8 Marzo

Con l’ 8 Marzo, Giornata Internazionale della donna, è nata una nuova era per la libertà di tutte donne

Quest’anno l’ 8 Marzo, non abbiamo festeggiato la “Giornata Internazionale della donna” con le classiche mimose ma con lo Sciopero Globale delle Donne che ha raccolto l’adesione di 54 Paesi nel mondo. Attraverso feste in strada, assemblee, cortei, manifestazioni creative abbiamo messo sottosopra attività produttive, scuole, piazze e vite familiari al grido di “Se le nostre vite non valgono, non produciamo” per rivendicare una società che valorizzi la vita, la salute, la libertà e l’autodeterminazione di tutte le donne.

L’ 8 Marzo milioni di donne hanno incrociato le braccia interrompendo ogni attività produttiva e riproduttiva e astenendosi da ogni tipo di occupazione, compresi i lavori di cura e quelli domestici.

Con le colleghe dell’Associazione per cui lavoro, Differenza Donna Ong di Roma, abbiamo occupato lo spazio pubblico con i nostri saperi portando in strada tutta l’esperienza dei Centri Antiviolenza. Abbiamo trascorso la mattina in Piazza del Popolo con varie attività di sensibilizzazione, per incontrare e parlare con le donne e uomini, per informarli e coinvolgerli nella nostra mission e nella nostra adesione allo sciopero. Alle 17,00 ci siamo unite al corteo che è partito dal Colosseo insieme a tutte le altre donne e associazioni.

Per tutta la manifestazione io ho portato con orgoglio un cartello con su scritto “The Woman’s place is in the Resistance”. E voglio ricordarmi tutti i giorni di resistere di fronte alle ingiustizie che vivo in questa società in quanto donna perché se anche c’è una ingiustizia c’è sempre uno spazio per contrastarla.

È inutile dire quanto sia stato emozionante sentire un’unica voce che si muoveva come un grande popolo per le strade di Roma, d’Italia e non solo. Il colore dominante non era il giallo delle mimose, bensì il nero e il fucsia, scelto dalla rete Non Una di Meno. Nero e fucsia ovunque. Sugli striscioni portati in corteo, sui capelli, sugli abiti, sulle stampe delle emblematiche matrioske.

La matrioska (dal latino mater) rappresenta allo stesso tempo maternità e nascita, simbolo  della protesta in quanto rappresenta l’unità e la molteplicità dell’Io di una donna, l’unione e la forza che milioni di donne nel mondo possono avere per far valere insieme i propri diritti come se fossero una sola, unica ed infinita matrioska contenente dentro sé tutte le altre.

Per questo l’ 8 Marzo non è finito. O almeno non è finito qui. Ha aperto una nuova era, un nuovo movimento delle donne. Anche se vivono in diversi luoghi e provengono da differenti vissuti, sono accomunate dalla stesso desiderio di libertà da chi le uccide per “troppo amore”, da chi, quando sono vittime di stupro, processa prima le donne e i loro comportamenti; da chi “esporta democrazia” in loro nome e poi alza muri di fronte alla loro autodeterminazione; da chi scrive leggi sui loro corpi e da chi le ricatta con le dimissioni in bianco perché hanno figli o forse li avranno; da chi offre loro stipendi comunque più bassi degli uomini a parità di mansioni.

Con lo scorso 8 Marzo abbiamo sperimentato che è possibile scioperare dai ruoli imposti dal genere per mettere in crisi finalmente un modello produttivo e sociale che, contemporaneamente, discrimina e mette a profitto le differenze.

 

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Vanessa Doddi

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bambini di strada

L’ARTEDUCAZIONE PER SALVARE I BAMBINI DALLA STRADA

Il Brasile è un Paese in cui moltissimi bambini, abbandonato il proprio percorso educativo scolastico, finiscono per trascorrere le proprie giornate in strada, costretti spesso ad entrare nella rete della criminalità locale.

Projetò Axé è una ONG fondata nel 1990 a Salvador (in Brasile), dal fiorentino Cesare de Florio La Rocca, che nasce proprio con  l’obiettivo di difendere ed educare i bambini e gli adolescenti brasiliani vittime di situazioni di disagio sociale ed infatti, fino ad oggi, ha già aiutato oltre 27 mila bambini.

Per realizzare il suo scopo Projetò Axé utilizza il metodo dell’ ArtEducazione, una tecnica innovativa che permette di far emergere tutto il potenziale dei bambini, riattivando in loro il desiderio con la danza, la capoeira e le arti visuali.

L’esperienza di Projetò Axé è iniziata dall’Educazione di Strada, cioè con educatori che lavoravano direttamente nelle strade, per passare  successivamente a spazi educativi ed Unità di Accoglienza (basate su moda, stampa, danza, capoeira, musica) fino alla creazione di gruppi di danza e musica prettamente professionalizzanti, costituiti da un gruppo in continua mutazione (con i più promettenti bambini che, al termine del loro percorso, vengono assunti come artisti o assorbiti dal mercato del lavoro e lasciano spazio agli educandi più giovani e meno esperti).

Ma per proseguire e potenziare la propria attività di sostegno ai bambini,  attraverso nuovi e migliori strumenti, Projetò Axé ha avviato la campagna Fundraising 2017,  con l’ambizioso obiettivo di diffondere l’efficace metodo dell’ArtEducazione anche in Italia e fare rete con le istituzioni e con le altre organizzazioni del settore.

Aiuta anche tu i bambini in situazioni di disagio sociale, sostieni la campagna Fundraising 2017 di Projetò Axé attraverso il sito www.projetoaxe.org .

 

 

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Nicola Minerva

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RIPARTIRE INSIEME: EREDI E NON REDUCI

RIPARTIRE INSIEME: EREDI E NON REDUCI

RIPARTIRE INSIEME: EREDI E NON REDUCI

 

RIPARTIRE INSIEME: EREDI E NON REDUCI: Dalle parole di Matteo Renzi al Lingotto, oltre a tutti i ringraziamenti ai partecipanti e (in particolare ai volontari), emerge che non vi è prospettiva di sviluppo senza un vero e risolutivo cambiamento, quindi, “ripartire insieme” andando incontro, anzi, “rivendicare il futuro” come “eredi e non reduci” di un passato verso il tramonto.

 

Matteo Renzi parla della lotta per l’uguaglianza e garanzie di riscatto sociale delle pari opportunità, di promuovere il capitale umano, affrontare la sfida educativa rivendicando un futuro progressista in direzione di una società etica con solidi valori, rilanciando contenuti e ideali, contemporaneamente restituire una speranza al paese al fine di garantire solide prospettive alle generazioni future.

 

Matteo Renzi propone partecipazione e coinvolgimento lanciando una provocazione da progressista e innovatore, “realizziamo insieme lo sviluppo dell’innovazione sociale con progetti di interesse comune e sostanzialmente rivolti a dare lavoro ai meritevoli e progresso in assoluta trasparenza restaurando un clima di fiducia tra il cittadino e le istituzioni”.

 

L’innovazione sociale è caratterizzata dalla capacità di rispondere ai bisogni sociali che la politica tradizionale sembra sempre più in grado di affrontare, la responsabilizzazione dei gruppi e degli individui, e la volontà di cambiare le relazioni sociali.

 

“Eredi non Reduci”

 

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Sebastiano de Falco

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INNOVAZIONE SOCIALE: LA PAROLA MAGICA

INNOVAZIONE SOCIALE: LA PAROLA MAGICA

INNOVAZIONE SOCIALE: LA PAROLA MAGICA

 

Innovazione Sociale è una corrente filosofica che si concentra sull’evoluzione concettuale delle persone, sulle idee e le soluzioni che creano valore sociale a beneficio della comunità sia nel profit sia nel non profit volgendosi ad un welfare sostenibile.

 

Esaminiamo i processi attraverso i quali sono generate le innovative rivoluzioni ideologiche e tecnologiche, osserviamo la fecondazione intersettoriale alla base dei tre meccanismi fondamentali che stanno guidando la contemporanea Social Innovation:

  • Scambio di idee e valori;
  • Rigenerazione dei ruoli e relazioni;
  • L’integrazione del capitale privato a sostegno degli investimenti pubblici e la filantropia.

In definitiva, i problemi più difficili e importanti non possono essere compresi, e tanto meno risolti, senza il coinvolgimento del terzo settore, organizzazioni non profit, investimenti pubblici e privati.

 

Innovazioni Sociali, nuove strategie, concetti idee, organizzazioni che soddisfano esigenze sociali in diversi settori dal lavoro, l’educazione, la salute, al fine di sviluppare e rafforzare le comunità. Nella Social Innovation vi sono compresi i processi sociali innovativi e partecipativi, quali per esempio le tecniche e software open source, innovazioni orientate a scopi ed utilizzi sociali come microcredito, il volontariato e l’apprendimento a distanza, e molto altro ancora.

 

La Social Innovation si concentra sul processo di innovazione e cambiamento che prende forma favorendo l’organizzazione interna delle imprese al servizio della produttività e del bene comune (Corporate Social Responsibility) responsabilità sociale d’impresa con link diretto l’enciclopedia digitale Wikipedia simbolo della Social Innovation Partecipativa e dei concetti intrinseci.   https://it.wikipedia.org/wiki/Responsabilit%C3%A0_sociale_d’impresa

La Social Innovation si concentra sulle nuove tipologie di lavoro e avanzate forme di cooperazione (modelli di business o capitalismo Etico), in particolare attività sostenibili.

 

L’innovazione sociale è caratterizzata dalla capacità di rispondere ai bisogni sociali che la politica tradizionale sembra sempre più in grado di affrontare, (vedi quanto affermato da Matteo Renzi), la responsabilizzazione dei gruppi e degli individui, e la volontà di cambiare le relazioni sociali.

 

Quindi, l’innovazione sociale è spesso presentata come un modo per aumentare la qualità dei servizi sociali e la loro economicità, offrendo equivalente, se non superiore, i risultati nonostante i notevoli vincoli di bilancio.

 

“Insieme siamo in grado di nutrire il seme di altruismo che è insito in ognuno di noi”.

 

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Sebastiano de Falco

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CORRI CON AMIP PER SOSTENERE LA RICERCA PEDIATRICA

Il 2 Aprile 2017 si terrà la 23° edizione della Maratona di Roma, un classico appuntamento annuale che si svolge lungo le strade e le piazze della città Eterna, ed anche quest’anno l’associazione AMIP (Associazione Malati di Ipertensione Polmonare) parteciperà a questa tradizionale corsa.

AMIP correrà la Maratona di Roma per raccogliere fondi a sostegno di un progetto di ricerca pediatrica sull’ipertensione polmonare presso l’Ospedale Bambino Gesù di Roma.

AMIP è una Onlus  nata il 12 Maggio 2000, con l’obiettivo di aiutare i malati di ipertensione polmonare che spesso si ritrovano a combattere da soli contro un male più forte di loro, fondata da Maria Pia Proia, una donna affetta proprio da questa grave patologia.

AMIP offre ai malati supporto psicologico e, attraverso materiale informativo di vario genere (dai manuali ai DVD), spiega loro come conoscere e convivere con l’ipertensione polmonare. Mette anche a loro disposizione una linea telefonica, un gruppo di auto-aiuto, conferenze e corsi di aggiornamento. Nel corso della sua attività AMIP ha svolto numerose collaborazioni con l’Istituto Superiore di Sanità e con il Ministero della Salute e partecipato a diverse iniziative tra cui il progetto “Medicina Narrativa”.

Ogni anno organizza inoltre incontri di gruppo in cui mette a disposizione dei pazienti, in modo gratuito per due giorni in albergo, la competenza dei medici più qualificati.

Il progetto di ricerca pediatrica sostenuto da AMIP è incentrato sul verificare, nei bambini malati di ipertensione polmonare, l’esistenza di autoanticorpi potenzialmente connessi allo sviluppo della malattia e, di conseguenza, l’efficacia dell’immunoassorbimento nella cura. Ciò allo scopo di studiare nuove strategie terapeutiche per la cura di bambini ed adulti affetti da questa grave patologia.

Corri anche tu con AMIP e sostieni la ricerca pediatrica sull’ipertensione polmonare: per partecipare come maratoneta solidale o unirti al gruppo della stracittadina puoi chiamare il numero 0633250970 o inviare una mail all’indirizzo amip.onlus@yahoo.it .

 

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Nicola Minerva

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La bicicletta rossa

Cosa ci fa una bicicletta rossa appesa sull’ingresso di un edificio pubblico?

Qualcuno di voi forse l’avrà riconosciuta, per molti altri invece non significa granchè…

Un po’ di anni fa, in uno stato del sud degli Stati Uniti, un ragazzino di famiglia medio borghese, un bel giorno ricevette in regalo dal padre una bicicletta rossa fiammante, bellissima, nuovissima.

Il ragazzo non stava più nella pelle, quasi non riusciva a prendere sonno la notte, fantasticando sui viaggi e le corse che avrebbe fatto con la sua nuova bicicletta rossa. Non vedeva l’ora di mostrarla ai suoi amici e a tutti quelli che lo conoscevano.

E l’occasione si presentò pochi giorni dopo, quando si tenne l’annuale fiera nella sua città.

Il ragazzo, con tutti i suoi amici, si recò in bicicletta alla fiera e lasciò la sua bici, insieme a quelle dei compagni, posteggiate nelle apposite rastrelliere. Ma quando la fiera finì e i ragazzi tornarono alle loro bici, mancava proprio la bicicletta rossa !!!

Potete immaginare la reazione del ragazzo, era disperato, imprecava, piangeva, urlava e chiedeva a gran voce l’intervento della polizia: “datemi un poliziotto, datemi un poliziotto!!” gridava il ragazzo, che voleva sporgere denuncia. E infatti un agente arrivò sul posto, un agente sulla cinquantina, che guardando questo ragazzino disperato e chiedendo cose fosse successo, rimase colpito dalla veemenza e dalla furia del ragazzo: “Agente dovete trovare subito chi mi ha rubato la bici, è meglio per lui che lo trovate voi, perché se lo trovo io lo riempio di pugni, calci, gli spacco la testa…” imprecava come un forsennato il ragazzo. Al che l’agente, con un sorriso sulle labbra rispose: “ma tu ragazzino sai fare a pugni?”. “Certo”, rispose spavaldo il ragazzo. “Ma hai mai fatto a pugni per davvero?” domandò l’agente, “bè qualche volta con i miei amici, ma proprio pugni veri no…”. “Si ma quello non vuol dire saper fare a pugni” incalzò l’agente, “al massimo quello è fare una rissa, ma saper fare a pugni è un’altra cosa. Facciamo cosi, vienimi a trovare domani dopo la scuola nella mia palestra e vediamo che si può fare”.

Si perché l’agente, come hobby, aveva una palestra dove allenava ragazzi e adulti, insegnando loro l’antica arte del pugilato.

Fu cosi che il giorno dopo, il ragazzino si recò in palestra e cominciò ad imparare a usare i pugni non per combattere o per vincere, ma per creare della vera e propria arte. Si perché da quel giorno il ragazzo e la boxe diventeranno un tutt’uno. In quel pomeriggio americano nasceva una legenda, forse la più grande legenda sportiva dei nostri tempi.

Il ragazzo si chiamava Cassius Clay e quella bicicletta rossa è stata appesa proprio sulla palestra nella quale Clay cominciò ad imparare l’arte della boxe, quasi a ricordare come a volte nella vita, sono piccoli episodi a determinare grandi destini.

cassius clay

Col tempo il ragazzo cambierà nome in Mohamed Alì, ma la sua lotta contro le ingiustizie e i soprusi accompagneranno sempre la sua carriera da pugile prima e da uomo dopo, soprattutto quando appese i guantoni al chiodo.

Anzi proprio in quel momento forse, la sua forza e la sua sensibilità verso i problemi sociali ha raggiunto il suo apice.

A Mohamed Alì infatti, è toccato fare i conti con un avversario ben più temibile di quelli incontrati sul ring. Gli fu diagnosticato il morbo di Parkinson. Una malattia neuro degenerativa, che lo ha condotto alla morte nel 2016.

Ma tutto il mondo lo ricorda durante l’inaugurazione dei giochi olimpici di Atlanta, quando tremante per via della malattia, teneva in mano la torcia che avrebbe acceso il braciere olimpico, con la stessa fierezza e spavalderia con la quale ha sfidato le leggi e le persone.

atlanta

Negli ultimi anni, Mohamed Alì è diventato il simbolo della lotta al Parkinson ed è diventato testimonial della campagna per la cura e la ricerca scientifica sulla malattia.

Insieme ad altri personaggi famosi, tra cui l’attore Michael  J. Fox, accomunati dallo stesso triste destino, ha dato vita a diverse campagne sociali e ha aiutato la fondazione Michael J. Fox Foundation for Parkinson’s Disease a trovare fondi per continuare la ricerca.

Oggi celebriamo quello che sarebbe stato il suo 75 esimo compleanno, ricordando un uomo che prima ancora di essere un grande atleta è stato un grandissimo uomo, probabilmente the greatest .

 

Story by: Federico Buffa – Sky Sport

 

Francesco Fiore

PHI Foundation

 

 

COMBATTI LA CECITA’ CON MILIONI DI MIRACOLI

A volte i miracoli accadono davvero!

Donare la vista a chi è affetto da cecità o ipovisione, può sembrare una sorta di miracolo,  perché  può far tornare a splendere  la luce della speranza nella vita di chi lo riceve.

Milioni di miracoli è il nome della campagna promossa da Sightsavers per raccogliere i fondi necessari per finanziare un milione di operazioni per ridonare, salvare o salvaguardare la vista degli abitanti di Paesi poveri.

Sightsavers è un’organizzazione internazionale che opera, da più di 60 anni, in oltre 30 Paesi tra i più poveri del mondo con una serie di obiettivi, incentrati sulla lotta alla cecità evitabile e sul miglioramento delle condizioni e della qualità di vita delle persone irreversibilmente cieche o ipovedenti. In Italia è rappresentata da Sightsavers Italia Onlus, con sede a Milano.

miracoli

Durante la sua lunga attività Sightsavers ha già curato più di 43 milioni di persone con antibiotici contro il tracoma (infezione batterica della congiuntiva e della cornea, che può causare cecità) ed ha già operato più di 6 milioni di persone affette da cataratta.

Ma nel mondo ci sono circa 38 milioni di persone non vedenti: il dato più incredibile è che ben l’80% di loro potrebbero non esserlo,  poiché affetti da una cecità curabile (spesso dovuta a fattori correlati allo stato di povertà in cui vivono), ed è questo uno dei  motivi che ha spinto Sightsavers ad avviare la campagna milioni di miracoli.

Ad oggi sono già circa 650 mila le operazioni già assicurate, grazie alle donazioni pervenute per questa campagna, ed il traguardo di un milione di operazioni per restituire la vista ad altrettante persone non è lontano.

I costi delle operazioni sono molto contenuti rispetto ai miracolosi benefici di cui godrà chi ne usufruirà: con 55 euro si può infatti operare di cataratta un bambino, mentre con 30 la sua mamma o il suo papà.

Rendi possibile il miracolo della vista, sostieni anche tu Sightsavers!

 

Nicola Minerva

PHI Foundation

Anche Differenza Donna ONG sul portale ilMioDono

UniCredit ha dedicato al Non Profit italiano ilMioDono, una piattaforma online dove varie Onlus presentano i propri progetti e le persone interessate possono votarle scegliendo tra le iniziative preferite.

Oltre al voto, è anche possibile fare una donazione quadruplicando il valore della propria scelta che, in questo caso, invece di uno equiparerebbe a 4 voti.

La campagna è partita il primo dicembre e si concluderà il 16 gennaio. Dopo questa data l’istituto bancario donerà 200.000€ da distribuire tra le Organizzazioni Non Profit più votate.

Anche l’associazione per cui lavoro, Differenza Donna Ong, è presente su ilMioDono con due progetti: “Emergenza Codice Rosa” e “Linea d’ombra: dalla violenza alla disabilità”.

Il progetto Emergenza Codice Rosa accoglie le donne, con i loro figli, che si rivolgono al Pronto Soccorso in seguito a una violenza subita. Prevede uno spazio qualificato dove le operatrici di Differenza Donna Ong lavorano in coordinamento con il personale sanitario e accompagnano la donna in un vero e proprio percorso di uscita dalla violenza assicurando il necessario sostegno psicologico e legale.

Linea d’ombra si occupa di donne con disabilità che hanno subito violenza, ma anche di donne che sono diventate disabili a causa della violenza.

Confidiamo di ricevere più voti possibili per poter partecipare all’assegnazione dei fondi messi a disposizione da Unicredit. Come fundraiser mi chiedo se il pubblico di riferimento sia quello giusto. Il “target online” è un target giovane, estraneo alla cultura del dono, abituato a fruire velocemente, gratis e ogni giorno di tanti e svariati contenuti digitali. Insomma, non proprio il pubblico ideale.

Basta pensare alla campagna dell’associazione Famiglie Sma che ha puntato sul video girato con l’ausilio di un testimonial d’eccellenza: Checco Zalone. Il video, promosso sui social, ha conseguito più di 4 milioni di visualizzazioni, eppure ha portato ad una raccolta fondi da parte solo del 3% degli spettatori (250.000€). Questo probabilmente perché il mezzo di promozione scelto, Youtube, non ha colpito il target giusto, ossia i giovani, poco propensi a donare con l’sms.

Un testimonial forte contribuisce sicuramente ad un ottimo avvio della campagna ma, se l’obiettivo è quello della raccolta fondi e non della sensibilizzazione, ciò che conta è la forza del messaggio e la capacità di creare un legame autentico tra il potenziale donatore e la causa portata avanti dall’associazione.

Rimango fiduciosa che Differenza Donna Ong consegua i voti necessari per poter accedere all’assegnazione dei fondi. Perché in Italia una donna su 3 subisce una qualche forma di violenza, fisica, psicologica o economica. Perché i progetti della Onlus sono innovativi, efficaci ma soprattutto risolutivi, in grado di restituire veramente a migliaia di donne, bambine e bambini una vita dignitosa e libera dalla violenza.

Le donne accolte dai centri che gestiamo entrano sfiduciate in se stesse ed escono con un rinnovato coraggio di guardare al futuro.

Vota anche tu per la Dignità e il Coraggio.

Vota Differenza Donna Ong su ilMioDono.

 

Vanessa Doddi

PHI Foundation

OPERATION SMILE: HAI MAI REGALATO UN SORRISO ?

Il Natale è appena passato e ormai quasi tutti hanno scartato i propri regali, ma quanti hanno mai regalato un sorriso ?

Operation Smile propone la possibilità di regalare qualcosa di apparentemente semplice, come un sorriso,  a bambini nati con malformazioni al volto, aiutandoli con le operazioni chirurgiche e le cure mediche di cui hanno bisogno.

Operation Smile è un’organizzazione medica umanitaria, fondata nel 1982 dai coniugi Magee e composta oggi da migliaia di volontari di oltre 80 nazioni diverse, che opera per aiutare e curare i bambini di più di 60 Paesi del mondo. In Italia è rappresentata dalla Fondazione Operation Smile Italia Onlus, nata nel 2000 grazie ad oltre 100 volontari medici, operatori sanitari ed infermieri, impiegati nelle missioni mediche nel mondo ed in progetti di cura nazionali ed internazionali.

Ad oggi i volontari di Operation Smile hanno già realizzato più di 240 mila interventi chirurgici gratuiti a bambini e ragazzi nati con il labbro leporino ed altri tipi di malformazioni al volto, oltre a fornire l’autosufficienza medica a livello locale dei Paesi in cui operano, sia formando il personale medico locale sia donando varie attrezzature mediche.

Per sostenere l’attività di Operation Smile e regalare una nuova vita a bambini nati con malformazioni invalidanti al volto, si può scegliere uno dei regali del catalogo del sorriso, che comprende ad esempio interventi chirurgici per bambini in Honduras,  in India o nelle Filippine o kit con garze, bendaggi, antidolorifici e pomate o persino coperte per riscaldare i piccoli pazienti in attesa di intervento o anche biberon speciali, indispensabili per nutrire i bambini nati con malformazioni molto gravi ed invalidanti.

Tra i regali del catalogo del sorriso puoi trovare anche quelli corrispondenti al costo del biglietto aereo necessario per permettere ad un volontario medico di Operation Smile di prender parte ad una missione internazionale, nel luogo dove un piccolo paziente lo aspetta.

E tu cosa aspetti? Anche se Natale è già passato, sei ancora in tempo per regalare un sorriso donando la capacità di sorridere ad un bambino che non ha mai potuto farlo.

 

Nicola Minerva

PHI Foundation

La maratona televisiva di Telethon e la sua storia

Si è appena conclusa l’annuale maratona televisiva organizzata da Telethon e trasmessa dalle reti RAI per sostenere la raccolta fondi per la ricerca scientifica sulle malattie genetiche rare.

Ma lo sapevate che il nome “ Telethon ” deriva dall’unione di due parole inglesi: “Television” e “Marathon”?

Ebbene sì e ve lo rivelo con molta gioia dal momento che è ormai consuetudine abbinare il termine “ televisione ” a momenti di svago tendenzialmente poco educativi e assolutamente disinteressati a soffermarsi sulle good news. Ma dove sono -direte voi- le belle notizie se ogni giorno da domenica 11 a domenica 18 dicembre sui canali RAI arrivano alle nostre orecchie le ormai sempre più numerose storie di persone affette da malattie genetiche rare?

Beh, ad esempio nel fatto stesso che arrivano!

Mi spiego meglio, non è bello sapere che qualcuna delle nostre emittenti televisive da più di vent’anni condivida con il proprio pubblico racconti di vita vera, non sempre fortunata, alle prese con sfide importanti che necessitano d’amore e soprattutto di continue ricerche scientifiche?

E non è soprattutto bello che a smuovere la sensibilità degli spettatori siano proprio coloro che ogni giorno si trovano costretti a convivere con il dolore di una vita segnata da una malattia ignota e lo fanno con il sorriso e la speranza di chi crede che manchi ancora qualcosa e non si arrende?

Ecco, dal 1990 Telethon lavora proprio per loro, coinvolgendoli nella ricerca scientifica di cui queste malattie genetiche rare necessitano quotidianamente e ” #presente ” è la parola chiave scelta quest’anno perché pensandoci bene, è il termine che meglio si adatta alle storie di Federica, Michele, Nina solo per fare alcuni nomi, che vogliono poter decidere fin da OGGI di credere in un futuro senza malattia e lo fanno raccontando le loro paure con la speranza che queste storie possano essere lo stimolo più diretto per sensibilizzare tutti noi su questo mondo ignoto.

Il primo a proporre un’attività di fundraising che, attraverso una non stop televisiva, arrivasse alle orecchie del pubblico e smuovesse in loro il desiderio di donare, fu un americano ma non uno qualsiasi: Jerry Lewis -come dimenticare il celebre sketch della macchina da scrivere!- comico indiscusso degli anni ’60 e la sua idea si rivelò fin da subito di enorme successo.

Nell’arco di vent’anni la maratona televisiva giunge in Europa con l’AFMAssociazione francese contro le Miopatie ma anche in Italia grazie a Susanna Agnelli e all’ Uildm-Unione italiana lotta alla distrofia muscolare che l’aveva contattata per proporle la poltrona da presidentessa.

Scrittrice, politico ma soprattutto donna con un’innata voglia di aiutare gli altri perché -come lei stessa afferma in un video che potete guardare qui: “pensare solo a sé stessi è una forma di vita molto noiosa”- rispose che avrebbe accettato a condizione di poter far diventare quella piccola associazione qualcosa di grande.

Telethon nasce così quindi, nel 1990 quando Susanna Agnelli decide che era arrivato il momento di far conoscere agli italiani le malattie genetiche rare e di chiedere loro un aiuto.

Ad oggi presieduta da Luca Cordero di Montezemolo, la fondazione Telethon, supera i suoi vent’anni di operato grazie alla risposta positiva che ogni anno il suo pubblico gli riserva continuando nel suo cammino infinito volto a garantire una speranza a tutti coloro che vivono nella malattia e nel terrore che questa non possa essere debellata perché come disse la sua fondatrice Susanna Agnelli: “Telethon continuerà ad esistere fino a quando non si scriverà la parola ‘cura’ accanto al nome di ogni malattia genetica”.

 

Federica Pizzi

PHI Foundation

LE LENTICCHIE DELLA SPERANZA PER AIUTARE I TERREMOTATI

Lenticchie della speranza è il nome di un progetto promosso da CVM- Comunità Volontari per il Mondo , un’Organizzazione Non Governativa che dal 1978 lotta contro la povertà e le ingiustizie sociali, promuovendo progetti di autosviluppo nel Sud del Mondo accompagnati da campagne di sensibilizzazione dell’opinione pubblica svolte in Italia.

Lenticchie della speranza” ha l’obiettivo, in occasione del Natale, di raccogliere fondi da destinare alle vittime del recente terremoto che ha colpito le provincie di Ascoli, Fermo e Macerata, per aiutarle con percorsi finalizzati alla resilienza (la capacità di far fronte in maniera positiva ad eventi traumatici, come un terremoto).

Questi corsi saranno destinati a genitori, insegnanti, parroci, operatori socio- assistenziali (OSA) , addetti all’emergenza  ed a tutto il  personale a stretto contatto con bambini ed anziani nelle zone colpite dal terremoto e saranno tenuti dai docenti dell’Unità di ricerca sulla Resilienza dell’università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

Fornire agli adulti di riferimento strumenti concreti per sviluppare la resilienza è fondamentale, non solo per aiutarli a restituire il sorriso ai bambini di quelle zone, ma anche per evitare che questi bambini, nel corso del loro percorso di crescita, vadano incontro a fenomeni di insicurezza e vulnerabilità psico-fisica, che potrebbero insorgere a causa del grave trauma subito.

Le lenticchie della speranza saranno disponibili, insieme ad una serie di prodotti tipici delle zone terremotate come vini, formaggi, funghi, miele e confetture marchigiane, in numerose piazze delle Marche e delle zone limitrofe, presso i  banchetti dei doni solidali del Natale CVM.

E’ possibile partecipare al progetto lenticchie della speranza anche con una semplice donazione diretta, un piccolo ma concreto gesto per consentire alle famiglie colpite dal terremoto di guardare con più serenità al proprio futuro.

 

Nicola Minerva

PHI Foundation

La cultura del dono premiata

AMMP Giorgio Valsania, Ai.Bi. e Cesvi vincono il bando “Giorno del Dono 2016”
per la ricostruzione sociale post terremoto

 

Lugano, 7 dicembre 2016PHI FoundationSebastiano de Falco – Si è tenuto il 30 novembre 2016, nella prestigiosa cornice della sede di rappresentanza del Banco Popolare in Roma, l’evento organizzato da Istituto Italiano della Donazione e Banco Popolare per fornire una fotografia dello stato di salute del non profit italiano e comunicare i vincitori del bando “Giorno del Dono 2016” per la ricostruzione post terremoto.

“Sono felice di poter annunciare – sottolinea Edoardo Patriarca, Presidente IID – che il comitato di valutazione ha ritenuto i progetti presentati da Associazione Maria Madre della Provvidenza (AMMP) Giorgio Valsania Onlus, Ai.Bi. Amici dei Bambini e Cesvi Onlus come i più meritevoli di ricevere la sovvenzione di 11.000 Euro ciascuno. Si tratta di tre progetti molto diversi tra loro ma accomunati da un elevato grado di concretezza e dalla capacità di rispondere in tempi brevi alle necessità reali dei territori più colpiti dal terremoto del 24 agosto scorso. I progetti vincitori infatti da un lato danno grande attenzione ai più fragili attraverso un’analisi accurata dei loro bisogni e, dall’altro, favoriscono la cooperazione e la coesione sociale delle persone e degli enti colpiti, senza trascurare la capacità di azione coordinata e di rete di più realtà operative”.

 AMMP Giorgio Valsania con il progetto “Missione Centro Italia 2016” vuole portare sollievo ai cittadini di Cittareale (AQ), di Norcia (PG) e di Posta (RI) che si sono visti togliere tutto dal recente terremoto. Da subito l’associazione ha ritenuto necessario fare qualcosa di concreto per risolvere nell’immeditato l’Posta che ha colpito le popolazioni terremotate, pertanto ha realizzato insieme alla Croce Giallo Azzurra di Torino, l’Associazione l’Accoglienza e la Protezione Civile di Caselle T.se la “Missione Centro Italia 2016”, che è suddivisa in tre step operativi: dotare Cittareale e Norcia di 4 roulotte, fornire Posta di una nuova sede dei Vigili del Fuoco e consegnare alla città di Norcia 60 moduli abitativi destinati alle famiglie sfollate del territorio.

“Un Paese ci vuole” (citazione di Cesare Pavese) è il progetto presentato da Ai.Bi. Amici dei Bambini che punta a contribuire alla ricostruzione del tessuto sociale dei territori colpiti attraverso un’attività di sostegno psicologico e laboratoriale rivolto ai più giovani con il coinvolgimento di tutte le generazioni. Tre gli aspetti su cui puntare: un laboratorio dedicato agli adolescenti e famiglie del territorio di Amatrice (RI) e frazioni, che saranno coinvolti in una riflessione attiva sulla proprie radici, sul proprio presente e sulla visione del futuro; uno sportello psicologico itinerante ad opera di psicoterapeuti con maturata esperienza nel campo della prevenzione e della cura degli effetti psicologici del trauma ed, in fase conclusiva, un’azione mirata alla sensibilizzazione della cittadinanza e delle istituzioni che prevede anche la realizzazione di un corto dedicato.

Cesvi è stata premiata per il progetto “Terremoto in Centro Italia – Supporto urgente agli allevatori delle aree colpite”. L’intervento di Cesvi a sostegno dei produttori agricoli terrà conto della lettura dei bisogni svolta da Coldiretti Rieti a partire dalla zona di Amatrice e si propone di supportare il ripristino delle attività di produzione e vendita diretta, con lo scopo di evitare l’abbandono delle campagne e favorire la ripresa economica nelle aree colpite dal sisma. Ciò sarà possibile attraverso la fornitura di attrezzature che possano permette il ripristino della produzione, come carrelli per la mungitura, impianti di raschiatura, refrigeratori, serbatoi per la lavorazione del latte. Sulla base della lista di necessità fornita da Coldiretti, si darà in una prima fase di intervento la priorità alle aziende che si dedicano alla produzione del latte vaccino e che stanno riscontrando difficoltà nel ripartire.

Per scaricare le schede dei progetti vincitori clicca qui

 

Sebastiano de Falco

PHI Foundation

La Colletta Alimentare per i poveri: un appuntamento solidale che dura da 20 anni

Lo sapevi che la Colletta Alimentare promossa dalla Fondazione Banco Alimentare ONLUS è l’evento di solidarietà più partecipato in Italia? Ebbene sì e nel 2016, precisamente oggi 26 novembre, spegne le candeline per i suoi 20 anni di promozione del recupero delle eccedenze alimentari e la sua redistribuzione alle strutture caritative.

Ma andiamo per ordine e facciamo un salto all’indietro, più precisamente al 30 marzo 1989 quando la ONLUS che ogni anno si adopera per organizzare in ogni regione d’Italia la Giornata Nazionale della Colletta Alimentare viene a nascere.

A volerla intensamente il Cavalier Danilo Fossati, presidente della famosa azienda Star e Monsignor Luigi Giussani, fondatore del movimento religioso di Comunione e Liberazione, spinti dal desiderio di creare un qualcosa che si avvicinasse il più possibile alla Fundaciò Banc dels Aliments di Barcellona. Le idee su come sviluppare questo importante progetto volto alla riduzione dello spreco alimentare e alla protezione della popolazione povera erano tante ma in loro soccorso venne fin da subito una fitta rete di uomini e donne generose e di talento che, come volontari o dipendenti, permisero alla Fondazione Banco Alimentare ONLUS di crescere portando “a casa” risultati magnifici in soli 20 anni. Vediamoli insieme: 8.990 tonnellate di cibo recuperate presso i 12.000 punti vendita aderenti all’iniziativa Colletta Alimentare; 5.500.000 gli italiani che hanno donato cibo ai più poveri in questi anni di cui 135.000 volontari che oltre a fare questa donazione hanno partecipato attivamente alla Colletta Alimentare dalla nascita di questa ONLUS.

Giornata Nazionale della Colletta Alimentare a novembre dunque ma non solo perché la Fondazione Banco Alimentare ONLUS lavora tutto l’anno attraverso attività di fundraising o collette regionali seguite dalle organizzazioni locali della fondazione per mantenere alta la sensibilità verso lo spreco alimentare e verso la giusta redistribuzione del cibo a favore dei poveri.

Doppio obbiettivo, doppia vittoria quindi: e tu ci vai alla Colletta Alimentare di oggi per donare un po’ di cibo e di tempo per chi è più sfortunato di te?

 

Federica Pizzi

PHI Foundation

Bambini di strada: piccoli abitanti delle strade di Delhi

A settembre del 2013, quando lavoravo per Save the Children, ebbi l’opportunità di visitare uno dei progetti che l’Organizzazione porta avanti a Delhi, in India: “ Bambini di strada ”. Questo progetto supporta i bambini costretti, per povertà o emarginazione, a vivere e a lavorare per strada.

Ricordo ogni momento, come fosse ieri. Dall’albergo un pullman ci porta a New Sanjay Camp, uno degli slum di Delhi. Qui la strada non è asfaltata e le case sono vere e proprie baracche. Uomini e animali vivono insieme, un cane fa compagnia ad una famiglia che dorme sul marciapiede. Due maialini luridi sguazzano in una enorme pozzanghera.

Il pullman apre le porte, scendiamo e, a poca distanza, scorgiamo un furgone giallo: è il “Mobile Learning Center” di Save the Children! Attraverso questa unità mobile Save the Children cerca di sottrarre i minori a una vita di strada per indirizzarli verso una scolarizzazione altrimenti impossibile.

Fuori dal furgone decine di bambini in fila ci accolgono consegnandoci un disegno e porgendoci le loro piccole mani. E’ un momento incredibile. Un brivido mi corre lungo la schiena quando mi accorgo che molti di loro non hanno più di 3 o 4 anni. Per una occidentale come me, cresciuta in Italia, è difficile concepire come questi piccoli possano sopravvivere per strada.

I bambini di strada sono bambini che hanno avuto un’infanzia durissima, abbandonati da tutti. Come sono finiti a vivere per strada? Il collega indiano ci spiega che molti di loro sono spinti dalle famiglie a chiedere soldi, altri invece sono scappati dalle loro famiglie per sfuggire a violenze e maltrattamenti, altri ancora sono stati rapiti o sono rimasti orfani a causa di sommosse o calamità naturali.

Questi piccoli lavorano come schiavi per mediatori o imprese manifatturiere che sfruttano le loro dita piccole e agili. Oppure vivono costretti a mendicare tra la gente o tra le macchine ferme al semaforo.

Entriamo nella unità mobile dove ci sono altri bambini che fanno cerchio intorno a noi e ci guardano con curiosità. Mi guardo intorno: il furgone è fornito di libri per l’infanzia, giochi e anche di una tv per vedere i cartoni animati. Qui i bambini possono utilizzare materiali didattici, imparano l’hindi, l’inglese, ma soprattutto cominciano a imparare quali sono i loro diritti. Grazie a Save the Children, molti piccoli possono tornare a scuola, se erano stati costretti ad abbandonarla, o possono entrarci per la prima volta, se non ci avevano mai messo piede.

Usciamo dal furgone giallo, salutiamo i bambini di strada e gli insegnanti del “Mobile Learning Center” e ci dirigiamo verso il nostro pullman. Non è facile tornare a bordo. Mi volto per guardarli un’ultima volta, sono lì, sorridenti, fanno con le mani il segno di “vittoria” e sono bellissimi in mezzo a tutta la povertà di quel mondo.

Arriva il giorno del rientro in Europa, a Roma, nel mondo occidentale. Il volo dura molte ore, e sono ore piene di pensieri, di immagini, di cose che non voglio dimenticare. Oltre le nuvole, a diecimila metri di altezza, ogni cosa diventa più chiara. Nella mia mente aleggia la magia di un bambino che sorride anche se è costretto a vivere nella totale vulnerabilità. Ancora più forte sento che un bambino è un bambino ovunque ed è dovere di tutti proteggere la sua infanzia.

Le feste natalizie si avvicinano. Mi piace pensare che la slitta di Babbo Natale si fermerà anche a Delhi, a New Sanjay Camp, portando tanti doni ai piccoli dello slum. Mi piace pensare che quel giorno non saranno più “ bambini di strada ” ma soltanto bambini.

Vanessa Doddi

PHI Foundation

BookCity Milano: Chi ama i libri non va mai a letto da solo

Tra pochi giorni ci sarà la sesta edizione della BookCity Milano.

Con l’arrivo di novembre il countdown per il Natale appare inevitabile ma oggi ci si ferma un po’ prima sulla linea del tempo, precisamente al giorno 17, data in cui ha inizio un evento, rigorosamente no profit, che dal 2012 per quattro giorni, raccoglie attorno a sé numerosi appassionati di libri coinvolgendoli in un’offerta culturale a 360 gradi: BookCity Milano. A volere intensamente questo progetto il Comune di Milano che, grazie alla preziosa collaborazione con librai, biblioteche e grandi nomi dell’editoria italiana quali Fondazione Corriere della Sera, Giangiacomo Feltrinelli, Arnoldo e Alberto Mondadori e Scuola per Librai Umberto e Elisabetta Mauri ogni anno lavora con l’obbiettivo di donare a Milano una nuova identità dove libri e lettori sono motore e protagonisti del tessuto urbano.

Milano come Torino quindi? Per Filippo del Corno, assessore della cultura milanese, il paragone è inconcepibile: “Mettere in relazione la nuova fiera di Milano con quella di Torino -precisa l’assessore secondo Repubblica.it– è un errore strategico e di valutazione” sfatando così qualsiasi diceria che vedeva BookCity Milano e lo storico Salone del libro torinese contendersi malamente nomi e date dei maggiori esponenti dell’editoria italiana.

Nessun malumore quindi per iniziati alla lettura o veri e propri #bookaddicted (a questi ultimi ricordiamo l’hashtag dedicato #BCM16!) anche quest’anno tra la nebbia milanese di novembre e la primavera torinese ad accompagnare le vostre notti ci saranno montagne di nuovi libri e chissà che le partite di calcetto del vostro fidanzato non siano più un così grande problema…

Federica Pizzi

PHI Foundation

DONARE CON FIDUCIA – IO DONO SICURO

LEGA NAZIONALE PER LA DIFESA DEL CANE
ha ottenuto il marchio “DONARE CON FIDUCIA”

Milano, 7 novembre 2016PHI FoundationSebastiano de Falco – sono felici di poter annunciare che anche LEGA NAZIONALE PER LA DIFESA DEL CANE ha ottenuto il marchio “DONARE CON FIDUCIA” IO DONO SICURO.

Lega Nazionale per la Difesa del Cane è una delle più antiche Associazioni animaliste italiane. Ha per fine la protezione degli animali e l’affermazione dei loro diritti. Si batte contro ogni forma di sfruttamento e violenza, per il rispetto del diritto alla vita di ogni essere vivente. Divenuta Ente Giuridico nel 1964 (D.P.R. 922), iscritta al Registro Nazionale delle Associazioni di Promozione Sociale, è un’associazione certificata UNI EN ISO 9001:2008. Opera su tutto il territorio nazionale grazie all’impegno di oltre 3000 volontari presenti in 116 sedi locali. Proprio per la sua struttura capillare, LNDC ogni anno soccorre più di 20.000 animali di ogni specie e razza e ne accudisce oltre 30.000 con l’obiettivo primario di trovare a ognuno di loro una sistemazione adeguata e sicura. L’attività di LNDC prosegue su più fronti: dalla gestione quotidiana di canili–rifugio/oasi e la tutela del benessere animale, alla cura e alla tutela degli animali sul territorio; dalla conduzione di campagne di sensibilizzazione – informazione volte a promuovere un corretto rapporto uomo animale e la conoscenza delle leggi a loro tutela, alle azioni di denuncia contro ogni forma di sfruttamento e violenza. Grazie alla sua costante e continua attività, sono state approvate centinaia di ordinanze a favore degli animali, raccolte migliaia di firme per l’attuazione di leggi e sono state denunciate e condannate un numero notevole di persone che hanno messo in atto maltrattamenti. LNDC, inoltre, è presente nel registro della trasparenza del Parlamento e Commissione Europea nonchè iscritta all’Albo delle Associazioni riconosciute con Decreto Ministeriale (2-11-2006) per l’affido e la custodia degli animali confiscati/sequestrati.

 

Sebastiano de Falco

PHI Foundation

PHI – Terremoto: per non dimenticare

Il tempo scorre e spesso siamo propensi a dimenticare, anche se il nostro Sebastiano de Falco ripone tanta fiducia nelle persone ed è pienamente convinto che tutti faranno la cosa giusta aiutando tangibilmente i meno fortunati.

 

Al fine di facilitare tutti quelli che sono intenzionati ad aiutare il prossimo con un gesto semplice ma efficace qui di seguito troverete la giusta via da percorrere.

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Aiutare chi ne ha bisogno, può fare bene al proprio animo, aiutare chi è caduto in disgrazia, sarebbe una causa giusta e umana.

 

Aiutare gli altri, aiuta spesso se stessi, perché si è consapevoli che si sta dando voce e forza a chi non può difendersi.

 

Grazie, a tutte le persone che ci ascolteranno, e per l’aiuto che possono dare, a tutti i bisognosi.

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Un personale ringraziamento della PHI Foundation e di Sebastiano de Falco a tutte le Organizzazioni Non Profit e ONG che sono intervenute a sostegno dei terremotati, un caloroso abbraccio alle migliaia di Volontari presenti sul territorio che insieme alle autorità coordinate della Protezione Civile hanno e stanno svolgendo un gran lavoro.

 

Un immenso grazie alle forze di Polizia, Carabinieri, Vigili del Fuoco, Militari e Civili che hanno salvato molte vite umane spesso aiutati delle unità cinofili e detto in modo più semplice dai fedeli amici dell’uomo il Cane.

 

Un pensiero per tutte le vittime e i loro familiari a quali desideriamo esprimere  la nostra più integra solidarietà e disponibilità a sostenere  contatti@phimail.org

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Nel concludere vogliamo ricordare a tutti i governati che tanto hanno promesso durante tutti questi giorni di non lasciar cadere ancora una volta nell’oblio quanto da loro garantito.

#PHI: Migliorano le raccolte fondi del non profit

COMUNICATO STAMPA  ISTITUTO ITALIANO DONAZIONI

Dal 23 settembre partono le iniziative per la seconda edizione di #DonoDay Più di 100 eventi per il 1° Giro dell’Italia che dona Milano, 19 settembre 2016.

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PHI Foundation: Sono incoraggianti i dati della 14° edizione dell’indagine “L’andamento delle raccolte fondi: bilanci 2015 e proiezioni 2016” realizzata dall’Osservatorio di sostegno al Non Profit sociale dell’Istituto Italiano della Donazione (IID) in collaborazione con l’Associazione Italiana Fundraiser (Assif). Quasi il 40% delle ONP dichiara di aver aumentato la propria raccolta fondi nel 2015, con un leggero incremento rispetto al 2014. Il dato rilevante è la diminuzione di quasi 10 punti percentuali delle organizzazioni che dichiarano di aver peggiorato le proprie performance rispetto al 2014. L’anteprima dell’indagine è stata presentata questa mattina a Milano da Cinzia Di Stasio, Segretario Generale IID, durante il convegno “Il Dono e il Territorio” che l’IID, insieme a Fondazione Cariplo, ha organizzato alle Gallerie d’Italia a Milano. Durante il convegno il presidente dell’Istituto Italiano della Donazione Edoardo Patriarca ha illustrato gli oltre 100 eventi che si terranno in tutta Italia dal 23 settembre al 7 ottobre per il 1° Giro dell’Italia che dona: quasi 200 sono gli aderenti tra comuni, scuole e associazioni. Da oggi tutti i cittadini potranno partecipare attivamente alle celebrazioni del Giorno del Dono, ricercando l’iniziativa più “vicina a casa” grazie alla mappa interattiva. Sono 50 le scuole che aderiscono al video contest “Donare molto più di un semplice dare” per un totale di oltre 1500 ragazzi entusiasti di raccontare la propria idea di dono. Questi i numeri dell’iniziativa: 90.000 le visualizzazioni alle pagine dei video presenti nella piattaforma e più di 36.000 votanti per eleggere il vincitore della categoria “Giuria Popolare”. Per sapere i nomi delle scuole vincitrici della seconda edizione del contest bisognerà aspettare il 4 ottobre, giorno in cui si terrà alla Camera dei Deputati l’evento principale. Ad aprire la mattinata è stato il presidente della Fondazione Cariplo Giuseppe Guzzetti che ha annunciato l’impegno della Fondazione nella diffusione della cultura dei lasciti testamentari, come forma di dono che va al di là di noi stessi: “E’ nostra responsabilità e dovere in questo periodo di crisi sociale ed economica far conoscere questa opportunità filantropica unica che in modo semplice, sicuro ed efficace permette a tutti di mettere a disposizione con continuità nel tempo il proprio patrimonio, piccolo o grande che sia, e quindi di partecipare al benessere futuro delle propria collettività, riattivando risorse e capacità, adeguandosi a bisogni nuovi ed emergenti senza disperdere la speranza di un futuro comune migliore”. È stato il presidente dell’IID Edoardo Patriarca a presentare i risultati raggiunti nella seconda edizione del Giorno del Dono, i numeri delle iniziative, delle adesioni e dei prossimi appuntamenti. “Mi piace celebrare la seconda edizione del Giorno del Dono -ha detto Patriarca- con una conferma del miglioramento della raccolta fondi da parte delle associazioni non profit intervistate, un segnale di positività ed entusiasmo in linea con la mobilitazione nazionale che vede quasi 200 adesioni tra comuni, associazioni, imprese e scuole al Primo Giro dell’Italia che dona che da nord a sud ha fotografato un paese capace di celebrare il dono nei suoi aspetti più nobili. E’ solo il primo passo per un cambiamento culturale che l’IID vuole promuovere affinché il tema della gratuità sia al centro dell’agire di ognuno di noi, come ci ha ricordato anche il Presidente Emerito della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi scomparso pochi giorni fa e primo firmatario nonché grande sostenitore della legge istitutiva del Giorno del Dono”. Stefano Cerrato del Banco Popolare ha presentato la campagna di comunicazione a favore della prima raccolta fondi organizzata per il Giorno del Dono, curata insieme all’Istituto Italiano della Donazione: “Il Banco Popolare attiverà la raccolta fondi, sul conto corrente dedicato Giorno del Dono 2016, coinvolgendo tutte le proprie filiali, circa 1.800. Il conto corrente è già operativo e resterà aperto per la raccolta dei fondi fino al 30 novembre. La campagna, che prevede la distribuzione dei materiali a supporto dell’iniziativa in tutte le filiali, inizierà il 26 settembre e terminerà il 7 ottobre, mentre il conto corrente resterà aperto fino al 31 novembre per la raccolta dei fondi da parte dei cittadini” . Comunicato Stampa IID L’importo raccolto sarà destinato a progetti di enti selezionati secondo chiare regole di trasparenza e correttezza, contenute nella “Carta della Donazione”, il codice etico utilizzato dall’Istituto Italiano della Donazione, che garantisce il donatore sul buon uso delle risorse raccolte. I progetti selezionati saranno di associazioni impegnate nei lavori di ricostruzione “sociale” e territoriale dei paesi colpiti dal sisma del 24 agosto. Le associazioni potranno candidare i propri progetti a partire dal 10 di ottobre fino al 14 novembre. Entro Natale verranno annunciati importi e progetti vincitori. L’iban per contribuire è IT73W0503411701000000040416, beneficiario: Giorno del Dono 2016 Banco Popolare, Causale: Giorno del dono. Durante il convegno, Filippo Petrolati, responsabile del progetto Fondazioni di comunità, ha lanciato la Campagna a favore dei lasciti testamentari promossa da Fondazione Cariplo. “Dopo oltre 15 anni di esperienza di intermediazione filantropica e di attività a sostegno di enti e progetti di utilità sociale -ha detto Petrolati-, lanciamo oggi una campagna a favore dei lasciti testamentari, sicuri che le che le Fondazioni di Comunità locali promosse da Fondazione Cariplo possano costituire un vero e proprio ponte tra generazioni per la loro capacità di interpretare e garantire nel tempo le volontà e i sogni di chi intende continuare a vivere grazie alla possibilità di costituire fondi filantropici permanenti”. A supporto della Campagna Lasciti Gian Paolo Barbetta ha presentato l’aggiornamento rispetto al 2009 del Quaderno dell’Osservatorio “Il mercato dei lasciti testamentari”. “Nell’arco dei prossimi 15 anni un quinto della ricchezza netta dell’intero Paese è destinata ad essere trasferita mortis causa – ha spiegato Barbetta-. All’interno di questo flusso, si ipotizza che il valore potenziale dei lasciti alle istituzioni del Terzo settore possa rappresentare un ammontare significativo, corrispondente a circa l’1% della ricchezza complessiva del paese. In Italia, il valore economico di tale ricchezza potrebbe oscillare fra i 100 e i 129 miliardi di euro; in Lombardia, potrebbe attestarsi intorno ai 12 miliardi”. A chiudere la mattinata un momento di riflessione sul dono, dove a essere protagoniste sono proprie le storie di filantropia del territorio lombardo, precedute dall’intervento di Luigi Campiglio, docente di politica economica alla Cattolica di Milano. A raccontarle Catherine De Senarclens, consigliere della Fondazione comunitaria del lecchese Onlus, Cesare Ponti, presidente della Fondazione Comunitaria del Novarese Onlus e Carlo Vimercati, presidente della Fondazione della Comunità Bergamasca.

“In farmacia per i bambini”. L’evento per la raccolta farmaci cerca volontari.

Il 18 novembre si terrà la quarta edizione di “In farmacia per i bambini”. L’iniziativa è promossa ed organizzata dalla Fondazione Francesca Rava – Nph Italia onlus, con l’obiettivo di realizzare una raccolta farmaci, o alimenti per l’infanzia e vari prodotti ad uso pediatrico e inoltre, per ricordare la Giornata Mondiale dei Diritti dell’Infanzia che invece si celebra il 20 novembre.

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Il 20 novembre di ogni anno si celebra, infatti, la Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, un’occasione importante per ricordare a tutti che è necessario impegnarsi, ogni giorno, affinché siano riconosciuti i Vostri diritti e nessuno di Voi subisca violenze e abusi.

“La Convenzione ONU si rivolge sia alle bambine ed ai bambini, che alle ragazze ed ai ragazzi, senza distinzione di razza, colore, sesso, lingua, religione, opinione del bambino e dei genitori, riconoscendo a tutti una serie di diritti fondamentali, come ad esempio il diritto alla vita, alla famiglia, alla salute, alla protezione da ogni forma di violenza, abuso, sfruttamento, ad esprimere la propria opinione e ad essere ascoltati.

La Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia ha valore di legge per l’Italia dal 1991: da allora esiste un obbligo per tutti, nel nostro Paese, di impegnarsi ogni giorno per la promozione dei Vostri diritti e per la Vostra protezione e tutela.” Giovanna Martelli – Dipartimento Pari Opportunità.

L’evento di raccolta farmaci è gestito dai volontari presenti nelle farmacie aderenti:

Se vuoi far parte del gruppo di volontari Clicca qui e compila il form per offrirti volontario per un giorno;

Se vuoi candidare la tua farmacia come punto di raccolta farmaci Clicca qui per consultare le modalità di adesione.

Tutti possono aderire! Non solo le singole persone ma anche gruppi di studenti e aziende.

La rete di solidarietà composta da volontari è una risorsa fondamentale in ogni settore del volontariato.

Oltre all’iniziativa “in farmacia per i bambini”, legata principalmente ai bambini, esiste un’altra realtà gestita dal Banco Farmaceutico il quale opera contro la povertà sanitaria raccogliendo farmaci da banco che vengono donati durante la Giornata Nazionale di raccolta del Farmaco.

Le associazioni di volontariato, le fondazioni, gli enti di promozione sociale e le cooperative sociali possono convenzionarsi con il Banco Farmaceutico e ricevere i farmaci raccolti.

Per maggiori informazioni www.bancofarmaceutico.org

 

PHI Foundation

Manuela Mussa

Volunteer

Volunteer: #PHI Foundation

I protagonisti della Social Innovation Community sono i Volontari.

A loro sarà data la possibilità, registrandosi, di ottenere un’immediata visibilità online e di entrare a far parte di una Social Community della solidarietà, che punta a mettere in contatto tutte le parti legate al terzo settore, al fine di gestire meglio le emergenze locali e nazionali.
Tramite il portale i Volontari potranno entrare in contatto direttamente con le ONP registrate per scambiare informazioni ed essere coinvolti nei loro progetti sociali. Ogni Volontario registrato avrà la possibilità sul suo profilo di indicare oltre ai suoi dati personali anche la Mission e gli Obiettivi dell’organizzazione non profit di cui fa parte.
I Volontari, denominati PHI Angels, sono organizzati per territorio tramite i PHI Archangels che li coordinano. In caso di emergenza o calamità naturale i Volontari potranno essere allertati grazie al tasto “S.O.S.” (a breve attivo nel portale), che servirà a lanciare un allarme locale o nazionale e richiedere aiuto e coordinare gli interventi.

IL NOSTRO SOGNO È MIGLIORARE LA SOCIETÀ
LA NOSTRA MISSION È FARLO ATTRAVERSO LA SOCIAL INNOVATION.

Sebastiano De Falco

Phi Foundation