalla popolazione locale come un evento normale, addirittura una festa e una surreale danza tra luci e ombre. Lo stesso Milan, che scopro essere nato proprio a Dhading, mi guarda con un sorriso smagliante e mi dice che da 31 anni lui vive, gioca e danza serenamente col suo caro e vecchio amico “black out”.

 

Il buio totale non ci ha permesso di fare visita all’Orfanotrofio che si trova alla fine di un percorso ripido e tortuoso appena fuori dal centro abitato ma il contatto con gli abitanti locali, impegnati di notte come luminose ombre nelle loro attività, e soprattutto i loro sorrisi di benvenuto mi hanno fatto capire chiaramente che qui non si scherza, che qui si lavora per sopravvivere con qualsiasi mezzo, che qui il senso di comunità è alla base dei valori di ognuno, che qui ci si aiuta tutti e soprattutto che qui si aiutano i più poveri e bisognosi…ero già praticamente proiettato all’interno della vita di quella gente e soprattutto dell’orfanotrofio e durante il mio sonno ne percepivo già chiari i rumori, gli odori, i colori ed il calore.

 

La mattina veniamo svegliati dal rumore di un piccolo tuc tuc con a bordo la moglie di Milan, nonché vice presidente di Fondazione Minerva, che da Katmandu era partita all’alba con tutto il materiale didattico, i vestiti ed un magnifico striscione in onore dell’iniziativa, realizzato in piena notte, che quel giorno avrebbero reso felici molti bambini.

 

 

Osservando Milan e sua moglie all’opera ho percepito immediatamente un grande gioco di squadra, un’energia e una determinazione tali che mi hanno totalmente coinvolto! Senza rendermene conto Milan e sua moglie in maniera naturale, mi avevano già immerso nei valori e nei principi fondamentali della Fondazione Minerva impegnata e determinata in una battaglia non solo a favore ed in aiuto dei più deboli ma anche a favore di un’ampia attività di sensibilizzazione al senso di appartenenza ad un’unica comunità e contro l’indifferenza e l’individualismo che oggi dilagano.

 

La notte era alle spalle e il sole si faceva largo tra una nuvola e l’altra quasi a richiamare la nostra attenzione, quasi a proporsi come quarto passeggero del tuc tuc in partenza per l’orfanotrofio, quasi a offrirci di aprire la strada con la sua magica luce e illuminare vaste zone d’ombra che da lì a poco avremmo inevitabilmente incontrato ed affrontato insieme.

 

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Alessandro Vitaloni

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