Sostegno deboli e bisognosi

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Sostegno deboli e bisognosi – 13 ottobre  – Giorgio D’Ambrosio e la sua compagna hanno bussato alla porta della PHI Foundation rivolgendosi a Sebastiano De Falco hanno chiesto aiuto e sostegno per la loro particolare situazione.

Sostegno deboli e bisognosi. Riportiamo qui di seguito il testo integrale della mail inviata da Giorgio D’Ambrosio a Sebastiano De Falco invitando tutti i lettori a prendere contatto con Giorgio tramite il social network Facebook:

Testo della mail inviata da Giorgio D’ambrosio a Sebastiano De Falco:

“Siamo una coppia sposata da 17 anni e siamo tutti e due invalidi civili al 100%; la mia invalidità è dovuta alla polio mentre mia moglie soffre di schizofrenia acuta. Non abbiamo una nostra abitazione ma siamo ospiti del comune presso una baracca (casetta asismica) le nostre giornate le trascorriamo dentro casa dato la malattia di mia moglie alla vita giornaliera debbo pensare io, dal bucato al cucinare, dalla spesa quotidiana al riassetto della casa (per quanto possibile) in merito ai parenti sia da parte mia che da parte sua siamo stati allontanati per colpa dei nostri handicap, è mio dovere dire anche che non siamo seguiti neanche dai servizi sociali voglio lanciare questa raccolta fondi per l’acquisto di un pedicab elettrico in modo da poter stimolare mia moglie ad uscire di casa, accompagnarla presso qualche centro di aggregazione od altro che possa servirle come stimolo per una vita dignitosa.”

 

Sostegno deboli e bisognosi

Sosteniamo i meno fortunati aiutiamoli ad avere una vita dignitosa degna di essere vissuta.

 

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Aiutare ci farà sentire meglio

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Distribuzione Alimentare: PHI Foundation

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Impegno concreto alle famiglie in difficoltà economica.

Distribuzione Alimentare

Immaginiamo un figlio che chiede a suo padre da mangiare e al posto del pane il padre gli dà un sasso. E’ così lo Stato italiano molte volte non riesce a coprire i bisogni dei suoi cittadini, per questa ragione volendo sopperire a queste difficoltà sociali nascono le organizzazioni non profit che offrono la distribuzione alimentare.

Distribuzione Alimentare: Oggi vi vogliamo raccontare di una piccola associazione onlus che cerca di sostenere famiglie che, senza iniziative come la distribuzione degli alimenti, farebbero fatica ad andare avanti con la scorta della loro dispensa.

L’agenzia umanitaria ADRA Italia Onlus nasce a Roma nel 1984 e diventa parte integrante di una delle 120 agenzie componenti la rete mondiale di ADRA. Una delle caratteristiche che identifica Adra Italia è assistere ai bisogni delle persone in difficoltà economica dovuta alla crisi economica che ha fatto registrare negli ultimi anni un aumento esponenziale degli assistiti, non solo di origine straniera, ma anche italiana.

Il progetto “Distribuzione degli alimenti” prevede la consegna da parte dei volontari ADRA Italia di un pacco alimentare a famiglie in difficoltà economica. Le sedi locali ADRA Italia ed i suoi volontari si adoperano settimanalmente per alleviare il disagio delle famiglie assistite ed essere per loro un punto di riferimento. Il progetto è presente in 35 città italiane con la partecipazione di 400 volontari che consegnano alimenti di prima necessità a 6000 famiglie ogni mese.

Distribuzione Alimentare

In collaborazione con il Banco Alimentare, il Banco Alimentare Regionale e il Banco Opere di Carità costituiti da una rete di organizzazioni senza scopo di lucro, questa iniziativa ottimizza la raccolta delle “eccedenze” della produzione agricola e dell’industria alimentare e la loro successiva distribuzione ad enti/associazioni di aiuto per indigenti. Inoltre i volontari di ADRA Italia partecipano alle giornate nazionali di raccolta indette dal Banco Alimentare presso i supermercati italiani.

La distribuzione degli alimenti in alcune sedi ha come servizi aggiuntivi la distribuzione di indumenti in favore degli indigenti, inoltre a Bologna viene svolto anche il servizio gratuito e controllato di distribuzione di farmaci, attraverso la collaborazione con il Banco Farmaceutico.

I dati tangibili di questa attività li possiamo valutare incontrando le famiglie nella loro quotidianità. Una dispensa che diventa arricchita soprattutto grazie al supporto delle relazioni instaurate con i volontari.

Se vuoi conoscere e sostenere i progetti di PHI Foundation visita la pagina.

 

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DUE CUORI UNA CAPANNA

DUE CUORI UNA CAPANNA

Sabina Santucci e Giorgio D’Ambrosio, “due cuori una capanna”.

 

DUE CUORI UNA CAPANNA

Sabina Santucci e Giorgio D’Ambrosio, “due cuori una capanna”. Nonostante la loro disabilità prestano preziosa opera di sostegno di “Digital Volunteer” e “Promotori Associativi” presso la PHI Foundation.  https://phifoundation.com/figlio-non-sei-i…ssere-mio-figlio/ ‎

 

Due cuori una capanna e cioè una famiglia, “Sabina e Giorgio” silenziosamente alcuni giorni addietro hanno lanciato il loro grido d’aiuto in Facebook, pubblicando un post che qui di seguito riportiamo integralmente:

 

Salve amici di Balsorano e della valle roveto, mi rivolgo a voi perché ho bisogno del vostro aiuto, come ben sapete io con la mia consorte siamo ricoverati presso una struttura a Perugia ma il 30 settembre veniamo dimessi. Antonella Buffone ci ha trovato una casetta ma abbiamo bisogno di tutto dal momento che la biancheria ed altro che è nella casetta in via Nazionale dove abitavamo è inservibile essendo esposta a ratti formiche ed altro. chiunque di voi mi può aiutare portando ciò che ritiene utile dal momento che non abbiamo nulla presso la sala parrocchiale di Balsorano contattando don Silvano Casciotti, Mauro Lancia, o il sindaco Antonella Buffone Abbiamo bisogno del vostro aiuto, vi ringrazio”.

 

AIUTIAMO LA FAMIGLIA SABINA E GIORGIO

PHI Foundation chiede di sostenere questa raccolta fondi a favore di Sabina e Giorgio al fine di permettere a questa famiglia (disabili al 100%) l’acquisto di mobilia per arredare una piccola casetta assegnata dal comune. 

 

CHI SONO SABINA E GIORGIO?

Sabina Santucci sposata con Giorgio D’Ambrosio da 18 anni; sono ambi due invalidi civili al 100% con patologie più o meno gravi, la moglie Sabina sofferente di psicosi con schizofrenia acuta e il marito Giorgio poliomielitico.

Sono stati sfrattati dalla casetta asismica dove vivevamo a Balsorano nel mese di gennaio 2017 per il cedimento di una porzione di solaio, spostati in diverse strutture per poi essere trasferiti il 1° di marzo 2017 a Perugia presso un centro riabilitativo di cui è stato pubblicato un articolo https://phifoundation.com/perugia-centro-socio-riabilativo-ed-educativo-pavone/.

Dal momento che le entrate economiche di Sabina e Giorgio sono esclusivamente la pensione sociale di circa 290 euro pro capite e non avendo possibilità economiche a disposizione, chiediamo a tutti voi un sostegno (anche con piccolissimo contributo) al fine di acquistare la mobilia per arredare la casetta assegnata dal comune di Balsorano.

La casetta in oggetto di pochi metri quadrati é sprovvista di tutto il necessario, dalla cucina, al letto, non ha neanche la stufa per riscaldarsi d’inverno.

La piccolissima struttura è completamente vuota ma sicuramente con il generoso contributo di tutti noi potremo renderla abitabile.

E stato stimato che 6 -7 mila euro sono sufficienti ad acquistare il far bisogno necessario e vi chiediamo di aiutarci a far vivere decorosamente la famiglia di Sabina e Giorgio.

La cosa è al quanto urgente poiché Sabina e Giorgio saranno trasferiti nella piccola casetta nell’ultima settimana di settembre 2017.

 

 

DUE CUORI UNA CAPANNA

Chiunque vuole aderire e dare un piccolo aiuto lo potrà fare direttamente donando un contributo volontario.

 

Per gli amici Networkers che vogliono aiutare con un piccolo sostegno, possono donare anche tramite Paypal trasferendo il contributo che si vuol donare.

 

Grazie ancora alle migliaia di persone che hanno fatto sentire la propria solidarietà nel sito PHI Foundation e sulle nostre pagine social Facebook, Linkedin, Twitter, Google + donando il loro tempo e la condivisione dell’appello di aiuto.

 

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Famiglie Monogenitoriali: Geometria Variabile

Famiglie Monogenitoriali: Geometria Variabile

Famiglie a geometria variabile: le famiglie monogenitoriali

 

Famiglie Monogenitoriali: Geometria Variabile

In Italia oltre quattro milioni di famiglie sono composte da uno o più figli che vivono prevalentemente con uno dei due genitori, sono famiglie monogenitoriali, una realtà complessa e sempre più diffusa che non può essere ignorata.

UN VALIDO AIUTO

Smallfamilies è un’associazione di promozione sociale, costituitasi il 14 febbraio 2014, che attraverso un portale di eventi, a campagne di sensibilizzazione e ad una collana editoriale, è in prima linea sul fronte dell’impegno politico e sociale a favore delle famiglie monogenitoriali più esposte a condizioni di fragilità economica e relazionale.

Le sue basi si fondano già nel 2012, quando a Gisella, architetto, ricercatrice e madre single, viene l’idea, condivisa con altri due genitori single, Michele ed Erika, di creare un punto di riferimento per le famiglie monoparentali o come loro preferiscono chiamarle “smallfamilies”, “famiglie a geometria variabile”.

Insieme ad altri volontari, i tre promotori si documentano, prendono spunto da siti internet di paesi esteri più avanzati su questi temi e iniziano creando un portale, un osservatorio sulle famiglie monogenitoriali in Italia e nello stesso tempo un sito di informazione e orientamento per genitori soli, alle prese con tutte le difficoltà pratiche ed emotive ma anche con le soddisfazioni e desideri che comporta questa condizione.

SERVIZI E ASSISTENZA

Uno dei primi servizi istituiti è la consulenza e l’assistenza legale, una “selezione” di professionisti specializzati in materia per aiutare a trovare una soluzione il più possibile pacifica. E poi incontri, consulenze e punti di ascolto per aiutare ad affrontare gli aspetti psicologici legati a una separazione.

Un’ampia parte del lavoro dei volontari di Smallfamilies è dedicato alla ricerca, alla promozione di sondaggi e alle azioni di sensibilizzazione delle Istituzioni. Da sempre l’associazione denuncia la carenza di attenzione e di welfare dedicato alle famiglie costituite da un unico genitore. Eppure è evidente che anche in Italia, nell’eterogenea composizione delle famiglie, tra coppie sposate e coppie di fatto, con o senza figli, una buona percentuale è composta da genitori single, separati o divorziati, genitori unici o vedovi con figli a carico.

DATI SOMMERSI

Da una ricerca effettuata per fotografare la situazione in Lombardia si è messo in evidenza che ben il 12,8% delle famiglie è costituita da famiglie monogenitoriali e che solo il 4% è composto da famiglie numerose. La richiesta che Smallfamilies continua a fare alle Istituzioni è di prendere atto di questa trasformazione demografica e sociale e di programmare un welfare adeguato alle esigenze di queste nuove realtà familiari.

Uno dei problemi più grossi che si devono affrontare dopo una separazione è quello della casa e serve aiuto da parte delle Istituzioni. Un aiuto che riconosca pari diritti a tutte le famiglie monogenitoriali. Oggi in Lombardia i contributi sono destinati solo a situazioni di fragilità economica derivanti dalla rottura di una coppia sposata.

Smallfamilies è alla ricerca, anche fuori dal territorio di Milano, di realtà simili alla sua, o che si occupano più in generale della “famiglia che cambia”, per far rete e promuovere insieme progetti e azioni che sviluppino queste tematiche e individuino soluzioni adeguate. Ampliare la rete è importante per ottenere risultati concreti.

Gisella e gli altri volontari cercano anche mani che abbiano voglia di scrivere articoli sul loro sito, raccontare le loro storie, anche anonime, condividere le loro esperienze; persone che abbiano voglia di condividere il loro tempo e di dare luce ai genitori single. Se avete bisogno di loro, se volete aiutarli e sostenerli andate sul sito.

 

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Alleanza lombarda contro la povertà: è la Regione Lombardia la prima ad agire

Alleanza lombarda contro la povertà

Alleanza lombarda contro la povertà: è la Regione Lombardia la prima ad agire

 

È nata da pochi giorni in Lombardia l’Alleanza lombarda contro la povertà.

L’Alleanza lombarda contro la povertà continuerà a livello regionale l’intento già portato avanti dell’Alleanza contro la povertà in Italia, avviata nel 2013, la quale raggruppa un insieme di soggetti sociali che contribuiscono alla costruzione di adeguate politiche pubbliche contro la povertà assoluta in Italia.

Nel realizzare questo scopo, l’Alleanza porta avanti alcune attività:

  • svolge un lavoro di sensibilizzazione dell’opinione pubblica.
  • promuove un dibattito basato sull’evidenza empirica concernente gli interventi esistenti e quelli proposti.
  • si confronta con le forze politiche e con le istituzioni competenti (Governo, Parlamento, etc.), ed esercita pressione su di esse affinché compiano scelte favorevoli alla lotta contro la povertà.
  • ha elaborato una propria dettagliata proposta di riforma, per l’introduzione del Reddito d’Inclusione Sociale (Reis).” (Fonte: http://www.redditoinclusione.it/) 

La povertà in Italia 

Solo in Lombardia sono quasi 200mila le persone ridotte in povertà assoluta, un numero grandissimo che ci mette di fronte al dovere di agire.

Dal 1° dicembre 2017 già 20mila famiglie hanno presentato domanda per accedere al Rei, il Reddito di Inclusione, un metodo di contrasto alla povertà attraverso l’erogazione mensile di un beneficio economico e attraverso un progetto di reintegrazione sociale e lavorativa per superare lo stato di povertà. 

Le proposte dell’Alleanza lombarda contro la povertà 

A promuovere l’Alleanza lombarda contro la povertà diciassette soggetti tra cui movimenti, associazioni e realtà del terzo settore, ecco alcuni nomi: Acli Lombardia , ActionAid , Aggiornamenti Sociali Milano , Anci Lombardia , Azione cattolica italiana-Delegazione Lombardia , Delegazione Caritas Regione Lombardia .

L’Alleanza lombarda contro la povertà si dice già pronta ad agire e presenterà a breve alla Regione Lombardia quattro diverse proposte:

  1. Il coinvolgimento dell’Alleanza stessa, che riunisce in sé rappresentanti delle parti sociali e degli enti del terzo settore, nel processo di definizione del Piano regionale di contrasto alla povertà.
  2. Chiedere alla Regione Lombardia lo stanziamento di risorse dedicate, aggiuntive al finanziamento nazionale, per sostenere l’utilizzo del Reddito di inclusione.
  3. Un invito a tutti i soggetti coinvolti nell’iniziativa a realizzare un maggior coordinamento tra le politiche nazionali, regionali e locali per una reale integrazione e rafforzamento degli interventi tra le diverse aree del welfare, sociale, sanitaria e sociosanitaria, delle politiche abitative, del lavoro e formazione.
  4. Infine, promuovere una rete uniforme di punti di accesso al Rei e l’accompagnamento della persona e della famiglia attraverso nuove modalità di collaborazione e di cooperazione tra servizi sociali, enti pubblici e del non profit per favorire l’inclusione sociale, ad esempio attraverso il reinserimento lavorativo.

Con la nascita dell’Alleanza lombarda contro la povertà, la Lombardia si conferma come una delle poche regioni italiane che sentono la necessità di intervenire a sostegno delle famiglie più povere, ma, oltre questo lodevole obiettivo, l’Alleanza investirà a livello sociale e territoriale affinché l’iniziativa sia davvero innovativa e risolutiva.

 

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I Senzatetto: Cercasi Personal Shopper

I Senzatetto: Cercasi Personal Shopper

I Senzatetto: Cercasi Personal Shopper

AAA: Cercasi-Personal-Shopper-per-i-senzatetto-in-tempo-crisi

 

I Senzatetto: “Pantaloni, ho un disperato bisogno di pantaloni”. Queste le parole che mi hanno accolto quando ho varcato la soglia di una stanza piena di vestiti finemente piegati e di donne con un gran sorriso e una giubba rossa. Aiutano i senzatetto a trovare da vestire in vista dell’inverno, ormai quasi imminente, ma anche della primavera, dell’estate e dell’autunno che verranno.

Nessuna vetrina d’effetto né alcuna commessa sottopagata con tailleur quindi ma solo volontari che hanno deciso di impegnare il proprio tempo libero nel terzo settore e tanti uomini in fila, non turisti a caccia di sconti irrinunciabili ma italiani disperati, desiderosi di trovare in quel guardaroba di pochi capi quello più adatto non tanto all’occasione quanto il più idoneo a fargli riacquistare quell’autostima che la perdita del lavoro ogni giorno gli nega.

Sono 2.263 i senzatetto presenti a Milano nel 2015 secondo Quotidiano.net, 2.359 per lo stesso anno i senzatetto in coda per i dormitori a Torino stando a quanto riportato da La Stampa e 2.700, secondo il Giornale.it, le richieste di aiuto che sono arrivate a Roma con un aumento pari a 650 di italiani rispetto al 2014.

Sempre più sguardi disperati adornano i marciapiedi delle vie più lussuose delle nostre città o gli ingressi delle stazioni ferroviarie eppure sono ancora tanti coloro ai quali le condizioni dei senzatetto passano inosservate. Ma non a Piera e a Marinella, non a Lilly e a Gabriella e neanche a Carlo e a Tina che insieme alle suore francescane Missionarie di Maria qualche ora dopo l’alba varcano il cancello di un antico convento di Città Studi a Milano per donare coperte, biancheria, giacche, pantaloni, scarpe agli “invisibili”, come li definiscono i City Angels..

Attente servitrici del terzo settore da oltre 50 anni, queste suore insieme alla più grande risorsa che un’organizzazione no profit possa avere, ossia volontari e benefattori arricchiscono Milano con un’associazione ONLUS che è divenuta in breve tempo un punto di riferimento per il Municipio 3 della città meneghina e arricchendosi sempre più di nuovi servizi utili in vista della progressiva crescita della povertà in Italia e nel mondo.

La mensa, le docce, il guardaroba ma anche la scuola di italiano e il centro d’ascolto sono tutti servizi che vengono donati da Suor Carmela e Suor Silvana per completare quel servizio sociale che la fondatrice beata suor Maria della Passione fin dal lontano XIX secolo creò per tutelare i più deboli, persone che magari non hanno niente ma che, inspiegabilmente, ogni volta che li incontri, ti fanno andare via pieno di regali.

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Sostegno Inclusione Attiva (SIA)

Sostegno Inclusione Attiva (SIA)

Sostegno Inclusione Attiva (SIA)

Le novità sul SIA (Sostegno Inclusione Attiva)

Sostegno: SIA, un acronimo poco conosciuto in rapporto alla sua utilità, ma vediamo di scoprire precisamente di cosa si tratta.

Sostegno: Il SIA (Sostegno all’Inclusione Attiva) è una preziosa misura di contrasto alla povertà, consistente in un sussidio per le famiglie economicamente svantaggiate nelle quali siano presenti minorenni o figli disabili o donne in stato di gravidanza accertata.

Sostegno Inclusione Attiva (SIA)

Per ricevere il sussidio previsto dal SIA è necessario aderire ad un progetto personalizzato di attivazione sociale e lavorativa predisposto dai servizi sociali del proprio Comune, in rete con i servizi per l’impiego, i servizi sanitari, le scuole, i soggetti del terzo settore ed i privati attivi nell’ambito degli interventi di contrasto alla povertà, in particolare gli enti no profit.

Il progetto è rivolto ed impegna tutti i componenti del nucleo familiare prevedendo compiti individuali per adulti e bambini,  stabiliti sulla base di una valutazione globale di problematiche e bisogni, creando un patto tra servizi e famiglie.

Le attività sono di diverso genere e variano dalla ricerca attiva di lavoro, all’adesione a progetti di formazione, ai contatti con i servizi, alla frequenza e all’impegno scolastico, alla prevenzione e alla tutela della salute.

Il tutto proprio con la finalità di donare un aiuto alle famiglie in difficoltà, affinché possano superare la propria condizione di povertà e, col tempo, riconquistare l’autonomia.

Sostegno Inclusione Attiva (SIA)

Il SIA, sperimentato in prima battuta nelle città più grandi d’Italia, è stato in seguito profondamente ridisegnato con il Decreto Ministeriale del 26 Maggio 2016 (venendo esteso a tutto il territorio nazionale) ed il Governo Gentiloni, sulla scia delle riforme avviate dal precedente esecutivo e come già previsto dalla legge di bilancio 2017, rinnoverà e darà continuità al SIA, ampliandone i beneficiari, per rendere utilizzabili tutte le risorse previste per il 2017 (circa 1,5 miliardi a fronte dei 750 milioni destinati al SIA nel 2016).

Tuttavia, nelle intenzioni del Governo, il SIA resterà soltanto una misura ponte, in attesa che venga completato l’iter parlamentare ed il successivo percorso attuativo della Legge Delega per il contrasto alla povertà, che in seguito darà vita al Reddito di Inclusione.

Se sei interessato alla richiesta del sussidio, o a maggiori informazioni riguardo il SIA, recati presso gli uffici del tuo Comune di residenza o consulta la modulistica predisposta dall’ INPS.

PHI Foundation è un’associazione che si occupa di sostenere ed aiutare tutti gli operatori che si muovono nell’ambito del Terzo Settore, attraverso l’informazione e la promozione di raccolte fondi.

Se vuoi aiutarci in questo compito, sostienici attraverso un contributo cliccando su questo link.

 

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Nancy Brilli: Attori senza casa - la nuova sfida

Nancy Brilli: Attori senza casa la nuova sfida

Nancy Brilli: Attori senza casa – la nuova sfida

 

Nancy Brilli: Cari lettori, oggi scrivo di un avventura intrapresa da Nancy Brilli : aiutare gli attori senza casa!

 

Nancy Brilli

Nancy Brilli: Supportare i vari artisti debuttanti, questo è l’obiettivo di quest’iniziativa brillante e ricca di contenuti. Perché? Come sostiene  Nancy Brilli si tratta di  «quasi un non lavoro. La media delle giornate lavorative è di 14 ore all’anno. Molti ragazzi mi chiedono come fare a iniziare seriamente un percorso professionale»

C’è una porta che si sta aprendo, nella vita di Nancy Brilli, e si vedrà il mondo che c’è dietro al suo sorriso, la vita che corre veloce. Vi scrivo della  voglia che ha Nancy Brilli  di riprendere possesso di sé, dopo un anno impegnativo di vita privata, in cui si è fermata a riflettere e decidere di aiutare degli attori senza casa. Voglia di ricominciare il suo lavoro di attrice; voglia di dare un palcoscenico a chi ancora non ce l’ha.

A partire dagli attori teatrali.

Ci sono giovani attori senza casa pieni di energia e passione che continuano a tentare, consapevoli che per molti il teatro è temporaneo ossia “non lavoro”, dove vengono spesso pagati in nero, o al di sotto del minimo sindacale, e i compensi sono maggiori per i maschi. Se su internet cerchi “impresarie teatrali“, non appare nemmeno un nome femminile».

Nancy Brilli

Nancy Brilli, continua spiegando  che «è un mondo in cui non è  ancora stato sperimentato, dobbiamo imparare dagli uomini a lavorare in gruppo, prendere coscienza di avere diritto di fare determinati passi, non c’è l’abitudine, forse è anche pigrizia. Si lavora a chiamata: decidere di essere i “chiamanti” ed è una grossa responsabilità e una fatica in più». Alla sua «impresa» Nancy, decide di dare una svolta sociale: «Ci sono migliaia di attori disoccupati, e non solo giovani, che per tirare avanti insegnano recitazione a 5 euro l’ora. È complicato ricevere aiuti dal Ministero per un debuttante. Supportarli. È questo che voglio fare».

Al Brancaccino di Roma: una storia «tragicomica»

Così il 26 gennaio al Brancaccino di Roma, Nancy Brilli debutta come impresaria, per il monologo Prego (la gallina, la guerra e io) scritto e interpretato da Giovanna Mori, un’attrice  drammaturga (attrice senza casa in cerca di un’ opportunità di lavoro) quasi sua coetanea che non è un volto noto ma ha talento da offrire, e questa è la storia «tragicomica» di una piccolo-borghese la cui vita sarà ribaltata dopo avere appreso in tv la (vera) notizia di una bambina kamikaze in Medioriente: verrà riconosciuta dalle trecce di capelli. Inoltre dei giovani attori interpreteranno «Personcine», cioè personaggi del monologo. Essere produttrice è una parte della nuova vita di Nancy. Ecco che i suoi occhi lunghi che rivelano l’origine ucraina, diventano due fessure da cui trapela quello che vuole sapere di un «ruolo» a lei finora sconosciuto.

«Ho visto Giovanna a teatro – racconta – e me ne sono innamorata, aggiunge poesia alla commedia. È un piccolo spettacolo, ma devo entrare bene nell’ingranaggio e come primo passo è giusto. Nel teatro per molto tempo si è cercato il nome televisivo e basta, e ti parla una che ne ha fatta tanta». Lei è stata fortunata. «Ma poi ho dovuto faticare per essere credibile. Avevo la pretesa che gli altri capissero che sotto un’esteriorità più o meno seduttiva ci fosse uno spessore. Chi mi ha visto a teatro, questa profondità la conosce. Era una pretesa sbagliata».

Perché?

«Perché la gente si fa un’idea di ciò che vede in superficie. Ora invece ho bisogno di sottolineare il lato più nascosto, più interiore di me. Non rinnego certo il mio passato, ma non vorrei più sentirmi paragonare a una bottiglia di champagne. Non è che non voglia fare l’attrice di commedie: voglio essere una commediante di spessore. Ho cominciato col cinema – ricorda – ma ho scelto questo mestiere quando ho fatto il teatro, prima era un modo per sopravvivere e non sapevo se avrebbe funzionato. Il mondo degli impresari è cambiato molto, quelli privati sono difficili da trovare, spesso sono una sorta di produttori esecutivi dello Stato: ricevono 100, ne investono 80 e il 20 lo guadagnano loro».

Ma  spesso ci si domanda se i giganti di una volta fossero avventurieri? Risponde citando i grandi: «Ho lavorato con Lucio ArdenziPietro GarineiIvo Chiesa, e stiamo parlando di giganti. Capita di non essere pagati malgrado il contratto».

Questo racconto potrebbe essere un’opportunità per aiutare gli attori senza casa in difficoltà  come ad esempio l’esordio della storia tragicomica di Giovanna Mori al Brancaccino di Roma, far capire a loro, che anche i  grandi nomi, quando ci sono le condizioni non abbandonano di certo, i sogni che danno vita.

Ed è così che Nancy Brilli, nel suo piccolo, dopo una vasta esperienza lodevole di carriera come attrice dello spettacolo, cerca di aiutare, attraverso un taglio sociale, gli attori senza casa che ogni giorno lottano per  avere gli stessi diritti di chi ha già una strada spianata nel mondo del teatro e del cinema.

 

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Suicidio: Fondo Serenella e lo spettro del suicidio

Suicidio: Fondo Serenella e lo spettro del suicidio

Suicidio: Fondo Serenella e lo spettro del suicidio

 

1  Suicidio: La tentazione del suicidio e la nascita del Fondo Serenella

Suicidio: Cari Lettori, oggi scrivo dell’idea innovativa da parte di una donna, una vera guerriera che nonostante la sua rabbia ed il suo dolore è riuscita ad emergere con positività scavalcando le barriere dell’impossibile ma soprattutto quella del suicidio. Questa donna ha fondato un’associazione anti-suicidi chiamata il “Fondo Serenella”.

Lei è Serenella Antoniazzi, imprenditrice Veneziana di Concordia Sagittaria che dopo essersi trovata in grossa difficoltà con la sua azienda, per una commessa mai saldata, disperata, si è lasciata trasportare dal più tenebro pensiero: il suicidio.

Successivamente, per non cadere nell’oblio, ha avuto la forza di agire ed oltre ad aver fondato un’ associazione anti-suicidi  dal nome «Fondo Serenella» per gli imprenditori che si sono ritrovati in difficoltà, ha anche fondato insieme al fratello un’altra associazione chiamata la «Stanza delle idee» salvando altre vite dal buco nero della crisi .

Serenella si racconta così: «Sono in autostrada, i camion sfrecciano alla mia sinistra. Il clacson di un tir mi stordisce… non posso portare a casa un’altra sconfitta. Il respiro diventa affannoso, se accelerassi e chiudessi gli occhi, un attimo, uno schianto, poi sarebbe tutto finito…».

Dalle sue parole trapela un senso di colpa enorme in cui non è semplice ammettere l’ennesima sconfitta e spesso ci si ritrova soli, dinnanzi a pensieri cupi proprio come è successo alla nostra Serenella Antoniazzi.

2 Dal suicidio alla rivoluzione anti-suicidi :

I motivi che la spingono a portare avanti questi pensieri così forti sono iniziati da quando con la sua piccola azienda di levigatura del legno,  ha dovuto fare i conti con una commessa mai saldata, si tratta di un enorme buco nero che ammonta a circa 400 mila euro. Per Lei, cresciuta nel capannone costruito dal padre, dove ha iniziato a lavorare a 16 anni, quel baratro è diventato un incubo. Il lavoro e la fabbrica, la sua vita e la sua identità erano tutto per Lei. Il rischio di poter perderli, di fallire, spesso era sinonimo di annientamento della sua persona. Per questo è stata a un passo dal suicidio. Una famiglia da mandare avanti, gli operai che contavano su di Lei, la latitanza dello Stato, le porte sbattute in faccia dalle banche. E quella voragine causata dal mancato pagamento di un suo cliente.

3 Dalla sconfitta alla rivincita: il Fondo Serenella

Ma invece di morire, Serenella si è rimboccata le maniche, si è messa a capo di altri imprenditori, ha marciato su Roma, ha fatto leva sui palazzi della politica e combattuto fino alla fine.

Finché dopo quattro anni, la sua battaglia è diventata una rivoluzione, che ha costretto prima la Regione Veneto e poi il governo ad approvare il «Fondo Serenella» per gli imprenditori che si trovano in difficoltà. In questo Fondo Serenella vi sono diversi finanziamenti sia regionali (un milione di euro), che nazionali (trenta milioni di euro, dieci all’anno) a imprese vittime di mancati pagamenti di clienti, che denunciano questi comportamenti dolosi. In sostanza un fondo «anti-suicidi».  Ma cosa le ha dato tutta quella  forza per poter andare avanti?

Lei risponde così: «In teoria avrei dovuto chiudere, mettere in liquidazione l’azienda, ripartire da un’altra parte con un altro marchio come fanno tutti. Ma ho continuato a lottare. Caricavo i miei prodotti sui camion e pensavo: fra 30 anni ci sarà qualcuno che userà ancora la cucina che ho contribuito a costruire, lì scalderà il latte per il suo bambino, preparerà la cena per la famiglia».

Questa  tragica vicenda di Serenella Antoniazzi, per fortuna a lieto fine, è diventata anche un’ opera teatrale «Rosso Io non voglio fallire», portata in scena dall’attrice Giulia Bornacin: ogni spettacolo concluso con dieci minuti di applausi, standing ovation e pubblico in lacrime.

Ma Serenella non si ferma. Dopo avere salvato la sua azienda vuole aiutare anche gli altri. Grazie ai contributi del «Fondo Serenella» del governo, ha ripianato il debito della sua azienda prendendo così la decisione di voler chiudere quel capitolo. Ha lasciato l’azienda al fratello e ha fondato con Riccardo Palmerini «La Stanza delle Idee», associazione culturale che aiuta piccole imprese in difficoltà e sviluppa e sostiene idee e aziende di donne. Ma Voi tutti vi chiederete in che modo oggi, Serenella  aiuta gli imprenditori vittime della crisi? Attraverso soluzioni legali e di management per tirarli fuori dal guado!

Alla storia di Serenella si è ispirata anche una tesi di laurea: Mohamed Abdulrazzak Achouri, studente siriano di Economia e Management all’Università di Padova, ha affrontato il tema della crisi dal punto di vista psicologico e sociale, partendo dal «caso Serenella». Ha voluto Lei come co-relatrice di laurea. E ora con altri cinque studenti sta lavorando insieme all’associazione «La Stanza delle Idee». E come ha  esplicato Mohamed davanti alla commissione di laurea: «Il lavoro per gli imprenditori del Nordest diventa un’ossessione, ma entrando dentro la vita delle persone capisci che questo accade perché nelle imprese di famiglia anche i dipendenti diventano parte della famiglia e l’imprenditore ha su di sé la responsabilità enorme dell’esistenza di tutti».

Questa vicenda, ricca di contenuti  rimarrà nel corso della storia, un altro esempio di come per fortuna, nonostante le sconfitte ci si è risollevati dando  un senso innovativo allo sconforto attraverso un’ idea fenomenale che vale più di ogni altra cosa, ponendosi l’obiettivo di offrire supporto per gli imprenditori che ogni giorno si trovano in difficoltà, dovendo fronteggiare quel buco nero della crisi economica, ritrovandosi spesso valutare “soluzioni estreme”.

Bisognerebbe prendere in considerazione questo punto di riferimento essenziale di aiuto e ricordare che un’ associazione anti suicidi completamente rivoluzionaria chiamata il Fondo di Serenella potrebbe aiutare a superare i diversi ostacoli  economico-finanziari e togliersi dalla testa il pensiero del suicidio.

 

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I SENZATETTO DI PRO TETTO

Alla vigilia di Natale, durante una cena con amici mi è stata presentata un’associazione di volontariato che mi ha incuriosita ed emozionato nonostante si occupi di senzatetto.  Quello che mi ha colpito di questa associazione è la volontà di individuare quei senzatetto che sono cittadini italiani, che per una serie di vicissitudini come perdita del lavoro, separazioni famigliari, mancanza di sussidi da parte dello Stato nelle sue varie forme, si sono trovati in uno stato di precarietà assoluta.

Queste persone fino a qualche anno fa, costituivano la nostra bassa e media borghesia italiana che, dal 2008, è stata fortemente colpita dalla crisi economica mondiale. Persone rimaste senza un reddito che una casa loro forse ancora ce l’hanno ma non riescono a pagare le bollette e meno che meno permettersi un pasto decente.

Nasce così l’Associazione Pro Tetto, una squadra di pochi volontari che, una o due volte a settimana, si riuniscono e non prima di aver preparato più pasti caldi possibili, si mettono in marcia e girano per le vie del centro di Milano per distribuire quel cibo preparato personalmente da loro o con l’aiuto delle loro famiglie. Mettono a disposizione tempo e lavoro per donare a chi è meno fortunato di loro qualcosa di caldo e soprattutto una mano amica.

Una delle loro iniziative più belle si chiama “Un Boccone con il Cuore”, dove l’Associazione Pro Tetto ha chiesto ad alcuni ristoranti di Milano di offrire un pasto dignitoso a questi indigenti; un modo per ritemprare non solo il corpo ma anche l’anima. L’idea è stata quella di chiedere a ristoranti e trattorie di prendersi carico di un senzatetto, provvedendo a sfamarlo con un pasto completo. L’Associazione si preoccupa di “inviare” il senzatetto lavato, pulito e vestito dignitosamente e il ristorante provvede a dargli un posto ad un tavolo negli orari più comodi all’esercente, servendogli del cibo che magari è in più ma facendolo sentire una persona, con la propria dignità come se fosse un normale avventore.

Al momento sono attivi già un po’ di ristoranti ma la speranza è che molti ancora se ne possano attivare.

Pro Tetto sta combattendo contro la burocrazia italiana per aver una casa da mettere a disposizione di questi senzatetto. Gente a cui è stato tolto anche il diritto di lavarsi e di andare in bagno. Ridare questi “lussi” prima che perdano ogni speranza di una vita dignitosa, potrebbe dar loro la forza di rinascere.

Come è possibile cercare un nuovo lavoro, presentarsi ad un colloquio senza avere la possibilità di lavarsi o di lavare gli ultimi “vestiti” che sono rimasti?

Come si può pensare di recuperare queste persone se non le si mette in grado di ripartire? Possibile che ci siamo dimenticati dei nostri cittadini?

Ricordiamoci che la maggior parte della gente di cui scrivo sono persone che hanno tra i 45 e i 60 anni che hanno sempre lavorato –  almeno prima del 2008 –  e che hanno contribuito anche loro alla nostra società. Come possiamo girarci dall’altra parte senza intervenire?

Cosa aspettiamo, diamo una mano anche noi! Se volete aiutare l’Associazione Pro Tetto a distribuire dei pasti caldi, se siete un ristorante o un esercente nella ristorazione e volete partecipare al progetto “Un Boccone con il Cuore” potete scrivere a info@associazioneprotetto.it  che sarà felice di accogliere le vostre mani.

 

Laura Giacometti

PHI Foundation

INSIEME VERSO IL CAMBIAMENTO

INSIEME VERSO IL CAMBIAMENTO

 

INSIEME VERSO IL CAMBIAMENTO

 

INSIEME VERSO IL CAMBIAMENTO:

 

Il termine “Social Innovation” evince un duplice significato: inteso come utilizzo di mezzi e strumenti tecnologici ed Innovazione realizzata mediante un’ampia ed estesa partecipazione della comunità (democrazia partecipata) con idee evolutive a sostegno del terzo settore e non solo, bensì, volgendosi distintamente sia all’area profit sia al non profit.

 

PHI Foundation, la prima “Social Innovation Community” con il fine di perseguire e conseguire il benessere della collettività, elemento mancante al presente ordine economico. L’attuale sistema economico, produce benessere, ma non per tutti i ceti sociali e il principio di sussidiarietà può e deve essere trasformato da nuovi valori, come, la Social Innovation che si avvale di straordinari strumenti economici, in grado di tornare a considerare la libertà ed il benessere sociale facce della stessa medaglia.

 

PHI Foundation “Social Innovation Community” è una comunità fondata sulla condivisione di valori etici con attitudine al cambiamento e innovazioni culturali, scientifiche e tecnologiche, al fine di soddisfare i bisogni sociali della collettività ed affrontare le nuove sfide per la crescita.

 

PHI Social Innovation Community, sono idee, creatività, metodologie innovative al fine di trasformare principi teorici e ricerca nella prosperità della comunità sempre più attenta alla sostenibilità e sviluppo, rappresentando il cambiamento nel modo di fare le cose, un elemento innovativo nel contesto della collettività e presentando una risposta costruttiva a problemi di ordine economico e sociale. Contribuendo, in questo modo, al miglioramento degli individui e delle comunità e nel lungo termine può essere fonte di trasformazione sociale e motrice di cambiamento dal basso verso alto (Bottom Up).

 

PHI Social Innovation Community deve essere considerata una risorsa strategica per tutti quelli che vogliono pensare allo sviluppo della società in modo nuovo e concreto per rispondere alle difficoltà del momento e cercare di risolvere alcuni problemi attuali della nostra società.

 

“Insieme siamo in grado di nutrire il seme di altruismo che è insito in ognuno di noi”.

 

L’obiettivo è di far crescere, ossia sviluppare, creando valore produttivo di utilità sociale, per opera di una responsabilità sociale diffusa che incoraggia il raggiungimento di comuni benefici, perseguiti dalla PHI Foundation in modo pragmatico grazie alla Social Innovation Community, dove si può parlare di una tipologia d’innovazione capace di creare nuovi saperi, tecnologie, strumenti e forme organizzative con finalità di natura Etica.

 

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ENTRA ANCHE TU NELLA GRANDE FAMIGLIA PHI

 

Sebastiano de Falco

PHI Foundation

RACCOLTA FONDI FAMIGLIA DISABILE

 

Gentilissimi PHI Fondation e signor Sebastiano de Falco buon giorno, come anticipato telefonicamente vi chiediamo di pubblicare questo nostro disperato appello al fine di riuscire a salvare la nostra famiglia.

Sia io che mia moglie ci rivolgiamo a voi per un aiuto nel poter aprire una campagna raccolta fondi che ci aiuti a migliorare la nostra esistenza, come detto in precedenza siamo due invalidi civili con invalidità al 100% con pensione minima di neanche 300 euro a testa mensili.

Il nostro handicap è dovuto da parte mia dal virus della polio, mentre mia moglie soffre di psico schizofrenia acuta.

A voi vi abbiamo ampiamente illustrato della nostra situazione abitativa, cioè che abitiamo in una casetta asismica costruita dopo il terremoto del 1913 di Avezzano, casetta o baracca come si voglia chiamare.

La mia invalidità è dovuta a paralisi infantile procuratami dal virus della polio dopo tre ore dalla nascita.

All’età di sei anni sono condotto in collegio a Perugia, dove rimango sino alla chiusura dello stesso nell’80 per un totale di dieci anni.

Tornato a casa, sono rinchiuso in una camera adiacente alla stalla, dove ero costretto anche a mangiare per ordine di mio padre che mi aveva escluso del tutto dal nucleo familiare per colpa del mio handicap.

Questa vita da recluso l’ho portata avanti sino al dicembre del 1992 dopo di che torno a Perugia in una comunità, dove rimango per cinque anni, sono stato costretto a tornare a Perugia per evitare il peggio poiché una persona del nucleo familiare mi stava istigando al suicidio.

Di tutto quello che scrivo ne, potete chiedere informazione presso la locale stazione de carabinieri che sono gli unici ad avermi aiutato.

Nel novembre del 97 ritorno in “famiglia” ma dopo due giorni che sono tornato una persona del nucleo familiare mi minaccia di far staccare energia elettrica e m’invita ad andare via da casa e a non tornare più.

Su di me avrei da dire ma sono tutte cose negative e di quello che uno può pensare, è ancora peggio.

Anche mia moglie ha avuto un’infanzia non tanto buona data la sua malattia (psicosi schizofrenica acuta), malattia di cui la famiglia ha sempre negato l’esistenza, ha subito abusi di ogni genere senza poter far nulla per potersi difendere.

Più di una volta i sanitari si sono recati presso la sua abitazione per poterla aiutare ma erano cacciati di casa in modo brusco.

Vi posso ben dichiarare che benché mia moglie soffra di psicosi schizofrenica acuta, la sua famiglia ancora non si rende conto del suo malanno.

Aveva una sorella che io non ho conosciuto cui lei era molto legata che si è tolta la vita buttandosi in un laghetto artificiale dell’ENEL vicino la loro abitazione.

Ho conosciuto mia moglie nel 98 e nel maggio del 99 ci siamo sposati.

Il giorno delle nozze posso dire che benché io abbia un fratello e tre sorelle non ho visto nessuno di loro al mio matrimonio.

Una volta sposati, una delle mie sorelle inizia a sparlare di me con mia moglie dicendole che essendo stato a Perugia, avevo parecchie malattie, Sifilide, herpes ecc. invitandola a lasciarmi.

Mia moglie ha resistito sino a novembre del 99 dopo di che ha cominciato con le crisi dovendo ricorrere più di qualche volta alle cure ospedaliere con il T:S:O e da quel momento non è stata più bene.

Poiché non stavamo bene presso la casa materna per colpa dei “miei” che ci volevano cacciare a tutti i costi, nel 2001 il comune ci ha dato ospitalità presso una casetta asismica (baracca) costruita dopo il terremoto nella Marsica del 1913 sotto richiesta del C.S.M. di Avezzano.

Sono ormai parecchi anni che questa casetta sta cadendo a pezzi, dopo varie richieste sia verbali sia per iscritto che vanno avanti da più di 3-4 anni, dopo che l’ufficiale sanitario ha dichiarato inagibile e pericolante questa baracca, il sindaco o chi per lui fingono di non sapere e di non vedere lo stato attuale in cui io vivo.

E’ ben chiaro che chi legge quest’articolo ne può detrarre che io voglia essere un accattone, uno che mira a sensibilizzare i cuori, ma non è così.

HO REALMENTE BISOGNO DI AIUTO, VIVIAMO IN UNA SITUAZIONE AL DISOTTO DELLA SOPRAVIVENZA

QUESTA CAMPAGNA DI RACCOLTA FONDI CHE VOGLIO APRIRE MI SERVE PER TROVARE UN ALLOGGIO AL QUANTO IDONEO PER UNA CIVILE CONVIVENZA IN QUANTO HO MIA MOGLIE CHE HA PROBLEMI SERI E CON CUI COMBATTO TUTTI I GIORNI

Gentilissimi PHI Foundation e signor Sebastiano de Falco, mi appello a voi affinché questo messaggio arrivi ai cuori delle persone.

Eventuali donazioni possono essere effettuate su:

POSTEPAY EVOLUTION N. 5333 1710 2126 3039 intestato a D’Ambrosio Giorgio

o sul conto corrente postale n. IBAN.IT20D0760105138250603650606 intestato a D’Ambrosio Giorgio

Aiutatemi ad aiutarmi o meglio aiutatemi ad aiutare mia moglie.

ABBIAMO REALMENTE BISOGNO DI AIUTO

Contatto telefonico +39-328-2174795 Giorgio D’ambrosio

 

Giorgio D’Ambrosio

PHI Foundation

MOZART TESTIMONIAL DELLE MALATTIE RARE

Lugano 21 novembre 2016 – PHI FoundationSebastiano de Falco – Nel mese di Novembre in Piemonte due giorni dedicati alle malattie rare che culmineranno sulle note di un celebre malato raro: Wolfgang Amadeus Mozart. “Malattie rare, Rare ma così tante” sarà un’importante occasione per la città di Cirié (TO) per conoscere le malattie rare che, pur essendo “rare”, ad oggi coinvolgono più di 700.000 persone in tutta Italia. Due importanti eventi nati dalla collaborazione dell’ASL TO4 con l’Associazione culturale iTechni in favore dell’Associazione Italiana Niemann Pick Onlus che dal 2005 si occupa della malattia di Niemann Pick e di altre malattie genetiche affini. Le due giornate sono patrocinate dalla città di Cirié, dal Comune di S. Carlo Canavese e dalla Federazione Malattie Rare Infantili. Questo il programma dei due eventi: Il 24 novembre alle ore 21:00 presso la Sala Consiliare del Comune di Ciriè (TO), C.so Martiri della libertà n. 33, avrà luogo un “Dialogo con i cittadini” al quale interverranno: Dr. Diego Maria Papurello – Dir. SC Neurologia A sede di Cirié-Lanzo, ASL TO4 Dr. Roberto Freilone – Resp. SS Ematologia A e B, ASL TO4 Referente aziendale ASL TO4 malattie rare Dr.ssa Silvana Savoldi – Dir. Dip. Area Medica ASL TO4 Dir. Nefrologia e Dialisi di Cirié- Chivasso, ASL TO4 Dr. Adalberto Brach del Prever – Dir. SC Pediatria P.O. Unico Ciriè-Lanzo, ASLTO4 Luigi Bonavita – Fondatore Associazione Italiana Niemann Pick Onlus L’incontro, fortemente voluto dall’ASL TO4, è aperto al pubblico ed è stato organizzato per coinvolgere i cittadini rendendoli sempre più consapevoli dell’esistenza delle malattie rare e per ricordare che l’Azienda Sanitaria stessa, insieme all’Associazione Italiana Niemann Pick Onlus, rappresenta un punto di riferimento per questi pazienti. Ormai dal 2009 infatti, l’ASL TO4 ospita gratuitamente l’Associazione all’interno dell’Ospedale di Lanzo T.se e promuove insieme ad essa l’organizzazione di momenti di riflessione sulle malattie rare, facendo sì che diventino sempre più argomento di salute pubblica. Il 26 novembre alle ore 21:00 presso il Duomo di S. Giovanni Battista in Cirié (TO) verrà eseguito il “Requiem” di Wolfgang Amadeus Mozart – un noto malato raro – a cura dell’Orchestra Sinfonica “Estemporanea” e del Coro Polifonico Città di Rivarolo Canavese. Questo evento conclusivo ha lo scopo di creare un momento di incontro tra i cittadini, la musica classica e le malattie rare. Ospite di questa serata sarà infatti l’Associazione Italiana Niemann Pick Onlus con il suo fondatore Luigi Bonavita che spiegherà in breve le attività dell’Associazione sul territorio nazionale ed internazionale. I fondi raccolti durante il concerto saranno interamente devoluti al sostegno delle attività dell’Associazione.

L’Associazione Italiana Niemann Pick Onlus opera su tutto il territorio nazionale e dal 2005 è accanto ai malati rari con l’intento di migliorare la loro qualità di vita e quella dei loro famigliari: per questo sostiene la ricerca scientifica finanziando borse di studio, organizza e partecipa a convegni nazionali ed internazionali ed interviene quotidianamente per fornire aiuto alle famiglie nelle problematiche di carattere clinico, socio-assistenziale, scolastiche e burocratiche, intervenendo, qualora ve ne fosse bisogno, anche con un sostegno economico. Per maggiori informazioni, www.niemannpick.org L’ASL TO4, che si estende dalla cintura torinese verso la Valle d’Aosta nella zona a nord e verso la Francia nella zona a ovest, comprende 177 comuni suddivisi in 5 distretti sanitari. L’Azienda risponde ai bisogni di salute di circa 520.000 residenti con 80 strutture, tra le quali 5 Ospedali (Chivasso, Ciriè, Ivrea, Cuorgnè e Lanzo), 6 sedi principali di Distretto, 3 sedi principali del Dipartimento di Prevenzione, 10 Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA) a gestione diretta e 3 Hospice. L’Associazione Culturale iTechni è composta da un gruppo di musicisti e da altri operatori culturali che, dal 2015, mettono a disposizione le loro competenze a servizio della solidarietà. Il Coro polifonico Città di Rivarolo Canavese nasce nel 1972 su iniziativa del rag. Giuseppe Ponchia ed è attualmente composto da circa 30 elementi. La Direzione è affidata al M° Maria Grazia Laino, diplomata in direzione di coro e direzione d’orchestra. L’orchestra Sinfonica Estemporanea – Arte, musica, teatro – nasce nel 2015, dalla collaborazione tra Lucia Marino e Tamara Bairo, musiciste che dopo quasi vent’anni di orchestra insieme, hanno deciso di dar vita a qualcosa di nuovo. Grazie a profondi legami di amicizia e stima con i musicisti provenienti dal Teatro Regio di Torino, dalla Filarmonica e dall’Orchestra della Rai, Estemporanea si è dedicata con entusiasmo a questo progetto in favore dell’Associazione Italiana Niemann Pick Onlus.

 

Sebastiano de Falco

PHI Foundation

#PHI: Migliorano le raccolte fondi del non profit

COMUNICATO STAMPA  ISTITUTO ITALIANO DONAZIONI

Dal 23 settembre partono le iniziative per la seconda edizione di #DonoDay Più di 100 eventi per il 1° Giro dell’Italia che dona Milano, 19 settembre 2016.

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PHI Foundation: Sono incoraggianti i dati della 14° edizione dell’indagine “L’andamento delle raccolte fondi: bilanci 2015 e proiezioni 2016” realizzata dall’Osservatorio di sostegno al Non Profit sociale dell’Istituto Italiano della Donazione (IID) in collaborazione con l’Associazione Italiana Fundraiser (Assif). Quasi il 40% delle ONP dichiara di aver aumentato la propria raccolta fondi nel 2015, con un leggero incremento rispetto al 2014. Il dato rilevante è la diminuzione di quasi 10 punti percentuali delle organizzazioni che dichiarano di aver peggiorato le proprie performance rispetto al 2014. L’anteprima dell’indagine è stata presentata questa mattina a Milano da Cinzia Di Stasio, Segretario Generale IID, durante il convegno “Il Dono e il Territorio” che l’IID, insieme a Fondazione Cariplo, ha organizzato alle Gallerie d’Italia a Milano. Durante il convegno il presidente dell’Istituto Italiano della Donazione Edoardo Patriarca ha illustrato gli oltre 100 eventi che si terranno in tutta Italia dal 23 settembre al 7 ottobre per il 1° Giro dell’Italia che dona: quasi 200 sono gli aderenti tra comuni, scuole e associazioni. Da oggi tutti i cittadini potranno partecipare attivamente alle celebrazioni del Giorno del Dono, ricercando l’iniziativa più “vicina a casa” grazie alla mappa interattiva. Sono 50 le scuole che aderiscono al video contest “Donare molto più di un semplice dare” per un totale di oltre 1500 ragazzi entusiasti di raccontare la propria idea di dono. Questi i numeri dell’iniziativa: 90.000 le visualizzazioni alle pagine dei video presenti nella piattaforma e più di 36.000 votanti per eleggere il vincitore della categoria “Giuria Popolare”. Per sapere i nomi delle scuole vincitrici della seconda edizione del contest bisognerà aspettare il 4 ottobre, giorno in cui si terrà alla Camera dei Deputati l’evento principale. Ad aprire la mattinata è stato il presidente della Fondazione Cariplo Giuseppe Guzzetti che ha annunciato l’impegno della Fondazione nella diffusione della cultura dei lasciti testamentari, come forma di dono che va al di là di noi stessi: “E’ nostra responsabilità e dovere in questo periodo di crisi sociale ed economica far conoscere questa opportunità filantropica unica che in modo semplice, sicuro ed efficace permette a tutti di mettere a disposizione con continuità nel tempo il proprio patrimonio, piccolo o grande che sia, e quindi di partecipare al benessere futuro delle propria collettività, riattivando risorse e capacità, adeguandosi a bisogni nuovi ed emergenti senza disperdere la speranza di un futuro comune migliore”. È stato il presidente dell’IID Edoardo Patriarca a presentare i risultati raggiunti nella seconda edizione del Giorno del Dono, i numeri delle iniziative, delle adesioni e dei prossimi appuntamenti. “Mi piace celebrare la seconda edizione del Giorno del Dono -ha detto Patriarca- con una conferma del miglioramento della raccolta fondi da parte delle associazioni non profit intervistate, un segnale di positività ed entusiasmo in linea con la mobilitazione nazionale che vede quasi 200 adesioni tra comuni, associazioni, imprese e scuole al Primo Giro dell’Italia che dona che da nord a sud ha fotografato un paese capace di celebrare il dono nei suoi aspetti più nobili. E’ solo il primo passo per un cambiamento culturale che l’IID vuole promuovere affinché il tema della gratuità sia al centro dell’agire di ognuno di noi, come ci ha ricordato anche il Presidente Emerito della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi scomparso pochi giorni fa e primo firmatario nonché grande sostenitore della legge istitutiva del Giorno del Dono”. Stefano Cerrato del Banco Popolare ha presentato la campagna di comunicazione a favore della prima raccolta fondi organizzata per il Giorno del Dono, curata insieme all’Istituto Italiano della Donazione: “Il Banco Popolare attiverà la raccolta fondi, sul conto corrente dedicato Giorno del Dono 2016, coinvolgendo tutte le proprie filiali, circa 1.800. Il conto corrente è già operativo e resterà aperto per la raccolta dei fondi fino al 30 novembre. La campagna, che prevede la distribuzione dei materiali a supporto dell’iniziativa in tutte le filiali, inizierà il 26 settembre e terminerà il 7 ottobre, mentre il conto corrente resterà aperto fino al 31 novembre per la raccolta dei fondi da parte dei cittadini” . Comunicato Stampa IID L’importo raccolto sarà destinato a progetti di enti selezionati secondo chiare regole di trasparenza e correttezza, contenute nella “Carta della Donazione”, il codice etico utilizzato dall’Istituto Italiano della Donazione, che garantisce il donatore sul buon uso delle risorse raccolte. I progetti selezionati saranno di associazioni impegnate nei lavori di ricostruzione “sociale” e territoriale dei paesi colpiti dal sisma del 24 agosto. Le associazioni potranno candidare i propri progetti a partire dal 10 di ottobre fino al 14 novembre. Entro Natale verranno annunciati importi e progetti vincitori. L’iban per contribuire è IT73W0503411701000000040416, beneficiario: Giorno del Dono 2016 Banco Popolare, Causale: Giorno del dono. Durante il convegno, Filippo Petrolati, responsabile del progetto Fondazioni di comunità, ha lanciato la Campagna a favore dei lasciti testamentari promossa da Fondazione Cariplo. “Dopo oltre 15 anni di esperienza di intermediazione filantropica e di attività a sostegno di enti e progetti di utilità sociale -ha detto Petrolati-, lanciamo oggi una campagna a favore dei lasciti testamentari, sicuri che le che le Fondazioni di Comunità locali promosse da Fondazione Cariplo possano costituire un vero e proprio ponte tra generazioni per la loro capacità di interpretare e garantire nel tempo le volontà e i sogni di chi intende continuare a vivere grazie alla possibilità di costituire fondi filantropici permanenti”. A supporto della Campagna Lasciti Gian Paolo Barbetta ha presentato l’aggiornamento rispetto al 2009 del Quaderno dell’Osservatorio “Il mercato dei lasciti testamentari”. “Nell’arco dei prossimi 15 anni un quinto della ricchezza netta dell’intero Paese è destinata ad essere trasferita mortis causa – ha spiegato Barbetta-. All’interno di questo flusso, si ipotizza che il valore potenziale dei lasciti alle istituzioni del Terzo settore possa rappresentare un ammontare significativo, corrispondente a circa l’1% della ricchezza complessiva del paese. In Italia, il valore economico di tale ricchezza potrebbe oscillare fra i 100 e i 129 miliardi di euro; in Lombardia, potrebbe attestarsi intorno ai 12 miliardi”. A chiudere la mattinata un momento di riflessione sul dono, dove a essere protagoniste sono proprie le storie di filantropia del territorio lombardo, precedute dall’intervento di Luigi Campiglio, docente di politica economica alla Cattolica di Milano. A raccontarle Catherine De Senarclens, consigliere della Fondazione comunitaria del lecchese Onlus, Cesare Ponti, presidente della Fondazione Comunitaria del Novarese Onlus e Carlo Vimercati, presidente della Fondazione della Comunità Bergamasca.