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Tumori Pediatrici

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«IO, domani…»: una Onlus contro i tumori pediatrici

Tumori Pediatrici

Tumori in età infantile

Fin dagli anni ’70 quando si sono verificati i primi casi di tumori pediatrici ad oggi, la ricerca scientifica ha effettuato notevoli progressi in questo ambito, diminuendo il tasso di mortalità e sviluppando terapie mediche sempre più efficaci e meno tossiche per il bambino.

Nella maggior parte dei casi, i tumori pediatrici non sono causati da stili di vita come errate abitudini alimentari o come conseguenza dell’esposizione ad ambienti inquinati, ma da fattori non del tutto noti sui quali è difficile effettuare azioni di prevenzione.

Le forme più diffuse di tumori pediatrici sono: leucemie, tumori del rene, della tiroide, delle ossa e del sistema nervoso centrale e vengono curati con la chemioterapia secondo schemi ben definiti, la radioterapia ed una terapia farmacologica con cortisonici ed antibiotici, unici mezzi attraverso i quali ottenere maggiori successi per la sopravvivenza dei malati.

La ricerca oncologica pediatrica sta mettendo a punto dei farmaci antitumorali meno tossici in modo da garantire al paziente in età adulta nessuna conseguenza negativa sul proprio stato di salute.

Il numero dei bambini affetti da queste malattie purtroppo ogni anno cresce sempre di più con un incremento del 2%.

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Il ruolo di «IO, domani…»

L’ associazione IO, domani… nasce nel 1984 grazie all’iniziativa del Professor Manuel Castello e di alcuni genitori di bambini ricoverati nel reparto di Oncologia pediatrica del Policlinico Umberto I di Roma, con lo scopo di rendere più confortevoli gli spazi del reparto, dare assistenza e sostegno ai bambini malati, diffondere i temi dell’oncologia pediatrica promuovendo convegni e seminari, favorendo e finanziando la ricerca clinica.

Nel 1995 diventa una Onlus e nel 1997 viene inaugurata a Roma la prima casa di accoglienza per le famiglie dei piccoli ospiti del suddetto reparto.

Esperienza dei volontari di «IO, domani…»

Molti giovani hanno offerto il loro impegno e dato la propria disponibilità a sostegno dei bambini affetti da queste malattie, standogli accanto, sostenendoli psicologicamente attraverso il dialogo e le attività ludiche. D’altro canto anche i volontari hanno ricevuto molte gratificazioni, dando sostegno ai bambini ed alle loro famiglie in un momento di sofferenza e dolore nella  lotta ai tumori in età infantile. Il lavoro dei volontari, coadiuvato con quello del personale medico e paramedico, è fondamentale durante il percorso terapeutico di guarigione del giovane paziente.

Molti bambini che sono riusciti a superare la fase critica della malattia hanno conservato un dolce ricordo dell’ attività dei volontari, dei medici e della loro degenza nel reparto oncologico dell’ ospedale.

Tumori Pediatrici

Chiunque volesse offrire il proprio concreto contributo per aiutare la lotta contro i tumori pediatrici può diventare volontario/a, collegandosi al sito www.phifoundation.com

 

 

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Cane: Come Adottare un Cane

Cane: Come Adottare un Cane

ADOTTARE UN CANE…

Cane: Come Adottare un Cane

CANE: ANIMALI DIVENUTI DOMESTICI…

Cane: Molte persone posseggono animali nelle proprie abitazioni e sono in continuo aumento le adozioni di cuccioli e di animali di diverso tipo.

Infatti se vent’anni fa era normale avere un cucciolo di cane o di gatto, o un criceto o una tartaruga o un pesciolino rosso o un pappagallo, oggigiorno alcune persone sono fiere di avere nella propria abitazione un rettile, un’iguana, una scimmia, un maialino nano, delle oche da giardino, insomma animali di specie particolari che vivono di norma in natura ed allo stato brado.

Alcuni con la passione dei serpenti, li tengono nelle abitazioni in un numero elevato, altri con la passione per i cani instaurano col cane un legame di affetto smodato, scambiandolo talvolta per un figlio, esaltandosi eccessivamente in ciò e trascendendo il concetto che un cane appartiene al genere animale e non al genere umano.

Spesso, contrariamente alle esagerazioni di affetto spropositato e smisurato per gli animali, invece in altri casi, questi ultimi sono vittime di violenze da parte dell’uomo, quando è doveroso avere rispetto per queste dolci creature.

Commettere violenze sugli animali è un reato penale punibile con l’arresto oltre a multe salatissime, ma si registrano nella popolazione episodi di zoosadismo (ossia persone per lo più di sesso maschile, affette da un disturbo psichiatrico che le portano a provare piacere nell’osservare od infliggere sofferenze sugli animali).

Sarebbe opportuno che ci fosse un equilibrio ed un bilanciamento anche in questo aspetto, ossia si passa da un amore materno verso gli animali al commettere su di essi le violenze più orribili e spaventose.

TRE ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO ANIMALISTA

Nel 1994 è nata a Roma l’associazione di volontariato ambientale Code Felici con lo scopo di prendersi cura dei cani offrendo loro cure medico-veterinarie, cibo, pulizia, coccole e giochi.

Il canile ospita 50 cani ed ogni giorno hanno le cure e l’affetto dei volontari che si offrono per il loro sostentamento.

Dopo due anni nel 1996 sempre a Roma è stata fondata Io Libero, una Onlus che ha lo scopo di garantire il benessere degli animali ospitati nei canili, migliorandone le loro condizioni di vita.

I volontari si prendono cura dei cani assistendoli sotto l’aspetto sanitario, ricreativo e sponsorizzando le adozioni sui siti animalisti.

Invece ben 7 anni fa, nel 2012 è nata ALFA, una Onlus presente in diverse regioni italiane, con l’obbiettivo di combattere il randagismo e di difendere i diritti degli animali, infatti l’associazione è riuscita a salvare 400 cani abbandonati ed a fare più di 1.000 adozioni.

Chiunque voglia diventare volontario e dare il proprio sostegno alle suddette associazioni può connettersi sui loro siti internet.

CONCLUSIONI

Adottare e possedere un cane è una grande responsabilità per i proprietari dell’animale i quali sono tenuti a comportarsi in modo rispettoso nei confronti delle altre persone ossia devono portare il proprio cane col guinzaglio e la museruola nei luoghi pubblici, stare a debita distanza da bambini e dalle persone in modo tale da non arrecare fastidi agli altri, devono raccogliere le deiezioni canine per non sporcare le aree pubbliche urbane come marciapiedi, parchi, strade etc.

Confido sempre nel senso civico umano, che si ponga attenzione e che si abbia cura e rispetto sia per gli animali che per l’ambiente che ci circonda.

E soprattutto i cani vanno difesi, protetti e tutelati da chi invece li maltratta o li abbandona, perché se è vero che “il cane è il miglior amico dell’uomo” è anche vero che a volte “l’uomo non è il miglior amico del cane“.

 

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Giorno della Memoria ANED

GIORNO DELLA MEMORIA E ANED

IL GIORNO DELLA MEMORIA E ANED

 

Giorno della Memoria

Si è appena svolto, come ogni 27 Gennaio, il Giorno della Memoria, una ricorrenza internazionale istituita per commemorare le vittime dell’Olocausto, perché proprio in quel giorno nel 1945 il campo di concentramento di Auschwitz fu liberato dalle truppe dell’Armata Rossa.

Sono migliaia le iniziative che vengono organizzate in tutta Italia per celebrare il Giorno della Memoria e, tra le associazioni no profit maggiormente attive nelle commemorazioni, notevole è l’impegno di ANED (Associazione Nazionale Ex Deportati nei Campi Nazisti).

L’ANED è un’associazione, senza fini di lucro ed eretta Ente Morale dal 1968, a cui aderiscono  i sopravvissuti allo sterminio nazista, i familiari dei deportati e coloro che vogliono studiare e divulgare la storia delle deportazioni nei Lager nazisti con lo scopo di valorizzare il contributo dei deportati alla causa della resistenza e affermare gli ideali perenni di libertà, giustizia e pace, avviando a concreta realizzazione il testamento ideale dei caduti.

L’ANED ha sezioni in diverse città italiane e il suo costante impegno nella pubblicazione di studi e ricerche sulla deportazione ha permesso la nascita della Fondazione Memoria della Deportazione, in cui è affluita tutta la documentazione di oltre 50 anni di attività dell’associazione.

Molti gli eventi organizzati nel 2017 in occasione del Giorno della Memoria da ANED o a cui l’associazione ha collaborato o partecipato, da una conferenza sul tema “Lo sfruttamento del lavoro nei campi nazisti” ad Udine, alla Prima Corsa della Memoria voluta dall’Unione delle Comunità ebraiche italiane a Roma, a “Il treno di Teresio” a Vigevano, ad una serie di manifestazioni a Firenze e in tante altre città italiane.

Ma anche tu puoi sostenere l’associazione ed aiutarla nel suo obiettivo di far conoscere, soprattutto ai giovani, la storia della deportazione e del Giorno della Memoria attraverso un versamento alla segreteria nazionale dell’ANED.

PHI Foundation è un’associazione che si occupa di sostenere ed aiutare tutti gli operatori che si muovono nell’ambito del Terzo Settore, attraverso l’informazione e la promozione di raccolte fondi.

Se vuoi aiutarci in questo compito, sostienici attraverso un contributo cliccando qui

 

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VOLONTARIATO INTERNAZIONALE TOGETHER FOR NEPAL

VOLONTARIATO INTERNAZIONALE

VOLONTARIATO INTERNAZIONALE TOGETHER FOR NEPAL

 

La prima volta  ho sentito parlare di Pierangelo Fabbri da un amico, di ritorno da alcuni mesi di volontariato internazionale, con l’Associazione Togheter for Nepal.

In tanti forse non ricordano i terremoti della primavera  2015 in quel paese alle falde dell’Himalaya, ma non Pierangelo Fabbri, missionario e volontario internazionale per vocazione che, destino della sorte, si trovava nel paese himalayano proprio in quei fatidici giorni.

Fabbri è missionario e fa parte del gruppo di volontariato internazionale da decenni e quando ho potuto intervistarlo, ha esordito con una frase piuttosto celebre: Sono come una piccola matita nelle mani di Dio, questo mi ha insegnato Madre Teresa, che ho conosciuto nel lontano 1982 durante un  periodo di volontariato  all’orfanotrofio Shishu Bhavan di Calcutta.

Il pensiero della “Piccola Suora” mi ha accompagnato in tutti gli anni a venire ed in particolare in quel desolato 25 aprile 2015, quando un fortissimo terremoto di magnitudo 7.8 sconvolse il Nepal, causando più di 8000 vittime, oltre a milioni di senzatetto, a soli due mesi dall’arrivo della stagione delle piogge monsoniche. Così decisi che, invece di fuggire, sarei rimasto lì ad aiutare quel popolo afflitto e sofferente. 

I risultati delle Associazioni di Volontariato Internazionale

(Puoi vedere https://www.givingway.com/organization/together-for-nepal)

Mi sistemai in un campo di tende  alla periferia di Kathmandu.

Dalla armonia, che si creò fin da subito tra il popolo nepalese e noi volontari e con lo scopo di coordinare le iniziative umanitarie delle diverse associazioni internazionali, nacque a Kathmandu l’Associazione “TOGETHER FOR NEPAL”.

Grazie ad essa, alla cooperazione ed al sostegno di tanti volontari, onlus e Associazioni Internazionali,  fummo in grado di distribuire tonnellate di cibo, tende, coperte, divise e materiale scolastico nella Valle di Kathmandu e in tanti piccoli sperduti villaggi himalayani. Costruimmo inoltre decine e decine di casette di bambù e lamiera per le famiglie di sfollati e organizzammo diverse librerie ed aule scolastiche temporanee, nei cortili delle  scuole crollate, (quasi 5000 scuole vennero distrutte dal terremoto), organizzammo poi la “sponsorizzazione scolastica” (adozione a distanza) per 12 bambini, alcuni rimasti orfani di entrambi i genitori.

Infine, tra le macerie della storica cittadina semi distrutta di Bungamati, nella Valle di Kathmandu, costruimmo inoltre la nuova sede della Bungamati Foundation, un’Associazione fortemente operativa in quella zona. 

Volontariato Internazionale per il sostegno alle famiglie

Consapevoli  che ricostruire gli edifici  non è sufficiente ad apportare le necessarie migliorie, mentre lo è una buona formazione:

  • Abbiamo istituito incontri formativi e workshop, per insegnanti, studenti, volontari e progettisti di ONG.
  • Tuttora stiamo portando avanti numerosi corsi di formazione: tessitura, taglio e cucito, informatica, corsi per elettricisti, corsi d’igiene, di nutrizione e sana alimentazione.
  • Stiamo anche lavorando a numerosi progetti mirati a ricreare una pur minima autosufficienza economica:

– Costruzione di un laboratorio per la tessitura.

– Costruzione di strutture per allevamento, con l’acquisto di pulcini e di capre.

– Distribuzione macchine da cucire, filtri acqua, medicinali, apparecchiature mediche, carrozzelle, computer, attrezzatura da elettricista, libri e materiale didattico in scuole e orfanotrofi.

Vedi, io credo che solo quello che avremo seminato di positivo nella vita gli uni degli altri sarà ciò che rimarrà di noi quando lasceremo questa vita terrena ed in fondo, diciamocelo, il fare volontariato, il mondo del no profit, la fratellanza e l’interessamento  fra gli esseri umani  sono sicuramente quanto di meglio possiamo offrire al nostro prossimo, vicino e lontano che sia. Così ognuno di noi potrà scoprire quella felicità che deriva dal far felici gli altri”. 

Proposta “viaggio di volontariato internazionale” e raccolta fondi Associazione Together for Nepal

Durante l’intervista, Pierangelo raccontava senza interruzioni, senza posa.

Dedizione e fervore erano palpabili nel resoconto, così come nell’invito col quale ha voluto concludere la sua testimonianza: “Se  ti andasse potresti venire in Nepal con noi volontari a conoscere e a vedere con i tuoi occhi quella realtà. Hanno ancora tanto bisogno di noi e noi di loro,  per rammentare i più antichi e autentici valori della vita!”

L’invito di Pierangelo e della Associazione Together for Nepal è rivolto a tutti. 

L’incontro col dinamico ospitale patriarca

Ho pensato di tenere per ultima quella che per me è stata la foto più dolce che ho recuperato dagli scritti di Pierangelo di quei giorni. Quando lui l’ha rivista qui, dentro l’articolo, si è commosso di nuovo.

“L’uomo ultra-ottantenne con cui scambio il saluto “Namaste”, vive nella casetta di lamiera assieme alla moglie semiparalizzata, ai figli e nipoti, una famiglia di 15 persone. Di fianco a noi ci sono le macerie della loro casa distrutta. Dopo averci offerte delle susine, l’unica cosa che avevano, continuava ad insistere affinché rimanessimo lì a dormire. Poi ci accompagnò al nostro veicolo e appena mi sporsi dal finestrino per salutarlo lui iniziò a correrci dietro. Non potrò mai dimenticare quel momento. Ho pianto e piango ancora nel ricordarlo”. Pierangelo Fabbri

 

 

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Croce Verde: Istituto poco conosciuto

Croce Verde: Istituto poco conosciuto

CROCE VERDE: UN ISTITUTO POCO CONOSCIUTO

COS E’ LA CROCE VERDE?

Chi di voi ha mai sentito parlare della Croce Verde?

Chi sa di cosa si tratta e qual è la sua mission?

Una Associazione Onlus nata verso la fine del XIX secolo, per volontà di alcuni soci fondatori, operativa fin da subito, intervenne durante il primo conflitto mondiale, allestendo un ospedale da campo finalizzato all’accoglienza ed alla cura dei militari feriti.

Dopo la guerra questa associazione sviluppò sempre di più la sua attività ed i volontari diventarono sempre più numerosi. Le sue attività e finalità sono da sempre quelle di soccorrere gli infortunati e gli ammalati.

CROCE VERDE COME E’ ORGANIZZATA?

Un ente di volontariato territoriale e locale, che opera in campo sanitario, è dedita al trasporto urgente e non urgente d’infermi verso la struttura ospedaliera e al trasporto di persone disabili, coopera con la Protezione Civile, offre il suo intervento ad eventi come concerti (ad esempio il concerto di Vasco Rossi a Torino) ed a manifestazioni sportive.

La Croce Verde svolge le sue attività in diverse regioni ed enti locali e a differenza della Croce Rossa Italiana, che è sovvenzionata dallo Stato, la Croce Verde è un’ente locale e dipende dalle A.N.P.A.S. (Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze), difatti esistono diverse per ogni città o ente locale.

Ad esempio la Croce Verde Torino è composta da circa 500 volontari divisi tra: Milite Volontario (persone maggiorenni), Squadra Giovani (persone minorenni, dai 15 anni in su), Squadra di Montagna (fondata nel 1932, con il compito di assistere gli infortunati sulle piste sciistiche piemontesi) ed il Gruppo Autisti che guidano i mezzi di soccorso.

La Croce Verde Torino dispone di un autoparco composto da ambulanze per il soccorso avanzato e base, ambulanze per trasporti secondari, mezzi attrezzati per il trasporto di disabili ed altri mezzi per interventi di Protezione Civile.

Il Consiglio direttivo della C.V. è composto dal presidente, dal vicepresidente, dal direttore amministrativo, dal direttore dei servizi, dal direttore sanitario e da altri consiglieri.

COME ADERIRE A QUESTA ISTITUZIONE?

Chiunque voglia diventare volontario della sezione torinese può consultare il sito www.croceverde.org e fare un colloquio conoscitivo nella sede centrale di Torino.

La Croce Verde è presente in tutto il territorio nazionale, pertanto se vuoi collaborare con loro, informati su quale sia la sede più vicina a te e prendi contatto con loro, c’è sempre tanto bisogno di volontari e persone che vogliono aiutare il prossimo.

 

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Vivi Down: La Sindrome

Vivi Down: La Sindrome

VIVI DOWN: E LA SINDROME DI DOWN

Vivi Down: La Sindrome. La Rete, una Soluzione

Più esco, più incontro persone e più mi rendo conto della grande capacità che ha l’uomo di fare rete, di aiutare e sostenere chi vive situazioni difficili, come coloro che soffrono della Sindrome di Down.

Durante un aperitivo conosco Giuseppe: fa parte di un’Associazione bellissima, Vivi Down, dove le famiglie che hanno in seno un proprio caro con la Sindrome di Down possono trovare non solo solidarietà e aiuto, ma possono anche imparare a vivere serenamente.

L’Associazione è nata negli anni Ottanta per necessità di alcuni genitori di sostenersi e avere un rapporto più stretto con i medici che curano questa trisomia; un aiuto concreto nella quotidianità per affrontare i disagi che questa sindrome può presentare.

Vivi Down: La Sindrome

I PROGETTI

Vivi Down è una fucina di progetti e iniziative, come  “Progetto Salute”, una rete di solidarietà tra medici e famiglie per affrontare e prevenire le patologie associate alla Sindrome di Down, oppure il progetto “Ti ascolto”, che offre appoggio psicologico da parte di un professionista, e “Progettiamo la mia Vita”  che da quest’anno è finanziato da Fondazione Cariplo e si prefigge il difficilissimo compito di seguire con più figure professionali (psicologi, dirigenti scolastici, insegnanti di sostegno, allenatori sportivi) il bambino/adolescente/giovane con Sindrome di Down per condurlo verso l’età adulta. Il team verifica quali sono le sue caratteristiche, le sue abilità e soprattutto quali sono i suoi desideri, per capire come accompagnarlo e sostenerlo. La solidarietà, la capacità di fare rete sono in questo caso fondamentali. Si guarda non solo all’aspetto salute ma anche e soprattutto all’autonomia della persona con Sindrome di Down.

Ci sono anche progetti di Danza Terapia e Arte Terapia che nascono di anno in anno a seconda delle esigenze delle famiglie e dei fondi a disposizione; uno tra questi è quello svolto in collaborazione con AVS Associazione di Veronica Sacchi per insegnare Clowneria alle persone con Sindrome di Down che hanno più di 35 anni.

Attraverso la Clowneria gli adulti con Sindrome di Down diventano più attivi e proattivi, vengono poi impiegati per animare feste di associazioni, feste per anziani o per gli oratori. Molte persone con Sindrome di Down fanno volontariato, aiutano nelle mense dei poveri, nelle case di riposo, nelle associazioni che si occupano di animali; perfino la Croce Viola li impiega come aiuto nel ripulire le autoambulanze. Come tutte le persone devono avere un’occupazione per sentirsi parte della società e individui produttivi, utili e fondamentali.

Tra i vari progetti c’è Un volontario per amico, iniziativa che permette di affiancare un ragazzo con Sindrome di Down a un volontario per trascorrere insieme del tempo libero e fare le attività che più interessano.

Un’altra bella iniziativa è la Milano Marathon che si terrà l’8 aprile per coinvolgere tutti in una gara sportiva tra le vie della città, i cui ricavati andranno a finanziare progetti dell’associazione. 

Vivi Down: La Sindrome

A CHI RIVOLGERSI

Vivi Down fa rete con molte associazioni sparse sul territorio nazionale, la loro sede è a Milano ma li puoi trovare su www.vividown.org, contattarli via email  info@vividown.org e seguire tutto ciò che fanno sulla loro pagina Facebook vividownonlus.

La solidarietà è importante e se hai voglia di dare una mano, dedicare un po’ di tempo a chi è colpito dalla Sindrome di Down, aiutarli nella gestione del loro sito o delle pagine Social, raccogliere fondi o sostenerli, allora contattali pure, ne saranno felici e ti doneranno il loro affetto e la loro gratitudine.

 

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Impronte Diverse: Progetto Inclusione Sociale

Impronte Diverse: Progetto Inclusione Sociale

IMPRONTE DIVERSE: UN PROGETTO DI INCLUSIONE SOCIALE

 

 

Impronte Diverse è una piccola ma bellissima realtà di volontariato a Cernusco sul Naviglio che riunisce piccoli e grandi in un progetto di inclusione sociale, attraverso laboratori di arte, musica, danza, teatro, cucina e tanta, tanta voglia di divertirsi e stare bene insieme.

L’idea di questa associazione nasce dall’esigenza delle famiglie dei ragazzi con disabilità di trovare uno spazio, extra scolastico o extra istituto, dove queste persone abbiano la possibilità di incontrare degli amici e vivere con qualità il loro tempo libero.

Questa esigenza è stata raccolta da Roberta e alcune amiche, che grazie al supporto del Comune di Cernusco e soprattutto alla disponibilità di tanti volontari, hanno dato vita a Impronte Diverse.

Impronte Diverse: Progetto Inclusione Sociale

L’associazione, completamente gratuita, comprende famiglie e singoli che mettono a disposizione le loro capacità e competenze per creare una serie di attività adatte a coinvolgere sia ragazzi con disabilità che normodotati. C’è un’insegnate di arte in pensione che si occupa di tutto ciò che riguarda l’ambito artistico, una mamma che organizza laboratori di cucina, persone specializzate in regia teatrale che coinvolgono i ragazzi nella preparazione di spettacoli.

Ciò che accomuna le svariate persone che fanno parte di Impronte Diverse è il credere nel diritto-dovere della comunità di garantire ad ogni individuo, abile e non, la possibilità di crescere insieme ad altri, di rinforzare la percezione di sé nella relazione con gli altri e il piacere di sentirsi amato, accettato, capito e protagonista. Valorizzare il “tempo libero” per le persone più fragili rappresenta un sostegno per una buona qualità della vita e contribuisce ad un progetto di vita autonoma e indipendente.

Il punto di forza di questa associazione è di essere ben collegata al territorio, in modo da trovare ambiti sempre più ampi per coinvolgere i ragazzi e farli sentire parte della comunità. Ad esempio, in collaborazione con un grosso centro sportivo di Cernusco, che ha al suo interno una bocciofila gestita da alcuni anziani, è stato possibile creare uno spazio settimanale per insegnare ai ragazzi a giocare a bocce.

E poi c’è la partecipazione agli eventi più grandi, organizzati dalle varie realtà territoriali. Come la grande festa cittadina che si terrà il 31 ottobre per Halloween, dove Impronte Diverse, insieme a La Filanda, progetto di alcune associazioni e cooperative sociali di Cernusco e alla Pro Loco, con il Patrocinio del Comune, sta organizzando una grande caccia al tesoro nelle vie pedonali della città. E nell’attesa dell’evento i ragazzi dell’associazione dipingono cartelloni per la serata, creano maschere di zucca e preparano la danza di Halloween.

Non occorre essere grandi o fare grandi cose per dare un contributo a migliorare la realtà sociale in cui si vive, bastano un po’ di tempo, di entusiasmo e di voglia di condividere qualcosa con gli altri. Tante piccole impronte fanno una grande mano.

 

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Festival Comunicazione Sociale

Festival Comunicazione Sociale

Festival della Comunicazione Sociale

 

Festival Comunicazione Sociale

Realizzare una comunicazione sociale efficace è fondamentale per trasmettere un messaggio o per la riuscita della propria campagna di raccolta fondi. Per questo motivo Pubblicità Progresso Fondazione per la comunicazione sociale ha deciso di dedicare al tema della comunicazione sociale un festival per approfondire il tema e discuterne con alcuni dei maggiori esperti del campo. Il festival si tiene a Milano dal 2 al 30 Novembre e vuole coinvolgere esperti del settore della comunicazione, imprese, enti no profit, amministrazioni locali, studenti e docenti e chiunque fosse interessato e sensibile al tema della comunicazione sociale.  Il festival si aprirà il 2 novembre con un incontro tutto dedicato alle migliori campagne sociali di tutto il mondo e proseguirà fino al 30 Novembre con un ricco programma e con incontri dedicati a temi specifici, alcuni riservati agli studenti universitari.

I temi trattati sono di grande attualità ed alcuni riguardano argomenti molto “caldi” nell’ambito no profit, come il rapporto tra associazionismo e aziende, marketing e pubblicità in ambito sociale e le regole che li riguardano, casi di successo da analizzare e da cui prendere spunto. Questo programma molto ricco, impreziosito dalla presenza di esperti, giornalisti e altri professionisti provenienti dal mondo universitario, del no profit e dell’impresa lo rendono un appuntamento unico, per chi volesse migliorare la propria strategia di comunicazione o costruirne una.

Il festival è un’ottima occasione per confrontarsi, crescere e discutere su queste tematiche, raccogliere stimoli, idee per migliorare e rendere più efficacie la strategia della propria comunicazione sociale della propria associazione o per trovare qualche nuova idea per comunicare la propria mission, realizzare una campagna o raccogliere fondi per un progetto specifico.

Se queste tematiche vi stuzzicano e vi interessano non esitate a partecipare.

 

 

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Famiglie Monogenitoriali: Geometria Variabile

Famiglie Monogenitoriali: Geometria Variabile

Famiglie a geometria variabile: le famiglie monogenitoriali

 

Famiglie Monogenitoriali: Geometria Variabile

In Italia oltre quattro milioni di famiglie sono composte da uno o più figli che vivono prevalentemente con uno dei due genitori, sono famiglie monogenitoriali, una realtà complessa e sempre più diffusa che non può essere ignorata.

UN VALIDO AIUTO

Smallfamilies è un’associazione di promozione sociale, costituitasi il 14 febbraio 2014, che attraverso un portale di eventi, a campagne di sensibilizzazione e ad una collana editoriale, è in prima linea sul fronte dell’impegno politico e sociale a favore delle famiglie monogenitoriali più esposte a condizioni di fragilità economica e relazionale.

Le sue basi si fondano già nel 2012, quando a Gisella, architetto, ricercatrice e madre single, viene l’idea, condivisa con altri due genitori single, Michele ed Erika, di creare un punto di riferimento per le famiglie monoparentali o come loro preferiscono chiamarle “smallfamilies”, “famiglie a geometria variabile”.

Insieme ad altri volontari, i tre promotori si documentano, prendono spunto da siti internet di paesi esteri più avanzati su questi temi e iniziano creando un portale, un osservatorio sulle famiglie monogenitoriali in Italia e nello stesso tempo un sito di informazione e orientamento per genitori soli, alle prese con tutte le difficoltà pratiche ed emotive ma anche con le soddisfazioni e desideri che comporta questa condizione.

SERVIZI E ASSISTENZA

Uno dei primi servizi istituiti è la consulenza e l’assistenza legale, una “selezione” di professionisti specializzati in materia per aiutare a trovare una soluzione il più possibile pacifica. E poi incontri, consulenze e punti di ascolto per aiutare ad affrontare gli aspetti psicologici legati a una separazione.

Un’ampia parte del lavoro dei volontari di Smallfamilies è dedicato alla ricerca, alla promozione di sondaggi e alle azioni di sensibilizzazione delle Istituzioni. Da sempre l’associazione denuncia la carenza di attenzione e di welfare dedicato alle famiglie costituite da un unico genitore. Eppure è evidente che anche in Italia, nell’eterogenea composizione delle famiglie, tra coppie sposate e coppie di fatto, con o senza figli, una buona percentuale è composta da genitori single, separati o divorziati, genitori unici o vedovi con figli a carico.

DATI SOMMERSI

Da una ricerca effettuata per fotografare la situazione in Lombardia si è messo in evidenza che ben il 12,8% delle famiglie è costituita da famiglie monogenitoriali e che solo il 4% è composto da famiglie numerose. La richiesta che Smallfamilies continua a fare alle Istituzioni è di prendere atto di questa trasformazione demografica e sociale e di programmare un welfare adeguato alle esigenze di queste nuove realtà familiari.

Uno dei problemi più grossi che si devono affrontare dopo una separazione è quello della casa e serve aiuto da parte delle Istituzioni. Un aiuto che riconosca pari diritti a tutte le famiglie monogenitoriali. Oggi in Lombardia i contributi sono destinati solo a situazioni di fragilità economica derivanti dalla rottura di una coppia sposata.

Smallfamilies è alla ricerca, anche fuori dal territorio di Milano, di realtà simili alla sua, o che si occupano più in generale della “famiglia che cambia”, per far rete e promuovere insieme progetti e azioni che sviluppino queste tematiche e individuino soluzioni adeguate. Ampliare la rete è importante per ottenere risultati concreti.

Gisella e gli altri volontari cercano anche mani che abbiano voglia di scrivere articoli sul loro sito, raccontare le loro storie, anche anonime, condividere le loro esperienze; persone che abbiano voglia di condividere il loro tempo e di dare luce ai genitori single. Se avete bisogno di loro, se volete aiutarli e sostenerli andate sul sito.

 

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Il Volontariato Internazionale

Il Volontariato Internazionale

VOLONTARIATO INTERNAZIONALE: ECCO PERCHÈ FARLO

Il Volontariato Internazionale

COS’È IL VOLONTARIATO INTERNAZIONALE ?

Il volontariato internazionale è un’attività di aiuto gratuito verso persone che hanno bisogno di assistenza in situazioni d’indigenza dovuto alle calamità, alla povertà, a malattie, da parte di individui che offrono il loro sostegno spontaneamente e gratuitamente in tutto il mondo, verso chi è in condizioni di difficoltà.

Il volontario è colui che seguendo la propria volontà si presta a collaborare in circostanze estreme di criticità indipendente da obblighi, costrizione esterne e lucro.

Il volontariato internazionale rientra in una macro area di aiuti volontari, che toccano tutti i continenti: dall’Europa, all’America, all’Africa , all’Asia, contrapponendosi al microvolontariato, che non richiede nè un impegno continuo nè un periodo di formazione.

Il volontariato internazionale è un’esperienza da svolgere nell’ambito di associazioni di volontariato, missioni umanitarie e campi di lavoro, che può fare chiunque abbia una forte motivazione, uno spirito d’iniziativa, una buona capacità di lavorare in gruppo, uno spirito d’adattamento per chi presta servizio in Paesi fortemente disagiati e soprattutto, essere consapevoli di quello che si va a fare.

È un’ esperienza densa di emozioni e significati che rappresenta un’ampliamento delle conoscenze e l’acquisizione di una nuova coscienza del mondo che ci circonda.

Fare il volontario significa aprirsi a nuovi punti di vista, a nuove informazioni personali e professionali, ampliare le proprie capacità, amicizie ed esperienze in ambito internazionale e solidale.

L’attività di volontariato è in costante crescita, circa il 20% della popolazione italiana offre il proprio aiuto in Italia, mentre il 10%  si presta in progetti di cooperazione internazionale.

DUE ASSOCIAZIONI PER IL VOLONTARIATO INTERNAZIONALE

L’AFSAI (acronimo di Associazione per la Formazione, gli Scambi e le Attività Interculturali) propone attività internazionali per giovani e studenti.

L’AFSAI è nato a Roma nel 1958, unica associazione, in quel periodo, ad occuparsi di volontariato giovanile nazionale, europeo ed internazionale.

L’associazione offre la possibilità agli studenti delle scuole superiori di fare un’esperienza di volontariato internazionale in Europa (Germania, Francia, Spagna, Irlanda), in Cina e Stati Uniti, svolgendo attività socio-educative negli asili, assistenza negli orfanotrofi ed attuando progetti di protezione ambientale.

Chi fosse interessato a partecipare può consultare il sito internet www.afsai.it.

E poi c’è anche l’associazione Joint, sorta a Milano nel 2003, che è pronta ad offrire opportunità di mobilità internazionale per i giovani tra i 18 ed i 30 anni.

Bisogna iscriversi all’associazione e candidarsi ai vari progetti disponibili.

C’è la possibilità di svolgere attività di animazione ed insegnamento ai bambini in Ghana, attivare progetti di microfinanza collaborando con i commercianti e piccole cooperative in Ghana al fine di ridurre la povertà, svolgere attività educative in Palestina e di sviluppo a Solan, in India.

Per chi ama viaggiare ed unendo a questa passione quella di fare un’esperienza da volontario può consultare  la pagina web www.volontariatointernazioanle.org.

Il volontariato internazionale è un’importante esperienza di vita che dà la possibilità di conoscere nuovi aspetti, nuove culture ed offre un’apertura verso il mondo in un’ottica di ampliamento.

 

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Terzo Settore il Non Profit

Terzo Settore Non Profit

Terzo Settore il Non Profit

Terzo Settore il Non Profit: CARATTERISTICHE DEL TERZO SETTORE

Terzo Settore il Non Profit: L’espressione Terzo settore si trova già alla fine del Novecento e sta ad indicare una realtà socio-economica che si separa dallo Stato e dall’economia.

Il Terzo settore (o settore no-profit) si identifica con quell’insieme di attività produttive che non ricercano un profitto nè rientrano nell’ambito di un’amministrazione pubblica differenziandosi in ambito internazionale dal cosiddetto welfare americano che garantisce assistenza alla cittadinanza tramite interventi erogati da istituzioni pubbliche.

Un’organizzazione per poter appartenere al Terzo settore deve avere un suo statuto ed una governance interna, essere separata dal settore pubblico-statale, non distribuire profitti ai membri dipendenti e sul piano operativo disporre, quindi, di lavoro volontario.

Le organizzazioni del Terzo settore possono assumere un’ampia varietà di forme legali ed istituzionali, ossia possono essere: organizzazioni no-profit, Ong (organizzazioni non governative), Onlus (organizzazione non lucrativa di utilità sociale), organizzazioni artistiche e culturali, congregazioni religiose, club sportivi etc..

Il Terzo settore, distanziandosi dall’attività statale, offre in modo del tutto gratuito assistenza, sostegno alle persone bisognose, intervenendo nelle più disparate situazioni critiche di difficoltà ed offrendo un aiuto concreto ed efficace che lo Stato stesso non è in grado di fornire.

Il Terzo settore incide sul PIL italiano del 2% mentre per le attività legate all’ambito sociale occupa il 15% del PIL italiano.

Terzo Settore il Non Profit

LEGGI DEL TERZO SETTORE

La legislazione italiana ha disciplinato il Terzo settore, dando una definizione giuridica con la legge delega 106/2016 in cui si è stabilito che il Terzo settore ha una sua natura giuridica privata non lucrativa, un suo atto costitutivo, persegue finalità civiche, solidaristiche, di utilità sociale ed attua il principio di sussidiarietà.

Dopo un anno è stato emanato il decreto legislativo 117/2017 che con 104 articoli fissa le regole comuni per gli enti del Terzo settore e più recentemente il decreto legislativo 105/2018 che contiene le disposizioni correttive ed integrative del Codice del Terzo settore, ribadendo quanto già sopradetto aggiungendo inoltre che le associazioni politiche, i sindacati, le associazioni economiche non rientrano nel Terzo settore, vige l’obbligo di redigere il bilancio dell’ associazione, un regime fiscale favorevole, l’ assegnazione d’ immobili pubblici inutilizzati.

Terzo Settore il Non Profit

DUE ASSOCIAZIONI DEL TERZO SETTORE

Il Forum Nazionale del Terzo Settore è un’associazione senza scopo di lucro costituito a Roma nel 1997 da alcuni soci, con lo scopo di valorizzare e potenziare l’azione del volontariato, dell’associazionismo, della cooperazione sociale, della solidarietà internazionale (www.forumterzosettore.it).

Al Forum Nazionale del Terzo Settore possono partecipare i soci, gli enti aderenti, i forum regionali e territoriali.

Il Forum ha lo scopo di rappresentare gli interessi e le istanze comuni delle organizzazioni del Terzo settore a livello internazionale, nazionale e locale nei confronti di istituzioni, di forze politiche e di organizzazioni socio-economiche; promuovere lo sviluppo del Terzo settore, svolgere attività di promozione, studio, analisi tecnico-scientifica in materia istituzionale e di collaborare con organismi internazionali per diffondere i propri scopi e valori.

L’associazione elegge ogni 4 anni un portavoce, che è il rappresentante legale del Forum, ha il potere di firma e la funzione di esprimere l’unità politica del Forum, rappresentandolo presso le istituzioni pubbliche e private.

In aggiunta c’è Italia no profit, un portale internet dove registrare associazioni, fondazioni, organizzazioni di volontariato e cooperative sociali, per avere una maggiore visibilità, trasparenza, migliori servizi ed un maggior sviluppo economico nella campagne di crowfunding (www.italianoprofit.it).

L’attività del Terzo Settore è sempre più importante e determinante nella società attuale dove i volontari devono fronteggiare situazioni di difficoltà in vari ambiti, dalla sanità, all’assistenzialismo, ai problemi ambientali e molto spesso lo Stato e le istituzioni dimostrano le loro incapacità ed inadeguatezze nell’affrontare le situazioni di criticità.

 

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LA SCLEROSI MULTIPLA

LA SCLEROSI MULTIPLA

CHE COS’ È LA SCLEROSI MULTIPLA ?

La sclerosi multipla è una malattia neurodegenerativa demielinizzante, che comporta la perdita della mielina (o guaina mielinica, la quale ha una struttura biancastra multilamellare con funzione isolante che avvolge gli assoni di tutti i neuroni degli esseri vertebrati) in molte aree del sistema nervoso centrale.

Durante il processo di demielizzazione c’è una fase iniziale infiammatoria a cui segue una fase cronica con cicatrici e placche all’interno del sistema nervoso centrale.

La Sclerosi Multipla è causata da fattori ambientali, genetici ma non è ereditaria; in seguito a degli studi epidemiologici condotti in molte zone del mondo è emerso che questa malattia è più diffusa nell’emisfero settentrionale e meridionale  mentre in zone più vicine all’equatore le popolazioni vengono colpite con una percentuale molto bassa.

Una maggior incidenza della malattia si ha nel Canada, nell’America del Nord, in Australia ed in Nuova Zelanda mentre più ci si avvicina all’equatore e più la possibilità di diffusione della malattia è nulla.

Infatti in zone molto assolate il corpo umano produce molta vitamina D (un ormone utile per le ossa, il sangue, il cervello e pelle) e la possibilità di contrarre la malattia è ridotta, registrando un tasso di malattie riscontrate molto basso.

In tutto il mondo si registrano circa 3.000.000 di persone ammalate di Sclerosi Multipla, di cui 600.000 in Europa e 180.000 soltanto in Italia.

STORIA DELLA SCLEROSI MULTIPLA

Il primo caso di Sclerosi Multipla si è registrato in Olanda sul finire del 1300, dopo 4 secoli si sono registrati altri due casi di SM.

Sul finire dell’Ottocento il neurologo francese Jean-Martin Chargot fu il primo a riconoscere la SM, individuando la triade di Chargot, ossia i tre segni della malattia: il nistagmo, il tremore intenzionale e la parola scandita.

Allievo e seguace di Chargot fu Pierre Marie che fece importanti ricerche in ambito neurologico ed endocrinologico.

Gli studi e le ricerche in questo campo proseguirono per tutto il Novecento con lo scienziato biomedico americano Elvin Kabat ed il fisico svizzero Felix Bloch, Nobel per la fisica per il contributo alla nascita della risonanza magnetica nucleare.

Nel 1957 due virologi Alick Isaacs e Jean Lindenmann scoprirono l’interferone, una proteina capace d’interferire con la replicazione di agenti patogeni e di regolarizzare il sistema immunitario.

 TERAPIE

L’interferone beta b1, primo farmaco approvato negli Stati Uniti d’America nel 1993, fu un’ importante scoperta nella cura della Sclerosi Multipla e delle recidive, nel 1996 fu approvato e somministrato gratuitamente ai malati in Italia, poi nel 2000 fu approvato e diffuso anche l’interferone b1a col compito di rallentare la progressione della malattia.

In presenza di ricadute e remissioni si segue una terapia farmacologica steroidea somministrata per via orale o in fleboclisi, a cui seguono progetti riabilitativi a seconda dei sintomi e dei problemi manifestati durante il decorso della malattia.

L’AISM

L’Associazione Italiana Sclerosi Multipla (AISM), nasce a Roma nel 1968 per rappresentare i diritti e le speranze delle persone malate di SM. Nei suoi 50 anni l’AISM ha migliorato la vita dei malati grazie al lavoro degli oltre 13.000 volontari, sostenuto la ricerca investendo 20 milioni di euro, tutelato i diritti sociali e civili dei malati, sensibilizzato le persone, diffuso informazioni, dialogato con enti ed istituzioni in favore dei malati affetti da Sclerosi Multipla e si è diffusa capillarmente lungo tutto il territorio nazionale con 100 sezioni presenti in quasi tutte le province italiane.

Chiunque volesse contribuire al sostegno dell’associazione può divenire volontario e/o socio, oppure può contribuire alla ricerca comprando una gardensia durante le giornate del 8, 9 e 10 Marzo, in occasione dell’annuale evento promosso dall’associazione, in tutte le piazze d’Italia.

Per info: https://sostienici.aism.it/gardensia/

 

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I volontari sono persone speciali che dedicano una delle cose più preziosa che noi tutti abbiamo, il tempo

I VOLONTARI

I volontari sono persone speciali che dedicano una delle cose più preziosa che noi tutti abbiamo, il tempo

I volontari: Persone speciali

È trascorso parecchio tempo dall’ultima volta che ho scritto un articolo, ho fatto tante cose e vissuto molte situazioni ma in una di queste ho avuto occasione di incontrare di nuovo i volontari di un’associazione di cui vi avevo già parlato, “ABIO”. Persone che dedicano il loro tempo per andare negli ospedali a tenere compagnia ai pazienti e ai loro cari.

Oggi però non voglio parlarvi nello specifico dell’associazione ma dei volontari.

Sono stata quasi 20 giorni in un ospedale dove sono ricoverati ragazzi e ragazze dai 9/10 anni fino a quasi i 18 e in questo reparto era presente un calendario ricco di attività che prevedeva la presenza di volontari ABIO sette giorni su sette.

Non potete neppure immaginare l’attesa da parte di questi ragazzi di fare qualcosa di nuovo ogni giorno e la capacità di questi volontari di portare in reparto solarità e gioia.

Al lunedì c’era il decoupage, il martedì gli Scooby Doo, il mercoledì la decorazione di magliette, i mandala, le creazioni di oggetti con il das, gli origami, le realizzazioni di oggetti in legno e così via.

I Volontari e gli scatoloni della felicità

Arrivano due o tre signore tutte super organizzate. Cariche di scatoloni pieni di oggetti, colori, perline, mosaici, cornici, scatoline, piattini pronti per essere decorati, dipinti e lavorati. Ogni giorno un nuovo progetto. Ogni ragazzo viene accolto, ascoltato e gli viene affidata la lavorazione di un monile da realizzare.

Uniscono i tavoli, danno ad ognuno il proprio posto, li chiamano per nome, si fanno raccontare la loro storia, i loro sogni, i loro desideri. Chiacchierano, ridono, aiutano tutti a completare la loro opera. Se rimane del tempo giocano con loro, a carte, ad un gioco di società, loro restano lì fin che possono condividendo il loro tempo con questi “piccoli -grandi malati”.

Alla domenica o alla sera spesso i volontari sono uomini ed è bellissimo come sono apprezzati. Arrivano carichi anche loro di materiali pronti da utilizzare. Pezzi di legno che si incastrano alla perfezione, pronti per le mani dei ragazzi che li decorano e li assemblano per creare un oggetto da regalare o da portare a casa una volta dimessi.

I Volontari e il Tempo bene prezioso

Quanto tempo per preparare tutto, quanto lavoro ci deve essere oltre alle ore che passano in ospedale. Questi uomini e queste donne non solo ogni giorno si spostano per venire in ospedale a far trascorrere delle ore felici a degli ammalati a loro totalmente sconosciuti, ma sicuramente passano ore ed ore ad organizzarsi per preparare il materiale e per permettere ai ragazzi di creare qualcosa per loro, insegnandogli tante cose nuove.

Le associazioni di volontariato sono fatte di persone speciali che arricchiscono la vita degli altri dedicando loro una cosa molto preziosa, il loro tempo. Posso capire perché lo fanno, il sorriso, la gioia che ricevono da questi malati è immensa, ma non sempre scontata.

In questi giorni difficili ho respirato tanto amore, amore vero, amore per gli altri, amore per la vita, amore e felicità di fare qualcosa di buono.

Grazie ai volontari, grazie a tutte le associazioni di volontariato che dedicano tempo e lavoro per gli altri in cambio di un sorriso, di uno sguardo di riconoscimento.

 

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L'Orto botanico di Genova – non solo Euroflora

Orto botanico di Genova: non solo Euroflora

Genova: non solo Euroflora

Orto botanico di Genova

Anche l’Orto Botanico di Genova era presente in esposizione ad Euroflora 2022, una delle più prestigiose rassegne floreali europee la cui undicesima e ultima edizione si è conclusa lo scorso 6 maggio, presso i meravigliosi Parchi di Nervi.

Meno coreografico e colorato di altre aree dell’esposizione, lo stand dedicato avrebbe dato un assaggio al visitatore curioso di quanto la dedizione e l’impegno della città di Genova in ambito naturalistico siano profondi e continuativi.

 

Orto botanico di Genova

Cenni storici

Se oggi è una struttura interna allUniversità di Genova, inserita nel tessuto urbano della città, le sue origini risalgono agli inizi dell’’800, quando veniva perlopiù utilizzato per la produzione di piante officinali destinate ai commerci dell’ex repubblica marinara.

Nel corso del XIX e XX secolo, poi, ha subito un processo di ampliamento e specializzazione sotto la guida di eminenti botanici.

Gravemente danneggiato dai bombardamenti durante la seconda guerra mondiale, è stato poi interamente ripristinato fino ad assumere la fisionomia odierna.

Le serre

All’interno dell’Orto botanico di Genova, che ricopre oggi la superficie di un ettaro, si possono contare 4.000 unità e 2.000 gruppi tassonomici. Tra gli esemplari, tutti catalogati con il proprio nome scientifico, si trovano cedri del Libano, sequoie e cipressi ultracentenari.

Sei sono inoltre le serre presenti, custodi preziosi di felci, alberi tropicali come banani e cacao, piante grasse e sede, una di queste, di ricerche botaniche specifiche.

Le piante medicinali e gli Amici dell’Orto Botanico dell’Università di Genova – Onlus

La collezione di piante medicinali dell’Orto botanico di Genova, che comprende piante dell’erboristeria e fitoterapia italiane, oltre ad esemplari provenienti da altri continenti, può essere annoverata tra le più importanti d’Italia.

Gli esemplari sono oltre 150, disseminati nell’intero Orto ma in gran parte concentrati in una sezione apposita: il Vialetto delle piante medicinali, il cui recupero si deve in gran parte al contributo degli Amici dell’Orto Botanico dell’Università di Genova – Onlus, un’associazione di volontariato che ha come scopo la valorizzazione e la salvaguardia dell’Orto Botanico di Genova.

Curiosità 

In quest’ottica l’Associazione arricchisce anche il suo sito internet con articoli, aneddoti e curiosità: lo sapevate, ad esempio, che all’interno dell’Orto è possibile vedere la pianta di Avatar? Si tratta di una specie di Ippocastano nativa del sud-est degli Stati Uniti e che ricorda proprio la pianta sacra del film.

Forse non tutti sanno, poi, che le piante sono estremamente intelligenti e che hanno una quindicina di sensi; proprio perché non possono scappare, infatti, la loro unica possibilità di sopravvivenza sta nell’abilità di leggere finemente l’ambiente e i cambiamenti circostanti maturando una straordinaria capacità di adattamento.

Non solo, l’associazione organizza regolarmente visite guidate ed eventi; il prossimo, Hortus in Fabula, sarà la messa in scena, da parte della compagnia “GiCAP Giocosi, Creativi, Amanti del Palcoscenico”, della storia dell’Orto Botanico di Genova.

L’appuntamento è fissato per domenica 13 maggio alle ore 15:00.

Perché la natura non sia soltanto qualcosa da osservare, ma un’amica saggia a cui chiedere consiglio e con cui costruire un rapporto reciproco di scambio e di fiducia.

 

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L’ isola che C’è su iniziativa genitori ragazzi disabili preoccupati di fornire ai propri figli un percorso di crescita

Isola Esistente: L’ isola che c’è adesso

Isola Esistente: L’ isola che c’è

 

L’ isola che C’è è un’associazione di volontariato nata nel 2001, su iniziativa di genitori di ragazzi disabili preoccupati di fornire ai propri figli un percorso di crescita che non si limitasse a quello scolastico e medico riabilitativo in un territorio che offriva, all’epoca, solo quello e poco altro di più.
L’associazione, infatti, è nata in una zona vicina a Roma che, in quanto grande città, presentava un’offerta più variegata ma obbligava i genitori a trasferte lunghe, estenuanti e impegnative dal punto di vista economico. Perché, dunque, non creare sul proprio territorio la stessa offerta? In tal modo, gli spostamenti si sarebbero ridotti e i ragazzi avrebbero avuto modo di radicarsi nel proprio ambiente di vita, fare amicizie e costruire reti…
Nacquero, così, i primi laboratori di musica, arte, cucina che occupavano i ragazzi nel post scuola; essi avevano il fine di stimolare la socializzazione, sostenere la famiglia e ridurre il rischio di emarginazione e istituzionalizzazione.

Altro fine che si proponeva L’ isola che C’è era quello di promuovere l’autonomia intesa come sinonimo di crescita, emancipazione, in un’accezione positiva, che si declinasse come capacità di fare delle scelte, attraverso la valorizzazione del gruppo, e nel rispetto dell’unicità della persona. Uno dei genitori mise, per tale fine, a disposizione una casa e qui si avviò, nel 2008, il progetto sperimentale denominato “Casa di Silvia” che vide coinvolti n. 11 ragazzi con disabilità cognitiva di grado lieve e medio. La Casa si delineava come un luogo funzionale ad educare la persona disabile all’autonomia personale e, con l’utilizzo di procedure finalizzate, a muoversi, a provvedere alla cura di sé, a mangiare, a comunicare, a relazionarsi e vivere nel proprio ambiente nel modo più autonomo possibile. Per circa tre anni la Casa si è retta con autotassazioni dei genitori e raccolte fondi, poi, la validità del progetto ha fatto sì che rientrasse nei Piani di Zona e ottenesse un finanziamento della Regione Lazio che al momento ha come scadenza giugno 2017.

Il nuovo progetto ha assunto il nome di “Autonomia e Libertà”, nome molto evocativo in quanto il lavoro che si fa è basato sulla convinzione che l’autonomia è libertà di fare delle scelte in rapporto a se stessi.Il termine “autonomia”, infatti, deriva dalle parole greche “autòs”e “nòmos” e indica la capacita di darsi da sé (“autòs”) le regole (“nòmos”, norme, legge) che determinano le proprie scelte.
In questa accezione essa è da considerarsi condizione propria e fondamentale per ogni individuo in quanto tale.
Tutto il cammino educativo, che ogni persona è chiamata a compiere, deve avere come obbiettivo primario il raggiungimento della capacità di scelta e di autodeterminazione.
Date queste premesse, dunque, non è possibile negare ai disabili il diritto e il dovere di raggiungere la piena autonomia, pur trovandosi essi in una condizione di “svantaggio”.
Autonomia, per la persona disabile, significa poter scegliere con chi comunicare (non importa se con gli occhi, con le mani e/o qualsiasi altro ausilio), con quali indumenti vestirsi, quale programma televisivo o quale musica ascoltare, dove essere portati, magari provare l’ebbrezza di un fine settimana senza genitori…
Autonomia significa gesti e scelte anche piccolissime, ma dal grande significato, relative alla sfera dell’agire quotidiano, compiute da soli o con aiuto minimo di terzi. Autonomia significa anche aiutare altri disabili a compiere azioni, farsi aiutare a propria volta, creare un interscambio.
Il lavoro dell’Associazione evolve costantemente in relazione ai bisogni che emergono dai ragazzi. Le nuove sfide sono il pensare al “dopo di noi” e l’avvicinamento al mondo del lavoro per i ragazzi disabili…

Isola Esistente: L’ isola che c’è

L’Isola che C’è

è un’associazione di genitori e volontari che si occupa di problematiche dell’handicap e che ha sede nel comune di Monte Porzio Catone. Nell’associazione operano figure professionali, psicologi, educatori professionali, ecc.Il contributo che l’associazione si prefigge per un’area sociale così complessa e ampia, va dal sostegno alle famiglie alla promozione di iniziative atte all’integrazione e allo sviluppo dell’autonomia personale degli individui disabili.
Attualmente l’associazione opera sul territorio con uno sportello informativo relativo alle problematiche dell’handicap.Se ti serve un aiuto o un suggerimento puoi trovare importanti informazioni e link utili per te o per il tuo familiare.

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CROCE ROSSA: VOLONTARIATO MONDIALE

CROCE ROSSA: VOLONTARIATO MONDIALE

LE ORIGINI DELLA CROCE ROSSA

Nato nel 1864, il Movimento Internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa, rappresenta la più grande organizzazione di volontariato mondiale.

E’ costituito dal Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR), fondato nel 1863 con sede a Ginevra che ha il compito di promuovere il diritto internazionale umanitario (DIU), e dalla Federazione Internazionale delle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa (IFRCS) fondata nel 1919, che ha la funzione d’incoraggiare e sostenere l’azione umanitaria dei 190 stati membri aderenti a questa associazione e di cooperare con l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR).

COS’E’ OGGI LA CROCE ROSSA

Attualmente sono oltre 17 milioni i volontari della C. R. nel mondo che da 154 anni si dedicano quotidianamente a migliaia d’ iniziative, eventi ed a molteplici attività come il Servizio Sanitario di Urgenza ed Emergenza Medica (118), l’assistenza a persone malate ed affette da disabilità, la cooperazione nella gestione dei flussi migratori, la collaborazione con la protezione civile in caso di calamità ed emergenze, inoltre promuovono giornate in favore della donazione del sangue e degli organi, offrono assistenza ai senzatetto, realizzano campagne d’ informazione sul primo soccorso e sulla sicurezza stradale.

I CARATTERI DISTINTIVI

L’emblema dell’associazione è appunto la croce rossa, ripresa dalla bandiera della Svizzera con l’inversione dei colori. Vengono impiegati anche altri due emblemi: la Mezzaluna Rossa utilizzata nei paesi islamici ed il Cristallo Rosso, usato dallo Stato d’Israele.

COME DIVENTARE MEMBRO

Diventare membro della Croce Rossa è un’esperienza unica, che può cambiare la vita e può avvenire in molteplici modi.

Nel mio caso, ad esempio, sono entrata a far parte di quest’associazione frequentando un corso di formazione e dopo aver superato un esame sono diventata Volontaria del Soccorso. Ho partecipato a varie attività  come tenere lezioni agli alunni della scuola elementare sul primo soccorso, oppure, in occasione della festività di Halloween, organizzavamo giochi ed intrattenimento per i bambini e la domenica eravamo presenti nelle piazze a vendere i bonsai (raccolta fondi a favore dell’ Anlaids).

I neofiti possono consultare il sito www.cri.it  ed iscriversi all’associazione dal portale gestionale www.gaia.cri.it : non è mai troppo tardi per aiutare il prossimo.

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GIOIELLI MORBIDI UN MODO PER SALVARE LE DONNE IN CAMBOGIA

GIOIELLI PER SALVARE DONNE IN CAMBOGIA

GIOIELLI MORBIDI UN MODO PER SALVARE LE DONNE IN CAMBOGIA

GIOIELLI MORBIDI

Qualche giorno fa sono stata contatta da Il Nodo Onlus perché la sua fondatrice Luciana e la volontaria Emanuela erano appena tornate dalla Cambogia e volevano darmi una bellissima notizia: dopo anni di studio e di intenti, sono riuscite ad aprire un nuovo corso nella loro scuola, la “Bottega dell’Arte” per le donne in Cambogia, in modo da allontanarle dalla strada e dalla povertà. In questo corso le ragazze impareranno non solo a cucire e ricamare ma verrà loro insegnato a creare una nuova linea di gioielli chiamata “Gioielli Morbidi”.

La scuola raccoglie ragazze anche piccole (15/16 anni) per “rubarle” all’indigenza e alla prostituzione.

Nascere donne in Cambogia è molto pericoloso, specie se sei bella e le cambogiane sono spesso bellissime.

Il Nodo ha la sua scuola di fronte al villaggio dei Trokun ed è da lì che provengono le ragazze che frequentano il corso. Il Governo sta promuovendo la registrazione delle nascite, ma un bambino su 4 sotto ai 5 anni ancora non ha il certificato di nascita. Negli strati più indigenti della popolazione quasi nessuna famiglia registra i propri figli all’anagrafe perché non è nella loro mentalità e perché ha un costo che molte famiglie non possono e non vogliono sostenere. Non registrare all’anagrafe i bambini che nascono significa non dare loro accesso ai più basilari diritti umani: identità, sanità, istruzione. Molti di questi bambini o meglio, per la maggior parte, le bambine, sono costrette a lavorare nei campi, a lavorare in città, presso karaoke, bar o centri massaggi per aiutare le loro famiglie non riuscendo così a frequentare una scuola. 

LA SITUAZIONE DELLE DONNE E DELLE BAMBINE IN CAMBOGIA

Ma parliamo un po’ di numeri relativamente a questa situazione.

Dopo la crisi globale del 2008 molti paesi in fase di sviluppo, come la Cambogia, hanno avuto gravi problemi economici, perdendo molti posti di lavoro. Le prime a finire per strada sono state le donne, molte delle quali per garantire cibo a sé e ai propri figli sono finite in bordelli, sala da karaoke bar o centri massaggi di dubbia reputazione. Sebbene sia difficile quantificare il fenomeno, si stima che nel sud-est asiatico ogni anno spariscano ben più di 2 milioni e mezzo di donne e bambini (manitese.it). 

LA BOTTEGA DELL’ARTE E’ UN AIUTO CONCRETO

L’associazione onlus “Il Nodo” ben conscia di ciò, insieme ai suoi volontari, si è messa all’opera. Designer, conosciute e affermate, hanno offerto il loro tempo al progetto La Bottega dell’Arte, creando una collezione di “Gioielli Morbidi”. L’associazione, grazie a delle donazioni, è riuscita ad acquistare macchine da cucire e strumenti per il lavoro. Paola Lenti ha generosamente donato il materiale, corde e tessuti dai colori smaglianti, riuscendo a formare una squadra tutta al femminile e dando vita al nuovo progetto “Designing Girls’ Future”.

Ora bisogna pensare al futuro di queste giovani donne in Cambogia, lavorare e produrre oggetti meravigliosi da vendere, per continuare una vita lontano dalla strada e dalla povertà.

La sede principale de Il Nodo Onlus è a Milano e necessità di molti volontari, qualcuno che aiuti a gestire i social, volontari che aiutino nella sistemazione del nuovo sito per permettere loro di crescere e vendere direttamente i prodotti creati in Cambogia, raccogliere donazioni e aiutare a dare dignità a queste giovani ragazze, sviluppando in loco una nuova economia.

Se potete donare un po’ del vostro tempo o del vostro sostegno scrivete a info@ilnodoonlus.it , sarete sicuramente ricontattati.

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Figli di Abramo: Amici per la Pace

Figli di Abramo: Amici per la Pace

Figli di Abramo: Amici per la Pace, una condivisione possibile

 

Mentre USA e Israele escono dall’UNESCO, i Figli di Abramo – Amici per la Pace proseguono la loro azione per una pace globale con un dialogo importante tra persone di ogni religione.

Figli di Abramo – Amici per la Pace nasce come associazione di promozione sociale nel 2010, ma già dal 2006, sotto forma di libera aggregazione di amici era una realtà attiva nello scambio di opinioni, esperienze e nel confronto tra persone di religioni diverse.

Negli anni, il nucleo iniziale composto da ebrei, cattolici e musulmani si è aperto ad un più ampio dialogo sui temi dello spirito e della pacifica convivenza, trasformandosi in un luogo di incontro in cui trovano spazio e voce le istanze di chi crede e di chi si interroga sulla fede.

Figli di Abramo – Amici per la Pace è oggi un’associazione multireligiosa e multiculturale fortemente orientata al valore della persona, alla comprensione delle sue aspirazioni e delle sue necessità. Promuove quindi iniziative che possano favorire la reciproca conoscenza, da cui scaturiscono rispetto e attenzione vicendevoli, considerando il valore dell’amicizia come possibile bene comune. Opera spesso in sinergia in una rete di associazioni con cui condivide obiettivi e metodologie.

Conferenze, seminari, visite guidate a luoghi di interesse specifico fanno parte, insieme a proiezioni di film, delle attività di formazione svolte annualmente, inoltre è costante il sostegno ad associazioni che lavorano in Italia e all’estero nel campo dei diritti umani, attraverso l’organizzazione di concerti ed eventi. Ormai da qualche anno Figli di Abramo – Amici per la Pace collabora con la rivista Confronti nella realizzazione dei progetti Fiori di Pace e Semi di Pace.

Un’opportunità di dialogo fra le persone che nella loro vita appartengono a religioni diverse spostando in questo modo un discorso prettamente religioso in un’occasione di amicizia. Partendo dal presupposto che l’esperienza spirituale, cioè il credere in Dio, è fondamentale, l’Associazione nasce, quando dopo l’11 settembre si cominciava a parlare di guerre di religione. “E questa ci è sembrata un’affermazione contraddittoria perché chi crede in Dio non può impostare i rapporti con gli altri se non nella ricerca della pace in quanto riconosce che tutti quanti proveniamo da Dio”, dice Laura Onesti.

Nell’Associazione si approfondiscono tematiche anche di carattere religioso, è vero, ma la direzione è sempre quella di riportare il rapporto di ognuno con Dio. I membri non sono teologi o studiosi ma persone comuni spinte dal desiderio della condivisione cercando di evitare il pericolo di estremismi ed intolleranze che, oggi, sono in gran parte determinate dall’ignoranza delle Sacre Scritture.

Negli anni si sono anche aperti al buddismo e nello statuto si legge di questa apertura a tutte le forme di religiosità. Il che non porta ad un sincretismo religioso ma sempre all’approfondimento della propria esperienza religiosa.

Così i Figli di Abramo – Amici per la Pace danno voce e fiducia ad un mondo possibile, globale, dove ognuno sia una ricchezza per l’altro.

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Associazione Mercurio, per fare la differenza

Associazione Mercurio, per fare la differenza

La nascita dell’Associazione

Associazione Mercurio (www.associazione-mercurio.org) nasce qualche anno fa, a Milano, dalla volontà di un gruppo di persone diverse animate da un progetto comune, quello di unire l’arte alla scienza.

È così che Matilde, Stella e Caroline si mettono assieme e, coinvolgendo amici con background differenti portano in Italia “Pinksie the Whale Celebrating Difference” e avviano il progetto “Da Grande Anch’io” per divulgare il sapere scientifico legandolo alle diverse manifestazioni dell’ingegno umano, come l’arte, lo sport, la musica, la pittura, il teatro ecc.

La voglia è quella di fare propulsione e l’iniziativa è vincente.

A questo punto si stabilisce che i progetti devono diventare qualcosa di più strutturato e viene fondata nel 2014 l’Associazione Mercurio, dove oltre a Matilde, Stella e Caroline operano attivamente Francesca, Orietta, Massimo, Franca, Carlo, Paolo, Giovanni e sempre più persone si uniscono.

Vengono coinvolti, artisti, designer, creativi, scienziati, professori universitari, docenti, liberi professionisti tutti con un unico scopo creare reti per portare eccellenza e far conoscere e sviluppare i talenti dei ragazzi.

La Filosofia dell’Associazione Mercurio

La filosofia di Associazione Mercurio è quella di fare la differenza, la differenza per un bambino o un ragazzo.

Questi ragazzi devono essere gli artefici del loro futuro e noi dobbiamo aiutarli a scoprire i loro talenti, le loro abilità, realizzandosi in tutte le proprie sfaccettature.

Un partner di eccellenza come l’università Bicocca di Milano collabora con l’Associazione per motivare e orientare i ragazzi nel loro percorso di studi.

Alle elementari si lavora maggiormente con un tipo di approccio Artistico – Creativo. Alle medie si presentano le eccellenze del mondo della scienza e della medicina.

Ai licei o in generale alle scuole superiori si cerca di fare la differenza con “Make the Difference”, presentando agli studenti una rosa di professioni.

La maggior parte di questi progetti, con l’aiuto dei volontari, vengono realizzati in contesti periferici per offrire anche a ragazzi meno fortunati la possibilità di entrare in contatto con altre realtà del mondo, dando loro una possibilità di conoscenza e di sbocchi professionali.

Attraverso laboratori didattici, spettacoli e uno scambio di dialoghi e ascolto si cerca di creare un percorso formativo con i ragazzi per farli crescere e dare loro un’opportunità anche solo di conoscenza di mondi diversi e di comprensione delle loro attitudini e capacità. 

L’Associazione Mercurio

L’Associazione Mercurio ha un sito bello e funzionale, www.associazione-mercurio.org e potete consultarlo per venire a conoscenza sia della loro realtà sia dei loro fantastici progetti come Da Grande Anch’io, Pinksie, Make the Difference.

In particolare in questo periodo l’Associazione Mercurio invita a partecipare per il 1 Aprile allo spettacolo “Lo Spartito di Walt” rivolto a tutte le età all’Auditorium La Verdi di Milano.

Sarà un grande evento dove si alterneranno musiche riadattate dalla New Pop Orchestra sotto la direzione del maestro Alfredo Conti e il pubblico verrà intrattenuto da divertentissimi sketch degli storici doppiatori  Nunziante Valoroso e Alessandro Quarta.

L’evento sarà arricchito da una bellissima lotteria caratterizzata da cimeli Disney degli anni ’30 e il ricavato andrà a sostegno anche di Associazione Mercurio.

Per avere maggiori informazioni sull’evento ma anche sull’Associazione Mercurio potete scrivere a info@associazione-mercurio.org

 

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