Cane: Come Adottare un Cane

Cane: Come Adottare un Cane

ADOTTARE UN CANE…

Cane: Come Adottare un Cane

CANE: ANIMALI DIVENUTI DOMESTICI…

Cane: Molte persone posseggono animali nelle proprie abitazioni e sono in continuo aumento le adozioni di cuccioli e di animali di diverso tipo.

Infatti se vent’anni fa era normale avere un cucciolo di cane o di gatto, o un criceto o una tartaruga o un pesciolino rosso o un pappagallo, oggigiorno alcune persone sono fiere di avere nella propria abitazione un rettile, un’iguana, una scimmia, un maialino nano, delle oche da giardino, insomma animali di specie particolari che vivono di norma in natura ed allo stato brado.

Alcuni con la passione dei serpenti, li tengono nelle abitazioni in un numero elevato, altri con la passione per i cani instaurano col cane un legame di affetto smodato, scambiandolo talvolta per un figlio, esaltandosi eccessivamente in ciò e trascendendo il concetto che un cane appartiene al genere animale e non al genere umano.

Spesso, contrariamente alle esagerazioni di affetto spropositato e smisurato per gli animali, invece in altri casi, questi ultimi sono vittime di violenze da parte dell’uomo, quando è doveroso avere rispetto per queste dolci creature.

Commettere violenze sugli animali è un reato penale punibile con l’arresto oltre a multe salatissime, ma si registrano nella popolazione episodi di zoosadismo (ossia persone per lo più di sesso maschile, affette da un disturbo psichiatrico che le portano a provare piacere nell’osservare od infliggere sofferenze sugli animali).

Sarebbe opportuno che ci fosse un equilibrio ed un bilanciamento anche in questo aspetto, ossia si passa da un amore materno verso gli animali al commettere su di essi le violenze più orribili e spaventose.

TRE ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO ANIMALISTA

Nel 1994 è nata a Roma l’associazione di volontariato ambientale Code Felici con lo scopo di prendersi cura dei cani offrendo loro cure medico-veterinarie, cibo, pulizia, coccole e giochi.

Il canile ospita 50 cani ed ogni giorno hanno le cure e l’affetto dei volontari che si offrono per il loro sostentamento.

Dopo due anni nel 1996 sempre a Roma è stata fondata Io Libero, una Onlus che ha lo scopo di garantire il benessere degli animali ospitati nei canili, migliorandone le loro condizioni di vita.

I volontari si prendono cura dei cani assistendoli sotto l’aspetto sanitario, ricreativo e sponsorizzando le adozioni sui siti animalisti.

Invece ben 7 anni fa, nel 2012 è nata ALFA, una Onlus presente in diverse regioni italiane, con l’obbiettivo di combattere il randagismo e di difendere i diritti degli animali, infatti l’associazione è riuscita a salvare 400 cani abbandonati ed a fare più di 1.000 adozioni.

Chiunque voglia diventare volontario e dare il proprio sostegno alle suddette associazioni può connettersi sui loro siti internet.

CONCLUSIONI

Adottare e possedere un cane è una grande responsabilità per i proprietari dell’animale i quali sono tenuti a comportarsi in modo rispettoso nei confronti delle altre persone ossia devono portare il proprio cane col guinzaglio e la museruola nei luoghi pubblici, stare a debita distanza da bambini e dalle persone in modo tale da non arrecare fastidi agli altri, devono raccogliere le deiezioni canine per non sporcare le aree pubbliche urbane come marciapiedi, parchi, strade etc.

Confido sempre nel senso civico umano, che si ponga attenzione e che si abbia cura e rispetto sia per gli animali che per l’ambiente che ci circonda.

E soprattutto i cani vanno difesi, protetti e tutelati da chi invece li maltratta o li abbandona, perché se è vero che “il cane è il miglior amico dell’uomo” è anche vero che a volte “l’uomo non è il miglior amico del cane“.

 

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Tumori: Final Countdown

Tumori Final Countdown

Tumori Final Countdown

Tumori Final Countdown. E’ ormai partito sul web da alcune settimane ed è già virale il video che, la Associazione Bianca Garavaglia ONLUS e la Fondazione IRCCS-Istituto nazionale dei Tumori di Milano hanno lanciato in occasione delle festività natalizie. Un videoclip che racchiude un messaggio universale.

Odiato da alcuni e desiderato da molti, vicino ai fedeli quanto lontano dagli scettici, si riesce ogni anno a far parlare di sé nonostante le opinioni discordanti. Instancabili aiutanti di tutti i più giovani fieri di guardare il mondo con lo sguardo incantato.

Ma ci siamo mai chiesti veramente come vive un bambino o un adolescente a cui è stato diagnosticato un tumore che si trova a passare le feste tra i corridoi di un ospedale?

Tumori: Final Countdown

A raccontarci quanto sia difficile (ma forse non impossibile) è il videoclip, canzone realizzata dagli ragazzi de “Il progetto Giovani” della Pediatria Oncologica della Fondazione IRCCS-Istituto nazionale dei Tumori di Milano che dal 28 novembre circola su YouTube con tanto di 2.640.993 visualizzazioni.

Secondo dopo “Nuvole di ossigeno”, altro pezzo scritto e cantato dai ragazzi de “Il progetto Giovani” sotto il nome d’arte di B.Livers, questo videoclip racconta senza mezze misure lo scontro inevitabile con la realtà di questi adolescenti malati e il disincanto che annebbia la loro testa una volta appresa la malattia.

Il focus su cui la Associazione Bianca Garavaglia ONLUS si concentra è quindi presto noto: l’importanza di un approccio multidisciplinare nella cura di adolescenti con tumore è fondamentale.

Oltre all’accesso alle cure mediche infatti, che devono essere orientate all’eccellenza come quelle riservate alla fascia pediatrica e a quella adulta, questi ragazzini debbono essere seguiti e sostenuti attraverso un percorso psicologico, sociale e spirituale.

Su questo e molti altri aspetti similari si impegna dunque la Associazione Bianca Garavaglia ONLUS che da trent’anni si prefigge come obbiettivo quello di promuovere studi scientifici e cure mediche nel campo del tumore nei ragazzi, con particolare attenzione ai tumori solidi, senza dimenticare la sfera più intima e personale di questi ragazzi, quella psicologica.

Non tutto sembra perduto infatti: dopo il forte rammarico iniziale, il protagonista del videoclip resta felicemente sorpreso di trovare i suoi cari, vestiti a festa e con tanto di regali, nella stanza delle visite. Lo stanno aspettando per festeggiare insieme il Natale.

E con queste sequenze ricche di speranza tratte dal progetto dell’associazione Bianca Garavaglia ONLUS ci auguriamo quest’anno sia un po’ più solidale.

 

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START UP SOCIALI: ARTISTE DEL CAMBIAMENTO

START UP SOCIALI: ART DEL CAMBIAMENTO

START UP SOCIALI: ARTISTE DEL CAMBIAMENTO

 

 

Start Up Sociali

In un periodo di crisi come quello che stiamo vivendo le start up sociali sono le vere protagoniste del cambiamento e di un nuovo modo di concepire il rapporto tra pubblico e privato.

Le start up sociali sono una particolare forma di impresa o di cooperativa che opera in settori quali assistenza sociale e sanitaria, educazione e istruzione di qualità, valorizzazione dell’ambiente e dei beni culturali.

Il cambiamento che le start up sociali hanno apportato risiede nel nuovo modo di concepire beni e servizi, ma soprattutto nella modalità di produrli e/o reimpiegarli.

Grazie al Progetto Quid di Verona, ad esempio, un settore frivolo come quello della moda è diventato etico e sostenibile trasformandosi in un importante polo di inserimento lavorativo per donne in situazioni di disagio, di violenza o disabilità. Queste nuove figure di sarte hanno trasformato tessuti di marca non vendibili sul mercato, perché difettati o perché scarti di sartoria, in abiti completamente nuovi, sia trendy che eleganti.

Con questo progetto innovativo la start up veronese si è aggiudicata il primo premio alla European Social Innovation Competition fra oltre 1.200 concorrenti. Oggi, dopo solo pochi anni dall’avvio, lavora con partner come Calzedonia, Den Store, Berto Industria Tessile e Altoitaliano.

Le start up sociali hanno dunque innovato il concetto di valore di un bene, che, anche quando sembra non servire più, risulta sempre utile.

Con questa idea nasce a Bologna Resilia, che ci insegna che, se si riesce a far incontrare nel modo giusto domanda e offerta, non c’è bisogno di buttare il cibo in eccesso. Questa start up ha lanciato la piattaforma online S-Cambia Cibo, una mensa collettiva dove si possono inserire le immagini di scorte di cibo in eccesso con descrizione e data di scadenza. In tal modo gli alimenti non vengono sprecati ma utilizzati da chi ne ha bisogno in quel momento.

Per risolvere il gap in matematica degli studenti di licei e istituti superiori è nata, invece, Redooc, una start up sociale che ha creato una piattaforma online per insegnare i calcoli con video e esercizi interattivi.

Il costo di utilizzo della piattaforma è di 10€ al mese: niente se si pensa alla esosità delle ripetizioni di matematica. Ogni ragazzo iscritto dispone di un proprio profilo con un report degli esercizi svolti e del punteggio ottenuto.

Non mancano poi le iniziative originali per conservare e diffondere l’identità del nostro patrimonio culturale. La sturt up sociale torinese Heritage ha creato il sito www.portalememoria.org con lo scopo di documentare attraverso studi e ricerche di qualità la storia travagliata dei popoli armeni, tibetani e di altre etnie. Il portale è diventato punto di riferimento per enti pubblici e fondazioni private operanti in ambito culturale.

Le start up sociali hanno dimostrato di essere la risposta creativa all’erosione del nostro welfare, accentuata dalla crisi e dalle politiche di austerità decise dall’UE negli ultimi anni. Ci lasciano un grande insegnamento: è proprio nel periodo di crisi che si sviluppa la fantasia per superarla.

 

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Alcolisti In Comunità

Alcolisti In Comunità

Alcolisti In Comunità

Alcolisti In Comunità Conflitti e Cause

Alcolisti In Comunità: Uno dei tanti problemi gravi in questa comunità, è quello  dell’alcol.

Diventa difficile per gli alcolisti  l’approccio in  comunità perché emergono forti disagi  a rapportarsi con  i propri cari e  con il resto delle persone.

Non è facile scegliere il giusto comportamento da mantenere, fattori come l’ansia e l’insicurezza da parte dei famigliari possono causare  conflitti, influenzando le condizioni di vita della persona in difficoltà.

Troppo spesso,  aiutare  la  persona coinvolta credendo di fare del bene, si rivela un ulteriore danno e diventa necessario rivolgersi ad una comunità di recupero per alcolisti .

Ma non sempre l’idea di andare in comunità è accettata di buon grado.

Sono  tante le ragioni che portano in crisi il soggetto.

La scelta di entrare in comunità spesso non è presa in considerazione  perché viene interpretata come una forma di debolezza.

Si può essere condizionati dalla paura  di cambiare il proprio stile di vita, perché una volta entrati in comunità si perdono le abitudini sbagliate e si viene di rieducati sotto ogni aspetto.

Attività come ad esempio programmare una giornata, condividere la propria storia  con il gruppo d’ascolto e il motivo che li ha portati ad affrontare la vita con l’ uso di  alcolici non sempre risulta di facile scelta per l’individuo.

La personalità è sempre soggetta  a sbalzi d’umore, sensi di vuoto, paure costanti,  insicurezza e  il loro adattamento all’ambiente esterno non  è sempre   flessibile.

Durante il periodo di astinenza, può essere complicato per chi assiste, perché  si possono manifestare atti di aggressività e vulnerabilità.

La dipendenza  porta ad emarginare  queste persone  dalla società e diventa difficile ogni tipo  di confronto e spesso  la scelta di vita  diventa conflittuale e sedentaria.

Per questo devono essere aiutati, non aggrediti, ma seguiti  e soprattutto ascoltati  senza provocare ulteriore danno.

 

Alcolisti In Comunità Scelta della Comunità

Una delle comunità per alcolisti  che si potrebbe scegliere è  San Patrignano .

Il programma di recupero prevede diversi aspetti di sostegno.

Il percorso terapeutico è  molto importante nella prima fase, perché serve anche a rieducare la persona.

Nei confronti della persona, si tende a  non riconoscere la dipendenza come una malattia  e per tanto non  è prevista una cura farmacologica.

Invece per le persone  con problematiche più gravi, diventa necessaria la cura farmacologica .

Durante il percorso di recupero  si viene seguiti da un tutor e si vive insieme ad altre persone, svolgendo varie attività,  quelle dedicate alla formazione e alla vita sociale, in cui viene insegnata  una professione oppure è possibile partecipare a progetti  in  comunità  dove ci si pone come obiettivo principale  lo sviluppo  di  una maggiore autostima e consapevolezza nel consolidare i rapporti interpersonali .

Inoltre il programma è personalizzato in base alle  esigenze e caratteristiche dell’ individuo .

Altri centri di comunità sono: Alcolismo.com

In alternativa ai centri di comunità  è possibile rivolgersi ai centri d’ascolto.

 

3 Attualità

Si può essere dipendenti da tante  cose ma questa è una delle dipendenze che non lascia  pace e per questo la  comunità non deve essere vista come un conflitto ma come un aiuto concreto .

Perciò i nuclei famigliari e tutte  le altre persone più vicine che si trovano  ad affrontare queste situazioni, non devono avere paura e devono sapere in che modo poter aiutare  gli alcolisti scegliendo quest’opportunità in comunità, per evitare di sfociare in ulteriori conflitti.

 

Il 19 maggio  è uscito il  singolo  ‘’ I’ m an alcoholic ’’ di L’Aura,  cantante italiana.

In cui è citato anche un elemento chiave:  l’alcol che è una delle dipendenze più rischiose in questa comunità .

Lo stesso brano  è la voce di una donna che crede di saper controllare la propria dipendenza invece  è  la dipendenza dall’alcol  che controlla Lei.

 

 

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Naso Rosso: Conosci la Giornata?

Naso Rosso: Conosci la Giornata?

CONOSCI LA GIORNATA DEL NASO ROSSO?

 

Il naso rosso è  il simbolo per eccellenza dei clown, icone del circo e di sketch comici ma anche soggetti tetri e pericolosi se associati al libro di Stephen King, It.

Ma il naso rosso rappresenta anche il simbolo di tutti quei volontari che con la clownterapia si impegnano a portare un sorriso in ospedali, case di riposo e strutture sanitarie ai malati ed a chi si sente triste e solo.

Tra le associazioni che promuovono e incentivano il volontariato clown non solo in Italia, ma anche nel Terzo Mondo, troviamo VIP Italia Onlus.

Naso Rosso: Conosci la Giornata?

VIP (Viviamo In Positivo) Italia Onlus è la federazione che collega e coordina 57 associazioni VIP sparse in tutto il territorio italiano e nella Repubblica di San Marino con l’obiettivo di: fornire e garantire una formazione costante ai 4400 volontari clown che prestano regolarmente servizio nelle oltre 200 strutture ospedaliere e sanitarie in tutta Italia; promuovere il Vivere in Positivo e il volontariato clown in ogni situazione di disagio fisico o sociale in Italia ed anche nel Terzo Mondo; sensibilizzare al Vivere in Positivo attraverso eventi, pubblicazioni e testimonianze.

La Onlus organizza, ogni 21 maggio, la Giornata del Naso Rosso: una giornata dedicata alla raccolta fondi per i progetti in agenda ed a sensibilizzare l’opinione pubblica diffondendo il pensiero positivo, fondamento dell’associazione.

Quest’anno l’evento vedrà la partecipazione di circa 4 volontari clown Vip (riconoscibili dal camice identificativo della Onlus, con la scritta Viviamo in Positivo sulla schiena, colletto rosso, maniche rigate e tesserino identificativo) e solo loro saranno autorizzati a raccogliere fondi nelle diverse piazze italiane a nome di VIP.

Partecipa anche tu alla Giornata del Naso Rosso per donare un sorriso a chi soffre, puoi trovare maggiori informazioni e l’elenco delle piazze in cui saranno presenti i volontari VIP.

 

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Anffas: Definizione e significato terzo settore

Anffas: Definizione e significato terzo settore

Anffas: Definizione e significato terzo settore

Anffas: Cos’è il terzo settore? Definizione e significato

Anffas: Definizione e significato terzo settore: Il terzo settore viene a costituire un altro ordine o classe rispetto alla sfera dello Stato e della pubblica amministrazione (primo settore) e a quella del mercato e delle imprese (secondo settore). Ecco che il significato del termine terzo settore è lo stesso di ciò che viene indicato come no profit.

Cos’è il terzo settore viene ulteriormente specificato dal fatto che gli enti che lo compongono non perseguono scopo di lucro, al contrario delle imprese tradizionali operanti nel mercato. Il fine ricercato è costituito dall’esercizio di attività con finalità civiche o utilità sociale. 

Anffas: Definizione e significato terzo settore: Enti del terzo settore: quali sono?

Possono essere considerati enti del terzo settore, secondo l’ultima riforma (art. 5, c. 1, D.Lgs. 177/2017), le seguenti realtà no profit:

  • organizzazioni di volontariato,
  • associazioni di promozione sociale,
  • enti filantropici,
  • imprese sociali

Fonte :  informazione fiscale

Fatta chiarezza su cos’è il terzo settore voglio soffermarmi sugli enti che lo promuovono e sulla mia esperienza diretta con essi.

Affans: Definizione e significato terzo settore: La mia esperienza

Ho fatto parte per circa due anni di una onlus che si occupa di ragazzi con disabilità intellettive e relazionali: L’ Anffas.

L’Anffas ,che nasce dall’unione e dall’esigenza di poche famiglie, si pone come obiettivi l’integrazione di questi ragazzi nella società; lo sviluppo, per quanto possibile, delle loro autonomie sino a giungere, nel migliore dei casi all’auto rappresentanza (rappresentazione esatta di se stessi). 

Questa attività viene promossa con l’organizzazione di diverse attività giornaliere volte al raggiungimento di obiettivi personali prestabiliti in base al tipo di disabilità. Si và dal laboratorio di cucina, utile per lo sviluppo della coordinazione Oculo-Manuale, al laboratorio cognitivo utile a sviluppare le capacità cognitive dei ragazzi, all’allestimento di progetti come “Io cittadino” progetto utile a rendere i ragazzi consapevoli della loro “coscienza civica”, elemento fondamentale per la loro inclusione, al laboratorio di teatro e alle escursioni settimanali, utili per promuovere una volta di più la socializzazione tra i ragazzi; Concludendo con il laboratorio “delle autonomie personali” dove i ragazzi si impegnano, opportunamente guidati dagli operatori, nello svolgimento delle faccende domestiche (esercizio “principe” per quanto riguarda lo sviluppo dell’autonomia personale). 

Per quanto riguarda la mia esperienza personale, maturata nei due anni, come volontario, posso dire di aver cambiato radicalmente la mia concezione di società e disabilità, cose che mi hanno portato a guardarmi in modo diverso e raggiungere un livello di maturazione personale sin lì impensabile.

Questa mia maturazione è stata resa possibile dal fatto che ogni attività, proposta ai ragazzi, rappresentava in primis per me un “ostacolo” da superare; ostacolo che io dovevo, necessariamente, superare per essere sicuro di fornire ai ragazzi il sostegno di cui necessitavano. 

In conclusione, per quanto detto sin qui, riguardo la mia sfera personale non posso non archiviare questa esperienza come un esperienza positiva, nella quale la mia partecipazione al terzo settore, si è svolta in maniera attiva, cosa che io consiglio di fare a chiunque.

 

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ADOLESCENZA OGGI

L’ADOLESCENZA OGGI

L’ADOLESCENZA OGGI

 

L’ ADOLESCENZA: UNA FASE DELICATA DELLO SVILUPPO

L’ adolescenza è un periodo molto importante della vita di ogni persona, è il momento in cui si affrontano cambiamenti fisici, in cui si fanno delle importanti scelte per il proprio futuro.

È il periodo fisiologico che va dai 12 ai 20 anni ed è una fase ampia ed importante della vita.

Durante la mia adolescenza la parola internet non era mai esistita, così come computer, smartphone ed altri strumenti legati alla tecnologia.

Oggi si verificano delle trasformazioni sociali a tratti paradossali, come ad esempio vedere bambini di neppure un anno giocare coi cellulari dei propri genitori e dei propri nonni, tutto ciò ci stupisce e ci fa percepire le abissali differenze tra le varie generazioni che si susseguono.

Molti altri aspetti invece, purtroppo negativi, affliggono bambini ed adolescenti come: il bullismo, il cyberbullismo (o «bullismo on line» ossia un atto molesto tramite sms o tramite il web), la pedofilia, la pedopornografia, le violenze fisiche, psicologiche e sessuali sui minori, la sottrazione di minori nel caso di genitori separati, le fughe ed i rapimenti di minorenni.

Ogni adolescente vorrebbe un appoggio sicuro, una persona su cui contare in caso di bisogno e di cui fidarsi ma a volte queste persone si rivelano sleali, ingannatori e pronti ad approfittarsi di loro, compiendo ogni male.

Sono, anche vittime di mutamenti sociali, di separazioni, di divorzi da parte dei loro genitori, di violenze da parte di adulti e coetanei.

L’ adolescenza è l’età di spensieratezza, della gioia, va vissuta assieme ai propri amici divertendosi.

È un periodo molto complesso nella vita di un individuo in cui si devono fronteggiare cambiamenti fisici e fare delle scelte spesso non facili, data la giovane età e spesso la mancanza di sicurezza presente nei ragazzi adolescenti.

È un ponte tra l’infanzia ed il divenire adulti e la vita che nel frattempo vola via velocemente e non lascia spazio ad errori ed insicurezze.

L’ ATTIVITÀ DI TELEFONO AZZURRO

Telefono azzurro è nato nel 1987 a Bologna per volere del professore di neuropschiatria infantile Ernesto Caffo col fine di tutelare i bambini e gli adolescenti dalle violenze, dagli abusi e per creare un Centro Nazionale di Ascolto, gestito da volontari ed operatori specializzati in grado di fronteggiare le varie situazioni di disagio adolescenziale ed infantile.

Le linee telefoniche, cuore di Telefono Azzurro, sono a disposizione dei minori come il numero telefonico 19696, attivo tutti i giorni 24 ore su 24.

Dal 2010 è stato inaugurato anche il canale internet con una chat di Telefono Azzurro aperta tutti i giorni con orario pomeridiano dalle 16:00 alle 20:00.

Chiunque voglia offrire il proprio contributo come volontario o anche facendo una donazione può farlo consultando la pagina internet www.azzurro.it.

ADOLESCENZA OGGI: CONCLUDENDO

Aiutare i bambini e gli adolescenti  è un compito che spetta ad ognuno, proteggerli e in alcuni casi, difenderli dai rischi che la società presenta, dovrebbe essere il compito principale di genitori e istituzioni. Ma in alcuni casi l’assenza degli uni e degli altri può creare grossi disagi e problemi a questi ragazzi.

Telefono Azzurro e altre associazioni simili intervengono proprio per colmare quella frattura tra famiglia e istituzioni, nella fase più delicata della crescita dell’individuo, l’ adolescenza. Ma per farlo c’è bisogno di sostegno economico e fisico.

Supportare attivamente queste iniziative serve a rendere i ragazzi di oggi degli uomini migliori domani.

 

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Giorno della Memoria ANED

GIORNO DELLA MEMORIA E ANED

IL GIORNO DELLA MEMORIA E ANED

 

Giorno della Memoria

Si è appena svolto, come ogni 27 Gennaio, il Giorno della Memoria, una ricorrenza internazionale istituita per commemorare le vittime dell’Olocausto, perché proprio in quel giorno nel 1945 il campo di concentramento di Auschwitz fu liberato dalle truppe dell’Armata Rossa.

Sono migliaia le iniziative che vengono organizzate in tutta Italia per celebrare il Giorno della Memoria e, tra le associazioni no profit maggiormente attive nelle commemorazioni, notevole è l’impegno di ANED (Associazione Nazionale Ex Deportati nei Campi Nazisti).

L’ANED è un’associazione, senza fini di lucro ed eretta Ente Morale dal 1968, a cui aderiscono  i sopravvissuti allo sterminio nazista, i familiari dei deportati e coloro che vogliono studiare e divulgare la storia delle deportazioni nei Lager nazisti con lo scopo di valorizzare il contributo dei deportati alla causa della resistenza e affermare gli ideali perenni di libertà, giustizia e pace, avviando a concreta realizzazione il testamento ideale dei caduti.

L’ANED ha sezioni in diverse città italiane e il suo costante impegno nella pubblicazione di studi e ricerche sulla deportazione ha permesso la nascita della Fondazione Memoria della Deportazione, in cui è affluita tutta la documentazione di oltre 50 anni di attività dell’associazione.

Molti gli eventi organizzati nel 2017 in occasione del Giorno della Memoria da ANED o a cui l’associazione ha collaborato o partecipato, da una conferenza sul tema “Lo sfruttamento del lavoro nei campi nazisti” ad Udine, alla Prima Corsa della Memoria voluta dall’Unione delle Comunità ebraiche italiane a Roma, a “Il treno di Teresio” a Vigevano, ad una serie di manifestazioni a Firenze e in tante altre città italiane.

Ma anche tu puoi sostenere l’associazione ed aiutarla nel suo obiettivo di far conoscere, soprattutto ai giovani, la storia della deportazione e del Giorno della Memoria attraverso un versamento alla segreteria nazionale dell’ANED.

PHI Foundation è un’associazione che si occupa di sostenere ed aiutare tutti gli operatori che si muovono nell’ambito del Terzo Settore, attraverso l’informazione e la promozione di raccolte fondi.

Se vuoi aiutarci in questo compito, sostienici attraverso un contributo cliccando qui

 

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VOLONTARIATO INTERNAZIONALE TOGETHER FOR NEPAL

VOLONTARIATO INTERNAZIONALE

VOLONTARIATO INTERNAZIONALE TOGETHER FOR NEPAL

 

La prima volta  ho sentito parlare di Pierangelo Fabbri da un amico, di ritorno da alcuni mesi di volontariato internazionale, con l’Associazione Togheter for Nepal.

In tanti forse non ricordano i terremoti della primavera  2015 in quel paese alle falde dell’Himalaya, ma non Pierangelo Fabbri, missionario e volontario internazionale per vocazione che, destino della sorte, si trovava nel paese himalayano proprio in quei fatidici giorni.

Fabbri è missionario e fa parte del gruppo di volontariato internazionale da decenni e quando ho potuto intervistarlo, ha esordito con una frase piuttosto celebre: Sono come una piccola matita nelle mani di Dio, questo mi ha insegnato Madre Teresa, che ho conosciuto nel lontano 1982 durante un  periodo di volontariato  all’orfanotrofio Shishu Bhavan di Calcutta.

Il pensiero della “Piccola Suora” mi ha accompagnato in tutti gli anni a venire ed in particolare in quel desolato 25 aprile 2015, quando un fortissimo terremoto di magnitudo 7.8 sconvolse il Nepal, causando più di 8000 vittime, oltre a milioni di senzatetto, a soli due mesi dall’arrivo della stagione delle piogge monsoniche. Così decisi che, invece di fuggire, sarei rimasto lì ad aiutare quel popolo afflitto e sofferente. 

I risultati delle Associazioni di Volontariato Internazionale

(Puoi vedere https://www.givingway.com/organization/together-for-nepal)

Mi sistemai in un campo di tende  alla periferia di Kathmandu.

Dalla armonia, che si creò fin da subito tra il popolo nepalese e noi volontari e con lo scopo di coordinare le iniziative umanitarie delle diverse associazioni internazionali, nacque a Kathmandu l’Associazione “TOGETHER FOR NEPAL”.

Grazie ad essa, alla cooperazione ed al sostegno di tanti volontari, onlus e Associazioni Internazionali,  fummo in grado di distribuire tonnellate di cibo, tende, coperte, divise e materiale scolastico nella Valle di Kathmandu e in tanti piccoli sperduti villaggi himalayani. Costruimmo inoltre decine e decine di casette di bambù e lamiera per le famiglie di sfollati e organizzammo diverse librerie ed aule scolastiche temporanee, nei cortili delle  scuole crollate, (quasi 5000 scuole vennero distrutte dal terremoto), organizzammo poi la “sponsorizzazione scolastica” (adozione a distanza) per 12 bambini, alcuni rimasti orfani di entrambi i genitori.

Infine, tra le macerie della storica cittadina semi distrutta di Bungamati, nella Valle di Kathmandu, costruimmo inoltre la nuova sede della Bungamati Foundation, un’Associazione fortemente operativa in quella zona. 

Volontariato Internazionale per il sostegno alle famiglie

Consapevoli  che ricostruire gli edifici  non è sufficiente ad apportare le necessarie migliorie, mentre lo è una buona formazione:

  • Abbiamo istituito incontri formativi e workshop, per insegnanti, studenti, volontari e progettisti di ONG.
  • Tuttora stiamo portando avanti numerosi corsi di formazione: tessitura, taglio e cucito, informatica, corsi per elettricisti, corsi d’igiene, di nutrizione e sana alimentazione.
  • Stiamo anche lavorando a numerosi progetti mirati a ricreare una pur minima autosufficienza economica:

– Costruzione di un laboratorio per la tessitura.

– Costruzione di strutture per allevamento, con l’acquisto di pulcini e di capre.

– Distribuzione macchine da cucire, filtri acqua, medicinali, apparecchiature mediche, carrozzelle, computer, attrezzatura da elettricista, libri e materiale didattico in scuole e orfanotrofi.

Vedi, io credo che solo quello che avremo seminato di positivo nella vita gli uni degli altri sarà ciò che rimarrà di noi quando lasceremo questa vita terrena ed in fondo, diciamocelo, il fare volontariato, il mondo del no profit, la fratellanza e l’interessamento  fra gli esseri umani  sono sicuramente quanto di meglio possiamo offrire al nostro prossimo, vicino e lontano che sia. Così ognuno di noi potrà scoprire quella felicità che deriva dal far felici gli altri”. 

Proposta “viaggio di volontariato internazionale” e raccolta fondi Associazione Together for Nepal

Durante l’intervista, Pierangelo raccontava senza interruzioni, senza posa.

Dedizione e fervore erano palpabili nel resoconto, così come nell’invito col quale ha voluto concludere la sua testimonianza: “Se  ti andasse potresti venire in Nepal con noi volontari a conoscere e a vedere con i tuoi occhi quella realtà. Hanno ancora tanto bisogno di noi e noi di loro,  per rammentare i più antichi e autentici valori della vita!”

L’invito di Pierangelo e della Associazione Together for Nepal è rivolto a tutti. 

L’incontro col dinamico ospitale patriarca

Ho pensato di tenere per ultima quella che per me è stata la foto più dolce che ho recuperato dagli scritti di Pierangelo di quei giorni. Quando lui l’ha rivista qui, dentro l’articolo, si è commosso di nuovo.

“L’uomo ultra-ottantenne con cui scambio il saluto “Namaste”, vive nella casetta di lamiera assieme alla moglie semiparalizzata, ai figli e nipoti, una famiglia di 15 persone. Di fianco a noi ci sono le macerie della loro casa distrutta. Dopo averci offerte delle susine, l’unica cosa che avevano, continuava ad insistere affinché rimanessimo lì a dormire. Poi ci accompagnò al nostro veicolo e appena mi sporsi dal finestrino per salutarlo lui iniziò a correrci dietro. Non potrò mai dimenticare quel momento. Ho pianto e piango ancora nel ricordarlo”. Pierangelo Fabbri

 

 

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Blimunde: Giornata Violenza Donne

Blimunde: Giornata Violenza Donne

L’Associazione Blimunde e la Giornata sulla violenza contro le donne

Cernusco è donna, uno sportello per promuovere rispetto e parità

 L’Associazione Blimunde – Sguardi di donne su salute e medicina

L’associazione Blimunde è un’associazione socio-culturale senza scopo di lucro, costituitasi nel 2008, che fa riferimento all’esperienza maturata negli studi e nelle pratiche di genere, mirando alla decostruzione degli stereotipi, in particolare quelli di genere, per promuovere immagini di condivisione, rispetto e riconoscimento delle diverse identità.

Tra gli obiettivi dell’Associazione vi è anche quello di incrociare gli sguardi di genere nella prospettiva di costruire consapevolezze che promuovano immagini positive delle diverse identità.

L’associazione Blimunde fa parte del Municipio 3 di Milano e dal 2009 è iscritta all’Albo Regionale delle Associazioni e dei Movimenti per le Pari Opportunità.

Le principali attività dell’Associazione riguardano la ricerca socio-antropologica, la formazione (adulti e minori), le azioni di segretariato sociale (sportelli sul territorio) e realizzazione di seminari e convegni tematici (convegni, workshop, campagne, gestione di blog).

Blimunde e Cernusco è donna

L’impegno dell’associazione si svolge in particolare nel territorio di Cernusco sul Naviglio, di cui anima il blog Cernuscodonna.it e gestisce lo sportello donna comunale che, dal 2009, offre consulenza psicologica e legale gratuita a tutte le donne che lo richiedano.  Nel 2014 l’associazione ha costituito la Rete territoriale cittadina per il contrasto alla violenza contro le donne (Cernusco sul Naviglio).  Nel 2017 la rete si è allargata a territori più ampli e si è costituita come  “RETE TERRITORIALE INTERISTITUZIONALE ADDA MARTESANA PER LA PROMOZIONE DI STRATEGIE CONDIVISE A CONTRASTO DEL FENOMENO DELLA VIOLENZA NEI CONFRONTI DELLE DONNE”.

Presentazione del progetto e dello Sportello Donna

Il 25 novembre è la Giornata internazionale contro la violenza sulla donna e Cernusco sul Naviglio non starà a guardare. Le celebrazioni si svolgeranno dalle 17 presso la Casa delle Arti di via De Gasperi 5.

Saranno presenti il sindaco Ermanno Zucchetti e l’assessore alle Pari opportunità Luciana Gomez, la dirigente ai Servizi sociali Giustina Raciti, Lorena Trabattoni (responsabile Piano di zona distretto di Melzo), oltre ai rappresentanti delle associazioni Blimunde e Padri Somaschi.

Durante la giornata verrà anche presentato lo Sportello Donna, un realtà che da anni assiste tutte le donne del territorio in difficoltà, e il blog “CernuscoDonna.it” e il Centro Antiviolenza. Ci sarà poi spazio per l’arte e la musica: Cinzia Spanò reciterà pezzi di Concita De Gregorio accompagnata dalla musica di Barbara Cavaleri interpretata da Anais Ginori.

Questa sarà la prima iniziativa del progetto “Libera tutt*” finanziato dal bando Progettare la parità in Lombardia 2018 di cui l’associazione Blimunde é capofila.

Per ulteriori informazioni si può consultare il sito web www.cernuscodonna.it o la pagina FB @Blimunde

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Croce Verde: Istituto poco conosciuto

Croce Verde: Istituto poco conosciuto

CROCE VERDE: UN ISTITUTO POCO CONOSCIUTO

COS E’ LA CROCE VERDE?

Chi di voi ha mai sentito parlare della Croce Verde?

Chi sa di cosa si tratta e qual è la sua mission?

Una Associazione Onlus nata verso la fine del XIX secolo, per volontà di alcuni soci fondatori, operativa fin da subito, intervenne durante il primo conflitto mondiale, allestendo un ospedale da campo finalizzato all’accoglienza ed alla cura dei militari feriti.

Dopo la guerra questa associazione sviluppò sempre di più la sua attività ed i volontari diventarono sempre più numerosi. Le sue attività e finalità sono da sempre quelle di soccorrere gli infortunati e gli ammalati.

CROCE VERDE COME E’ ORGANIZZATA?

Un ente di volontariato territoriale e locale, che opera in campo sanitario, è dedita al trasporto urgente e non urgente d’infermi verso la struttura ospedaliera e al trasporto di persone disabili, coopera con la Protezione Civile, offre il suo intervento ad eventi come concerti (ad esempio il concerto di Vasco Rossi a Torino) ed a manifestazioni sportive.

La Croce Verde svolge le sue attività in diverse regioni ed enti locali e a differenza della Croce Rossa Italiana, che è sovvenzionata dallo Stato, la Croce Verde è un’ente locale e dipende dalle A.N.P.A.S. (Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze), difatti esistono diverse per ogni città o ente locale.

Ad esempio la Croce Verde Torino è composta da circa 500 volontari divisi tra: Milite Volontario (persone maggiorenni), Squadra Giovani (persone minorenni, dai 15 anni in su), Squadra di Montagna (fondata nel 1932, con il compito di assistere gli infortunati sulle piste sciistiche piemontesi) ed il Gruppo Autisti che guidano i mezzi di soccorso.

La Croce Verde Torino dispone di un autoparco composto da ambulanze per il soccorso avanzato e base, ambulanze per trasporti secondari, mezzi attrezzati per il trasporto di disabili ed altri mezzi per interventi di Protezione Civile.

Il Consiglio direttivo della C.V. è composto dal presidente, dal vicepresidente, dal direttore amministrativo, dal direttore dei servizi, dal direttore sanitario e da altri consiglieri.

COME ADERIRE A QUESTA ISTITUZIONE?

Chiunque voglia diventare volontario della sezione torinese può consultare il sito www.croceverde.org e fare un colloquio conoscitivo nella sede centrale di Torino.

La Croce Verde è presente in tutto il territorio nazionale, pertanto se vuoi collaborare con loro, informati su quale sia la sede più vicina a te e prendi contatto con loro, c’è sempre tanto bisogno di volontari e persone che vogliono aiutare il prossimo.

 

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Vivi Down: La Sindrome

Vivi Down: La Sindrome

VIVI DOWN: E LA SINDROME DI DOWN

Vivi Down: La Sindrome. La Rete, una Soluzione

Più esco, più incontro persone e più mi rendo conto della grande capacità che ha l’uomo di fare rete, di aiutare e sostenere chi vive situazioni difficili, come coloro che soffrono della Sindrome di Down.

Durante un aperitivo conosco Giuseppe: fa parte di un’Associazione bellissima, Vivi Down, dove le famiglie che hanno in seno un proprio caro con la Sindrome di Down possono trovare non solo solidarietà e aiuto, ma possono anche imparare a vivere serenamente.

L’Associazione è nata negli anni Ottanta per necessità di alcuni genitori di sostenersi e avere un rapporto più stretto con i medici che curano questa trisomia; un aiuto concreto nella quotidianità per affrontare i disagi che questa sindrome può presentare.

Vivi Down: La Sindrome

I PROGETTI

Vivi Down è una fucina di progetti e iniziative, come  “Progetto Salute”, una rete di solidarietà tra medici e famiglie per affrontare e prevenire le patologie associate alla Sindrome di Down, oppure il progetto “Ti ascolto”, che offre appoggio psicologico da parte di un professionista, e “Progettiamo la mia Vita”  che da quest’anno è finanziato da Fondazione Cariplo e si prefigge il difficilissimo compito di seguire con più figure professionali (psicologi, dirigenti scolastici, insegnanti di sostegno, allenatori sportivi) il bambino/adolescente/giovane con Sindrome di Down per condurlo verso l’età adulta. Il team verifica quali sono le sue caratteristiche, le sue abilità e soprattutto quali sono i suoi desideri, per capire come accompagnarlo e sostenerlo. La solidarietà, la capacità di fare rete sono in questo caso fondamentali. Si guarda non solo all’aspetto salute ma anche e soprattutto all’autonomia della persona con Sindrome di Down.

Ci sono anche progetti di Danza Terapia e Arte Terapia che nascono di anno in anno a seconda delle esigenze delle famiglie e dei fondi a disposizione; uno tra questi è quello svolto in collaborazione con AVS Associazione di Veronica Sacchi per insegnare Clowneria alle persone con Sindrome di Down che hanno più di 35 anni.

Attraverso la Clowneria gli adulti con Sindrome di Down diventano più attivi e proattivi, vengono poi impiegati per animare feste di associazioni, feste per anziani o per gli oratori. Molte persone con Sindrome di Down fanno volontariato, aiutano nelle mense dei poveri, nelle case di riposo, nelle associazioni che si occupano di animali; perfino la Croce Viola li impiega come aiuto nel ripulire le autoambulanze. Come tutte le persone devono avere un’occupazione per sentirsi parte della società e individui produttivi, utili e fondamentali.

Tra i vari progetti c’è Un volontario per amico, iniziativa che permette di affiancare un ragazzo con Sindrome di Down a un volontario per trascorrere insieme del tempo libero e fare le attività che più interessano.

Un’altra bella iniziativa è la Milano Marathon che si terrà l’8 aprile per coinvolgere tutti in una gara sportiva tra le vie della città, i cui ricavati andranno a finanziare progetti dell’associazione. 

Vivi Down: La Sindrome

A CHI RIVOLGERSI

Vivi Down fa rete con molte associazioni sparse sul territorio nazionale, la loro sede è a Milano ma li puoi trovare su www.vividown.org, contattarli via email  info@vividown.org e seguire tutto ciò che fanno sulla loro pagina Facebook vividownonlus.

La solidarietà è importante e se hai voglia di dare una mano, dedicare un po’ di tempo a chi è colpito dalla Sindrome di Down, aiutarli nella gestione del loro sito o delle pagine Social, raccogliere fondi o sostenerli, allora contattali pure, ne saranno felici e ti doneranno il loro affetto e la loro gratitudine.

 

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Malattie Mitocondriali: Mitocon

Malattie Mitocondriali: Mitocon

MITOCON: Una famiglia contro le malattie mitocondriali

 

 

Malattie Mitocondriali: A volte la vita ci pone davanti delle sfide, come quelle delle malattie mitocondriali, che ci sembrano insormontabili, poi succede qualcosa e capisci che non solo puoi farcela ma puoi aiutare anche altri a scalare la montagna.

Malattie Mitocondriali

È quello che è successo a Cristina, mamma di una splendida bambina, malata di una patologia incurabile, debilitante, quasi sconosciuta; anzi una malattia che è difficile da individuare, difficile da diagnosticare perché in realtà non è una sola malattia ma (sono) una famiglia di malattie.

Stiamo parlando delle malattie mitocondriali, un gruppo eterogeneo di patologie che possono insorgere sia in età pediatrica che in età adulta, con una notevole variabilità delle manifestazioni cliniche e del loro decorso.

Queste  sono delle malattie che si presentano con dei disturbi dovuti a disfunzioni della catena respiratoria e che possono colpire una molteplicità di organi e di tessuti dell’organismo in maniera imprevedibile e non quantificabile.

Una caratteristica comune in queste patologie è l’intolleranza agli sforzi, la facilità con cui l’individuo si affatica con poco e l’accumulo di acido lattico nei tessuti muscolari.

Ma si sa, l’unione fa la forza e dalle difficoltà di alcune famiglie di comprendere e aiutare i propri cari nasce, nel 2007, MITOCON, un’associazione di volontariato diventata punto di riferimento in Italia per le persone affette da malattie mitocondriali, per le loro famiglie e per l’intera comunità scientifica che si occupa di queste patologie.

Cristina ci parla della sua storia e della necessità di essere messa in contatto con altre famiglie che devono affrontare avversità simili alle sue. Scopre MITOCON e finalmente si sente in famiglia, capita e compresa.

Le avversità possono dividere, ma possono anche unire e in questo caso il collante è forte. Ogni anno l’associazione organizza un Convegno Nazionale e per loro è come se fosse “ Natale ”. Ci si rivede, ci si aiuta, ci si confronta su come superare determinate difficoltà. L’empatia e la forza che si respira in quei tre giorni sono il più grande dono che si riceve durante tutto l’anno.

MITOCON ha lo scopo di essere un punto di aggregazione, sostegno e informazione per i pazienti e le loro famiglie, di informare e sensibilizzare l’opinione pubblica, di supportare la ricerca e raccogliere fondi per mantenersi attivi e dare supporto a tutti i malati che cercano aiuto.

Diagnosticare questa malattia non è per nulla semplice e se oggi, grazie ad una maggiore conoscenza di queste malattie, per i bambini risulta meno complicato identificarla (almeno a livello clinico), quando la malattia compare in età adulta è molto difficile ottenere delle risposte chiare ed esaustive in tempi brevi .

La difficile interpretazione dei sintomi che riconducono a queste patologie è dovuta non solo al fatto che non viene colpito sempre lo stesso gene, ma che se risulta malato il medesimo gene non è detto che i sintomi siano gli stessi da paziente a paziente.

MITOCON è la famiglia dei malati mitocondriali, aiuta, “protegge” e in questo caos, in questa moltitudine di sofferenze è presente per non fare mai sentire solo e abbandonato chi lotta.

Le famiglie si autoalimentano di coraggio, si comprendono e si sostengono a vicenda. Hanno creato una comunità meravigliosa che lavora anche attraverso i social network. Andate a visitare la loro pagina facebook, troverete informazioni utili e aggiornate su tutto ciò che riguarda le malattie mitocondriali e sulle opportunità offerte dall’associazione.

 

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Impronte Diverse: Progetto Inclusione Sociale

Impronte Diverse: Progetto Inclusione Sociale

IMPRONTE DIVERSE: UN PROGETTO DI INCLUSIONE SOCIALE

 

 

Impronte Diverse è una piccola ma bellissima realtà di volontariato a Cernusco sul Naviglio che riunisce piccoli e grandi in un progetto di inclusione sociale, attraverso laboratori di arte, musica, danza, teatro, cucina e tanta, tanta voglia di divertirsi e stare bene insieme.

L’idea di questa associazione nasce dall’esigenza delle famiglie dei ragazzi con disabilità di trovare uno spazio, extra scolastico o extra istituto, dove queste persone abbiano la possibilità di incontrare degli amici e vivere con qualità il loro tempo libero.

Questa esigenza è stata raccolta da Roberta e alcune amiche, che grazie al supporto del Comune di Cernusco e soprattutto alla disponibilità di tanti volontari, hanno dato vita a Impronte Diverse.

Impronte Diverse: Progetto Inclusione Sociale

L’associazione, completamente gratuita, comprende famiglie e singoli che mettono a disposizione le loro capacità e competenze per creare una serie di attività adatte a coinvolgere sia ragazzi con disabilità che normodotati. C’è un’insegnate di arte in pensione che si occupa di tutto ciò che riguarda l’ambito artistico, una mamma che organizza laboratori di cucina, persone specializzate in regia teatrale che coinvolgono i ragazzi nella preparazione di spettacoli.

Ciò che accomuna le svariate persone che fanno parte di Impronte Diverse è il credere nel diritto-dovere della comunità di garantire ad ogni individuo, abile e non, la possibilità di crescere insieme ad altri, di rinforzare la percezione di sé nella relazione con gli altri e il piacere di sentirsi amato, accettato, capito e protagonista. Valorizzare il “tempo libero” per le persone più fragili rappresenta un sostegno per una buona qualità della vita e contribuisce ad un progetto di vita autonoma e indipendente.

Il punto di forza di questa associazione è di essere ben collegata al territorio, in modo da trovare ambiti sempre più ampi per coinvolgere i ragazzi e farli sentire parte della comunità. Ad esempio, in collaborazione con un grosso centro sportivo di Cernusco, che ha al suo interno una bocciofila gestita da alcuni anziani, è stato possibile creare uno spazio settimanale per insegnare ai ragazzi a giocare a bocce.

E poi c’è la partecipazione agli eventi più grandi, organizzati dalle varie realtà territoriali. Come la grande festa cittadina che si terrà il 31 ottobre per Halloween, dove Impronte Diverse, insieme a La Filanda, progetto di alcune associazioni e cooperative sociali di Cernusco e alla Pro Loco, con il Patrocinio del Comune, sta organizzando una grande caccia al tesoro nelle vie pedonali della città. E nell’attesa dell’evento i ragazzi dell’associazione dipingono cartelloni per la serata, creano maschere di zucca e preparano la danza di Halloween.

Non occorre essere grandi o fare grandi cose per dare un contributo a migliorare la realtà sociale in cui si vive, bastano un po’ di tempo, di entusiasmo e di voglia di condividere qualcosa con gli altri. Tante piccole impronte fanno una grande mano.

 

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Curriculum: Essere buoni, paga?

Curriculum: Essere buoni, paga?

Essere buoni, paga (almeno nel curriculum)?

 

Curriculum: Pubblichiamo di seguito, un articolo molto interessante in versione integrale, con l’autorizzazione e il benestare dell’autore Osvaldo Danzi.

Curriculum: Essere buoni, paga?

Curriculum: Il manuale del bravo Responsabile del Personale, al capitolo 3 narrava che se un candidato inseriva nel curriculum alla voce “hobbies” la pallavolo, era evidente che quel candidato avesse evidenti attitudini al lavoro in gruppo e spirito di squadra. Inserire “leggere” o “viaggiare” era fra quelle caratteristiche che denotavano nel candidato una profondità intellettuale sui generis e una mentalità molto aperta. Poco importava alla fine se il viaggio più lungo che avesse fatto fosse stato ai Prati di Tivo con i Boy-Scout e quel “leggere” era circoscritto alla Gazzetta dello Sport o alle istruzioni del cellulare.

Tuttavia, una volta sdoganato anche il golf come sport atto alle dinamiche di team building (terminati i ponti tibetani, l’orienteering, le passeggiate sui fuochi ardenti, la vela, il rugby e lo shanghai), sono caduti anche gli ultimi preconcetti, probabilmente dopo aver sorpreso a rubare in magazzino quei candidati cui il test di calligrafia aveva restituito un “affidabili, coscienziosi, focalizzati sul risultato” (questa è una storia vera. Insieme a quella dello psico – consulente che faceva il pendolo ai curriculum che tuttavia merita un articolo a parte).

Sebbene anche Linkedin adesso preveda la possibilità di inserire sul proprio profilo alcune voci legate al volontariato, alla cause civili e alla donazione di sangue, viene da chiedersi se al di qua della Manica queste attitudini vengano prese in considerazione seriamente da chi seleziona il personale e vengano ritenute strategiche ai fini dell’inserimento di un nuovo candidato in azienda. In questo stesso numero, in maniera sorprendentemente trasparente Simone Sgueo direttore del personale di Save the Children ed una provenienza da Philip Morris ha dato la sua risposta.

Sorprendente, per l’appunto. Andatela a leggere.

La mia esperienza personale (di donatore seriale di sangue con specializzazione in volontariato estremo) mi spinge a dire che una regola di fatto non c’è, ma dipende molto dal reclutatore. Di certo l’organizzazione umanitaria soffre del pregiudizio di non essere considerata “azienda a tutti gli effetti” e quindi vista più come un’entità più o meno auto organizzata che non soffre (e non gode) delle dinamiche tipicamente aziendali.

Dunque, il recruiter potrebbe considerare favorevolmente un candidato proveniente da questo settore se volesse valutarne principalmente le soft – skills legate al carattere e alla sensibilità nei confronti di temi e modalità sociali. Si presume che un candidato di questo genere sia Persona accomodante, che evita i conflitti, disponibile alla mediazione, orientato al lavoro di gruppo, capace di grande empatia, favorevole alla condivisione e creatore di climi favorevoli.

( Fra le altre cose, proprio stamattina ho assistito ad una conversazione telefonica di un Responsabile del Personale che affermava che i gay cucinano bene e i neri hanno un senso innato della musica).

Molto più frequentemente potrebbe incontrare il recruiter di un’azienda molto orientata al business, agli obbiettivi, al focus economico al punto da considerare questo candidato non idoneo ad abitare situazioni complesse, rivelando così un giudizio sfavorevole. Eppure chi conosce approfonditamente il Terzo Settore e il volontariato in generale sa quanto sia importante trovare soluzioni in tempo reale a problemi al cui confronto il ritardo di una fornitura è una bazzeccola. Chi ha lavorato nel volontariato ha dovuto gestire una complessità di modi di vivere e di pensare, microcosmi complessi che in confronto l’atavica diatriba fra commerciali e amministrativi viene derubricata a una lite fra comari.

Allora, come affrontare un colloquio di selezione per un’azienda strutturata se il vostro recruiter di riferimento vi lancia uno sguardo a metà strada fra l’ammirazione e la patetica certezza che uno come voi, vestito ai saldi di AltroMercato, insaziabile fan della farina di avena e dei fiocchi di tapioca, agguerrito nemico dell’olio di palma e dunque di tutte le creme al cioccolato in vasetti di vetro che qui non nomineremo nel rispetto totale della Liturgia No Logo, mai e poi mai potrebbe capire le dinamiche complesse e spesso border line dal punto di vista etico di una grande multinazionale come la nostra?

Certo, anche quella specie di manichino tutto griffato, con un master alla Bocconi in internazionalizzazione d’impresa e teoria e tecnica del parcheggio in seconda fila tanto paga papino, costantemente in vacanza alle isole Lampados, sicuro di sé e del suo Business English, non è poi così rassicurante.

E allora, quello è il momento in cui dovrete fare leva su tutto il coraggio che avete accumulato in 114 sedute di autostima e Yoga Intensivo e ricordarvi degli odori e i dolori che vi ha lasciato la strada, delle corse e le emergenze nel cuore della notte, del senso di pace e di gratitudine nel condividere un pasto alla mensa degli ultimi, della rabbia con cui avete raccolto i resti di un maltrattamento, pacata la paura di un ringhio e disarmata la lama di un coltello, tradotto le parole alcoliche o semplicemente straniere a questa terra, rimboccato le coperte di chi non abita il vostro stesso tetto e provare a chiedere come, quando e dove possano esserci obbiettivi che non possiate essere in grado di raggiungere, una volta vissuto tutto questo.

E provarlo a tradurre sul curriculum.

Articolo pubblicato da Osvaldo Danzi sul blog “Senzafiltro”

 

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Lacor Hospital: Il Calendario

Lacor Hospital: Il Calendario

IL CALENDARIO PER SOSTENERE IL LACOR HOSPITAL

 

Lacor Hospital: Il Calendario

Il Lacor Hospital è un ospedale situato nel Nord dell’Uganda che ogni anno riesce a curare più di 250.000 pazienti ed è la più grande struttura ospedaliera, non a scopo di lucro, dell’Africa equatoriale.

Rappresenta l’unica speranza di salvezza per milioni di abitanti del Nord Uganda perché offre assistenza e cure mediche anche a chi non può permettersi di pagarle, in modo completamente gratuito e senza alcun tipo di discriminazione di razza, religione, stato sociale o sesso.

Questo nobile gesto, una vera e propria missione, può essere realizzato giorno dopo giorno grazie all’aiuto della Fondazione Corti che nasce a Milano nel 1993 proprio con il compito statutario di assicurare sostegno economico ed assistenza tecnico-logistica al St. Mary’s Hospital Lacor.

La Fondazione Corti, creata dai coniugi Piero Corti e Lucille Teasdale, rispettivamente pediatra e chirurgo, è infatti il principale sostenitore del Lacor Hospital e anche dopo la morte dei 2 medici fondatori, persegue l’ obiettivo originale grazie all’impegno della loro figlia Dominique.

E’ possibile sostenere il Lacor Hospital acquistando il calendario 2017 della Fondazione Corti, calendario giunto ormai alla sua dodicesima edizione, che rappresenta un piccolo ma significativo gesto per aiutare uomini, donne e bambini ugandesi malati ma, al tempo stesso, è un modo per conoscere più dettagliatamente la storia di questa preziosa struttura ospedaliera, o farla conoscere ad amici e parenti.

E’ anche possibile aderire alla campagna calendari della fondazione in qualità di volontari, distribuendoli nelle proprie Parrocchie.

Aiuta anche tu il Lacor Hospital: non solo un indispensabile ospedale ma, in un contesto socio-economico difficile come quello dell’Uganda, anche un piccolo centro di sviluppo sociale  per i bambini ugandesi e  le loro povere famiglie.

 

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Alice: Quando il Musical é Beneficenza

Alice: Quando il Musical é Beneficenza

Alice: Quando il musical si fa beneficenza

 

Alice: Quando il Musical é Beneficenza

Alice: Quando il Musical é Beneficenza. “Meraviglioso” è questo il giudizio espresso dai tanti spettatori che hanno assistito entusiasti a Foggia al nuovo musical dell’aps Sacro Cuore andato in scena, lunedì 29 maggio al teatro Umberto Giordano.

Uno spettacolo nato per festeggiare i primi 10 anni di attività dell’ associazione “Sacro Cuore” realizzato con il patrocinio del Comune di Foggia ed il contributo dell’assessorato alla Cultura.

Un sogno che si è realizzato  per i ragazzi del “Sacro Cuore” che per la prima volta hanno debuttato nel più importante teatro foggiano dedicato al maestro Umberto Giordano, di cui quest’anno ricorre il 150° anniversario dalla sua nascita.

Un grande spettacolo, che ha richiesto mesi di intenso lavoro, un felice debutto, coinvolgente ed emozionante, che ha reso tutti in platea parte di un’avventura divertente e indimenticabile.

Alice il musical delle meraviglie” è un progetto nato e dedicato, alla spensieratezza, alla creatività e alla poesia del mondo infantile, alla tutela e salvaguardia dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.

Un vero e proprio  family show, che ha  riunito oltre 50 giovani dell’oratorio non professionisti, di diversa formazione e provenienza, uniti dalla passione per la recitazione, la musica, il ballo e dal desiderio di costruire assieme a tutta la comunità del Sacro Cuore un autentico progetto collettivo, nato per il piacere di stare insieme nello stile di don Bosco e di mettersi in gioco con energia, gioia ed entusiasmo.

Anche quest’anno, come tradizione, l’intero ricavato del musical è stato destinato all’oratorio “Sacro Cuore”. Una nuova iniziativa nata per continuare a investire su un luogo aggregativo ed educativo l’oratorio del Sacro Cuore a Foggia.

Liberamente ispirato ad una famosa fiaba questo nuovo musical ha accompagnato lo spettatore in affascinanti atmosfere: con suggestioni di luci e colori, scenografie incantevoli, costumi spettacolari ed effetti visivi di grande impatto, atmosfere che è possibile rivivere visitando il canale youtube dell’ associazione “Sacro Cuore”. Tanti gli stravaganti personaggi,  alcuni un po’ matti, alcuni divertenti e simpatici, altri misteriosi e particolari: il Cappellaio Matto, il Brucaliffo, lo Stregatto, PincoPanco e PancoPinco, che hanno accompagnato Alice e gli spettatori in un viaggio di ricerca interiore, invitando tutti non solo a nuovi stili di ballo, ma a riscoprire valori, come l’amicizia, la libertà e l’amore; portando i presenti ad ampliare i propri orizzonti e a riscoprire se stessi.

Tutti i personaggi del musical, ma soprattutto Alice, ci insegnano che è bello poter restare bambini e riuscire a guardare il mondo e tutte le sue follie con ironia e semplicità.

Una storia di fantasia ma un con un messaggio reale, tipico degli ambienti salesiani, un messaggio d’amore di incoraggiamento verso tutti i ragazzi soprattutto gli ultimi, un invito a sperare e a impegnarsi per cambiare in positivo il domani, a credere nei sogni, come esperienze di prefigurazione di un futuro migliore; Una missione che ha visto don Bosco spendersi e donarsi fino ai suoi ultimi giorni, animato da un incrollabile fede, e che continua ieri come oggi attraverso i religiosi e laici della congregazione da lui fondata: i salesiani.

Lo spettacolo è stato per tutti una grande festa e l’opportunità per gli organizzatori come ogni anno di promuovere la campagna in favore della federazione SCS/CNOS – salesiani per il sociale di far conoscere  il nuovo progetto ideato dalla federazione  “sostegno in vicinanza”.

 

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Musical delle meraviglie

Musical delle meraviglie

Alice: Il Musical delle Meraviglie

 

Musical delle Meraviglie

Per festeggiare i primi 10 anni di attività l’associazione di promozione sociale “Sacro Cuore”, in collaborazione con l’oratorio Sacro Cuore, porta in scena a Foggia, con il patrocinio del Comune ed il contributo dell’assessorato alla Cultura, uno dei suoi spettacoli più belli: “Alice – il musical delle meraviglie”, dedicato, alla spensieratezza, alla creatività del mondo infantile e alla tutela dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Un grande family show  pronto ad emozionare tutti gli spettatori, rendendoli parte di un’avventura che non potranno dimenticare.

Lo spettacolo si terrà nella splendida cornice del teatro Umberto Giordano

Lunedì 29 maggio con ingresso alle  ore 20:30 e  sipario alle ore 21:00

Un sogno che si realizza per i ragazzi del “Sacro Cuore” che per la prima volta debutteranno nel più importante teatro foggiano dedicato al maestro Umberto Giordano, di cui quest’anno ricorre il 150° anniversario dalla sua nascita.

Il cast è composto da oltre 40 giovani dell’oratorio, non professionisti, di diversa età e formazione, associati dal desiderio di costruire assieme un autentico progetto, nato per il piacere di stare insieme nello stile di don Bosco e di mettersi in gioco con gioia ed entusiasmo. Con il ricavato del musical si sosterrà la raccolta di fondi pro-oratorio salesiano.

Liberamente ispirato ad una famosa fiaba il musical accompagnerà lo spettatore in affascinanti atmosfere: con suggestioni di luci, scenografie incantevoli, costumi spettacolari ed effetti visivi di grande impatto, tutti made in oratorio. Attraverso i cambi di scena sembrerà di sfogliare un libro di favole.  In un’alternanza di divertimento, balli e canzoni, realtà e sogno saranno i protagonisti.

Una storia fantastica in cui la piccola protagonista, vive una vita regolare, dedita alla disciplina, ma la sua curiosità la porterà a seguire un coniglio, che la condurrà al magico Paese delle Meraviglie. Presenti stravaganti personaggi,  alcuni un po’ matti o divertenti, altri misteriosi: il Cappellaio Matto, il Brucaliffo, lo Stregatto, PincoPanco e PancoPinco, che guideranno Alice in un viaggio di ricerca interiore, verso nuovi valori, come l’amicizia, la libertà e l’amore; portandola ad ampliare i propri orizzonti e a riscoprire se stessa.

Tutti i personaggi, ma soprattutto Alice, ci insegneranno che è bello poter restare bambini e riuscire a guardare il mondo con ironia e semplicità.

Una storia di fantasia, ma con un messaggio reale, tipico degli ambienti salesiani, d’amore e incoraggiamento verso tutti i ragazzi soprattutto gli ultimi, un invito a impegnarsi per cambiare in positivo il domani, a credere nei sogni, come esperienze di prefigurazione di un futuro migliore. Una missione che ha visto don Bosco spendersi fino ai suoi ultimi giorni, animato da una incrollabile fede, e che continua oggi attraverso i religiosi e laici della congregazione da lui fondata: i salesiani.

Durante il musical gli organizzatori presenteranno la campagna del 5×1000 a favore della Federazione SCS/CONS – Salesiani per il sociale – don Bosco ci ha messo la vita per stare vicino all’infanzia che ha bisogno, TU mettici la firma. “Sostieni Salesiani per il Sociale  con il 5×1000: firma e scrivi il codice fiscale 97099620581″ .

 

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Festa dello Sport: Sacro Cuore campioni

Festa dello Sport: Sacro Cuore campioni

Festa dello Sport: I ragazzi del “Sacro Cuore” campioni della Puglia!

 

 

Festa dello Sport: Sacro Cuore campioni

Si è svolta nei campi di gioco della casa Salesiana di Santeramo in colle (BA), la festa dello sport degli oratori salesiani della Puglia.

La giornata, iniziata di buon mattino, ha visto la partecipazione di centinaia di ragazzi,  accompagnati da tanti genitori e animatori, provenienti dagli Oratori della Puglia Nord: BariCerignolaFoggiaAndriaMolfetta, e Santeramo.

Una grande festa dello sport quella vissuta in terra barese che ha permesso agli organizzatori di continuare a promuovere lo sport come strumento educativo, per prevenire episodi di devianza e per offrire la possibilità a tutti, in modo particolare ai più piccoli, di crescere, nel fisico, nello spirito e nella mente, in un clima di famiglia e di rispetto reciproco come ci ricorda don bosco << dalla buona o cattiva educazione della gioventù dipende un buon o triste avvenire della società >>.

L’oratorio di Foggia ha partecipato al raduno regionale  con  una rappresentativa formata da  22 ragazzi, che divisi in due squadre hanno preso parte ai tornei di calcio nella categoria mini (2006-2007) e propaganda (2004-2005).

La squadra di calcio dell’oratorio sacro cuore di Foggia, dopo un girone combattutissimo, a conclusione della manifestazione è stata incoronata, per la seconda volta consecutiva, nella categoria propaganda, regina degli Oratori della Puglia, mentre per la categoria mini ha conseguito un inaspettato e prestigioso secondo posto;

La squadra foggiana cat. Propaganda vincendo si è così conquistata, di diritto, un posto al prossimo importante appuntamento le FINAL TIME.

Ma la vittoria più grande ed importante è venuta proprio dai ragazzi che hanno aderito, con sano protagonismo, attivamente e con gioia all’evento testimoniando, insieme a tutti i partecipanti: animatori, atletigenitorivolontari, l’attualità e la bellezza del messaggio salvifico del Santo educatore che invita tutti i ragazzi ad essere ogni giorno – buoni cristiani e onesti cittadini. 

Per rivivere i momenti salienti del trionfo dei ragazzi foggiani alla Festa dello Sport è possibile visionare i video. 

PHI Foundation si occupa di sostenere ed aiutare tutti gli operatori che si muovono nell’ambito del Terzo Settore, attraverso l’informazione e la promozione di raccolte fondi.

Se vuoi aiutarci in questo compito, sostienici attraverso un contributo cliccando su questo link

 

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Finanzia la luna di miele con il Crowdfunding

Finanzia la luna di miele con il Crowdfunding

Finanzia la luna di miele con il Crowdfunding

Il crowdfunding è lo strumento di raccolta fondi maggiormente in voga degli ultimi anni. Ma davvero si può raccogliere denaro per qualsiasi cosa? Negli USA si finanziano anche le honeymoon!

Con il Crowdfunding si finanzia tutto, anche la luna di miele!

 

Il crowdfunding viene utilizzato quasi in tutto il mondo. E’ lo strumento che più di altri ha rivoluzionato il modo di fare raccolta fondi negli ultimi anni.

Finanzia la luna di miele con il Crowdfunding: Serve per finanziare una vasta scala di progetti, dalle nuove invenzioni alle micro raccolte a scopi sociali. É applicabile sia al mondo profit che al terzo settore. Le start up comprese quelle d’innovazione sociale, ne fanno largo uso in fase iniziale. Le sue potenzialità sono molte e, se usato in modo professionale, può sopperire alla mancanza di liquidità tipica dell’avvio di un progetto o di un’attività.

In generale, ha tutte le potenzialità per permettere la raccolta fondi ed accrescere il commitment dei donatori/investitori attorno ad una causa specifica. Esistono oggi numerosissime piattaforme di crowdfunding.

Secondo il 1° Report italiano sul CrowdInvesting, a fine 2014 erano state aperte 1250 piattaforme a livello mondiale.

Crowdfunding

 

Finanzia la luna di miele con il Crowdfunding

C’è da perdersi tra le classifiche che esperti e blogger ne fanno sul web: ho letto decine di articoli intitolate “le 10 migliori piattaforme di crowdfunding” e, al netto di alcune tra le big (Kickstarted, Indiegogo, GoFundMe, etc..), le altre indicate sono spesso diverse in base all’opinione dell’autore.

Studiando le piattaforme statunitensi, mi sono imbattuta nel sito www.crowdfunding.com. Sono rimasta colpita dall’esistenza dell’indice Alexa, azienda che si occupa di statistiche sul traffico internet, anche per le piattaforme di crowdfunding.

Probabilmente è una questione culturale: in Italia il traffico generato da questo strumento di raccolta fondi è nettamente inferiore rispetto al volume d’affari nelle omologhe d’oltreoceano.

Resta da capire quanto tempo ancora servirà per raggiungere tali livelli di donazione/finanziamento o se invece dovremo accontentarci di utilizzare le piattaforme come strumento sussidiario di raccolta.

Da un’occhiata veloce dei siti che promuovono il crowdfunding negli USA, mi sono resa conta che esiste una piattaforma per tutto: ci sono quelle che si occupano di charity e assistenza, altre rivolte maggiormente alle start up di natura tecnologica, ma anche altre che permettono di finanziarsi la luna di miele!

Crowdfunding

Si chiama www.honeyfund.com ed è la prima piattaforma gratuita utilizzata da quelle coppie che preferiscono un viaggio alla lista nozze.

Come funziona? La coppia crea un account sul sito, aggiunge foto e un minimo di storytelling.

Fissa quale obiettivo la destinazione del loro viaggio di nozze e assegna un valore economico ad ogni visita e attività che intende fare, compresi pernottamento e volo. L’idea è di coinvolgere amici e parenti nell’organizzazione del viaggio.

 

Se chi fa il regalo ha la percezione di star donando qualcosa di concreto e non di partecipare ad una semplice colletta, sarà maggiormente incentivato a donare e magari sarà anche disposto a metter qualche dollaro in più!

Se so che la mia amica Laura muore dalla voglia di visitare la Torre di Pisa, io sarò ben contenta di donarle il costo del biglietto anche se è superiore a quanto avrei donato se fosse stata organizzata una raccolta fondi tradizionale.

E’ una riflessione molto semplice da fare e questa piattaforma è un ottimo esempio dell’importanza del saper coinvolgere i donatori. Più li mettiamo in condizione di toccare con mano gli effetti della propria donazione, più saranno incentivati a donare anche qualcosa in più di quanto avevano in mente al principio.

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