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Educare per Crescere e Ricominciare

Educare per Crescere e Ricominciare

Cooperativa sociale La Salle: educare per crescere e ricominciare

Educare per Crescere e Ricominciare

L’educazione è l’arma più potente che si possa usare per cambiare il mondo. (Nelson Mandela)

Educare per Crescere e Ricominciare. L’importanza dell’educazione, sia scolastica che civile, è alla base della nostra società ed è proprio seguendo questo principio che nel 1994 viene fondata la Cooperativa Sociale La Salle.

La Cooperativa, che ha vita a Genova,  vuole aiutare i bambini e ragazzi provenienti da contesti sociali meno fortunati ad avere le possibilità di studio e di educazione che altrimenti non potrebbero avere.

L’obbiettivo è quello di integrare nella società e successivamente nel mondo del lavoro i ragazzi che vengono seguiti dalla Cooperativa.

Con il progetto dell’alloggio protetto inoltre aiuta i ragazzi affidati dal tribunale dei minori di Genova a rendersi indipendenti e reinserirsi nel contesto sociale.

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Un po’ di storia 

Nel suo nome la Cooperativa Sociale la Salle ricorda il santo francese Giovanni Battista De La Salle, nobile francese vissuto tra il ‘600 e il ‘700 che si spogliò dei suoi beni per dedicarsi all’istruzione e all’educazione dei poveri. Per questo e per la genialità delle intuizioni pedagogiche è venerato dalla Chiesa come patrono degli educatori. Egli fondò l’Istituto dei Fratelli delle Scuole Cristiane, oggi operanti in ogni parte del mondo.

Questi ”Fratelli” erano molto stimati dalla Duchessa di Galliera che li aveva conosciuti a Parigi e a loro affidò nel 1877 la scuola di carità Negrone Durazzo con un cospicuo lascito gestito dal Pio Istituto Negrone Durazzo Brignole Sale.

Questa istituzione durò fino al 1993 guadagnandosi stima e consenso per l’innovazione didattica, la vivacità delle attività, l’apertura a tutti i ceti sociali.

Alla chiusura della scuola quel ricco patrimonio di cultura, di tradizioni, di impegno sociale e di persone confluì nella Cooperativa Sociale La Salle, composta da ex allievi ed ex insegnanti.

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I tre progetti della Cooperativa sociale La Salle

1: Il centro di aggregazione

Il “Centro La Salle” è un centro di aggregazione per minori. Nasce nel 1993 come centro sociale per minori ed è aperto nel periodo scolastico, dal lunedì al venerdì, dalle 15 alle 19.

Esso accoglie ogni giorno circa 25/30 bambini e ragazzi, sia italiani che stranieri dai 6 ai 18 anni.

In questo contesto lavora la Cooperativa Sociale La Salle, collegato ad una vivace rete di enti ed agenzie sia pubbliche che private, riconosciute e coordinate nel Centro Servizi per i Minori e le Famiglie del Comune.

Gli scopi del centro sono:

  • educazione all’integrazione dei bambini stranieri
  • educazione alla relazione
  • educazione all’autonomia e alla responsabilità
  • prevenzione sul territorio e sostegno alle famiglie
  • educazione all’ambiente

2: l’alloggio protetto

La Cooperativa Sociale La Salle ha realizzato un alloggio protetto per 3 giovani adulti in un appartamento sito nelle immediate vicinanze delle altre strutture della Cooperativa stessa. 

L’idea del progetto nasce dal bisogno e dalle necessità di sostenere, in una fase di maggior responsabilizzazione,  utenti maggiorenni, fino a 21 anni, affidati dal tribunale dei minori al Comune di Genova, infatti all’interno della rete minori esistono diverse tipologie di utenti che non si ritiene opportuno possano soggiornare presso le classiche comunità residenziali per minori.

Gli obiettivi:

  • L’inserimento temporaneo in un appartamento garantisce una sorta di protezione ulteriore al percorso educativo che l’utente aveva intrapreso nella minore età.
  • Graduale raggiungimento di una maggior autonomia e capacità di gestione personale.
  • Consolidamento della propria posizione lavorativa
  • Accompagnamento nella ricerca di un alloggio successivo

Gli utenti impareranno, in questa fase di semi autonomia, le mansioni proprie della gestione di una casa, verranno aiutati nella ricerca di una abitazione e indirizzati nell’adempimento delle pratiche riguardanti le utenze e spese.

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3: la comunità educativa territoriale (C.E.T.)

La cooperativa sociale La Salle ha creato, nel Marzo 2011, una CET (Comunità Educativa Territoriale) che ha unito l’esperienza della Comunità residenziale e quella del Centro socio educativo.

L’intervento educativo non deve cronicizzarsi, ma deve essere mirato alle esigenze del minore e della sua famiglia, che cambiano continuamente. Questa flessibilità è alla base della nuova struttura.

In questi anni le due equipe di educatori hanno sempre collaborato e organizzato attività congiunte, inoltre abbiamo avuto passaggi dall’accoglienza diurna a quella residenziale.

Il centro è composto da due appartamenti: il primo è autorizzato come centro socio educativo per un massimo di dieci ragazzi/e tra i 6 e i 18 anni in attività diurna e il secondo è autorizzato come comunità residenziale.

Nel centro educativo troviamo un’aula studio con biblioteca a disposizione dei ragazzi, un’aula con postazioni internet, una sala rivolta alla gestione del tempo libero (dotata di televisione, dvd, playstation3, giochi di società), l’ufficio educatori e due servizi igienici di cui uno a norma per utenti disabili.

Il centro residenziale è dedicato all’accoglienza e alla preparazione e distribuzione dei pasti (pranzi e cene). È composto da tre camere da letto per un totale di sei posti letto, una sala refettorio, dispensa, spogliatoio, camera educatori, cucina e tre servizi igienici di cui uno a norma per accogliere utenti disabili.

Obiettivi a medio termine:

  • Migliorare il rapporto tra minore e famiglia di origine.
  • Favorire l’integrazione con il gruppo dei pari.
  • Rafforzare la capacità di gestione del proprio tempo.
  • Stabilizzare la frequenza scolastica.

Obiettivi a lungo termine:

  • Evitare l’inserimento in altre strutture residenziali o quantomeno ridurre i tempi di permanenza.
  • Favorire l’autonomia e l’autorealizzazione del minore.
  • Contrastare la dispersione scolastica.

 

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Acquisti Online e Raccolta Fondi

Acquisti Online e Raccolta Fondi

LA RACCOLTA FONDI PASSA ATTRAVERSO GLI ACQUISTI ONLINE

 

Acquisti Online e Raccolta Fondi

Sappiamo che sempre più oggi la raccolta fondi delle associazioni no profit avviene online, inoltre se andiamo a guardare alle principali modalità con cui gli italiani effettuano donazioni possiamo notare come l’acquisto di beni risulti essere al terzo posto; mettiamo assieme questi due elementi ed il gioco è fatto: oggi è possibile fare acquisti online e contemporaneamente sostenere una no profit.

Sono numerose le piattaforme che si sono sviluppate recentemente e che offrono la possibilità di fare acquisti online e contemporaneamente sostenere una o più no profit tra quelle che hanno deciso di iscriversi ai portali. In questo caso non stiamo parlando di acquistare gadgets, prodotti di artigianato o fare donazioni online sul sito della nostra associazione, ma di veri e propri portali per lo shopping online che devolvono parte del ricavato della vendita. In poche parole dobbiamo comprare il regalo di Natale ai bambini ,o quello di compleanno ad un amico, oppure prenotare un weekend in montagna? Possiamo farlo senza costi aggiuntivi presso uno dei numerosi siti che offrono questa possibilità.

Acquisti Online e Raccolta Fondi

Come in altri casi anche questa è una tendenza che arriva dal mondo anglosassone, in particolare dagli Stati Uniti. La National Retail Federation ha stimato che durante le feste natalizie ogni famiglia americana avrebbe speso in media 935,58 dollari, questo si traduce in milioni di dollari che se spesi attraverso questi portali potrebbero andare ad incrementare le donazioni delle associazioni no profit.

Sono tantissime le associazioni e le iniziative che si possono sostenere: progetti di cooperazione allo sviluppo, parchi naturali, musei, programmi di istruzione, etc. Ad esempio sul sito del MoMa è possibile acquistare una grandissima varietà di prodotti e sostenere così il Museo d’arte moderna di New York, oppure attraverso il sito Make it better è possibile fare shopping e decidere a quale tra le associazioni iscritte è possibile devolvere il 10% del valore dei propri acquisti, ma i siti americani che permettono questo tipo di donazioni sono veramente moltissimi.

Acquisti Online e Raccolta Fondi

Anche in Italia è stato di recente aperto un portale che permette di fare shopping online e sostenere le attività di associazioni no profit. Si tratta di Helpfreely, un portale attraverso il quale è possibile fare acquisti di qualsiasi genere dal cinema, all’abbigliamento, alle camere d’albergo, praticamente qualsiasi cosa grazie alla possibilità di connettersi tramite un’apposita app ai maggiori siti di acquisti online (Amazon, Zalando o Booking per citare solo alcuni dei più famosi).

Considerato il trend crescente degli italiani a sostenere le no profit attraverso acquisti e all’incremento delle donazioni ma soprattutto degli acquisti online, questi portali rappresentano sicuramente una grandissima nuova opportunità per molte associazioni, che hanno così a disposizione un nuovo strumento, facile e decisamente economico, per fare raccolta fondi ed ottenere visibilità nel web.

 

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d’Agome Kpodzi Istruzione e pari opportunità per tutti i bambini

D’Agome Kpodzi: Una Scuola

D’Agome Kpodzi: Una Scuola

D’Agome Kpodzi: Istruzione e pari opportunità per tutti i bambini

D’Agome Kpodzi: Nel piccolo villaggio di d’Agome Kpodzi, nel distretto di Kpalimè a 120km dalla capitale togolese Lomè, la scuola non è per tutti i bambini.

La richiesta di istruzione cresce ogni giorno, e non tutti i bambini riescono ad avervi accesso.

La piccola scuola pubblica del villaggio è composta da un agglomerato di 6 capanne di paglia e fango, senza luce ed acqua corrente, dove una classe con 20 banchi viene stipata fino a contenere 40/50 bambini che studiano e scrivono in condizioni difficili.

L’unica altra alternativa di istruzione che si trova nei dintorni è una scuola privata, che richiede il pagamento di una retta e l’acquisto di materiali scolastici, condizione impossibile per la popolazione estremamente povera di d’Agome Kpodzi che vive esclusivamente di agricoltura.

L’impegno delle associazioni

L’associazione Vite Intorno Onlus nata a Milano e composta esclusivamente da volontari, che attraverso aiuti immediati, assistenza e sostegno, aiuta a migliorare le condizioni di vita di bambini e famiglie che vivono nella povertà, sia in Italia che all’estero.

Da qui nasce il progetto “ una scuola per i bambini d’Agome Kpodzi ”, che raccogliendo l’esigenza delle famiglie del villaggio, di veder istruiti i propri figli ha previsto la costruzione (suddivisa nell’arco di due anni) di 6 classi aggiuntive, alla piccola scuola pubblica presente nel villaggio, dotata di elettricità e toilette con acqua (ad oggi inesistenti).

L’associazione in accordo con il governo togolese ha cosi dato il via alla ricerca di fondi per il finanziamento dell’impresa. Al progetto umanitario, che dovrebbe concludersi nel 2020, prenderanno parte volontari e coordinatori che si occuperanno inoltre della divulgazione dell’opera tramite campagne, raccolte fondi, donazioni ma anche adozioni a distanza.

D’Agome Kpodzi

Il progetto

A oggi sono stati raccolti oltre 30.000 euro che serviranno a finanziare la prima parte del progetto che coprirà la costruzione delle prime tre aule aggiuntive e che si concluderà nell’arco di un anno.

La seconda parte del progetto nel dettaglio prevede:

. costruzione di un nuovo edificio che conterrà 3 nuove classi.

. attrezzature e componenti di arredo.

. materiale scolastico.

Questa fase del progetto, al momento, attende ancora il raggiungimento del budget previsto (30.000 euro)

Questo ulteriore ampliamento, consentirà anche alle famiglie più povere di poter dare un’istruzione ai propri figli, nonché di aumentare le assunzioni e i servizi (corrente ed acqua) che saranno utilizzabili dall’intero villaggio, favorendo cosi anche l’economia generale del paese.

La progettazione del nuovo edificio è stata affidata ai volontari dello studio di architettura Yuman di Milano che insieme all’associazione Vite Intorno Onlus hanno iniziato i lavori in loco su terreno donato dal governo togolese.

Per ulteriori informazioni sui lavori in corso di svolgimento potete consultare il link del progetto.

È possibile contribuire al raggiungimento della quota andando sul sito di Vite Intorno Onlus tramite RID, bonifico bancario, o unendosi alla squadra di volontari richiedendo il modulo di adesione all’indirizzo email viteintorno@gmail.com, perché l’istruzione e la scuola sono un bene pubblico al quale ogni bambino dovrebbe avere diritto, a d’Agome Kpodzicome in tutto il mondo.

 

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NODO COOPERAZIONE: UN LAVORO VUOL DIRE DIGNITÀ, INDIPENDENZA E FELICITÀ

Nodo Cooperazione Vuol Dire Dignità

NODO COOPERAZIONE:

UN LAVORO VUOL DIRE DIGNITÀ, INDIPENDENZA E FELICITÀ

 

Nodo Cooperazione Internazionale, lasciando alle spalle l’assistenzialismo, ha optato per diffondere la cultura del lavoro con un progetto innovativo di auto sviluppo, una scuola che supporta le capacità artigianali della Cambogia, dove la manualità non è stata ancora soffocata dall’uso delle macchine.

Una nazione che vuole guardare al futuro deve prima di tutto pensare ai bambini e ai giovani, alla loro educazione e alla loro istruzione perché loro sono il bene primario della società, i cittadini del domani che dovranno poter lavorare, produrre e contribuire allo sviluppo del proprio paese.

Uno degli obiettivi del Nodo è quello di aiutare i giovani della Cambogia a superare ignoranza e povertà, trasferendo conoscenze e metodologie, dando valore all’individuo e stimolando le capacità di gestire attraverso il lavoro, il loro futuro e quello delle loro famiglie.

La Bottega dell’Arte di Phnom Penh è una scuola di design sociale dove 25 ragazzi e ragazze imparano a lavorare l’argento. La maggior parte di loro arriva da una zona poverissima della periferia della città, sono giovani con scarsa istruzione, con difficili situazioni familiari, alcuni sono orfani appena usciti dall’orfanotrofio o portatori di handicap. Per loro la Bottega non è solo un luogo dove imparare una professione ma anche una casa e una protezione.

Ogni anno un designer italiano trascorre un mese in Bottega per insegnare ai ragazzi a produrre oggetti innovativi. Nella scuola non si tengono solo corsi di disegno e lavorazione del metallo, ma anche corsi di contabilità e gestione d’impresa, nonché corsi di alfabetizzazione per gli studenti che non hanno potuto completare gli studi di base. Alla fine del percorso, i più bravi possono rimanere in Bottega ad insegnare, i più intraprendenti aprono una loro attività, sostenuti dal Nodo con un piccolo prestito, gli altri vengono aiutati a trovare un lavoro in imprese esistenti.

Un altro grosso problema che affligge la Cambogia e di cui Il Nodo ha voluto occuparsi è quello dell’acqua. L’acqua è causa di allagamenti e disastri naturali, ma qui è anche una delle maggiori cause di mortalità infantile. Per questo Il Nodo distribuisce filtri per la potabilizzazione dell’acqua, ma interviene anche organizzando corsi di igiene e manutenzione del filtro. In quattro anni sono stati distribuiti più di 600 filtri ed ha istruito i bambini e le loro famiglie per il loro uso e manutenzione.

Il Nodo collabora, inoltre, con alcuni orfanotrofi locali, fornendo ai bambini e ragazzi ospiti, tutto il necessario per nutrirsi adeguatamente, vestirsi e andare a scuola. Offre loro corsi complementari di inglese e computer utili a qualificarli per un futuro lavoro, corsi di musica e di danza per fornire interessi e stimoli che li aiutino a formarsi un’identità positiva e corsi di tessitura ed intreccio di ceste e stuoie per insegnare attività generatrici di reddito ai ragazzi prossimi all’uscita dall’Istituto.

Questi sono solo alcuni dei progetti che Il Nodo Cooperazione Internazionale Onlus ha in corso in Cambogia. Se volete conoscere meglio questa bellissima realtà, se volete aiutarli o entrare a far parte di questa associazione, potete scrivere a info@ilnodoonlus.org  o telefonare allo 02.66801806 e sarete sempre ben accolti.

 

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Animatori al Grest

La storia

Quella che sto per raccontarvi è una bella storia che ha per protagonisti: Barry, Adama, Abdelmalik  e Alpha,  quattro richiedenti asilo di diciotto anni provenienti dal cuore dell’Africa: Niger, Guinea, Costa d’Avorio.

Sono stati accolti sul finire del 2017 nel Verbano nella comunità di Arizzano e in quest’estate 2018 stanno vivendo un’esperienza come animatori ai Grest organizzati dalle parrocchie di Ghiffa e Trobaso, un’esperienza che loro stessi definiscono meravigliosa.

Occhi scuri, profondi, che ti osservano e che non lasciano indifferenti, parlano poco, un po’ per timidezza, un po’ per timore;  tutti e quattro ripetono più volte la stessa parola: grazie.

Grazie Italia, grazie a tutti – afferma Barry. – In queste tre settimane a Ghiffa siamo stati accolti come fratelli, ci siamo sentiti a casa”.

La lingua italiana l’hanno imparata nei mesi scorsi grazie al corso attivato dal Centro provinciale per l’istruzione degli adulti, superando anche in modo positivo  l’esame, “Quando come equipe abbiamo pensato a questo tipo di esperienza – racconta Riccardo Brezza, coordinatore del centro di accoglienza di Arizzano – l’obiettivo era proprio quello di aiutarli a inserirsi nel tessuto sociale, a farli sentire accolti. E, da quanto emerge dai loro racconti, sembra che questo sia avvenuto”.

Cosa significa GREST

I GREST (anche acronimo di GRuppo ESTate o Gruppi Ricreativi ESTivi) sono vacanze educative organizzate da parrocchie e oratori e consistono in periodi di animazione, giochi, gite e laboratori che si svolgono durante il periodo estivo.

L’attività

Da quattro settimane, ogni mattina Barry, Adama, Abdelmalik e Alpha si recano chi a Trobaso, chi a Ghiffa, per stare con gli altri ragazzi dell’oratorio, vivere l’esperienza di animatori come tanti loro coetanei italiani.

Il fatto che siano musulmani non è un ostacolo. “Forse eravamo noi ad essere timorosi e prevenuti – dice Brezza – L’altra settimana uno di loro è rientrato alla sera al centro con un braccialetto ricevuto durante la giornata all’oratorio, con riportato sopra il nome di Gesù. Io l’ho scrutato per capire se fosse motivo di disagio. Lui mi ha risposto che non c’era problema, che essere musulmano non era motivo per non andare al Grest”.

Una storia di integrazione, dicevamo che sta arricchendo tutti quanti: “Gli animatori sono contenti. racconta don Angelo Nigro, parrocco di GhiffaNon mancano le occasioni per trascorrere del tempo con loro anche al di fuori del Grest. L’altro giorno sono andati a fare il bagno nel lago insieme; una sera, al termine della giornata di giochi, hanno raccontato qualcosa del loro paese, condividendolo con noi. Averli qua è un’esperienza positiva, che spero possa proseguire nel tempo”.

Se lo augura anche don Adriano Micotti parroco di Trobaso “I ragazzi si sono affezionati, anche ai più piccoli e spesso li vedo che chiacchierano insieme”.

Il futuro

La strada è in discesa ora per tutti e quattro i nostri protagonisti, resta solo  l’attesa di conoscere se la domanda di asilo verrà accolta. Poi un posto all’oratorio di Trobaso e Ghiffa per loro ci sarà sempre.

Intanto si godono questi ultimi giorni di Grest, tra giochi e danze ad attenderli c’è un campetto di calcio, un bans con i bambini più piccoli, una passeggiata nei boschi.

L’Italia per loro è questa e se la tengono stretta al cuore.

 

Luca Brigada

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