Ricerca contro il cancro

Ricerca contro il cancro

In autunno vestiti di rosa e aiuta la ricerca

 

Ricerca contro il cancro: Domenica 23 ottobre si è tenuta a Milano la camminata non competitiva promossa dall’azienda di calzature e pelletteria PittaRosso “Pink is good” per promuovere la ricerca contro il cancro, che nel 2015 aveva attirato al Castello Sforzesco 8.500 partecipanti e 55.500 donatori tutti rigorosamente vestiti con il fiocco rosa. Quest’anno, oltre alla classica “Pink parade”, ha proposto ai runners 10km di corsa cronometrata con lo scopo di coinvolgere più persone in quel progetto di sensibilizzazione ai tumori femminili che la Fondazione Umberto Veronesi, ente no profit che si occupa di finanziare la ricerca contro il cancro attraverso l’erogazione di borse di studio per medici e ricercatori, rinnova puntualmente ogni anno. Nessun volto noto a testimoniare la validità di questo progetto ma solo quello di Lucia, donna e mamma di 36 anni, che racconta di come ha sconfitto il tumore al seno e di come vi siano ancora migliaia di vite “rosa” che la ricerca per il cancro potrebbe cambiare

Ricerca contro il cancro

Ed è sempre della ricerca che ci parla quella che è sicuramente la più grande realtà coinvolta nella lotta contro il cancro in Italia: l’AIRC – Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro. Ente privato senza scopo di lucro, questa associazione che proprio in questi giorni fino al 6 novembre è impegnata ne: “Le Giornate AIRC”, è stata fondata nel 1965 grazie all’iniziativa di alcuni ricercatori dell’Istituto dei Tumori di Milano, fra cui Umberto Veronesi e Giuseppe della Porta, avvalendosi del prezioso sostegno di noti imprenditori milanesi e contando sulla generosità di soci e donatori che fanno parte di quella categoria umana per cui è fondamentale la giusta informazione, l’attenta prevenzione e la continua ricerca per sconfiggere il tumore, quel “mostro” che ad oggi, come riportato da AIRC qui, colpisce circa 363.000 persone ogni anno solo in Italia.

Iniziative sempre più frequenti in tutto il Belpaese quindi per sollecitare la sensibilità dei più e la coscienza di tutti perché sostenere la ricerca contro il cancro, in fondo, significa sostenere tutti noi.

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Sociallending: microcredito sociale

Sociallending: microcredito sociale

Sociallending: la nuova piattaforma di Crowdfunding e microcredito sociale dedicata ai giovani e agli stranieri

 

Sociallending è una piattaforma di crowdfunding, un servizio innovativo che mette in contatto, con un meccanismo di social network (crowdnetwork), chi ha bisogno di piccole somme per realizzare un’idea e chi è disposto a prestare. Non un progetto di intermediazione finanziaria, ma un modello di microcredito sociale attraverso il crowdfunding. Ci proponiamo di creare occupazione e inclusione sociale per i giovani in particolar modo, anche se stranieri, immigrati e regolarmente residenti in Italia. L’opportunità è grandissima: dare vita a una nuova forma di Social Banking basato sull’economia collaborativa e digitale.
Faciliteremo con la nostra piattaforma l’accesso al credito per i giovani  “Non Bancabili”, accompagneremo questi giovani e realizzeremo per loro: attività finalizzate all’educazione all’imprenditorialità, alla validazione e sviluppo di una idea di impresa, alla alfabetizzazione finanziaria, concentrandoci su tutti coloro che sono soggetti al rischio trappola povertà e che rischiano, oltre una perdurante disoccupazione, una situazione di esclusione sociale evidente.
Porteremo innovazione nel mondo del prestito, attraverso la guida e l’accompagnamento completo a nuove forme di credito non convenzionale, senza intermediazione, senza spese e commissioni finanziarie, e soprattutto senza essere banca.

Sociallending: microcredito sociale

Considerati tra le 100 storie di Creatività nel volume della Regione Lazio, Telecom Italia Group ha creduto nel nostro progetto tanto da darci la possibilità, tramite application, di essere tra i 12 progetti attualmente in campagna sulla piattaforma WithYouWeDo. 
Dopo uno studio approfondito siamo riusciti ad entusiasmare molti giovani volenterosi a mettersi in gioco, diventando i nostri primi Early Adopters e nello stesso tempo abbiamo portato dentro importanti protocolli di intesa con nomi di  spessore. Abbiamo impiegato tutte le nostre risorse e impiegheremo quelle della campagna in corso, per realizzare definitivamente la piattaforma e completare l’avvio dei laboratori di formazione per l’educazione all’imprenditorialità e avvio di impresa, alfabetizzazione finanziaria e digital strategy.
Siamo certi della sostenibilità di Sociallending e abbiamo scelto una campagna di donazione del tipo All or nothing  proprio perché intendiamo proseguire con un rigido ordine di priorità. Perché sostenerci? Il lavoro autonomo è un’opportunità di superamento di un svantaggio sociale. Vogliamo condurvi ad un modello di prestito sociale attraverso il crowdfunding, utilizzabile per chiunque a rischio esclusione sociale e soprattutto a rischio trappola povertà. Generare più impatto sociale crea anche un nuovo impatto economico.
Sociallending è per l’innovazione sociale; noi la vediamo come un grande ombrello, sotto il quale coesistono vari ambiti su cui intervenire: uno di questi, è la finanza sociale d’impatto. Il crowdfunding di per se, al di là di ogni sua applicazione sociale o meno, dilaga nel campo dell’innovazione in generale: ciò significherebbe una rivoluzione, partendo proprio dal basso. Visti i successi a livello mondiale, si possono mobilitare delle risorse finanziarie significative, magari non di importo elevato e concedere piccoli prestiti ad alcune migliaia di persone; tutto questo sarà importante contributo al superamento della crisi attuale, un obiettivo realistico e possibile.  In Italia non c’è nessuno che ha inteso la possibilità di utilizzare il lending crowdfunding in questa maniera. La somma di tanti piccoli cambiamenti, col tempo darà un grande cambiamento.

 

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IN VESPA FINO IN LAPPONIA: IL VIAGGIO DEL SORRISO

VESPA FINO IN LAPPONIA: IL VIAGGIO DEL SORRISO

IN VESPA FINO IN LAPPONIA: IL VIAGGIO DEL SORRISO

 

La Lapponia, la sede del villaggio di Babbo Natale: questa la meta dell’incredibile avventura, il Viaggio del Sorriso, che Alessandro Pozzi vivrà a bordo della sua vespa per battere il guinness dei primati, percorrendo quasi 4 mila chilometri in soli 8 giorni.

Un viaggio che Alessandro Pozzi affronterà al fine di sostenere le iniziative della fondazione Il Ponte del Sorriso Onlus, per aiutare i bambini ricoverati in ospedale.

Questa fondazione, nasce nel 2010, per volontà del Comitato Tutela Bambino in Ospedale (associazione che, dal 1992, sostiene i bambini ricoverati e le loro famiglie) e si occupa di: promuovere attività nei reparti per aiutare i bambini ricoverati con giochi, sorrisi, colori e spazi vivaci; gestire una casa di accoglienza, realizzata dalla stessa fondazione, per ospitare le famiglie dei bambini o delle donne che si rivolgono  all’Ospedale Del Ponte per le cure, ma risiedono lontano dal centro ospedaliero; sostenere l’ospedale donando arredi, apparecchiature, attrezzature e finanziando progetti di ricerca scientifica.

VESPA FINO IN LAPPONIA: IL VIAGGIO DEL SORRISO

Sono ben  400 i volontari operativi che prestano servizio nei reparti per Il Ponte del Sorriso e circa 10 mila i bambini che ogni anno usufruiscono della attività della fondazione, per un totale di ben 70 mila ore di volontariato donate ogni anno e di circa 3 milioni di euro investiti per le attività nei reparti, nell’ Ospedale del Ponte e nella casa di accoglienza.

Il Viaggio del Sorriso permetterà ad Alessandro Pozzi non solo di recapitare direttamente a Babbo Natale, nel suo villaggio in Lapponia, le letterine che i bambini del reparto di pediatria scriveranno nei prossimi mesi, ma anche di fare da volano per raccogliere fondi destinati a questi bambini, per regalar loro un sorriso per ogni kilometro che macinerà a bordo della sua vespa.

Il viaggio partirà nella prima settimana di Agosto 2017 da Varese: Alessandro Pozzi, a bordo della sua vespa d’epoca color crema del 1959, attraverserà Svizzera, Germania, Danimarca e Svezia per arrivare fino in Finlandia, all’estrema regione delle Lapponia, precisamente a Rovaniemi.

Sostieni anche tu il Viaggio del Sorriso e le altre iniziative promosse dalla fondazione il Ponte del Sorriso con una semplice donazione, senza dimenticare che  “Un bambino in ospedale non è un piccolo adulto, ma prima di tutto un bambino”.

 

PHI Foundation è un’associazione che si occupa di sostenere ed aiutare tutti gli operatori che si muovono nell’ambito del Terzo Settore, attraverso l’informazione e la promozione di raccolte fondi.

Se vuoi aiutarci in questo compito, sostienici attraverso un contributo

 

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Mediazione Carceraria: Un progetto italiano affidato al crowdfunding

Mediazione Carceraria Crowdfunding

Mediazione Carceraria: Un progetto italiano affidato al crowdfunding

 

Mediazione Carceraria

Sai di cosa si occupa Sesta Opera? Hai mai sentito parlare di “mediazione carceraria tra pari”? Il primo progetto europeo di “mediazione tra pari” è italiano e si finanzia in rete!

Sesta Opera San Fedele (Associazione di Volontariato Penitenziario O.N.L.U.S.) nasce a Milano nel 1923 ed è una delle più antiche associazioni di assistenza carceraria operanti in Italia. Oggi può contare sul sostegno di circa 200 volontari che prestano il loro servizio a Milano e dintorni. Nel 2015 il supporto complessivo dato dai volontari è stato di circa 30.000 ore. Gli ambiti in cui Sesta Opera agisce sono:

    • Assistenza Intramuraria (Casa Circondariale San Vittore, Casa di Reclusione di Opera, Casa di Reclusione di Bollate, Reparto detentivo presso l’Ospedale San Paolo e Centro di Prima Accoglienza)
    • Assistenza extramuraria (Centro di Ascolto, Sportello Informativo e Gestione strutture di accoglienza)
    • Detenzione Domiciliare e Misure Alternative
    • Formazione (Corsi di Formazione e Partecipazione a manifestazioni e convegni)

Il carcere è troppo spesso un luogo di gravi conflitti fra i detenuti, pertanto, non tutti sanno che è un ambiente socialmente invivibile: un luogo di educazione alla violenza. Eppure secondo la Costituzione le pene dovrebbero tendere alla rieducazione e al reinserimento sociale. Per questo motivo Sesta Opera, Associazione italiana di volontariato carcerario, da sempre impegnata su queste tematiche, sta operando concretamente per realizzare il primo progetto di “mediazione carceraria tra pari” in Italia. Il programma trae ispirazione dai risultati ottenuti nel carcere messicano di Hermosillo dove questo metodo è stato introdotto nel 2005. Guarda il video!

Ora è più chiaro cos’è la “mediazione carceraria tra pari”?

La mediazione carceraria tra pari è una pratica innovativa nata in America Latina circa dieci anni fa. Prevede di scegliere e formare, all’interno della popolazione carceraria, persone che siano in grado di gestire e risolvere pacificamente i confitti che insorgono fra i loro compagni detenuti e fra i detenuti e le loro famiglie. Anche in un ambiente difficile come il Messico, l’esperienza di mediazione carceraria nel carcere di Hermosillo ha dato risultati importanti: nel 2005 i conflitti fra carcerati provocavano un suicidio la settimana e un ferito grave ogni tre giorni. Dopo due anni di mediazione in carcere non si verificavano più morti a causa di liti. Ma non è solo questo: il carcere era diventato un ambiente migliore. L’istituzione si è impegnata a migliorare le condizioni di vita dei detenuti. Enti e imprese hanno sviluppato nel carcere attività di formazione e lavoro e molti mediatori, una volta usciti, hanno deciso di continuare la loro attività di mediazione fuori dal carcere, nella società.

Il progetto pilota europeo di “Mediazione tra pari” è italiano e Sesta Opera ha scelto di partire dal Reparto Femminile della casa di reclusione di Bollate, a Milano, prevedendo un corso di formazione alla mediazione dei conflitti a un gruppo di detenuti selezionati con l’aiuto di volontari, educatori e agenti. Al termine del percorso di formazione inizieranno le prime attività di mediazione tra pari.

In particolare il progetto è articolato in quattro fasi:

  1. Nella prima fase si precisano le risorse disponibili e necessarie per dare avvio alla sperimentazione e se ne verifica la reale fattibilità nella struttura individuata.
  2. Nella seconda fase il gruppo di lavoro definisce un programma dettagliato di formazione e vengono individuati tra i carcerati coloro che esprimono le caratteristiche più adatte per diventare “mediatori”.
  3. Nella terza fase si terrà il corso vero e proprio.
  4. Nella quarta fase si inizierà a mettere in pratica quanto appreso. Parallelamente si verificheranno i primi risultati ottenuti L’obiettivo della mediazione è quello di lavorare “nella comunità” e “con la comunità” per ristabilire la comunicazione dove questa è tesa o interrotta. Il progetto è avviato sperimentalmente nel carcere di Bollate, reparto femminile e coinvolge, oltre le detenute, la direzione, gli educatori, la Polizia Penitenziaria e gli agenti di custodia. “Ci aspettiamo di ottenere una considerevole riduzione dei contrasti interni alle strutture carcerarie italiane”, commenta Guido Chiaretti, Presidente di Sesta Opera San Fedele. “Infatti, i risultati ottenuti in Messico ci autorizzano a essere fiduciosi: grazie alla presenza di un mediatore ogni 25 detenuti, a Hermosillo non ci sono stati più casi di suicidio a tre anni dall’inizio della pratica della Mediazione tra Pari e gli atti di autolesionismo sono sensibilmente diminuiti”. L’analisi degli esiti della sperimentazione nella casa di reclusione di Bollate sarà alla base della definizione dei criteri di declinazione di nuovi progetti da replicare in altre istituzioni carcerarie italiane ed europee.

Per fare tutto questo, c’è bisogno del supporto di molte persone, anche del tuo. Sesta Opera riesce a finanziare parte del costo totale del progetto, ma mancano ancora € 12.000 per arrivare a coprire tutte le spese previste. Aiuta Sesta Opera a raggiungere il primo traguardo di € 5.000. Dal 30 gennaio 2016 è infatti accessibile su l’iniziativa promossa da Sesta Opera.

Cerca il progetto “mediazione carceraria” e fai la tua donazione

Si può sostenere questa iniziativa per il desiderio di migliorare la vita delle persone detenute e delle loro famiglie ma anche per migliorare la società. Sono tutte motivazioni più che valide.

Sostieni il progetto!

Un carcere più sicuro garantisce una società più sicura: la soluzione pacifica dei conflitti educa alla non violenza.

 

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Content Marketing per la tua ONP

Content Marketing per la tua ONP

Ecco alcuni Tools per creare una strategia di content marketing per la tua ONP

 

Content Marketing: Come associazione non profit, giustamente, vuoi mettere in atto una strategia di content marketing che attragga, insegni e motivi.

Di strumenti utili per creare e diffondere contenuti ce ne sono tantissimi. Ognuno di questi tools può essere utile per raggiungere il proprio obbiettivo. Qui di seguito, ti propongo quelli che secondo me sono indispensabili.

Content Marketing per la tua ONP

Canva

Creare contenuti di visual marketing per i social media, e non solo, non è mai stato così facile. Attraverso lo strumento gratuito Canva’s puoi creare immagini e grafiche uniche per tua campagna di raccolta fondi. La parte migliore è che non bisogna essere dei designer per utilizzare questo tool. Canva mette a disposizione template ottimali per la creazione e la diffusione dei tuoi contenuti. Non ti resta che provare.

Canva

la registrazione tramite google + o facebook rende il tool semplice e intuitivo.

Content Marketing per la tua ONP

Espandi il tuo pubblico

Raggiungere più persone è fondamentale per portare a termine con successo la tua campagna di raccolta fondi. Ecco alcuni strumenti che posso aiutare a diffondere la vostra mission

– WordPress – Utilizzando questa piattaforma creare contenuti per il tuo blog è semplicissimo. WordPress è gratuito ed esistono molti template che ti aiutano a realizzare il tuo blog.

– LinkedIn – Linkedin Pulse è una funzione attiva, per ora, per pochi eletti che hanno il profilo italiano. Per utilizzare questa piattaforma di personal blogging basta cambiare lingua e impostare il profilo in inglese

Content Marketing per la tua ONP

Condividi e pianifica la tua strategia

Condividere i propri contenuti è importante. Grazie a tools con Hootsuite o Postpicker programmare i propri contenuti non è mai stato cosi facile:

Hootsuite – Il piano gratuito ti permette di gestire e organizzare 3 account social

PostPickr – é l’Hootsuite italiano, è possibile programmare post su: Facebook, Twitter, Linkedin, Pintarest, Instagram e telegram

Sei una organizzazione non profit e desideri supporto o vuoi avviare una campagna di raccolta fondi, chiedi a PHI FOUNDATION (Social Innovation Community).

 

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Strumenti finanziari per il non profit

Strumenti finanziari per il non profit

Strumenti finanziari per il non profit

Welfare e benessere sociale

La crisi economica che ha colpito i nostro Paese negli ultimi anni ha fatto si che il mondo non profit percorresse nuove strade verso la raccolta fondi, cercando e trovando nuovi strumenti finanziari che potessero sostenere e supportare gli importanti progetti a sfondo sociale che da sempre portano avanti. In passato i bisogni sociali riguardavano la sola famiglia interessata, o al massimo si allargavano alla comunità di appartenenza. Il reale cambiamento arriva quando personaggi come Adriano Olivetti introducono il concetto di benessere sociale basato sul principio secondo cui il profitto aziendale deve essere reinvestito per il bene della comunità. L’imprenditore credeva nell’idea di comunità e il suo sogno era quello di creare una fondazione composta da classi sociali disparate, enti pubblici, università, così da eliminare ogni differenza economica, ideologica e politica.

Oggi il problema principale del welfare è l’invecchiamento inesorabile della popolazione. In quest’ottica aumenta la richiesta di assistenza da parte degli anziani da un lato, mentre diminuiscono le risorse, umane in primis, per contribuire alla spesa sociale dall’altro. E’ proprio in questo contesto che prende piede una proposta di Shared Social Responsability, con in fine di unire e coordinare diversi attori: Pubblica Amministrazione, organizzazioni non profit, imprese sociali, organizzazioni for profit, volontariato, imprese. In questo senso l’Italia ebbe un primato di best practice, grazie alla Lee istitutiva delle cooperative sociali. Oggi si è un po’ perso l’entusiasmo a causa del pesante scenario fiscale al quale sono sottoposte questo tipo di imprese non profit.

Raccolta fondi oggi

Ecco che in uno scenario simile la nostra popolazione da il meglio, cercando e proponendo nuovi strumenti finanziari per sopperire alla carenza di intervento da parte dello Stato e per smuovere gli animi degli addetti ai lavori nella ricerca di soluzioni alternative.

Il non profit oggi può contare su molteplici tipologie di fundrasing, che spaziano dai bandi nazionali a quelli europei, dalle donazioni private ai social bond. Un ampio scenario al quale attingere, scegliendo di volta in volta la soluzione più adatta a sostenere il progetto.

Di ultima generazione è il crowdfunding, strumento innovativo per le ONP di raccolta fondi che permette di creare un maggior coinvolgimento dei propri stakeholders.

Il crowdfunding ha radici ben radicate nel tempo, dove crowd sta per folla e funding sta per finanziamento. Oggi è stato reinterpretato come raccolta fondi dell’era digitale. La sua rapida diffusione odierna è dovuta, soprattutto, all’espansione del fenomeno dei social media, utilizzati appunto per la raccolta di capitali. In altre parole le piattaforme digitali sono uno spazio di condivisione, nel quale vengono scambiate idee e progetti con capitali da parte di un gruppo di persone accomunati da valori simili. L’aspetto positivo dei social media è proprio la capacità di coinvolgere il maggior numero possibile di persone e sostenitori, in grado di raggiungere ogni luogo: elemento fondamentale per la buona riuscita di un progetto.

Oltre al crowdfunding esistono altri strumenti finanziari, molto simili a quelli utilizzabili da persone fisiche.

Tra questi i social bond, obbligazioni tradizionali che vanno a sostenere economicamente iniziative non profit. Il meccanismo è molto simile a quelli dei bond tradizionali, ossia hanno un limite prestabilito per il rimborso, prevedono un pagamento periodico degli interessi, possono avere tasso fisso o variabile. Il concetto che sta alla base è mutuato dal social impact bond anglosassone, dove la matrice è però un ente pubblico. Per noi, con una impostazione banco-centrica, l’ente di riferimento resta la banca. Oggi la potenzialità dei social bond non è ancora stata misurata.

Accanto a questi i mini-bond, ovvero obbligazioni emesse da un’impresa non quotata con l’obiettivo di raccogliere nuove risorse economiche grazie ad una diversificazione delle fonti di finanziamento, diminuendo la relativa dipendenza dagli istituti di credito. Si tratta, in altre parole, di uno strumento complementare al finanziamento bancario tradizionale, al quale molte cooperative sociali sono interessate, soprattutto quelle legate al settore agroalimentare.

Restano validi i tradizionali bandi, nazionali ed europei, ai quali partecipare con le idee progettuali. In pratica sono questi gli strumenti maggiormente utilizzati dalle ONP, che predispongono un ufficio apposito per la ricerca bandi. Sono fondamentalmente le fondazioni bancarie ad offrire il maggior numero di bandi ai quali partecipare, una su tutti è la Fondazione Cariplo, che da anni si prodiga affinché il mondo del non profit possa avere gli strumenti necessari per intervenire in maniera profonda sui bisogni della collettività. Diversi gli ambiti di intervento, dai servizi ala persona alla cultura. Un ampio scenario nel quale intervenire con idee progettuali vincenti e, soprattutto, un network sostanzioso.

Accanto ai bandi nazionali vi sono i bandi europei, ai quali è complesso partecipare per i numerosi requisiti richiesti. Tra questi vi è la presenza di un network internazionale consistente. Possiamo dire che è difficile ottenere finanziamenti europei, ma non impossibile. Se avete un’idea degna di attenzione, vincente e siete attorniati da un network di persone e realtà con le quali condividete i valori e vision, andate a prendervi il vostro posto al sole in Europa e date valore alle vostre idee.

Gli strumenti finanziari sono diversi, la raccolta fondi ha molteplici possibilità di intervento. Non vi resta che provare e riprovare, per fare del bene attraverso il non profit, mettendo sempre il bene comune al centro delle vostre idee.

 

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Sostegno deboli e bisognosi

Sostegno deboli e bisognosi

Sostegno deboli e bisognosi

 

Sostegno deboli e bisognosi – 13 ottobre  – Giorgio D’Ambrosio e la sua compagna hanno bussato alla porta della PHI Foundation rivolgendosi a Sebastiano De Falco hanno chiesto aiuto e sostegno per la loro particolare situazione.

Sostegno deboli e bisognosi. Riportiamo qui di seguito il testo integrale della mail inviata da Giorgio D’Ambrosio a Sebastiano De Falco invitando tutti i lettori a prendere contatto con Giorgio tramite il social network Facebook:

Testo della mail inviata da Giorgio D’ambrosio a Sebastiano De Falco:

“Siamo una coppia sposata da 17 anni e siamo tutti e due invalidi civili al 100%; la mia invalidità è dovuta alla polio mentre mia moglie soffre di schizofrenia acuta. Non abbiamo una nostra abitazione ma siamo ospiti del comune presso una baracca (casetta asismica) le nostre giornate le trascorriamo dentro casa dato la malattia di mia moglie alla vita giornaliera debbo pensare io, dal bucato al cucinare, dalla spesa quotidiana al riassetto della casa (per quanto possibile) in merito ai parenti sia da parte mia che da parte sua siamo stati allontanati per colpa dei nostri handicap, è mio dovere dire anche che non siamo seguiti neanche dai servizi sociali voglio lanciare questa raccolta fondi per l’acquisto di un pedicab elettrico in modo da poter stimolare mia moglie ad uscire di casa, accompagnarla presso qualche centro di aggregazione od altro che possa servirle come stimolo per una vita dignitosa.”

 

Sostegno deboli e bisognosi

Sosteniamo i meno fortunati aiutiamoli ad avere una vita dignitosa degna di essere vissuta.

 

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Aiutare ci farà sentire meglio

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Cosa imparare da una campagna virale

Cosa imparare da una campagna virale

Cosa imparare da una campagna virale

 

Cosa imparare da una campagna virale

Cosa imparare: L’International Fundraising Congress è l’evento internazionale più importante per fundraiser e crowdfunder ed è nato con lo scopo di mettere a confronto strategie vincenti.

Secondo Beth Kanter, blogger da anni impegnata sul campo del fundraising, è l’occasione per incontrare una “comunità meravigliosa”.

Qui, scrive sul suo blog, ho incontrato persone impegnate da diversi anni nelle strategie di raccolta fondi: “la cosa più straordinaria è che nessuno di loro si sia presentato o sia stato trattato come una vecchia guardia“…

In ogni sessione del congresso, esperti navigati si incontrano con le new entry nella comunità e il confronto tra idee avviene in clima di massimo rispetto e supporto reciproco.

Nella sessione condotta da Kanter, sono state analizzate due campagne di charity (Ice Bucket Challenge dell’ALS Association e la campagna di Stephen Sutton supportata dall’associazione Teenage Cancer Trust) che sono diventate virali e la discussione ha messo in luce alcuni aspetti molto interessanti intorno all’obiettivo strategico della viralità.

 

Cosa imparare da una campagna virale

Ecco alcuni punti essenziali:

1) Le campagne non possono diventare virali “su richiesta”.

2) Ogni organizzazione deve monitorare costantemente gli effetti di una campagna e aggiustare il tiro in corsa per rispondere in modo appropriato e aumentare le potenzialità virali della campagna.

3) Le organizzazioni devono essere guidate dall’umiltà e non da uno spirito di controllo. La cultura verticale non è sufficientemente agile, secondo Kanter, per “nutrire il potenziale virale di una campagna“.

4) I risultati non stupefacenti raggiunti nel primo anno, non devono condizionare la ricerca del successo negli anni successivi: in entrambi i casi analizzati, il primo anno di campagna ha comunque raggiunto alcuni successi particolari, tra cui quello di ottenere un consenso ampio tra la cosiddetta “fetta normale” di pubblico (ovvero il pubblico non direttamente o indirettamente coinvolto con la malattia).

5) Tutte e due le campagne sono riuscite a raccogliere intorno a loro individui “iper-connessi” (o influencers) con reti molto vaste di followers, fans, etc.

6) Il segreto del successo di ciascuna campagna non è stato solo nelle “iper-connessioni” in sé, ma nella capacità di queste connessioni di provocare e caricare una storia di emozioni.

7) Raccontare una storia che tocchi profondamente il cuore è essenziale: entrambe le campagne hanno raccontato una storia autentica, emozionale e avvincente, dove l’eroe era il testimonial e non l’organizzazione.

8) Tutte e due le organizzazioni hanno dovuto confrontarsi con l’improvvisazione, piuttosto che con un copione già scritto, nel campo della leadership: azione che ha richiesto un continuo feedback e un monitoraggio continuo delle impressioni del pubblico.

9) Entrambe le organizzazioni si sono focalizzate più sulla crescita della fiducia, piuttosto che del controllo: lasciando addirittura che fossero i loro stessi supporter/donatori a prendere la guida della campagna.

 

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Volterra il Crowdfunding per salvare l'anfiteatro romano

Volterra: Crowdfunding per salvare Anfiteatro romano

A Volterra il Crowdfunding per salvare l’anfiteatro romano

Volterra

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A Volterra il Crowdfunding per salvare l’anfiteatro romano

 

Volterra il Crowdfunding per salvare l’anfiteatro romano

Volterra, nasce la piattaforma di crowdfunding per tutelare e valorizzare lo scavo dell’anfiteatro romano rinvenuto lo scorso luglio durante la bonifica di corsi d’acqua secondari. Al via la campagna di Fundraising “emozionale”.

A Volterra il Crowdfunding per salvare l’anfiteatro romano

La giunta comunale ha deciso: “di mettere in campo – si legge nella delibera – ipotesi e strategie volte a riportare alla luce l’importante ritrovamento archeologico, mediante un progetto di comunicazione cross mediale volto a comunicare il ritrovamento del sito archeologico e la sua evoluzione; creare una community intorno ai temi del ritrovamento e attivare l’attenzione della collettività, di investitori e finanziatori; attivare una campagna di fundraising “emozionale” volta a raccogliere favori e contributi da parte della società civile a livello internazionale, al fine di avviare un processo di raccolta fondi in considerazione degli sviluppi e delle dinamiche dal punto di vista culturale e turistico che potrebbero aprirsi.”

A Volterra il Crowdfunding per salvare l’anfiteatro romano

In accordo con la Sovrintendenza e assieme agli assessorati della Cultura e dell’innovazione tecnologica, verrà lanciata quindi una piattaforma di crowdfunding in grado di recuperare le risorse necessarie per poter riportare alla luce una parte importante di quella che è stata definita una tra le cinque scoperte potenzialmente più interessanti al mondo per l’anno 2016.

A Volterra il Crowdfunding per salvare l’anfiteatro romano

 

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La Stanza dei Compiti!

La Stanza dei Compiti!

La Stanza dei Compiti!

 

Progetto Arca partecipa alla competizione online lanciata da Aviva Community Fund con un progetto dedicato ai suoi piccoli ospiti e alla loro educazione. Si chiama “La Stanza dei Compiti” e potremo votarlo dal 18 febbraio all’8 marzo.
I progetti vincitori saranno co-finanziati con donazioni fino a 10.000 euro.

“La Stanza dei Compiti” vuole essere uno spazio in cui sviluppare un programma educativo e di sostegno allo studio per i bambini del Centro di Accoglienza milanese per Famiglie in Emergenza di Progetto Arca.

Il Centro è provvisto di stanze con bagni e di zone pranzo comuni, ma non dispone ancora di un luogo adatto ad accogliere bambini, che provengono da condizioni di emarginazione e di povertà grave, e che hanno vissuto il trauma di aver perso la propria casa, perciò bisognosi di un’attenzione speciale.
“La Stanza dei Compiti” nasce per colmare questa necessità, e offrire ai nostri giovani ospiti un ambiente sereno e stimolante dove concentrarsi nello studio, seguire corsi di recupero e preparare le lezioni del giorno dopo. Un posto in cui possano studiare e scoprire il piacere dello studio, seguiti da educatori che lavorino anche con le famiglie, spesso non scolarizzate e poco consapevoli del valore della scuola per il futuro dei propri figli.

Il contributo di Aviva Community Fund è importante perché ci permetterà di acquistare tutta una serie di materiali utili per allestire una vera stanza dei compiti con lavagna interattiva, arredi a misura di bambino e cancelleria per la scuola. Grazie al finanziamento, potremo anche organizzare un anno di laboratorio di Arte Terapia.

Ora, per realizzare tutto questo, abbiamo bisogno di quanti più voti possibili!
Registrati sul sito Aviva Community Fund e vota subito la “Stanza dei Compiti”.

Per maggiori informazioni clicca qui.

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Scuola SmArt: School Raising Crowdfunding

Scuola SmArt: School Raising Crowdfunding

Il crowdfunding per una scuola SmArt

Mancano poco più di dieci giorni alla chiusura della campagna di crowdfunding più ambiziosa nella storia della piattaforma School Raising: 15000 € l’obiettivo della raccolta.

 

Scuola SmArt: School Raising Crowdfunding

Di cosa si tratta

Il progetto si chiama “Be smArt per creare un Lab” e vuole creare un laboratorio innovativo digitale per la scuola che lo ospiterà: l’Istituto Malignani di Udine.

E’ un grande progetto ed è difficile racchiuderlo e descriverlo in poche righe.

Il progetto innoverà un’aula già esistente dell’istituto, trasformandola strutturalmente e dotandola di strumenti tecnologici che favoriscano creazione, partecipazione e nuovi metodi didattici e verrà aperto alla comunità e in orario extrascolastico.

Connessione, collaborazione e co-progettazione sono motore, conseguenza e obiettivo del laboratorio SmArt.

I soggetti coinvolti sono molti: docenti e studenti sono i protagonisti, accompagnati per la progettazione dall’associazione Animaimpresa e supportati da diverse imprese del territorio. L’interesse per lo SmArt Lab è arrivato anche da parte di una dottoranda del Politecnico di Milano.

Scuola SmArt: School Raising Crowdfunding

La campagna di crowdfunding

E’ forte lo spirito di innovazione sociale che viene comunicato non soltanto dal progetto stesso ma anche dalla scelta di lanciare una campagna di crowdfunding per finanziarne, in parte, le spese.

I docenti e gli studenti della scuola sono stati i protagonisti. Hanno seguito e studiato i dettagli della campagna, hanno scelto i rewards, hanno creato il video e organizzato numerose iniziative per coinvolgere la comunità.

Anche la rilevanza mediatica è stata notevole, portando i ragazzi in onda anche su Striscia La Notizia con Cristina Gabetti che ci ha ricordato che: “Persone motivate, aperte al dialogo e alle nuove tecnologie possono realizzare i loro sogni in tutti gli ambiti. Osate.”

 

I ragazzi del Malignani di Udine ci stanno ancora credendo e hanno sicuramente imparato tanto. La loro campagna di crowdfunding resterà attiva fino, bastano anche soltanto 5 € per contribuire al loro sogno e le ricompense per le donazioni più consistenti sono particolari.

Loro hanno osato. Sono soltanto alcuni tra i numerosi progetti lanciati su School Raising, la prima piattaforma di crowdfunding per la scuola.

Chi ha il coraggio di farsi ispirare dal loro esempio, crederci e mettercela tutta?

 

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Briganti Rugby: al via la raccolta fondi

Briganti Rugby: al via la raccolta fondi

Briganti Rugby: al via la raccolta fondi “I briganti si meritano un prato”

 

Per fare meta bisogna lottare tutti uniti. Al via la raccolta fondi a sostegno dei Briganti Rugby, associazione sportiva nata con l’obbiettivo di offrire, attraverso lo sport, opportunità alternative e attività mirate a favore dei minori di un popoloso quartiere “a rischio” della città di Catania, Librino.

Briganti Rugby: al via la raccolta fondi

In cima alla collina di San Teodoro ci si sporca le mani nel fango. Su quel campo dove prima non c’era nulla oggi c’è speranza. Il Libirino oggi ospita 80.000 abitanti, costruito negli anni 70 per essere una città satellite. La situazione ad oggi non è delle migliori: le costruzioni residenziali iniziate 40 anni fa giacciono all’abbandono, al degrado e alla criminalità. Ma, fortunatamente, sopra quel campo c’e chi, nonostante tutto, la testa non l’abbassa mai.

“Ama l’ovale e odia il razzismo, tutto muscoli e tutto cervello, mischia fino alla vittoria!”

progetto di crowdfunding

I Briganti Rugby ASD Onlus “Librino” nasce nel 2006 con lo scopo di coinvolgere attraverso lo sport i ragazzi di uno dei quartieri più problematici di Catania, ed offrire loro alternative alle esperienze di “strada”.

Nel corso di questi anni – si legge sul sito – l’attività de “I Briganti” è cresciuta senza sosta ed oggi si contano ben 300 atleti a partire dalla under 10 fino ai giocatori della squadra seniores che milita nel campionato di C1 nazionale.”

Il progetto è legato al recupero della area polisportiva del complesso “San Teodoro”. Naturalmente l’area è ben lungi dal potersi considerare riqualificata:

“Il campo da gioco è una distesa di argilla, e benché sia stato da subito utilizzato per allenamenti e partite ufficiali, necessita di fondamentali interventi per la sua fruizione in continuità.”

Per questo motivo nasce il progetto di crowdfunding “I briganti si meritano un prato” che mira a raccogliere 100.000 euro da destinare al rifacimento del campo da gioco.

Per maggiori informazioni visitate la pagina de “I briganti si meritano un prato” cliccando qui.

 

Sei una organizzazione non profit e desideri supporto o vuoi avviare una campagna di raccolta fondi, chiedi a PHI FOUNDATION (Social Innovation Community).

 

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Krowdster: Consigli pratici per una campagna di Crowdfunding

Krowdster: Campagna di Crowdfunding

Krowdster: Consigli pratici per una campagna di Crowdfunding

 

Krowdster: Oggi riportiamo un articolo di Josef Holm , fundraiser e fondatore di Krowdster, una piattaforma americana che si occupa di analisi di mercato e strategia di marketing principalmente rivolte a campagne di Crowdfunding di tipo Equity e Rewards.

Per evitare rischi di male interpretazione di alcuni passaggi dell’articolo, abbiamo preferito pubblicarlo in lingua originale, con l’autorizzazione dell’autore stesso.

Krowdster: Campagna di Crowdfunding

Crowdfunding Launch Checklist:

1. Run a PreCampaign

One of the best things you can do right away, before working on completing the rest of

this list, is to launch a pre-campaign page on Thunderclap.it or LaunchRock . Both services

allow you to quickly and easily create a page that announces your actual crowdfunding

campaign and that is designed to let people subscribe to your email list and pledge to

share your campaign on social media when it launches. The typical duration of a

pre-campaign is 60-90 days.

2. Legal & Taxes

Unless you are already incorporated, make sure to set up an LLC for your crowdfunding

project and get a business bank account. Revenue from rewards campaigns and

pre-sales of goods are taxable income so talk to your CPA. LLCs are rather simple and

inexpensive to set up on sites like Legalzoom .

3. Social Media

Another thing you cannot start soon enough is to bolster is your social media presence.

No matter how many or few followers you have, you’ll likely need more to reach your

goal and this takes time. Tools like Crowd Builder make it very easy to gain a highly

targeted and engaged following on Twitter. This will get you between 1000-3000 new

followers per month and allow you to promote your pre-campaign as your audience

grows. How do you know if your social media following is strong enough to reach your

crowdfunding goal? Social Capital Gauge is a big data powered tool that can tell you

based on over 600,000 analyzed Kickstarter and Indiegogo campaigns. Building an

audience on social media takes time and should be started 3-6 months before launching

your campaign depending on your crowdfunding type, funding goal and current follower

count.

4. Research and Picking the Right Platform

Depending on the kind of crowdfunding campaign you want to run, you have a plethora

of platforms at your disposal. Don’t assume that the well known platforms like Kickstarter

and Indiegogo automatically are your best bet. These platforms are very cookie cutter

and there is a lot of competition for eyeballs in the form of other campaigns. For film &

video projects you could check out Tubestart or to raise up to $50m in a so called

Mini-IPO via Regulation A+ there is Bankroll.Ventures . Generally, smaller platforms are

much more willing to go out of their way to support projects and offer niche specific

features that are lacking on the mainstream platforms.

5. Set Funding Goal

Much has been written about setting the right funding goal and yet it remains somewhat

of a crystal ball science. Because every campaign and every situation is unique, you have

to do your own calculations. In the most basic scenario your funding goal needs to

include these things:

Cost of completing the project

+ Cost of fulfilling rewards

+ Legal

+ PR & marketing

+ Platform & processing fees: ~10%

+ 30% cushion

= Minimum Funding Goal

Remember that only about 2% of all crowdfunding campaigns raise more than $100k and

setting a too ambitious goal can deter backers. It’s better to reach your goal in the first

week and have 3 weeks left to reach stretch goals and riding the wave of being

successfully funded. A much more elaborate approach to setting the right rewards price

point can be found in the free ebook titled “ How to set Crowdfunding Goals

Krowdster: Campagna di Crowdfunding

6. Set Reward Tiers

It makes sense to research the most successful campaigns similar to yours and see which

rewards did better than others. There’s also data on what price poinork ts wbest in

certain Kickstarter and Indiegogo categories. The best rewards are those you can digitally

fulfill and that have no risk of being delayed. According to Indiegogo, the most popular

reward price point is $25, on Krowdster you can see a statistical comparison of

Kickstarter, Indiegogo, Tubestart, Rockethub and Pozible rewards pricing tiers, filtered by

categories.

7. Craft Your Story

Your story is the written description of your crowdfunding campaign that will be visible

on your campaign page and is one of the most important elements of your campaign. In

business plan terms this is your “executive summary” and should include what your

project is about, what you need the money for and what you offer in return, as well as

anything else that potential backers may need to know to be able to decide whether or

not to support your campaign. Make your story at least 400-600 words and include

images or renderings of prototypes as well as video to drive the message home. Have

your story reviewed by complete strangers and optimize it based on their feedback until

your messaging is clear and concise.

8. Make a Video

The campaign pitch video is without a doubt the most important marketing tool you have

available. A well-made video, and I don’t mean thousands of dollars spent on fancy sound

design and animations, but a video that tells your story in an engaging and genuine way

is what you want. Keep your pitch under 3-4 minutes and tell the most exciting

information right at the beginning to keep people watching the rest of your video. From a

production standpoint it is not important aim for a Hollywood grade production value.

People know that you are strapped for cash as after all you are crowdfunding. On the

contrary, spending too much time on a video may make you come across as having to

make up for lack of substance with putting on a pretty show. Simply don’t insult your

viewers with bad lighting and sound and you’ll be fine.

9. Secure the First 30%

This is arguably the hardest thing to accomplish but also an important constant in most

successful campaigns across all platforms and verticals. Let’s circle back to #5 of this list

and remember the challenge of setting the right funding goal. Let’s assume that your

minimum funding goal is $50,000 which means that you need to secure $15,000 (30%)

from partners, friends and family who will make their pledge as soon as your campaign

goes live to give you that initial push your campaign needs to stand a chance of going

viral and attracting pledges from strangers.

10. Prepare PR & Media Outreach

Media outlets, journalists and bloggers play a pivotal role in the crowdfunding ecosystem

and it is important to understand that simply running a crowdfunding campaign is no

longer newsworthy. In order to get coverage for your project, it is crucial to have followed

all the steps above and to build media lists of highly targeted journalists and bloggers

who have covered topics in your niche. Influencer Search is a tool to quickly identify

influencers, journalists and bloggers in any vertical and connect with them on social

media. You also need to build lists of media outlets and news sites that publish content

in your niche that went viral. You also need a well written press release that you can

share with the media. Here’s a blog post on how to write the perfect press release for

your crowdfunding campaign .

For more crowdfunding education and marketing solutions visit www.Krowdster.co

 

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Sebastiano de Falco: primo maggio con Marina

Sebastiano de Falco: primo maggio con Marina

Sebastiano de Falco: primo maggio con Marina

 

Sebastiano de Falco: Primo Maggio con Marina & Sebastiano

Sebastiano de Falco: Un anno è trascorso da quando Marina Galatioto è stata ospite a Lugano (CH) presso gli uffici dell’organizzazione non profit PHI Foundation incontrando il leader Sebastiano de Falco, cogliendo immediatamente l’opportunità di affrontare il tema della mission perseguita e cioè il sostegno alle altre organizzazioni non profit e principalmente in tre punti:

 

  1. Sostegno nella digitalizzazione delle ONP;
  2. Dare la massima visibilità online – offline;
  3. Supporto nella raccolta fondi.

 

Il risultato dell’incontro è stato documentato dettagliatamente da Marina nell’articolo pubblicato su Linkedin che riportiamo di seguito quattro articoli di riferimento a Business Check Up il nuovo strumento di Due Diligence che possiamo affermare molto intelligente e immediato Business Check-Up, la soluzione ai nuovi modelli finanziari per un’idonea documentazione, lo Strumento Finanziario di esamina e valutazione Capitale Operativo e risoluzioni eventuali punti critici emersi dall’analisi bilanci e riscontro degli Adeguati Assetti, Portafoglio Crediti e flussi Capitale Circolante, rileva Rating Finanziario e Rating ESG, Pre-Money Valuation, Business Plan, con il fine di realizzare una Presentazione conforme alle richieste di Banche, Finanziarie, Assicurazioni, Investitori.

https://it.linkedin.com/pulse/business-check-up-best-pratice-il-business-check-up-wdvdf?trk=organization_guest_main-feed-card_feed-article-content#:~:text=Business%20Check%20Up%2C%20consente%20di,su%20tutti%20i%20comparti%20aziendali.

https://it.linkedin.com/pulse/business-check-up-violazione-dellobbligo-di-predisporre-wanaf?trk=article-ssr-frontend-pulse_more-articles_related-content-card

https://it.linkedin.com/pulse/business-check-up-per-verificare-stato-di-salute-apabf?trk=article-ssr-frontend-pulse_more-articles_related-content-card

https://it.linkedin.com/pulse/innovativa-due-diligence-il-business-check-up-tejzf?trk=article-ssr-frontend-pulse_more-articles_related-content-card

 

 

Dove sono evidenzianti gli argomenti salienti dell’attività della PHI Foundation indirizzata al sostegno del terzo settore orientato al non profit.

 

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La Social Innovation (Innovazione Sociale) è caratterizzata dalla capacità di rispondere ai bisogni sociali della comunità mediante la responsabilizzazione degli individui e la volontà di cambiare le relazioni sociali.

 

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Live-streaming: uno strumento che non può mancare nella social media strategy di una No Profit

Live-streaming: social media strategy

Live-streaming: uno strumento che non può mancare nella social media strategy di una No Profit

 

Live-streaming: Cos’è il live-streaming?

Live-streaming: Per una No Profit la classica lettera di direct marketing non è sufficiente per mantenere l’engagement del target di riferimento e sempre più è divenuta fondamentale l’integrazione di strumenti di promozione sia offline che online. La multicanalità, di conseguenza, prevede la prassi di comunicare in modo diversificato a seconda del canale scelto allo scopo di catturare l’attenzione al momento giusto e con il messaggio giusto.

Ad esempio, uno degli strumenti messi a disposizione dalla piattaforma Facebook per consentire un’interazione più coinvolgente, è il servizio Live-streaming. Questo può fare la differenza per trasformare la relazione con i propri utenti in una esperienza unica. Per varie ragioni:

1)      il Live-streaming ha un’immediatezza che i video registrati non hanno. Pensiamo alla potenza evocativa che potrebbe avere una ripresa live di un medico di Emergency mentre sta operando in sala o un video di Action Aid che riprende in diretta la somministrazione a un bimbo malnutrito di cibo altamente proteico, oppure alla capacità di coinvolgimento emotivo che susciterebbe una intervista live rilasciata ad Amnesty International da un condannato alla pena di morte;

2)      gli utenti possono interagire istantaneamente con la diretta e commentare quello che stanno vedendo. L’interazione live dà la possibilità alla tua campagna di sensibilizzazione o di raccolta fondi, di ricevere feedback immediati, capire quali sono le eventuali criticità e quindi le aree di miglioramento;

3)      il Live-streaming permette di aumentare la audience a ogni sessione. Attraverso l’email marketing puoi raggiungere gli utenti che sono già nella tua lista o, se anche acquisti “contatti freddi”, non è detto che questi siano veramente interessati alla tua attività. Mentre il Live-streaming può aprirti a segmenti nuovi e interessati, a cui prima non avevi pensato. Eventi, dibattiti o campagne: qualsiasi momento può essere trasformato dalla tua No Profit in un’occasione per intrattenere dal vivo più users.

4)       il Live-streaming trasforma il tuo content in “dialogante” e “vivente”. Immaginate una campagna per il 5×1000 come ne potrebbe essere avvantaggiata. L’utente sarà più favorevole a firmare nella dichiarazione dei redditi a favore della tua associazione No Profit dopo che lo hai fatto entrare nella “umanità” del brand avvicinandolo ai tuoi valori e alla tua missione con un linguaggio comune e accessibile a tutti.

Infine c’è una novità: Facebook ha annunciato l’aggiornamento dell’algoritmo che porterà alla riorganizzazione della classificazione dei video sulla bacheca degli utenti privilegiando quelli di maggiore durata, a differenza di quanto avveniva prima.

Allora che aspetti? Trasmettere in diretta da Facebook è molto semplice: basta un clic sull’icona Live.

Il tuo pubblico sarà più gratificato nel seguire in diretta le attività della tua No Profit perché gli starai dando un pezzettino di te, della tua vita di tutti i giorni.

La vita è possibilità, è valorizzare le esperienze di ciascuno e interrogarsi sugli eventi che accadono, il live-streaming può facilitare proprio questo percorso.

PHI Foundation è un’associazione che si occupa di sostenere ed aiutare tutti gli operatori che si muovono nell’ambito del Terzo Settore, attraverso l’informazione e la promozione di raccolte fondi.

Se vuoi aiutarci in questo compito, sostienici attraverso un contributo cliccando su questo link.

 

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Organizzazioni No Profit: Bandi in Scadenza

Organizzazioni No Profit: Bandi in Scadenza

Bandi in scadenza: le organizzazioni no profit hanno ancora tempo per partecipare.

 

Per le organizzazioni no Profit che sono sempre alla ricerca di bandi con i quali presentare i propri progetti e reperire fondi, menzioniamo alcune prossime scadenze da segnare sul calendario.

Ci sono ancora pochi giorni per presentare la richiesta di contributo ordinario alla Fondazione CRT, la finestra temporale entro la quale inviare la documentazione si chiude al 30 settembre 2024 e vi possono partecipare le organizzazioni no profit che operano nei seguenti settori:

  • Arte e Cultura
  • Ricerca e Istruzione
  • Welfare e Territorio

Organizzazioni No Profit: Bandi in Scadenza

La Fondazione CRT ha individuato per l’anno 2023 tre priorità: a) contributi erogati a sostegno delle progettualità degli enti; b) promozione dello sviluppo economico e sociale a favore delle fasce più deboli; c) creazione partenariati sul territorio con sviluppo delle attività di raccolta fondi attraverso nuovi strumenti (crowdfunding, ecc..).

Altra possibilità è data dal Bando del Servizio Civile Nazionale 2024, pubblicato il 6 settembre sul sito del Dipartimento, scadrà alle ore 14 del 17 ottobre. Tutti gli enti iscritti all’albo nazionale e agli albi regionali e delle Province autonome sono ancora in tempo per presentare un progetto.

Un’attenzione particolare per le zone terremotate: le organizzazioni no profit aventi sedi operative nelle zone colpite dal sisma di agosto, possono inviare una manifestazione di interesse per realizzare i progetti del Servizio Civile Nazionale, finalizzati ad aiutare la comunità nella ripresa della vita quotidiana.

Per quanto riguarda invece la Tavola Valdese (Unione delle chiese metodiste e valdesi), sono da poco usciti gli elenchi dei progetti ammessi al finanziamento, sia per l’estero che per l’Italia. E’ possibile verificare i progetti approvati al seguente link.

Organizzazioni No Profit: Bandi in Scadenza

A partire dal mese di ottobre, fino al 30 novembre 2024, sarà possibile scaricare ed inviare la modulistica per le nuove richieste di finanziamento http://www.ottopermillevaldese.org/come_presentare_un_progetto.php

Possono parteciparvi tutti gli Enti ed Opere di altre Chiese evangeliche o cristiane, Agenzie ed Organismi ecumenici, Enti, Associazioni, Agenzie e Opere laiche, Organizzazioni Non Governative. La Tavola Valdese finanzia progetti sociali, culturali e assistenziali per promuovere pace, sviluppo, istruzione, informazione e solidarietà.

Buon lavoro!

 

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Patreon: siamo tutti dei Mecenati

Patreon: siamo tutti dei Mecenati

Con Patreon: siamo tutti dei Mecenati

 

Patreon: La piattaforma di Crowdfunding Patreon nasce a San Francisco nel Maggio 2013 da un’idea di Samuel Yam e Jack Conte.

Lo scopo è quello di aiutare da una parte i creativi a trovare fondi per poter portare avanti i propri progetti, dall’altra a premiare gli utenti che credono e sostengono i loro artisti preferiti.

Su Patreon un utente normale crea un account da Patron: Come tale si impegna a versare un dollaro o quanto vuole a un determinato Creator (tale promessa è detta pledge). Questi, tramite il suo account da Creator, realizza contenuti originali per la piattaforma. A seconda del tipo di Creator questi può realizzare fumetti, video, fotografie, canzoni, disegni…

 

Patreon:

Le donazioni possono essere singole o mensili anche se purtroppo capita che alcuni utenti furbetti promettono i fondi, accedono ai contenuti esclusivi e poi a fine mese cancellano la pledge, di fatto non sostenendo il loro artista. E poi il mese successivo riconfermano la pledge ottenendo così contenuti senza pagare.

Tutto ciò potrebbe assomigliare un po’ a quanto accade su Kickstarter, ma c’è una sostanziale differenza fra un Kickstarter e un Patreon: nel primo caso si sostengono progetti molto grandi, invenzioni, grandi produzioni… su Patreon, invece, è tutto più ridimensionato, si finanziano progetti più piccoli.

In generale Patreon funziona meglio se siete creatori di contenuti e avete già un discreto seguito, altrimenti difficilmente riuscirete a sbarcare il lunario in questo modo.

 

Patreon:

La piattaforma è attiva anche in Italia, di base Patreon nasce come una piattaforma di crowfunding, ma con sostanziali differenze rispetto alle piu classiche piattaforme: qui siamo più nel campo del mecenatismo.

Ci sono due tipi di utenti su Patreon: i Patron e i Creator. I Patron unendo le loro pledge aiutano gli artisti a continuare a creare, mentre i Creators producono contenuti che poi inviano ai loro Patron. Qui troviamo artisti di ogni genere: fumettisti, disegnatori, creatori di video, fotografi…

La società ha firmato più di 125.000 “patroni” nei suoi primi 18 mesi. Alla fine del 2014, il sito ha annunciato che alcuni avventori stavano finanziando con oltre 1 milione di $ al mese alcuni Creators del sito.

Quasi la metà degli artisti producono video di YouTube, mentre il resto sono scrittori, disegnatori webcomics o produttori podcast .

Qualsiasi creazione di contenuti che possa essere considerato pornografico è assolutamente vietato.

Ma perché bisognerebbe usare questa piattaforma?

Bè dal punto di vista dei Creators è abbastanza evidente, è un ottimo strumento per veder valorizzato il proprio lavoro dal punto di vista economico e professionale. Dal punto di vista dei donatori (Patron) oltre a investire su artisti nei quali si crede e contribuire alla produzione artistica degli stessi, si ha la possibilità di usufruire delle loro creazioni a costi più moderati rispetto a quanto si spenderebbe sul mercato.

A tutto questo si aggiunge anche l’aspetto edonistico, foraggiando e sostenendo, infatti, alcuni artisti nella loro creatività si contribuisce alla realizzazione di vere e proprie opere d’arte, un po’ sullo stile di Mecenate.

 

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Supernova Torino: Social Innovation Festival

Supernova Torino: Social Innovation Festival

Supernova Torino: Social Innovation Festival

 

 

Torino, capitale italiana dell’innovazione, ha ospitato il Festival Supernova, uno dei primi grandi appuntamenti per parlare di Social Innovation in Italia.

Un evento vincente sin dalla sua apertura ospitata nell’edificio simbolo dell’innovazione a Torino, il Grattacielo Intesa Sanpaolo: prenotazioni esaurite, sala gremita di persone curiose di scoprire le declinazioni concrete di questa “esplosione stellare”.

Supernova Torino: Social Innovation Festival

Qual è l’impatto di tecnologia, innovazione e creatività sull’ambiente? Questo il tema attorno a cui ruotava il festival. Tanti i punti di vista offerti, diverse le esperienze raccontate, molti gli spunti e le nuove domande su cui continuare a riflettere.

Vero palcoscenico della manifestazione nelle giornate di sabato e domenica è stato piazza Carlo Alberto, che ha abbracciato e accolto chi era lì per raccontare, chi era arrivato per ascoltare o per partecipare, ma anche chi aveva qualcosa da proporre e chi si è fortunatamente trovato a passeggiare per le vie del centro.

Cosa si è trovato e di cosa si è parlato?

Il festival è stato occasione per mettere letteralmente in piazza le esperienze degli attori dell’innovazione e le questioni salienti: startup, circular economy, energia e sostenibilità, Social Innovation, digital economy, crowdfunding, virtual reality e smart building. E ancora: programmazione, innovazione aerospaziale, biotech, big data. Presenti anche le innovatrici e gli innovatori per la scuola, per la musica e per il teatro. Non soltanto questo.

Il festival voleva essere di più:

un evento pensato espressamente per far nascere sinergie e contaminazioni mettendo a confronto e in contatto i protagonisti dell’innovazione, le aziende e le persone”.

Ci è riuscito?

Impressioni di una partecipante

Sono state tante le cose scoperte e imparate e gli appunti presi durante le conferenze.

A questo si aggiungano le altre esperienze positive: chiunque si sia trovato a passare per la piazza nella giornata di sabato ha avuto modo di lasciare la propria impronta e il proprio messaggio sulla lunga striscia di carta posizionata in lungo e in largo sul ciottolato della piazza.

Ancora più coinvolgente il momento di incontro gestito da Fondazione Human+ per Torino Strategica e il suo progetto Torino Startup, durante il quale i partecipanti sono stati invitati a scrivere su un post-it colorato la propria proposta su cosa potrebbe servire a Torino per diventare “Città aperta e attrattiva”.

Torino Startup Supernova 2016 - Social Innovation

L’aspetto più interessante e divertente del festival è stato ciò che ha permesso ai partecipanti di tutte le età di diventare parte attiva dell’evento, chiedendo, proponendo e sperimentando: workshop, brainstorming, attività di mentoring. Un’interessante opportunità di networking non solo per gli esperti.

WorkshopTAG - Social Innovation

C’è stato spazio anche per i curiosi avvicinatisi per caso: attrattiva la possibilità di provare prodotti ed esperienze innovative di gioco, musica o sport.

Torino Startup Supernova 2016 - Social Innovation

FOTO di: SUPERNOVA 2016

Quindi le impressioni di una partecipante sono quelle di aver vissuto un weekend di energia positiva e di aria di cambiamento e aver capito e confermato che Torino è in fermento e si sta muovendo in avanti, accogliendo e stimolando chi vuole provarci.

Complimenti a Talent Garden per l’organizzazione del Festival e per aver centrato l’obiettivo.

E ora?

Quando un altro evento simile in Città? O forse la domanda migliore è: come e dove creare un’occasione continua di incontro, proposta e nascita di idee per chi cerca sinergie? E come raggiungere chi è fuori da questa community, ma vorrebbe o dovrebbe iniziare ad essere contaminato?

Nel frattempo aspettiamo la prossima edizione di Supernova.

 

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Clima e speranza del futuro: il popolo del clima si mobilita

Clima e futuro: il popolo del clima si mobilita

Clima e speranza del futuro: il popolo del clima si mobilita

 

Clima: Dopo le tre giornate di mobilitazione che hanno visto a fine ottobre le piazze italiane animarsi con migliaia di volontari impegnati in flash mob, performance e eventi speciali, la Coalizione Clima si prepara alla Marcia per il clima del 29 novembre con altri appuntamenti di coinvolgimento. L’obiettivo è quello di far crescere sempre di più il ‘popolo del clima’ per dare un segnale di forte partecipazione e lanciare un appello ai Governi alla vigilia del Summit di Parigi – COP21 (30 novembre all’11 dicembre). I volontari delle oltre 130 organizzazioni nazionali e locali che aderiscono alla Coalizione si riuniranno a Roma il prossimo 6 novembre in un’Assemblea pubblica presso la sala Arci nazionale (Via Monti di Pietralata, 16 – dalle ore 14.30) per un confronto tra le centinaia di attivisti, comitati territoriali e associazioni. Tutti i weekend di novembre saranno comunque dedicati alla mobilitazione sul territorio per far crescere ulteriormente il numero di adesioni.

Le attività della Coalizione culmineranno domenica 29 novembre con una grande marcia che si svolgerà a Roma in contemporanea con altri eventi della Global Climate March previsti in centinaia di città del mondo tra cui Parigi, sede del Summit, Londra, Berlino, Madrid, Amsterdam, Barcellona, San Paolo, Johannesburg, Sydney, Canberra, Kampala, Tokyo, Dhaka, Bogotà.

 

In quella giornata la voce di migliaia di cittadini del pianeta che hanno il “coscienza per il clima”,

come recita lo slogan della Coalizione, saranno uniti in una grande mobilitazione globale per far sentire la propria voce contro gli effetti dei cambiamenti climatici e per un radicale cambiamento del modello economico, energetico e di sviluppo.
A Roma la Marcia partirà alle 14.00 da Piazza Farnese per raggiungere i Fori Imperiali dove si terrà il Concerto per il clima, previsto dalle 17 alle 21.00 e che vedrà salire sul palco i vari artisti che stanno aderendo alla mobilitazione. La Coalizione Clima unisce realtà e soggetti sociali che hanno risposto all’appello della Global Climate March organizzata per la vigilia della Cop21.

Per la coalizione “La conferenza di Parigi” pone al centro l’esigenza di un’agenda politica comune fondata sulle parole d’ordine che uniscono la mappa puntiforme costituita dalle lotte ambientali. Il protagonismo di sindacati, movimenti, comitati, associazioni e realtà sociali denuncia quotidianamente gli effetti dell’attuale modello economico sui territori e oppone ad esso la necessità di rifondare il sistema produttivo sulla giustizia ambientale e sociale, scardinando i meccanismi di sfruttamento e depauperamento dell’ambiente degli animali e delle risorse comuni”.

Nel manifesto prodotto dalla Coalizione Clima sono contenuti i principi che legano le centinaia di associazioni aderenti. Cambiare il sistema energetico accelerando la transizione in corso, superando grandi e inquinanti centrali a combustibili fossili per realizzare la transizione verso un modello di produzione diffusa e fondato sulla democrazia energetica, sull’educazione ambientale e sulle risorse rinnovabili locali; rivoluzionare il sistema dei trasporti per una mobilità nuova e sostenibile; valorizzare le buone pratiche agricole; creare nuovi posti di lavoro stabili e sostenibili; ripensare il ciclo vitale delle merci e promuovere buone pratiche di gestione e riutilizzo dei rifiuti urbani e soprattutto industriali: sono le sfide e gli slogan che vogliamo portare in piazza in Italia e nel mondo. Importante ci sembra, in questo momento, il legame tra questi temi e le migrazioni. Non si possono creare barriere per arrestare i flussi migratori, ignorando la connessione tra l’attuale modello produttivo, i cambiamenti climatici e le migrazioni ad essi dovute, sia attraverso le guerre ingenerate dalla corsa all’accaparramento delle risorse che a causa di contaminazioni e opere impattanti sulle risorse ambientali da cui dipendono intere comunità. Ad affermarlo è la stessa comunità internazionale in vari rapporti, a partire dall’ultimo report IPCC. Profughi ambientali, cambiamenti climatici e migrazioni forzate ci parlano di ambiente ma al tempo stesso di tutela dei diritti umani.

 

Apprezziamo i tuoi commenti in merito e la diffusione di questo articolo su questa problematica che richiede urgente attenzione da cittadini e governi di tutto il mondo!

Articolo tratto da Fondazione WWF

 

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Rifugiati: Refugees Welcome Italia

Rifugiati: Refugees Welcome Italia

Refugees Welcome Italia: nuovo modo accogliere rifugiati vecchio come il mondo

L’associazione “Refugees Welcome Italia”, nata a dicembre 2015, è parte di un network internazionale che promuove la diffusione dell’accoglienza domestica di rifugiati e richiedenti asilo.

 

Rifugiati: Refugees Welcome Italia

La chiamano emergenza migranti e nell’immaginario collettivo è rappresentata da flussi incessanti di rifugiati disperati, in fuga da guerre e fame, che sbarcano nel nostro paese in cerca di un posto sicuro.

La cronaca quotidiana non ci racconta che, una volta terminato il percorso che dalla richiesta di asilo termina nel riconoscimento dello status di rifugiato, coloro che sono stati ritenuti idonei si trovano in una condizione di vulnerabilità dovuta all’uscita degli stessi dai sistemi di protezione offerti dal nostro sistema di accoglienza.

Dal momento in cui si ottengono i documenti decorrono più o meno 6 mesi, durante i quali il rifugiato deve trovarsi una fonte di reddito e terminare i corsi di lingua e l’eventuale tirocinio formativo, offerti dalle associazioni che lo hanno avuto in carico.

In questa fase, la cosiddetta terza accoglienza, spesso i rifugiati non hanno un alloggio sicuro né un lavoro, se non in nero. Ecco perché è necessario evitare che queste persone finiscano nel baratro della vita di strada, con i documenti in regola ma senza prospettive future.

Rifugiati

L’associazione Refugees Welcome Italia, nata a dicembre del 2015, si occupa principalmente di loro. Parte di un network internazionale di 11 organizzazioni gemelle, si sta affermando anche nel nostro paese con l’obiettivo di diffondere una cultura dell’accoglienza domestica, ritagliata sulle esigenze dei singoli protagonisti.

Come funziona?

Mettiamo che io abbia una camera in più: posso iscrivermi al sito web, rispondere a qualche breve domanda e lasciare una mail di contatto. Nel più breve tempo possibile, sarò ricontattata dallo staff di Refugees Welcome, che valuterà se le mie esigenze incontrano quelle dei rifugiati iscritti alla stessa piattaforma.

In sostanza, l’associazione si occupa del matching tra ospite e ospitante, garantendo ad entrambi l’assistenza necessaria in tutte le fasi che dal primo incontro terminano nella convivenza. É previsto un periodo minimo di 3 mesi, per favorire l’avvio di un processo di conoscenza reciproca, solleva il rifugiato dalle incombenze quotidiane e permette di concentrarsi sulla ricerca di un lavoro e un alloggio da cui ripartire. Qualora gli ospitanti lo ritenessero necessario, Refugees Welcome li assiste nella messa online di micro-campagne di crowdfunding, supportandoli nel raggiungimento degli obiettivi di raccolta prefissati.

In generale, c’è un aspetto che più degli altri mi ha stupito nell’approccio di Refugees Welcome e che ho subito apprezzato: non contano tanto i numeri, quanto piuttosto la qualità degli abbinamenti! Dal primo contatto alla convivenza può passare anche più di un mese. Oltre alle necessità pratiche, occorre valutare bene il background personale e le motivazioni di entrambi i soggetti.

Refugees Welcome Italia ha avviato una campagna di comunicazione che permette di far conoscere questo tipo di ospitalità al grande pubblico. Grande risonanza in termini di nuovi iscritti è stata registrata in seguito al servizio de Le Iene andato in onda su Italia 1, a metà aprile scorso.

I rifugiati, invece, vengono raggiunti con modalità diverse. Si tende infatti a lavorare in stretta collaborazione con gli assistenti sociali delle associazioni che si occupano di prima e seconda accoglienza (come l’accoglienza integrata SPRAR). In tal modo, gli abbinamenti vengono triangolati tra aspiranti ospiti, ospitanti e associazioni avendo cura di perseguire il benessere di tutti gli attori in gioco.

A livello territoriale l’associazione è strutturata in gruppi locali, a Milano, Roma, Torino, Bologna. I volontari interessati a costituire gruppi locali in altre città sono in continua crescita.

Eventi di sensibilizzazione e raccolta fondi vengono spesso organizzati al fine di diffondere una cultura dell’accoglienza più partecipativa e diretta.

Una bella occasione per aiutare chi si trova in difficoltà, aprendo semplicemente la porta di casa. In fondo, nulla di nuovo rispetto a quanto fatto dai nostri nonni durante gli anni cupi della guerra!

 

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