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Sport e solidarietà, un’accoppiata vincente

Sport e solidarietà, un’accoppiata vincente

 

Sport e solidarietà

Sempre più spesso nel mondo no profit si utilizza l’evento sportivo per realizzare momenti di raccolta fondi. Indipendentemente dal tipo di disciplina sportiva, l’accoppiata sport e solidarietà è quella che attira maggior interesse.

La più gettonata rimane comunque la corsa non competitiva che ha la forza di coinvolgere intere famiglie soprattutto se abbinata ad un tema e ad una ambientazione divertente.

Normalmente le piccole iniziative a livello territoriale vengono organizzate con lo scopo di raccogliere fondi per le associazioni locali mentre, a livello nazionale si realizzano perlopiù maratone solidali.

Negli ultimi anni abbiamo sentito parlare tanto di eventi sportivi “colorati”.

 

Sport e solidarietà

La corsa colorata più famosa a livello nazionale è la The color run Italia; un evento ricco di intrattenimento, adatto ad ogni età, che fa tappa in una decina di città tra aprile e settembre. Per ogni luogo in cui si svolge la corsa vengono selezionate alcune charity locali, alle quali viene richiesta una presenza di volontari in supporto allo staff ed in cambio, offrono visibilità e sostegno alla raccolta fondi.

Altra corsa simile, altrettanto legata al sociale è la Color vibe. Le associazioni di volontariato locali possono candidarsi per ottenere una postazione di raccolta fondi.

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Per le organizzazioni no profit è  sicuramente una opportunità  non solo per promuovere l’attività di volontariato ma anche per un momento di visibilità, sfruttando questa occasione per trovare nuovi contatti ed ampliare il proprio database.

Se pensate che la vostra charity possa essere selezionata dagli organizzatori di questi eventi sportivi, che sostengono i progetti territoriali anche con donazioni, non perdete tempo e proponetevi! Sono aperte le candidature per il 2017.

 

Sport e solidarietà

Altro aspetto dell’accoppiata vincente sport e solidarietà è sicuramente l’impegno da parte di organizzazioni no profit a contrastare le forme di discriminazione ed intolleranza favorendo l’integrazione sociale della popolazione straniera attraverso lo sport.

Il Coni in partenariato con il Ministero del lavoro e delle Politiche Sociali, nel 2016 ha aperto un bando per le associazioni sportive e per le Onlus, regolarmente iscritti all’anagrafe dell’Agenzia delle Entrate, dando la possibilità di presentare un progetto finalizzato a favorire l’inclusione e l’integrazione sociale attraverso lo sport, per giovani provenienti da contesti migratori.

 

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Tetto in più: campagna di crowdfunding

Tetto in più: campagna di crowdfunding

“Ogni tetto in più conta” al via la campagna di crowdfunding

 

Tetto: “Ogni tetto in più conta”, al via la campagna di crowdfunding. L’obbiettivo, acquistare kit di costruzione affinché le famiglie più povere nel campo di Smara possano riavere una casa in cui vivere.

Per avere un quadro completo bisogna fare un passo indietro. Lo scorso ottobre una violenta alluvione ha colpito i campi profughi a sud dell’Algeria in cui abitano da quarant’anni i Saharawi. Oltre 17.000 famiglie hanno perso la propria abitazione, peggiorando così una situazione già precaria e difficile. A metà novembre 2015 le autorità Saharawi hanno stimato in 6 milioni di euro il costo della riabilitazione delle strutture pubbliche e in 20 milioni il costo della ricostruzione delle abitazioni familiari.

Tetto:

Molte famiglie, specialmente quelle più povere, non sono riuscite a iniziare i lavori di ricostruzione, per questo le associazioni che aiutano il popolo Saharawi hanno deciso di raccogliere 20.000 euro per ricostruire le case nel campo di Smara, in cui l’alluvione ha lasciato il 20% delle persone senza abitazione.
Con il supporto del Ministero della Cooperazione Saharawi e delle autorità locali alle famiglie più bisognose sarà consegnato un kit (cemento, mattoni e materiali per il tetto) per la costruzione di una casa.

Tetto La campgna di crowdfunding

Fino al 9 maggio, sulla piattaforma di crowdfunding Produzioni dal Basso, sarà possibile contribuire con un una donazione ricevendo in cambio oggetti e racconti della tradizione del popolo saharawi: ogni voce in più conta, ogni tetto in più conta.

In seguito a un’alluvione iniziata il 17 ottobre 2015 e proseguita sino a inizio novembre, oltre 17.000 abitazioni sono state distrutte e gravemente danneggiate. Migliaia le persone sono rimaste senza la propria tenda o la propria casa e da allora vivono presso parenti o in altre strutture di emergenza. A metà novembre 2015 le autorità Saharawi hanno stimato in 6 milioni di euro il costo della riabilitazione delle strutture pubbliche e in 20 milioni il costo della ricostruzione delle abitazioni familiari.

Ad occuparsi della campagna di crowdfunding è un gruppo di associazioni: Jaima Sahrawi(Reggio Emilia), El Ouali (Bologna), Kabara Lagdaf (Modena), 15.14 Oltre Il muro (PADOVA), UISP ed Help For Children (Parma).

Queste onlus da anni aiutano la causa del popolo Saharawi, da sempre in prima linea con progetti a sostegno della popolazione più povera.

Sei una organizzazione non profit e desideri supporto o vuoi avviare una campagna di raccolta fondi, chiedi a PHI FOUNDATION (Social Innovation Community).

 

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CULTURA E VOLONTARIATO NELLA REGIONE PIEMONTESE

CULTURA E VOLONTARIATO IN PIEMONTE

CULTURA E VOLONTARIATO NELLA REGIONE PIEMONTESE

 

CULTURA: IL VOLONTARIATO CULTURALE

Cultura: Il mondo del volontariato è enorme ed occupa vari settori d’intervento, spaziando dall’ambito medico a quello ambientalistico, a quello sociale fino ad arrivare all’ambito culturale.

La cultura è l’esercizio dell’attività intellettuale dell’uomo attraverso lo studio e la lettura di libri, di quotidiani, di settimanali, di riviste, di fumetti da cui ne consegue la conoscenza.

Leggere informa, diverte, aiuta, la lettura è il vettore che trasmette sapere e competenza.

Già nel 1990 si è costituita a Torino UNI.VO.CA (acronimo di Unione Volontari Culturali Associati) ossia un’Associazione di Associazioni di Volontariato operanti sul territorio piemontese nel settore dei Beni e delle Attività culturali.

L’ UNI.VO.CA si propone di favorire la costituzione di nuove associazioni, censire le associazioni esistenti e salvaguardarne l’autonomia, le attività, le iniziative di ciascuna nel rapporto con gli enti preposti alla salvaguardia dei Beni Culturali; inoltre organizza conferenze, dibattiti e pubblica opuscoli e racconti consultabili sul sito web www.univoca.org.

In questa sfera intellettuale è nata a Venaria Reale, a circa 20 Km da Torino, nel 2006 Amico libro un’associazione di volontariato culturale con l’intento di far crescere la cultura in modo del tutto spontaneo, gratuito e per ogni età.

L’associazione orienta i giovani verso la lettura, ideando incontri con gli scrittori, convegni, mostre, concorsi, eventi, promuove dei gemellaggi culturali con enti, associazioni, università per la valorizzazione ed il restauro del patrimonio culturale come libri, manoscritti e documenti archivistici.

Chi desidera entrare a far parte dell’associazione può consultare la pagina internet www.amicolibrotorino.it.

 

CULTURA: L’ ARTE IN DUE AMBITI CULTURALI DIVERSI: NEL MUSEO E NEL FUMETTO

Nel 1974 è stata fondata a Torino, per volere di tre egittologi, l’ACME (Amici Collaboratori Museo Egizio) una Onlus che ha lo scopo di avvicinare il pubblico alla conoscenza dell’antico Egitto, alla collezione, alla storia del museo egizio e dei suoi valori culturali e sociali.

Molto importante l’aiuto dei volontari che con la loro attività contribuiscono allo sviluppo del museo stesso.

Nel corso dell’anno l’ACME organizza conferenze ad accesso libero tenute da professori universitari nell’ambito degli studi di egittologia, corsi dedicati allo studio dei geroglifici divisi tra livello base ed avanzato ed infine seminari sullo studio della letteratura egizia, dell’arte funeraria, scultorea e pittorica degli antichi egizi.

Per gli appassionati di storia dell’arte che desiderano approfondire gli studi sull’antico Egitto e «vivere» più da vicino il museo è possibile iscriversi all’ACME diventando soci o volontari, consultando il sito web www.acme-museoegizio.it.

Dal mondo del museo ci spostiamo verso il mondo del fumetto con ALFA (Associazione Laboratorio Fumetto Asti) nata nel 2010 per volere di un gruppo di ragazzi che, sostenuti economicamente dall’amministrazione comunale, hanno deciso di riunirsi in gruppo per realizzare fumetti, illustrazioni, opuscoli informativi, loghi ed hanno partecipato anche ad eventi e fiere.

L’universo della cultura è vasto e vario, partendo dalla lettura si passa alla scrittura, fino ad arrivare al disegno e tutto ciò ci attrae ci affascina portandoci verso nuovi orizzonti dello scibile.

 

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Email Marketing per il no profit, è uno strumento utile?

Email Marketing per il no profit, è uno strumento utile?

Email Marketing per il no profit, è uno strumento utile?

 

Email marketing è lo strumento di comunicazione più efficace che una Onlus possa utilizzare per sollecitare il destinatario a compiere un’azione immediata come ad esempio fare una donazione o iscriversi alla newsletter oppure firmare una petizione.

Email Marketing

Prima di creare una campagna di Email Marketing è importante stabilire l’obiettivo che si vuole raggiungere, possibilmente misurabile: aumentare del 10% le donazioni oppure incrementare del 20% il numero degli scritti alla newsletter. 

Il secondo passo è suddividere i target per categoria, così diventa più semplice andare poi a sollecitare un segmento specifico di iscritti o di donatori e ottenere risultati di qualità.

È importante anche stabilire la frequenza della campagna di Email Marketing. Sempre al fine di non stressare la propria donor base, è buona regola intervallare la comunicazione di almeno 2 settimane.

Gli elementi che compongono un template di Email Marketing sono: logo dell’associazione, titolo, messaggio breve e chiaro, immagine suggestiva, “Call to action”, footer contenente la legge sulla privacy e oggetto. 

L’oggetto è uno degli elementi fondamentali perché influisce sul tasso di apertura (Open Rate) della email. Consigliamo di non superare i 50 caratteri affinché il suo contenuto possa essere letto per intero.

Per i “donatori dormienti”, quelli cioè che da tempo non rispondono più ai solleciti, suggeriamo di testare email più personalizzate. Uno dei maggiori vantaggi di una campagna di Email Marketing è infatti la possibilità di personalizzare la comunicazione con il nome del singolo utente e questo rende il messaggio maggiormente persuasivo.

Considerato che la maggior parte della gente visualizza le Email dal proprio cellulare più che dal PC di casa o di lavoro, è opportuno che l’html sia responsive e comunque meglio non usare un’immagine come sfondo. In caso si può inserire un testo alternativo che spieghi il contenuto dell’immagine per chi non riesce a visualizzarla.

Un altro vantaggio dello strumento di Email Marketing è la misurabilità del risultato che consente di ottimizzare e controllare il budget in maniera più efficace. Se la Onlus monitora il proprio sito attraverso Google Analytics è anche possibile visualizzare nel dettaglio tutti i dati di conversione.

Ci sono diversi servizi che danno la possibilità di inviare campagne di Email marketing gratuitamente o a costi bassissimi. Di seguito ne segnaliamo alcuni:

  • – Mailchimp: offre la possibilità di inviare in un mese a costo zero fino a 5.000 email;
  • – Rapidmail: offre la possibilità di inviare fino a 10 email a costo zero, dopodiché richiede un costo di 0,5 cents per ogni indirizzo;
  • – Icontact: ad un costo variabile tra i 14$ e i 47$ offre la possibilità di tracciare le campagne di invio che si fanno di volta in volta con a disposizione uno strumento antispam;
  • – Getresponse: fornisce il servizio gratuito per 30 giorni di creazione di layout di newsletter e di landingpage. Finito il periodo di prova il costo del servizio è di 14€ al mese per 1.000 indirizzi. Alle Organizzazioni senza scopo di lucro però si applica uno sconto del 50%.

Per aumentare la visibilità e la diffusione della campagna di Email Marketing, suggeriamo infine di inserire le icone social per renderne possibile ai destinatari la condivisione.

 

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Brand Identity Efficace Content Marketing per le Onlus

Brand Identity Efficace Content Marketing per le Onlus

Brand Identity Efficace Content Marketing per le Onlus

 

Brand Identity: Lo storytelling è una tecnica narrativa che permette a chi ci legge o ascolta di vivere una esperienza emozionale. Quello che succede quando assistiamo a un’opera teatrale o a un film che ci appassiona è di entrare nel vissuto del protagonista e vivere con lui l’impresa, il viaggio o l’avventura che sta affrontando.

Lo stesso meccanismo accade con lo storytelling: studi neurologici dimostrano che il nostro cervello risponde agli stimoli prodotti dalla narrazione come se stessimo provando gli stessi sentimenti o compiendo le stesse azioni del personaggio principale del racconto.

Lo storytelling può essere per una Onlus una delle migliori tecniche di content marketing che, fra l’altro, si può facilmente declinare sia sui canali di comunicazione offline che online. Chi più di una Onlus può avere interesse a trasmettere le proprie idee e i propri valori tramite una storia d’impatto?

Per garantire l’efficacia della narrazione uno storytelling deve contenere degli elementi chiave:

  1. una trama epica con eroi che compiono un’impresa difficile o rischiosa;
  2. un melodramma con personaggi fragili o indifesi che poi trovano il loro riscatto nel raggiungimento dell’impresa o, al contrario, una commedia in cui i personaggi vivono situazioni ironiche e leggere. Ad esempio, il FAI (Fondo Ambiente Italiano) in occasione della Campagna #FAImarathon ha realizzato un video in chiave ironica per avvicinare agli Italiani l’arte nascosta dentro palazzi e portoni. Lo stratagemma utilizzato per far entrare negli edifici storici i passanti che camminano assorti nei loro pensieri e dimentichi delle meraviglie artistiche del loro paese è stato far parlare i citofoni.
  3. infine non può mancare una saga romantica in cui momenti negativi si concludono con epiloghi positivi.

In uno storytelling  di successo si possono annoverare altri 3 elementi che potenziano l’evoluzione narrativa:

  1. i nemici: cercano di ostacolare gli sforzi del protagonista nel compimento dell’impresa.

Brand Identity: Un ottimo esempio possiamo trovarlo all’interno di uno dei villaggi esperienziali allestiti da Save the Children in varie città italiane in occasione della Campagna EveryOne contro la mortalità infantile. Chi visitava il villaggio riceveva un badge con il nome di un operatore o operatrice Save the Children e, attraverso un gioco interattivo, poteva fare l’esperienza di dover raggiungere nel minor tempo possibile un villaggio per portare aiuto ad una mamma e a un neonato pedalando su una bici-ambulanza collegata a un monitor. Durante il percorso incontrava vari nemici come la lunga distanza, la pioggia, il freddo, la strada poco asfaltata e altri ancora. Proprio tali avversità aiutavano a far comprendere cosa volesse dire fare l’operatore sanitario in zone povere e remote.

  1. gli amici del protagonista: lo aiutano nel raggiungere la meta. Prendiamo ad esempio una delle storie della Campagna #nonmiarrendo di Telethon: Emanuele è un bambino affetto da una grave patologia che colpisce progressivamente il metabolismo. Sua mamma Cristina, con il papà e i fratellini, decidono di non arrendersi alla malattia e con pazienza costruiscono la loro vita familiare intorno ai bisogni del bambino che è tracheotomizzato per respirare meglio e si nutre tramite un sondino. Ecco che al loro fianco si schierano degli amici: i ricercatori di Telethon che si impegnano ogni giorno per migliorare la salute e la qualità della vita di tanti bambini malati come Emanuele.
  2. come in ogni epica non può mancare un’ingiustizia che il nostro eroe dovrà combattere con tutte le sue forze. Qui non servono esempi considerando che in fondo tutte le Onlus nascono per contrastare una ingiustizia sociale.

In conclusione, una Onlus che, tramite la tecnica dello storytelling,  sia in grado di coinvolgere i propri utenti  facendo echeggiare emozioni e aprire le menti a prospettive differenti, riesce a far sentire possibile un futuro migliore.

PHI Foundation è un’associazione che si occupa di sostenere ed aiutare tutti gli operatori che si muovono nell’ambito del Terzo Settore, attraverso l’informazione e la promozione di raccolte fondi.

 

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Social Fundraising Online: Vuoi migliorare la tua? Vuoi migliorare la tua raccolta fondi online? Ecco 3 utili consigli da tenere a mente.

Social Fundraising online e offline

Social Fundraising Oniline:

Vuoi migliorare la tua raccolta fondi online?

Ecco 3 utili consigli da tenere a mente.

 

Social Fundraising Online:

Social Fundraising Online: Nell’era digitale le organizzazioni non profit devono prestare sempre più attenzione  alla comunicazione. Lasciate a casa le grandi idee, per realizzare una raccolta fondi online di successo puntate tutto sulla semplicità.

Come direbbe il cantautore folk Pete Seeger:
“Qualsiasi sciocco può fare qualcosa di complesso; ci vuole un genio per fare qualcosa di semplice.”

Agevolare chi desidera compiere donazioni online dev’essere l’obbiettivo primario di qualsiasi campagna di Social Fundraising Online.

 

Social Fundraising Online:

Quindi, come organizzare una raccolta fondi online efficace? Ecco qualche utile consiglio.

#Rassicurare

Rassicurare chi intende donare è importantissimo. É essenziale in una raccolta fondi online generare fiducia. Rendere trasparente la transazione è fondamentale. Crea una landing page in grado di rassicurare. Il linguaggio dovrà essere chiaro e confortevole.

Per esempio, inserire vicino al pulsante “Procedi con la donazione” parole o immagini che infondano sicurezza può rivelarsi estremamente utile.

#Mostra

In un progetto di raccolta fondi online è fondamentale far capire in poche parole di cosa si occupa la onlus e lo specifico progetto.

Attirare l’attenzione attraverso l’utilizzo di immagini è molto importante. Se riusciamo in quei pochi secondi a catturare l’interesse dell’utente con un’immagine e un testo semplice, abbiamo buone possibilità che il donatore continui a leggere e resti il tempo necessario per decidersi sul fare o meno una donazione.

#Dove finiscono i soldi?

Alzi la mano chi almeno una volta non ha pensato a questa frase: “ma quei soldi arriveranno mai a destinazione?”

É importante in una campagna di social fundraising mostrare dove andranno gli aiuti e come saranno spesi. Rassicurare il donatore è fondamentale. Chi è intenzionato a procedere con una donazione online deve sapere esattamente come sarà impiegato il suo aiuto. Il donatore è il protagonista!

 

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Sociale: Raccolta fondi per il sociale attraverso i social network

Sociale: Raccolta fondi attraverso i social network

Sociale: Raccolta fondi per il sociale attraverso i social network

 

Il mondo del sociale è un settore fondamentale per il nostro Paese, soprattutto considerando la crisi economica in cui versa negli ultimi anni. Fondamentale soprattutto per dare risposte ai problemi del tessuto sociale che non possono essere affrontati in maniera celere dagli Istituti preposti. Manca però, in tutto ciò, un piano strategico ed un protocollo di azioni combinate che possano dettare le linee guida della raccolta fondi. Tale attività ad oggi è disciplinata soltanto per gli aspetti fiscali; manca totalmente un’azione condivisa dalle molteplici associazioni non profit nel muoversi e gestire la raccolta fondi. Operazione fondamentale per una efficace attività di fundraising.

Fundraising attraverso i social network

Fundraising attraverso i social network

L’importanza delle ONP

Come anticipato, il settore del non profit riveste un ruolo fondamentale per la nostra realtà italiana; molto spesso è una delle attività produttive principali, come lo è ad esempio per le attività artistiche, sportive o di intrattenimento dove le realtà non profit superano le imprese tradizionali, impiegando un numero di circa quasi 700 mila lavoratori retribuiti. Questo aspetto dovrebbe suscitare in ognuno di noi delle domande in merito al nostro futuro, prendendo in considerazione la possibilità e la fattibilità di investire maggiormente in attività legate al non profit. Tale pensiero oggi sopraggiunge grazie anche alla considerazione della Responsabilità Sociale d’impresa; pensiero secondo il quale l’aspetto meramente economico di una attività imprenditoriale non deve tralasciare un aspetto più sociale, nell’interesse del benessere comune dei dipendenti dell’azienda, ma soprattutto della società intera. Come non portare il pensiero ad Adriano Olivetti, che fece del benessere dei propri dipendenti il motore produttivo della sua azienda. Da lui tutti noi dovremmo apprendere e riproporre in un’ottica di innovazione sociale le sue lungimiranti azioni.

Una rete per il sociale

Mancando un piano di azione condiviso, è opportuno fare in modo che il mondo del sociale possa aggregarsi, unirsi in una rete in  cui mezzi e strumenti siano condivisi per aiutare le diverse associazioni nella campagna di promozione online della loro attività. Il tutto con il fine ultimo di incentivare e agevolare la raccolta fondi. Penso soprattutto a quelle piccole ONP, costituite da personale per lo più volontario, molto spesso in pensione, che non sono in grado di gestire, in termini di risorse, azioni concentrate sulla raccolta fondi. Una rete di supporto, con strumenti dedicati e a basso costo o meglio ancora gratuiti, potrebbe colmare questa mancanza e sollevare le sorti di una piccola realtà che per la comunità di appartenenza risulta fondamentale.

Una rete per il sociale

Una rete per il sociale

I social network per il sociale

Laddove pecca il sociale, arriva il web con i suoi social network. L’uso delle piattaforme social e dei social network possono migliorare l’efficacia dell’operato del terzo settore nelle diverse loro attività, dal fundraising al dialogo con le istituzioni e la società civile. Il web offre alle ONP una vasta gamma di strumenti per promuovere la propria attività e per fare raccolta fondi in maniera immediata e soprattutto innovativa. Lo stesso Google ha realizzato una sezione dedicata al non profit, Google for non profit appunto, che offre vantaggi e strumenti precisi alle ONP beneficiarie. Si tenga presente che ben il 76% delle persone che intendono fare una donazione ad una associazione non profit, cerca online informazioni: sia tramite i motori di ricerca ma anche attraverso i social network, dove i video sono gli strumenti che maggiormente attirano l’attenzione dei potenziali donatori, stimolando l’engagement. Si stima che il 57% degli utenti, effettui una donazione dopo aver visto un video in cui si racconta l’ONP.

Anche Linkedin, così come Google, offre un servizio apposito per le Onlus:

  • accesso gratuito all’account “Talent Finder”, per un valore di circa mille dollari l’anno;
  • accesso al gruppo dedicato “Non profit Board Connect”;
  • accesso esclusivo alle guide tutorial di Linkedin.

Twitter offre una serie di informazioni e strumenti dedicati alle ONP per coadiuvarle nel diffondere il loro messaggio ottenendo al contempo il maggior numero di followers ed una maggiore interazione con il pubblico degli stakeholders. Lo stesso Facebook ha inserito il tasto “DONA ORA” per le associazioni non profit, per unire il fundraising alla comunicazione digitale nell’ottica di un social marketing innovativo.

Concludendo…

Il punto fondamentale da tenere presente in una campagna di raccolta fondi online è il target verso il quale ci si indirizza. È cosa nota, ormai, che tutti noi viviamo con lo smartphone sempre a portata di mano. Innovare in questo senso il fundraising è un passo necessario da compiere, anche per le piccole realtà locali che rispondono ai bisogni della comunità. Semplificare le modalità di donazione, rendendole fruibili in ogni modo e in ogni dove, è il primo passo verso un protocollo di azione condiviso tra le molteplici ONP. Dall’altra parte, offrire alle ONP un elenco costantemente aggiornato del panorama web e delle diverse possibilità offerte in merito al social marketing e al fundraising, potrebbe essere un ulteriore passo verso un’azione condivisa non solo dalle ONP, ma dagli stessi donors che decidono di sostenere le singole attività del mondo non profit.

 

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Cagliari: Nasce una Nuova Comunità di Recupero

Cagliari: Nasce una Nuova Comunità di Recupero

Cagliari: Nasce una Nuova Comunità di Recupero

 

1 Cagliari: La Locanda dei buoni e cattivi:

Cagliari: Cari lettori oggi vi scriviamo dell’esempio che arriva da Cagliari dove grazie a una cooperativa un gruppo di ragazzi «ai margini» ha conquistato l’indipendenza ottenendo dei finanziamenti dalla Fondazione Prosolidar attraverso un bando senza scadenza per progetti di sviluppo.

Senza ripensamenti: l’hanno chiamata la «Locanda dei buoni e cattivi». Ci sono i ragazzi appena maggiorenni provenienti dalle comunità in cui erano stati inseriti a causa di situazioni familiari difficili. Ma ci sono anche le ragazze madri vittime di violenza con bambini piccoli, a loro volta uscite da comunità di cura. Ci sono quelli con qualche disabilità, volenterosi e molto impegnati. E ci sono altri ancora. Li accomuna l’aver deciso di tirarsi su, di non piangersi addosso per i problemi vissuti, di rimboccarsi le maniche e mettersi al lavoro. Così è nata a Cagliari la Locanda dei buoni e dei cattivi.

2 La Fondazione Prosolidar:

La Locanda dei buoni e dei cattivi è gestita dalla cooperativa sociale omonima sorta nell’ambito di un percorso di sostegno ed incubazione della Fondazione Domus De Luna. Le giornate alla Locanda dei buoni e dei cattivi non hanno un attimo di pausa: si comincia la mattina preparando letti e colazione per gli ospiti delle 5 camere, poi subito in cucina, dove entra solo merce fresca e a km zero, quindi a poca distanza da Cagliari, spesso proveniente dalle terre confiscate alle mafie e l’olio della comunità in collina. Ogni giorno si impastano pane e pasta, anche per le persone con intolleranze o esigenze speciali.

Ecco alcune testimonianze: «Mettiamo gli stessi valori di solidarietà e rispetto in tutto quello che facciamo – dice il responsabile della Locanda dei buoni e dei cattivi– e cerchiamo fornitori e prodotti che si rispecchino in questi valori». Poi c’è il flusso di arrivi e partenze nei tre appartamenti indipendenti nel centro di Cagliari, c’è da gestire il noleggio bici e gli impegni aumenteranno certamente nei prossimi mesi visto che la locanda si allargherà con tre nuove camere aperte grazie al contributo della Fondazione Prosolidar, che l’ha finanziata con 80 mila euro a fondo perduto.

La Fondazione Prosolidar è una onlus nata dal Fondo Nazionale del settore del credito, vi sono rappresentate tutte le organizzazioni sindacali del settore del credito, l’Abi e le imprese aderenti. Prosolidar accantona ogni anno dalle proprie disponibilità un fondo da destinare a progetti di emergenza, in Italia e nel Mondo: è subito operativa quando c’è da allestire un asilo spazzato via dall’alluvione o costruire strutture di ritrovo scomparse con il terremoto. Con la parte rimanente sostiene progetti di sviluppo sociale in tutta Italia e anche all’estero.

Ai suoi fondi possono accedere grandi e piccoli soggetti del Terzo settore, perché realizza una strategia inclusiva di sostegno a progetti diversi con una quota di contributo proporzionata ai costi complessivi. Il bando non ha scadenza, ma di solito una prima tranche di valutazione dei progetti avviene nel mese di aprile. È dunque questo il momento giusto per riflettere sulla propria proposta, verificando i requisiti richiesti e la documentazione da presentare sul sito www.fondazioneprosolidar.org. Sono privilegiate attività che possano avviare processi di sviluppo economico, gli investimenti a carattere produttivo, che aiutino le comunità a raggiungere l’autosufficienza economica e la serenità alimentare.

Termini che ci riportano ancora alla Locanda dei Buoni e Cattivi, dove non si impara solo un mestiere ma anche la cura di sé stessi, con un impegno concreto ogni giorno. Da persone ai margini della società questi ragazzi sono diventati cittadini attivi, da ragazze in cerca di aiuto sono diventate imprenditrici che lavorano bene generando reddito e processi sociali positivi. Positivi nella gestione e nell’inclusione, ma anche nella qualità: sono stati premiati dal Gambero Rosso fra i migliori ristoranti d’Italia e hanno anche ricevuto la menzione di «Buona Cucina» del Touring Club Italiano.

 

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Redazione

PHI Foundation

ANZIANI: VOLONTARIATO PUÒ CAMBIARE DELLE VITE

Anziani: Volontariato può Cambiare Vite

ANZIANI: VOLONTARIATO PUÒ CAMBIARE DELLE VITE

 

Anziani: Due bellissime lettere, due richieste di aiuto che non sono passate inosservate, che fanno riflettere e fanno capire. Queste sono le parole che hanno fatto nascere il programma “BorgoViVo”, realizzato grazie al volontariato di molte persone.

Sono le parole di Anna, che non vuole più vivere da sola ed entra in un istituto, ma si sente un numero senza identità e ha paura di dimenticarsi anche il proprio nome. Anna ha ancora molto da dare, può essere una buona ascoltatrice, può dare buoni consigli, può essere un’amica a cui regalare un’ora del proprio tempo e in cambio ricevere un affetto e un amore sincero.

Maria invece sa che non potrà continuare a farcela da sola, uscire a fare la spesa a volte è difficoltoso, le incombenze di casa sono ormai troppo pesanti e l’aiuto di una colf non se lo può permettere.  Ma l’istituto proprio no. Le sue foto, i suoi mobili… poter mangiare quando vuole e quello che vuole, poter vedere la tv anche di notte, quando soffre di insonnia. Vorrebbe mantenere la propria libertà ma così non può che attendere l’aiuto di qualcuno che si ricordi di lei. Queste ed altre accorate testimonianze hanno portato PHI Foundation a far decollare il progetto di solidarietà per anziani e giovani famiglie BorgoViVo.

Sulla scia dell’esperienza PHI Foundation, insieme ad altri volontari, decidono di creare anche un modello di struttura d’accoglienza alternativo alla casa di riposo. Per realizzare il progetto, iniziano a concepire il programma BorgoViVo dove degli anziani possano convivere e condividere la spesa di badanti e colf.

I lavori di progettazione programma ha inizio, l’obiettivo è creare un vero e proprio villaggio con abitazioni diffuse e servizi dedicati, adatti alle esigenze e alla mobilità di un anziano. Per fortuna i volontari sono tanti e così grazie al Volontariato si portano avanti i lavori e la ricerca degli anziani disponibili a fare questa esperienza.

La prima è Luigia, una signora forte e dinamica, ultra ottantenne che accetta la sfida e per prima entra a far parte del team. Racconta le sue iniziali titubanze nel dover scegliere di vivere in un “villaggio per anziani diffuso” con persone estranee, ciascuna con le proprie abitudini, ma ben presto si ricrede. La famiglia si allarga, ed è bello condividere, partecipare e donare il proprio tempo agli altri. Le badanti seguiranno quotidianamente gli anziani dandosi il turno, lasciando piena libertà a familiari e amici e soprattutto i volontari, persone speciali che offrono il loro tempo e la loro amicizia.

Se anche voi volete donare un po’ del vostro tempo a questi anziani e trascorrere un’ora della vostra giornata con loro, siamo sicuri che ne rimarrete affascinati. Per informazioni potete contattare la costituenda OVER Foundation.

E ora non mi resta che aggiungere Viva gli Anziani, Viva il volontariato.

 

Redazione

PHI Foundation

Vecchi ma saggi: Ha più di 80 anni e si è presentata di buon mattino aspettando fuori dalla scuola in cui i volontari si erano sistemati

Vecchi ma saggi: la vecchietta di Cotabambas

Vecchi ma saggi: la vecchietta di Cotabambas

 

Vecchi ma saggi: Valentina, ragazza italiana e medico specializzando in anestesia, sta vivendo un periodo di volontariato in Perù. Un giorno incontra una simpatica vecchietta magra e dal viso rugoso da sembrare una befanina peruviana, con la sua larga gonna scura, le maglie pesanti e, a coprire quel volto piccolino incorniciato da due lunghe trecce bianche un cappello da campesina.

Vecchi ma saggi: Ha più di 80 anni e si è presentata di buon mattino aspettando fuori dalla scuola in cui i volontari si erano sistemati per fare le visite mediche. Valentina ancora frastornata dalla levataccia mattutina, e dalle realtà così intrise di umanità e di fascino, la vide entrare nella stanza accompagnata dall’infermiera interprete.

Vecchi ma saggi: La signora inizia a piangere e spiega in “quechua” (lingua antica sudamericana) di avere un problema da tanto tempo: mostrò una tumefazione sotto l’ascella molto voluminosa e Valentina inizia a visitarla, ma comprende molto presto che purtroppo non c’è granchè da fare, se non mandarla a Cusco per accertamenti diagnostici ed eventuali cure. Potrebbe sembrare così semplice per noi, ma la vecchietta non si spostava dal paese, era sola e non voleva lasciare i suoi animali e il suo campo incustoditi. Si salutarono con rammarico e con un velo di tristezza.

Vecchi ma saggi: Il giorno seguente, di buon mattino, tornò la vecchietta di Cotabambas, arzilla e sorridente, per consegnare a Valentina il suo dono di ringraziamento: Delle patate, che aveva raccolto proprio quel mattino. Valentina si commuove nel vedere il grande cuore di quella donna la ringrazia, si abbracciano e immortalarono il momento di gioia in una foto. Il problema di salute non era stato risolto, ma il modo di ringraziare della vecchietta fu davvero generoso!

La vita sta in questi piccoli gesti, nella gratitudine sincera, in un abbraccio, nella capacità di leggere negli incontri delle persone speciali, perché normali, ma proprio per questo uniche. Anche se non è stata trovata una soluzione al problema di quella donna, lei ha percepito che è stata accolta e voluta bene e con l’affetto ha ricambiato, donando quello che aveva: patate e un grande cuore.

Vecchi Ma Saggi:

è una Associazione nata nel 1992, riconosciuta Onlus nel 1998 e ONG (Organizzazione non Governativa) nel 2003. L’Associazione è nata con lo scopo di affiancare i missionari agostiniani italiani che, dal 1968, operano nella regione andina del Perù da cui ha preso il nome, l’Apurimac. Il suo lavoro è iniziato sulle Ande, a 4.000 metri di altezza, estendendosi poi alle città di Cusco e Lima. La regione dell’Apurimac è ancora oggi caratterizzata da un estremo isolamento geografico ed economico. La popolazione locale vive solo grazie ad un’economia di sussistenza, Tali disagi, insieme ad un alto tasso di analfabetismo e a precarie condizioni igienico-sanitarie, sono le principali piaghe che si è impegnata a “curare”. Dal 2003, con il riconoscimento di ONG da parte del Ministero degli Affari Esteri, è giunta fino in Africa. Dalla sua nascita realizza progetti di cooperazione, iniziative di tutela dei diritti umani, percorsi di educazione alla pace e promozione del volontariato.

 

PHI Foundation Comunità Innovazione Sociale

 

 

 

Redazione

PHI Foundation

 

anziani sono pilastro della società per la loro esperienza, per la loro saggezza

ANZIANI: OGGI SEMPRE PIÙ SOLI

GLI ANZIANI E LA SOCIETÀ MODERNA

Gli anziani sono un pilastro della società per la loro esperienza, per la loro saggezza, per i loro racconti, per i loro insegnamenti che hanno lasciato alle generazioni più giovani.

Rappresentano una fonte di ricchezza sotto molti aspetti, io personalmente ho un bellissimo ricordo dei miei nonni di quanto mi hanno insegnato, di tutte le attività che facevo insieme a loro e di quanto hanno impresso nella mia memoria, considerando il divario generazionale di quasi un secolo rispetto ai miei nonni e di quasi due rispetto ai miei bisnonni.

Nella società attuale, grazie ai progressi della medicina, della tecnologia e dell’assistenza sociale, la vita media delle persone si è allungata, infatti sentiamo spesso di compleanni centenari, di arzilli anziani ultracentenari e questo ci dà molte soddisfazioni e speranze future per noi giovani.

Molto spesso, nella  società di oggi sentiamo spesso, purtroppo, dalla televisione storie tristi che riguardano gli anziani, storie che riguardano persone sempre più spesso costrette a vivere da sole, abbandonate dai propri parenti o altre volte derubate, truffate, picchiate, o addirittura uccise; questo non è giusto ne rispettoso verso queste persone che non hanno la forza di reagire a queste situazioni e non hanno la possibilità di difendersi da aggressioni esterne.

Frequentemente anziani non autosufficienti che non hanno la possibilità di vivere da soli, si rivolgono a badanti di nazionalità straniera per assisterli e sostenerli, scoprendo molte volte, che in realtà si approfittano di loro e compiono inaudite violenze ai loro danni.

Ecco in queste circostanze disagiate e problematiche nei confronti degli anziani che intervengono varie associazioni di volontariato per fronteggiare queste situazioni.

 

TUTELA DEGLI ANZIANI

OVER Foundation una costituente organizzazione come Ente Nazionale avente finalità assistenziali verso gli anziani, i poveri, persone in difficoltà e le donne che hanno subito maltrattamenti e violenze.

Sarà presente in molte regioni d’Italia, L’organizzazione oltre alle numerose attività  di volontariato civico, di turismo sociale e di solidarietà internazionale offrirà una serie di servizi gratuiti per gli anziani che richiedono un sostegno, attraverso un numero verde, attivo tutti i giorni dalle 8:00 alle 20:00.

La costituenda OVER Foundation nascerà per offrire sostegno, assistenza e solidarietà agli anziani per non trascurarli ed offrire loro sostegno, speranza e serenità.

Purtroppo nella società odierna si fa tutto molto di fretta, tralasciando molto spesso la cura e le attenzioni verso queste persone che, invece, hanno molto bisogno di aiuto e di protezione.

 

Redazione

PHI Foundation

L’ AIDS: UNA MALATTIA COEVA

LA MALATTIA

L’ AIDS è un acronimo che significa sindrome da immunodeficienza acquisita ed è la conseguenza del contagio del virus HIV ossia il virus dell’immunodeficienza umana che può causare gravi malattie e condurre alla morte.

In caso di contagio è opportuno effettuare i dovuti controlli medici al fine di iniziare la terapia perchè l ‘infezione è curabile ma inguaribile.

L’infezione da HIV attraversa tre fasi: nella prima fase (detta anche primoinfezione) durante le prime settimane dal contagio il virus si replica molto rapidamente e può essere più facilmente trasmissibile.

I sintomi della primoinfezione (o prima infezione che segue al contagio del virus) sono: febbre, mal di testa, stanchezza ed eruzioni cutanee che scompaiono dopo una settimana in quanto il corpo reagisce con anticorpi all’attacco del virus.

Tuttavia il virus continua a proliferare danneggiando il sistema immunitario e la persona affetta può vivere per molti anni senza accorgersene (infezione asintomatica).

La costante proliferazione del virus indebolisce il sistema immunitario che non è più in grado di difendere l’organismo dalle malattie, seconda fase della malattia che si manifesta con gonfiori persistenti dei linfonodi (fase patologica o asintomatica).

Nella terza ed ultima fase (AIDS conclamato) il sistema immunitario è talmente danneggiato da non riuscire più a respingere ed evitare malattie letali come tumori e meningiti.

È una malattia connessa al progressivo deterioramento del sistema immunitario da parte di questo virus che va ad indebolire il sistema immunitario stesso, rendendolo vulnerabile agli attacchi di agenti patogeni esterni.

A tutt’oggi non c’è un vaccino capace di debellare il virus ma viene utilizzata la terapia HAART (una terapia antiretrovirale ad elevata attività) in grado di prolungare e migliorare la vita del malato.

In Italia la popolazione sieropositiva ha raggiunto le 130.000 persone ed ogni anno si registrano 3.500 nuovi casi di contagio, in Svizzera vivono 20.000 persone contagiate da questo virus, in Africa, invece, a causa delle pessime condizioni igienico-sanitarie il 60% della popolazione ha contratto il virus mentre in tutto il mondo le persone affette dall’ AIDS sono quasi 37.000.000.

LE ONLUS

In Italia nelle due più grandi città sono presenti due importanti Onlus nella cura dell’ AIDS, infatti è stata fondata l’ Anlaids  nel 1985 a Roma da un gruppo di ricercatori, medici e giornalisti, ed è stata la prima associazione italiana per fermare la diffusione del virus HIV, ad assumere lo statuto di Onlus nel 1998.

L’associazione ha lo scopo di sostenere i giovani ricercatori nella ricerca clinica nel campo dell’HIV e di offrire un’assistenza socio-sanitaria alle persone sieropositive ed alle loro famiglie e di combattere ogni forma di discriminazione sociale.

Mentre più recentemente, nel 2004 è nata a Milano NPSItalia (acronimo di Network persone sieropositive), una Onlus  attiva nel campo della prevenzione, della tutela , della sensibilizzazione in materia di HIV.

L’ impegno dei volontari è determinante nella cura di questa patologia, purtroppo molto diffusa.

Chi volesse diventare socio, sostenendo l’associazione può farlo consultando la pagina internet www.npsitalia.net.

 

 

Filippelli Giuseppina

PHI Foundation

WWF: DIFENDIAMO LA NATURA

IL PIANETA: LUOGO DA PROTEGGERE

Il WWF ci insegna che la natura è un tempio dove l’uomo, le specie vegetali e le specie animali convivono.

Nel Pianeta Terra assistiamo giorno dopo giorno, a fenomeni negativi per quanto concerne l’equilibrio ecologico di questo habitat: cambiamenti climatici, eccessive emissioni di C02, sviluppo di agricolture industriali, animali in via d’estinzione, deforestazione, ecc.

Tutti questi fenomeni non fanno altro che minacciare e devastare gli equilibri ambientali del Pianeta adducendo conseguenze negative sulla biodiversità degli ecosistemi.

Molte specie animali hanno perso i loro habitat vitali e riproduttivi, registrando così una conseguente riduzione del numero di esemplari viventi, inoltre spesso vittime anche di bracconaggio e caccia smisurata dell’uomo.

Proprio per tutelare e salvaguardare le specie più in pericolo di estinzione è nato il WWF , un movimento ambientalista a difesa della flora e della fauna del Pianeta.

IL WWF IN ITALIA

Il WWF (acronimo di World Wide Fund for Nature) fu fondato in Svizzera nel 1961, subito diffuso in tutto il mondo, ed è la più grande organizzazione mondiale per la difesa e conservazione della natura.

Fu scelto dai fondatori come logo dell’associazione un panda gigante disegnato da Peter Scott, cofondatore insieme a Julian Huxley, ai prìncipi Bernhard van Lippe-Biesterfeld e Filippo di Edimburgo ed altri.

Il movimento ecologico ed ambientalista sorse in Italia nel 1966 con lo status di Onlus (Organizzazione non lucrativa di utilità sociale) e di Ong (Organizzazione non governativa). Ogni anno il WWF sostiene 1.300 progetti per la salvaguardia delle biodiversità.

Il WWF opera a difesa dell’ambiente da più di 50 anni, individuando 238 ecoregioni con inestimabili tesori di biodiversità mondiale da tutelare e da consegnare alle generazioni future.

In Italia gestisce più di 100 oasi naturali in quasi tutte le regioni (ossia aree protette) visitate da 500.000 persone ogni anno.

Sostiene, inoltre, il progetto oneplanetfood volto ad indirizzare i consumatori verso un’ alimentazione sostenibile spingendoli a consumare cibi locali, risorse ittiche facilmente riproduttive, ortaggi a kilometro zero non provenienti dall’agricoltura industriale; a ridurre gli sprechi alimentari, ad utilizzare stoviglie biodegradabili e riciclabili e qualche ricetta green visitabile sul loro sito.

Sostenitori, pertanto, dei princìpi di ecocompatibilità, divulgano 14 ecoconsigli per «vivere green» ed abbassare: i consumi di acqua, degli elettrodomestici e delle automobili. Queste ed altre utilissime informazioni sono consultabili sul sito  www.wwf.it.

IL WWF E IL PROGETTO SCUOLA

Il WWF, attraverso il progetto scuola diffonde i princìpi della sostenibilità per formare ed educare le giovani generazioni al rispetto dell’ambiente; collabora con moltissime aziende per sensibilizzarle la salvaguardia del Pianeta ed Il miglioramento delle politiche ambientali delle aziende stesse.

Chi volesse sostenere l’associazione può diventare socio e/o volontario consultando il sito.

In ogni caso, per aiutare e difendere l’ambiente è sufficiente che tutti noi, quotidianamente facciamo dei piccoli ma significativi gesti, perché se tutti noi ci impegnassimo davvero in questa direzione, otterremmo dei risultati incredibili, senza dover sempre aspettare che le soluzioni arrivino dall’alto…

 

Filippelli Giuseppina

PHI Foundation

LA DEDIZIONE DI LEGAMBIENTE CONTRO IL DEGRADO AMBIENTALE

  L’ATTIVITA’ DI LEGAMBIENTE

Legambiente è una Onlus, fondata nel 1980 in Italia con lo scopo di difendere l’ambiente, diffondendosi capillarmente in tutte le regioni.

Attualmente conta 115.000 soci, 3.000 giovani che partecipano ai campi di volontariato ed ha 60 aree naturali che gestisce direttamente. Le attività dell’associazione sono il frutto dell’impegno dei volontari nella difesa dell’ambiente, come l’abbattimento degli sprechi, il riciclo, la mobilità sostenibile, le battaglie contro il nucleare, lo smog e l’agricoltura industriale.

Legambiente organizza campagne e giornate di mobilitazione prendendo a cuore molte problematiche quali la pulizia delle spiagge, dei fondali marini, dei parchi, dei giardini, delle strade dai rifiuti, la diffusione di buone pratiche per vivere in modo sostenibile, lo sviluppo e la diffusione delle energie rinnovabili nel Paese.

L’organizzazione organizza campi di volontariato in Italia ed all’estero, chiunque volesse partecipare alle attività svolte da Legambiente può consultare il sito web (basta aver compiuto il 14° anno di età).

Legambiente istituisce delle giornate di formazione ed istruzione nelle scuole, organizza dei festival dove trascorrere una giornata con musica dal vivo, mangiare cibi biologici e curiosare tra i mercatini solidali. Inoltre pubblica libri e riviste per dare informazioni su: inquinamento, cambiamenti climatici, ogm (organismi geneticamente modificati) e salute.

Inoltre Legambiente ha lanciato una campagna di fundraising per proteggere le tartarughe marine dall’inquinamento delle acque marittime, dalla pesca eccessiva ed illegale e per tutelarle durante la loro nidificazione. Chiunque volesse può contribuire adottando una piccola tartarughina, semplicemente collegandosi al sito internet  www.legambienteanimalhelp.it/tartalove.

Fatelo, con un piccolissimo gesto potete aiutare queste tenere creature

DUE ORGANISMI DI LEGAMBIENTE

Legambiente può contare su un Centro di azione giuridica composto da 200 avvocati che seguono le vicende giudiziarie in ambito ambientale sia a livello nazionale che regionale e su un Comitato scientifico, formato da 300 scienziati con lo scopo di potenziare la ricerca scientifica nell’ambito dell’ecologismo e dar forza ad un ambientalismo scientifico, che trova le sue radici nell’Ottocento con la teoria darwiniana dell’evoluzione.

Ai nostri giorni l’inquinamento è eccessivo, è apprezzabile che almeno poche associazioni di volontariato si offrano ed abbiano la forza di fronteggiare le variegate, molteplici e dannose forme d’inquinamento antropico.

 

 

Filippelli Giuseppina

PHI Foundation

LA CROCE BIANCA MILANO

CROCE BIANCA MILANO: ORGANIZZAZIONE

La Croce Bianca Milano è una Onlus fondata a Milano nel 1907 per dare assistenza sanitaria ai malati, nonchè un’Associazione Volontaria di Pronto Soccorso ed Assistenza Pubblica, presente in 9 province del territorio lombardo con 37 sedi operative distribuite nella regione.

La Croce Bianca Milano può contare su 6 mila soci, 230 dipendenti, un autoparco con 230 mezzi e circa 200mila servizi svolti ogni anno.

Il motto della Croce Bianca Milano è: « Ama il prossimo tuo come te stesso» come se i soci fossero i componenti di una grande famiglia.

I volontari seguono corsi di formazione specifici e periodici finalizzati ad aumentare le loro capacità e per coloro che si sono distinti  in costanza, disciplina e merito durante i servizi svolti, vengono assegnati premi (encomi e medaglie).

ATTIVITÀ SVOLTE

Le attività svolte dalla Croce Bianca Milano sono dedite principalmente ai trasporti sanitari e sociali (118, trasporto disabili, anziani, pazienti nefropatici, trasferimenti programmati ed a lunga percorrenza, telesoccorso).

Inoltre volontari ed istruttori qualificati organizzano: corsi di Primo Soccorso nelle scuole, nelle aziende e corsi di B.S.L.D. (Basic Life Support Defibrillation) per il personale non sanitario.

La sezione di Rivolta d’Adda dispone di un Nucleo Cinofilo di soccorso per intervenire in situazioni d’emergenza e nella ricerca di persone disperse.

I volontari offrono il loro intervento ad eventi sportivi e manifestazioni culturali per garantire la sicurezza ai partecipanti.

Per diventare volontario bisogna aver compiuto 16 anni (gruppo giovani) fino ad un massimo di 70 anni, non avere condanne penali e civili, non fare parte di altre associazioni che svolgono attività di pronto soccorso e pubblica assistenza.

Si segue un corso formativo alla fine del quale si sostiene un esame (www.crocebianca.org/diventavolontario).

Oggigiorno il volontariato è un’ attività svolta da molte persone senza scopi lucrativi, che desiderano aiutare individui in condizioni di difficoltà.

Dai primi decenni del Novecento nascono sempre più associazioni ed organizzazioni a livello mondiale, nazionale e regionale, che consentono di offrire un’assistenza  socio-economica e sanitaria agli indigenti.

I BILANCI DELL’ ASSOCIAZIONE

Dal 2009 l’Associazione stila ogni anno un consuntivo sull’ attività sociale, economica e finanziaria per presentare la struttura e l’organizzazione  ai cittadini, alle istituzioni e per rendicontare le attività annuali che l’associazione ha svolto.

La Croce Bianca Milano può essere sostenuta da cittadini contribuenti, attraverso il 5×1000.

Partecipare attivamente alla vita sociale della propria comunità resta il modo più efficace per contribuire al miglioramento delle condizioni di vita di tutti.

 

Giuseppina Filippelli

PHI Foundation

Accordo Ferrovie dello Stato – Banca Etica: un progetto per la riqualificazione delle stazioni ferroviarie

Le vecchie strutture delle stazioni ferroviarie saranno donate gratuitamente alle associazioni no-profit e alle Onlus italiane.
È questo l’accordo siglato tra il gruppo Ferrovie dello Stato e Banca Etica.

Da stazioni abbandonate a centri sociali

Sono, infatti, migliaia le stazioni ferroviarie prive di personale e che giacciono nell’abbandono, tale accordo porterà ad una rinascita delle stesse in chiave sociale.

Difatti le stazioni diventeranno centri gestiti da associazioni no-profit e Onlus già attive sul territorio nazionale. Banca Etica si occuperà dei finanziamenti che serviranno per gestire la riqualificazione delle strutture. Queste stazioni sono infatti dimesse e non rappresentano più i luoghi dove iniziano e finiscono i viaggi, è chiaro quindi che il gruppo Fs abbia avvertito il bisogno di un cambiamento.
Sono circa 450 le prime stazioni che saranno interessate da quest’opera di riqualificazione e a breve il progetto si estenderà a tutte le altre.
Non è la prima volta che Ferrovie dello Stato si mostra così attento alle tematiche sociali. Già da qualche anno alcune aree delle principali stazioni italiane, non più funzionali alle attività ferroviarie, sono state riqualificate e riadattate ad altre funzioni. Adesso, invece, il piano di riqualificazione coinvolgerà piccole e grandi stazioni ferroviarie e i centri urbani di cui fanno parte.

Tutto ciò servirà a rendere queste strutture dei poli di aggregazione e attrazione sociale, arricchire il territorio di servizi e mantenere le strutture in ottime condizioni.

Il progetto di riqualificazione delle stazioni

 Si tratta soprattutto di un’occasione per mettere in pratica quelle iniziative di rigenerazione territoriale tanto declamate negli anni, ma spesso mai portate a buon fine. Questa volta però vi si inserisce la sostenibilità sociale e ambientale del progetto e specialmente l’azione del mondo del Terzo settore. In quest’ottica Ferrovie dello Stato e Banca Etica si impegnano a promuovere, sostenere e valorizzare i progetti secondo i fini stabiliti.

Da un lato Ferrovie dello Stato dovrà coinvolgere la Banca nella selezione dei soggetti destinatari delle aree oggetto di riqualificazione e comunicare ai soggetti selezionati le linee guida per usufruire dei servizi di Banca Etica.

Dall’altro Banca Etica, che è nata per gestire risorse finanziarie di famiglie e organizzazioni per il bene della collettività, dovrà organizzare la raccolta fondi per sostenere i progetti di riqualificazione attraverso bandi dedicati sulla propria rete di crowdfunding, promuovere eventi culturali per presentare i progetti e offrire servizi creditizi e bancari integrati.

La sfida della riqualificazione degli immobili inutilizzati e dei beni comuni è una di quelle più difficili, ma tra le più gratificanti. Rendere una struttura desolata un luogo pieno di vita rappresenta davvero una grande vittoria.

 

Daniela Leone

PHI Foundation

Nuove forme di volontariato: 25 cm non uno di meno!

25 CM NON UN CM IN MENO

Le forme di volontariato possono essere le più variegate possibili. Per fare volontariato non serve fare enormi sacrifici, non sempre richiede avere tanto tempo a disposizione ma anche con semplici gesti e senza grande sforzo possiamo aiutare associazioni e fare volontariato senza “perdere” tempo e senza intaccare la nostra routine giornaliera.

Circa un mese fa un’amica mi racconta di aver incontrato una conoscente che aveva dei capelli molto belli e molto lunghi ed usciva dal parrucchiere con un nuovo taglio corto e alla moda. Complimentandosi per il nuovo look e spinta da una forte curiosità, si sa, succede, le domandò come mai dopo anni si fosse tagliata la sua famosa chioma.

La risposta fu sorprendente: “aveva dovuto tagliare la sua chioma di minimo 25 cm!” Che bizzaria!

In realtà la spiegazione c’era, questa ragazza era venuta a conoscenza di “Un Angelo per Capello”, una Onlus fondata nel 2014 che ha lo scopo di raccogliere i capelli della lunghezza minima di 25 cm per poi donare delle parrucche inorganiche alle pazienti oncologiche che sul territorio nazionale si trovano in difficoltà economica.

IL PROGETTO E L’ASSOCIAZIONE

Ma parliamo un po’ di “Un Angelo per Capello”. Questa Associazione Onlus nasce dalla volontà di gestire e dar seguito all’omonimo progetto del 2014 che per 3 giorni ha coinvolto tutti i parrucchieri di Santeramo in Colle (provincia di Bari), l’Amministrazione Comunale, Il Laboratorio Urbano Mediavision e tutti i cittadini di Santeramo con l’unico scopo di regalare una parrucca inorganica ai pazienti che ne avevano necessità, creando nuove forme di volontariato.

Partiti dalla Puglia i volontari e le donazioni ormai arrivano da tutta Italia. Molti parrucchieri si sono affiliati all’Associazione e organizzano all’interno dei loro saloni delle vere e proprie giornate per raccogliere i capelli e spedirli ad “Un Angelo per Capello”. In termini numerici la maggior parte delle donazioni provengono dalla Campania e dalla Calabria probabilmente perché sono aree nelle quali si verificano e riscontrano maggior casi di tumore, per via del famoso caso nazionale “Terra dei Fuochi”.

L’idea legata alla donazione dei propri capelli ( non oltre 25 cm ) si basa su un accordo stipulato con un’azienda specializzata nella produzione di parrucche e l’Associazione no Profit. In cambio dei capelli l’azienda produttrice dona all’associazione delle parrucche inorganiche. Lo scambio potrebbe sembrare impari, ma c’è un motivo, le parrucche vere, si, sono più costose ma anche più fragili ed onerose da gestire, mentre le parrucche inorganiche sono di più facile uso, sono comunque fatte bene e ben tollerate dalla cute.

L’IMPORTANZA DI NON VEDERSI DIVERSI

Per i malati oncologici che subiscono determinati trattamenti e perdono per questo motivo i capelli avere una parrucca non è solo un’esigenza estetica ma permette loro di affrontare l’arduo percorso verso la guarigione in modo proattivo e con una carica energetica maggiore.

La trasformazione del proprio corpo che i tumori infliggono alle persone malate è debilitante non solo a livello fisico ma anche in egual misura, se non di più, a livello psicologico. Ridurre maggiormente questo impatto e ridare i capelli a persone che li hanno persi a causa della lotta contro questa malattia, dona ai pazienti più sicurezza e volontà e li aiutano nell’affrontare le terapie a cui vengono sottoposti.

D’ora in poi non sprecate i vostri capelli ma partecipate a queste nuove forme di volontariato donate 25 cm o più di capelli. Se volete sostenere Un Angelo per Capello potete contattare l’Associazione a info@unangelopercapello.it e se volete potete andare a vedere il loro sito www.unangelopercapello.it e scoprire cosa fanno, come donare e quali parrucchieri in tutta Italia sono a loro affiliati.

 

Laura Giacometti

PHI Foundation

I regali solidali della Associazione Luisa Berardi Onlus

Una scelta consapevole può aiutare a migliorare la società in cui viviamo. Per i tuoi regali solidali di Natale, personali o aziendali, sfoglia il catalogo della Associazione Luisa Berardi Onlus, troverai tanti prodotti di ottima qualità e nello stesso tempo potrai contribuire ad aiutare i bambini, i ragazzi e le mamme in difficoltà dei quartieri ALER Molise-Calvairate di Milano.

La Associazione Luisa Berardi nasce da un’idea della sua fondatrice, assistente sociale prematuramente scomparsa, alla cui memoria è stata intitolata l’Associazione, per ricordare il suo impegno professionale e umano a favore dei giovani. Dal 1995 l’Associazione opera nel cuore del territorio, offrendo risposte concrete al rischio di marginalità ed esclusione dei più deboli, con interventi a sostegno dei percorsi scolastici e dell’integrazione.

Nella sua sede, situata nel cortile di una grande casa popolare, si organizzano attività gratuite di doposcuola per le medie e le superiori, corsi di italiano per ragazzi e donne straniere, laboratori espressivi, momenti di gioco mamma e bambini 0-5anni, incontri di formazione, consulenza e orientamento e tanto altro ancora, con l’obiettivo di contribuire ad offrire pari opportunità a chi vive in condizioni di disagio abitativo, economico e sociale.

I progetti della Associazione Luisa Berardi sono molteplici e coinvolgono sia professionisti che volontari qualificati. Per raccogliere i fondi necessari a realizzarli, si organizzano tutti gli anni dei mercatini di Natale, dove potete trovare un’ampia scelta di ottimi prodotti gastronomici come il Miele della Premiata Agricoltura Nomade e Alpina o il panettone artigianale di alta pasticceria, il miele di un’antica apicultura, prelibatezze di cioccolato….E non solo prodotti alimentari, anche piccoli gioielli esclusivi in argento 925/°°, addobbi natalizi e tante altre interessanti idee per dei regali solidali.

 In questo mese la Associazione Luisa Berardi sarà presente con i suoi mercatini di Natale, presso lArchivio Showroom in via Morosini 27A (21–23 novembre) e la Parrocchia S. Pio V in via Lattanzio 60 (25-26 novembre).

Per dicembre le location sono ancora in definizione e si cercano negozi, locali o aziende disposti ad ospitarli. Chi fosse disponibile a offrire il proprio spazio, può mettersi in contatto con l’associazione via email alb@luisaberardi.org o telefonicamente al 328 6241767.

Gli stessi recapiti sono disponibili anche per chi fosse interessato ad ordinare i prodotti illustrati sul catalogo, come le apprezzatissime confezioni gastronomiche, ideali sia per regali solidali aziendali che personali. Nel prezzo indicato sono compresi imballo e consegna.

Dal oltre vent’anni la Associazione Luisa Berardi Onlus è un punto di riferimento per le famiglie italiane e straniere dei quartieri ALER Molise-Calvairate. Tanto è stato fatto, tanto c’è da fare e i volontari sono sempre ben accetti.

In questo momento servono soprattutto volontari per il doposcuola medie e persone disponibili ad accompagnare i bambini nelle visite alla città. Per chi non si può muovere mai dal quartiere, anche un viaggio in tram può essere un’esperienza indimenticabile.

Ulteriori informazioni sulla Associazione Luisa Berardi Onlus, sulle sue attività e sui suoi regali solidali si possono trovare sul sito www.luisaberardi.org .

 

Laura Giacometti

PHI Foundation

New Generation Nosy Faly: un’isola che cresce

Nosy Faly, un’isola del Madagascar dove vivono circa quattromila persone, una natura incontaminata, un mare che si estende a perdita d’occhio e un cielo stellato, di quelli che si possono ammirare solo in navigazione in mare aperto. Un luogo periferico al mondo ma che diventa il cuore di un progetto grande: New Generation Nosy Faly, la Onlus fondata da Nicoletta Bruno e Danilo Farias nel 2013.

Abbiamo raggiunto Nicoletta, per ascoltare proprio da lei la storia di questo sogno, che è ormai una realtà  concreta e radicata sull’isola di Nosy Faly.

Cosa ti porta in Madagascar e, più precisamente, a Nosy Faly?

“Nel 2012 un mio collega dentista mi chiede di raggiungerlo in Madagascar per rendere operativo un dispensario. Accetto la sua proposta e decido di partire; Danilo si propone di venire insieme a me come volontario. L’arrivo a Nosy Faly avviene per pura casualità : alcune suore ci chiedono di accompagnare una sessantina di bambini presso una colonia estiva e noi accogliamo la richiesta. Eccoci arrivati su un’isola che da quel momento entrerà  nei nostri cuori”.

Cosa ricordi di quel primo incontro con l’isola?

“Dopo un viaggio di tre ore stipati su un pulmino sovraccarico di una sessantina di bambini, dai tre anni in su, arriviamo a Nosy Faly. Un’isola praticamente deserta, dove troviamo ad accoglierci solo una grande casa vuota. Ricordo che ciascun bambino ha steso ordinatamente la propria stuoia per dormire. Ognuno di loro aveva in dotazione una stuoia, un bicchiere di plastica e uno spazzolino, che gli avevamo regalato per insegnare loro a fare l’igiene orale.

All’ora del pasto i bambini si mettevano in fila per ricevere nel piatto del brodo, cucinato sul fuoco in grandi pentoloni. Poi ognuno ripuliva il piatto con la sabbia, lo sciacquava in mare e riponeva con cura quanto gli era stato dato.

Ecco, il mio primo ricordo sono loro, i bambini“.

Cosa hai provato in quei giorni sull’isola?

“Ero in un posto incredibile, che mi permetteva un immenso contatto con la natura ma dentro di me sentivo un profondo senso di vuoto, una grande desolazione.

Danilo, al contrario, vedevo che si riempiva dei colori, degli odori, dei suoni di quella terra, diceva che era il luogo in cui avrebbe desiderato trascorrere parte della sua vita per realizzare qualcosa di concreto.

Al rientro in Italia abbiamo subito provato a dare forma a ciò che avevamo sentito dentro, ai nostri pensieri: nasce così l’Associazione New Generation Nosy Faly Onlus, e si concretizza la scelta di Danilo di trasferirsi stabilmente sull’isola, interrompendo la sua carriera di ballerino e insegnante di danza qui in Italia“.

Che cosa è quindi New Generation Nosy Faly, e quali sono i suoi obiettivi?

“E’ la riposta che abbiamo pensato di dare ad una terra che ti si offre davanti con le sue bellezze ma che ti mostra con altrettanta schiettezza quali e quanti sono ancora i bisogni e le necessità  di una comunità che cerca di sopravvivere al meglio.

L’Associazione New Generation Nosy Faly nasce nel 2013 grazie al supporto di tanti sostenitori e volontari, con un duplice obiettivo: sanitario ed educativo”.

Ci puoi spiegare meglio cosa avete fatto e state continuando a fare in ambito sanitario?

“Innanzitutto abbiamo cercato di creare le condizioni per migliorare la qualità  di vita della popolazione. La situazione sanitaria a Nosy Faly è critica: le malattie veneree sono molto diffuse, e i bambini ne sono spesso i portatori; gli incesti tra consanguinei hanno portato ad una elevata incidenza di nascituri con problematiche fisiche e psichiche; prima del nostro intervento non vi era sul territorio possibilità  di accedere a cure mediche.

Abbiamo quindi agito immediatamente sul contesto ambientale: nel 2013 abbiamo portato la luce sull’isola, e abbiamo reso fruibile un pozzo per l’approvvigionamento di acqua potabile. E’ stato istituito un presidio medico, con un dispensario cui attualmente accedono mediamente quindici persone al giorno, con ogni tipo di bisogno. Nei periodi in cui sono stata presente io, giungevano quotidianamente da ogni parte dell’isola circa ottanta persone per ricevere cure dentarie.

Abbiamo anche coinvolto la popolazione cercando di agire sulla prevenzione in ambito sanitario, in particolare con le donne rispetto al tema della sessualità  e della contraccezione”.

 

Dal punto di vista educativo in quale direzione state agendo?

“Educazione, istruzione e formazione al lavoro sono le nostre parole chiave. Puntiamo sulle nuove generazioni perchè acquisiscano competenze e abilità  in ambito lavorativo per migliorare il loro futuro, quello della loro comunità , del loro territorio.

Prima se un bambino voleva andare a scuola doveva percorre più di otto chilometri per raggiungerla: l’istruzione scolastica era praticamente inaccessibile! Non vi era nessuna attenzione rispetto al fatto che i ragazzi studiassero e si formassero: per gli uomini il destino E’ diventare pescatori, per le donne diventare mamme a tredici/quattordici anni.

Per darti alcuni elementi concreti: nel 2014 è stata realizzata la scuola materna, che ad oggi ospita circa sessanta bambini. Nel 2016 è stata inaugurata la scuola elementare che, nelle cinque classi, accoglie circa trecento bambini.

E ci tengo ad aggiungere che abbiamo deciso di costruire una scuola laica, che vede la compresenza di bambini cristiani, musulmani e animisti. Non vogliamo che esistano discriminazioni, per noi è importante lo scambio, l’integrazione, nel rispetto degli equilibri di una comunità che da subito si è mostrata pronta ad accoglierci”.

E’ stata costruita anche una casa famiglia, so che ci tenete molto.

“Si, il desiderio di realizzarla è nato subito, appena Danilo ha deciso di stabilirsi a Nosy Faly. E’ stata completata nel 2015 ed ora accoglie sedici bambini“.

Tanti progetti realizzati…quale è stata, secondo te, la chiave che vi ha permesso di vedere accolte le vostre proposte dalla comunità  locale?

“Sicuramente l’essere partiti dal territorio, creando delle relazioni stabili e significative con figure autorevoli, che potessero fare da ponte tra noi e la popolazione, e coinvolgendoli nella realizzazione di ciascun progetto. La comunità  ci ha ben accolto perchè da subito ha compreso che apportavano beneficio alla loro società , senza volerla snaturare”.

Tanti obiettivi raggiunti ma ancora molto da fare, tante idee e il crescente bisogno di volontari, giusto Nicoletta?

“Giusto! Abbiamo appena concluso il “Progetto Sarti” grazie alla presenza di una volontaria giunta dal Portogallo. Abbiamo comprato venti macchine da cucire a manovella, per non usare l’elettricità , e abbiamo reso possibile a donne e uomini che lo desiderassero la frequenza di un corso della durata di tre settimane che permettesse loro di acquisire questa competenza.

Tempo fa alcuni volontari hanno fatto funzionare dei pannelli solari e si sono adoperati per insegnare ai ragazzi piccole riparazioni elettriche.

Stiamo lavorando affinchè, grazie anche all’aiuto di donazioni dall’Italia, prenda avvio in concomitanza con l’inizio del nuovo anno scolastico, il “Progetto Academy” che darà  la possibilità a bambini e ragazzi di formarsi nelle arti, danza e musica. Un modo per formare, educare, diffondere la cultura.

Le competenze e le abilità  di ognuno sono ben accette, la ricerca di volontari che vogliano dedicare almeno due settimane del loro tempo a Nosy Faly è sempre attiva. Quindi vi aspettiamo, perchè, come dice Danilo: – Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo -” (Mahatma Gandhi).

 

Sara Petoletti

PHI Foundation

SAN PATRIGNANO: DIGITAL FOR NON PROFIT

San Patrignano: Digital For Non Profit – D4NP: appuntamento il 16 settembre per fare il punto sullo stato del digitale nel mondo non profit Realizzato in collaborazione con la Comunità San Patrignano, l’evento è gratuito e si rivolge a esperti del digitale e operatori del mondo delle ONP, ma anche a rappresentanti del mondo delle aziende e delle istituzioni.

 

Diversi gli interventi di importanti personalità, dal Ministro dello Sviluppo Economico Calenda al Managing Director di Google Italia Vaccarono.

 

D4NP – Digital For Non Profit: è questo il nome del primo evento italiano che propone una panoramica aggiornata sullo stato del digitale nel mondo non profit. Realizzato in collaborazione con la Comunità San Patrignano, D4NP è un evento gratuito in cui esperti del digitale, rappresentanti del mondo delle aziende e delle istituzioni così come operatori delle ONP, startup e appassionati, si riuniscono per fare networking e condividere conoscenze, strumenti ed esperienze.

 

L’obiettivo? Analizzare e capire come le realtà che operano nel e con il terzo settore possano sfruttare al meglio le potenzialità del digitale.

 

“Il Mondo del terzo settore è in crescita nell’economia italiana: più di 300mila realtà con Un milione di lavoratori retribuiti e con un volume economico che supera i 64 miliardi di euro l’anno. È un settore che sta vincendo grandi sfide, anche grazie al digitale, quindi, è arrivato il momento di fare il punto sullo stato dell’arte digitale per il mondo non profit e intraprendere questo percorso insieme alla Comunità di San Patrignano, partner importante e di riferimento su temi sociali.”.

 

Il programma e gli ospiti Durante la prima edizione di D4NP, in programma sabato 16 settembre presso gli spazi della Comunità, saranno affrontate tematiche concernenti le strategie di comunicazione online, al digital fundraising, all’utilizzo dei social network, alla creatività online e al cross media Strategy.

 

Ampio spazio non solo alla parte formativa e di aggiornamento, ma anche alla presentazione di strumenti digitali utili a tutte quelle realtà che lavorano in ambito non profit e che vogliono migliorare le proprie modalità di approccio al digitale.

 

Un’intera giornata all’insegna del networking e della condivisione con le ONP vere protagoniste, grazie anche a una tavola rotonda – Digital Onlus – che vede la partecipazione di Enrica Zamparini, Responsabile Fundraising e Comunicazione della Comunità San Patrignano: “Oggi le organizzazioni no profit non possono fare a meno del digitale – dichiara Enrica. Grazie al web e ai social network ogni realtà sociale ha un accesso diretto per farsi conoscere sia da chi potrebbe aver bisogno del suo aiuto, sia da chi vorrebbe condividerne la causa e sostenerla. Il dialogo fra le parti è immediato e le opportunità per le Onlus aumentano di giorno in giorno. La difficoltà è riuscire a coglierle e in particolare riuscire a prevedere il comportamento del donatore, rispetto al passato sempre più stimolato e portato a sostenere più associazioni, ma allo stesso tempo sempre più attento alla serietà e realizzazione dei progetti”.

 

Social Innovation e Corporate Social Responsability altri due temi da focalizzare.

 

Roberta Cocco (Assessore Trasformazione digitale del Comune di Milano), Stefano Barrese (Responsabile Divisione Banca dei Territori di Intesa San Paolo), Marco Gualtieri (Presidente Seeds&Chips) e Maximo Ibarra parleranno, appunto, di innovazione sociale, mentre Enrico Cereda (Presidente e AD IBM Italia) terrà un intervento intitolato “Digital e Corporate Social Responsibility”.

 

L’evento, poi, sarà scandito da interventi delle più importanti personalità, Carlo Calenda, Ministro dello Sviluppo Economico, oltre a esponenti del mondo aziendale come Accenture, IGPDecaux, IBM, Intesa San Paolo e al Managing Director di Google Italia, Fabio Vaccarono.

 

Inoltre, all’interno di un evento che mette al centro il rapporto tra il mondo digitale e quello legato alle organizzazioni non profit, non poteva mancare una Startup Competition, realizzata dal team organizzativo del Web Marketing Festival.

 

Sul palco della Plenaria e alla presenza di importanti professionisti, si confronteranno i tre progetti innovativi, a forte rilevanza sociale, selezionati. Sarà poi il voto del pubblico presente in sala a decretare la “Best Social Startup del 2017”, che si aggiudicherà il premio in Consulenza Search Marketing del valore di 5.000 euro.

 

San Patrignano è una casa, una grande famiglia che offre aiuto a giovani con problemi di tossicodipendenza. Fondata da Vincenzo Muccioli nel 1978, ha accolto oltre 25.000 persone donando loro una casa, assistenza sanitaria, e legale, possibilità di studiare e imparare un lavoro, cambiando vita e rientrando a pieno titolo nella società. Il tutto gratuitamente, senza oneri né per lo Stato né per le famiglie. A San Patrignano sono in questo periodo presenti 1300 ragazzi, è un modello di impresa sociale, conquistato con dura dedizione, con sacrificio personale e con tanta volontà da migliaia di ragazzi che lì hanno ritrovato dignità e rispetto per se stessi. San Patrignano crea per ogni ragazzo l’opportunità di scegliere, tra diverse possibilità di formazione, la più vicina alle proprie attitudini. Il percorso di recupero della propria dignità, infatti, passa anche attraverso il riconoscimento del valore della bellezza e della qualità come espressioni dell’impegno profuso.

 

PHI Foundation Social Innovation Community

È il nuovo modo di concepire l’engagement sociale al servizio della collettività e del non profit

 

La Social Innovation (Innovazione Sociale) è caratterizzata dalla capacità di rispondere ai bisogni sociali della comunità mediante la responsabilizzazione degli individui e la volontà di cambiare le relazioni sociali.

 

 

PARTECIPA ANCHE TU AL CAMBIAMENTO

ENTRA NELLA PRIMA SOCIAL INNOVATION COMMUNITY

 

 

Alessandro Roma

PHI Foundation