FUNDRAISING SOLIDALE NOVEMBRE 2016
In questi giorni abbiamo ricevuto un appello di richiesta aiuto che pubblichiamo integralmente così come ci è pervenuta.
Come detto in precedenza siamo due invalidi civili con invalidità al 100% con pensione minima di neanche 300 euro a testa mensili.
La mia invalidità è dovuta a paralisi infantile procuratami dal virus della polio dopo 3 ore dalla nascita.
All’età di 6 anni sono condotto in collegio a Perugia, dove rimango sino alla chiusura dello stesso negli anni 80 per un totale di 10 anni.
Tornato a casa vengo rinchiuso in una camera adiacente la stalla dove ero costretto anche a mangiare per ordine di mio padre che mi aveva escluso del tutto dal nucleo familiare per colpa del mio handicap.
Questa vita da recluso l’ho portata avanti sino al dicembre del 1992 dopo di che torno a Perugia in una comunità dove rimango per 5 anni, sono stato costretto a tornare a Perugia onde evitare il peggio dal momento che una persona del nucleo familiare mi stava istigando al suicidio.
di tutto quello che scrivo ne potete chiedere informazione presso la locale stazione de carabinieri che sono gli unici ad avermi aiutato.
Nel novembre del 97 ritorno in “famiglia” ma dopo due giorni che sono tornato una persona del nucleo familiare mi minaccia di far staccare energia elettrica e mi invita ad andare via da casa e a non tornare più.
Su di me ne avrei da dire ma sono tutte cose negative e di quello che uno può pensare è ancora peggio.
Anche mia moglie ha avuto un infanzia non tanto buona dato la sua malattia (psicosi schizofrenica acuta), malattia di cui la famiglia ha sempre negato l’esistenza, ha subito abusi di ogni genere senza poter far nulla per potersi difendere.
Più di una volta i sanitari si sono recati presso la sua abitazione per poterla aiutare ma venivano cacciati di casa in modo brusco.
Aveva una sorella che io non ho conosciuto a cui lei era molto legata che si è tolta la vita buttandosi in un laghetto artificiale del’enel vicino la loro abitazione.
Ho conosciuto mia moglie nel 98 e nel maggio del 99 ci siamo sposati.
Il giorno delle nozze posso dire che benché io abbia 1 fratello e 3 sorelle non ho visto nessuno di loro al mio matrimonio.
Una volta sposati, una delle mie sorelle inizia a sparlare di me con mia moglie dicendole che essendo stato a Perugia, avevo parecchie malattie, Sifilide, herpes ecc. invitandola a lasciarmi.
Mia moglie ha resistito sino a novembre del 99 dopo di che ha cominciato con le crisi dovendo ricorrere più di qualche volta alle cure ospedaliere con il T:S:O e da quel momento non è stata più bene.
Dal momento che non stavamo bene presso la casa materna per colpa dei “miei” che ci volevano cacciare a tutti i costi, nel 2001 il comune ci ha dato ospitalità presso una casetta asismica (baracca) costruita dopo il terremoto nella Marsica del 1913 sotto richiesta del C.S.M. di Avezzano.
Sono ormai parecchi anni che questa casetta sta cadendo a pezzi, dopo varie richieste sia verbali che per iscritto che vanno avanti da più di 3-4 anni, dopo che l’ufficiale sanitario ha dichiarato inagibile e pericolante questa baracca, il sindaco o chi per lui fingono di non sapere e di non vedere lo stato attuale in cui io vivo.
Mi rivolgo a lei Sebastiano de Falco affinché mi aiuti ad aprire una campagna raccolta fondi onde poter trovare una casetta anche in affitto per poter vivere un po’ degnamente avendo anche mia mogie che purtroppo per colpa della sua malattia ha capacità motorie al quanto e vistosamente ridotte.
Questa baracca dove vivo è piena di umidità, il soffitto sta crollando e rischiamo anche di rimanere travolti dai calcinacci, le mattonelle cadono per la troppa umidità.
Questo è da parte mia una richiesta di aiuto, mi rivolgo a Sebastiano de Falco della PHI Foundation ma anche a tutte le persone affinché questo mio grido di richiesta di aiuto arrivi ai cuori delle persone e non ci lascino soli.
Aiutatemi ad aiutarmi o meglio aiutatemi ad aiutare mia moglie.
Contatto whatsapp +39-328 -2174795 Giorgio D’ambrosio.
Contatto whatsapp +39-328 -2174795 Giorgio D’ambrosio.
Giorgio D’ambrosio
PHI Foundation