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Phi Foundation: La professione del Fundraiser e le attività di Fundraising

Secondo i più recenti approcci il fundraising più che essere legato semplicemente alla cultura della carità o a quella filantropica e del mecenatismo fonda il suo significato nel fenomeno della responsabilità sociale diffusa che spinge i soggetti sociali e collettivi ad effettuare investimenti di risorse per il raggiungimento di comuni benefici sociali.

Per fundraising quindi si può intendere l’insieme delle teorie e delle tecniche necessarie a garantire la sostenibilità di una causa sociale e dell’organizzazione che la persegue e di promuoverne lo sviluppo costante nel tempo verso una molteplicità di interlocutori.
Sono varie le modalità con cui è possibile raccogliere fondi e il fundraising, per sua natura, non si fonda solo sulle donazioni ma anche su un complesso di modalità di raccolta da utilizzare nei confronti di ogni possibile mercato (eventi, sponsorizzazioni, investimenti sociali, ecc.).

Il fundraising ha il senso di: far crescere, coltivare, sorgere, ossia di sviluppare i fondi necessari a sostenere un’azione senza finalità di lucro, “valore produttivo di utilità sociale“.

Il fundraising trova le sue origini nell’azione delle organizzazioni no profit, quelle organizzazioni che hanno l’obbligo di non destinare i propri utili ai soci, ma di reinvestirli per lo sviluppo delle proprie finalità sociali. Tuttavia attualmente la raccolta fondi viene praticata anche da enti e servizi pubblici e da aziende che promuovono iniziative a scopo sociale.
Le buone cause sono si condizione necessaria ma certamente non sufficiente, il fundraising è capacità di coinvolgere risorse su una causa e non l’atto di elemosinare soldi e il fundraiser è colui che sa sviluppare l’arte di saper chiedere; “tutti possono domandare ma non tutti sanno chiedere”.
Sei un’organizzazione no profit (ONP) e desideri supporto “Gratuito” o vuoi avviare una campagna di Raccolta Fondi?
Chiedi a PHI FOUNDATION (Social Fundraising Community).

 

Sebastiano de Falco

PHI Foundation

 

YouTube

Con YouTube maggiore visibilità, umanità e trasparenza al proprio brand No Profit

YouTube, secondo motore di ricerca dopo Google, è un social media dalle grandi potenzialità in quanto, oltre ad essere gratuito, consente di incorporare i contenuti sul sito e sui propri social senza sovraccaricare il server e la loro visualizzazione in HD.

Pertanto per le Associazioni non profit può essere un ottimo canale di raccolta fondi, per reclutare volontari e conferire maggiore visibilità e trasparenza al brand. Le no profit possono accedere all’utilizzo di funzioni speciali come il link diretto al proprio sito più un supporto tecnico dedicato e comunque, se non hanno molti followers del canale, possono sempre condividere i propri video sulla pagina Facebook oppure nella newsletter periodica che inviano alle proprie liste.

I contenuti su YouTube accrescono senza dubbio il tasso di engagement: basti pensare al maggior impatto che uno storytelling visivo può avere rispetto a un contenuto esclusivamente testuale. Lo spot di Unicef Un giorno qualcuno parlerà di te sui lasciti ne è un esempio così come quello, dal tono brillantemente ironico, del Cesvi La sua Africa – Il Terzo Segreto di Satira.

Infatti la metrica che permette di verificare l’efficacia di una campagna YouTube non è il numero di visualizzazioni bensì il grado di interazione che questa riesce a generare. Fra l’altro, un utente attivo che commenta, condivide o partecipa alle conversazioni tramite hashtag è sicuramente più arricchito dall’esperienza visiva e più facilmente potrà diventare attivista o donatore della nostra Associazione no profit.

Come per gli altri social media, anche per YouTube vale la regola di condividere e sottoscrivere canali di altre Onlus per poter a propria volta essere seguite e aumentare il traffico sulla propria pagina.

Più tecnicamente parlando, l’uso del canale Youtube è semplice, pure se non siamo videomaker professionisti. Per girare si può usare uno smartphone di buona qualità e un microfono. Ci sono vari siti creative commons, dove scaricare brani gratuitamente senza violare i diritti di autore, e software di movie maker low cost, come Kizoa, per il montaggio.

Per invitare gli utenti a interagire con l’Associazione si possono inserire nei video le annotazioni anche quelle con link ad altri propri video correlati e promuovere così i contenuti in maniera incrociata.  Tuttavia, per non interrompere la user experience, meglio ridurre al minimo il numero di inviti all’azione (iscriviti, aggiungi ai preferiti, ecc.) e aggiungerli verso la fine.

Anche se il pulsante di donazione all’interno del canale YouTube al momento è disponibile solo negli Stati Uniti e nel Regno Unito, è possibile compensare questa mancanza con l’inserimento, nella scheda “Informazioni”, di link ancorati ad una call to action efficace che indirizzino lo spettatore direttamente su una pagina di raccolta fondi. Il primo di questi link sarà sempre in evidenza sulla copertina del canale.

Per quanto riguarda la reportistica, tramite YouTube Analytics è possibile analizzare le caratteristiche degli utenti e le loro preferenze per meglio pianificare la content strategy. Altri metodi per studiare il nostro target e supportare la creazione di un valido piano editoriale sono Google Trends per YouTube, usato per analizzare i contenuti più ricercati, e lo strumento per le parole chiave di YouTube, usato per la keyword research.

In conclusione YouTube contribuirà sicuramente a dare un’immagine umana e trasparente della tua Associazione, mai dimenticare però che i contenuti video, per quanto realizzati con mezzi semplici e low cost, devono sempre essere creati con cura di scrittura, ripresa e editing per garantire una user experience di qualità.

PHI Foundation è un’associazione che si occupa di sostenere ed aiutare tutti gli operatori che si muovono nell’ambito del Terzo Settore, attraverso l’informazione e la promozione di raccolte fondi.

Se vuoi aiutarci in questo compito, sostienici attraverso un contributo cliccando su questo link

 

Vanessa Doddi

PHI Foundation

Gli strumenti messi a disposizione da Google per creare keywords e annunci efficaci

Google offre la possibilità al settore No Profit di promuoversi sui motori di ricerca. Considerando la grande competizione tra le varie Onlus per risultare tra le prime posizioni nei motori di ricerca, diventa strategico saper impostare efficacemente keywords e annunci.

Supponiamo ad esempio che la nostra Onlus voglia promuovere i propri regali solidali costruendo una campagna in Google Ad Grants. Il primo passo da compiere per capire le difficoltà di posizionamento è analizzare la keyword difficulty, ossia quanto la parola chiave “regali solidali” sia già usata nella costruzione degli annunci dei competitors. A tale scopo risultano utili  3 strumenti:

  • allintitle: scrivendo questa parola prima di “regali solidali”, Google ci mostra il numero di pagine che hanno “regali solidali” nel titolo.
  • allintext: scrivendo questa parola prima di “regali solidali”, Google ci mostra il numero di pagine che hanno “regali solidali” nel testo.
  • allinurl: scrivendo questa parola prima di “regali solidali”, Google ci mostra il numero di pagine che hanno “regali solidali” nella url.

Dai risultati di queste 3 ricerche ci accorgeremmo dell’alto grado di competitività sulla campagna “regali solidali” e quindi della difficoltà di posizionarci tra i primi risultati di ricerca considerando anche che le Onlus più grandi utilizzano il programma Google Adwords a pagamento che garantisce un miglior posizionamento.

Dobbiamo allora individuare parole chiave che ci permettano di intercettare un pubblico profilato che possa essere interessato ai nostri regali solidali e non a quelli di altre Onlus. Potremmo allora ricorrere a una long tail keyword, composta da più parole, ad esempio “regali solidali natale collane”.

I risultati che Google ci restituirà saranno sicuramente inferiori a quelli ottenuti dalla query “regali solidali” avendo di solito le keyword a coda media e lunga una competitività più bassa, ma il vantaggio è quello di intercettare un target di nicchia e qualificato ossia maggiormente predisposto a scegliere il nostro tipo di regali.

Un altro utile strumento che Google mette a disposizione per la creazione di nuovi annunci è Keyword Planner, il quale fornisce un elenco di idee, parole chiave e gruppi di annunci sulla base di quelli che le persone più utilizzano nelle loro query di ricerca. Tali suggerimenti ci aiutano anche a individuare una serie di keywords che potremmo utilizzare per creare contenuti correlati a quelli dei regali solidali (ad esempio, bomboniere solidali o regali solidali aziendali). Questi suggerimenti sono infine preziosi indicatori per costruire i contenuti nella sezione delle FAQ.

Mai dimenticare che l’algoritmo di Google interpreta l’intento che sta dietro all’uso che l’utente fa della parola chiave quando la digita sulla sua barra di ricerca. Ciò significa che non basta impostare keywords che rispondano alle query degli utenti ma è necessario anche che i contenuti del sito soddisfino la user intent. Solo creando contenuti di valore che incontrano le intenzioni di ricerca delle persone è possibile scalare e posizionare i propri annunci tra i primi risultati di ricerca.

Dunque quando l’utente atterra sulla landing page in cui sono mostrati i nostri regali solidali, dovrà trovare su questa pagina contenuti che lo motivino all’azione finale ossia alla scelta di uno dei regali proposti. Quindi non potrà mancare la spiegazione su come verrà usato l’eventuale contributo e  l’impatto che avrà sul progetto sottostante.

In conclusione Google va considerato come un ponte tra la nostra Onlus e il mondo fuori costituito da utenti, donatori e prospect potenzialmente interessati alla nostra mission. Il ponte però è molto trafficato. Per questo dobbiamo mettere in atto strategie che permettano di creare corsie preferenziali al fine di intercettare il nostro pubblico di riferimento.

PHI Foundation è un’associazione che si occupa di sostenere ed aiutare tutti gli operatori che si muovono nell’ambito del Terzo Settore, attraverso l’informazione e la promozione di raccolte fondi.

Se vuoi aiutarci in questo compito, sostienici attraverso un contributo cliccando su questo link.

 

Vanessa Doddi

PHI Foundation

BookCity Milano: Chi ama i libri non va mai a letto da solo

Tra pochi giorni ci sarà la sesta edizione della BookCity Milano.

Con l’arrivo di novembre il countdown per il Natale appare inevitabile ma oggi ci si ferma un po’ prima sulla linea del tempo, precisamente al giorno 17, data in cui ha inizio un evento, rigorosamente no profit, che dal 2012 per quattro giorni, raccoglie attorno a sé numerosi appassionati di libri coinvolgendoli in un’offerta culturale a 360 gradi: BookCity Milano. A volere intensamente questo progetto il Comune di Milano che, grazie alla preziosa collaborazione con librai, biblioteche e grandi nomi dell’editoria italiana quali Fondazione Corriere della Sera, Giangiacomo Feltrinelli, Arnoldo e Alberto Mondadori e Scuola per Librai Umberto e Elisabetta Mauri ogni anno lavora con l’obbiettivo di donare a Milano una nuova identità dove libri e lettori sono motore e protagonisti del tessuto urbano.

Milano come Torino quindi? Per Filippo del Corno, assessore della cultura milanese, il paragone è inconcepibile: “Mettere in relazione la nuova fiera di Milano con quella di Torino -precisa l’assessore secondo Repubblica.it– è un errore strategico e di valutazione” sfatando così qualsiasi diceria che vedeva BookCity Milano e lo storico Salone del libro torinese contendersi malamente nomi e date dei maggiori esponenti dell’editoria italiana.

Nessun malumore quindi per iniziati alla lettura o veri e propri #bookaddicted (a questi ultimi ricordiamo l’hashtag dedicato #BCM16!) anche quest’anno tra la nebbia milanese di novembre e la primavera torinese ad accompagnare le vostre notti ci saranno montagne di nuovi libri e chissà che le partite di calcetto del vostro fidanzato non siano più un così grande problema…

Federica Pizzi

PHI Foundation

L’1 Marzo scadono i termini per iscriversi all’Aics per le ONG idonee.

Sono state rese note dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione (AICS) le modalità d’iscrizione all’elenco delle organizzazioni non profit della società civile riconosciute soggetti della cooperazione allo sviluppo.

Per tutte le organizzazioni che vogliono iscriversi all’elenco è necessario presentare una serie di documenti a supporto della richiesta che può essere effettuata in qualunque momento dell’anno. Diversa la procedura per le ONG già idonee alla data del 31 dicembre scorso che prevede la presentazione di una semplice domanda entro il prossimo 1 marzo. Vediamo nel dettaglio cosa è necessario fare per ottenere l’iscrizione all’elenco.

ONG già idonee al 31 dicembre 2015 (ex legge 49/87)

Le ONG devono presentare domanda d’iscrizione all’elenco entro 30 giorni dalla data della pubblicazione del decreto (2 Febbraio 2016), indicando nella domanda il numero del decreto di riconoscimento di idoneità ai sensi della 49/87 e, qualora siano intervenute variazioni di Statuto, Sede Sociale legale o operativa, rappresentante legale, organi statutari allegare alla domanda anche la relativa documentazione.

La domanda va inviata su carta intestata della Ong, alla AICS mezzo PEC: agenzia.cooperazione@cert.esteri.it

E’ preferibile utilizzare l’allegato al decreto, per comodità lo trovate sul link allegato. Domanda di iscrizione/permanenza completo delle due dichiarazioni sostitutive di atto di notorietà che sono parte integrante della stessa domanda. Si tratta di 5 pagine.

Dove si inserisce nella domanda il numero del decreto di riconoscimento di idoneità ai sensi della 49/1987? Non ci sono indicazioni esplicite, ma potrebbe essere aggiunto un punto alle 11 dichiarazioni previste nella prima parte della domanda.

Attenzione!!! Ogni pagina deve essere timbrata e siglata dal legale rappresentante.

Inoltre gli atti di notorietà devono essere completati con copia di un documento del legale rappresentante, è sufficiente anche la fotocopia non autenticata, di un documento d’identità in corso di validità del Rappresentante Legale.

E’ necessario fare una lettera di accompagnamento? E’ consigliabile aggiungere una lettera di accompagnamento. In essa si potrà ripetere il proprio n° di decreto di idoneità e annunciare i documenti allegati relativi alle variazioni statutarie o di legale rappresentanza inseriti oltre la domanda stessa.

Dopo 30 giorni dall’invio della domanda vale il silenzio assenso.

Se una Ong non presenta la domanda entro il primo marzo potrà presentare domanda in qualsiasi momento come le altre organizzazioni, ma dovrà produrre anche tutti gli allegati richiesti nel capo IV comma I ISCRIZIONE, e l’Agenzia avrà 90 giorni di tempo per esaminare la richiesta e accettare l’iscrizione.

Per le altre organizzazioni:

La domanda d’iscrizione redatta in lingua italiana secondo l’Allegato I a firma del Legale Rappresentante dovrà essere inviata per PEC a agenzia.cooperazione@cert.esteri.it

Le richieste devono essere corredate dalla seguente documentazione in versione originale o copia autenticata:

  • atto costitutivo e statuto;
  • bilanci analitici relativi all’ultimo triennio;
  • relazione sullo stato di avanzamento delle attività in corso, predisposta secondo il modello in Allegato II.
  • L’Agenzia ha 90 giorni di tempo per esaminare la richiesta e comunicare al richiedente le proprie determinazioni in merito.

 

Linee guida

 

Phi Foundation

 

 

La Regione Puglia rinuncia al bollo auto per le Onlus

Il Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha deciso di sostenere le associazioni di volontariato pugliesi attraverso una manovra semplice ma molto efficace: l’esenzione dal pagamento della tassa automobilistica dei veicoli di proprietà delle associazioni e dei gruppi comunali di volontariato.
“Il volontariato è una componente imprescindibile della protezione civile pugliese”, con questa convinzione il governatore della Regione Puglia e il vicepresidente e assessore alla Protezione civile, Antonio Nunziante – su sollecitazione del presidente del comitato regionale permanente di Protezione civile, Ruggiero Mennea – hanno deciso di supportare le associazioni di volontariato pugliesi attraverso questa attività originale ma sicuramente molto utile allo sviluppo e al sostegno di tutte le Onlus Pugliesi. Il disegno di legge è rivolto, esclusivamente, alle organizzazioni iscritte nell’elenco regionale presso la struttura regionale di protezione civile ai sensi della legge regionale 7/2014. Queste, inoltre, devono risultare proprietarie dei veicoli di cui si chiede l’esenzione del pagamento e devono avere sede nel territorio pugliese. Per poter accedere all’esenzione, associazioni e comitati devono presentare apposita richiesta alla Regione Puglia con l’indicazione della targa del veicolo per il quale si chiede l’esenzione e relativo documento del rappresentante legale dell’organizzazione. Il mancato introito per le casse regionali è stato calcolato in circa 50 mila euro l’anno. «È vero – dice Ruggiero Mennea – che ci sarà un mancato introito per le casse regionali di circa 50 mila euro, ma è altrettanto vero che a questa rinuncia corrisponde un grande beneficio per la collettività verso la quale i nostri volontari non mancano mai di dimostrare disponibilità nei momenti di emergenza e di necessità. Favoriremo sempre più – conclude – l’incremento del volontariato e premieremo chi fa di questa scelta un impegno civile serio e responsabile».

Siamo certi che questa iniziativa possa essere d’esempio per molte altre Regioni d’Italia, affinchè si riesca a contribuire in maniera più efficace al supporto di quanti lavorano nel Sociale e si impegnano quotidianamente ad aiutare il prossimo.

 

Phi Foundation

Bando Funder35: Scelti i 50 progetti vincitori

Si è conclusa la scelta dei progetti che hanno vinto il bando promosso da Funder35, riservato ad imprese culturali no profit.

Il bando è promosso da 18 fondazioni di origine bancaria, che hanno messo a disposizione 2 milioni e mezzo di euro per finanziare progetti di imprese giovanili no profit. La cerimonia di premiazione si terrà il prossimo 26 gennaio a Roma alla presenza del ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini.

I 50 progetti, selezionati su un totale di 170 presentati a livello nazionale, arrivano da 14 regioni. L’Emilia-Romagna è una delle più premiate, con 5 progetti finanziati (2 a Modena, uno a Bologna, Parma e Reggio Emilia). Prima di lei solo il Piemonte, con 9 progetti, e la Campania, con 7 progetti.

Il bando annuale Funder35 è rivolto alle organizzazioni culturali senza scopo di lucro (imprese sociali, cooperative sociali, associazioni culturali, fondazioni, ecc), composte in prevalenza da under 35 e impegnate principalmente nell’ambito della produzione artistica/creativa in tutte le sue forme, da quelle tradizionali a quelle di ultima generazione o nell’ambito dei servizi di supporto alla conoscenza, alla valorizzazione, alla tutela, alla protezione, alla circolazione dei beni e delle attività culturali.

Il bando non è finalizzato alla creazione di start-up ma vuole rendere più solide e stabili le imprese culturali già avviate, fornendo loro opportunità di crescita e di sviluppo per favorire un migliore posizionamento sul mercato e una maggiore efficienza e sostenibilità, offrendo loro un’opportunità di crescita e di sviluppo attraverso un contributo economico a fondo perduto e un’attività di accompagnamento, che prevede un supporto formativo, una serie di facilitazioni e, soprattutto, la partecipazione alla comunità di pratiche di Funder35 per lo scambio di idee, modelli e prassi di successo.

Due dei 50 progetti vincitori sono di associazioni modenesi, più precisamente l’associazione Artisti Drama e l’associazione Laboratorio musicale del Frignano alle quali andrà, rispettivamente, un finanziamento di 55 e 50 mila euro.

Articolo tratto da: Modena Today

Phi Foundation

Il comune di Milano lancia una piattaforma di crowdfunding civico

E’ Stato presentato a Milano il bando per la partecipazione al progetto della piattaforma di crowdfunding civico.

Il comune di Milano infatti, ha stanziato un budget di circa 400 mila euro per finanziare parte dei progetti che riusciranno a raggiungere il 50% del loro budget attraverso la piattaforma di crowdfunding, fino ad un massimo di 50 mila euro.

Il bando è rivolto alle start up che creino, ad esempio, un’applicazione per informazioni su mobilità e offerta culturale in città, oppure un’impresa o una onlus che offrano un servizio di consegna a domicilio di pasti pronti per anziani. Questi sono solo alcuni esempi di progetti che potrebbero trovare posto su questa piattaforma.

L’iniziativa di Palazzo Marino parte con una sperimentazione di 18 mesi.

I progetti da inserire nella piattaforma potranno essere presentati fino a fine anno. Dovranno essere “innovativi” e “ad alto impatto sociale“, si legge nel bando pubblicato sul sito del Comune. Sei i possibili ambiti di intervento: accessibilità e rimozione di barriere, incremento della connettività urbana, riduzione del digital devide (ovvero il divario tra chi ha accesso alle tecnologie dell’informazione e chi non ce l’ha), progetti che favoriscano l’informazione su mobilità e attività culturali, servizi per la cura della persona e la conciliazione famiglia-lavoro, sviluppo di reti sociali all’interno delle comunità. Al bando potranno partecipare imprese profit e non profit, ong, onlus, associazioni di volontariato e promozione sociale.

Una volta terminata la fase di presentazione dei progetti, questi verranno valutati da una commissione. Tra i criteri con maggior peso nell’attribuzione del punteggio c’è la capacità del progetto di autosostenersi una volta esaurito il finanziamento ottenuto, in modo da favorire idee con modelli di business replicabili che abbiano le gambe per proseguire da soli. I migliori progetti saranno ospitati dalla vera e propria piattaforma realizzata in collaborazione con Eppela, uno dei marchi italiani del crowdfunding. È a questo punto che la “folla” (crowd) sceglierà in base al numero e alla consistenza delle offerte le idee meritevoli di essere realizzate, grazie anche al contributo del Comune.

Una volta selezionati, i progetti verranno messi in competizione per aggiudicarsi i contributi privati e pubblici, fino all’esaurimento dei 400mila euro messi a disposizione dal Comune. Chiunque contribuirà con una donazione riceverà in cambio una ricompensa, come possono essere un gadget o lo stesso servizio ideato (modello “reward based” del crowdfunding). Per avere il finanziamento dell’amministrazione, così come per incassare il denaro offerto dalla gente comune, bisognerà raggiungere l’obiettivo di ricevere dai privati almeno il 50% del necessario per partire, secondo la tipologia all or nothing del crowdfunding. Mentre per evitare che qualcuno faccia il furbo, autofinanziandosi in parte allo scopo di ottenere i contributi comunali, è previsto un numero minimo di donatori.

Lo scopo è quello di realizzare progetti di interesse pubblico al di fuori del budget dell’amministrazione. Per questo si parla di crowdfunding civico, una modalità di raccolta fondi che in Italia è stata utilizzata per esempio a Bologna per il restauro dei portici di San Luca. “Nel caso milanese più che il finanziamento dal basso di piccoli o grandi lavori pubblici, vogliamo introdurre un modo diverso rispetto al credito ordinario per finanziare progetti a vocazione sociale di start up e onlus – spiega l’assessore allo Sviluppo economico Cristina Tajani -. Si tratta di un nuovo tassello che si inserisce nel percorso della giunta per promuovere le iniziative di sharing economy“.

Milano si dimostra sempre all’avanguardia per quel che riguarda l’economia e prova a cavalcare il fenomeno del momento ovvero la “Crowd Economy”, un modello che nel mondo anglosassone sta generando milioni di dollari di fatturato permettendo a diverse start up di potersi costituire e finanziare.

L’augurio che noi tutti ci facciamo è che operazioni come queste possano dare il via ad un utilizzo più diffuso e cosciente del sistema crowdfunding, consapevoli che, soprattutto in un momento come questo, lo sviluppo di idee e progetti utili e validi passa anche e soprattutto attraverso la partecipazione collettiva e la condivisione.

Articolo tratto da: “Il Fatto Quotidiano” scritto da Luigi Franco

 

Phi Foundation

No Profit: Quando la musica e l’arte si uniscono per sostenere la ricerca contro il Parkinson

E’ stato presentato a Varese il programma dei prossimi appuntamenti dell’associazione No Profit WOODinSTOCK Music Art Connection. La Conferenza è stata introdotta dal dr. Massironi segretario generale della Fondazione Comunitaria del Varesotto Onlus.

WoodinStock è un connubio tra arte, cultura e sociale. Un progetto che sostiene la ricerca sul Parkinson attraverso l’organizzazione di eventi artistico-culturali che vedono la presenza di numerose star italiane ed internazionali.

L’idea di Luca Guenna, presidente dell’Associazione è quella di combattere la malattia del Parkinson “che lo ha colpito da qualche anno” attraverso la musica , l’arte e lo sport. I fondi raccolti attraverso le attività di WOODinSTOCK vengono devoluti ad associazioni e fondi per la ricerca sulla malattia del Parkinson. Dice Luca Guenna :”Si è costruito, dove non c’era nulla, qualcosa di concreto e vitale. Si è cercato di creare qualcosa d’impatto, in collaborazione con Associazione Parkinson Insubria. Tutti i nostri soci si sono dati da fare per contribuire alla ricerca contro questa brutta malattia. La fuori c’è comunque tanta brava gente pronta ad aiutare.Alessandro Gusmini vicepresidente dell’Associazione WOODinSTOCK ha presentato il programma delle prossime manifestazioni ed ha affermato: “Il 16 gennaio ci sarà un concerto a New York con Bruce Springsteen. Abbiamo la Masterclass, del grande chitarrista Andrea Braido , il 5 dicembre, presso la sede di SOS Laghi di Travedona Monate (VA). E’ uno dei più apprezzati chitarristi al mondo, il miglior musicista di Vasco Rossi e di tanti altri famosi artisti italiani: Ramazzotti, Celentano, Pausini, Mina , Zucchero… L’ingresso sarà di 25 euro, che saranno devoluti in beneficienza per la lotta contro il Parkinson. Già a partire da gennaio/­febbraio ci saranno tanti eventi, come il concerto con la sezione ritmica di Elio e le Storie Tese“.

A fine conferenza è stato anche presentato da Luca un altro suo progetto, ovvero il nuovo CD “Canto per te” che uscirà tra pochi giorni, scritto interamente in italiano, in collaborazione con importanti artisti.

Luca Guenna ha concluso dicendo :”Va aumentato lo sforzo del pubblico per comprendere la gravità di tale malattia. Il malato non deve chiudersi in casa ad informarsi tutto il giorno sui passi avanti della ricerca. Colui che ne è colpito deve dichiararsi, senza avere vergogna. La vita non è sempre liscia come la si vorrebbe. Chi ha il Parkinson deve farsi avanti, ad entusiasmarsi dei progetti dimenticando la malattia“.
Tratto da un articolo de “assesempione.info”

Scritto da: Ludovico Bandera

Cos’è Phi Foundation?

Phi Foundation nasce per aiutare chi si impegna quotidianamente nel sostenere il prossimo.

E’ una piattaforma dove volontari, ONP e donatori possono incontrarsi e realizzare dei progetti insieme.

L’associazione si muove su tre fronti paralleli:

Le ONP (organizzazioni o associazioni no profit)

I Volontari

I Donatori

 

LE ONP

Attraverso il nostro portale le ONP possono gratuitamente e agevolmente costruire un loro mini sito web entrando a far parte del nostro network.

Inoltre tramite una rete di collegamenti tra la Fondazione e alcune agenzie esterne specializzate, le ONP potranno presentare domanda per accedere a finanziamenti pubblici o privati in forma “gratuita”.

La fondazione si farà carico della progettazione e realizzazione operativa della ricerca fondi, accollandosi il rischio dell’eventuale insuccesso.

Il compenso trattenuto dalle agenzie è pari al 50% del ricavato a copertura di rischi e costi incluso il 5% che è erogato all’APS (Fondazione).

Le ONP quindi, potranno inviare le loro idee e progetti di raccolta fondi alla fondazione, affinché il gruppo “fundraiser” ne valuti la concreta fattibilità.

I Volontari

Un aspetto fondamentale di questo programma è il coinvolgimento di tutti i volontari sparsi per il territorio, che avranno la possibilità, registrandosi, di ottenere una immediata visibilità online e di entrare a far parte di un network della solidarietà, che punta a mettere in contatto tutte le parti legate al terzo settore, al fine di gestire meglio le emergenze locali e nazionali.

Tramite il portale le ONP possono entrare in contatto con i volontari chiedendo direttamente a loro sostegno e collaborazione.

I Volontari, denominati (PHI ANGELS), sono organizzati per territorio tramite gli “arcangeli” che li coordinano e in caso di emergenza o calamità naturale potranno essere attivati direttamente e velocemente.

I Donatori

Un particolare riguardo è riservato ai donatori, ai quali viene data una specifica visibilità e una pubblica gratificazione, permettendo loro anche di pubblicare nel portale (in area a loro dedicata) le loro idee, le sensazioni, le esperienze nel terzo settore, e magari i suggerimenti e i consigli per la nostra attività. Inoltre riceveranno inviti di partecipazione ai “donation day – party” locali e nazionali, organizzati dalle ONP con il supporto della PHI FOUNDATION e la possibilità di uno spazio advertising in formato banner per coloro che ne fossero interessati.

Tutti i soggetti abilitati, possono poi divenire redattori nelle pagine news del portale PHI dove è attivo il tasto di condivisione tra il profilo dell’utente e la bacheca del portale cosi da poter pubblicare le loro storie, testi, immagini e video direttamente sul portale.

Per qualsiasi informazione o chiarimento non esitare a contattare direttamente la redazione di Phi Foundation all’indirizzo info@phifoundation.com, saremo lieti di fornire tutte le spiegazioni e le indicazioni necessarie.

Phi Foundation

QUANDO IL NO PROFIT FA PAURA

Ti faccio un regalo e tu ricambi con un altro regalo, collaboro con la tua azienda e tu finanzi un mio progetto, mi dai un passaggio e io ti offro un caffè: questo è l’andazzo generale, trattare qualsiasi scambio come un’azienda: do ut des, non siamo capaci di ricevere gratuitamente, di ricambiare con un grazie o un sorriso, tendiamo a mercificare tutto, anche l’amore, anche l’amicizia.

Il giornalista Fabrizio Rondolino che dice :

“Emergency è un’organizzazione politica antioccidentale mascherata da ospedale ambulante. Va isolata e boicottata.”

Questa affermazione va letta proprio nell’ottica di un pensiero univoco ed egoista che mercifica tutto e inibisce la capacità di vivere il clima meraviglioso e pulito del dono.

Il no profit ha tra i suoi valori fondamentali quello di essere presenza positiva di bene e di donazione, ovunque ci sia fame, miseria, povertà, malattia, guerra, in una parola: ovunque l’essere umano soffre. Desidera portare conforto, salute, istruzione, desidera che i diritti umani siano possibili per ogni persona, e non solo per alcuni.

Nel momento in cui una qualsiasi onp (grande o piccola che sia), interviene in una situazione di urgenza, scattano o possono scattare i pregiudizi: lo fa per soldi, chissà che intrighi ci sono, sono dei venduti al potere, ecc… Non si riesce a concepire che una persona o un ente realizzi qualcosa di bello e di buono in modo spontaneo e gratuito.

Nei casi più gravi, come nell’affermazione di cui sopra, si giunge a intralciare l’intervento di aiuto, screditando e boicottando. Questa è la morte del no profit, è la morte del bene.

In ogni caso riteniamo che sia quantomeno doveroso considerare tutto il bene fatto da Emergency e da tutte (ma proprio tutte) le altre onp del mondo, in modo sereno, con sacrificio e senza clamore. Bisognerebbe andare oltre i piccoli schemi mentali e aprirsi ad un respiro mondiale, che non ha mai ucciso nessuno, anzi, dà a tutti la possibilità di una vita migliore.

Infine un consiglio che rivolgiamo a tutti: provate anche voi a diventare volontari, magari proprio di Emergency, provate a mettervi in gioco e a provare un’esperienza unica ed esaltante. E’ il modo migliore per poter giudicare e valutare l’operato delle ONP e di chi, quotidianamente si sacrifica per il bene altrui.

 

Luca Rubin

SE IL TUO EVENTO NO PROFIT E’ UN FLOP…

Hai organizzato un evento no profit (una cena solidale, un banchetto, un qualsiasi evento di raccolta fondi), ed è andata male. Scarsa partecipazione, poco rendimento, morale a terra. Eppure eri così entusiasta! Hai condiviso sui social network, hai creato l’evento, forse avevi stampato inviti e locandine, avevi cercato di coinvolgere parenti e amici, ma niente, non è andata.

 

Cosa fare davanti a un fallimento? Essenzialmente tre cose: cogliere il lato positivo, annotare le magagne e ripartire!

 

Il positivo c’è sempre!

1) Non sei più quello di prima: l’organizzazione di questo evento ti ha formato, ti ha messo sul campo, hai capito “praticamente” come funzionano alcune cose, (per esempio come “funziona” un comunicato stampa”, ti sembra niente?). Il prossimo evento no profit ti troverà più pronto, puoi scommetterci!

 

2) Sai nuotare? Se in questa occasione hai improvvisato, hai detto “ma sì, poi vediamo”, hai delegato a chissà chi, chissà che cosa, bene, ora sai che questo atteggiamento è deleterio, perché se è vero che ci sono sempre gli imprevisti, non puoi fondare un evento su un mare di imprevisti: affondi subito!

 

3) Creare rete. E’ vero, hai ricevuto poche risposte, ma hai contattato molte persone, creato nuove relazioni di amicizia, potenziali collaborazioni: la prossima volta sai già da dove ripartire, chi contattare, con chi collaborare: niente è perduto!

 

 

Qualche rattoppo…

Dopo esserti un pò rincuorato e colto tutto il positivo, passa a vedere i punti deboli del tuo evento, gli ambiti che non hai curato, che hai lasciato al caso, o che hai gestito male.

 

Non c’è solo Facebook. Crei l’evento su Facebook, inviti i tuoi millemila contatti, anche quelli a 2000 km, dopodiché ti fermi a vedere se qualcuno “abbocca”. No, non funziona così. O non solo così. Esistono altri social network, esiste il giornale, la radio, la tv, una locandina… Esiste una stretta di mano e un sorriso, una pacca sulla spalla, un invito personale, senza pixel in mezzo: hai provato?

 

In quanti eravate? È vero che si possono raggiungere buoni risultati anche in solitaria, ma ti esponi a più rischi: tu sei uno e là fuori centomila, la tua energia non è infinita. Abbiamo sempre bisogno di confrontarci, di dire: “che ne pensi tu?” magari anche di scontrarci, per poi trovare una quadra. Lo stesso fallimento è vissuto in modo diverso se lo condividi con altri.

 

Con quale impegno? Penso che ormai tu lo abbia capito: le cose non si fanno da sole. Allora chiediti quanto ci hai creduto, quante energie hai investito, quanto tempo hai riservato (c’è stata almeno una notte insonne?) Operare nel no profit è come innamorarsi: se non senti le farfalle nello stomaco, stai coltivando un’amicizia tiepida, non un amore passionale!

 

 

È ora di rifare lo zaino e ripartire!

Abbiamo colto il positivo, abbiamo annotato le magagne. Ora ti do un consiglio spassionato: se ti fermi dopo un flop, confermi e timbri a fuoco che sei un buono a nulla, ma sai bene che non è per niente così! Riparti subito, rimettiti in gioco, centra un obiettivo e vai. Non da solo, ma vai. Come ti dicevo all’inizio, non sei più la stessa persona, il tuo zaino è più gonfio, di esperienze, di relazioni e competenze: riprendi la strada e vai: farai nuove esperienze, nuovi incontri e questa volta andrà sicuramente meglio. Buon viaggio!

 

PS: Se ritieni che manchi qualcosa, non avere timore, integra quanto ho scritto!

Phi Foundation

Il non-profit fa cose buone e giuste ma il non-profit non sa comunicare

Da qualche tempo, capita di prestare attenzione alle questioni inerenti la comunicazione e percezione del ruolo di Fundraiser e in generale il tema del Fundraising.

Abbiamo il privilegio di confrontarsi con nomi noti della raccolta fondi e sedersi ai tavoli di discussione sulla comunicazione “Fundraising Oriented” che ci permette di ampliare il campo visivo e di alimentare la percezione che abbiamo sulla raccolta fondi dedicata al non-profit e sulle opportunità, soprattutto in termini di sostegno ai più deboli.

Diventa fondamentale comprendere quanto conosciamo e come viene percepito il Fundraising orientato al Terzo Settore, di cui, tanto si parla ma poco si conosce.

Nonostante la fatica quotidiana, non siamo ancora stati in grado di modificare questa visione limitativa e limitante per la crescita del Fundraising orientato al terzo settore.

Ci chiediamo, quale sia davvero il problema.

Riteniamo, a torto, che il fatto stesso di occuparci di una buona causa sia sufficiente a farci ascoltare.
 

Non è così. Le buone cause sono sì condizione necessaria ma certamente non sufficiente.

 
Di più: così preoccupati e occupati a parlare di noi e dei nostri bisogni, arroccandoci su intenzioni, propositi e posizioni, finiamo con il perdere di vista il punto di vista degli altri.

Crediamo che in fondo siamo tutti un po’ affetti da una visione NONPROFIT – CENTRICA.

Proponiamoci sempre in modo professionale spazzando via i luoghi comuni che sviliscono il nostro contributo. Mettiamoci sullo stesso piano dell’interlocutore. Ascoltiamo, informiamoci, confrontiamoci costruttivamente e forse, saremo in grado di sostituire al concetto di beneficenza il termine di “valore produttivo di utilità sociale”.

Il Fundaraiser è l’arte di saper chiedere. Un po’ per vocazione e un po’ per diletto, tutti possono chiedere ma non tutti sanno chiedere.

Se sei una organizzazione non profit e desideri supporto o vuoi avviare una campagna di raccolta fondi, chiedi a PHI FOUNDATION (Social Fundraising Community).

 
 

Sleep Out. Quando dormire sotto le stelle aiuta i desideri dei senza tetto in UK.

Potresti affrontare il freddo di una notte di novembre con nient’altro che un sacco a pelo e un materasso di cartone?

Questa è la sfida per aiutare a raccogliere fondi a favore dei senzatetto durante l’evento Sleep Out che si terrà a Eden, in Cornovaglia, Giovedì 19 Novembre, 2015.
Per il secondo anno consecutivo, l’Eden sarà una di una serie di locations per l’evento Sleep Out che si svolge in UK, con l’obiettivo di raccogliere più di £ 500.000 a favore di alcune migliaia di persone senzatetto del Regno Unito.
Sleep Out è un evento a livello nazionale organizzato dalla campagna End Youth Homelessness, un’associazione nazionale di enti di beneficenza che fornisce il supporto vitale per giovani senzatetto in tutto il Regno Unito.

La Cornovaglia ha uno dei più alti tassi di persone senza fissa dimora nel Regno Unito. La maggior parte di loro sono della Cornovaglia o hanno vissuto e lavorato nella contea per un tempo significativo. Altri viaggiano nella contea in fuga o in cerca di occupazione e di un nuovo inizio.
L’intrattenimento serale Durante la notte ci sarà musica dal vivo della band locale Clay e laboratori alimentari locali con Tony Trenerry, chef a Eden, e Sanjay Kumar, capo chef del Headland Hotel, Newquay e fondatore della Scuola di Cornish Sardines.
Ci saranno anche i racconti intorno ai falò, cibo, bevande calde ad offerta prima che i partecipanti si preparino per la notte nei loro sacchi a pelo.
La quota minima di partecipazione non rimborsabile è di 10 £.
Per registrarsi accedere al sito.
Al momento della registrazione, viene data la possibilità di scegliere una delle due associazioni di beneficenza di raccolta fondi: St Petroc o Ambra Foundation. Una volta completata la registrazione, verrà inviata un’email di conferma della registrazione.

Eden è collegato localmente a St Petroc e con il partner regionale End Youth Homelessness regional partner di Amber Foundation.

St Petroc esiste per fornire una vasta gamma di servizi al singolo senzatetto, che, il più delle volte, non rientrano nella responsabilità delle autorità regolamentari. La società fornisce servizi di vitto, assistenza, consulenza, formazione e reinsediamento delle singole persone senza tetto in Cornovaglia. Nell’ambito delle risorse disponibili, si sforzano di fornire la migliore qualità di servizio possibile. Il loro scopo primario è quello di fornire questi servizi a persone in età 1665 anni e per i quali non è prevista altra assistenza all’interno della comunità, sia per legge o in altro modo.
Per maggiori informazioni visita il sito.

Amber Foundation offre un ambiente favorevole e provvede a fornire cibo ai giovani, le cui vite hanno preso una brutta piega. Qui possono recuperare la loro autostima e imparare il rispetto per gli altri, così come altre importanti competenze di vita. Ambra aiuta loro residenti a riflettere su ciò che vogliono raggiungere, e fornisce aiuto pratico e consigli su come raggiungere questi obiettivi. Amber Foundation fornisce assistenza 24 ore al giorno e ogni giorno dell’anno.
Per maggiori informazioni visita il sito.

 

L’ospedale non fa più paura!

La Fondazione dell’Ospedale Salesi ha realizzato nel 2008 un libro “Carta dei Diritti dei Bambini e delle Bambine in Ospedale“, in cui vengono presentati tutti i Diritti della Carta di EACH (European Association Children Hospital) spiegati con delle filastrocche dai bambini. In questi anni poi, si è posta attenzione affinché tali diritti venissero rispettati in Ospedale.

Partendo dal Diritto n. 7 “Il bambino ha il diritto di essere informato sulle proprie condizioni di salute e sulle procedure a cui verrà sottoposto con un linguaggio comprensibile ed adeguato al suo sviluppo e alla sua maturazione …” sono nati sia il progetto di Preparazione Psicologica all’Anestesia e all’intervento chirurgico che quello relativo alle Tecniche non Farmacologiche per contenere il dolore durante le procedure mediche.

Si sente ora la necessità di utilizzare un linguaggio e una strumentazione che possa accattivare e catturare bambini e adolescenti, per spiegar loro le varie procedure che dovranno affrontare, fornendo strategie utili per sentire meno dolore possibile.

 

Da qui l’idea di creare un’App “L’ospedale non fa più paura!”

che possa mostrare, in maniera interattiva, con un linguaggio adeguato alla fascia di età che si vuole raggiungere, le varie procedure mediche a cui il bambino o l’adolescente ricoverato, o in visita dovrà sottoporsi: prelievo ematico, elettrocardiogramma, raggi, fino ad arrivare a esami più complessi come risonanza magnetica e tac e procedure più importanti come interventi chirurgici.

 

 

Fino ad ora alcuni bambini vengono sedati per effettuare esami semplici e non dolorosi, crediamo invece che bambini o adolescenti se adeguatamente informati tramite questa applicazione non necessitino di nessun tipo di sedazione. La collaborazione con il paziente sarà importante non solo per ridurre l’utilizzo di farmaci, ma anche per accrescere l’autostima dei soggetti coinvolti. Inoltre spesso molti dei nostri pazienti sono bambini o adolescenticon patologia cronica e il rapporto di fiducia con gli specialisti diviene fondamentale per il raggiungimento di un benessere psico-fisico.

Si crede che un bambino o un adolescente preparato possa vivere l’ospedalizzazione non più come un trauma ma come un’esperienza di crescita.

L’App “L’ospedale non fa più paura!” avrà i seguenti obiettivi:

  • diminuire l’ansia anticipatoria legata a procedure mediche come prelievi del sangue, radiografie, risonanza magnetica , tac, ecc
  • aumentare la collaborazione con il personale medico infermieristico
  • diminuire, tramite l’applicazione delle tecniche non farmacologiche (rilassamento, distrazione, visualizzazioni postivie e creative, ecc) il dolore associato alle procedure
  • diminuire il consumo di farmaci analgesici
  • diminuire il dolore post operatorio.

 

L’App avrà una veste grafica semplice, così che sarà di facile utilizzo sia per i pazienti pediatrici che per i loro genitori e sarà possibile scaricarla gratuitamente. Sarà compatibile con tutti i supporti come smartphone, tablet, pc.
Ovviamente tale App non sostituirà in alcun modo il colloquio con lo specialista, medico, infermiere o psicologo, ma sarà un valido strumento per fornire le giuste informazioni.
 

Si è scelto di utilizzare una raccolta fondi keep it all (tieni tutto) poichè nel caso non si riesca a raggiungere il goal economico di € 15.000 sarà possibile comunque, in base alle donazioni raggiunte, realizzare un’app che prenda in considerazione solo alcune delle più comuni procedure mediche.

Per il raggiungimento del GOAL di € 5.000 verrà realizzata un App relativa al ricovero e alla permanenza in ospedale e comprenderà anche semplice procedure mediche come prelievo ematico, visita medica e elettrocardiogramma. Campagna pubblicitaria divulgativa.

Per il raggiungimento del GOAL di € 10.000 l’App prevederà anche esami più complessi come Risonanza Magnetica, Tac e procedure oncologiche. Campagna pubblicitaria divulgativa.

Per il raggiungimento del GOAL di € 15.000 l’App comprenderà la preparazione all’intervento chirurgico. Campagna pubblicitaria divulgativa.
 

Per seguire e contribuire a realizzare questo progetto l’App “L’Ospedale non fa paura” clicca qui.

Anche un piccolo contributo può aiutare!!!

 

Phi Foundation, ONP e Social Fundraising Community

Riflettendo sulle difficoltà, e nello stesso tempo la necessità delle piccole e medie ONP (organizzazioni non profit) di reperire risorse economiche attraverso la raccolta fondi, si scopre la loro impreparazione negli strumenti e applicazione metodologie di Fundraising.

La domanda, quanto tempo dobbiamo ancora attendere prima che le ONP diano inizio alla valorizzazione delle relazioni che hanno nel territorio in ottica di attivazione di un’efficace strategia di Fundraising, considerando anche le prospettive di ampliare la propria cerchia d’influenza alleandosi con una più ampia struttura di Social Fundraising Community?

La risposta non è scontata perché ci vuole la temerarietà e lungimiranza di eseguire una scelta importante. Strutturarsi in Fundraising Orient, infatti, significa rimettere in discussione l’intero modello organizzativo delle ONP, al fine di trovare non solo fondi ma anche donazioni in termini di competenze, tempo, (people raising), e soprattutto relazioni.

Solo curando le relazioni che abbiamo con la realtà che ci circonda, orientandoci inoltre anche verso il Corporate Fundraising, possiamo davvero implementare una buona strategia di raccolta fondi e, il dono diventa uno strumento mediante il quale rafforzare questi legami.

Se vuoi avviare una campagna di raccolta fondi, chiedi a PHI FOUNDATION (Social Fundraising Community).

 

 

Successo di Orticolario con ABIO Como

Riportiamo con grande piacere una comunicazione ricevuta da ABIO Como relativa alla loro partecipazione a Orticolario, la manifestazione florovivaistica che si è svolta a Villa Erba, a Cernobbio sul lago di Como.

Orticolario è nato 7 anni fa quando un gruppo di amici comaschi, appassionati di giardinaggio, con l’aiuto e il supporto della storica società ortoflorica comasca, decisero di promuovere l’iniziativa di questa manifestazione per offrire al visitatore lo spettacolo del mondo florovivaistico nel parco in riva al lago e all’interno del particolare centro espositivo.

Orticolario ha nelle sua finalità anche devolvere i proventi netti derivanti dalla manifestazione ad associazioni operanti sul territorio lariano.

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Ed ecco che ABIO Como ha deciso di offrire la sua collaborazione ad Orticolario, convinti che fosse un’ottima possibilità di far conoscere ulteriormente l’associazione sul territorio.

A differenza delle altre sette associazioni che hanno “prestato” i loro volontari per compiti diversi, dal supporto alle visite guidate, alla accoglienza degli ospiti, alla organizzazione del torneo di burraco, i volontari ABIO Como si sono occupati della spazio biblioteca “fiori da leggere” che è stato ideato dalla biblioteca di Brunate e creato per intrattenere i piccoli ospiti in attesa di partecipare ai laboratori che, come gli altri anni, hanno coinvolto centinaia di bambini in esperienze, giochi e avventure legate al mondo della natura.

I volontari ABIO Como per una volta hanno avuto a che fare non con piccoli pazienti, ma con bambini dai tre ai 12 anni, che sono riusciti ad intrattenere e a far divertire con pazienza, fantasia e amore.

C’era uno spazio per il materiale illustrativo e così decine di genitori hanno ricevuto informazioni sull’attività di ABIO e sulla nostra presenza in tutti gli ospedali della città.

La collaborazione è stata molto apprezzata dalla organizzazione di Orticolario, ma soprattutto da genitori e bambini e ci auguriamo che l’esperienza si possa ripetere l’anno prossimo.

Per maggiori informazioni e fonte clicca qui.