SALVA LA ZAMPA: CANI E GATTI PRONTI PER ESSERE ADOTTATI

Oggi vi voglio portare in un mondo magico, Salva la Zampa, dove cani e gatti abbandonati vengono salvati, dove ci sono degli “angeli custodi” che dedicano il loro tempo libero, e non solo, a curare, accudire e salvare animali “sfortunati”.

Salva la Zampa è un’associazione iscritta all’Anagrafe Unica delle Onlus dalle Agenzia delle Entrate della Regione Lombardia fondata da Corinna Epifania che con una “squadra” di persone esperte e non,  legate dalla passione e dal rispetto per gli animali, salvano, curano, coccolano e trovano casa a cani e gatti abbandonati.

Corinna, grazie al fondamentale aiuto dell’instancabile Cristina D’Alessandro, veterinaria che da anni si occupa di randagi e abbandonati e al prezioso supporto di una decina di volontari, aiuta tanti pelosi in difficoltà, che siano belli o brutti, vecchi o giovani, malati o sani, portatori di handicap o no, tutti, ma proprio tutti hanno diritto alla felicità, ad una famiglia che si prenda cura di loro. Questo è l’unico e più importante obbiettivo dell’associazione!

Purtroppo però in Italia raggiungere questo obbiettivo non è così facile, perché pochi sono disponibili ad adottare un cane non più giovane, non di razza, con un handicap che necessita oltre che di coccole anche di cure.

Per questo motivo, Corinna, donna dinamica ed internazionale, grazie al suo background è riuscita a mettersi in contatto con delle associazioni tedesche che negli ultimi anni hanno permesso di salvare molti cani.

La cultura tedesca, nel bene e nel male è molto più avanti di quella italiana nei confronti di questo tipo di adozioni, sono più formati e preparati.

Le famiglie tedesche sono più disponibili nell’accettare nel proprio nucleo un cane vecchio o non più giovane, anche non proprio bello e portatore di handicap.

Le onlus tedesche che si occupano di far adottare questi cani abbandonati sono più organizzate e hanno anche un canale di stallo, che significa che hanno una serie di famiglie disposte ad ospitare questi animali in attesa che vengano adottati definitivamente da una famiglia disposta a dare e ricevere coccole.

Un’altra cosa molto interessante è il corso anti-caccia organizzato da queste associazioni. Una buona parte dei cani abbandonati, specie in Lombardia e Piemonte, sono i cani da caccia che ormai vecchi per il loro lavoro vengono allontanati dai loro padroni e molte volte lasciati per strada.

Questi cani in realtà non sono mai stati in famiglia e sono ossessionati da qualsiasi cosa si muova. Nei corsi anti-caccia gli addestratori insegnano a questi animali a stare in famiglia e ad incanalare il loro istinto in giochi ludici, come il riportare un oggetto, o in qualche sport, diventando così dei veri e propri giocherelloni.

Salva la Zampa non è una realtà grandissima ma riesce a salvare all’anno in media ben 100 cani di cui l’80% trovano casa in Germania.

I cani che arrivano a Salva la Zampa vengono quindi preparati per essere proposti sia in Italia sia in Germania. I cani hanno così doppia vaccinazione quadrivalente, la rabbia, il chip, un passaporto, il test per le malattie mediterranee (leishmania, ehrlichia, rickettsia, filaria, anaplasma, borrelia) e la sterilizzazione.

Nel sito www.salvalazampa.eu potete trovare foto e video dei cani e dei gatti disponibili per un’adozione.

Quindi cosa aspettate? Passate da Salva la Zampa e imparate ad amare i cani anche senza  pedigree e con qualche anno in più. Vedrete non ve ne pentirete…. e se proprio non potete portarlo a casa con voi, due mani in più per aiutare questi pelosi non bastano mai!

 

Laura Giacometti

PHI Foundation

ARTICOLI DELLA SETTIMANA 25 GIUGNO

ARTICOLI DELLA SETTIMANA 18 GIUGNO

A PENSAR MALE SI FA PECCATO

Riflettendo a voce alta sul “pensar male si fa peccato” e al fine di comprendere meglio quello che accade intorno a noi, mi pongo una domanda, alla luce dei fatti tutto quello che ci raccontano, è la verità?

 

Dicono che i migranti affrontano un lungo cammino di migliaia di chilometri impervi e pieni di pericoli rischiando ogni istante la propria vita, per mancanza di cure mediche adeguate, acqua e cibo, banditi durante il percorso.

 

Questo immane Esodo, Olocausto Planetario, ogni santo giorno, è affrontato da anziani, donne in stato interessante, bambini di qualsiasi età (anche molto piccoli e abbandonati a se stessi), un flusso migratorio che ogni giorno si incrementa.

 

Dopo tutti i sacrifici del temerario viaggio, per i fortunati sopravvissuti si presenta un’altra grande prova, mettere la propria vita nelle mani dei trafficanti oltretutto donandogli tutto quello che hanno risparmiato con tanti sacrifici (dicono intorno ai 3.000/5.000 euro a persona) per essere imbarcati (dopo violenze e maltrattamenti) in un natante che potrebbe portare alla morte.

 

Dobbiamo presumiamo che ogni singolo individuo abbia una grande volontà e il coraggio di affrontare sofferenza e morte, abbia il denaro per far fronte al viaggio e pagare i trafficanti, tenendo in considerazione un reddito procapite intorno ai 100 euro mensili con i quali devono vivere quotidianamente e risparmiare per l’Esodo.

 

Ammesso che dopo anni e anni di sacrifici e privazioni, i migranti siano riusciti a risparmiare il denaro per affrontare l’Esodo, siano sopravvissuti al viaggio e ai trafficanti (vivendo nella speranza che siano salvati dalla marina che pattuglia i mari o da una non profit come le ONG).

 

Giungano a destinazione nella terra promessa, dove dopo l’identificazione sono ammassati nei villaggi oggi denominati HotSpot e comunque arrivano con telefoni cellulari e numeri telefonici cui rivolgersi, conoscendo i propri diritti e i doveri che hanno le nazioni europee ospitanti.

 

Mi domando, giacché i migranti hanno i denari perché non acquistano semplicemente un biglietto aereo e prenotano un albergo arrivando nella terra promessa come turisti e poi chiedere asilo anche presso una non profit?

 

Perché tutta questa sofferenza, caos e morte, quando le ONG potrebbero impegnarsi nel sostenere e gestire il flusso migratorio facendo acquistare (con i soldi dei migranti) il biglietto aereo e la prenotazione alberghiera con eventuale visto per la destinazione prescelta?

 

Io non capisco, i migranti fanno tanti sacrifici per risparmiare denaro al fine di affrontare con coraggio e determinazione un viaggio verso la morte, parlano inglese, hanno i cellulari con numeri cui rivolgersi, conoscono i loro diritti internazionali, abbiano l’ardimento di affidare la propria vita nelle mani dei trafficanti sperando che una ONG sia ad aspettarli nella terra promessa.

 

Come disse un giorno Giulio Andreotti “A pensar male si fa peccato, però ci si azzecca”.

 

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Alessandro Roma

PHI Foundation

ARTICOLI DELLA SETTIMANA 11 GIUGNO

ARTICOLI DELLA SETTIMANA 4 GIUGNO

PERUGIA: CENTRO SOCIO RIABILATIVO ED EDUCATIVO IL PAVONE

Il Centro Residenziale e Diurno Il Pavone è una realtà territoriale, e non solo, che accoglie persone con difficoltà fisiche e/o psichiche, persone che spesso vivono anche l’emarginazione.  

Il centro anche se è una struttura convenzionata e accreditata con il Servizio Sanitario Nazionale, non è da considerarsi come un istituto od altre strutture simili, bensì come un centro rieducativo mirato al recupero della persona e non solo della patologia 

La residenza “Il Pavone” è parte integrante della Comunità di Capodarco dell’Umbria, comunità esistente ormai da qualche decennio, mettendosi sempre a disposizione degli emarginati e delle persone che non possono difendersi.

Chi scrive questo articolo è una persona che viene fuori da una situazione sociale di emarginazione e che oggi è ospite con sua moglie presso la suddetta struttura constatandone i benefici che essa può erogare.

Benefici che spesso la medesima coppia non riesce a percepire subito, ma che vengono percepiti dalle persone che li circondano amorevolmente creando intorno a loro un clima più che familiare, un clima che la famiglia di origine spesso non riesce a dare o non vuole dare dal momento che sei nato con una malformazione o altro.

Questa realtà di Perugia è suddivisa in 2 realtà, il diurno ed il Residenziale. Il diurno offre servizi Riabilitativi ed educativi dal lunedì al venerdì con laboratori che variano giornalmente, senza essere ripetitivi, laboratori in cui si svolgono varie attività, dalla pittura al ricamo, dall’andare a fare una passeggiata al percorso verde, all’ippoterapia, dalle riunioni di gruppo sulle emozioni al vedersi un film insieme, lettura di un libro a voce alta, informatica ecc.

Il residenziale che ospita venti persone non è altro che una porzione dello stesso stabile, molto confortevole, dove si svolge la vita comune al di fuori del centro diurno, porzione dello stabile adibito ad alloggi, con camere con bagno, sale ricreative dove ci si incontra per discutere di qualsiasi cosa o solo per guardare la tv. Da notare che tra le due realtà non vi è distinzione dal momento che gli stessi utenti ad eccezione di qualcuno, usufruiscono sia dell’una che dell’altra realtà.

Vivendo in prima persona in questa realtà, dopo un trimestre, non ne posso che dedurre che realtà simili a questa di Perugia ne dovrebbero esistere molte di più, in quanto ho potuto osservare la gentilezza e la professionalità sia degli educatori che degli operatori sanitari, che mettono al primo posto il fabbisogno del soggetto che chiede ospitalità a prescindere dal suo handicap, sia esso fisico, psichico o altro.

In conclusione vorrei dire che lo spirito con cui è nata la Comunità di Capodarco, è ancora vivo dal punto di vista dell’accoglienza, dell’attenzione alla persona, del prendersi cura delle persone con difficoltà. Mi auguro di poter continuare a condividere questa esperienza.

 

D’Ambrosio Giorgio

PHI Foundations

ARTICOLI DELLA SETTIMANA 28 MAGGIO

DISABILE, DIGITAL VOLUNTEER, PROMOTORE ASSOCIATIVO

Storia di un disabile che presta opera di volontariato tecnologico professando il “Digital Volunteer”, supporta lo sviluppo del non profit come “Promotore Associativo”, determinato a specializzarsi nel sostegno dei più bisognosi.

 

Salve a tutti, mi chiamo Giorgio D’Ambrosio e sono sposato con Sabina Santucci da 18 anni, siamo due invalidi civili con patologie diverse, io per poliomielite (virus della polio) e mia moglie sofferente di psicosi schizofrenica acuta, entrambi invalidi al 100% con lei che percepisce anche l’assegno di accompagno ed ha bisogno di assistenza continua.

 

Sto scrivendo queste due righe al fine di rendere pubblica la nostra storia.

 

In questi 18 anni di matrimonio siamo vissuti in una casetta asismica costruita dopo il terremoto del 13/01/1913 Avezzano in provincia di Aquila.

 

In questi ultimi anni, io e mia moglie ci siamo più volte appellati con chi di dovere per avere un’abitazione al quanto decente poiché la casetta asismica dava segni di cedimento ed era piena di ratti, appelli non solo nostri ma anche dell’asl (ufficiale sanitario ed altro), tutto documentabile presso il C.S.M. di Avezzano.

 

Nel mese di gennaio 2017, nel primo pomeriggio cede una porzione di soffitto ed io non sapendo cosa fare e chi chiamare mi rivolgo ai vigili del fuoco che intervengono tempestivamente e i quali a loro volta costatano la pericolosità del soffitto mettendo tutto a verbale e chiamando chi di dovere.

 

Nella medesima sera (dell’accaduto) con mia moglie siamo stati trasferiti in una struttura a Canistro (AQ) dove vi rimaniamo per due giorni e dopo siamo stati trasferiti in un’altra struttura vicina Avezzano.

 

Il primo marzo 2017 siamo trasferiti a Perugia presso un centro riabilitativo di cui costatiamo l’efficacia benevola sia su me sia su mia moglie.

 

Vi comunichiamo queste vicende poiché negli ultimi anni ci siamo trascurati molto sia fisicamente sia psicologicamente giacché non siamo mai stati seguiti da chi di dovere (servizi sociali o altro).

 

Mi rendo conto che abbiamo bisogno di tempo e sostegno per recuperare la fiducia in noi stessi, ma bisognerebbe fare un progetto se non a lungo termine, a medio – lungo termine, sempre se fattibile?

 

Nella struttura in cui viviamo, è pagata una retta in compartecipazione ASL – Comune, sino al mese di giugno 2017 e per dopo vi è molta incertezza.

 

Noi non stiamo domandando nulla che non sia fattibile, non stiamo chiedendo case, palazzi o altro, imploriamo solo di essere in grado di condurre un’esistenza decorosa, poter pensare ad un futuro, vivere serenamente.

 

Nel mio piccolo ho sempre cercato di rendermi utile e fare volontariato sia da solo sia con varie organizzazioni (misericordia, polisportiva polizia Perugia, vigili del fuoco in congedo, ecc……), in questo periodo sostengo anche la PHI Foundation prestando opera di “digital volunteer” nell’intento di aiutare a divulgazione in rete informazioni di interesse collettivo.

 

FACCIAMO UN APPELLO A TUTTI GLI ORGANI COMPETENTI AFFINCHE POSSONO GARANTIRCI UNA VITA DIGNITOSA ED ESSERE SOSTENUTI IN QUESTO PERCORSO DI RECUPERO CHE ABBIAMO INTRAPPRESO SENZA ESSERE ABBANDONATI A NOI STESSI.

 

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Sebastiano de Falco

PHI Foundation 

#PHI: RICOSTRUZIONE POST TERREMOTO

A 5 mesi dalla proclamazione dei risultati del bando “Giorno del Dono 2016”

ecco lo stato dell’arte dei tre progetti vincitori

 

In seguito alle scosse di terremoto che hanno sconvolto il centro Italia nell’anno 2016, Banco BPM e l’Istituto Italiano della Donazione (IID) hanno lanciato la campagna di raccolta fondi “Giorno del Dono 2016” dedicata alla ricostruzione sociale post terremoto, coinvolgendo tutte le filiali del Banco BPM stesso.

 

Nel 30 novembre 2016 il ricavato, che ammontava a 33 mila euro, è stato interamente destinato a tre progetti selezionati, tramite apposito bando, a favore delle popolazioni e dei territori toccati dal terremoto.

 

“Dopo un’attenta valutazione di tutti i progetti pervenuti – sottolinea Sebastiano de Falco Presidente di PHI Foundation – il comitato di valutazione riunitosi a fine 2016 ha ritenuto i progetti presentati da Associazione Maria Madre della Provvidenza (AMMP) Giorgio Valsania Onlus, Ai.Bi. Amici dei Bambini e Cesvi Onlus come i più meritevoli di ricevere la sovvenzione di 11 mila Euro ciascuno.

 

Si tratta di tre progetti molto diversi tra loro ma accomunati da un elevato grado di concretezza e dalla capacità di rispondere in tempi brevi alle necessità reali dei territori più colpiti dal terremoto del 24 agosto 2016.

 

I progetti vincitori da un lato danno attenzione ai più fragili attraverso un’analisi accurata dei loro bisogni e, dall’altro, favoriscono la cooperazione e la coesione sociale delle persone e degli enti colpiti, senza trascurare la capacità di azione coordinata e di rete di più realtà operative”.

 

“Si tratta di un impegno preciso e concreto da parte della nostra banca, che intende affiancare l’Istituto Italiano Donazione con un impegno a tutto tondo – spiega Francesco Minotti, Responsabile Istituzionali Enti e Terzo Settore di Banco BPM – Siamo sempre stati vicini a questo tipo di tematiche e affianchiamo anche con altre importanti iniziative le popolazioni colpite dal sisma. Il progetto di IID è apparso fin da subito meritevole del nostro sostegno e intendiamo supportarlo con tutti i mezzi a nostra disposizione”.

 

A cinque mesi di distanza è stato chiesto alle tre non profit premiate di raccontarci cosa hanno realizzato.

 

AMMP Giorgio Valsania Onlus ha portato a conclusione il progetto “Missione Centro Italia 2016” che aveva l’obiettivo di rispondere all’emergenza abitativa venutasi a creare nei Comuni più colpiti. Da subito l’associazione si è fatta carico di fornire aiuti di prima necessità come vestiario, coperte e alimenti. In un secondo momento, a distanza di qualche settimana, è iniziato l’arrivo delle prime strutture da adibire ad abitazione. Il Comune di Norcia (PG) ha così ricevuto due roulotte e tre container abitativi dotati di riscaldamento e bagno; Cittareale (RI) è stata dotata di un prefabbricato di 200 metri che, dopo l’inaugurazione dello scorso 21 aprile, è oggi la sede del nuovo municipio; il Comune di Preci (PG) ha ricevuto 8 prefabbricati composti da 12 camere e 6 bagni, tutti dotati di pompa di calore; è inoltre in arrivo una struttura di 130 metri quadrati che sarà la nuova scuola.

 

“Un Paese ci vuole” (citazione di Cesare Pavese) è il progetto presentato da Ai.Bi. Amici dei Bambini che punta a contribuire alla ricostruzione del tessuto sociale dei territori colpiti attraverso un’attività di sostegno psicologico e laboratoriale rivolto ai più giovani e alle famiglie. Cuore del progetto è la città di Amatrice (RI) dove però attualmente risiedono pochissime persone:  delle 2300 originarie oltre 800 sono sparse nei territori circostanti in situazioni precarie, perché gli alloggi promessi non sono ancora arrivati. Ogni azione di aggregazione è molto difficile. Si ipotizza, quindi, di iniziare le attività in estate grazie all’arrivo delle casette e alla riapertura di un’area food e di esercizi commerciali nei mesi di maggio e giugno.

 

Cesvi Onlus è stata premiata per il progetto “Terremoto in Centro ItaliaSupporto urgente agli allevatori delle aree colpite”. L’intervento di Cesvi, in collaborazione con Coldiretti, a sostegno degli allevatori di Amatrice, ha lo scopo di supportare il ripristino delle attività di produzione e vendita diretta, al fine di evitare l’abbandono delle campagne e favorire la ripresa economica nelle aree colpite dal sisma. Nel suo complesso hanno beneficiato 12 aziende che hanno ricevuto attrezzature per il riavvio della produzione e conservazione di latte vaccino, consegnate lo scorso gennaio. Gli allevatori hanno sottolineato l’importanza della tempestività nella consegna dei macchinari, senza i quali non sarebbero stati in grado di riprendere la produzione. Inoltre, considerando le difficoltà economiche che si sono trovati ad affrontare a seguito del sisma, la donazione è stata per loro un aiuto fondamentale.

Scarica la foto del Nuovo Municipio di Cittareale

 

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Alessandro Roma

PHI Foundation

#DonoDay2017: 4 ottobre Giorno del Dono

#DonoDay2017: La Ministra Valeria Fedeli e il Professor Francesco Profumo agli studenti: un grande evento di riflessione ad Assisi ed uno in ogni scuola

 

In toscana nella città di Lucca, in occasione del Festival Italiano del Volontariato si è aperto ufficialmente il cantiere #DonoDay2017 per disegnare la mappa del 2° Giro dell’Italia che Dona.

 

“Con la Legge 110/15 “Giorno del Dono” – sottolinea Sebastiano de Falco, Presidente PHI Foundation – la Repubblica ha riconosciuto al dono un valore pubblico e lo ha elevato a valore costitutivo del nostro Paese. Oggi parte la terza edizione #DonoDay2017, un giorno dedicato a chi fa del dono una pratica quotidiana: scuole, comuni, associazioni insieme alla buona imprenditoria, che sa guardare oltre la logica del contratto. La nostra vita è arricchita e resa unica da gesti carichi di passione e gratuità, che sono essi stessi un dono per gli altri e per noi, che ne siamo protagonisti. Ricostruire, tema di questa settima edizione del Festival Italiano del Volontariato significa ritessere relazioni, donarsi reciprocamente”.

 

Dichiara Valeria Fedeli, Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, che ha dato personali letture del tema ed ha fatto importanti promesse: “Dono vuol dire capire che la mia vita ha valore se in relazione positiva con quella degli altri. Ho molto apprezzato, quale Vice Presidente del Senato, l’istituzione della Legge due anni fa. Ora voglio impegnarmi concretamente a nome del mio Ministero: insieme lavoreremo con l’obiettivo che il 4 ottobre ogni scuola festeggi il Giorno del Dono grazie anche a specifici materiali e spunti di riflessione che forniremo ad ogni istituto. È mio desiderio che a tutte le scuole arrivi il messaggio che la Legge sottolinea, in modo da farlo proprio e renderlo vivo. Dobbiamo dare agli studenti tutti gli strumenti per attuare l’articolo terzo della nostra Costituzione, che si schiera contro ogni discriminazione. Donare è bello ed è un percorso di nuova umanità. Inoltre stiamo pensando insieme al Custode dalla Basilica di Assisi di organizzare un grande evento dedicato a San Francesco, quale simbolo del dialogo interreligioso, il 4 ottobre, alla presenza del Premier. Per quella occasione forniremo a tutte le scuole un calendario in cui sono indicate tutte le feste celebrate da ogni religione. È importate guardare ad ogni credo con rispetto reciproco e condivisione, anche questa è cultura del dono. Concludo facendo due appelli: chiedo a tutte le scuole di aderire e, soprattutto, chiedo un appuntamento di serietà a tutta la politica italiana affinché si impegni a fare la propria parte per fa sì che una legge della Repubblica abbia ricadute concrete”.

 

Francesco Profumo, Presidente Compagnia di San Paolo, ha illustrato nel dettaglio cosa significa educare al dono oggi e a quali importanti sfide ci troviamo davanti: “Siamo di fronte ad un problema culturale: la nostra società invecchia e, oggi più che mai, manca di fiducia ed è piena di paure. Le risposte a necessità di questo tipo non possono essere immediate, serve una continuità di azione. Il sistema educativo è il nucleo centrale di questo processo perché è la chiave della formazione dei cittadini del futuro. Le grandi riforme dei sistemi educativi hanno necessariamente tempi lunghi, come ci insegnano i Paesi del nord Europa. Possono servire progetti che coprano un arco di venti anni e che abbiano una visione di lungo periodo, un periodo che non appartiene alla politica italiana, troppo legata ad appuntamenti quali elezioni o crisi di governo. 10 milioni gli studenti, 1 milione gli insegnanti: agire sul sistema educativo significa toccare più della metà del Paese. Per questo è un tema complesso: serve continuità e stabilità ed un progetto educativo che sappia guidare le nuove generazioni. Dobbiamo investire in un sistema che garantisca più interazione, quindi più relazione e più fiducia, con l’obiettivo di superare rigide barriere tra docente e discente: questo è il più grande dono che può essere fatto alle nuove generazioni”.

 

Tutti possono partecipare al Giorno del Dono, qui di seguito le modalità specifiche per ogni target. Le premiazioni avverranno il 4 ottobre 2017.

 

#DonoDay2017 Scuole
In collaborazione con il MIUR, un progetto dedicato alle scuole secondarie di primo e secondo grado. Due modalità di adesione:

  • ADESIONE MORALE: la scuola diventa Testimonialdel Giorno del Dono.
  • ADESIONE al Video Contest #DonareMiDona Scuole: la scuola realizza un video che racconta cosa significa donare.

Adesioni entro il 9 giugno; le votazioni si apriranno il 12 giugno e si chiuderanno il 10 settembre.

 

#DonoDay2017 Comuni
In collaborazione con ANCI. I Comuni hanno due modalità di adesione:

  • ADESIONE MORALE: il Comune diventa Testimonialdel Giorno del Dono.
  • ADESIONE TERRITORIALE alContest #DonareMiDona Comuni: il Comune realizza una o più iniziative nelle due settimane del dono (25 settembre – 8 ottobre).

 

#DonoDay2017 Imprese
In collaborazione con Fondazione Sodalitas. Le Imprese hanno tre modalità di adesione:

  • ADESIONE MORALE: l’Impresa diventa Testimonialdel Giorno del Dono.
  • ADESIONE ECONOMICA: l’Impresa diventa Partnerdel Giorno del Dono.
  • ADESIONE ATTIVA al Contest #DonareMiDona Imprese: l’Impresa realizza una o più iniziative nelle due settimane del dono (25 settembre – 8 ottobre).

 

#DonoDay2017 Non profit
Le Organizzazioni Non Profit (ONP) hanno due modalità di adesione:

  • ADESIONE MORALE: l’ONP diventa Testimonialdel Giorno del Dono.
  • ADESIONE ATTIVA al Contest #DonareMiDona Non Profit: l’ONP realizza una o più iniziative nelle due settimane del dono (25 settembre – 8 ottobre).

Comuni, Organizzazioni Non profit e Imprese possono aderire entro l’8 settembre. Dal 9 al 24 settembre si apriranno le votazioni della Giuria Popolare che eleggerà il vincitore per ogni categoria.

 

#DonoDay2017 per tutti
Tutti possono partecipare al Giorno del Dono 2017:

  • ADESIONE MORALE: diventando Testimonialdel Giorno del Dono.
  • ADESIONE ATTIVA: raccontando la propria idea di donoattraverso un pensiero, una foto, un video messaggio diffuso attraverso i propri canali social, taggando IID e scrivendo #DonareMiDona.
  • GIURIA POPOLARE: tutti possono far parte della Giuria Popolareche decreterà i vincitori dei contest #DonareMiDona Scuole, Comuni, Imprese, Non Profit.

 

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PHI Foundation 

 

ARTICOLI DELLA SETTIMANA 14 MAGGIO

ARTICOLI DELLA SETTIMANA 7 MAGGIO

ARTICOLI DELLA SETTIMANA 23 APRILE

ARTICOLI DELLA SETTIMANA 16 APRILE

IERI, OGGI, DOMANI: #SOCIALINNOVATION

PHI Foundation è un’organizzazione non profit orientata alla cooperazione, al supporto e sviluppo del terzo settore, impegnata nel dare sostegno alle organizzazioni non profit e collaborazione con le imprese indirizzate verso un’economia etica, al fine di costruire insieme una Social Innovation Community dove realizzare dei progetti congiuntamente e contribuire attivamente al miglioramento e sviluppo delle attività di utilità e valore sociale.

 

PHI Foundation è la prima Social Innovation Community a sostegno di chi si impegna quotidianamente nell’aiutare gli altri, aperta a chi desidera partecipare attivamente al cambiamento e farsi coinvolgere rendendo partecipi l’intera comunità. Cooperare con PHI Foundation significa divenire parte integrante di una Comunità che sviluppa progetti etici di utilità e valore sociale volti alla Solidarietà, Equità, Sostenibilità.

 

PHI Foundation sostiene il terzo settore realizzando insieme alle comunità e organizzazioni partecipanti lo sviluppo dell’innovazione sociale con progetti etici di interesse comune e sostanzialmente rivolti allo sviluppo delle economie locali. La Social Innovation è un nuovo modo di intendere la società e il ruolo che l’individuo deve avere al suo interno. Rappresenta l’evoluzione del concetto di Partecipazione e Cooperazione, dove l’elemento fondamentale è costituito dal Coinvolgimento diretto di tutti i protagonisti in campo.

 

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Sebastiano de Falco

PHI Foundation

ARTICOLI DELLA SETTIMANA 9 APRILE

ARTICOLI DELLA SETTIMANA 2 APRILE

ARTICOLI DELLA SETTIMANA 26 MARZO

8 Marzo

Con l’ 8 Marzo, Giornata Internazionale della donna, è nata una nuova era per la libertà di tutte donne

Quest’anno l’ 8 Marzo, non abbiamo festeggiato la “Giornata Internazionale della donna” con le classiche mimose ma con lo Sciopero Globale delle Donne che ha raccolto l’adesione di 54 Paesi nel mondo. Attraverso feste in strada, assemblee, cortei, manifestazioni creative abbiamo messo sottosopra attività produttive, scuole, piazze e vite familiari al grido di “Se le nostre vite non valgono, non produciamo” per rivendicare una società che valorizzi la vita, la salute, la libertà e l’autodeterminazione di tutte le donne.

L’ 8 Marzo milioni di donne hanno incrociato le braccia interrompendo ogni attività produttiva e riproduttiva e astenendosi da ogni tipo di occupazione, compresi i lavori di cura e quelli domestici.

Con le colleghe dell’Associazione per cui lavoro, Differenza Donna Ong di Roma, abbiamo occupato lo spazio pubblico con i nostri saperi portando in strada tutta l’esperienza dei Centri Antiviolenza. Abbiamo trascorso la mattina in Piazza del Popolo con varie attività di sensibilizzazione, per incontrare e parlare con le donne e uomini, per informarli e coinvolgerli nella nostra mission e nella nostra adesione allo sciopero. Alle 17,00 ci siamo unite al corteo che è partito dal Colosseo insieme a tutte le altre donne e associazioni.

Per tutta la manifestazione io ho portato con orgoglio un cartello con su scritto “The Woman’s place is in the Resistance”. E voglio ricordarmi tutti i giorni di resistere di fronte alle ingiustizie che vivo in questa società in quanto donna perché se anche c’è una ingiustizia c’è sempre uno spazio per contrastarla.

È inutile dire quanto sia stato emozionante sentire un’unica voce che si muoveva come un grande popolo per le strade di Roma, d’Italia e non solo. Il colore dominante non era il giallo delle mimose, bensì il nero e il fucsia, scelto dalla rete Non Una di Meno. Nero e fucsia ovunque. Sugli striscioni portati in corteo, sui capelli, sugli abiti, sulle stampe delle emblematiche matrioske.

La matrioska (dal latino mater) rappresenta allo stesso tempo maternità e nascita, simbolo  della protesta in quanto rappresenta l’unità e la molteplicità dell’Io di una donna, l’unione e la forza che milioni di donne nel mondo possono avere per far valere insieme i propri diritti come se fossero una sola, unica ed infinita matrioska contenente dentro sé tutte le altre.

Per questo l’ 8 Marzo non è finito. O almeno non è finito qui. Ha aperto una nuova era, un nuovo movimento delle donne. Anche se vivono in diversi luoghi e provengono da differenti vissuti, sono accomunate dalla stesso desiderio di libertà da chi le uccide per “troppo amore”, da chi, quando sono vittime di stupro, processa prima le donne e i loro comportamenti; da chi “esporta democrazia” in loro nome e poi alza muri di fronte alla loro autodeterminazione; da chi scrive leggi sui loro corpi e da chi le ricatta con le dimissioni in bianco perché hanno figli o forse li avranno; da chi offre loro stipendi comunque più bassi degli uomini a parità di mansioni.

Con lo scorso 8 Marzo abbiamo sperimentato che è possibile scioperare dai ruoli imposti dal genere per mettere in crisi finalmente un modello produttivo e sociale che, contemporaneamente, discrimina e mette a profitto le differenze.

 

PHI Foundation è un’associazione che si occupa di sostenere ed aiutare tutti gli operatori che si muovono nell’ambito del Terzo Settore, attraverso l’informazione e la promozione di raccolte fondi.

Se vuoi aiutarci in questo compito, sostienici attraverso un contributo cliccando su questo link

Vanessa Doddi

PHI Foundation