PHI DONATION DAY: Per la Ricostruzione Sociale

PHI DONATION DAY: Per la Ricostruzione Sociale

PHI DONATION DAY

#PHIDONATIONDAY2021

PHI DONATION DAY: l’Italia del Dono

PHI Donation Day: Per la ricostruzione sociale, sviluppare e rivalorizzare i territori dei Comuni a rischio spopolamento.

Conto alla rovescia per il #PHIDONATIONDAY2021.

Parte una raccolta fondi trasparente per la “ricostruzione sociale” dei territori a rischio spopolamento con la creazione di comitati promotori locali.

 

Comuni, imprese, associazioni, comitati, singole persone: non si ferma la maratona di partecipazione dell’Italia al PHI DONATION DAY “Il Giorno del Dono PHI” per la ricostruzione sociale nel sviluppare e rivalorizzare i territori dei Comuni a rischio spopolamento.

Proprio mentre l’Italia prosegue nella sua gara di solidarietà per le vittime del Covid19 che ha devastato l’intero mondo incluso la nostra amata Italia –  la PHI Foundation lancerà per l’anno 2021 una raccolta fondi speciale insieme alla costituente OVER Foundation (di cui è sostenitrice), proporrà la prima raccolta fondi per la rivalorizzazione dei Comuni a rischio spopolamento.

Ai sottoscrittori di una donazione oltre alla garanzia del suo buon utilizzo, sarà data l’opportunità di divenire soci fondatori della OVER Foundation.

L’importo raccolto sarà destinato a progetti di Comuni a rischio spopolamento selezionati secondo chiare regole di  trasparenza e correttezza, contenute nella “Carta della Donazione”: il codice etico utilizzato da PHI Foundation, che garantisce il donatore sul buon uso delle risorse raccolte. I progetti selezionati saranno di Comuni impegnati nei lavori di ricostruzione “sociale” e rivalorizzazione territoriale dei paesi colpiti dallo spopolamento.

“Abbiamo raccolto più di 100 iniziative tra comuni, associazioni e imprese che nelle settimane prossime racconteranno un’Italia inedita capace di grandi slanci di generosità, siamo orgogliosi di poter raccontare un Paese diverso che sempre più spesso viene trascurato dai grandi mezzi di comunicazione. L’evento sarà infatti l’occasione per presentare a tutti il cartellone delle iniziative del 1°Giro dell’Italia che dona ai Comuni a rischio spopolamento. 

 

 

 

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Redazione

PHI Foundation

 

I progetti di Crowdfunding possono fallire

Progetti Crowdfunding: possono fallire?

I progetti di Crowdfunding possono fallire

Nonostante vi sia una quota di successo, capita spesso che un progetto di crowdfunding fallisca.

Ciò dipende da numerose cause specifiche, ma esistono anche dei motivi generali.

Vi spieghiamo quali sono i sette errori principali e come evitarli.

 

1. Progetti Crowdfunding Pianificazione inadeguata

Progetti Crowdfunding: Succede in continuazione che i promotori di progetti sottovalutino il lavoro necessario per pianificare un operazione di crowdfunding e si ritrovino poi in difficoltà. Nel peggiore dei casi possono anche perdere delle donazioni. Questo si può evitare con una pianificazione accurata.

► Chi si prende all’inizio il tempo per una pianificazione scrupolosa, ha in seguito meno problemi. “Grazie” (omaggi), comunicazione, passaggio di fase e video del progetto devono essere programmati col massimo anticipo possibile. A tale scopo si può usare una tabella Excel e inserire tutti gli elementi in una sequenza temporale.

 

2. Progetti Crowdfunding Mancanza di spunti per il progetto

Un progetto che non entusiasma le masse ha poche possibilità di successo. Le campagne di crowdfunding si basano (quasi) sempre su un progetto. È dunque importante trovare uno spunto per un progetto. Lo conferma anche Natalia, promotrice del progetto di PHI Foundation «Forte MED», che ha riscosso un enorme successo: «Volevamo già da tempo lanciare un progetto di crowdfunding, ma ci mancava lo spunto giusto. Il raggiungimento dei playoff ci ha consentito di motivare le persone a effettuare donazioni.» In questo modo i sostenitori sanno come vengono impiegati i soldi e questo rappresenta un grosso vantaggio anche per la comunicazione.

► Senza uno spunto può essere difficile motivare le persone a fare donazioni. Lanciate quindi il vostro crowdfunding con uno spunto motivante ed emotivo che faccia breccia sul vostro gruppo target.

 

3. Progetti Crowdfunding Video del progetto inadeguato

Non per niente è obbligatorio pubblicare un video del progetto: è infatti importantissimo per avere successo. Con un video ben fatto potete presentare il vostro progetto e voi stessi molto meglio che con un semplice testo. Non è utile solo per farsi conoscere dagli altri, ma anche a livello interno per creare motivazione e portare a buon fine il progetto.

► Prendetevi il tempo necessario per realizzare il video del progetto: dal copione, alle riprese fino alla post-produzione. In questo modo create una base solida per il successo del progetto.

 

4. Mancanza di comunicazione

Una comunicazione e promozione unilaterale, non pianificata o insufficiente rappresenta un errore fatale quando si tratta di raccogliere fondi.

► Pubblicizzate al meglio il vostro progetto, sia a livello analogico sia digitale. Non potete mai comunicare abbastanza. Potete utilizzare tutti i canali a vostra disposizione, come social network, blog del progetto, volantini, passaparola.

 

5. Scarso impegno da parte del promotore del progetto

Un progetto di crowdfunding richiede un notevole impegno da parte del promotore del progetto in ogni fase. Come promotori del progetto dovete essere i principali sostenitori della causa e coloro che la promuovono di più. L’acquisizione di fan, la comunicazione, l’organizzazione dei “Grazie” (omaggi), il controllo delle donazioni ricevute… tutto ciò richiede tempo che dovete assolutamente prendervi.

► Fate in modo da dedicare almeno un appuntamento settimanale al progetto di crowdfunding e confrontatevi regolarmente con il team.

 

6. Aspettative sbagliate nei confronti della «crowd»

L’Italia è un paese in cui si dona molto, ma nessuno fa una donazione per un progetto che non gli sta a cuore. «Non ci si può aspettare che un progetto di crowdfunding funzioni da solo, tanto meno nella fase iniziale», questa l’esperienza di Natalia, promotrice del progetto «Forte MED».

► Chi abbandona il progetto di crowdfunding a se stesso non avrà mai successo. Soprattutto nella fase iniziale, è fondamentale pubblicizzarlo bene.

 

7. Tempistica sbagliata

Un elemento da non sottovalutare: se lanciate il progetto al momento sbagliato, potete davvero rovinare l’inizio della campagna. Avviare bene la fase di finanziamento è uno dei fattori più importanti per il successo.

► Concordate il progetto di crowdfunding con il vostro team. Possibilmente non dovrebbero essere in corso altre attività importanti nella vostra associazione o area. Tenete anche conto della disponibilità del vostro gruppo target: ad esempio non è consigliabile lanciare il progetto prima delle vacanze estive.

 

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Sebastiano de Falco

PHI Foundation

Lavoro del futuro: come stanno cambiando le aziende con la pandemia

Lavoro del futuro: come cambiano le aziende

Lavoro del futuro: come stanno cambiando le aziende con la pandemia

 

Lavoro: Il processo di cambiamento che stiamo vivendo è stato accelerato dalla pandemia mondiale e molte aziende si sono trovate ad affrontare delle difficoltà logistiche che, probabilmente, avrebbero voluto rimandare nei prossimi anni.

Sono migliaia le aziende che hanno iniziato a cambiare atteggiamento di fronte al nuovo tipo di lavoro che viene richiesto oggi.

Fino ad ora le aziende in crescita hanno investito in uffici in giro per il mondo per sopperire alle richieste dei clienti, in questo momento di pandemia però sono state obbligate a cambiare approccio.

Non è più sufficiente un luogo di lavoro fisico ma è diventato indispensabile uno sviluppo di lavoro in modalità diffusa e soprattutto un lavoro in modalità remota.

Questo cambiamento è avvenuto in un periodo di tempo ridottissimo ed ha spiazzato anche  le grandi aziende. Alcune però hanno sfruttato questo momento per cambiare rotta e dirigersi verso il futuro.

Sull’onda di aziende come Facebook, Twitter o Shopify, anche altre realtà hanno iniziato a “concedere” ai propri dipendenti la possibilità di lavorare da qualsiasi luogo, non solo da casa, promuovendo la flessibilità in termini di orario e il lavoro da remoto.

 

Perché le aziende attivano lo smart working

Le aziende che stanno scegliendo questa strada avranno comunque dei ritorni economici già nel breve periodo perché ridurranno il budget dedicato alle locazioni e alle spese ad esse collegate ma anche alle eventuali spese per alloggi e trasferte per i dipendenti fuori sede.

Per ora è impensabile che le grandi aziende possano scegliere di non avere degli uffici fisici, ma sicuramente li ridurranno e li renderanno fruibili in modo differente per venire incontro alle nuove esigenze lavorative e improntati sempre più verso la sicurezza e il benessere dei dipendenti.

Dare la possibilità di lavorare in smart working consentirà di non licenziare parte della propria forza lavoro e di permettere al maggior numero di persone di lavorare ed avere una retribuzione adeguata.

 

Come viene visto il lavoro da casa dai dipendenti?

I dipendenti, abituati ad andare sul luogo di lavoro ogni giorno e ad avere una relazione diretta con i colleghi, non hanno vissuto sempre bene l’opportunità di lavorare a casa. Sebbene ci siano numerosi vantaggi nello smart working, come la possibilità di vivere di più la famiglia, viene meno l’aspetto delle relazioni sociali in ambito lavorativo.

Per molte persone lavorare da casa è facilmente accettabile per un periodo limitato di tempo, ma sono parecchi i dipendenti che ancora preferiscono suddivisione tra la realtà domestica e quella lavorativa.

 

Le nuove tecnologie da sviluppare per lo smart working

Durante questi primi mesi di pandemia, uno dei maggiori problemi per le aziende è stato quello legato alla sicurezza degli accessi alle proprie risorse. Alcune, per esempio, hanno implementato dei sistemi di protezione al proprio ambiente “cloud”, luoghi virtuali dove lavoratori e aziende condividono i documenti.

Lavorando online, i dipendenti accedono ai dati aziendali con una user ed una password; questo sistema sta diventando obsoleto e facilmente hackerabile soprattutto se gli accessi avvengono tramite smartphone. Le aziende dovranno studiare delle soluzioni che stiano al passo con i tempi e che quindi prendano in considerazione l’uso di strumenti tecnologici, come gli smartphone, che i propri dipendenti hanno a disposizione. Sono quindi preferibili strumenti di lavoro che diano una maggiore sicurezza di accesso tramite impronte digitali oppure tramite rilevatori del volto.

Le aziende dovranno investire in sistemi più avanzati di assistenza da remoto, ma anche nuovi sistemi e occasioni che favoriscano il confronto e lo scambio di idee e soluzioni tra i propri dipendenti e l’azienda.

 

Il cambiamento è ora

In pochissimi mesi abbiamo visto dei cambiamenti enormi in termini di lavoro e nel prossimo futuro è impensabile immaginare il lavoro come lo abbiamo vissuto fino ad ora.

Le aziende dovranno approntare delle modifiche per poter affrontare le nuove esigenze e i loro dipendenti dovranno accettare il cambiamento ed adeguarsi al nuovo mondo lavorativo.

 

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Federico Olivo

PHI Foundation 

Equity Crowdfunding: mese di fermento in Italia

Equity Crowdfunding: mese di fermento in Italia

Equity Crowdfunding: mese di fermento in Italia

Anche questi ultimi giorni di giugno richiamano l’attenzione verso il fenomeno dell’equity crowdfunding in Italia.

Equity Crowdfunding

Durante quest’ultimo mese si è percepito fermento attorno a tale strumento.

Già qualche settimana fa circolavano con entusiasmo le notizie riguardanti la campagna di equity crowdfunding di Synbiotec lanciata su NextEquity che aveva raggiunto l’obiettivo di 1 milione di euro, battendo così il record per l’ammontare della raccolta. Gli entusiasmi erano anche giustificati dal fatto che Synbiotec è stata la prima ed unica PMI innovativa ad aver finora intrapreso la strada della raccolta di capitale di rischio tramite portali online.

Soprattutto, grazie a questo risultato, l’Italia ha visto raddoppiare negli ultimi sei mesi il totale raccolto tramite equity crowdfunding e quasi duplicato anche il numero totale di campagne concluse con successo, come ci mostrano i dati raccolti dall’Osservatorio sul Crowd-investing del Politecnico di Milano.

I numeri restano ancora esigui rispetto ai nostri vicini, ma dalla giusta prospettiva si può notare nuovo movimento, dopo che la normativa, prima che venisse modificata, aveva frustrato le migliori intenzioni e aspettative.

Le novità

Negli ultimi dieci giorni cinque nuove campagne sono state lanciate su tre portali diversi.

Gli attori sono Primary System Research S.p.A. che ha scelto il portale WeAreStarting, NexApp che ha promosso il suo motore di ricerca su Opstart e le tre startup (Trapezita, Indigènio e Forever Bambù) accolte da EquityStartup.

Quest’ultimo porta con sé novità dirompenti, oltre il lancio di tre campagne in contemporanea. Non soltanto è il primo portale lanciato da un’associazione di categoria, AscomFidi Nord-Ovest, ma nasce con una partnership con Intermonte SIM S.p.A., che si offre come intermediario cui intestare fiduciariamente le quote di startup o PMI innovative acquistate sul portale di equity crowdfunding.

L’obiettivo è la creazione di un mercato secondario in cui poter scambiare le stesse.

Il fermento continua

Anche quest’ultima settimana del mese richiama l’attenzione sul fenomeno dell’equity crowdfunding.

Un evento inedito infatti è stato organizzato al Politecnico di Milano , e vedrà la presentazione del primo report sul crowdinvesting in Italia; in programma anche una tavola rotonda sulle prospettive per l’Italia riguardo al fundraising nell’era digitale.

 

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Redazione

Phi Foundation

Immunitas Protezione e negazione della vita

Immunitas: Protezione e Negazione della Vita

Immunitas

Protezione e negazione della vita

Immunitas:

Dopo la tanto decantata Communitas analizziamo quei processi di immunizzazione che portano al distanziamento sociale diventato il perno attorno a cui si svolge l’intera odierna realtà. Allo stesso tempo si cercherà di rispondere ad alcune questioni che attraversano il dibattito filosofico e politico contemporaneo.

Immunitas:

Dove si nasconde la dialettica tra comunità e immunizzazione? Perché l’esigenza di immunità viene avvertita in negativo nel campo sociale, mentre in campo medico-biologico è positiva?

Scopo è anche indagare il rapporto tra protezione e negazione della vita, che combatte ciò che la nega secondo una strategia che è di aggiramento e non di contrapposizione.

Immunitas:

L’immunizzazione diventa non soltanto lo strumento, ma la forma stessa della civilizzazione occidentale. Più ancora di quella antica, la società moderna è il prodotto della violenza e del meccanismo immunitario che esso richiede come sua limitazione potenziata.

A volgere in negativo l’immunizzazione è l’eccesso, perché quando la protezione si estende in modo generalizzato essa diventa pericolosa e viene avvertita come tale dalla società.

Quando la vita sociale e comunitaria diventa autoreferenziale, quando non viene permesso il dialogo, la comunicazione e la società sono votate alla morte.

Centrale, nell’analisi del termine immunitas, è la questione del corpo, su cui si sperimenta la relazione tra politica e vita (la biopolitica) che spiega, la centralità assunta, a partire dal XVIII secolo, dal sapere medico: si assiste a un processo di medicalizzazione illimitato che si spinge ben oltre il campo sanitario e realizza un’osmosi tra la biologia, il diritto e la politica, come si può notare nell’attuale legiferazione in materia di vita e di morte – fecondazione artificiale, eugenetica, eutanasia, l’epidemia odierna sars-covid2.

La binarietà costitutiva di vita e morte, accrescimento e deperimento, rende il corpo la zona liminare entro la quale si esercita l’intenzione immunitaria della politica.

Per essere tale il corpo deve conservarsi in vita: è per questo che la metafora più influente con cui la politica ha rappresentato la vita della società è stata appunto quella del corpo con il distanziamento sociale.

Concludiamo parlando della gravidanza come esempio di una dinamica immunitaria che permette confronto e competizione.

Un confronto che si svolge all’interno di un corpo che si apre all’altro e in questo modo si immunizza da un eccesso di immunizzazione: in quel corpo si “combatte a vita”, l’interno si incrocia con l’esterno, il proprio con l’estraneo, l’immune con il comune.

PHI Foundation Comunità Innovazione Sociale

 

Sebastiano de Falco

PHI Foundation

BURUNDIAMO ONLUS: PROGETTO BAMBINI DEL BURUNDI

BURUNDIAMO: Progetto Bambini Burundi

BURUNDIAMO ONLUS: PROGETTO BAMBINI DEL BURUNDI

L’associazione Burundiamo Onlus in partenariato con alcune associazioni burundesi, e con il supporto della Diocesi di Bururi

 

BURUNDIAMO ONLUS

con grande gioia vi annuncio che oggi parte ufficialmente la Campagna di Raccolta Fondi per l’Associazione Burundiamo Onlus che, in partenariato con alcune associazioni burundesi, e con il supporto della Diocesi di Bururi , intende realizzare nella Repubblica del Burundi , situata nel continente Africano (centro Africa), un intervento finalizzato a ridurre la fame e le carestie che colpiscono i bambini e le loro mamme, fornendo ad esse la formazione agricola per lo sviluppo dell’agricoltura, la creazione di una filiera agricola, mediante la diffusione tra le famiglie associate di best practices idonee a dotare di strumenti conoscitivi e operativi insegnando il lavoro dei campi alle vedove burundesi per sfamare i propri bambini, di cui molti sono orfani di guerra che, a causa della fame molti non superano i cinque anni di età.

 

BURUNDIAMO ONLUS: PROGETTO BAMBINI DEL BURUNDI

L’associazione BurundiAmo Onlus, promotrice della raccolta fondi costituisce un ponte tra il Burundi e l’Italia, ove ha una sede operativa ed è in costante contatto con i membri della associazioni locali burundesi. Il progetto risponde ad istanze non più procrastinabili finalizzate alla modernizzazione dell’attività agricola ed all’incremento dell’attività di allevamento di bestiame, di suini, di galline ovaiole e di api migliorando l’efficienza dei terreni locali, nel rispetto dell’ambiente e della biodiversità. La modernizzazione delle attività renderà più proficua e redditizia oltre che più incentivante l’attività dei coltivatori, finalizzata principalmente al soddisfacimento delle esigenze alimentari delle proprie famiglie. Le associazioni, attraverso le famiglie associate, hanno ottenuto dal Governo la disponibilità di diversi ettari di terreno, compresi quelli residuali, da dedicare alla coltivazione e all’allevamento. Cliccando sul link è possibile accedere alla descrizione in dettaglio del progetto ai suoi motivi ispiratori ed al budget necessario per la realizzazione anche parziale o in più tranches.

 

BURUNDIAMO PROGETTO BAMBINI DEL BURUNDI

Progetto per donare un futuro ai bambini del Burundi e contenere l’altissima percentuale di mortalità infantile

(Associazione Burundiamo Onlus)

 

 

BURUNDIAMO Introduzione

Il progetto di sviluppo agricolo e rurale ha l’obiettivo di fornire l’autosufficienza e un minimo di sicurezza alimentare alla popolazione burundese, in particolare ai bambini, bersaglio del progetto, la tutela e la valorizzazione delle risorse umane, in particolare della forza produttiva femminile e lo sviluppo dell’educazione giovanile. Il progetto è stato sviluppato per la popolazione residente nella Diocesi di Bururi, in particolare nelle province di Bururi e Makamba, nei comuni di Songa, Matana e Rumonge.

 

 

Mission del progetto

Gli obiettivi principali del progetto possono essere sinteticamente riassunti, senza avere la pretesa di essere esaustivi, nei seguenti:

Una efficace lotta alla fame e alla carestia

Lotta contro la povertà e la vulnerabilità cui sono esposti soprattutto vedove e bambini attraverso l’incremento e l’efficientamento della produzione agricola

Impedire i flussi migratori in cerca di condizioni che consentano la sopravvivenza

 

 

La nostra mission in 4 punti

  1. Supportare i bambini del Burundi, orfani di papà e abbandonati al loro destino.
  2. Fornire i bisogni di base (cibo, alloggio e abbigliamento, nonché istruzione e assistenza sanitaria) fornendo di strumenti necessari alla produzione la volenterosa schiera di mamme burundesi.
  3. Gestire i loro bisogni emotivi (amore e compassione) permettendo loro di nutrirsi e crescere in un ambiente familiare.
  4. Permettere ai bambini di sviluppare e realizzare il loro potenziale per superare la loro condizione di povertà nel lungo temine.

 

 

Sintesi del progetto

L’obiettivo generale del presente progetto è quello di rispondere in modo efficace per arginare e contribuire a prevenire le perenni situazioni di emergenza, per migliorare e promuovere l’accesso ai servizi sociali di base e fornire per le esigenze di base il sostegno alle comunità locali per garantire le condizioni minime vitali, la dignità e il benessere delle persone colpite dal deterioramento dei fattori socio-economici, nonché di calamità naturali.

Invertire l’esodo dei rifugiati e l’esodo rurale della popolazione; • Offrire una pur minima possibilità di reddito; • Incrementare l’occupazione; • Rilanciare il commercio; • Applicare e diffondere le tecniche di produzione agricola con metodo e sostenibilità attraverso la formazione professionale, la sensibilizzazione degli operatori, la collaborazione e il rafforzamento delle attività svolte dalle Associazioni promotrici; • Favorire la condivisione degli attrezzi di lavoro tra gli associati, compresi i depositi per lo stoccaggio delle sementi e della produzione agricola; • Calcolare e organizzare la gestione dei rischi a cui sono esposte le famiglie (es. periodi di carestie) predisponendo un efficiente stoccaggio dei raccolti; • Razionalizzare e diversificare le produzioni agricole.

 

 

Analisi d’impatto

Il progetto, destinato a circa 1300 bambini e a circa 427 mamme, sarà monitorato e valutato a intervalli regolari da un comitato consultivo costituito dal presidente dell’Associazione Burundiamo Onlus Padre JeanClaude Ndayishimiye, di origini burundesi in viaggio perenne tra Italia e Burundi. I rappresentanti delle associazioni locali e dell’amministrazione distrettuale locale saranno nominati membri del comitato consultivo del progetto. Tale comitato si riunirà periodicamente una volta ogni 3 mesi e fornirà consulenza su vari aspetti riguardanti l’attuazione del progetto e la revisione dei programmi ovvero le attività intraprese. Il comitato consultivo del progetto esaminerà anche i conti e i risultati via via raggiunti come da cronoprogramma, pubblicando sul sito web lo stato dell’arte ed i risultati man mano raggiunti.

 

 

Budget

Fabbisogno del progetto per un numero complessivo di 1322 bambini e 427 mamme

 

 

BURUNDIAMO ONLUS: PROGETTO BAMBINI DEL BURUNDI

 

 

ASSOCIAZIONE COMUNE DUKUNDANE AREA DI RUMONGE

Destinatari 80 bambini e 20 Mamme

Bisogni dell’associazione

Acquisto e montaggio di un mulino

€ 15.000,00

Costruzione fabbrica di saponi e impianto di conservazione panelli

€ 15.000,00

Attrezzature per la produzione di saponi

€ 2.500,00

Semi selezionati, fertilizzanti e insetticidi

Acquisto semi di fagioli € 2.000,00

Acquisto semi di patata € 2.000,00

Acquisto semi di manioca € 1.000,00

Fertilizzanti chimici € 3.000,00

Calce € 2.000,00

Prodotti e mezzi di produzione agricola e fitosanitari

€ 1.000,00

Stampa, fotocopiatrice, block notes, penne

€ 30,00

Seminario di formazione sulle tecniche per l’agricoltura

€ 1.000,00

Acquisto di un trattore usato

€ 15.000,00

TOTALE 59.530,00 €

 

 

ASSOCIAZIONE MUKENYEZI REMA NTIWIHEBURE – Comune MATANA

Destinatari 721 bambini e 250 mamme

 

 

BURUNDIAMO ONLUS: PROGETTO BAMBINI DEL BURUNDI

 

 

Costruzione di una porcilaia

€ 15.000,00

Acquisto e installazione di un mulino

€ 15.000,00

Acquisto di prodotti veterinari € 1.500,00

Acquisto di grano da palma € 1.000,00

Semi selezionati, fertilizzanti e insetticidi

Acquisto semi di fagioli € 2.000,00

Acquisto semi di patata € 2.000,00

Acquisto Talee di manioca € 2.000,00

Acquisto Patate dolci € 2.000,00

Fertilizzanti chimici € 2.000,00

Calce € 2.000,00

Prodotti fitosanitari

€ 2.000,00

Innaffiatoi € 2.000,00

Costruzione di un deposito per lo stoccaggio della produzione agricola

€ 7.000,00

Seminario di formazione sulle tecniche di allevamento di suini.

SPESE € 1.000,00

TOTALE: €.56.500,00

 

 

ASSOCIAZIONNE SHIGIKIRA ABAPFAKAZI – COMUNE SONGA

Destinatari 428 BAMBINI e 127 MAMME

 

 

BURUNDIAMO ONLUS: PROGETTO BAMBINI DEL BURUNDI

 

 

Costruzione di una porcilaia

€ 15.000,00

Seminario di formazione sulle tecniche per l’agricoltura

€ 1.000,00

Acquisto di un veicolo di tipo FUSO nuovo o usato € 20.000,00

Acquisto e installazione di un mulino

€ 15.000,00

Acquisto di prodotti veterinari

€ 1.000,00

Acquisto di grano per palma

€ 1.000,00

Acquisto di semi di fagioli

€ 2.000,00

Acquisto di semi di patata

€ 2.000,00

Acquisto Talee di manioca

€ 1.000,00

Acquisto Patate dolci

€ 2.000,00

Fertilizzanti chimici

€ 2.000,00

Calce € 2.000,00

Prodotti e mezzi di produzione agricoli fitosanitarie

€ 2.000,00

Innaffiatoi € 2.000,00

Costruzione di un deposito per lo stoccaggio della produzione agricola

€ 10.000,00

Seminario di formazione sulle tecniche di allevamento di suini.

Spese € 1.000,00

Seminario di formazione sulle tecniche per l’agricoltura

€ 1.000,00

TOTALE: €. 81.000,00

 

 

ASSOCIAZIONE TERITEKA UMUZINGA – COMUNE SONGA

Destinatari 93 bambini e 30 mamme

 

 

BURUNDIAMO ONLUS: PROGETTO BAMBINI DEL BURUNDI

 

 

Materiale e attrezzatura per apicoltori

Stivali € 360,00

Impermeabili € 600,00

Guanti € 100,00

Secchi € 30,00

Bilance € 20,00

Setaccio € 10,00

Farmaci € 500,00

Semi selezionati, fertilizzanti e insetticidi

Acquisto di semi di fagioli € 1.500,00

Acquisto semi di patata € 2.000,00

Acquisto fiori € 500,00

Acquisto Patate dolci € 1.500,00

Fertilizzanti chimici € 2.000,00

Calce € 2.000,00

Prodotti e mezzi di produzione agricoli fitosanitarie

€ 1.000,00

Innaffiatoi € 500,00

Costruzione di un deposito per lo stoccaggio della produzione

€ 7.000,00

Deposito di miele e candele

€ 5.000,00

Seminario di formazione sulle tecniche di allevamento delle api

€ 1.000,00

Seminario di formazione sulle tecniche per l’agricoltura

€ 1.000,00

Acquisto di un Autocarro usato con cassone ribaltabile

€ 15.000,00

TOTALE: €. 41.430,00

 

Fabbisogno minimo totale per le quattro associazioni €. 238.460,00

 

 

Appello di Padre Jeanclaude

Cari fratelli, nel mese di novembre 2010, anche grazie alla volontà ed all’impegno di sei amici fraterni, è stata costituita l’Associazione “BURUNDI – AMO ONLUS” della quale, oltre ad esserne uno dei soci fondatori, ne sono anche il Presidente.

L’Associazione persegue esclusivamente finalità di comunione fraterna e solidarietà sociale, con lo scopo di promuovere, sostenere e realizzare, attraverso la raccolta di fondi, progetti umanitari per tentare di restituire la dignità umana a chi più soffre, ai più poveri, ai più bisognosi, a coloro che nella più triste sofferenza stanno ancora cercando e desiderando il calore di un bacio, la dolcezza di una carezza …… una mano da stringere per aggrapparsi con fiducia ad un futuro migliore. Quando ci assale la tristezza, quando non c’è una mano che ci accarezzi o ci stringa la nostra, quando ci sembra che nulla può cambiare e tutto va male … è il momento di sentire il nostro cuore. Un angelo è sempre dietro di noi e ci assiste, una persona ci pensa anche se non lo sappiamo, qualcuno sta preparando il nostro cammino e la strada sarà coperta di fiori, ci sarà una musica dolce, sguardi di amici, sorrisi di bimbi, tanto amore … è il momento di risorgere. C’è tanto bisogno della nostra presenza, molti ci stanno aspettando lungo le strade della carità cristiana. La nostra Associazione è soltanto una piccolissima goccia di acqua, un granello di sabbia, ma la storia ci insegna che tante gocce e tanti granelli hanno dato vita ad oceani e deserti. BURUNDI – AMO, solo con la Vostra partecipazione e la Vostra solidarietà, potrà promuovere e diffondere attività di aiuto umanitario attraverso la realizzazione di progetti mirati, finalizzati a ridurre la povertà, l’emarginazione, le malattie, le violenze e gli abusi su donne e bambini, e per assicurare ai più deboli un futuro dignitoso. Cari fratelli … è il momento di risorgere …… è il momento di sentire il nostro cuore.

DIO VI BENEDICA

 

 

BURUNDIAMO ONLUS: PROGETTO BAMBINI DEL BURUNDI

 

BURUNDIAMO ONLUS: PROGETTO BAMBINI DEL BURUNDI

 

Coordinate Bancarie Associazione Burundiamo Onlus:

conto corrente bancario:

Banca Prossima

IBAN IT72 W033 5901 6001 0000 0018 399

BIC BCITIMX 

 

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Redazione

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SETTIMANA 7 OTTOBRE GLI ULTIMI ARTICOLI

SETTIMANA 2 OTTOBRE GLI ULTIMI ARTICOLI

Energia Gratis Borutta è la prima comunità energetica rinnovabile in Sardegna

Energia Gratis: Burutta Sardegna Energia per tutti

Energia Gratis:

Burutta Sardegna Energia Gratis per Tutti

 

Energia Gratis

Borutta è la prima comunità energetica rinnovabile in Sardegna. Nel piccolo borgo del Meilogu, noto perché ospita nel suo territorio la famosa cattedrale di San Pietro di Sorres, l’energia elettrica sarà gratis al 100% e saranno erogati, sulla base delle misure sulle comunità energetiche, incentivi per il raggiungimento della classe energetica “A” in tutto il paese.

 

«È oggi realtà il sogno del nostro Comune, contenuto nel piano d’azione per l’energia sostenibile (Paes) e adottato già nel 2012, di diventare autosufficiente energeticamente mediante la produzione di energia da fonti rinnovabili, nonostante le tante difficoltà incontrate». Con queste parole Arru (il sindaco del paese) ha ufficializzato la realizzazione di un progetto avviato otto anni fa e reso possibile solo ora, con l’approvazione del decreto milleproroghe, convertito in legge nell’agosto scorso. «Che ha riconosciuto dignità giuridica alle comunità energetiche e fissate le regole per il suo funzionamento», ha chiarito Arru (il sindaco).

 

Borutta, poco meno di 300 abitanti, raggiunge un primato assoluto che lo posiziona primo Comune in tutta l’isola e tra le prime 12 comunità attive o, comunque, in partenza in tutto il territorio nazionale per autosufficienza energetica al 100%. Allo stato attuale le comunità energetiche nella penisola raggiungono ancora l’80%. Da tempo il borgo aveva raggiunto una buona autonomia di consumi pubblici di energia elettrica con impianti fotovoltaici sparsi nel centro abitato: palazzo comunale, strutture sportive, scuole, centro polifunzionale, museo, illuminazione pubblica, bici elettriche, la sala congressi, la biblioteca e la casa di riposo. «Ora, con la realizzazione di ulteriori impianti fotovoltaici sarà possibile distribuire gratuitamente l’energia prodotta da fonti rinnovabili a tutti gli abitanti e alle attività del paese», ha detto il sindaco. Nessuna bolletta energetica per chi vive o vorrà vivere a Borutta. Verranno, così, raggiunti due obiettivi, secondo gli amministratori, «decisivi per il futuro del paese». «In primis – ha spiegato Arru – verrà posto un freno allo spaventoso fenomeno dello spopolamento che potrebbe determinarne la scomparsa entro questo secolo e, poi, potrà essere invertito il trend demografico, favorendo non solo il “restare” ma anche l’arrivo di nuove famiglie. Come amministrazione riteniamo che rendere tutte le case del paese autosufficienti energeticamente, in modo gratuito, possa rendere molto appetibile per le famiglie l’idea di “restare” nel borgo natio e alle famiglie “di fuori” trasferirsi nelle molte case vuote. Ciò segna un decisivo passo in avanti verso uno scenario energetico basato sul consumo di energia a chilometro zero e lo sviluppo di reti intelligenti o smartgrid».

 

Sarà conveniente trasformare la casa in “100% elettrico” in modo da staccarsi completamente dai combustibili fossili (Gasolio e Gpl) e utilizzare soltanto l’energia elettrica per il riscaldamento e il rinfrescamento, la produzione d’acqua calda e la cottura dei cibi. E questi consumi saranno a costo zero». Oltre alle bollette ad importo zero, i cittadini riceveranno un incentivo, pari a 110 euro /Mwh, previsto dalle recenti misure sulle comunità energetiche. La somma dovrà essere investita per il raggiungimento della classe energetica “A” della propria abitazione. «Siamo davvero felici per questo risultato e crediamo che Borutta possa rappresentare un modello replicabile in tante realtà sarde come in tutti i Comuni a rischio spopolamento in Italia» .

 

PHI Foundation Comunità Innovazione Sociale

 

PHI Foundation

 

SCRITTURA: ORIGINI E STORIA DELLA SCRITTURA

SCRITTURA: ORIGINI E STORIA DELLA SCRITTURA

SCRITTURA: ORIGINI E STORIA DELLA SCRITTURA

 

ORIGINI E STORIA DELLA SCRITTURA

Tradizionalmente l’inizio della scrittura viene collocato dagli storici intorno al 3200 a.c. in Mesopotamia (l’odierno Iraq) dove inizialmente è sorta per fini di contabilità, amministrazione e commercio.

Scrivere altro non è che registrare in forma stilata il linguaggio verbale.

Le prime forme di scrittura furono cuneiformi, poi con l’avvento della civiltà minoica ci si avvicinò verso una scrittura sillabica.

Ma soltanto nel 1800 a.c. si ebbe il primo alfabeto in Egitto, a cui seguì quello fenicio del 1050 a.c., greco,  ed infine quello latino attualmente usato.

L’invenzione della scrittura fu una delle più grandi conquiste dell’umanità, il fatto di trascrivere il flusso di parole significava trasmettere e conservare la memoria di tutto il passato ed inoltre aveva una funzione pratica di registrare gli scambi commerciali dell’epoca.

Con il passare del tempo il ruolo della scrittura è stato sempre più indispensabile ed importante, ossia un mezzo di comunicazione che conserva le tradizioni da una generazione all’altra, che compone testi di diversa natura e la sua funzione è stata sempre più determinante nel corso del tempo, nel passato, nel presente e lo sarà anche nei tempi futuri.

Oggi, per chi ama scrivere esistono molti laboratori di scrittura. C’è la possibilità di partecipare a dei workshop sulla scrittura creativa scrivendo poesie, racconti onirici, polizieschi, fantascientifici, d’amore e migliorando la propria creatività e fantasia.

Inoltre la scrittura ha una funzione terapeutica nell’ambito della psicologia infatti, da circa un decennio, è sorta in Italia la medicina narrativa, ossia una metodologia clinica-assistenziale basata sulla narrazione scritta come principale strumento per acquisire una diagnosi ed una cura per il paziente.

SCRIVERE PER PHI FOUNDATION

Era da molto tempo che cercavo qualcosa che riguardasse il mondo della scrittura, perché mi piace scrivere, così un bel giorno mi sono imbattuta  nel sito di PHI Foundation e con immensa gioia ho letto che PHI Academy organizza dei corsi di scrittura con la possibilità di pubblicare gli articoli redatti.

L’occasione per me fu ghiotta e mi tuffai immediatamente in questa fantastica esperienza, iniziando a scrivere articoli che, settimana dopo settimana ,venivano pubblicati.

L’impegno nello scrivere gli articoli è stato considerevole ed anche non facile nel cercare le tematiche da trattare ma ho ricevuto molte soddisfazioni.

Durante questo mio lavoro da articolista ho conosciuto molte realtà legate al settore del volontariato e del non profit che prima non conoscevo, arricchendo così il mio bagaglio di conoscenze ed ho trovato tutto ciò molto utile ed interessante.

Inoltre ho effettuato delle donazioni in favore di alcune associazioni di volontariato ed è stato un dono fatto con il cuore a sostegno di associazioni che si impegnano a tamponare le gravi difficoltà esistenti nella società contemporanea.

LA SCRITTURA OGGI

Scrivere è un metodo  di comunicazione fondamentale e necessario per ogni epoca, la scrittura è lo strumento che consente di sapere, capire e comprendere.

Oggigiorno si scrive molto, vengono divulgati testi di ogni tipo e di ogni genere i quali oltre ad essere diffusi in formato cartaceo vengono diffusi in formato digitale (rappresentando in ciò un cambiamento, un’evoluzione, una novità rispetto al passato) ed attraverso la loro lettura si impara ogni aspetto del reale.

I testi redatti, oggi, si pongono in un vasto ed immenso panorama di generi diversificati tra loro, denotando per la scrittura un grande sviluppo ed una grande evoluzione.

Probabilmente la scrittura e le sue forme continueranno ad evolversi insieme all’evoluzione stessa del genere umano, è ipotizzabile che in un prossimo futuro la scrittura non sarà più manuale ma vocale (in realtà questo fenomeno è già presente oggi).

Ma sicuramente la necessità di lasciare traccia di quello che facciamo, diciamo e pensiamo resterà sempre una delle caratteristiche fondamentali del genere umano.

 

Redazione

PHI Foundation

Spopolamento: I rischi dei borghi italiani evidenziano un circolo virtuoso.

Spopolamento? No! Grazie a BorgoViVo

Spopolamento: I rischi dei borghi italiani evidenziano un circolo virtuoso.

Spopolamento: L’abbandono dei piccoli centri avviene solo, dove le politiche pubbliche non sono lungimiranti. Val d’Aosta e Trentino Alto Adige, che negli ultimi 40 anni hanno registrato un incremento di popolazione tra i più alti d’Italia, sono oggi le Regioni più “giovani” del Paese e quelle più capaci di moltiplicare la ricchezza interna.

 

Spopolamento: I piccoli borghi oggi più che mai appaiano “incantati”.

Un incanto che è frutto dell’innegabile bellezza del paesaggio italiano, ma soprattutto perché in grado di offrire il bene primario per eccellenza: un’alta qualità della vita. Aria pulita, assenza d’inquinamento acustico, possibilità di contare su prodotti alimentari genuini, negozi, banche e uffici postali a portata di mano, pub e punti di ristoro che offrono agli abitanti l’opportunità di coltivare una vita sociale piacevole ed economica; Questi i punti di forza dei piccoli borghi, vere e proprie oasi di pace in cui rifugiarsi.

Spopolamento è il progressivo abbandono dei piccoli villaggi i famosi “borghi fantasma”.

Attenzione: nei Comuni dove le amministrazioni hanno fatto un buon lavoro, offrendo servizi ai cittadini e mettendo in campo policies pubbliche lungimiranti, borghi, paesini e paesoni non solo non si sono spopolati, ma anzi sono stati protagonisti di uno straordinario ripopolamento, con conseguente, drastico abbassamento dell’età media degli abitanti e altrettanto inevitabile innalzamento del livello di ricchezza interna.

 

Spopolamento o Ripopolamento?

I Comuni virtuosi, infatti, sono ancora troppo pochi. Soprattutto considerando che i territori a rischio spopolamento rappresentano il 43% della superficie italiana. Una risorsa grandiosa che potrebbe risollevare, da sola, le sorti del Paese; Risorsa in gran parte sottoutilizzata, se non sprecata, dimenticata, persa. Fatta eccezione per Val d’Aosta e Trentino Alto Adige, che negli ultimi 40 anni hanno registrato un incremento di popolazione tra i più alti d’Italia, e che oggi sono le Regioni più “giovani” del Paese, nonché quelle più capaci di moltiplicare la ricchezza interna.

I numeri.

I numeri dell’abbandono sono impietosi: a fronte di una popolazione italiana cresciuta di 12 milioni di unità negli ultimi 60 anni, la crescita si è prevalentemente concentrata in pianura (8,8 milioni di residenti in più) e collina (4 milioni in più), col risultato che, se nel 1951 la popolazione montana rappresentava il 41,8% rispetto a quella di pianura, oggi la percentuale è scesa al 26%. E dire che i territori montani, sono “un nodo strategico per l’economia verde, in una società che vede sempre più avanzare la crisi idrica ed energetica”.

Spopolamento Superato.

L’autonomia da sola certo non può aver determinato le cifre che oggi Val d’Aosta e Trentino Alto Adige possono vantare sul fronte della ricchezza interna: fatto 100 il valore della ricchezza di partenza nel 1970, in Trentino quel valore è diventato 345 nel 2012 e a Bolzano 328, mentre la media nazionale è ferma a 264 e, la Sicilia, altra regione autonoma, ristagna sul 230.

 

Le diversità politiche.

Le diversità delle politiche che hanno inciso dal punto di vista qualitativo sono state lo aumentare le competenze e diminuire la percentuale di risorse locali trattenute nel territorio, così da contribuire a ripianare il debito pubblico nazionale. BorgoViVo non è la difesa di un mondo e proprie prerogative da minacce esterne, ma la tutela delle buone esperienze, bagaglio di conoscenza e difesa della qualità di vita per la collettività.

 

BorgoViVo.

In attesa che il territorio perduto diventi anch’esso incantato, non resta che guardare alle buone pratiche e accettare la sfida.

 

BorgoViVo, in fondo, ne è il simbolo 

 

 

Redazione

PHI Foundation

UOMO: VITTIMA VIOLENZA DELLA DONNA

UOMO: VITTIMA VIOLENZA DELLA DONNA

 

Uomo: vittima violenza della donna

UOMO. Come il femminicidio esiste anche il maschicidio: un fenomeno orrendo su cui spesso si chiudono gli occhi. Per vergogna o per stereotipi.

 

Violenza di genere

Quando si parla di «violenza di genere» si pensa sempre a quella dell’uomo nei confronti della donna: un reato sicuramente ignobile, spesso coperto dal pregiudizio, dall’ignoranza e dalla discriminazione, che merita la giusta punizione. Senza nulla togliere alla gravità di tali comportamenti, troppo poco però si dice del fenomeno opposto, quello cioè della violenza delle donne nei confronti dell’uomo. Violenza che, stando agli atti giudiziari delle Procure e dei tribunali civili di mezza Italia, è tutt’altro che rara. Anzi, è subdola e lesiva, al pari di una violenza fisica. Tant’è che, in alcuni casi (circa 200 all’anno), porta al suicidio.

 

Insomma, come esiste il femminicidio, c’è anche il maschicidio

Eppure di questo non si parla quasi mai a causa della vergogna e degli stereotipi che attribuiscono all’uomo l’immagine della parte forte e aggressiva. Un uomo che subisce una violenza è un debole o ha commesso un grave torto. Così, per evitare etichettature, si preferisce subire in silenzio piuttosto che alzare la testa.

 

5000 uomini ogni anno subiscono violenze silenziosamente dalle donne

 

Stalking

In questo calderone di violenze ai danni del genere maschile rientrano le false accuse di stalking e di violenza sessuale, la pressione esercitata sui figli per allontanarli dal padre separato, la richiesta di mantenimento come arma di vendetta verso l’ex coniuge.

 

E poi una serie di minacce e reazioni fisiche come il lancio di oggetti, percosse con calci e pugni, morsi, graffi

Secondo una indagine del 2012 condotta dall’Università di Siena (citata da Il Giornale), sono circa 5milioni gli uomini che, ogni anno, subiscono violenze dalle donne: violenze sia psicologiche che fisiche. In queste situazioni l’uomo ha spesso paura di reagire perché sa che, se dovesse rispondere allo schiaffo di una donna, sarebbe condannato per violenze e nessun giudice crederebbe alla sua versione.

 

In Italia ogni anno 200 padri ci sono 200 padri che si suicidano perché le ex mogli non vogliono che vedano più i figli

 

Ex mogli

Non sono poche le ex mogli che, dopo il divorzio, usano i bambini come strumento della propria vendetta, iniziando su di loro un’opera di denigrazione della figura paterna.

 

Uomo padre

I minori arrivano così a negare di avere un padre e a non volerlo più vedere pur in assenza di alcuna colpa nei loro confronti. Si arriva così spesso al  «suicidio silenzioso dei papà» che non riescono più a vedere i propri amati figli.

 

Facciamo un esempio preso in prestito da alcuni (ricorrenti) casi giudiziari

Prendiamo una coppia con un figlio dove la moglie è disoccupata e il marito guadagna 1500 euro al mese. L’uomo è proprietario di una casa. Un giorno lei gli dice che non lo ama più e lo obbliga ad andare via di casa. Se i due andassero dal giudice, il tribunale non solo costringerà l’uomo a fare le valige, ma lo obbligherà a pagare circa 300 euro di mantenimento all’ex moglie e altri 300-400 euro per il figlio. A lui resteranno circa 800 euro con cui dovrà pagare anche l’affitto per una nuova casa.

 

Ma questo è il minimo

Non appena lui salterà un mese, lei lo denuncerà ai carabinieri; probabilmente dirà al figlio che il padre non vuole mantenerlo e ha piacere a vederlo morire di fame. Il figlio odierà il padre e non vorrà mai più avere contatti con lui.

 

Una situazione del genere porta, ogni anno, in tutta Europa, ben duemila papà a suicidarsi

 

Il 10% di loro sono italiani

La cosiddetta «alienazione parentale» – è così che è stato battezzato il fenomeno – è in forte crescita e sono numerose le sentenze che lo attestano. I più “fortunati” vengono portati sul lastrico da assegni di mantenimento che non consentono di sopravvivere; in alcuni casi, gli ex mariti sono costretti a vivere nelle auto o a chiedere l’elemosina ai centri di accoglienza.

 

Uomo giudice

Ad oggi l’unico modo per i giudici di tutelare i padri è quello di escludere la madre dall’affidamento del figlio, ma questo succede solo nei casi più gravi perché ancora esiste il pregiudizio secondo cui la donna è sempre migliore dell’uomo nella crescita del figlio. Eppure i giudici europei hanno più volte bacchettato l’Italia perché non garantisce il rispetto dei diritti di visita dei minori ai padri separati.

 

Il problema principale in Italia è la mancanza di norme che tutelino i diritti di visita, di educazione e di un normale rapporto dei genitori separati con i figli minori.

 

L’unico rimedio concreto è quello di una denuncia per inottemperanza di ordine del giudice, ma nella realtà queste denunce quasi mai portano ad una soluzione concreta.

 

Il presidente dell’associazione «Nessuno tocchi papà», l’avvocato Walter Buscema, da anni si batte per i diritti dei padri.

 

È sempre lui che così commenta il fenomeno:

«In Italia ci sono circa un milione di uomini che subiscono violenza psicologica da parte delle proprie ex-compagne o mogli ,le quali strumentalizzano i loro figli per motivi economici. Ci troviamo difronte ad una vera e propria emergenza sociale a cui la politica dovrà trovare presto una soluzione concreta. Nel nostro Paese la violenza ha un solo colore, il “rosa”. L’uomo che subisce violenza ha vergogna a denunciare e anche quando lo fa, rimane inascoltato. Anche i media purtroppo “preferiscono” raccontare dello stereotipo della “Vittima-Donna”. Auspico che il Governo e il Ministero delle Pari Opportunità dedichino la giusta attenzione anche agli uomini vittime di violenza di genere ricordando che la violenza non ha sesso».

 

PHI FOUNDATION SOCIAL INNOVATION COMMUNITY

 

Natalia Agafonova

PHI Foundation

TORINO: REGINA DEL VOLONTARIATO CULTURALE

LA CITTÀ

Nonostante Torino non fosse mai stata nominata, finora, dal Ministero dei beni e delle attività culturali come capitale della cultura, dispone, invece, del più alto numero di associazioni per il volontariato culturale.

Torino è una città che ha molta «storia», partendo dal centro con due bellissime piazze: piazza San Carlo di forma rettangolare con due chiese gemelle sul lato meridionale e con al centro un monumento in bronzo dedicato ad Emanuele Filiberto di Savoia e piazza Castello coi suoi monumenti, i suoi portici e le sue fontane a raso.

Si può vedere:  la Mole Antonelliana, la Sacra Sindone all’interno del duomo, le gallerie, le chiese, il lungo Po, e molte altri luoghi meravigliosi della città.

Vi sono anche molte associazioni di volontariato  legate alla cultura, che propongono moltissime attività per tutti sia per i giovani che per i meno giovani.

LE ASSOCIAZIONI DEL VOLONTARIATO CULTURALE TORINESE

L’associazione «Amici di Palazzo Reale» si è costituita nel 1994 con lo scopo di accompagnare il pubblico negli ambienti di Palazzo Reale, esclusi dal tradizionale circuito di visita, diffondendo così un’approfondita conoscenza storico-artistica ed architettonica di Palazzo Reale e delle altre residenza sabaude, organizzando numerose iniziative culturali e didattiche, come: conferenze, convegni, corsi di formazione, ed una raccolta fondi finalizzata al restauro delle opere d’arte di Palazzo Reale.

Cambiando ambito, ma restando in tema di volontariato culturale e spostandoci dal mondo dell’arte verso quello della cultura nobiliare, dal 1996 è nata Vivant un’associazione che approfondisce le tradizioni storico-nobiliari ed i legami della nobiltà col mondo contemporaneo.

L’associazione ha il compito di studiare e di far conoscere il ruolo della nobiltà, di stabilire i collegamenti con associazioni storiche, culturali ed araldiche,  di favorire la consultazione di archivi familiari ed infine di curare la pubblicazione di libri, riviste e saggi, consultabili sul sito internet www.vivant.it.

Spostandoci da Torino ed andando verso Collegno, nella fine dell’Ottocento fu edificato il villaggio Leumann, ossia un complesso architettonico di 60.000 m² costruito per volere dell’imprenditore elvetico Napoleone Leumann, in stile liberty e costituito dal  cotonificio, da alloggi, da una piccola stazione tranviaria, dalla chiesa dedicata a sant’Elisabetta, dalla scuola materna ed elementare, dall’ albergo e da un ufficio postale.

Nel 1992 alcune persone legate al villaggio decisero di dar vita all’associazione «Amici della scuola Leumann» per tenerne viva la memoria.

L’associazione organizza visite guidate nel villaggio, attività sociali, culturali e ricreative che riprendono lo stile di vita nel villaggio ed inoltre dei corsi di maglia, tessitura, feltro e di ricamo.

Chi fosse interessato alle attività delle associazioni può prenotarsi consultando la pagina internet www.villaggioleumann.it.

 

Il mondo della cultura ci affascina sempre e le diverse attività offerte dalle suddette associazioni di volontariato culturale possono essere dei dilettevoli passatempi per trascorrere delle giornate diverse dalla solita quotidianità, dando la possibilità di conoscere nuovi ambiti artistici.

 

Filippelli Giuseppina Giovanna

PHI Foundation

PROGETTO

PROGETTO COSTRUZIONE ORFANOTROFIO

BAMBINI: PROGETTO COSTRUZIONE ORFANOTROFIO

 

 

Ciao a tutti,

con grande gioia vi annuncio che oggi parte ufficialmente la Campagna di Raccolta Fondi per Fondazione Minerva ed in particolare per la costruzione di un Orfanotrofio nel remoto villaggio di Dhading in Nepal. Di seguito trovate la descrizione in dettaglio del progetto oltre alla sua filosofia ed al budget necessario per la realizzazione.

 

Inoltre, per chi si fosse perso qualcuno dei mie 7 articoli dedicati a questa iniziativa e che ho pubblicato sul blog di Phi Foundation, vi allego anche i link per approfondire e vivere insieme a me questa bella ed importante iniziativa.

 

 

Un rinnovato e sentito ringraziamento a Phi Foundation per il sostegno e la visibilità che mi ha sempre dato durante questi mesi.

https://phifoundation.com/nepal-dove-finiscono-le-nebbie/
https://phifoundation.com/piccole-giungere-alle-
https://phifoundation.com/primaria-necessita-grazie-volontari/

Progetto per la costruzione di un Orfanotrofio (Fondazione Minerva)

Introduzione:

La casa verrà costruita nella remota parte occidentale del Nepal, Nilkantha – 12, Sankosh, Dhading. Sarà una organizzazione non-profit e ospiterà 30 bambini orfani. 

Questi bambini, che hanno perso i genitori nel terremoto del 2015 e nelle successive alluvioni che hanno colpito il paese, sono privi di istruzione, cure adeguate e supporto e sono spesso coinvolti nella raccolta di stracci o in altre attività antisociali per sopravvivere.

 

 

Mission del progetto:

Abbiamo iniziato  la costruzione di una casa di accoglienza che mira a fornire educazione, assistenza, supporto e protezione a 30 bambini orfani del remoto distretto di Dhading in Nepal. La costruzione di questa casa è fondamentale per allontanare questi bambini dalla strada e ridarli una vita e possibilmente un futuro.

 

 

La nostra mission in 4 punti:

  1. Supportare i bambini del Nepal occidentale che sono orfani, abbandonati o non supportati dai loro genitori.
  2. Fornire i bisogni di base (cibo, alloggio e abbigliamento, nonché istruzione e assistenza sanitaria.
  3. Gestire i loro bisogni emotivi (amore e compassione) permettendo loro di crescere in un ambiente familiare.
  4. Permettere ai bambini di sviluppare e realizzare il loro potenziale per superare la loro condizione di povertà nel lungo temine.

 

Sintesi del progetto:

La casa che verrà costruita sarà adeguata ad ospitare 30 bambini con ambienti comodi ed accoglienti per vivere dignitosamente e svolgere le varie attività previste per loro.

Questa casa avrà un tutor, un istruttore professionale, un cuoco, un account e un guardiano. Un medico e un dottore effettueranno regolari controlli sanitari e forniranno medicinali. Tutti i bambini riceveranno cibo nutriente  3 volte al giorno, articoli fissi inclusi libri, uniformi e vestiti regolari. Ogni bambino avrà l’opportunità di svolgere attività ricreative come sport, arte e varie attività all’aperto.

Oltre alle attività svolte all’interno della casa, i bambini verranno iscritti alla vicina scuola del villaggio per avere un’istruzione adeguata e apprendere la lingua inglese.

Fra le attività all’aperto è prevista una serie di gite di trekking durante il fine settimana.

 

 

Analisi d’impatto:

Il progetto sarà monitorato e valutato a intervalli regolari da un comitato consultivo di progetto costituito dal presidente dell’organizzazione. Le autorità dell’Agenzia di finanziamento e dell’amministrazione distrettuale locale saranno nominati membri del comitato consultivo del progetto. Tale comitato si riunirà periodicamente una volta ogni 3 mesi e fornirà consulenza su vari aspetti riguardanti l’attuazione del progetto e la revisione dei programmi ovvero le attività intraprese. Il comitato consultivo del progetto esaminerà anche i conti e le dichiarazioni verificate del domicilio dell’orfanotrofio.

 

 

Budget:

  1. Costo dell’installazione (una tantum)  

      Acquisizione di terreni = $ 20,000

      B. Costruzione dell’edificio (una tantum):

       

       Cemento                       = $ 4,000

       Giti/mattoni.                  = $ 2,000

       Canne.                          = $ 3,000

       Elettricità.                      = $ 2,000

       WC, bagno.                   = $ 2,000

       Salari.                            = $ 4,000 

       Pittura/decorazioni        = $ 2,000

       Porte/Finestre               = $ 1,000

      Totale.                            =  $20,000

  1. Costi annuali:

      Stipendi personale.         = $6,000

      Pasti giornalieri.               = $5,000

      Costi dell’istruzione          = $4,800

      Salute/Medicina               = $1,200

      Sport/Cancelleria             = $2,000

      Varie                                = $1,000

       Totale.                              = $20,000

Gran Totale (A+B+C)              = $60,000

 

 

Il vostro contributo è molto importante per la realizzazione di questo progetto!

Grazie!

Alessandro Vitaloni

Coordinate Bancarie Fondazione Minerva:

Citizens Bank International Ltd.

IBAN

0150000360CA

SWIFT

CTZNNPKA

 

PHI FOUNDATION SOCIAL INNOVATION COMMUNITY

 

PHI Foundation

ISABELLE

ISABELLE: IL NOSTRO PIANETA IN UNA FOTO

ISABELLE: IL NOSTRO PIANETA IN UNA FOTO 

 

Isabelle, il nostro pianeta in una foto

Isabelle è una ragazza olandese che ha sempre avuto a cuore il nostro pianeta e lo raffigura grazie alla sua camera, con la speranza che le sue foto possano aiutare le persone a realizzare quanto la Terra sia un posto così prezioso.

 

 

COME HO INIZIATO A SCATTARE FOTO

Ho avuto la mia prima vera camera quasi dieci anni fa. Era soltanto qualcosa che volevo provare a fare, non avevo nessuna esperienza nella fotografia. E così ho cominciato. Nel nostro giardino, nella foresta vicino alla nostra casa e poi, quando sono cresciuta, nei miei viaggi. L’ho amato. Mi ha dato un nuovo modo per catturare quei momenti che non voglio dimenticare. E soprattutto per raffigurare il mondo come lo vedo.

 

 

 

NOI E I CAIMANI

È strano ma ho sempre avuto a cuore il nostro pianeta. Nessuno me lo ha mai detto, lo sapevo già. Per me non c’è nulla di meglio che trascorrere una giornata a contatto con la natura, stando in silenzio e assimilando la pace. Penso si possa imparare molto dagli animali selvatici! Qualche settimana fa ero in Mato Grosso, Brasile. Un posto ricco di natura. Ovunque guardi trovi vita. Ho visto centinaia di capybara, caimani e così via. Non dimenticherò mai quanto fosse pacifico. Sebbene i caimani mangino pesci non ne divorano mai di più di quelli di cui hanno effettivamente bisogno. Nella stagione secca ci sono soltanto pochi stagni in cui si trovano pesci. Ci potevano essere venti, trenta caimani, o forse più, che dovevano sopravvivere tutto l’inverno in uno di quei laghetti. E anche se i pesci avessero nuotato di fronte a loro pronti ad essere divorati i caimani non lo avrebbero fatto. Catturavano solo i pesci di cui avevano bisogno e lasciavano andare gli altri. Erano consapevoli che se avessero mangiato più di quanto fosse stato necessario non avrebbero avuto cibo sufficiente per sopravvivere fino al ritorno delle piogge. Come sarebbe se vivessimo anche noi in questo modo? In fondo sappiamo tutti che c’è qualcosa che non va sulla Terra. Quasi otto miliardi di abitanti sono troppi per continuare a vivere come stiamo facendo ora. Come sarebbe se usassimo soltanto quello che ci serve? Qualche maglietta e qualche pantalone invece di un armadio pieno di vestiti che difficilmente indosseremo tutti? Una classica mela invece di una pretagliata in una confezione di plastica? Un maglione in più invece di accendere il riscaldamento? Come sarebbe se ci rendessimo davvero conto di cosa stiamo facendo al nostro pianeta? Avremmo ancora bisogno di tutti quei vestiti? O della confezione di plastica, che non semplifica così tanto le nostre vite? Abbiamo così tanto bisogno di lasciare la spazzatura nel bosco invece di portarla a casa e gettarla nel cestino? Non penso sia così.

 

 

IL MESSAGGIO DELLE MIE FOTO

Come possiamo ritenerci più intelligenti dei caimani se non sappiamo nemmeno se potremo ancora vivere sulla Terra tra qualche secolo? Spero che quando le persone vedano le mie foto realizzino quanto il mondo sia splendido. Anche non potendo viaggiare. Mi auguro che possano comprendere che dobbiamo prenderci cura di questo pianeta, perché non possiamo vivere senza di lui.

 

 

ARTICOLO ORIGINARIAMENTE POSTATO IN INGLESE SU COWBOYS FROM SPACE

Cowboys from space è un blog in inglese creato da Matt Supertramp in cui si invitano persone da tutto il mondo a scrivere storie riguardanti arte, musica e viaggi. Lo scopo del sito è quello di raccontare ciò che ci circonda e come lo percepiamo grazie alle parole, alle immagini e ai suoni. A volte in modo poetico, a volte irriverente. Ma cercando sempre di essere spontanei.

 

Tutte le foto presenti nell’articolo sono scattate da Isabelle.

Potete trovare altre sue immagini sul suo profilo Instagram: @isa_on_earth.

 

 

SI RINGRAZIA PHI FOUNDATION PER AVER PUBBLICATO LA VERSIONE ITALIANA DI QUESTO POST.

 

 

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Isabelle van Mierlo

PHI Foundation

CONCERTO DI NATALE: GERUSALEMME A MILANO

CONCERTO DI NATALE: GERUSALEMME A MILANO

 

CONCERTO DA GERUSALEMME A MILANO
Viaggio musicale nel Mediterraneo

 

 

IL NOSTRO CONCERTO DI NATALE
Un gradito e richiesto ritorno in una veste nuova, una proposta artistica inedita e di valore enorme alla quale vi consigliamo di non mancare.

 

CONCERTO DA GERUSALEMME A MILANO
Viaggio musicale nel Mediterraneo

 

24 novembre

SABATO 24 NOVEMBRE 2018 alle ore 20:30 saremo lieti di ospitare il giovane Maestro israeliano Omer Meir Wellber sul palco dell’AUDITORIUM DI MILANO FONDAZIONE CARIPLO e con lui accompagnarvi in una serata di viaggio musicale.

Musiche da tutto il Mediterraneo, melodie mediorientali ed europee in un intreccio creativo ed emozionante.

 

Maestro di concerto

Compagni di viaggio del Maestro OMER MEIR WELLBER, che condurrà la serata, esibendosi anche come musicista al pianoforte e alla fisarmonica saranno il mandolinista JACOB REUVEN che suonerà pezzi di grande virtuosismo, il pianista DAVIDE CABASSI che canterà accompagnandosi con il pianoforte, il clarinettista ANTON DRESSLER che farà delle improvvisazioni con il computer, il tutto arricchito dalle splendide note del contrabbasso di MATTEO LIUZZI. Ad accompagnare questo ensemble di sicuro interesse anche il QUARTETTO NOÛS con viola, violini e violoncello.

 

Viaggio nel concerto

Compagni di viaggio del Maestro OMER MEIR WELLBER, che condurrà la serata, esibendosi anche come musicista al pianoforte e alla fisarmonica saranno il mandolinista JACOB REUVEN che suonerà pezzi di grande virtuosismo, il pianista DAVIDE CABASSI che canterà accompagnandosi con il pianoforte, il clarinettista ANTON DRESSLER che farà delle improvvisazioni con il computer, il tutto arricchito dalle splendide note del contrabbasso di MATTEO LIUZZI. Ad accompagnare questo ensemble di sicuro interesse anche il QUARTETTO NOÛS con viola, violini e violoncello.

 

Brevi cenni biografici:

 

Direttore orchestra

OMER MEIR WELLBER attualmente tra i più acclamati Direttori d’Orchestra a livello internazionale, ama di tanto in tanto cambiare prospettiva e ruolo. Ex assistente del Maestro Daniel Barenboim, ancora oggi si diverte a suonare con passione fisarmonica e pianoforte. Dice: “Mi piace suonare perché è un modo per mantenere un contatto con il mondo reale, i musicisti e la musica; quando dirigi pensi di essere tu quello che “fa musica” mentre non sei tu quello che realmente la fa”. Aggiunge il Direttore del Festival di Musica di Dresda: “E’ davvero una personalità con un temperamento molto vivace, cosa piuttosto rara tra i Direttori d’Orchestra. Wellber ha un udito eccellente, sente tutto ed è un interprete originale; è inoltre estremamente immaginoso e sempre alla ricerca di nuovi percorsi creativi.”

 

Mandolino

JACOB REUVEN musicista israeliano, è considerato tra i suonatori di mandolino affermatisi negli ultimi anni come uno dei più intriganti e ricercati. Reuven ha orizzonti musicali ampi che spaziano dalla musica classica a quella barocca, dalla musica contemporanea alla world music, fino alla musica per la danza moderna e il teatro. Ma in ogni ambito musicale ciò che lo contraddistingue è una “voce” unica e standard musicali di grande intransigenza.

 

Pianista

DAVIDE CABASSI è un talentuoso pianista milanese che ha debuttato a 13 anni con l’Orchestra Sinfonica della Rai di Milano ed ha subito intrapreso una brillantissima carriera internazionale che lo ha portato nelle più prestigiose istituzioni concertistiche mondiali.

 

Clarinettista

ANTON DRESSLER è un clarinettista “straordinario,… di una sensibilità quasi esasperata” (Corriere della Sera), con “i fiati sempre dosati, intonazione superba, morbidezza e varietà nel fraseggio invidiabili” (Resto del Carlino). Nei suoi concerti il musicista usa anche elementi di live electronics, passione che lo ha portato a espandere le capacità dello strumento e a sviluppare nuovi programmi.

 

Contrabbasso

MATTEO LIUZZI primo contrabbasso di orchestre quali G. Verdi di Milano, Giovanile Italiana, Mahler Chamber Orchestra. Dal 1998 è Primo Contrabbasso dell’Orchestra del Teatro La Fenice di Venezia.

 

Quartettistico

QUARTETTO NOÛS formatosi nel 2011, si è affermato in poco tempo come una delle realtà musicali più interessanti della sua generazione. La versatilità e l’originalità interpretativa dell’ensemble si manifestano in tutto il repertorio quartettistico e l’attenzione ai nuovi linguaggi compositivi lo spingono a cimentarsi in performance innovative come suonare a memoria e totalmente al buio.

 

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Alessandro Roma

PHI Foundation

SOSTENERE: UNA MANO PER LA SCUOLA 2018

SOSTENERE: UNA MANO PER LA SCUOLA 2018

 

SOSTENERE: UNA MANO PER LA SCUOLA 2018

60.000 euro di prodotti alle organizzazioni iscritte a

IO DONO SICURO

 

L’iniziativa vede da anni PHI Foundation e IID al fianco di COOP Lombardia per raccogliere prodotti scolastici a favore delle famiglie più bisognose

 

Sostenere Una mano per la scuola

Grande successo anche quest’anno per il progetto “UNA MANO PER LA SCUOLA” che ha visto protagonisti PHI Foundation e IID a fianco di COOP LOMBARDIA impegnati ad aiutare le famiglie in difficoltà nel periodo critico quanto oneroso del ritorno sui banchi di scuola.

 

Organizzazioni non profit

Anche quest’anno infatti COOP Lombardia – partner anche nelle recenti iniziative del Giorno del Dono 2018 – insieme a 12 ORGANIZZAZIONI NON PROFIT selezionate e facenti parte del database IO DONO SICURO ha dato ai propri acquirenti la possibilità di regalare alle famiglie più bisognose prodotti per la scuola.

 

Giornate

Nelle giornate del 6, 7, 8 E 9 SETTEMBRE I CLIENTI E I SOCI COOP hanno incontrato e
concretamente aiutato le Organizzazioni Non Profit presenti nei punti vendita per la RACCOLTA DI MATERIALE SCOLASTICO.

Materiali raccolti

I materiali raccolti, il cui valore stimato ha raggiunto CIRCA 60.000 euro, saranno destinati a sostegno di numerosi progetti che le Organizzazioni non profit iscritte a IO DONO SICURO stanno realizzando in Italia e all’estero. IO DONO SICURO è l’unico database in Italia composto solo da realtà non profit verificate.

Anche quest’anno “Una mano per la scuola” è stata un’iniziativa di grande successo che ci ha lasciato molto soddisfatti.

 

Il quantitativo ed il valore corrispettivo dei prodotti donati stanno crescendo di anno in anno consentendo alle associazioni partecipanti di aiutare un numero sempre maggiore di famiglie.

 

Ringraziamo COOP Lombardia per averci scelto per il sesto anno consecutivo come partner dell’iniziativa e per la grande opportunità che offre alle Organizzazioni non profit trasparenti e virtuose verificate.

 

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Alessandro Roma

PHI Foundation

TORINO: PARTE CENTRO MALATTIE RARE

TORINO: PARTE CENTRO MALATTIE RARE

 

Parte a Torino il Centro di Ascolto per le Malattie Rare.

Il Centro, già attivo, verrà presentato ufficialmente il 19 Ottobre 2018 A-Rare, il Forum delle Associazioni di Malattie Rare del Piemonte e della Valle d’Aosta, ha aperto un Centro di Ascolto presso la sede del Centro di Coordinamento Rete Interregionale Malattie Rare (CMID) all’interno dell’Ospedale Giovanni Bosco di Torino, sesto piano.

 

Presentazione

La presentazione ufficiale avrà luogo il 19 Ottobre p.v., alle ore 16:00, presso l’aula Ravetti dell’Ospedale San Giovanni Bosco, Piazza del Donatore di Sangue 3, Torino, anche se è già attivo due giovedì al mese dalle ore 16 alle ore 18 (Per maggiori informazioni potete visitare il sito www.a-rare.it.)

 

Centro Ascolto

Il Centro di Ascolto è gestito direttamente dalle associazioni dei pazienti con l’obiettivo di dare informazioni, in termini bio-psico-sociali, riguardo diversi aspetti legati alle malattie rare.

 

Collegamento

Visto il collegamento con il CMID e con le strutture sanitarie della rete interregionale per le malattie rare, si auspica la possibilità di facilitare il processo diagnostico-terapeutico dei singoli pazienti affetti da malattia rara, di fornire informazioni capillari di carattere socio-assistenziale e di ampliare la conoscenza del network di associazioni presenti sul territorio piemontese e valdostano.

 

Per accedere al Centro di Ascolto è possibile inviare una mail all’indirizzo segreteria@a-rare.it

 

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Alessandro Roma

PHI Foundation

Tutti pronti per il Mashable SMDayIT ?

CI SIAMO!!

Ancora pochi giorni e si alzerà il sipario su uno degli eventi digitali più importante in Italia:

il Mashable SMDayIT.

Tra il 18 e il 20 Ottobre 2018 infatti, presso la prestigiosa location dello IULM Open Space di Milano si svolgerà per il quinto anno consecutivo, un evento che vedrà susseguirsi per 3 giorni alcuni tra i più importanti esperti digitali d’Italia e non solo.

L’idea, partita nel 2014 da Eleonora Rocca, fondatrice del Mashable Social Media Day Italia, è quella di informare, aggiornare il pubblico in merito alle novità del settore digitale, attraverso testimonianze e speakers di altissimo profilo professionale.

Inoltre, l’evento è un’occasione unica per fare network, incontrare e conoscere persone che lavorano nel campo digitale e non solo, provare a trovare sinergie per sviluppare nuovi business, o semplicemente prendere spunti per migliorare il proprio.

IL TERZO SETTORE

Il Mashable SMDayIT inoltre è sempre più attento alle dinamiche sociali e alle ricadute sul terzo settore di tutto quello che riguarda la tecnologia e l’evoluzione digitale. Durante gli speech infatti sarà facile cogliere degli spunti ottimistici e propositivi per migliorare l’ambiente, l’ecosistema e la condizione generale dell’uomo.

PHI Foundation è da sempre attiva su questi fronti, raccontando e sensibilizzando l’opinione pubblica circa i temi legati al terzo settore e all’ambiente ed è proprio in questa ottica che è stata siglata per il secondo anno la partnership editoriale tra PHI Foundation e il Mashable SMDayIT.

Tra il 18 e il 20 Ottobre noi saremo presenti, assistendo agli speech, e incontrando chi volesse conoscerci, saperne di più su chi siamo e cosa facciamo e magari aiutarci e collaborare con noi.

Se ancora non hai acquistato i biglietti, puoi cliccare qui per accedere all’area riservata e comprarli a prezzo speciale, se invece hai già i biglietti allora ci vedremo sicuramente durante l’evento. Lascia un tuo messaggio sul nostro sito e cercheremo di incontrarci e scambiare due chiacchiere insieme.

Dobbiamo impegnarci tutti per provare a migliorare il mondo in cui viviamo e la tecnologia e il digitale possono essere degli alleati preziosi.

Perché ricorda che “il mondo nel quale viviamo, non lo abbiamo ereditato dai nostri genitori, ma lo abbiamo preso in prestito ai nostri figli… R.Benigni

 

La redazione

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ITALIA FESTEGGIA IL GIORNO DEL DONO

ITALIA FESTEGGIA IL GIORNO DEL DONO

 

 

ITALIA FESTEGGIA IL GIORNO DEL DONO: I ragazzi di tutta Italia festeggiano a Roma il Giorno del Dono Scuole, Comuni, associazioni e imprese premiate per il loro impegno per la cultura del dono.

 

Il Capo dello Stato Mattarella concede la medaglia del Presidente della Repubblica a #DonoDay2018

Il 4 ottobre è stata una mattinata di premiazioni, giochi e momenti di spettacolo, con il dono come filo conduttore e 300 studenti accorsi da tutta Italia a riempire il Teatro Ghione di Roma.

È stato celebrato così il 4 ottobre, quarta edizione del Giorno del Dono istituito nel 2015 a livello nazionale.

L’evento si è concluso in grande stile

A suggellare la bontà dell’iniziativa è giunto il riconoscimento ufficiale del Capo dello Stato Sergio Mattarella, che ha conferito alla manifestazione la Medaglia del Presidente della Repubblica.

“Una notizia graditissima, che rafforza la convinzione di aver intrapreso la strada giusta nel chiamare a raccolta e raccontare quest’Italia capace di donare agli altri”, “Un’ulteriore conferma ci viene dal numero di adesioni di scuole, Comuni, organizzazioni non profit e imprese, ancora in crescita come sempre è stato in questi anni”.

 

Moltissimi tra loro
Più di 430 enti hanno infatti scelto di partecipare al #DonoDay2018 e composto la coloratissima mappa del 3° Giro dell’Italia che dona: 85 scuole, oltre 200 associazioni, 120 Comuni e 30 imprese di tutte le regioni italiane si sono dichiarati testimonial del Giorno del Dono.

 

Oltre 150 si sono attivati in prima persona e hanno organizzato un’iniziativa nel proprio territorio per le “due settimane del dono”

E da un viaggio in Italia nasce anche la performance

Raccolto da nord a sud testimonianze di volontari capaci di superare la dimensione dell’io per ragionare come un Noi. “L’unica svolta possibile per creare un vero valore, superando la logica dell’autoaffermazione per dare qualcosa agli altri.”

 

La premiazione delle iniziative più votate dalla giuria popolare ha costituito il cuore dell’evento odierno.

 

Il sindaco di Savignano sul Panaro, Germano Caroli, ha ritirato il premio del contest #DonareMiDona.

 

Comuni: la raccolta di rifiuti riciclabili – la cui valorizzazione economica andrà a favore delle scuole del paese – e di giochi e vestiario destinati ai Paesi in via di sviluppo ha ottenuto il maggior numero di preferenze sul web.

Tra gli enti non profit si è distinto il progetto “Auxilium”, con cui l’Associazione Maria Madre della Provvidenza organizza raccolte alimentari e offre sostegno finanziario a famiglie in difficoltà sul territorio torinese. La sezione dedicata alle imprese, infine, ha visto primeggiare la piattaforma digitale OSO – Ogni Sport Oltre, promossa da Fondazione Vodafone Italiaal fine di avvicinare le persone con disabilità allo sport anche con l’utilizzo di nuove tecnologie e metodi di comunicazione e fundraising innovativi.

 

I protagonisti della giornata sono stati, più di tutti, gli studenti del Giorno del Dono.

Tra giochi e quiz ad hoc il contest dedicato agli istituti primari e secondari di tutto il Paese. Tra i più giovani si sono distinti l’Istituto Comprensivo Purrello di San Gregorio di Catania, con la sua galleria di coloratissimi disegni e i piccoli fotografi dell’Istituto Comprensivo Sandro Pertini di Martinsicuro (TE), autori degli “Scatti di dono”. Il video contest per le scuole medie e superiori ha visto l’affermazione di “Doniamo il nostro aiuto”, cortometraggio contro il bullismo girato in stile cinema muto dal Liceo Siciliani di Catanzaro, e “Ti dono la bellezza”, racconto del progetto di volontariato con gli anziani degli allievi della scuola Alfieri + Conservatorio di Cagliari.

 

 

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Alessandro Roma

PHI Foundation