INIZIAMO CON LA SOCIAL INNOVATION CITY PROGRAM

Social Innovation City Program è un progetto studiato e pianificato da PHI Foundation con l’intento di connettere idee e persone all’interno di una community che abbia come scopo principale quello di innovare e valorizzare l’ecosistema culturale e sociale, attraverso la promozione di nuove pratiche relazionali e la creazione di nuove reti di contatti interpersonali.

Phi Foundation adotta un approccio partecipativo coinvolgendo le Organizzazioni Non Profit locali nello sviluppo del progetto nelle singole aree d’influenza.

PHI Foundation mediante lo sviluppo del City Program vuole mettere in rete e in connessione tra loro i cittadini di un circoscritto ambito territoriale e stimolare l’ecosistema culturale locale per promuovere una innovazione sociale nell’ambito del terzo settore e in particolare delle attività Non Profit.

La speranza è di qualificare le competenze e incrementare la consapevolezza dei cittadini già attivi sui temi di innovazione socialesviluppo locale e partecipazione, individuando le criticità e le potenzialità più caratteristiche del territorio; elaborando innovativi modelli di finanziamento che coinvolgano il pubblico e il privato, progettando iniziative di raccolte fondi mediante molteplici strumenti come il Crowdfunding e Fundraising civico per progetti sociali e culturali che riguardino la comunità locale di riferimento, con lo scopo di sviluppare il territorio.

Per chiedere informazioni sul Social Innovation City Program.

 

Sebastiano de Falco

PHI Foundation

 

SOLO I GENI ESAUDISCONO I DESIDERI?

Nella fiaba “Aladino e la lampada meravigliosa” l’unica creatura in grado di esaudire i desideri del protagonista è il genio della lampada, ma nella vita di tutti i giorni a chi ci rivolgiamo quando desideriamo qualcosa?

L’associazione Make-A-Wish International  si propone di esaudire i desideri dei bambini gravemente malati, per aiutarli a ritrovare la felicità e la forza necessaria ad affrontare la loro malattia.

La sua affiliata italiana, Make-A-Wish Italia Onlus, nasce  a Genova nel 2004 grazie all’impegno dei suoi fondatori, Fabio e Sune Frontani, teso ad onorare la memoria della loro figlia Carlotta, morta a soli 10 anni proprio a causa di una grave malattia.

Dal 2004 ad oggi, grazie all’aiuto di più di 280 volontari, sono più di 1500 i desideri realizzati ed i bambini a cui è stato donato qualche momento di gioia e speranza: da Samanta, di 5 anni, ammalata di anemia linfoblastica acuta, che sognava di essere una bella principessa, a Ludovica, di 7 anni, affetta da fibrosi cistica, che desiderava essere stilista per un giorno, ad Antonio, di 17 anni, colpito da carcinoma testicolare sinistro embrionale, che sognava di incontrare Adam Gontier.

 “Trasformiamo ogni desiderio in un bambino più forte” è il claim della nuova campagna lanciata dalla Onlus per sottolineare il valore ed il potere di un desiderio che si realizza, specialmente per i bambini sofferenti che possono trarre, da un desiderio esaudito, una quantità immensa di forza per lottare ed affrontare le terapie di cui hanno bisogno con uno spirito diverso.

E’ possibile contribuire alla missione di Make-A-Wish Italia Onlus  con una donazione, adottando interamente o parzialmente un desiderio di un bambino, o diventando volontari della Onlus per condividere la gioia di bambino malato quando un suo sogno si trasforma in realtà.

Si può anche segnalare alla Onlus un bambino che vorrebbe veder realizzare un suo desiderio (purchè di età compresa tra i 3 ed i 17 anni ed affetto da patologie che mettono a rischio la sua vita).

Per esaudire un desiderio non bisogna essere un genio della lampada, provaci anche tu!

 

Nicola Minerva

PHI Foundation

Anche Differenza Donna ONG sul portale ilMioDono

UniCredit ha dedicato al Non Profit italiano ilMioDono, una piattaforma online dove varie Onlus presentano i propri progetti e le persone interessate possono votarle scegliendo tra le iniziative preferite.

Oltre al voto, è anche possibile fare una donazione quadruplicando il valore della propria scelta che, in questo caso, invece di uno equiparerebbe a 4 voti.

La campagna è partita il primo dicembre e si concluderà il 16 gennaio. Dopo questa data l’istituto bancario donerà 200.000€ da distribuire tra le Organizzazioni Non Profit più votate.

Anche l’associazione per cui lavoro, Differenza Donna Ong, è presente su ilMioDono con due progetti: “Emergenza Codice Rosa” e “Linea d’ombra: dalla violenza alla disabilità”.

Il progetto Emergenza Codice Rosa accoglie le donne, con i loro figli, che si rivolgono al Pronto Soccorso in seguito a una violenza subita. Prevede uno spazio qualificato dove le operatrici di Differenza Donna Ong lavorano in coordinamento con il personale sanitario e accompagnano la donna in un vero e proprio percorso di uscita dalla violenza assicurando il necessario sostegno psicologico e legale.

Linea d’ombra si occupa di donne con disabilità che hanno subito violenza, ma anche di donne che sono diventate disabili a causa della violenza.

Confidiamo di ricevere più voti possibili per poter partecipare all’assegnazione dei fondi messi a disposizione da Unicredit. Come fundraiser mi chiedo se il pubblico di riferimento sia quello giusto. Il “target online” è un target giovane, estraneo alla cultura del dono, abituato a fruire velocemente, gratis e ogni giorno di tanti e svariati contenuti digitali. Insomma, non proprio il pubblico ideale.

Basta pensare alla campagna dell’associazione Famiglie Sma che ha puntato sul video girato con l’ausilio di un testimonial d’eccellenza: Checco Zalone. Il video, promosso sui social, ha conseguito più di 4 milioni di visualizzazioni, eppure ha portato ad una raccolta fondi da parte solo del 3% degli spettatori (250.000€). Questo probabilmente perché il mezzo di promozione scelto, Youtube, non ha colpito il target giusto, ossia i giovani, poco propensi a donare con l’sms.

Un testimonial forte contribuisce sicuramente ad un ottimo avvio della campagna ma, se l’obiettivo è quello della raccolta fondi e non della sensibilizzazione, ciò che conta è la forza del messaggio e la capacità di creare un legame autentico tra il potenziale donatore e la causa portata avanti dall’associazione.

Rimango fiduciosa che Differenza Donna Ong consegua i voti necessari per poter accedere all’assegnazione dei fondi. Perché in Italia una donna su 3 subisce una qualche forma di violenza, fisica, psicologica o economica. Perché i progetti della Onlus sono innovativi, efficaci ma soprattutto risolutivi, in grado di restituire veramente a migliaia di donne, bambine e bambini una vita dignitosa e libera dalla violenza.

Le donne accolte dai centri che gestiamo entrano sfiduciate in se stesse ed escono con un rinnovato coraggio di guardare al futuro.

Vota anche tu per la Dignità e il Coraggio.

Vota Differenza Donna Ong su ilMioDono.

 

Vanessa Doddi

PHI Foundation

La maratona televisiva di Telethon e la sua storia

Si è appena conclusa l’annuale maratona televisiva organizzata da Telethon e trasmessa dalle reti RAI per sostenere la raccolta fondi per la ricerca scientifica sulle malattie genetiche rare.

Ma lo sapevate che il nome “ Telethon ” deriva dall’unione di due parole inglesi: “Television” e “Marathon”?

Ebbene sì e ve lo rivelo con molta gioia dal momento che è ormai consuetudine abbinare il termine “ televisione ” a momenti di svago tendenzialmente poco educativi e assolutamente disinteressati a soffermarsi sulle good news. Ma dove sono -direte voi- le belle notizie se ogni giorno da domenica 11 a domenica 18 dicembre sui canali RAI arrivano alle nostre orecchie le ormai sempre più numerose storie di persone affette da malattie genetiche rare?

Beh, ad esempio nel fatto stesso che arrivano!

Mi spiego meglio, non è bello sapere che qualcuna delle nostre emittenti televisive da più di vent’anni condivida con il proprio pubblico racconti di vita vera, non sempre fortunata, alle prese con sfide importanti che necessitano d’amore e soprattutto di continue ricerche scientifiche?

E non è soprattutto bello che a smuovere la sensibilità degli spettatori siano proprio coloro che ogni giorno si trovano costretti a convivere con il dolore di una vita segnata da una malattia ignota e lo fanno con il sorriso e la speranza di chi crede che manchi ancora qualcosa e non si arrende?

Ecco, dal 1990 Telethon lavora proprio per loro, coinvolgendoli nella ricerca scientifica di cui queste malattie genetiche rare necessitano quotidianamente e ” #presente ” è la parola chiave scelta quest’anno perché pensandoci bene, è il termine che meglio si adatta alle storie di Federica, Michele, Nina solo per fare alcuni nomi, che vogliono poter decidere fin da OGGI di credere in un futuro senza malattia e lo fanno raccontando le loro paure con la speranza che queste storie possano essere lo stimolo più diretto per sensibilizzare tutti noi su questo mondo ignoto.

Il primo a proporre un’attività di fundraising che, attraverso una non stop televisiva, arrivasse alle orecchie del pubblico e smuovesse in loro il desiderio di donare, fu un americano ma non uno qualsiasi: Jerry Lewis -come dimenticare il celebre sketch della macchina da scrivere!- comico indiscusso degli anni ’60 e la sua idea si rivelò fin da subito di enorme successo.

Nell’arco di vent’anni la maratona televisiva giunge in Europa con l’AFMAssociazione francese contro le Miopatie ma anche in Italia grazie a Susanna Agnelli e all’ Uildm-Unione italiana lotta alla distrofia muscolare che l’aveva contattata per proporle la poltrona da presidentessa.

Scrittrice, politico ma soprattutto donna con un’innata voglia di aiutare gli altri perché -come lei stessa afferma in un video che potete guardare qui: “pensare solo a sé stessi è una forma di vita molto noiosa”- rispose che avrebbe accettato a condizione di poter far diventare quella piccola associazione qualcosa di grande.

Telethon nasce così quindi, nel 1990 quando Susanna Agnelli decide che era arrivato il momento di far conoscere agli italiani le malattie genetiche rare e di chiedere loro un aiuto.

Ad oggi presieduta da Luca Cordero di Montezemolo, la fondazione Telethon, supera i suoi vent’anni di operato grazie alla risposta positiva che ogni anno il suo pubblico gli riserva continuando nel suo cammino infinito volto a garantire una speranza a tutti coloro che vivono nella malattia e nel terrore che questa non possa essere debellata perché come disse la sua fondatrice Susanna Agnelli: “Telethon continuerà ad esistere fino a quando non si scriverà la parola ‘cura’ accanto al nome di ogni malattia genetica”.

 

Federica Pizzi

PHI Foundation

Diamo un volto a chi spesso voltiamo le spalle: Associazione Progetto ARCA

Tra le associazioni che ogni giorno, per strada, ci chiedono un aiuto c’è sicuramente anche ARCA, associazione riconosciuta come ONLUS nel 1998 che da più di 20 anni si occupa di aiutare uomini e donne in stato di indigenza o persone spesso affette da problemi di dipendenza di vario genere. Sicuramente, anche ad ARCA, non avremo dato ascolto nonostante il loro invito a fermarci mentre camminavamo verso casa, troppo presi dalla nostra routine quotidiana.

Così, approfittando di questi giorni di festa, mi sono imposta di conoscere meglio questa associazione senza scopo di lucro che mostra dietro al bancone con l’omino azzurro, uomini e donne dallo sguardo sereno che passano il più della giornata a sentirsi dire, spesso pure con voce scocciata, forse la frase più retorica del mondo: “Scusami, sono di fretta!”.

L’Associazione Progetto ARCA nasce nel 1994 grazie al desiderio di un gruppo di amici di aiutare concretamente le persone in stato di indigenza.

Un centro di accoglienza è il primo passo importante per donare a chi vive in balia della propria dipendenza una via di fuga e una possibilità di riscatto così, nel 1994, viene creato il primo Centro di Accoglienza Residenziale. A distanza di neanche 10 anni arriva il secondo Centro di Accoglienza Residenziale questa volta dedicato a uomini e donne tossicodipendenti che per anni hanno legato la loro identità a terribili sostanze stupefacenti.

Con l’arrivo del nuovo millennio il continuo aumentare del flusso migratorio in Italia spinge l’Associazione Progetto ARCA ad intervenire a sostegno dei rifugiati politici con progetti concreti di Prima Accoglienza. Questo è un passo fondamentale che permette agli 84.500 uomini, donne e bambini (questi ultimi 16.700 in soli due anni come riportato qui) che fuggono da paesi in guerra o in piena carestia, di ricevere un primo soccorso medico e un pasto caldo prima del trasferimento allo SPRAR o sistema di protezione per rifugiati politici richiedenti asilo, o di essere indirizzati nel modo più sicuro verso la nuova tappa prevista dal migrante diretto nel Nord Europa.

Un aiuto per i tossicodipendenti e un primo soccorso per i rifugiati politici quindi ma non solo, l’Associazione Progetto ARCA, divenuta nel 2008 una vera e propria fondazione, continua da più di vent’anni il suo cammino verso i più deboli, proponendo soluzioni concrete per altri ambiti dolenti come il sostegno alimentare per le famiglie con minori in gravi condizioni economiche, che prevede pacchi viveri e un centro cottura in giro per il Belpaese (qui la mappa con le città d’Italia coinvolte nel progetto) o il servizio ideato per gli ex pazienti ospedalieri, ricoverati in ospedale in seguito a patologie respiratorie, infezioni della pelle o malattie croniche che si trovano senza una casa, in attesa di essere trasferiti in una struttura sanitaria gratuita che possa continuare a somministrargli le cure indispensabili a una totale guarigione senza ricadute: il Post-Acute.

Last but not the least, come dicono gli inglesi, voglio raccontarvi di quello che, per quanto mi riguarda, è il progetto più innovativo e generoso che questa organizzazione non profit propone da qualche tempo ai senza tetto: l’Housing first. Giunto in Italia grazie alla PSD-Federazione Italiana Organismi Persone Senza Dimora ma di origine statunitense, nasce da un’idea di Sam Tsemberis (qui la sua biografia) che vede in questo modello una risposta allo stato di #homelessness a New York, problema molto sentito negli anni ’90.

Il “Pathways to Housing”, questo il nome originale dato dal suo founder nel 1992, proponeva una serie di appartamenti indipendenti per le persone senza dimora croniche con problemi di salute mentale o di disagio sociale evitandogli così il solito e lungo iter fatto di vita da strada, dormitori e centri di accoglienza.

In fase di sperimentazione da poco tempo, ma con ottimi risultati, ancora una volta questa ONLUS non perde un’occasione per donare ai senza tetto una casa che li invogli a ricostruire la loro vita, perché, come si può leggere in una delle pagine del sito Web dell’Associazione Progetto ARCA in merito al progetto Housing First: “L’abitare da subito in una casa, intesa come bene e diritto primario, rappresenta di per sé la condizione migliore perché una persona fragile possa ricominciare a prendersi cura di se stessa”.

 

Federica Pizzi

PHI Foundation

Articoli della settimana 11 dicembre

Il destino della riforma del Terzo settore dopo le dimissioni di Renzi

La riforma del Terzo settore, dell’impresa sociale e per la disciplina del servizio civile universale ha iniziato il suo iter parlamentare da anni ma, ad oggi, non è ancora stata ultimata, a causa della mancanza dei decreti legislativi di attuazione e, le recenti dimissioni del Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, potrebbero complicare le sue ultime tappe.

Soffermandoci sulle fasi principali del suo iter, notiamo che le linee guida per la riforma del terzo settore sono state predisposte dal Governo già da Maggio 2014. In seguito il Governo ha aperto una consultazione pubblica sulle stesse e successivamente, il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente e del Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, in data 10 Luglio 2014, ha approvato il Disegno di Legge Delega per la riforma del Terzo settore.

Questo Disegno di Legge è stato presentato in prima lettura alla Camera dei Deputati il 22 Agosto 2014. Il suo esame è iniziato il 1 Ottobre 2014 e la sua discussione  in assemblea il 1 Aprile 2015.

Ma è solo nel corso dello scorso mese, a Novembre, che il suo primo decreto legislativo, cioè quello che regola il nuovo Servizio civile universale (chiarendone finalità, ruoli e competenze dei soggetti che vi partecipano e allargandone l’offerta di attività di volontariato a diversi settori di intervento) è stato vagliato in via preliminare dal Consiglio dei Ministri ed è in attesa dell’approvazione definitiva dopo il parere delle  Camere.

Tuttavia la riforma del Terzo settore, che si compone di 12 articoli, richiede molti altri decreti legislativi di attuazione da vagliare ed approvare, come quello sull’ impresa sociale, sul consiglio del Terzo settore, sul codice unico e sul cinque per mille.

Il termine ultimo per l’approvazione di questi decreti legislativi è Maggio 2017, cioè 45 giorni prima della scadenza di un anno dalla data di pubblicazione della Legge numero 106 sulla Gazzetta Ufficiale.

C’è quindi, almeno in teoria, tempo sufficiente per completare tutti i decreti mancanti ma molto dipenderà dalle intenzioni politiche e dalla natura del nuovo Governo.

Tutto è nelle mani del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che sceglierà se incaricare un nuovo premier, preferire un governo tecnico oppure optare per lo scioglimento delle Camere con conseguenti elezioni anticipate.

Sarà dunque la scelta di Mattarella a condizionare il destino di questa, a lungo attesa, riforma del Terzo settore.

 

Nicola Minerva

PHI Foundation

La cultura del dono premiata

AMMP Giorgio Valsania, Ai.Bi. e Cesvi vincono il bando “Giorno del Dono 2016”
per la ricostruzione sociale post terremoto

 

Lugano, 7 dicembre 2016PHI FoundationSebastiano de Falco – Si è tenuto il 30 novembre 2016, nella prestigiosa cornice della sede di rappresentanza del Banco Popolare in Roma, l’evento organizzato da Istituto Italiano della Donazione e Banco Popolare per fornire una fotografia dello stato di salute del non profit italiano e comunicare i vincitori del bando “Giorno del Dono 2016” per la ricostruzione post terremoto.

“Sono felice di poter annunciare – sottolinea Edoardo Patriarca, Presidente IID – che il comitato di valutazione ha ritenuto i progetti presentati da Associazione Maria Madre della Provvidenza (AMMP) Giorgio Valsania Onlus, Ai.Bi. Amici dei Bambini e Cesvi Onlus come i più meritevoli di ricevere la sovvenzione di 11.000 Euro ciascuno. Si tratta di tre progetti molto diversi tra loro ma accomunati da un elevato grado di concretezza e dalla capacità di rispondere in tempi brevi alle necessità reali dei territori più colpiti dal terremoto del 24 agosto scorso. I progetti vincitori infatti da un lato danno grande attenzione ai più fragili attraverso un’analisi accurata dei loro bisogni e, dall’altro, favoriscono la cooperazione e la coesione sociale delle persone e degli enti colpiti, senza trascurare la capacità di azione coordinata e di rete di più realtà operative”.

 AMMP Giorgio Valsania con il progetto “Missione Centro Italia 2016” vuole portare sollievo ai cittadini di Cittareale (AQ), di Norcia (PG) e di Posta (RI) che si sono visti togliere tutto dal recente terremoto. Da subito l’associazione ha ritenuto necessario fare qualcosa di concreto per risolvere nell’immeditato l’Posta che ha colpito le popolazioni terremotate, pertanto ha realizzato insieme alla Croce Giallo Azzurra di Torino, l’Associazione l’Accoglienza e la Protezione Civile di Caselle T.se la “Missione Centro Italia 2016”, che è suddivisa in tre step operativi: dotare Cittareale e Norcia di 4 roulotte, fornire Posta di una nuova sede dei Vigili del Fuoco e consegnare alla città di Norcia 60 moduli abitativi destinati alle famiglie sfollate del territorio.

“Un Paese ci vuole” (citazione di Cesare Pavese) è il progetto presentato da Ai.Bi. Amici dei Bambini che punta a contribuire alla ricostruzione del tessuto sociale dei territori colpiti attraverso un’attività di sostegno psicologico e laboratoriale rivolto ai più giovani con il coinvolgimento di tutte le generazioni. Tre gli aspetti su cui puntare: un laboratorio dedicato agli adolescenti e famiglie del territorio di Amatrice (RI) e frazioni, che saranno coinvolti in una riflessione attiva sulla proprie radici, sul proprio presente e sulla visione del futuro; uno sportello psicologico itinerante ad opera di psicoterapeuti con maturata esperienza nel campo della prevenzione e della cura degli effetti psicologici del trauma ed, in fase conclusiva, un’azione mirata alla sensibilizzazione della cittadinanza e delle istituzioni che prevede anche la realizzazione di un corto dedicato.

Cesvi è stata premiata per il progetto “Terremoto in Centro Italia – Supporto urgente agli allevatori delle aree colpite”. L’intervento di Cesvi a sostegno dei produttori agricoli terrà conto della lettura dei bisogni svolta da Coldiretti Rieti a partire dalla zona di Amatrice e si propone di supportare il ripristino delle attività di produzione e vendita diretta, con lo scopo di evitare l’abbandono delle campagne e favorire la ripresa economica nelle aree colpite dal sisma. Ciò sarà possibile attraverso la fornitura di attrezzature che possano permette il ripristino della produzione, come carrelli per la mungitura, impianti di raschiatura, refrigeratori, serbatoi per la lavorazione del latte. Sulla base della lista di necessità fornita da Coldiretti, si darà in una prima fase di intervento la priorità alle aziende che si dedicano alla produzione del latte vaccino e che stanno riscontrando difficoltà nel ripartire.

Per scaricare le schede dei progetti vincitori clicca qui

 

Sebastiano de Falco

PHI Foundation

Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

Il 26 novembre scorso Differenza Donna, l’associazione di cui faccio parte, ha partecipato alla manifestazione indetta in occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne,  che ha visto più di 200.000 donne provenienti da tutta Italia raccogliersi nella capitale.

Un corteo gioioso e colorato, animato da tamburi, canzoni e artisti di strada. Tanti vissuti, uno accanto all’altro, però con un’unica voce perché una sola era la richiesta: più dignità per tutte.  A dimostrazione del fatto che il coraggio delle donne non si ferma dinnanzi a nessun tipo di abuso, maltrattamento o violenza.

Quel giorno Roma non era più Roma. La città eterna, che leggendariamente nacque da uno stupro di gruppo, il ratto delle Sabine, il 26 novembre è diventata la piazza di tutte le donne, che hanno trasformano la violenza delle origini della fondazione in un grido di forza contro la società sessista di ieri e di oggi.

Era il marzo del 1976 quando oltre 2.000 donne appartenenti a 40 paesi diversi diedero vita al Tribunale Internazionale sui crimini contro le donne presso il Palazzo dei Congressi a Bruxelles. E tra i crimini veniva per la prima volta istituito quello del “ femminicidio ” ad indicare l’uccisione della donna in quanto donna, cioè a causa del suo genere.

Sotto questo termine non rientra solo quel terribile centinaio di donne ammazzate, ma anche tutte quelle negazioni di dignità rivolte nella nostra società alle donne in quanto tali. Femminicidio è anche la morte professionale delle donne inflitta attraverso la negazione della parità di salario e di prospettive di crescita. Così come lo è l’assenza di welfare soprattutto in presenza di gravidanze e figli. Non ultimo è femminicidio pure il giudizio estetico sui corpi delle donne usati come oggetti mercificati negli spot pubblicitari per vendere di più.

Differenza Donna nasce nel 1989 per liberare le donne, le loro bambine e bambini dalla discriminazione di genere facendone valere i diritti, qualunque sia la loro cultura, religione o paese d’origine. In occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne ha lanciato la campagna “ Io non faccio eccezione ” per denunciare il fenomeno della violenza di genere così ampiamente diffuso quanto largamente sommerso.

Io non faccio eccezione ” perché ogni donna sperimenta nel quotidiano una negazione di opportunità, ma “ Io non faccio eccezione ” soprattutto perché ogni donna trova in se anche la forza di dire basta.

Come dimostrano le migliaia di donne che hanno sfilato in corteo nelle strade di Roma con striscioni e cartelli in occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne: Il nostro desiderio di essere libere può cambiare il mondo.

 

Vanessa Doddi

PHI Foundation

Articoli della settimana 4 dicembre

Lo stato di salute del terzo settore

Tre indagini dedicate al non profit
per raccontare il terzo settore che era, che è e che sarà

Lugano, 3 dicembre 2016 – PHI FoundationSebastiano de Falco – Si è tenuto il 30 novembre 2016, nella prestigiosa cornice della sede di rappresentanza del Banco Popolare in Roma, l’evento organizzato da Istituto Italiano della Donazione (IID) e Banco Popolare per fornire una fotografia dello stato di salute del non profit italiano e comunicare i vincitori del bando “Giorno del Dono 2016” per la ricostruzione post terremoto..

“Fotografando l’attenzione al tema della donazione nell’informazione televisiva lungo tutto un anno – ha spiegato Giovanni Sarani dell’Osservatorio di Pavia – è facile notare come nei telegiornali il tema del dono diventi notiziabile solo quando è trainato da notizie che riguardano questioni sociali più ampie, come emergenze umanitarie, immigrazione e povertà, fatti di cronaca, scienza e salute. In oltre due casi su cinque si è parlato di dono in occasione di campagne sociali mediatiche e maratone televisive, a seguire ogni qual volta un “vip” o un testimonial conosciuto dal grande pubblico fosse coinvolto”.

 Commenta Edoardo Patriarca, Presidente IID: “Dall’indagine dell’Osservatorio di Pavia si evince come in Italia vi sia la tendenza a mostrare prevalentemente notizie di carattere negativo con toni allarmisti, toni che diventano una costante nei racconti relativi a fenomeni che sembrano sfuggire al controllo dell’uomo, tanto per mancanza di volontà o di capacità, quanto per obiettiva impotenza, come nel caso dei terremoti e di altre catastrofi naturali. Queste scelte non contribuiscono a creare una cultura della donazione condivisa e non fanno bene alle donazioni. Il Giorno del Dono nasce anche per invertire questa tendenza”.

“Dalla nostra indagine 2016 “Gli Italiani e le donazioni” – ha aggiunto Paolo Anselmi, Vice Presidente Gfk Eurisko – emerge un calo di donatori di circa 5 milioni di donatori in 10 anni, una flessione parzialmente compensata dalla tenuta dei forti donatori, segno che la crisi ha colpito soprattutto i piccoli, in particolare i giovani, al punto che la donazione media tende a crescere. In questo contesto le associazioni devono porsi l’obiettivo di “stabilizzare” il comportamento di donazione aldilà delle emergenze, come ad esempio in occasione del terremoto, che suscitano ondate emotive di grande portata ma di breve durata, valorizzando anche le piccole donazioni ed, in particolare, i giovani. Non dimentichiamo infatti che i dati sui donatori fedeli sono confortanti perché tengono alta la bandiera della generosità degli italiani”.

 E il fattore fiducia è un aspetto importante su cui si basa tutta l’attività dell’Istituto: “L’IID svolge periodicamente un’indagine dedicata agli indici di efficienza economica dei propri associati. Questa ricerca – conclude Patriarca – ci mostra come i soci dell’Istituto dedichino alla propria missione ben l’80% circa delle proprie risorse ed, in media, spendano solo 20 centesimi per raccogliere un euro. Non va però dimenticato che vi sono importati differenze tra singole realtà e che quindi non è corretto avere come unico benchmark di valutazione la sola percentuale di investimento nella mission. Dall’indagine emerge chiaramente che le raccolte fondi più efficienti risultano essere quelle realizzate da organizzazioni con maggiore esperienza temporale in questa direzione e che possono permettersi un investimento per potenziarne ed innovarne le modalità. La raccolta fondi è un’attività di relazione da curare ogni giorno, anche alla luce del fatto che i privati si confermano essere la fonte di finanziamento principale”.

Per scaricare le indagini clicca qui

 

Sebastiano de Falco

PHI Foundation

Articoli della settimana 27 novembre

La Colletta Alimentare per i poveri: un appuntamento solidale che dura da 20 anni

Lo sapevi che la Colletta Alimentare promossa dalla Fondazione Banco Alimentare ONLUS è l’evento di solidarietà più partecipato in Italia? Ebbene sì e nel 2016, precisamente oggi 26 novembre, spegne le candeline per i suoi 20 anni di promozione del recupero delle eccedenze alimentari e la sua redistribuzione alle strutture caritative.

Ma andiamo per ordine e facciamo un salto all’indietro, più precisamente al 30 marzo 1989 quando la ONLUS che ogni anno si adopera per organizzare in ogni regione d’Italia la Giornata Nazionale della Colletta Alimentare viene a nascere.

A volerla intensamente il Cavalier Danilo Fossati, presidente della famosa azienda Star e Monsignor Luigi Giussani, fondatore del movimento religioso di Comunione e Liberazione, spinti dal desiderio di creare un qualcosa che si avvicinasse il più possibile alla Fundaciò Banc dels Aliments di Barcellona. Le idee su come sviluppare questo importante progetto volto alla riduzione dello spreco alimentare e alla protezione della popolazione povera erano tante ma in loro soccorso venne fin da subito una fitta rete di uomini e donne generose e di talento che, come volontari o dipendenti, permisero alla Fondazione Banco Alimentare ONLUS di crescere portando “a casa” risultati magnifici in soli 20 anni. Vediamoli insieme: 8.990 tonnellate di cibo recuperate presso i 12.000 punti vendita aderenti all’iniziativa Colletta Alimentare; 5.500.000 gli italiani che hanno donato cibo ai più poveri in questi anni di cui 135.000 volontari che oltre a fare questa donazione hanno partecipato attivamente alla Colletta Alimentare dalla nascita di questa ONLUS.

Giornata Nazionale della Colletta Alimentare a novembre dunque ma non solo perché la Fondazione Banco Alimentare ONLUS lavora tutto l’anno attraverso attività di fundraising o collette regionali seguite dalle organizzazioni locali della fondazione per mantenere alta la sensibilità verso lo spreco alimentare e verso la giusta redistribuzione del cibo a favore dei poveri.

Doppio obbiettivo, doppia vittoria quindi: e tu ci vai alla Colletta Alimentare di oggi per donare un po’ di cibo e di tempo per chi è più sfortunato di te?

 

Federica Pizzi

PHI Foundation

Bambini di strada: piccoli abitanti delle strade di Delhi

A settembre del 2013, quando lavoravo per Save the Children, ebbi l’opportunità di visitare uno dei progetti che l’Organizzazione porta avanti a Delhi, in India: “ Bambini di strada ”. Questo progetto supporta i bambini costretti, per povertà o emarginazione, a vivere e a lavorare per strada.

Ricordo ogni momento, come fosse ieri. Dall’albergo un pullman ci porta a New Sanjay Camp, uno degli slum di Delhi. Qui la strada non è asfaltata e le case sono vere e proprie baracche. Uomini e animali vivono insieme, un cane fa compagnia ad una famiglia che dorme sul marciapiede. Due maialini luridi sguazzano in una enorme pozzanghera.

Il pullman apre le porte, scendiamo e, a poca distanza, scorgiamo un furgone giallo: è il “Mobile Learning Center” di Save the Children! Attraverso questa unità mobile Save the Children cerca di sottrarre i minori a una vita di strada per indirizzarli verso una scolarizzazione altrimenti impossibile.

Fuori dal furgone decine di bambini in fila ci accolgono consegnandoci un disegno e porgendoci le loro piccole mani. E’ un momento incredibile. Un brivido mi corre lungo la schiena quando mi accorgo che molti di loro non hanno più di 3 o 4 anni. Per una occidentale come me, cresciuta in Italia, è difficile concepire come questi piccoli possano sopravvivere per strada.

I bambini di strada sono bambini che hanno avuto un’infanzia durissima, abbandonati da tutti. Come sono finiti a vivere per strada? Il collega indiano ci spiega che molti di loro sono spinti dalle famiglie a chiedere soldi, altri invece sono scappati dalle loro famiglie per sfuggire a violenze e maltrattamenti, altri ancora sono stati rapiti o sono rimasti orfani a causa di sommosse o calamità naturali.

Questi piccoli lavorano come schiavi per mediatori o imprese manifatturiere che sfruttano le loro dita piccole e agili. Oppure vivono costretti a mendicare tra la gente o tra le macchine ferme al semaforo.

Entriamo nella unità mobile dove ci sono altri bambini che fanno cerchio intorno a noi e ci guardano con curiosità. Mi guardo intorno: il furgone è fornito di libri per l’infanzia, giochi e anche di una tv per vedere i cartoni animati. Qui i bambini possono utilizzare materiali didattici, imparano l’hindi, l’inglese, ma soprattutto cominciano a imparare quali sono i loro diritti. Grazie a Save the Children, molti piccoli possono tornare a scuola, se erano stati costretti ad abbandonarla, o possono entrarci per la prima volta, se non ci avevano mai messo piede.

Usciamo dal furgone giallo, salutiamo i bambini di strada e gli insegnanti del “Mobile Learning Center” e ci dirigiamo verso il nostro pullman. Non è facile tornare a bordo. Mi volto per guardarli un’ultima volta, sono lì, sorridenti, fanno con le mani il segno di “vittoria” e sono bellissimi in mezzo a tutta la povertà di quel mondo.

Arriva il giorno del rientro in Europa, a Roma, nel mondo occidentale. Il volo dura molte ore, e sono ore piene di pensieri, di immagini, di cose che non voglio dimenticare. Oltre le nuvole, a diecimila metri di altezza, ogni cosa diventa più chiara. Nella mia mente aleggia la magia di un bambino che sorride anche se è costretto a vivere nella totale vulnerabilità. Ancora più forte sento che un bambino è un bambino ovunque ed è dovere di tutti proteggere la sua infanzia.

Le feste natalizie si avvicinano. Mi piace pensare che la slitta di Babbo Natale si fermerà anche a Delhi, a New Sanjay Camp, portando tanti doni ai piccoli dello slum. Mi piace pensare che quel giorno non saranno più “ bambini di strada ” ma soltanto bambini.

Vanessa Doddi

PHI Foundation

BookCity Milano: Chi ama i libri non va mai a letto da solo

Tra pochi giorni ci sarà la sesta edizione della BookCity Milano.

Con l’arrivo di novembre il countdown per il Natale appare inevitabile ma oggi ci si ferma un po’ prima sulla linea del tempo, precisamente al giorno 17, data in cui ha inizio un evento, rigorosamente no profit, che dal 2012 per quattro giorni, raccoglie attorno a sé numerosi appassionati di libri coinvolgendoli in un’offerta culturale a 360 gradi: BookCity Milano. A volere intensamente questo progetto il Comune di Milano che, grazie alla preziosa collaborazione con librai, biblioteche e grandi nomi dell’editoria italiana quali Fondazione Corriere della Sera, Giangiacomo Feltrinelli, Arnoldo e Alberto Mondadori e Scuola per Librai Umberto e Elisabetta Mauri ogni anno lavora con l’obbiettivo di donare a Milano una nuova identità dove libri e lettori sono motore e protagonisti del tessuto urbano.

Milano come Torino quindi? Per Filippo del Corno, assessore della cultura milanese, il paragone è inconcepibile: “Mettere in relazione la nuova fiera di Milano con quella di Torino -precisa l’assessore secondo Repubblica.it– è un errore strategico e di valutazione” sfatando così qualsiasi diceria che vedeva BookCity Milano e lo storico Salone del libro torinese contendersi malamente nomi e date dei maggiori esponenti dell’editoria italiana.

Nessun malumore quindi per iniziati alla lettura o veri e propri #bookaddicted (a questi ultimi ricordiamo l’hashtag dedicato #BCM16!) anche quest’anno tra la nebbia milanese di novembre e la primavera torinese ad accompagnare le vostre notti ci saranno montagne di nuovi libri e chissà che le partite di calcetto del vostro fidanzato non siano più un così grande problema…

Federica Pizzi

PHI Foundation

GIORNATA MONDIALE DEL RISPARMIO

Il Presidente IID Patriarca interviene alla
92ª Giornata Mondiale del Risparmio

Patriarca: “Risparmio e donazione, due facce della stessa medaglia”

PHI FoundationSebastiano de Falco – A Roma, 27 ottobre 2016 – Si è tenuta, nella prestigiosa cornice di Palazzo della Cancelleria a Roma, la 92ª Giornata Mondiale del Risparmio organizzata come ogni anno dall’Acri sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica. All’evento dal titolo “La cultura del risparmio per la crescita” sono intervenuti Pier Carlo Padoan, ministro dell’Economia e delle Finanze; Ignazio Visco, governatore della Banca d’Italia; Giuseppe Guzzetti, Presidente dell’Acri; Antonio Patuelli, Presidente dell’Abi. In questa occasione sono stati presentati anche i risultati dell’indagine su “Gli Italiani e il Risparmio”, realizzata da Ipsos per Acri e giunta alla sua sedicesima edizione.

“Risparmio e donazione sono due facce della stesa medaglia – dichiara Edoardo Patriarca, Presidente dell’Istituto Italiano della Donazione – anzi, per maggior chiarezza desidero usare parole più specifiche:  risparmio consapevole e donazione responsabile sono due azioni che non posso prescindere l’una dall’altra. I patrimoni di tante famiglie italiane possono infatti tradursi in donazioni fatte con fiducia ma solo se chi riceve, dalla più tradizionale impresa sociale alla più innovativa piattaforma di crowdfunding, sa comunicare con trasparenza la qualità dei propri interventi: è quindi un obbligo per tutti i soggetti di terzo settore investire in credibilità e affidabilità, come deve fare qualsiasi altro soggetto virtuoso che voglia relazionarsi con altri interlocutori. L’Istituto che ho l’onore di presiedere da sempre lavora in questa direzione e agisce per sostenere e promuovere il buon terzo settore”.

 

Sebastiano de Falco

PHI Foundation 

TUTTI INSIEME CONTRO LA VIOLENZA DOMESTICA

In Egitto, quello di Noha, è stato il primo caso di giustizia per una donna che ha denunciato la violenza domestica inflitta dal marito. Un successo, se pensiamo che ancora oggi, in molti paesi, la violenza sulle donne nelle relazioni intime è considerata accettabile e la figura femminile ne viene spesso considerata responsabile, invece che vittima.

Nel mondo occidentale il processo di liberazione della donna dalla subordinazione rispetto al partner si è sviluppato con la nascita del movimento femminista, quando le donne per la prima volta hanno detto “Non più!”. In molte hanno compreso che la violenza domestica non è problema di una singola donna, ma problema sociale. Sono così nati i centri di ascolto, i rifugi, gli sportelli telefonici e, negli ultimi anni, anche quelli anti-stalking.

La storia insegna che è importante rompere il silenzio, ma ancora di più che le donne che denunciano non devono rimanere sole. La denuncia infatti è solo il primo passo.

Per uscire dalla condizione di violenza domestica è necessario l’aiuto di persone specializzate: psicologhe, avvocate, poliziotti, operatori socio-sanitari “educati” ad affrontare la violenza di genere con le sue peculiarità e complicazioni. Solo in questo modo, le donne da vittime tornano di nuovo ad essere protagoniste della propria vita.

Nel nostro paese nel 2008 nasce D.i.Re, Donne in rete contro la violenza, associazione nazionale che riunisce più di 70 centri in tutta Italia. Di questa rete fa parte anche Differenza Donna, l’organizzazione dove lavoro come fundraiser.

Nei centri gestiti da Differenza Donna le donne ospiti trovano uno spazio tutto per loro, dove possono condividere la loro storia di violenza domestica con altre donne. Attraverso il confronto ritrovano fiducia in se stesse e, insieme, l’energia per affrontare il futuro. Tutto questo non può avvenire senza il fondamentale sostegno delle operatrici, che sono la vera forza dell’associazione. Lavorano ogni giorno con dedizione e competenza per supportare le donne ospiti nel delicato percorso di ricostruzione di sé e per aiutare i loro bambini ad esprimere e ad elaborare i disagi subiti.

Assistenza legale, sostegno alla genitorialità, incontri protetti dei minori, sportello lavoro sono tutte risposte che Differenza Donna ha messo in campo per contrastare l’isolamento delle donne che hanno subito discriminazione e violenza domestica.

Presso uno dei centri dell’associazione trovano rifugio anche le donne sopravvissute a tratta, sfruttamento sessuale e riduzione in schiavitù. Sono spesso ragazze molto giovani che si portano dentro ferite immense. Grazie all’inserimento nei programmi speciali di salute e protezione di Differenza Donna, possono recuperare pian piano la stima di se e la fiducia negli altri.

Sono davvero orgogliosa che Noha in Egitto abbia avuto il coraggio di denunciare la sua condizione di violenza domestica e che, per la prima volta, anche lì una donna abbia trovato giustizia. Come sono orgogliosa di lavorare per un’associazione che cerca di portare giustizia per le donne qui in Italia. Non c’è niente di più bello che vedere tante di loro ritrovare un sorriso.

 

Phi Foundation

Vanessa Doddi

PHI – Terremoto: per non dimenticare

Il tempo scorre e spesso siamo propensi a dimenticare, anche se il nostro Sebastiano de Falco ripone tanta fiducia nelle persone ed è pienamente convinto che tutti faranno la cosa giusta aiutando tangibilmente i meno fortunati.

 

Al fine di facilitare tutti quelli che sono intenzionati ad aiutare il prossimo con un gesto semplice ma efficace qui di seguito troverete la giusta via da percorrere.

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Aiutare chi ne ha bisogno, può fare bene al proprio animo, aiutare chi è caduto in disgrazia, sarebbe una causa giusta e umana.

 

Aiutare gli altri, aiuta spesso se stessi, perché si è consapevoli che si sta dando voce e forza a chi non può difendersi.

 

Grazie, a tutte le persone che ci ascolteranno, e per l’aiuto che possono dare, a tutti i bisognosi.

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Un personale ringraziamento della PHI Foundation e di Sebastiano de Falco a tutte le Organizzazioni Non Profit e ONG che sono intervenute a sostegno dei terremotati, un caloroso abbraccio alle migliaia di Volontari presenti sul territorio che insieme alle autorità coordinate della Protezione Civile hanno e stanno svolgendo un gran lavoro.

 

Un immenso grazie alle forze di Polizia, Carabinieri, Vigili del Fuoco, Militari e Civili che hanno salvato molte vite umane spesso aiutati delle unità cinofili e detto in modo più semplice dai fedeli amici dell’uomo il Cane.

 

Un pensiero per tutte le vittime e i loro familiari a quali desideriamo esprimere  la nostra più integra solidarietà e disponibilità a sostenere  contatti@phimail.org

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Nel concludere vogliamo ricordare a tutti i governati che tanto hanno promesso durante tutti questi giorni di non lasciar cadere ancora una volta nell’oblio quanto da loro garantito.

PHI DONATION DAY: il dono e il territorio

Donation day 2016: Sebastiano de Falco della PHI Foundation ha partecipato all’evento di Milano “Il dono e il territorio” tenutosi il 19 settembre alle Gallerie d’Italia.

 

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Un’analisi che fotografa una situazione in evoluzione anche se in alcuni casi fa nascere delle perplessità e domande cui difficilmente riusciamo a dare una semplice risposta bensì porta a riflettere attentamente alla ricerca del giusto equilibrio.

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Raccolta fondi, solidarietà, sostegno alle organizzazioni non profit, sviluppo della social innovation e delle attività di fundraising, contatto one – to – one, supporto crescita territorio, legittimazione giorno del dono, questi i principali argomenti affrontati.

 

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Il grande desiderio di Sebastiano de Falco è rendere tutti partecipi delle informazioni e dati emersi dall’indagine e analisi presentata durante il convegno.

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L’andamento delle raccolte fondi (vedi bilanci 2015 e previsioni 2016 – 14^) con rilevazione nel settembre 2016 con la partecipazione dell’osservatorio IID di Sostegno al non profit sociale.

Trovi le slide dell’indagine alla pagina http://www.istitutoitalianodonazione.it/it/indagini/indagini-osservatorio-iid/area-di-ricerca-organizzazioni-non-profit

 

 

#PHI: Migliorano le raccolte fondi del non profit

COMUNICATO STAMPA  ISTITUTO ITALIANO DONAZIONI

Dal 23 settembre partono le iniziative per la seconda edizione di #DonoDay Più di 100 eventi per il 1° Giro dell’Italia che dona Milano, 19 settembre 2016.

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PHI Foundation: Sono incoraggianti i dati della 14° edizione dell’indagine “L’andamento delle raccolte fondi: bilanci 2015 e proiezioni 2016” realizzata dall’Osservatorio di sostegno al Non Profit sociale dell’Istituto Italiano della Donazione (IID) in collaborazione con l’Associazione Italiana Fundraiser (Assif). Quasi il 40% delle ONP dichiara di aver aumentato la propria raccolta fondi nel 2015, con un leggero incremento rispetto al 2014. Il dato rilevante è la diminuzione di quasi 10 punti percentuali delle organizzazioni che dichiarano di aver peggiorato le proprie performance rispetto al 2014. L’anteprima dell’indagine è stata presentata questa mattina a Milano da Cinzia Di Stasio, Segretario Generale IID, durante il convegno “Il Dono e il Territorio” che l’IID, insieme a Fondazione Cariplo, ha organizzato alle Gallerie d’Italia a Milano. Durante il convegno il presidente dell’Istituto Italiano della Donazione Edoardo Patriarca ha illustrato gli oltre 100 eventi che si terranno in tutta Italia dal 23 settembre al 7 ottobre per il 1° Giro dell’Italia che dona: quasi 200 sono gli aderenti tra comuni, scuole e associazioni. Da oggi tutti i cittadini potranno partecipare attivamente alle celebrazioni del Giorno del Dono, ricercando l’iniziativa più “vicina a casa” grazie alla mappa interattiva. Sono 50 le scuole che aderiscono al video contest “Donare molto più di un semplice dare” per un totale di oltre 1500 ragazzi entusiasti di raccontare la propria idea di dono. Questi i numeri dell’iniziativa: 90.000 le visualizzazioni alle pagine dei video presenti nella piattaforma e più di 36.000 votanti per eleggere il vincitore della categoria “Giuria Popolare”. Per sapere i nomi delle scuole vincitrici della seconda edizione del contest bisognerà aspettare il 4 ottobre, giorno in cui si terrà alla Camera dei Deputati l’evento principale. Ad aprire la mattinata è stato il presidente della Fondazione Cariplo Giuseppe Guzzetti che ha annunciato l’impegno della Fondazione nella diffusione della cultura dei lasciti testamentari, come forma di dono che va al di là di noi stessi: “E’ nostra responsabilità e dovere in questo periodo di crisi sociale ed economica far conoscere questa opportunità filantropica unica che in modo semplice, sicuro ed efficace permette a tutti di mettere a disposizione con continuità nel tempo il proprio patrimonio, piccolo o grande che sia, e quindi di partecipare al benessere futuro delle propria collettività, riattivando risorse e capacità, adeguandosi a bisogni nuovi ed emergenti senza disperdere la speranza di un futuro comune migliore”. È stato il presidente dell’IID Edoardo Patriarca a presentare i risultati raggiunti nella seconda edizione del Giorno del Dono, i numeri delle iniziative, delle adesioni e dei prossimi appuntamenti. “Mi piace celebrare la seconda edizione del Giorno del Dono -ha detto Patriarca- con una conferma del miglioramento della raccolta fondi da parte delle associazioni non profit intervistate, un segnale di positività ed entusiasmo in linea con la mobilitazione nazionale che vede quasi 200 adesioni tra comuni, associazioni, imprese e scuole al Primo Giro dell’Italia che dona che da nord a sud ha fotografato un paese capace di celebrare il dono nei suoi aspetti più nobili. E’ solo il primo passo per un cambiamento culturale che l’IID vuole promuovere affinché il tema della gratuità sia al centro dell’agire di ognuno di noi, come ci ha ricordato anche il Presidente Emerito della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi scomparso pochi giorni fa e primo firmatario nonché grande sostenitore della legge istitutiva del Giorno del Dono”. Stefano Cerrato del Banco Popolare ha presentato la campagna di comunicazione a favore della prima raccolta fondi organizzata per il Giorno del Dono, curata insieme all’Istituto Italiano della Donazione: “Il Banco Popolare attiverà la raccolta fondi, sul conto corrente dedicato Giorno del Dono 2016, coinvolgendo tutte le proprie filiali, circa 1.800. Il conto corrente è già operativo e resterà aperto per la raccolta dei fondi fino al 30 novembre. La campagna, che prevede la distribuzione dei materiali a supporto dell’iniziativa in tutte le filiali, inizierà il 26 settembre e terminerà il 7 ottobre, mentre il conto corrente resterà aperto fino al 31 novembre per la raccolta dei fondi da parte dei cittadini” . Comunicato Stampa IID L’importo raccolto sarà destinato a progetti di enti selezionati secondo chiare regole di trasparenza e correttezza, contenute nella “Carta della Donazione”, il codice etico utilizzato dall’Istituto Italiano della Donazione, che garantisce il donatore sul buon uso delle risorse raccolte. I progetti selezionati saranno di associazioni impegnate nei lavori di ricostruzione “sociale” e territoriale dei paesi colpiti dal sisma del 24 agosto. Le associazioni potranno candidare i propri progetti a partire dal 10 di ottobre fino al 14 novembre. Entro Natale verranno annunciati importi e progetti vincitori. L’iban per contribuire è IT73W0503411701000000040416, beneficiario: Giorno del Dono 2016 Banco Popolare, Causale: Giorno del dono. Durante il convegno, Filippo Petrolati, responsabile del progetto Fondazioni di comunità, ha lanciato la Campagna a favore dei lasciti testamentari promossa da Fondazione Cariplo. “Dopo oltre 15 anni di esperienza di intermediazione filantropica e di attività a sostegno di enti e progetti di utilità sociale -ha detto Petrolati-, lanciamo oggi una campagna a favore dei lasciti testamentari, sicuri che le che le Fondazioni di Comunità locali promosse da Fondazione Cariplo possano costituire un vero e proprio ponte tra generazioni per la loro capacità di interpretare e garantire nel tempo le volontà e i sogni di chi intende continuare a vivere grazie alla possibilità di costituire fondi filantropici permanenti”. A supporto della Campagna Lasciti Gian Paolo Barbetta ha presentato l’aggiornamento rispetto al 2009 del Quaderno dell’Osservatorio “Il mercato dei lasciti testamentari”. “Nell’arco dei prossimi 15 anni un quinto della ricchezza netta dell’intero Paese è destinata ad essere trasferita mortis causa – ha spiegato Barbetta-. All’interno di questo flusso, si ipotizza che il valore potenziale dei lasciti alle istituzioni del Terzo settore possa rappresentare un ammontare significativo, corrispondente a circa l’1% della ricchezza complessiva del paese. In Italia, il valore economico di tale ricchezza potrebbe oscillare fra i 100 e i 129 miliardi di euro; in Lombardia, potrebbe attestarsi intorno ai 12 miliardi”. A chiudere la mattinata un momento di riflessione sul dono, dove a essere protagoniste sono proprie le storie di filantropia del territorio lombardo, precedute dall’intervento di Luigi Campiglio, docente di politica economica alla Cattolica di Milano. A raccontarle Catherine De Senarclens, consigliere della Fondazione comunitaria del lecchese Onlus, Cesare Ponti, presidente della Fondazione Comunitaria del Novarese Onlus e Carlo Vimercati, presidente della Fondazione della Comunità Bergamasca.