Banco Farmaceutico: Arrivano i farmici richiesti
Il Banco Farmaceutico e la nostra povertà sanitaria
Cari lettori, oggi vi racconto della storia di un ragazzo che si chiama Mohammed, è portatore di un diabete trascurato, che gli ha provocato l’amputazione di un alluce e conduce una vita ad alto rischio. Ma grazie alle medicine donate dal Banco Farmaceutico vs. la povertà sanitaria all’Opera San Francesco ora sta bene.
Questa situazione si può definire per l’appunto “povertà sanitaria” che purtroppo riguarda tutta la regione italiana.
Spesso si parla di quelle persone che non hanno abbastanza risorse a disposizione per acquistare i farmaci necessari, anche per quelli che richiedono una semplice ricetta. A partire dagli antinfiammatori, agli antipiretici, dai prodotti contro la tosse ed il raffreddore fino all’aspirina per non parlare poi dei soldi per pagare il ticket.
In tutti questi casi a partire dal senzatetto o dalla vicina di casa, il lavoratore precario o la famiglia che teme gli venga portato via un figlio per l’impossibilità di garantirne il futuro, siamo di fronte a categorie che hanno il diritto di essere tutelate.
Vi è in atto una nuova emergenza che va avanti da anni affrontata dalla Fondazione del Banco Farmaceutico onlus sin dal 2000, quando un gruppo di giovani farmacisti si rese conto della problematica, e organizzò ogni secondo sabato di febbraio, in tutta Italia, una giornata di donazione.
Ci sono migliaia di volontari che si offrono per prestare servizio nelle oltre 3.600 farmacie aderenti, e invitano i cittadini ad acquistare medicine senza obbligo di prescrizione per gli Enti assistenziali della propria città.
La storia di Mohammed e la Giornata nazionale di raccolta del farmaco
«La Giornata nazionale di raccolta del farmaco quest’anno cade nel 40esimo anniversario della nascita del Sistema Sanitario Nazionale. Dove lo stato non arriva, il cittadino deve intervenire», spiega Filippo Ciantia, direttore della Fondazione Banco farmaceutico vs. la povertà sanitaria.
Proprio come la storia di Mohammed, un ragazzo con un diabete trascurato che lo ha ridotto in fin di vita. All’Ospedale San Giuseppe di Milano gli è stato amputato un alluce e comunicato che, per tutta la vita, ogni giorno, avrebbe dovuto prendere farmaci per sopravvivere. Medicine che non si poteva permettere e che, donate dal Banco Farmaceutico all’Opera San Francesco, gli garantiranno una vita dignitosa.
«Pensavo che il mio unico rimpianto sarebbe stato quello di non poter ricambiare. Adesso faccio volontariato e sogno un giorno, se potrò permettermelo, di essere Io a donare almeno uno di quei farmaci che oggi ricevo», racconta. La sua storia è quella di tutte quelle persone indigenti che, lo scorso anno, per curarsi hanno avuto a disposizione solo 29 centesimi al giorno, pari a 106 euro l’anno (14 euro in meno rispetto al 2016).
Con l’appuntamento del mese di febbraio è necessario «ricordare che nessuno dovrebbe essere costretto a scegliere se curarsi o mangiare, come è costretta a fare oggi una persona su tre», sottolinea Ciantia.
E’ un po’ come mette in luce l’ultima edizione del «Rapporto sulla povertà sanitaria» curato dal Banco Farmaceutico, a rinunciare almeno una volta ad acquistare farmaci o ad accedere a visite, terapie o esami è chi ha un titolo di studio basso (40,85 per cento), chi ha più figli (42,1) e chi vive al Sud (50,6). Desistono casalinghe(40,2 per cento), pensionati (39,8) e, in testa, i lavoratori atipici (51,2). A testimoniare l’aumento delle necessità è la richiesta da parte degli enti assistenziali che nel 2017 ha segnato un +9,7 per cento (contro l’8,3 del 2016). Solo nel quinquennio 2013-2017 la domanda è cresciuta del 27,4 per cento, legata all’aumento di poveri assistiti: oltre agli stranieri (+6,3), si rileva l’incremento dei minorenni (+3,2). A crescere sono soprattutto quelli italiani (+4,5 in un anno), mentre quelli stranieri sono cresciuti «solo» dell’1,5.
I farmaci più richiesti sono gli analgesici, antipiretici, antinfiammatori per uso orale, preparati per la tosse, farmaci per uso locale e per dolori articolari.
In 17 anni la Giornata nazionale di raccolta del farmaco ha raccolto oltre 4.500.000 di farmaci, per un controvalore di circa 26 milioni di euro. L’ultima edizione, l’11 febbraio 2017, ha coinvolto 3.851 farmacie e oltre 14 mila volontari; a beneficiare della raccolta (1.331.535 confezioni) sono state 578 mila persone assistite dai 1.721 Enti convenzionati con il Banco Farmaceutico vs. la povertà sanitaria. Non solo, i farmaci hanno anche varcato i confini. Nel 2016, su richiesta dell’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa), «abbiamo spedito 65 mila confezioni agli ospedali della Grecia; inviato, in collaborazione con il ministero degli Esteri, 99 mila confezioni in Libia; 109 mila confezioni in Venezuela e 500 chilogrammi di farmaci ad Herat in collaborazione con il ministero della Difesa», chiarisce Ciantia. In una fase storica tanto complicata, caratterizzata dal persistere degli effetti della crisi, «il Terzo settore ha bisogno di strumenti e competenze sempre più affinati per poter assolvere alla propria vocazione, civile». C’è ancora molto da fare e le sfide non sono poche.
Ma, come sta avvenendo per la lotta allo spreco, i segnali si vedono: «Pensiamo a tutti i farmaci utilizzati dai malati. Quando i nostri cari vengono a mancare, molte medicine ancora preziose restano nelle nostre case. Dobbiamo comunicare che il farmaco ha un valore e può essere donato per curare altri». In questo, la legge Gadda del 2012, ha dato un enorme contributo, estendendo le agevolazioni previste per chi recupera e dona eccedenze alimentari anche a beni come i prodotti per l’igiene e la cura della persona e della casa, gli integratori alimentari, i presidi medico chirurgici e i prodotti farmaceutici. «La salute è un diritto sancito dalla nostra Costituzione. La Giornata nazionale di raccolta del farmaco è un’opportunità per costruire un sistema più giusto, e nessuno deve essere escluso», conclude Ciantia.
Ed è così che ill mese di febbraio, di ogni anno diventa molto importante perché arriva la Giornata nazionale di raccolta del farmaco che ha l’obiettivo di soddisfare la clientela di categoria debole, del ritiro di donazione gratuita e non acquistabile dei diversi medicinali e farmaci gestita dai diversi volontari al Banco Farmaceutico.
La storia del ragazzo Mohammed ci insegna che anche le malattie più gravi possono essere curate grazie al supporto generoso da parte del Banco Farmaceutico vs. la povertà sanitaria, all’Opera San Francesco.
E questo risulta essere un grande gesto di umanità anche grazie al contributo speciale dell’Agenzia Italiana del Farmaco.
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