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Terzo Settore #Non Profit

Terzo Settore: #Non Profit

PHI Foundation, la prima non profit organization al servizio del terzo settore e del mondo non profit.

PHI Foundation è composta di un gruppo di professionisti della comunicazione online e offline: sistemisti, sviluppatori, graphic e web designer, social media manager, community builder, content editors, project manager, fundraisers, public relation, ufficio stampa, tutti con esperienze e provenienze diverse, ma uniti da un obiettivo unico e concreto, mettere a disposizione degli utenti, strumenti innovativi per aumentare la visibilità delle loro azioni e fornire a tutte le Organizzazioni Non Profit (ONP – ONG) una piattaforma facile e intuitiva per raccogliere fondi.

PHI Foundation ha un sogno che spera di riuscire a realizzarlo anche con il tuo aiuto.

Vai sul sito web phifoundation.com e scopri come potresti contribuire ad aiutarci a realizzare questo sogno.

Sebastiano De Falco

Phi Foundation

Bilancio sociale delle ONP

Il Bilancio sociale delle ONP

Il Bilancio sociale per le associazioni non profit è un documento con il quale il soggetto comunica periodicamente i risultati della sua attività, non solo dal punto di vista economico e contabile, ma dell’intero contesto delle attività e dei progetti promossi sul territorio.

Le linee guida per la redazione del Bilancio sociale sono state emanate nel 2010 dall’Agenzia per le Onlus. Questa, oggi conosciuta come Agenzia per il terzo settore, era un organismo governativo attivo tra il 200 e il 2012, quando le sue funzioni sono state trasferite al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Le linee guida emanate sostengono che il bilancio sociale è indispensabili per promuovere la crescita culturale e strutturale del terzo settore.

Cos’è il Bilancio sociale

Il Bilancio sociale è uno strumento che permette alle associazioni del terzo settore di rendicontare la responsabilità, i risultati sociali, ambientali ed economici delle attività messe in atto durante il periodo di valutazione. Ha lo scopo di essere divulgato presso tutti gli stakeholders e i portatori di interesse in genere, comunicando un’informativa che non sarebbe altrimenti possibile riscontrabile nel normale bilancio economico di esercizio. Come modello per la stesura delle Linee Guida sono state scelte le Linee proposte dalla GRI – Global Reporting Initiative – nella versione del 2006, con alcune modifiche dettate dalla specificità del settore non profit.   Oltre a questo documento è stato preso in considerazione anche il modello più diffuso in ambito nazionale, “Principi di redazione del Bilancio Sociale” del Gruppo di Studio per il Bilancio Sociale – GBS. Il GBS nasce nel 1997 in occasione di un evento sulla Responsabilità sociale d’impresa. Nel 1998 si riunisce in forma di Gruppo di Studio per la statuizione dei Principi di redazione del Bilancio Sociale, con 32 membri partecipanti, rappresentanti di 13 Università italiane, degli Ordini dei Dottori Commercialisti e dei Ragionieri, di alcune Società di Revisione e di membri esperti.

Bilancio sociale delle ONP

Motivazioni alla base del Bilancio Sociale

Sempre più si riscontra il bisogno di riconoscere una dimensione sociale e ambientale delle aziende che operano sul territorio. La consapevolezza di questo ruolo in campo sociale e ambientale ha prodotto un interesse verso la comunicazione sociale degli attori, non tanto in termini numerici e finanziari quanto piuttosto di concreti risultati ottenuti attraverso determinate azioni. Tale interesse non nasce soltanto in chi ha un diretto interesse a interagisce con l’azienda; è un interesse collettivo al quale le aziende, tutte, devono rispondere con una comunicazione ampia e diffusa che possa soddisfare la curiosità dei risultati gestionali ma anche gli effetti sociali e ambientali di questa attività.

Questo discorso vale a maggior ragione per le realtà del mondo non profit, che se da una parte devono rendicontare il denaro utilizzato per le attività svolte a favore della comunità, dall’altro devono anche rendere la collettività edotta delle loro azioni. Sia per motivi di trasparenza, sia per fidelizzare i donatori e coinvolgere la società nei loro progetti, facendola sentire parte del bene comune profuso.

Caratteristiche

Il Gruppo di Studio per la Redazione del Bilancio Sociale ha elencato alcuni punti sui quali deve basarsi un buon Bilancio. Vediamoli insieme.

Innanzitutto Bilancio Sociale è un’espressione che comprende anche dati quantitativi di derivazione contabile e soprattutto è un documento integrativo di comunicazione e valutazione sociale. È fondamentale che venga steso dall’ente non profit, così come dalle aziende, e sia rivolto ad un pubblico ampio: non solo gli stakeholders, ma la collettività intera. Può essere redatto in forma libera, in base ad alcuni criteri uniformi predefiniti dalle Linee Guida di cui sopra, e deve corrispondere all’intero anno di esercizio sociale. Soprattutto deve essere redatto in maniera autonoma e distinta rispetto al bilancio d’esercizio.

Le notizie di cui deve riportare informazioni utili un Bilancio Sociale sono:

  • assetto istituzionale;
  • valori di riferimento;
  • collegamenti tra valori dichiarati, politiche e scelte compiute;
  • processo seguito per la sua formazione.

Il Bilancio Sociale deve essere redatto tenendo conto di alcuni principi fondamentali, che dovrebbero poi essere alla base della stessa realtà non profit cui si riferisce. Tali principi sono quelli di responsabilità, inclusione, coerenza, trasparenza, neutralità, prudenza, utilità, significatività e rilevanza, verificabilità dell’informazione, comparabilità, periodicità, comprensibilità.

Bilancio sociale delle ONP

Un Bilancio sociale, quindi, è la carta d’identità di una realtà del non profit.

Un documento grazie al quale l’associazione potrà continuare a godere dell’interesse dei suoi sostenitori e trovarne di nuovi, nell’ottica della fidelizzazione del donatore. Il tutto attraverso una comunicazione chiara, trasparente e rivolta alla collettività intera sui risultati e sull’impatto sociale delle attività portate avanti.

Jenny Rizzo

Phi Foundation

Fundraiser

Il cuore del fundraiser

Un’esperienza che unisce improbabili relazioni

Questa che vi racconterò è la mia esperienza, sicuramente semplice, ma che ha trasformato il mio concetto del Fundraiser, professionista poco conosciuto nel settore lavorativo ma con rapida crescita sul mercato non profit italiano.

La scelta di approfondire le mie conoscenza su questa professione sono nate dalla necessità di riconoscermi in un lavoro che mi aiutasse a soddisfare il lato emozionale/intellettuale.

Andavo cercando un modo di mettere in pratica quello che mi avevano insegnato da piccola e che credevo che fosse il modo di contribuire positivamente al miglioramento delle cause sociali.

Mi sono iscritta ad una iniziativa promossa dalla Fondazione Adventum, organizzazione non profit che ha come mission quella di prevenire l’usura ed educare all’uso responsabile del denaro.
Tra le iniziative della fondazione, questa in particolare cerca di dare un aiuto concreto a tanti ragazzi che sono disoccupati.

Questo programma fu creato per dare formazione sulle tecniche e strumenti dal Fundraising e una volta concluso il percorso formativo e pratico, il Fundraiser avrebbe avuto gli strumenti per candidarsi a un posto di lavoro.

La prima cosa che mi fu insegnata è che Fundraising voleva dire costruire relazioni con cui poter collaborare, insegnare che la grandezza di donare la si può fare con la gioia in cuore piuttosto che con i numeri. Può sembrare un discorso superficiale ma io credo fermamente in questo concetto.

Mancano 3 settimane per concludere questi due intensi anni di formazione è ho avuto una trasformazione interna, ho capito che le opportunità sono da afferrare e che gli ingredienti per facilitare il lavoro del fundraiser sono: flessibilità con misura giusta, ottimismo infinito, molta determinazione, una buona dose di intelligenza emotiva e che tutto va pianificato (perfino la mia lista della spesa) in tutti i suoi dettagli.

Sono tante le cose apprese ma quelle che rimangono più accentuate sono che la differenza in questo lavoro si costruisce con grande buona volontà e condivisione, bisogna riprendere le relazioni, la fiducia nelle altre persone e che al centro di tutto ci sono sempre persone che aiutano persone.

La ricerca di cambiamenti e di sviluppo nel settore non profit è una vena principale di questo cuore perché essa ci aiuta a conoscere il mondo del terzo settore che evolve di continuo e a sentire le emozioni delle persone che ne fanno parte.
Il fare rete e creare condivisone di risorse umane, economiche e formativa è alla base di questo mestiere.

E’ appena uscito il bando di apertura del nuovo percorso gratuito Professione Fundraiser 2017, i requisiti obbligatori sono:

  • Avere un’età compresa tra 21 e 38 anni
  • Essere inoccupato
  • Essere in possesso di un diploma di scuola superiore

Se anche tu vuoi fare una simile esperienza puoi approfondire di più.

Vorrei concludere citando una frase che ognuno di noi può valutare in qualsiasi ambito, “Le avversità possono essere delle formidabili occasioni” Thomas Mann.

Jazmin Sivinta

Phi Foundation

La Gioconda

Strumenti finanziari per il non profit

Strumenti finanziari per il non profit

Welfare e benessere sociale

La crisi economica che ha colpito i nostro Paese negli ultimi anni ha fatto si che il mondo non profit percorresse nuove strade verso la raccolta fondi, cercando e trovando nuovi strumenti finanziari che potessero sostenere e supportare gli importanti progetti a sfondo sociale che da sempre portano avanti. In passato i bisogni sociali riguardavano la sola famiglia interessata, o al massimo si allargavano alla comunità di appartenenza. Il reale cambiamento arriva quando personaggi come Adriano Olivetti introducono il concetto di benessere sociale basato sul principio secondo cui il profitto aziendale deve essere reinvestito per il bene della comunità. L’imprenditore credeva nell’idea di comunità e il suo sogno era quello di creare una fondazione composta da classi sociali disparate, enti pubblici, università, così da eliminare ogni differenza economica, ideologica e politica.

Oggi il problema principale del welfare è l’invecchiamento inesorabile della popolazione. In quest’ottica aumenta la richiesta di assistenza da parte degli anziani da un lato, mentre diminuiscono le risorse, umane in primis, per contribuire alla spesa sociale dall’altro. E’ proprio in questo contesto che prende piede una proposta di Shared Social Responsability, con in fine di unire e coordinare diversi attori: Pubblica Amministrazione, organizzazioni non profit, imprese sociali, organizzazioni for profit, volontariato, imprese. In questo senso l’Italia ebbe un primato di best practice, grazie alla Lee istitutiva delle cooperative sociali. Oggi si è un po’ perso l’entusiasmo a causa del pesante scenario fiscale al quale sono sottoposte questo tipo di imprese non profit.

Raccolta fondi oggi

Ecco che in uno scenario simile la nostra popolazione da il meglio, cercando e proponendo nuovi strumenti finanziari per sopperire alla carenza di intervento da parte dello Stato e per smuovere gli animi degli addetti ai lavori nella ricerca di soluzioni alternative.

Il non profit oggi può contare su molteplici tipologie di fundrasing, che spaziano dai bandi nazionali a quelli europei, dalle donazioni private ai social bond. Un ampio scenario al quale attingere, scegliendo di volta in volta la soluzione più adatta a sostenere il progetto.

Di ultima generazione è il crowdfunding, strumento innovativo per le ONP di raccolta fondi che permette di creare un maggior coinvolgimento dei propri stakeholders.

Il crowdfunding ha radici ben radicate nel tempo, dove crowd sta per folla e funding sta per finanziamento. Oggi è stato reinterpretato come raccolta fondi dell’era digitale. La sua rapida diffusione odierna è dovuta, soprattutto, all’espansione del fenomeno dei social media, utilizzati appunto per la raccolta di capitali. In altre parole le piattaforme digitali sono uno spazio di condivisione, nel quale vengono scambiate idee e progetti con capitali da parte di un gruppo di persone accomunati da valori simili. L’aspetto positivo dei social media è proprio la capacità di coinvolgere il maggior numero possibile di persone e sostenitori, in grado di raggiungere ogni luogo: elemento fondamentale per la buona riuscita di un progetto.

Oltre al crowdfunding esistono altri strumenti finanziari, molto simili a quelli utilizzabili da persone fisiche.

Tra questi i social bond, obbligazioni tradizionali che vanno a sostenere economicamente iniziative non profit. Il meccanismo è molto simile a quelli dei bond tradizionali, ossia hanno un limite prestabilito per il rimborso, prevedono un pagamento periodico degli interessi, possono avere tasso fisso o variabile. Il concetto che sta alla base è mutuato dal social impact bond anglosassone, dove la matrice è però un ente pubblico. Per noi, con una impostazione banco-centrica, l’ente di riferimento resta la banca. Oggi la potenzialità dei social bond non è ancora stata misurata.

Accanto a questi i mini-bond, ovvero obbligazioni emesse da un’impresa non quotata con l’obiettivo di raccogliere nuove risorse economiche grazie ad una diversificazione delle fonti di finanziamento, diminuendo la relativa dipendenza dagli istituti di credito. Si tratta, in altre parole, di uno strumento complementare al finanziamento bancario tradizionale, al quale molte cooperative sociali sono interessate, soprattutto quelle legate al settore agroalimentare.

Restano validi i tradizionali bandi, nazionali ed europei, ai quali partecipare con le idee progettuali. In pratica sono questi gli strumenti maggiormente utilizzati dalle ONP, che predispongono un ufficio apposito per la ricerca bandi. Sono fondamentalmente le fondazioni bancarie ad offrire il maggior numero di bandi ai quali partecipare, una su tutti è la Fondazione Cariplo, che da anni si prodiga affinché il mondo del non profit possa avere gli strumenti necessari per intervenire in maniera profonda sui bisogni della collettività. Diversi gli ambiti di intervento, dai servizi ala persona alla cultura. Un ampio scenario nel quale intervenire con idee progettuali vincenti e, soprattutto, un network sostanzioso.

Accanto ai bandi nazionali vi sono i bandi europei, ai quali è complesso partecipare per i numerosi requisiti richiesti. Tra questi vi è la presenza di un network internazionale consistente. Possiamo dire che è difficile ottenere finanziamenti europei, ma non impossibile. Se avete un’idea degna di attenzione, vincente e siete attorniati da un network di persone e realtà con le quali condividete i valori e vision, andate a prendervi il vostro posto al sole in Europa e date valore alle vostre idee.

Gli strumenti finanziari sono diversi, la raccolta fondi ha molteplici possibilità di intervento. Non vi resta che provare e riprovare, per fare del bene attraverso il non profit, mettendo sempre il bene comune al centro delle vostre idee.

Jenny Rizzo

Phi Foundation

Il carcere e il mondo non profit

Quando il non profit e il volontariato è di aiuto alle Istituzioni

“Cattivi si diventa?”.  Questa è la domanda che si pone Philip Zimbardo impegnato nel suo esperimento sul carcere presso l’Università di Stanford. L’esperienza, riportata in un libro “Effetto Lucifero. Cattivi si diventa?”, venne realizzata nel 1971 proprio per esaminare il comportamento umano in un contesto in cui i singoli sono definiti esclusivamente dal gruppo di appartenenza. Philip divide gli studenti che hanno deciso di partecipare al progetto in due gruppi: guardie da una parte; criminali dall’altra. Ebbene, gli episodi di violenza non tardano ad arrivare, tanto che l’esperimento viene interrotto dopo pochi giorni dal suo inizio. È, quindi, vero che cattivi si diventa? Molte delle associazioni non profit presenti sul territorio nazionale sono convinte che il carcere non sia funzionale, tutt’altro. Il carcere è un luogo dove s’impara a delinquere e i volontari impegnati nelle carceri italiane, per conto delle associazioni che si occupano di argomenti e progetti legati ai detenuti, portano loro affetto e qualche parola di conforto, per non lasciarli soli sotto quel cielo a scacchi.

Cattivi si diventa?

Probabilmente è vero che il carcere è, sotto certi aspetti, una università del crimine; in particolar modo per quei giovani detenuti con reati lievi che si ritrovano a dividere la cella con criminali incalliti, dai quali attingere idee e con i quali discutere h24 di atti illeciti. L’esperimento di Zimbardo ci pone di fronte al fatto che ogni istituzione repressiva genera, potenzialmente, violenza e male. Ognuno di noi può trasformarsi in persona cattiva a causa di due fattori:

  • il sistema di appartenenza;
  • il contesto.

Non era, ad esempio, un criminale per predisposizione interna il pilota che sganciò la bomba atomica su Hiroshima: egli stesso affermò: “era il mio dovere”. Come lui, molti altri personaggi che hanno costellato la nostra storia, compiendo atti disumani, non erano criminali per natura; lo diventarono per ideologia e dovere, per senso di appartenenza a un sistema che ha creato danni all’umanità che ancora oggi paghiamo. Una visione particolare la mia, che spesso incontra il disappunto di chi è convinto che il crimine sia innato nelle persone che pongono in essere determinate azioni. Resto, tuttavia, convinta del fatto che il carcere sia un microcosmo dove la repressione, le cattive condizioni e la costrizione fisica portano inevitabilmente ad altro male, ad altra violenza.

Il non profit per il carcere

La mia particolare visione del carcere proviene dalla mia diretta esperienza sul campo. Anni a stretto contatto con l’ambiente e con chi lo vive mi hanno portato a un pensiero critico, che esula da buonismo o voglia di aiutare il bisognoso. Lavorando per associazioni non profit mi sono resa conto, anzi, che il buonismo non porta a nulla. Il volontariato strutturato, professionale, organizzato: questo è ciò che sarebbe utile all’interno delle carceri, così come all’esterno, nelle diverse associazioni che si occupano di carcere a diversi livelli. La professionalità e la visione imprenditoriale, che permettono di investire in progetti concreti di recupero sociale di questi criminali, sono l’unica arma per combattere lo stallo in cui si ritrova l’istituzione carcere oggi.

 

Jenny Rizzo

Phi Foundation

Peta

La campagna choc di Peta contro la pelletteria

“Davvero poche persone sono consapevoli dell’estrema crudeltà che gli animali esotici sono costretti a soffrire per essere trasformati in accessori. Alcuni di loro vengono scuoiati vivi durante la realizzazione di pelletteria di lusso”.

Con questo messaggio Peta (associazione non profit, People for the Ethical Treatment of Animals) lancia la sua campagna di sensibilizzazione dei diritti degli animali. Nello spot l’agenzia Ogilvy & Mather Advertising Bangkok, in collaborazione con Peta Asia, apre un finto store in un centro commerciale di Bangkok. Quello che solo apparentemente sembra un comunissimo negozio di lusso è in realtà un sofisticato stratagemma di marketing: all’interno delle borse, delle scarpe, dei portafogli e di altri oggetti in pelle sono ubicate delle finte viscere insanguinate di animali, tra cui anche un cuore ancora funzionante.

Gli acquirenti, ignari della campagna, sono rimasti letteralmente scioccati. La PETA ha organizzato la campagna per aumentare la consapevolezza sulle crudeltà che gli animali soffrono per essere trasformati in prodotti di pelle: alcuni vengono anche scuoiati vivi durante la fabbricazione di pelletteria di lusso.

La Thailandia non è un caso, infatti vede la più grande industria di allevamento di coccodrilli al mondo, che secondo la denuncia della PETA vengono stipati in alcune pozze prima di venire colpiti con una pistola o con un martello per frantumare le loro spine dorsali e causare una paralisi, per poi essere scuoiati

“In Thailandia i coccodrilli vengono stipati in condizioni disumane prima di essere sottoposti a crudeli pratiche di macellazione – scrive la Peta – Una borsa di dimensioni medie richiede l’abbattimento di almeno quattro coccodrilli. I serpenti non soffrono meno: ad alcuni di loro vengono forzate le mascelle e vengono pompati con dell’acqua in modo che la pelle venga rimossa più facilmente. Promettete di non indossare o acquistare mai più accessori di pelle”, chiede in conclusione l’organizzazione”

 

Briganti Rugby

Briganti Rugby: al via la raccolta fondi “I briganti si meritano un prato”

Per fare meta bisogna lottare tutti uniti. Al via la raccolta fondi a sostegno dei Briganti Rugby, associazione sportiva nata con l’obbiettivo di offrire, attraverso lo sport, opportunità alternative e attività mirate a favore dei minori di un popoloso quartiere “a rischio” della città di Catania, Librino.

In cima alla collina di San Teodoro ci si sporca le mani nel fango. Su quel campo dove prima non c’era nulla oggi c’è speranza. Il Libirino oggi ospita 80.000 abitanti, costruito negli anni 70 per essere una città satellite. La situazione ad oggi non è delle migliori: le costruzioni residenziali iniziate 40 anni fa giacciono all’abbandono, al degrado e alla criminalità. Ma, fortunatamente, sopra quel campo c’e chi, nonostante tutto, la testa non l’abbassa mai.

“Ama l’ovale e odia il razzismo, tutto muscoli e tutto cervello, mischia fino alla vittoria!”

progetto di crowdfunding

I Briganti Rugby ASD Onlus “Librino” nasce nel 2006 con lo scopo di coinvolgere attraverso lo sport i ragazzi di uno dei quartieri più problematici di Catania, ed offrire loro alternative alle esperienze di “strada”.

Nel corso di questi anni – si legge sul sito – l’attività de “I Briganti” è cresciuta senza sosta ed oggi si contano ben 300 atleti a partire dalla under 10 fino ai giocatori della squadra seniores che milita nel campionato di C1 nazionale.”

Il progetto è legato al recupero della area polisportiva del complesso “San Teodoro”. Naturalmente l’area è ben lungi dal potersi considerare riqualificata:

“Il campo da gioco è una distesa di argilla, e benché sia stato da subito utilizzato per allenamenti e partite ufficiali, necessita di fondamentali interventi per la sua fruizione in continuità.”

Per questo motivo nasce il progetto di crowdfunding “I briganti si meritano un prato” che mira a raccogliere 100.000 euro da destinare al rifacimento del campo da gioco.

Per maggiori informazioni visitate la pagina de “I briganti si meritano un pratocliccando qui.

 

Sei una organizzazione non profit e desideri supporto o vuoi avviare una campagna di raccolta fondi, chiedi a PHI FOUNDATION (Social Innovation Community).

 

funder35

Torna Funder35, 2 millioni al servizio dei giovani e del non profit

Torna il Bando Funder35, promosso da 18 fondazioni e dedicato alle associazioni culturali non profit composte da giovani sotto i 35 anni. Per questa iniziativa saranno messi a disposizione 2 milioni e 650 mila euro di risorse per sostenerle, accompagnarle e rafforzarle, premiando naturalmente l’innovatività.

Il progetto è destinato alle organizzazioni culturali senza scopo di lucro (imprese sociali, cooperative sociali, associazioni culturali, onlus, fondazioni, ecc), impegnate nella produzione artistica in tutte le sue forme o di servizi legati alla valorizzazione dei beni e delle attività culturali.

L’obiettivo di Funder35 è quello di sostenere le imprese culturali già attive, accompagnandole nel loro difficile percorso. L’iniziativa – nata nel 2012 nell’ambito della Commissione per le Attività e i Beni Culturali dell’Acri, l’Associazione delle fondazioni – attraverso il bando annuale offre alle associazioni culturali non profit un’opportunità di crescita e di sviluppo attraverso un sostegno economico e la possibilità di accedere ad una piattaforma di crowdfunding dedicata.

I territori coinvolti dall’iniziativa sono: Basilicata, Calabria, Campania, Lombardia, Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia e Valle d’Aosta e le province di Bologna, Modena, Parma e Ravenna in Emilia Romagna, Pordenone e Udine in Friuli-Venezia Giulia, le province della Spezia e di Genova in Liguria, le province di Ascoli Piceno e Ancona nelle Marche, di Firenze, Livorno e Lucca in Toscana, le province di Belluno, Padova, Rovigo, Verona e Vicenza in Veneto.

Le candidature dovranno essere presentate entro e non oltre il 1° luglio 2016 sul sito www.funder35.it
Per maggiori informazioni consultare il Bando o scrivere a info@funder35.it

Grazie alla precedente edizione sono state sostenute 50 imprese culturali in 14 regioni e in diversi settori culturali complessivamente con 2,5 milioni di euro.

Il bando Funder35 è promosso da:
Compagnia di San Paolo, Ente Cassa di Risparmio di Firenze, Fondazione di Sardegna , Fondazione Cariparma, Fondazione Cariplo, Fondazione Cariverona , Fondazione Cassa di Risparmio della Spezia , Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno , Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, Fondazione CON IL SUD, Fondazione CRUP, Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, Fondazione Livorno, Fondazione Sicilia.
Con il patrocinio dell’Acri.

“Taranto Let’s go”

Si terrà Mercoledì 04 maggio  p.v. ore 10.30 presso la Sala Monfredi della Camera di Commercio diTaranto (viale Virgilio 152), la presentazione ufficiale del primo Polo Finanziario dell’Innovazione in Puglia, in materia di Start Up e Crowdfunding.

L’incontro dal titolo “Taranto Let’s go” sarà l’occasione per presentare  la prima piattaforma di Equity Crowdfunding del Sud Italia autorizzata da Consob, nata dall’azione sinergica di MuumLab gestore della piattaforma, Bcc San Marzano banca partner e Finindustria venture capital che ha finanziato la prima start up innovativa del progetto: ProntoVet24, dedicata al servizio veterinario a domicilio.

Tre player istituzionali importanti si uniscono per favorire la nascita e lo sviluppo di imprese innovative su tutto il territorio nazionale, partendo proprio da Taranto.

Aprirà i lavori il Presidente della CCIAA di Taranto Luigi Sportelli, seguiranno i saluti del Presidente di Confindustria Taranto Vincenzo Cesareo.
In scaletta gli interventi dei soggetti che hanno dato vita al primo Polo Finanziario dell’Innovazione in Puglia:

  • Emanuele Di Palma – Direttore Generale Bcc di San Marzano,
  • Pietro Vito Chirulli – Presidente Finindustria Srl,
  • Paolo Ciccolella – Presidente MuumLab
  • Massimiliano De Florio e Luca La Porta – Soci Fondatori di ProntoVet24.

Gli interventi saranno moderati da Maurizio Maraglino Misciagna – Direttore Muumlab.

 

Fonte articolo: BCC San Marziano

 

 

Convivio 2016 torna a Milano: ecco tutte le novità

L’8 giugno torna a Milano Convivio 2016, Mostra Mercato benefica promossa dal mondo della moda a sostegno dell’associazione non profit ANLAIDS (Associazione Nazionale per la lotta contro l’AIDS). 5 giorni di shopping solidale con lo scopo di raccogliere fondi affrontando in maniera positiva un tema delicato come quello dell’AIDS.

Tante le novità per questa tredicesima edizione di Convivio 2016 Milano che, come ogni due anni, riceve l’appoggio delle griffe più prestigiose. Le maison di moda donano i pezzi più speciali delle proprie collezioni che vengono poi rivenduti al pubblico a metà prezzo. Rinnovata la struttura, saranno presenti più sezioni: vintage, kids e arte e per la prima volta un spazio interamente dedicato all’arredo e al design.

La campagna verrà lanciata con una charity dinner la sera del 7 giugno, che riunirà vip, celebrities e imprenditori (e che avrà quest’anno un allestimento tematico dedicato alla musica).

Oltre al charity dinner, quest’anno Convivio 2016 esce dagli schemi e organizza un after party benefico in un locale di Milano, durante la notte del 7 giugno: il ricavato della vendita dei biglietti sarà totalmente devoluto ad Anlaids.

Molto più di un semplice evento di beneficenza, Convivio nasce nel 1992 da un’idea di Gianni Versace: oltre 60.000 i visitatori che arrivano da ogni parte d’Italia per dedicarsi ad acquisti eccellenti a prezzi dimezzati e allo stesso tempo dare il proprio sostegno dell’AIDS, malattia di cui si sente parlare sempre meno, ma che continua a essere preoccupante.

Come racconta Paola Manfrin ai microfoni di Wired Italia – ideatrice della campagna con l’agenzia EGO of White, Red & Green: “Le campagne sociali hanno il ruolo di esprimersi anche provocatoriamente coinvolgendo un pubblico trasversale e questo avviene solo con comunicazioni capaci di lasciare il segno, costringendo chi legge al ragionamento e alla riflessione, pur subendone la provocazione. Ottenuto l’effetto provocatorio, abbiamo deciso di aggiungere un punto di domanda al claim nella seconda fase della campagna: “L’Aids è di moda?”, proprio per coinvolgere il pubblico e obbligarlo a darsi una risposta. Da qui la scelta di usare un testimonial d’eccellenza della moda come Franca Sozzani, direttore di Vogue Italia, che da sempre ha lavorato su Convivio e meglio di chiunque altro ne rappresenta l’anima e la sua storia”.

Facebook: Convivio Milano
Instagram: conviviomilano
Twitter: Convivio Milano
Hashtag ufficiali #iLoveConvivio #Conviviomilano
www.conviviomilano.it


PHI Foundation
Mario Rolla

google apps per il non profit

Google apps per il non profit: come funziona?

Sono diverse decine di migliaia le associazioni non profit presenti in Italia, riflesso di un terzo settore in continua crescita ed evoluzione. L’era digitale ha stravolto tutto e per le ONP è impensabile non sfruttare il web come strumento essenziale di visibilità e relazione con volontari e sostenitori.

Il colosso di Mountain View non si è fatto scappare l’occasione e, da un paio di anni a questa parte, ha gradualmente introdotto servizi per le organizzazioni non profit.

Google per il non profit permette alle ONP di utilizzare gratuitamente determinati tools:

  1. Youtube for good, funzioni avanzate per la gestione video
  2. Ad Grants, versione di google Adwords dedicata al non profit
  3. Google apps per il non profit, suite di strumenti che favorisce un interazione più efficace del personale.

google apps

Dopo aver esaminato, passo dopo passo, le funzionalità di Youtube for good e Google Grants non mi resta che chiudere il cerchio analizzando Google apps per il non profit

Come funziona google apps per il non profit?

Semplice e intuitivo, google apps per il non profit consente sia ai principianti, sia ai professionisti di utilizzare più facilmente la suite di strumenti che google mette a disposizione per le ONP.

I benefici dei servizi che google apps mette in campo per le non profit sono:

#Gmail

Crea attraverso Gmail tutti gli account email che ti servono per il personale con la possibilità di utilizzare il tuo dominio personalizzato (ad es.,mario.rossi@dominioassociazione.org)

#Drive

Memorizza file nel cloud: 30 GB di spazio disponibile per archiviare dati, documenti, immagine e ecc… su Gmail e Google Drive per ogni account

#Documenti

Collabora in tempo reale con i tuoi colleghi per prendere decisioni in merito a proposte di sovvenzione, riunioni e altro ancora utilizzando Documenti Google

#Sondaggi

Crea ed effettua sondaggi, valutazioni sulla formazione e registrazioni a eventi utilizzando Moduli che Google offre alla tua ONP

#Calendario

Gestisci appuntamenti e orari attraverso il Google Calendar

#Gruppi

Monitora le discussioni di gruppo e le liste di distribuzione utilizzando Google Gruppi

#Call

Organizza videoconferenze con massimo 15 partecipanti alla volta dal tuo computer desktop o dispositivo mobile. Inclusi nel pacchetto strumenti di condivisione di audio e schermo.

#Assistenza

Assistenza garantita e gratuita 24/7 via telefono, email e chat

Case History

Samasource utilizza google apps per il non profit per promuovere la sua causa. Il suo obbiettivo è quello di far conoscere il lavoro via internet a donne, giovani e rifugiati che vivono in regime di povertà.

L’associazione non profit utilizza la suite di google apps e tutti gli strumenti che il colosso di Mountain View mette a disposizione per monitorare i progressi dei progetti nei diversi Paesi in cui opera.

Mi raccomando, ricorda, la strategia dell’associazione dovrà essere intelligentemente integrata con tutti i canali web. Una campagna di fundraising di successo mette assieme tutti gli elementi che la rete mette a disposizione. E’ impensabile riservare a google o ad un altro canale una strategia separata da quella che è l’attività dell’ONG. 

Phi Foundation
Mario Rolla

 

 

Bambini della Good Samaritan Mission

Cos’è la Good Samaritan Mission di Vikhroli

La Good Samaritan Mission nasce nel 1994 grazie a Peter Paul Raj, un paramedico indiano seguace di madre Teresa di Calcutta.

Munito di forbici per capelli e pochi medicinali, Peter Paul ha cominciato a prestare soccorso ai senza tetto accampati presso la stazione di Dadar, uno snodo situato nel cuore della metropoli di Mumbai. Tra i binari o sulle banchine di attesa il missionario ha cominciato ad avvicinare donne e bambini, tagliando loro i capelli e prestando cure mediche quando necessario. Le continue violenze nei confronti dei bambini hanno convinto Paul della necessità di avere una struttura di accoglienza in grado di provvedere ai bisogni primari, ma anche all’istruzione dei ragazzi di strada.

A Vikhroli, quartiere baraccopoli di Mumbai, il missionario riceve in dono il primo locale dove ospitare temporaneamente i più disperati. In seguito, con l’aiuto di altri volontari che hanno creduto nel progetto, ha fondato la Good Samaritan Mission.

Attualmente la Good Samaritan Mission ospita circa 80 bambini e adolescenti divisi in tre piccoli edifici a Vikhroli, a cui si aggiunge una quarta casa a Kalambooly (New Mumbai). Sono sempre più numerose le donne che dalle stazioni segnalano il disagio di bambini rimasti senza genitori o con parenti afflitti da gravi malattie o costretti all’umiliazione della prostituzione per sopravvivere.

I primi ospiti della Good Samaritan Mission sono oggi splendidi adolescenti che frequentano con profitto le scuole superiori e che non fanno mancare a Paul l’aiuto nella gestione dei più piccoli. Altri hanno preferito lavorare una volta terminata la scuola professionale; altre ragazze si sono sposate e sono uscite dalla casa, ritornandovi costantemente proprio come si fa visita ad un genitore dopo avere raggiunto l’autonomia.

La  Good Samaritan Mission (GSM) è al momento supportata dalla Frame Project Onlus, fondazione scambio proficuo tra culture diverse, rendendo protagonisti principalmente i giovani.

Phi Foundation
Mario Rolla

 

Phi Foundation - Terzo Settore

Riforma del Terzo Settore: Qualcosa si muove

È stata approvata in Senato la settimana scorsa la prima bozza del disegno di legge che revisiona e disciplina il Terzo Settore e il ruolo delle Non Profit.

Il progetto, che ora è in mano alla Camera dei Deputati per l’approvazione finale, riguarda un po tutti gli aspetti relativi al Terzo Settore, intervenendo in tutti gli aspetti critici della disciplina che regola la vita degli enti e delle attività senza scopo di lucro, da quelli civilistici a quelli fiscali, da quelli societari a quelli relativi alla remunerazione del capitale e alla distribuzione degli utili. Prevista anche una rivisitazione delle norme che regolano il servizio civile, che sarà reso disponibile a tutti i giovani dai 18 ai 28 anni.

Inoltre sono disciplinati anche gran parte dei punti critici del mondo del non profit, come il crowdfunding, la distribuzione di dividendi (che sembra prendere a modello la formula restrittiva delle cooperative a mutualità prevalente), la disciplina fiscale e contabile, i rimborsi spese degli operatori e le retribuzioni dei dipendenti, la distribuzione degli utili, i diritti di informazione e partecipazione. E’ prevista anche la costituzione del fondo per promuovere le attività istituzionali con 17,5 milioni di euro di budget per il 2016.

Si tratta per ora solo di un disegno di legge, dunque la strada è ancora lunga e ci sono diversi punti oscuri che andranno risolti, ad esempio il modo in cui questa nuova eventuale legge si possa inserire nelle disposizione appena attuate con la legge di stabilità, nei capitoli relativi al Terzo Settore, uno su tutto l’utilizzo strategico e sistematico dello strumento del Crowdfunding per finanziare «interventi innovativi di enti di terzo settore» .

Nei prossimi mesi vedremo come proseguirà il discorso, anche se un primo importante passo, se non altro dal punto di vista formale, sembra essere stato già fatto.

 

Francesco Fiore
Phi Foundation

Articolo tratto da: Italia Oggi del 4 Aprile 2016 di Marino Longoni
Phi Foundation - Tour del Fundraising

Il Tour del Fundraising

Sabato 2 Aprile 2016 parte quello che può essere definito il “ Tour Del Fundraising”.

Una sorta di Tour de France ma dedicato interamente al nonprofit, e alla raccolta fondi.

L’obiettivo principale di questo progetto è quello di far conoscere a quanta più gente possibile l’esistenza di uno strumento, il fundraising che è fondamentale per le organizzazioni nonprofit, ma che bisogna anche saper realizzare e portare avanti nel modo corretto. Questo tour si rivolge agli operatori del terzo settore che sono il motore del nostro Pianeta.

Il nonprofit è forza, cambiamento, speranza.

E i fundraiser sono le gambe per raggiungere questi traguardi.

Gli incontri sono di carattere gratuito e durano circa 150 minuti ( 2 ore e mezza circa), durante i quali si affronteranno i temi legati alla raccolta fondi, a quali tecniche, idee e strumenti siano più idonei e corretti da utilizzare per raggiungere risultati a volte anche insperati.

Il Tour farà tappa in 5 città italiane, da Nord a Sud. Forlì 2 aprile / Napoli 4 aprile / Roma 5 aprile / Ancona 7 aprile / Milano 11 aprile.

Il consiglio per tutti quelli che lavorano nel settore o hanno degli interessi professionali e umanitari in questo campo è di partecipare ad una di queste tappe, magari coinvolgendo amici e collaboratori, perché più gente partecipa e più l’informazione cresce e con essa anche tutto il movimento Fundraising legato alle ONP.

Per qualsiasi ulteriore informazione si può contattare i seguenti riferimenti:

tel. 0543.374150 / email tour@fundraising.it

www.festivaldelfundraising.it/tour

Articolo suggerito da:Valerio Melandri, Associazione Festival del Fundraising
Francesco Fiore
Phi Foundation

Protezione dati

La protezione dei dati nel Fundraising: fate che la fiducia sia la priorità

Pubblicato 10 Marzo 2016 da Steve Henderson.

Con la Giornata internazionale della donna di questa settimana, le organizzazioni non-profit hanno la possibilità di ispirare il cambiamento del settore in più di un modo, attraverso la campagna #PledgeForParity di quest’anno.

Le tattiche di raccolta fondi sono state molto criticate negli ultimi anni e le organizzazioni adesso devono assicurare di mettere i consumatori al centro della loro attività.

A seguito della Etherington Review la spinta per standard più elevati nella raccolta di fondi, le aziende devono dimostrare che possono essere degne di totale fiducia. Quando la fiducia è recuperata, i donatori avvertiranno un senso di sicurezza e si impegneranno nelle campagne.

Il quaranta per cento dei consumatori, secondo il Direct Marketing Association (DMA), sceglie la fiducia in una organizzazione come il fattore più importante quando si decide di condividere informazioni personali.

Un certo numero di enti di beneficenza hanno recentemente sofferto di una flessione nella raccolta di fondi. Recenti ricerche suggeriscono anche che un’intensa azione mirata verso il target di riferimento ha generato una diminuzione delle probabilità di donare ad una causa come risultato. Le organizzazioni hanno bisogno di mettere il divertimento nella raccolta di fondi e raccogliere sostegno per la loro causa senza offendere o far alterare i consumatori.

Le ONP hanno la possibilità di utilizzare la protezione dei dati e della privacy come un vantaggio competitivo per assicurare ai sostenitori che difenderanno i loro dati. Women Worldwide, per esempio, delinea chiaramente la propria politica sulla privacy online creando un rapporto aperto e onesto con i propri membri.

Quando le persone si impegnano con le organizzazioni e condividere i propri dati personali, la fiducia e il rispetto dei dati è parte integrante. I consumatori hanno standard elevati e aspettative che le organizzazioni non-profit devono rispettare.

L’applicazioni di conformità stanno cambiando e le organizzazioni devono assicurare che siano in linea con la legge per evitare penali. Un’associazione charity, recentemente ha avuto recensioni molto negative in seguito ad abuso di dati personali. Un membro del pubblico si è lamentato in risposta alle azioni dell’organizzazione, dimostrando la consapevolezza tra i consumatori e un crescente interesse per i propri diritti quando si tratta di protezione dei dati.

Le organizzazioni non profit hanno bisogno di aderire al Codice di Fundraising e lavorare insieme per rafforzare il codice, per aumentare la fiducia dei consumatori e l’impegno loro dedicato. In passato la fiducia è stata danneggiata da alcuni enti di beneficenza e alcune organizzazioni hanno dovuto fare cambiamenti positivi per ripristinare la fiducia.

Con un’azione significativa da parte del governo del Regno Unito, si è ottenuto che il settore non-profit dovesse fare i conti con le proprie responsabilità quando si tratta di proteggere i dati dei donatori.

Il Fundraising è ovviamente importante, ma, soprattutto, il sostenitore deve venire prima.

Se si vuole aumentare l’attività delle campagne di raccolta fondi e mantenere relazioni con il donatore, è basilare il rispetto dei dati personali così come ispirare fiducia; la stessa fiducia che i consumatori si aspettano.

Per avere maggiori informazioni clicca qui.

Sei una organizzazione non profit e desideri supporto o vuoi avviare una campagna di raccolta fondi, chiedi a PHI FOUNDATION (Social Innovation Community).

Marina Midali
Phi Foundation

Facebook Share Donazione

Social Fundraising e Facebook: un’opportunità di dialogo

Il Social Network per eccellenza strizza l’occhio al Fundraising. Da qualche tempo a questa parte Facebook sembra essere particolarmente interessato ai temi sociali.

Il Social di Mark Zuckerberg ha infatti dato vita ad uno strumento per le realtà non-profit. La Piattaforma nasce per consentire ad apposite pagine Facebook di gestire singole campagne di raccolta fondi.

Il Fundraising diventa Social. Creare una pagina dedicata con contenuti multimediali per una specifica campagna di raccolta fondi d’ora in avanti sarà semplicissimo. Ma, a rendere lo strumento realmente interessante è un’altra funzione. Da adesso sarà infatti possibile raccogliere direttamente le donazione degli utenti grazie al tasto “Fai una donazione” e aumentare la visibilità grazie ai pulsanti condividi e invita.

Ma come Funziona il Social Fundraising su Facebook?

Le potenzialità di questo strumento sono enormi. Il motivo è semplice, essere presenti su Facebook è un vantaggio innegabile. La viralità del mezzo consente di agevolare, e non poco, una campagna di raccolta fondi. Per il non profit si apre una possibilità in più per raccogliere donazioni.

Ma come funziona questo innovativo strumento? Quali sono i reali vantaggi offerti alle realtà non profit Scopriamolo assieme:

#1 Pagina Dedicata:

Avere una pagina dedicata  e confermata permetterà all’organizzazione non profit di poter strutturare una campagna di raccolta fondi mirata ad uno specifico progetto.

#2 Semplificare la donazione:

Ricevere gli aiuti direttamente dalla pagina Facebook. La call to action “Fai subito la tua donazione” è chiara e intuitiva.

#3 Trasparenza:

Tenere sempre aggiornati i donatori (e non) sullo stato di avanzamento di una campagna di raccolta fondi.

#4 Rete:

Facebook è il Social Network più utilizzato sul pianeta. Condividere e invitare amici su una compagna allarga la rete di connessione e può innescare una vera e propria viralità.

Per ora il Social Fundraising su Facebook è in fase di test. In questa prima fase lo strumento è stato esteso solo alle Organizzazioni Non-Profit con sede negli Stati Uniti. Hanno aderito, al momento, ONP come Save The Children, Unicef e WWF.

Sei una organizzazione non profit e desideri supporto o vuoi avviare una campagna di raccolta fondi, chiedi a PHI FOUNDATION (Social Innovation Community).

Orto dei Sogni

L’Orto dei Sogni Progetto di Missione Sogni Onlus

L’idea di creare il primo orto in ospedale prende spunto dal tema di Expo 2015.

“Nutrire il pianeta, Energia per la vita” e dall’analisi di esperienze analoghe fatte soprattutto in paesi anglosassoni,

dove l’utilizzo di spazi esterni organizzati per il recupero psico-fisico dei malati è stato oggetto di studio e sperimentazioni (Garden Therapy, Horticulturaltherapy) da parte della comunità scientifica.

Anche in Italia questa esigenza è molto sentita all’interno delle strutture sanitarie tanto da rientrare nel Piano Generale di Sviluppo 2011-2016 e nel Programma Verde e Arredo Pubblico in cui si fa esplicito riferimento alla terra e al verde come “spazi di vita e socializzazione”.

Nel 2011 Missione Sogni Onlus inaugura il suo primo Orto dei Sogni all’ospedale L. Sacco di Milano in collaborazione con il Comune di Milano.

Si tratta di un orto dedicato ai giovani degenti del reparto di Pediatria che possono dedicarsi alla cura di piante, fiori e ortaggi con il fine di migliorare la loro qualità della vita.

L’esperienza ha avuto talmente tanto successo che nel corso di questi anni è stata estesa in altre strutture a Milano:

  • Ospedale Luigi Sacco
  • Clinica Pediatrica De Marchi
  • Fondazione IRCCS – Istituto Nazionale dei Tumori
  • Spazio Vita – Ospedale Niguarda

Gli orti messi a disposizione da Missione Sogni Onlus vedono il coinvolgimento di più di 300 piccoli pazienti che, con grande dedizione ed entusiasmo, impegnano parte della giornata a curare frutta e ortaggi destinati, una volta maturi, a finire sulle loro tavole. Tutto questo è reso possibile grazie al sostegno di esperti educatori dell’Associazione e di orticoltori volontari, che permettono ai bambini di non pensare per un po’ alla loro malattia, di stare all’aperto in compagnia di altri bambini e di prendersi cura di qualcosa che, alla fine darà dei “buoni” frutti.

Per una persona ospedalizzata poter frequentare un contesto diverso dal proprio ambiente di cura, anche a livello tattile e olfattivo, diventa uno stimolo alla guarigione. Inoltre, prendersi cura del verde sia da soli che insieme ad altri valorizza le capacità di ciascuno, ed induce un miglioramento psicofisico.

Per maggiori informazioni Clicca qui.

Valore Non Profit Orient

Phi Social Innovation Community: Valore Produttivo di Utilità Sociale

Il terzo settore realizza cose buone e giuste ma non sa comunicare infatti, da qualche tempo, capita di prestare attenzione alle questioni inerenti la comunicazione “Non Profit Orient” e la percezione del ruolo di Fundraiser e, in generale, al tema del Fundraising.

La comunicazione (non profit orient) dovrebbe ampliare il campo visivo e alimentare la cognizione che abbiamo “sulla raccolta fondi dedicata al non profit” e sulle opportunità, sopratutto in termini di sostegno dei più deboli.

Fondamentale è comprendere l’attività di “Fundraising non profit orient” di cui tanto si parla ma poco si conosce detenendo una visione limitativa e limitante del Fundraising.

Si ritiene (a torto) che il fatto stesso di occuparci di una buona causa sia sufficiente a farci ascoltare.

Niente di più errato poiché, le buone cause, sono sì condizione necessaria, ma certamente non sufficiente. Si potranno raggiungere gli obiettivi esclusivamente quando saremo in grado di sostituire il concetto di Beneficenza con il termine di “ Valore Produttivo di Utilità Sociale”.

Il Fundaraiser è l’arte di saper chiedere. Un po’ per vocazione e un po’ per diletto, tutti possono chiedere ma non tutti sanno chiedere.

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ONP e Social Fundraising

Phi Social Innovation Community: ONP e Social Fundraising

Riflettendo sulle difficoltà, e nello stesso tempo la necessità delle piccole e medie organizzazioni non profit (ONP) di reperire risorse economiche attraverso la raccolta fondi, si scopre la loro impreparazione negli strumenti e nelle applicazione metodologie di Fundraising.

La domanda è: Quanto tempo dobbiamo ancora attendere prima che le ONP diano inizio alla valorizzazione delle relazioni che hanno nel territorio in ottica di attivazione di un’efficace strategia di Fundraising online/offline, considerando anche le prospettive di ampliare la propria cerchia d’influenza alleandosi con una più ampia struttura di Social Fundraising e costruire insieme una Social Innovation Community?

La risposta non è scontata perché ci vuole la temerarietà e la lungimiranza di eseguire una scelta importante.

Strutturarsi in Fundraising Orient (anche tecnologicamente) infatti, significa rimettere in discussione l’intero modello organizzativo delle ONP, al fine di trovare non solo fondi ma anche Donazioni in termini di competenze, tempo, people raising e soprattutto relazioni.

Solo curando le relazioni che abbiamo con la realtà che ci circonda, orientandoci inoltre anche verso un Corporate Fundraising più professionale, possiamo davvero implementare una buona strategia di raccolta fondi e il Dono diventa uno strumento mediante il quale rafforzare questi legami.

Sei una organizzazione non profit e desideri supporto o vuoi avviare una campagna di raccolta fondi,
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Fundraiser

Phi Social Innovation Community: Fundraiser

Lavorare nella Social Innovation Community con Phi Foundation, nell’operosità di raccolta fondi (Fundraising), significa svolgere l’attività di Fundraiser, una professione creativa e multitasking oggi sempre più richiesta dal mercato del lavoro, in particolare, nell’area del terzo settore.

Una professione che richiede competenze specifiche in marketing, statistica, economia, giurisprudenza, amministrazione ma anche un estro creativo e artistico, oltre che una grande determinazione.

Fare raccolta fondi (Fundraising) per le organizzazioni non profit significa lavorare per una giusta causa, che appassiona, in cui crediamo e che ci spinge a desiderare di migliorare le cose grazie al piccolo/grande contributo di tante persone.

Non c’è dubbio che il lavoro del Fundraiser porti più che numerose soddisfazioni personali se fatto bene con passione e attraverso metodi e strumenti corretti.

La domanda che sorge spontanea è: Ma il Fundraiser cosa fa esattamente?

Si usa spesso il termine Fundraiser nel gergo comune, per indicare il comunicatore o l’organizzatore di eventi di beneficenza. In realtà il Fundraiser è questo, ma non solo.

È soprattutto un professionista che svolge l’attività con dedizione, che sa comunicare e agire, perché le parole sono pensieri che diventano azioni dirette a costruire qualcosa di utile, azioni dirette ad aiutare gli altri, e per questo IMPORTANTI.

Sei una organizzazione non profit e desideri supporto o vuoi avviare una campagna di raccolta fondi,
chiedi a PHI FOUNDATION (Social Innovation Community).