TUTTI GLI ARTICOLI DELLA SETTIMANA 17 DICEMBRE 2017

QUANDO C’È CUORE E DETERMINAZIONE IL VOLONTARIATO ESPLODE

Dopo lo spaventoso tsunami che nel 2004 devastò il sud est asiatico, il signor Antonio Santoro, neo pensionato e con il desiderio di fare del volontariato, decide di partire per andare ad aiutare quelle popolazioni.

L’intenzione era quella di raggiungere l’Isola di Sumatra ma l’accesso risulta impossibile e con altre persone conosciute in viaggio, rimane bloccato in India, nella regione del Tamil Nadu. Ma anche qui c’è molto da fare. La tempra di Antonio e la sua determinazione a fare del volontariato lo porta a radunare altri volontari e a raccogliere insieme a loro tutto il denaro possibile per acquistare beni alimentari.

Con l’aiuto delle autorità locali, noleggiano due camion, li riempiono di viveri e iniziano a percorrere la costa del Tamil Nadu, distribuendo cibo nei villaggi. Durante il loro viaggio comprendono la realtà e la cultura indiana e fanno amicizia con i responsabili e i volontari dell’associazione Indian Christian Mission.

Tornati in Italia, decidono di fondare “Progetto Familia Onlus”, con lo scopo di fare del volontariato in favore dei bambini dell’India che sono rimasti orfani. Si mettono in contatto con l’associazione Indian Christian Mission e iniziano a raccogliere i fondi per sostenere il loro operato in quel paese. Nasce così una splendida collaborazione, che attraverso il progetto delle adozioni a distanza, offre a molti bambini indiani la possibilità di nutrirsi, vestirsi e andare a scuola.

Dopo molti anni di attività, Progetto Familia viene a sapere che 2 orfanotrofi della regione del Tamil Nadu, si trovano in grosse difficoltà. I volontari di Progetto Familia non possono chiudere gli occhi e si dedicano anima e corpo per aiutarli a restare attivi.

I bambini, grazie ai volontari di Progetto Familia possono crescere e andare a scuola, ma non una scuola improvvisata all’interno degli istituti, NO! Niente collegio, ma la possibilità di frequentare una Scuola Statale.

Per mezza giornata questi bimbi possono uscire dall’orfanotrofio ed integrarsi con i bambini dei villaggi vicini. Un po’ di aria, un po’ di normalità e soprattutto un po’ di scolarizzazione che permetterà loro di essere indipendenti da grandi.

In quelle zone l’assistenza sanitaria è praticamente nulla, così Antonio e i suoi volontari si danno da fare per aprire un ambulatorio medico gratuito, aperto a tutti, che offra la presenza giornaliera di un medico, 2 infermiere e i medicinali necessari alle cure.

L’ambulatorio oggi è diventato un importante punto di riferimento per tutti i villaggi della zona. Tra gli utenti ci sono molte donne, che chiedono aiuto durante la gravidanza o il parto.

Progetto Familia si occupa anche della tragica condizione delle donne, considerate esseri inferiori, spesso vendute per pagare un debito o cedute come spose bambine a ricchi possidenti.

Per dare loro una dignità e aiutarle ad essere autonome, l’associazione ha creato un laboratorio di taglio e cucito, dove offre alle donne del posto una formazione professionale gratuita. L’obiettivo non è solo aiutarle a guadagnarsi da vivere ma anche ad avere rispetto di sé e pretenderlo dagli altri.

Sicuramente il Sig. Antonio, quando ha seguito il suo desiderio di fare del volontariato ed è partito per l’Asia, non avrebbe mai immaginato di riuscire a fare così tanto. Oggi Progetto Familia sostiene progetti in India, Etiopia e Uganda.

Se volete aiutare questa Associazione, sostenerla o saperne di più sulle sue attività di volontariato, potete scrivere a a.santoro@progettofamilia.org oppure telefonare al numero 02.40074976.

 

Laura Giacometti

PHI Foundation

TUTTI GLI ARTICOLI DELLA SETTIMANA 26 NOVEMBRE 2017

Il servizio civile a Milano

1 I ciechi in ritirata dal servizio civile a Milano: l’occasione mancata

Cari lettori, si dice che il meccanismo di reclutamento di volontari con cecità al servizio civile e  degli accompagnatori per la realtà di Milano non funziona e allontana i giovani. L’assegno mensile è ritenuto basso in relazione al costo della vita, invece per quanto riguarda i tempi di «ingaggio» risultano essere troppo lunghi.

Il punteggio attribuito ai progetti di servizio civile dell’Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti onlus, per Milano è quello massimo. Ma i risultati sono che l’aiuto concretamente arrivato a chi è in difficoltà per andare e tornare dal lavoro oppure per svolgere qualsiasi mansione quotidiana, non sono per niente proporzionali. Gli effetti dei progetti ritenuti validi dal Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale, sono purtroppo minimi, o di sicuro insufficienti alle necessità. Ma qual è esattamente il motivo?

Arruolare i volontari risulta essere molto  difficile. Stà  di fatto  che  il meccanismo da parte del  servizio civile nel caso dei non vedenti bisognosi di accompagnamento a Milano non funziona: si tratta di  un’occasione mancata.

2 Cause dell’insuccesso: Lentezza, Allarme e Terzo Settore;

Le ragioni dell’insuccesso sono soprattutto due, cerchiamo quindi, di  fare  un po’ di chiarezza: il primo dato è la lentezza ossia quella dei tempi d’avvio dei singoli progetti: tra uno e l’altro si crea un «vuoto enorme » di servizio di 3-4 mesi (anche se dall’anno prossimo la situazione dovrebbe migliorare). Invece viene erogato dall’altro fronte, un assegno ai volontari poco appetibile soprattutto nella realtà di Milano: se 433 euro di contributo mensile in certi contesti geografici possono rappresentare una grande opportunità per i giovani, non si può dire lo stesso nel capoluogo lombardo dove il compenso è ritenuto basso in relazione al costo della vita e dove, di conseguenza, per questa cifra spesso si fanno avanti figure non troppo motivate. Ma c’è ben altro cari lettori: dall’avvio del bando  2017  e dalle relative selezioni, passano circa nove mesi di intralci burocratici prima che i volontari possano entrare effettivamente in servizio, cosi ad esempio per i colloqui svolti nel  luglio scorso, per i prescelti se ne parlerà a metà marzo del 2018. Un tempo troppo lungo per chi è giovane e in attesa di opportunità, con il risultato che molti ragazzi che oggi dicono sì, domani sono altrove e proiettati su altri progetti più convincenti.

La lentezza non sempre facilita le cose è necessario rendersene conto.

Un altro punto chiave è quello che ad aver lanciato il grido d’allarme, sia stato proprio il presidente dell’Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti onlus di Milano, Rodolfo Masto, che rivolge un appello generale affinché «si correggano le distorsioni dell’impianto del servizio civile», ma anche un appello particolare al sindaco di Milano, Beppe Sala, perché intervenga in tempo per risanare  la situazione. Voi tutti vi chiederete in che modo? Si tratta semplicemente di pattuire, come già è stato fatto a Roma, una convenzione con l’Unione per assicurare contributi vincolati agli accompagnamenti dei ciechi, da assegnare nei mesi di sospensione dei progetti e in aggiunta all’impegno dei volontari. «Ogni giorno – spiega Masto – a Milano ci sono 18 ciechi da portare al lavoro, tra le 7 e le 8 del mattino. Gli accompagnamenti necessari nell’arco della giornata sarebbero 130. L’attuale meccanismo del servizio civile è tale per cui dei 32 volontari assegnati ne sono rimasti appena dieci. Per il 2018, a fronte di 32 posti assegnati ne sono stati selezionati solo 16, che dovrebbero iniziare a metà marzo. Il reclutamento è sempre più difficile. Ma noi non possiamo interrompere questo servizio e del resto non riusciamo neanche, da soli, a far fronte a tutte le necessità del territorio. Con un piccolo contributo del Comune potremmo coinvolgere almeno una decina di ragazzi in più».

Con queste parole si spera che l’allarme dato venga accolto il prima possibile per dare a tutti un’opportunità per i ciechi bisognosi  di un’esperienza significativa nel servizio civile nazionale.

Infine vi è la Riforma del terzo settore in cui il presidente milanese dell’Unione italiana si augura che anche nell’ambito dei correttivi della riforma del Terzo settore «si possa trovare una soluzione per avvicinare la tempistica della legge ai bisogni». «Il servizio di accompagnamento per ciechi e ipovedenti è vitale – insiste Masto – anche perché la situazione di Milano è particolarmente complessa. Le condizioni del traffico rendono molto difficile l’uso dei cani guida. Per gli accompagnamenti la nostra sezione è costretta a integrare le prestazioni dei volontari civili con il lavoro di operatori retribuiti con risorse dell’Unione, a questi si affiancano tanti cittadini volontari cui devono però essere rimborsate le spese di viaggio. Ma i fondi non bastano più. Ecco perché proponiamo di aprire un tavolo con le istituzioni per cercare soluzioni insieme ».

Alla luce dei fatti si nota ancora una volta una forte incapacità di poter gestire al meglio la possibilità di  lavorare volontariamente nel servizio civile a Milano e dopo queste note non rimane altro che sperare che qualcosa cambi ed avvenga veramente una riforma nel terzo settore capace di togliere la lentezza burocratica e che infine l’allarme possa essere percepito come un inno per riportare organizzazione e praticità nelle burocrazie verso chi  intende partecipare al progetto del servizio civile in particolar modo a  Milano.

 

N&D Nadine Fashion Stylist

PHI Foundation

 

OXFAM: Eliminare la povertà e le disparità sociali

Povertà , disuguaglianze, disparità sociale, condizioni di vita precarie al limite della sussistenza, queste sono le problematiche che portano alla nascita di OXFAM.

Partita nel lontano 1942 da alcuni studenti di Oxford, per portare cibo alle donne e ai bambini greci stremati dalla guerra, si è diffusa in breve tempo in tutto il mondo e oggi è una vera e propria confederazione internazionale di organizzazioni no profit che lavorano insieme in più di 90 paesi.

In particolare in Italia, OXFAM, nasce dall’esperienza Ucodep, organizzazione non governativa che per  oltre 30 anni si è occupata di migliorare le condizioni di vita delle persone povere, dando loro gli strumenti per costruirsi un futuro.

Questa associazione di volontariato si impegna nell’educazione interculturale, attivando Campagne di opinione e sensibilizzazione, promuove il commercio equo solidale e dall’inizio del 2000 collabora a livello globale nelle situazioni di emergenza.

Con i propri volontari, interviene nelle emergenze umanitarie causate da catastrofi naturali, come terremoti e tsunami, o dalle guerre senza senso dell’uomo, portando acqua, servizi igienico-sanitari e rifugi alle popolazioni, aiutando a ripristinare i servizi idrici e fognari e sostenendo la ricostruzione fino al ritorno alla normalità.

Un altro grosso obiettivo di OXFAM è quello favorire la diffusione dell’istruzione per tutti, soprattutto per le donne che subiscono condizioni di disparità in gran parte del globo e sono tra le principali vittime della violenza e della fame.

La missione di OXFAM è quella di combattere le disparità, aiutando le persone a riappropriarsi del proprio destino e offrendo  loro gli strumenti necessari per realizzare un futuro migliore.

In questo periodo in Italia, OXFAM sta organizzando il Progetto PACCHI DI NATALE, un’iniziativa atta a raccogliere fondi per l’emergenza acqua, malnutrizione e carestia nei Paesi del Centro e del Sud dell’Africa.

In vari centri commerciali e in alcuni negozi, in giro per tutto il Paese, a partire dall’8 dicembre potrete trovare dei banchetti che offrono il servizio di farvi un bel pacco regalo per tutti i doni da voi acquistati. Con un piccolo contributo, usufruendo di  questo simpatico e utile servizio, potrete anche voi aiutare a ridurre la disuguaglianza e le ingiustizie che dilagano nel mondo.

OXFAM ed i suoi volontari non si fermeranno mai fino a quando la povertà e le ingiustizie sociali non verranno eliminate, permettendo ad ogni individuo una vita degna di essere vissuta.

 

Laura Giacometti

PHI Foundation

ARTICOLI DELLA SETTIMANA 8 OTTOBRE 2017

PAPA ABBRACCIA I RAGAZZI DEL DONO

Il Papa abbraccia i ragazzi del Dono:
“fate la stupenda esperienza del dono”

 

“Donare fa sentire più felici noi stessi e gli altri; donando si creano legami e relazioni che fortificano la speranza in un mondo migliore”.

 

Così Papa Francesco ha esortato i giovani studenti delle Scuole medie inferiori e superiori italiane in Udienza Privata, in rappresentanza dei 10 mila ragazzi coinvolti nel contest nazionale #DonareMiDona in occasione del Giorno del Dono fissato per legge il 4 ottobre. Sono loro gli autori dei cortometraggi che si sono aggiudicati i premi ed hanno potuto ascoltare dal vivo le parole di Papa Francesco.

“Il dono più grande che Dio ha fatto a ciascuno di noi -ha detto Papa Francesco aprendo il suo intervento- è la vita; e la vita fa parte di un altro dono divino originario che è il creato”.

“Il dono -ha poi aggiunto il Santo Padre– non è un concetto astratto, un generico richiamo al regalo – tanti regali possono essere interessati, non gratuiti –, ma un atteggiamento e un’azione che hanno le proprie radici nel messaggio del Vangelo”. “Tutti, specialmente i ragazzi e i giovani sono chiamati a fare la stupenda esperienza del dono”.

Il giorno del dono, per il Papa, “è un’opportunità stimolante prima di tutto per i giovani: perché possano scoprire che il dono è una parte di noi stessi che viene gratuitamente regalata all’altro, non per perderla, ma per aumentarne il valore”.

“I volti di questi ragazzi sono la testimonianza più viva del nostro impegno per la cultura del dono. Sono solo una rappresentanza di migliaia di studenti, amministratori locali, imprenditori, volontari e responsabili delle organizzazioni del terzo settore che ogni anno, dal 2015, si rimboccano le maniche e danno corpo e anima alla campagna per il Giorno del Dono”.

Nella sala Clementina del Palazzo Apostolico c’erano i ragazzi del Liceo Scientifico Paritario Enrico Fermi di Milano: nel video “Dono- Nodo” che ha vinto il premio della Giuria Tecnica, animano un flashmob itinerante che “lega” al senso del dono gli ignari e increduli passanti a Milano. Il premio IID è andato invece all’Istituto Comprensivo Sandro Pertini di  Martinsicuro (Teramo) che ha realizzato il video “A scuola di Volontariato”: nel corto il dono della loro giornata passata insieme ai ragazzi con disabilità di un centro diurno. La giuria popolare ha invece incoronato la Scuola di Primo Grado Vittorio Alfieri  + Conservatorio di Cagliari con quasi 5000 voti: il loro video, “Il dono è…” celebra il dono della vita e i ragazzi diventano ironicamente “pacchi regalo” che rotolano fra le stanze della scuola.

Ad incontrare Papa Francesco c’erano anche i rappresentanti del Comune, dell’azienda e della realtà non profit che si sono resi protagonisti del 2° Giro dell’Italia che Dona, vincendo il contest dedicato alle iniziative più interessanti: l’AMMP- Associazione Maria Madre Provvidenza Onlus di Torino, con l’iniziativa di raccolta di generi alimentati “I Cinque pani”; il Comune di Savignano sul Panaro con “Scusa ti va di donarmi i tuoi “scarti”? Grazie di cuore!” che ha visto la raccolta di materiale donato dai cittadini e imprese per finanziare progetti scolastici locali e l’associazione “Charly’s Taekwondo Foundation”; l’impresa L’Antina di Vigevano con l’iniziativa “Realizziamo una #copertacollettiva!”.

Martedì 3 ottobre ore 10.30 l’iniziativa romana del Giorno del Dono 2017 al Parlamentino del Cnel: l’evento “Donare fa Cultura” ha visto la partecipazione di una selezione, composta da più di 100 studenti, delle scuole che hanno partecipato al contest #DonareMiDona e la premiazione ufficiale dei vincitori. I ragazzi hanno ascoltato la testimonianza di alcuni volontari e le loro storie. Nel pomeriggio, sempre di martedì 3 ottobre, l’emittente televisiva TV2000 ha dedicato una parte del programma “Siamo noi” al Giorno del Dono 2017 e oggi mercoledì 4 ottobre alle 11.30 nella Sala Stampa della Camera dei Deputati la conferenza stampa finale con la presentazione di tre indagini dedicate al non profit.

 

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Sebastiano de Falco

PHI Foundation

 

NON PROFIT: TREND POSITIVO RACCOLTA FONDI

Continua il trend positivo della raccolta fondi nel non profit

Secondo i dati dell’indagine periodica sull’andamento della raccolta fondi nelle organizzazioni non profit (onp),  il 36% delle onp ha aumentato le proprie entrate totali nel 2016, mentre il 42% non ha registrato nessun cambiamento sostanziale. Il numero di onp che hanno migliorato le loro performance è aumentato del 5%. Solo il 22% ha diminuito le proprie entrate: erano il 27% nel 2014. L’indagine integrale verrà presentata il 4 ottobre a Roma alla Sala Stampa della Camera dei Deputati nel corso della conferenza stampa in occasione del Giorno del Dono 2017.

L’anteprima dell’indagine – svolta su un campione di 130 organizzazioni non profit nei mesi di luglio e agosto e riferita ai dati di bilancio 2016 e alle stime e aspettative del 2017 – è stata presentata nel corso del convegno “Donare fa Comunità“, tappa milanese del “2° Giro dell’Italia che Dona“, campagna nazionale per il Giorno del Dono fissato per legge il 4 ottobre. La campagna raccoglie e unisce tutte le iniziative realizzate dal 23 settembre all’8 ottobre. Che anche per quest’anno hanno superato quota 100, con circa 500 realtà impegnate in attività che hanno come tema centrale il dono in tutte le sue forme.

“È il Paese che vogliamo raccontare, il buon paese che non nega le sue difficoltà, ma comprende che il dono crea comunità ed è una delle risposte più efficaci alle crisi. In questi quindici giorni, con così tante iniziative, vogliamo recuperare il vocabolario del dono che purtroppo oggi ha poca dignità pubblica”.

“Oggi in Italia l’impegno a donare non è solo un gesto individuale – ha detto il presidente della Fondazione Cariplo Giuseppe Guzzetti, ricordando l’impegno innovativo della Fondazione nel sostenere progetti di welfare sociale e le fondazioni di comunità -, ma direttamente preso in carico dalle comunità e dai territori. La comunità è un territorio fatto da soggetti che hanno un senso di appartenenza. Da quel senso di appartenenza dobbiamo ripartire”.

I dati delle donazioni da privati anticipati dall’IID hanno trovato una conferma anche nell’intervento del sottosegretario al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali Luigi Bobba, intervenuto al convegno. Bobba ha rivelato il trend positivo registrato dalle dichiarazioni dei redditi del 2016 sul 2015 che parlano di un aumento del 10% delle donazioni alle onlus (oggi Enti del Terzo Settore), ma anche alle ong e agli istituti scolastici, ricavati dalle detrazioni fiscali per le erogazioni liberali. L’aumento è frutto anche dell’innalzamento del tetto fino a 30.000 euro per le donazioni detraibili stabilito dal Governo nel 2015. “I contenuti della riforma del terzo settore – ha aggiunto Bobba – possono essere una leva potenziale per incrementare e qualificare i percorsi del dono”.

Ed è stato il dono il filo conduttore dei progetti delle Fondazioni di comunità lombarde sostenuti dalla Fondazione Cariplo e accomunati da un’idea innovativa di welfare, capace di rafforzare la dimensione comunitaria. I progetti sono stati introdotti daFilippo Petrolati di Fondazione Cariplo e raccontati dal presidente della Fondazione Comunitaria del Verbano Cusio OssolaMaurizio De Paoli (progetto La cura è di casa), dal presidente della Fondazione Comunitaria della Provincia di CremonaCesare Macconi (progetto Fare legami) e dal presidente della Fondazione Comunitaria Nord Milano Paola Pessina (progetto #Oltreiperimetri).

Gli eventi del Giorno del Dono 2017 proseguono questa settimana e troveranno il culmine la prossima settimana a Roma con l’udienza privata del 2 ottobre che le scuole vincitrici del video-contest #DonareMiDona avranno con Papa Francesco in Vaticano e l’evento clou del 4 ottobre “Donare fa cultura” al Parlamentino del CNEL.

 

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Sebastiano de Falco

PHI Foundation

 

 

ARTICOLI DELLA SETTIMANA 17 SETTEMBRE 2017

DONARE: CENTINAIA DI EVENTI SUL DONO

Donare: Centinaia di eventi sul dono 
in gara per i contest #DonareMiDona

Fino al 24 settembre la rete si mobilita per eleggere 
le migliori iniziative del 2°Giro dell’Italia che Dona

Mancano solo 10 giorni all’inizio delle due settimane del dono e in programma ci sono già un centinaio di eventi organizzati da Comuni, associazioni e imprese che comporranno il 2° Giro dell’Italia che Dona. Le idee in tutta Italia per celebrare la cultura del dono sono tante e le iniziative variegate: con il contest #DonareMiDona chiunque può votare la più interessante. Tutte le iniziative sono consultabili e votabili in rete attraverso il voto popolare, accedendo alla piattaforma dedicata al Giorno del Dono www.giornodeldono.org.

 

Dal 23 settembre all’8 ottobre tutto lo stivale, isole compresesarà animato da iniziative grandi o piccole, tradizionali o innovative: tutte per noi ugualmente speciali e uniche perché nate per portare il Giorno del Dono a tutti gli italiani. Saranno eventi organizzati dalle amministrazioni comunali più sensibili ai temi del dono e dalle realtà non profit che da subito hanno creduto e sono state al nostro fianco nel progetto di dedicare il 4 ottobre di ogni anno al dono, fondamento di ogni società”.

 

Le votazioni saranno aperte fino al 24 settembre: un rappresentante per ogni ente vincitore incontrerà Papa Francesco in occasione dell’udienza privata dedicata a #DonoDay2017 che si terrà lunedì 2 ottobre.

 

Sul sito www.giornodeldono.org cerca l’iniziativa più vicina a te, votala e partecipa all’evento: sarai così anche tu protagonista #DonoDay2017. L’appuntamento di apertura delle due settimane del dono, si terrà il 25 settembre a Milano ed è realizzato in collaborazione con Fondazione Cariplo. Per partecipare www.istitutoitalianodonazione.it”.

 

La rete del Giorno del Dono

 

Ente promotore: Istituto Italiano della Donazione

 

Enti patrocinanti: Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Città Metropolitana di Milano, Comune di Milano, Anci, Responsabilità Sociale Rai, ACRI, Assif, CNV Centro Nazionale per il Volontariato,  CSVnet, EUConsult Italia, Fondazione Sodalitas, Forum Terzo Settore, I Cantieri del bene comune.

 

Si ringrazia: Compagnia di San Paolo, Fondazione Cariplo. Partner: Banco BPM.

 

Partner tecnici: Insolito Cinema, NP Solutions.

 

Media Partner: AIESEC Italia, Altreconomia, Avvenire, Buone Notizie – L’impresa del bene, Felicità Pubblica, Il Giornale della Protezione Civile, OnlusOnAir, PHI Foundation, Redattore Sociale, Tg1-Fa la cosa giusta, Tv2000, Uidu, Vita, Volontariato Oggi.

 

Istituti di ricerca partner: Gfk, Osservatorio di Pavia. Artista: Monica Martini

 

Membri del Comitato d’Onore del Giorno del DonoValeria Fedeli, Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca;Giuliano Poletti, Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali; Leonardo Becchetti, Professore Ordinario di Economia Politica; Riccardo Bonacina, Direttore Vita Magazine; Don Virginio Colmegna, Presidente Casa della Carità; Giuseppe De Rita, Presidente Censis; Antonio Decaro, Presidente ANCI; Claudia Fiaschi, Portavoce Forum del Terzo Settore; Carlo Fratta Pasini, Presidente Banco BPM; Giuseppe Guzzetti, Presidente Fondazione Cariplo; Luca Mattiucci, Responsabile Corriere Sociale; Francesco Profumo, Presidente Compagnia di San Paolo; Giovanna Rossiello, Curatrice Tg1 Fa’ la cosa giusta; Elio Silva, Giornalista Il Sole 24 ORE; Adriana Spazzoli, Presidente Fondazione Sodalitas; Stefano Tabò, Presidente CSVnet; Marco Tarquinio, Direttore Avvenire; Stefano Zamagni, Presidente Fondazione Italia per il dono.

 

 

Sebastiano de Falco

PHI Foundation

New Generation Nosy Faly: un’isola che cresce

Nosy Faly, un’isola del Madagascar dove vivono circa quattromila persone, una natura incontaminata, un mare che si estende a perdita d’occhio e un cielo stellato, di quelli che si possono ammirare solo in navigazione in mare aperto. Un luogo periferico al mondo ma che diventa il cuore di un progetto grande: New Generation Nosy Faly, la Onlus fondata da Nicoletta Bruno e Danilo Farias nel 2013.

Abbiamo raggiunto Nicoletta, per ascoltare proprio da lei la storia di questo sogno, che è ormai una realtà  concreta e radicata sull’isola di Nosy Faly.

Cosa ti porta in Madagascar e, più precisamente, a Nosy Faly?

“Nel 2012 un mio collega dentista mi chiede di raggiungerlo in Madagascar per rendere operativo un dispensario. Accetto la sua proposta e decido di partire; Danilo si propone di venire insieme a me come volontario. L’arrivo a Nosy Faly avviene per pura casualità : alcune suore ci chiedono di accompagnare una sessantina di bambini presso una colonia estiva e noi accogliamo la richiesta. Eccoci arrivati su un’isola che da quel momento entrerà  nei nostri cuori”.

Cosa ricordi di quel primo incontro con l’isola?

“Dopo un viaggio di tre ore stipati su un pulmino sovraccarico di una sessantina di bambini, dai tre anni in su, arriviamo a Nosy Faly. Un’isola praticamente deserta, dove troviamo ad accoglierci solo una grande casa vuota. Ricordo che ciascun bambino ha steso ordinatamente la propria stuoia per dormire. Ognuno di loro aveva in dotazione una stuoia, un bicchiere di plastica e uno spazzolino, che gli avevamo regalato per insegnare loro a fare l’igiene orale.

All’ora del pasto i bambini si mettevano in fila per ricevere nel piatto del brodo, cucinato sul fuoco in grandi pentoloni. Poi ognuno ripuliva il piatto con la sabbia, lo sciacquava in mare e riponeva con cura quanto gli era stato dato.

Ecco, il mio primo ricordo sono loro, i bambini“.

Cosa hai provato in quei giorni sull’isola?

“Ero in un posto incredibile, che mi permetteva un immenso contatto con la natura ma dentro di me sentivo un profondo senso di vuoto, una grande desolazione.

Danilo, al contrario, vedevo che si riempiva dei colori, degli odori, dei suoni di quella terra, diceva che era il luogo in cui avrebbe desiderato trascorrere parte della sua vita per realizzare qualcosa di concreto.

Al rientro in Italia abbiamo subito provato a dare forma a ciò che avevamo sentito dentro, ai nostri pensieri: nasce così l’Associazione New Generation Nosy Faly Onlus, e si concretizza la scelta di Danilo di trasferirsi stabilmente sull’isola, interrompendo la sua carriera di ballerino e insegnante di danza qui in Italia“.

Che cosa è quindi New Generation Nosy Faly, e quali sono i suoi obiettivi?

“E’ la riposta che abbiamo pensato di dare ad una terra che ti si offre davanti con le sue bellezze ma che ti mostra con altrettanta schiettezza quali e quanti sono ancora i bisogni e le necessità  di una comunità che cerca di sopravvivere al meglio.

L’Associazione New Generation Nosy Faly nasce nel 2013 grazie al supporto di tanti sostenitori e volontari, con un duplice obiettivo: sanitario ed educativo”.

Ci puoi spiegare meglio cosa avete fatto e state continuando a fare in ambito sanitario?

“Innanzitutto abbiamo cercato di creare le condizioni per migliorare la qualità  di vita della popolazione. La situazione sanitaria a Nosy Faly è critica: le malattie veneree sono molto diffuse, e i bambini ne sono spesso i portatori; gli incesti tra consanguinei hanno portato ad una elevata incidenza di nascituri con problematiche fisiche e psichiche; prima del nostro intervento non vi era sul territorio possibilità  di accedere a cure mediche.

Abbiamo quindi agito immediatamente sul contesto ambientale: nel 2013 abbiamo portato la luce sull’isola, e abbiamo reso fruibile un pozzo per l’approvvigionamento di acqua potabile. E’ stato istituito un presidio medico, con un dispensario cui attualmente accedono mediamente quindici persone al giorno, con ogni tipo di bisogno. Nei periodi in cui sono stata presente io, giungevano quotidianamente da ogni parte dell’isola circa ottanta persone per ricevere cure dentarie.

Abbiamo anche coinvolto la popolazione cercando di agire sulla prevenzione in ambito sanitario, in particolare con le donne rispetto al tema della sessualità  e della contraccezione”.

 

Dal punto di vista educativo in quale direzione state agendo?

“Educazione, istruzione e formazione al lavoro sono le nostre parole chiave. Puntiamo sulle nuove generazioni perchè acquisiscano competenze e abilità  in ambito lavorativo per migliorare il loro futuro, quello della loro comunità , del loro territorio.

Prima se un bambino voleva andare a scuola doveva percorre più di otto chilometri per raggiungerla: l’istruzione scolastica era praticamente inaccessibile! Non vi era nessuna attenzione rispetto al fatto che i ragazzi studiassero e si formassero: per gli uomini il destino E’ diventare pescatori, per le donne diventare mamme a tredici/quattordici anni.

Per darti alcuni elementi concreti: nel 2014 è stata realizzata la scuola materna, che ad oggi ospita circa sessanta bambini. Nel 2016 è stata inaugurata la scuola elementare che, nelle cinque classi, accoglie circa trecento bambini.

E ci tengo ad aggiungere che abbiamo deciso di costruire una scuola laica, che vede la compresenza di bambini cristiani, musulmani e animisti. Non vogliamo che esistano discriminazioni, per noi è importante lo scambio, l’integrazione, nel rispetto degli equilibri di una comunità che da subito si è mostrata pronta ad accoglierci”.

E’ stata costruita anche una casa famiglia, so che ci tenete molto.

“Si, il desiderio di realizzarla è nato subito, appena Danilo ha deciso di stabilirsi a Nosy Faly. E’ stata completata nel 2015 ed ora accoglie sedici bambini“.

Tanti progetti realizzati…quale è stata, secondo te, la chiave che vi ha permesso di vedere accolte le vostre proposte dalla comunità  locale?

“Sicuramente l’essere partiti dal territorio, creando delle relazioni stabili e significative con figure autorevoli, che potessero fare da ponte tra noi e la popolazione, e coinvolgendoli nella realizzazione di ciascun progetto. La comunità  ci ha ben accolto perchè da subito ha compreso che apportavano beneficio alla loro società , senza volerla snaturare”.

Tanti obiettivi raggiunti ma ancora molto da fare, tante idee e il crescente bisogno di volontari, giusto Nicoletta?

“Giusto! Abbiamo appena concluso il “Progetto Sarti” grazie alla presenza di una volontaria giunta dal Portogallo. Abbiamo comprato venti macchine da cucire a manovella, per non usare l’elettricità , e abbiamo reso possibile a donne e uomini che lo desiderassero la frequenza di un corso della durata di tre settimane che permettesse loro di acquisire questa competenza.

Tempo fa alcuni volontari hanno fatto funzionare dei pannelli solari e si sono adoperati per insegnare ai ragazzi piccole riparazioni elettriche.

Stiamo lavorando affinchè, grazie anche all’aiuto di donazioni dall’Italia, prenda avvio in concomitanza con l’inizio del nuovo anno scolastico, il “Progetto Academy” che darà  la possibilità a bambini e ragazzi di formarsi nelle arti, danza e musica. Un modo per formare, educare, diffondere la cultura.

Le competenze e le abilità  di ognuno sono ben accette, la ricerca di volontari che vogliano dedicare almeno due settimane del loro tempo a Nosy Faly è sempre attiva. Quindi vi aspettiamo, perchè, come dice Danilo: – Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo -” (Mahatma Gandhi).

 

Sara Petoletti

PHI Foundation

40 anni di Volontariato: Campo Olimpia

Proprio come nella canzone di Gino Paoli… 4 amici al bar (Vando, Ugo, Sergio ed Emilio) si ritrovano e decidono di creare uno spazio pulito, sicuro, bello dove far crescere le nuove generazioni, ecco come nasce Campo Olimpia Associazione no profit di volontariato a Milano.

Una discarica esterna di materiale edilizio, vicino ad una scuola elementare e ad una scuola materna, viene spianata, ripulita ed attrezzata per essere fruibile a tutti, bambini, ragazzi, mamme, papà , nonni e nonne.

Ognuno contribuisce come può, chi mette a disposizione le proprie competenze professionali, chi recupera casette abbandonate, panchine del vecchio cortile del nonno, la pala del cognato, gli attrezzi del cugino. Chi sistema vecchie biciclette, chi progetta i campi da pallavolo, da basket, da calcio, il parco giochi per bambini, la cassetta della sabbia. Sono tutti volontari, tutti pronti a donare e condividere.

Certo, c’è sempre da discutere, la cassetta la mettiamo qua..no sta meglio là , le pareti devono essere blu, no gialle, ma alla fine tutti si danno da fare e l’accordo arriva sempre.

Il campo viene inaugurato con i Giochi di Maggio, più di 500 tra bambini e ragazzi partecipano con entusiasmo e viene invitato anche il sindaco Aldo Aniasi.

Un problema c’è però ed è il caso di esporlo al sindaco: il terreno è del comune e i 4 amici non hanno alcuna autorizzazione.

Aniasi si rende conto dell’ottimo lavoro fatto, terreno bonificato e spazio per la comunità  e consiglia ai soci di costituire un’Associazione dal Notaio, il Centro Sportivo Campo Olimpia, alla quale vengono date tutte le concessioni. Siamo nel lontano 1975.

Sono passati più di 40 anni e le cose non sono cambiate, anzi sono migliorate, tranne le discussioni per il colore della parete, per chi sta vincendo a briscola e sulle partite di calcio nazionali.

Tutto là è pro bambini, tutto si basa sul semplice e puro concetto del volontariato, del dare, del donare. Non si parla di religione, non si discute di politica, non è importante la razza, siamo tutti esseri umani.

Il campo è circondato da una scuola elementare, vicino c’è la scuola media, di fianco la scuola materna, di fronte la scuola ebraica e a pochi passi la scuola giapponese. Tutti sono i benvenuti.

I soci sono sempre pieni di iniziative, dei veri vulcani, il loro calendario è fittissimo.

La festa di Pompieropoli, di Ghisalandia, i Giochi di Maggio, i Giochi senza frontiere, la Castagnata, la Festa dello Sport, la giornata per saperne di più su Immunità  e Vaccini, quella su Come Evitare Truffe e Raggiri. La briscola, il burraco, la lettura delle Fiabe per i più piccoli, il gruppo “I Love Book” con il tè delle 5, tutti possono partecipare e senza pagare nulla.

Se volete respirare aria di solidarietà, la simpatia e la disponibilità  di questi simpatici signori vi consiglio di fare un salto a Campo Olimpia, è in via Soderini 41/2 Milano. Date da non perdere: il 17 settembre ci saranno i famosi Giochi senza frontiere e il 20 settembre alle h.18 si parlerà  di immunità  e vaccini con il Prof. Alberto Mantovani.

 

Per saperne di più su tutte le attività di Campo Olimpia potete scrivere ad assocampo.olimpia@libero.it o potete telefonare al presidente Emilio Marelli 392.0164108 o all’associazione al 344.1595392, di sicuro qualcuno di disponibile troverete sempre.

 

Laura Giacometti

PHI Foundation

ARTICOLI DELLA SETTIMANA 10 SETTEMBRE 2017

SAN PATRIGNANO: DIGITAL FOR NON PROFIT

San Patrignano: Digital For Non Profit – D4NP: appuntamento il 16 settembre per fare il punto sullo stato del digitale nel mondo non profit Realizzato in collaborazione con la Comunità San Patrignano, l’evento è gratuito e si rivolge a esperti del digitale e operatori del mondo delle ONP, ma anche a rappresentanti del mondo delle aziende e delle istituzioni.

 

Diversi gli interventi di importanti personalità, dal Ministro dello Sviluppo Economico Calenda al Managing Director di Google Italia Vaccarono.

 

D4NP – Digital For Non Profit: è questo il nome del primo evento italiano che propone una panoramica aggiornata sullo stato del digitale nel mondo non profit. Realizzato in collaborazione con la Comunità San Patrignano, D4NP è un evento gratuito in cui esperti del digitale, rappresentanti del mondo delle aziende e delle istituzioni così come operatori delle ONP, startup e appassionati, si riuniscono per fare networking e condividere conoscenze, strumenti ed esperienze.

 

L’obiettivo? Analizzare e capire come le realtà che operano nel e con il terzo settore possano sfruttare al meglio le potenzialità del digitale.

 

“Il Mondo del terzo settore è in crescita nell’economia italiana: più di 300mila realtà con Un milione di lavoratori retribuiti e con un volume economico che supera i 64 miliardi di euro l’anno. È un settore che sta vincendo grandi sfide, anche grazie al digitale, quindi, è arrivato il momento di fare il punto sullo stato dell’arte digitale per il mondo non profit e intraprendere questo percorso insieme alla Comunità di San Patrignano, partner importante e di riferimento su temi sociali.”.

 

Il programma e gli ospiti Durante la prima edizione di D4NP, in programma sabato 16 settembre presso gli spazi della Comunità, saranno affrontate tematiche concernenti le strategie di comunicazione online, al digital fundraising, all’utilizzo dei social network, alla creatività online e al cross media Strategy.

 

Ampio spazio non solo alla parte formativa e di aggiornamento, ma anche alla presentazione di strumenti digitali utili a tutte quelle realtà che lavorano in ambito non profit e che vogliono migliorare le proprie modalità di approccio al digitale.

 

Un’intera giornata all’insegna del networking e della condivisione con le ONP vere protagoniste, grazie anche a una tavola rotonda – Digital Onlus – che vede la partecipazione di Enrica Zamparini, Responsabile Fundraising e Comunicazione della Comunità San Patrignano: “Oggi le organizzazioni no profit non possono fare a meno del digitale – dichiara Enrica. Grazie al web e ai social network ogni realtà sociale ha un accesso diretto per farsi conoscere sia da chi potrebbe aver bisogno del suo aiuto, sia da chi vorrebbe condividerne la causa e sostenerla. Il dialogo fra le parti è immediato e le opportunità per le Onlus aumentano di giorno in giorno. La difficoltà è riuscire a coglierle e in particolare riuscire a prevedere il comportamento del donatore, rispetto al passato sempre più stimolato e portato a sostenere più associazioni, ma allo stesso tempo sempre più attento alla serietà e realizzazione dei progetti”.

 

Social Innovation e Corporate Social Responsability altri due temi da focalizzare.

 

Roberta Cocco (Assessore Trasformazione digitale del Comune di Milano), Stefano Barrese (Responsabile Divisione Banca dei Territori di Intesa San Paolo), Marco Gualtieri (Presidente Seeds&Chips) e Maximo Ibarra parleranno, appunto, di innovazione sociale, mentre Enrico Cereda (Presidente e AD IBM Italia) terrà un intervento intitolato “Digital e Corporate Social Responsibility”.

 

L’evento, poi, sarà scandito da interventi delle più importanti personalità, Carlo Calenda, Ministro dello Sviluppo Economico, oltre a esponenti del mondo aziendale come Accenture, IGPDecaux, IBM, Intesa San Paolo e al Managing Director di Google Italia, Fabio Vaccarono.

 

Inoltre, all’interno di un evento che mette al centro il rapporto tra il mondo digitale e quello legato alle organizzazioni non profit, non poteva mancare una Startup Competition, realizzata dal team organizzativo del Web Marketing Festival.

 

Sul palco della Plenaria e alla presenza di importanti professionisti, si confronteranno i tre progetti innovativi, a forte rilevanza sociale, selezionati. Sarà poi il voto del pubblico presente in sala a decretare la “Best Social Startup del 2017”, che si aggiudicherà il premio in Consulenza Search Marketing del valore di 5.000 euro.

 

San Patrignano è una casa, una grande famiglia che offre aiuto a giovani con problemi di tossicodipendenza. Fondata da Vincenzo Muccioli nel 1978, ha accolto oltre 25.000 persone donando loro una casa, assistenza sanitaria, e legale, possibilità di studiare e imparare un lavoro, cambiando vita e rientrando a pieno titolo nella società. Il tutto gratuitamente, senza oneri né per lo Stato né per le famiglie. A San Patrignano sono in questo periodo presenti 1300 ragazzi, è un modello di impresa sociale, conquistato con dura dedizione, con sacrificio personale e con tanta volontà da migliaia di ragazzi che lì hanno ritrovato dignità e rispetto per se stessi. San Patrignano crea per ogni ragazzo l’opportunità di scegliere, tra diverse possibilità di formazione, la più vicina alle proprie attitudini. Il percorso di recupero della propria dignità, infatti, passa anche attraverso il riconoscimento del valore della bellezza e della qualità come espressioni dell’impegno profuso.

 

PHI Foundation Social Innovation Community

È il nuovo modo di concepire l’engagement sociale al servizio della collettività e del non profit

 

La Social Innovation (Innovazione Sociale) è caratterizzata dalla capacità di rispondere ai bisogni sociali della comunità mediante la responsabilizzazione degli individui e la volontà di cambiare le relazioni sociali.

 

 

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Alessandro Roma

PHI Foundation

INIZIA UNA STAGIONE PIU’ ATTENTA ALLA SOLIDARIETA’

Inizia una stagione più orientata alla solidarietà e al non profit.

 

Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Codice del Terzo settore, sono adesso in vigore tutti e tre gli ultimi decreti legislativi necessari per completare il percorso della riforma del Terzo settore; risale infatti alle scorse settimane la pubblicazione dei decreti dedicati alla revisione in materia di impresa sociale e alla nuova disciplina dell’istituto del 5 per mille.

 

“Questi ultimi provvedimenti, dopo quelli già approvati sul Servizio civile e sulla Fondazione Italia sociale, concludono un complesso percorso che abbiamo avuto l’onore di seguire fin dall’inizio.

 

Arriva così a compimento una riforma lungamente attesa, anche se forse poco conosciuta da parte del grande pubblico.

 

Si tratta di una riforma – dichiara Sebastiano de Falco, Presidente di PHI Foundation – che ha rilevanza costituzionale in quanto ridisegna l’architettura della società civile.

 

Grazie ad essa si garantiscono “gambe più robuste” alla sussidiarietà orizzontale e una nuova alleanza nei territori tra Terzo settore e Pubbliche amministrazioni.

 

In questa nuova stagione più inclusiva e più attenta alla solidarietà la PHI Foundation è pronta a fare la sua parte.

 

La riforma, infatti, vuole dare impulso alla crescita di un Terzo Settore che sia ancor più trasparente, efficace, radicato nelle comunità di riferimento e capace di affrontare sfide ambiziose, temi da sempre cari PHI Foundation“.

 

A circa tre anni dal lancio delle linee guida che l’ex premier Matteo Renzi fece a Lucca in occasione del Festival Italiano del Volontariato, i provvedimenti attuativi giungono così al traguardo.

 

La riforma nel suo complesso non solo offre nuovi strumenti fiscali ma tocca molti aspetti chiave che vanno dalle donazioni ai social bonus, dal 5 per mille ai titoli di solidarietà, fino al sostegno per lo sviluppo di progetti innovativi.

 

“Non stiamo parlando solo di volontariato e associazionismo, che pure sono il cuore del Terzo settore italiano, ma anche di impresa sociale.

 

La gestione dei beni comuni – aggiunge Sebastiano de Falco – può divenire una grande occasione di buona occupazione, giovanile e non solo.

 

Il cammino è stato lungo, ma con questi ultimi provvedimenti si garantisce una risposta normativa organica ad un ambito di attività cruciale per il futuro benessere delle nostre comunità.

 

Stiamo parlando infatti di una riforma che mette a disposizione del Terzo settore risorse pari a 190 milioni, che tocca più di 300.000 organizzazioni associative, cooperative e di volontariato e che coinvolge più di 6 milioni di cittadini che dedicano tempo all’impegno volontario“.

 

 

PHI FOUNDATION SOCIAL INNOVATION COMMUNITY

 

Alessandro Roma

PHI Foundation

L’ALTRA ITALIA: LA STORIA DE L’ISOLA CHE C’È

L’altra Italia, la storia de L’Isola che c’è, è un articolo scritto da Chiara Affronte e che navigando in rete scopriamo solo oggi.

 

Durante l’intervista a Sebastiano de Falco potrebbe esserci stato un misunderstanding e noi della PHI Foundation attendavamo di conoscere la data di pubblicazione.

 

L’altra Italia: La storia de l’isola che c’è, riportiamo integralmente l’articolo di Chiara Affronte.

 

Fanno tantissimo con molto poco, si sostituiscono spesso a quei servizi che lo Stato non è in grado di garantire e si basano sul lavoro volontario ed entusiasta di un numero straordinario di persone.

 

Sono le associazioni non profit che operano nell’ottica della solidarietà tra individui e che faticherebbero meno ad andare avanti se usufruissero delle opportunità che oggi l’on line offre. Ne è convinto Sebastiano de Falco, Fundraiser che ha base a Lugano in Svizzera ma che con Phi Foundation insieme ai suoi soci ha creato un’organizzazione, a sua volta non profit, che dà sostegno a tutte quelle altre associazioni per realizzare progetti di interesse comune, per aiutarle a trovare fondi, a partecipare a bandi così da sostenere le economie locali.

 

L’Italia è un paese incredibile per ciò che riguarda il terzo settore perché conta un numero molto grande di associazioni che vi operano e moltissimi volontari e lavoratori, ma fatica a staccarsi da quel meccanismo di raccolta fondi che ha sempre perseguito in passato, molto faticoso ma meno efficace rispetto a ciò che propone la rete”, spiega De Falco.

 

L’esempio de l’Isola che c’è

I dati forniti dall’Istat nell’annuario statistico del 2016 parlano di 301.191 istituzioni non profit in cui operano 951.580 lavoratori retribuiti di cui 680.811 dipendenti e oltre 4,7 milioni di volontari. Una forza incredibile che ha la capacità di radicarsi nel territorio operando in settori di grande interesse per la comunità. Come avviene nel caso de L’isola che c’è, associazione che si trova nel comune di Monte Porzio Catone, nel Lazio, e che si occupa dal 2001 di sostenere le famiglie di ragazzi disabili con l’obiettivo di integrarli nella società, perché, come si sa, soprattutto quando questi ragazzi non sono più in età scolare, diventano adulti, spesso abbandonati a loro stessi. “Fanno parte dell’associazione una ventina di ragazzi, adolescenti e giovani adulti, che partecipano alle attività in modi e con durate diverse – spiega Romilda De Santis, psicologa e anima de L’isola che c’è –; abbiamo un centro diurno e una serie di attività laboratoriali che i ragazzi seguono, prevalentemente di tipo artigianale”.

 

I ragazzi? Chiedono autonomia

Questa associazione ha deciso di concentrarsi sui ragazzi con problematiche medio-lievi – sono spesso affetti da sindrome di down -perché il pubblico “riesce a garantire più assistenza ai gravi e gravissimi prevalentemente dal punto di vista sanitario”. Ma i ragazzi medio-lievi hanno, invece, tantissime potenzialità da sviluppare e su cui lavorare per garantirsi un futuro migliore. Un futuro “che chiedono con forza”, chiarisce De Santis. “Gli stimoli sul ‘cosa fare’ arrivano quasi sempre da loro, perché vogliono essere autonomi”.

Inutile dire che i fondi su cui fare affidamento sono la nota debole del processo: “Il centro diurno è quello che ci garantisce un’entrata di 70mila euro l’anno dalla Regione, ma con un affitto da pagare di 900 euro al mese e spese molto elevate non è facile starci dentro”.

Il 5 per mille costituisce un’altra entrata; tutto il resto è moltissimo lavoro volontario, mercatini in cui vendere manufatti (bomboniere, oggetti per la casa, bigiotteria, artigianato…), lotterie e iniziative simili. “In questo modo riusciamo a dare ai ragazzi una specie di buste-paga simboliche che loro stessi ci hanno chiesto espressamente proprio per avere un qualcosa in cambio del lavoro svolto e sentirsi utili”, ci spiega De Santis.

 

 

Le occasioni della rete per le Ong

In questo contesto, dunque, si inserisce la collaborazione con Phi Foundation: “Grazie alla rete di supporto da loro costituita cerchiamo di convogliare maggiore attenzione sulle nostre attività e di avviare delle campagne di raccolta fondi”, chiarisce De Santis. “Solo le grandi associazioni come Fai, Telethon e altre di simile rilevanza sono in grado di trovare fondi importanti”, scandisce De Falco. E solo pochissime, tra tutte le altre, conoscono le possibilità che la rete offre. Come avviene nel caso di Google con il progetto Ad Grants. “Fai conoscere la tua causa a tutto il mondo”. Con questo slogan il colosso del web comunica il progetto: “Un programma pubblicitario che consente alle organizzazioni non profit di fare pubblicità on line gratuitamente tramite Google AdWors”, si legge sul sito Phi Foundation, garantendo una cifra pari a 10mila dollari al mese.

 

Ritardi italiani

Per De Falco è incomprensibile che solo poche associazioni italiane si avvalgano di strumenti e possibilità come quella offerta da Google: “Noi cerchiamo di orientare i nostri partner in questo senso perché ci accorgiamo di quanta fatica facciano ad andare avanti nei loro progetti: non sfruttare la rete ma continuare a concentrarsi solo sui mercatini non ripaga, oggi come oggi, gli sforzi che vengono fatti”.

Manca, secondo il fundraiser di Phi Foundation, il sostegno di figure come quelle dei project manager che possano orientare le associazioni verso la partecipazione a bandi anche europei. “Spesso sono complicati ma se si considera che una percentuale altissima di associazioni italiane non è neanche registrata, significa che non esiste la consapevolezza delle potenzialità di cui usufruire (la registrazione è indispensabile), sebbene l’Italia sia un paese di grandi donatori e di grandissimo associazionismo”, conclude De Falco. Una fotografia, questa, rilevata anche dall’Istat: il 66,7% delle associazioni, infatti, in Italia risulta essere “non riconosciuta”, e cioè non possedere una personalità giuridica riconosciuta dallo Stato.

 

PHI FOUNDATION SOCIAL INNOVATION COMMUNITY

 

 

Alessandro Roma

PHI Foundation

 

ARTICOLI DELLA SETTIMANA 27 AGOSTO 2017

T-Shirt Solidali

1 T-Shirt Solidali con frasi di De Andrè : una speranza per i Detenuti.

Spesso le persone più fragili, sono costrette a vivere ai margini della società .

Gran parte della produzione artistica di Fabrizio De Andrè  viene dedicata a queste persone disagiate .

La fama delle sue frasi espresse in molti brani musicali, viene impressa anche nelle T-shirt Solidali, simboleggiando così un punto di  riferimento per ripartire da zero indossandole nel carcere per farle tornare a vivere, anche se pur sempre da dietro le sbarre.

2 IL LABORATORIO DI T-SHIRT SOLIDALI:

Il Laboratorio serigrafico è nato nella  casa circondariale di Marassi, in cui sono impiegati alcuni detenuti.

E’ nato circa 9 anni fa da un’idea della cooperativa Bottega Solidale, che all’inizio sviluppava grafiche partendo proprio dalle frasi di Fabrizio De Andrè.

Le grafiche poi, sono diventate le T-shirt , seguendo  un processo di filiera etica ed equo solidale, iniziando dal Bangladesh, passando dal carcere Ligure e terminando, oltre che nelle botteghe, anche nelle grandi catene alimentari come Carrefour e Coop.

Secondo il responsabile del progetto Paolo Trucco: “partire da De Andrè è stato più che naturale, essendo di origine genovese, specialmente per le tematiche affrontate nei suoi testi in cui ci si ritrova in pieno ed anche perchè si adattano meglio al lavoro nel carcere“.

Vengono prodotte altre grafiche di altri artisti come  ad esempio: Fossati, Guccini, Gaber e tanti altri,  successivamente serigrafate sulle T-Shirt Solidali.

Oltre alle diverse linee di T-Shirt Solidali, il laboratorio crea anche altri prodotti legati soprattutto ad alcuni eventi.

L’idea principale in questo laboratorio è quella di diversificare le attività  per espandere l’esperienza imprenditoriale che ad oggi ammonta ad un guadagno tra i 220 e i 350 mila euro.

Anche per questo la cooperativa è entrata all’interno della rete di Freedhome, che raggruppa una dozzina di attività  all’interno delle carceri italiane per metterle a sistema.

In conclusione, per approfondire l’argomento, citiamo Paolo Trucco che  racconta come “sia fondamentale partire dal piccolo con le proprie componenti e riuscire poi a far rete per dimostrare che le nostre sono buone prassi.

L’esperienza nel mondo carcerario è stata nuova per noi e negli anni ci ha sempre più entusiasmato. Siamo partiti da un percorso conoscitivo, i detenuti che lavorano con noi si sono saputi mettere in discussione. Così siamo riusciti a superare l’ottica assistenziale del lavoro e creare un’ambiente in cui si lavora per raggiungere alti standard di qualità».

Dunque come in ogni progetto di economia carceraria, importante è stata anche la collaborazione con le direzioni del carcere che, in base a quanto afferma il responsabile della cooperativa: «Il punto è avere unità  di intenti: credere nel ruolo rieducativo del carcere e lavorare affinchè la pena abbia realmente senso». 

Penso sia giusto che  ci siano opportunità  per queste persone, perchè tutti abbiamo bisogno di una o più chance nella vita, a patto che venga maturata l’idea dello sbaglio commesso e poterne trarne dei vantaggi per migliorarsi.

L’idea di fabbricare T-shirt solidali è stata senza dubbio uno slancio  alla comunità  carceraria  che spesso vive ai margini della società  ma che attraverso citazioni di artisti come Fabrizio De Andrè¨ riesce a ritrovare ancora il senso della vita pur sempre scontando la pena attribuita e, nello stesso tempo, conquistare una marcia in più  verso la speranza per una vita consapevolmente  giusta ed appagante .

 

N&D Nadine Fashion Stylist

PHI Foundation

ARTICOLI DELLA SETTIMANA 6 AGOSTO 2017

Il meraviglioso viaggio…di un vestito usato

Sono un vestito usato, una di quelle tutine rosa con orsetti e cuoricini indossato per pochi giorni da una bimba cresciuta in fretta. In breve tempo sono diventato troppo piccolo per lei e sono stato riposto, ben piegato e profumato, in una scatola che sa di lavanda: un vestito usato tra tanti altri. Dopo qualche mese mi trovavo in compagnia di una enorme quantità di vestiti per neonati, tanto belli da guardare ma ormai inutilizzabili. Mi sentivo dimenticato, non potevo vestire nessun bebè, non potevo proteggerlo dal freddo e scaldare i suoi piedini, non potevo rendermi utile.

Un giorno però è accaduto qualcosa di inaspettato per un vestito usato: la mamma che mi aveva acquistato e così ben conservato, mi ha tolto dalla scatola insieme ad altri piccoli vestiti e, dopo avermi sistemato in una grande borsa, mi ha messo in macchina per un viaggio che si rivelerà meraviglioso.

In breve tempo mi sono ritrovato tra nuovi volti e nuove mani che mi hanno riposto con cura e ordine sopra dei grandi scaffali. Ho avuto immediatamente la certezza che presto mi sarei sentito nuovamente utile per qualcuno: ero arrivato nel Centro Raccolta di Opera San Francesco, il luogo dove le persone donano abiti per grandi e piccini, calzature, valigie, coperte, nuovi o in buono stato, oltre a medicinali integri e non scaduti.

Un dato può dare l’idea delle dimensioni di questa attività: nel 2016 il valore degli abiti distribuiti da Opera San Francesco si è attestato a 288.509,50 euro (dati elaborati da Altis, Bilancio Sociale 2016).

I capi distribuiti:

  • magliette 17.350
  • pantaloni  13.410
  • felpe 11.560
  • scarpe 5.632
  • giubbotti 4.964
  • coperte 2.279
  • lenzuola 1.943
  • borse 1.751
  • sacchi a pelo 640

E’ così che dopo qualche giorno mi sono ritrovato indossato da una piccola bimba, dagli occhioni scuri, i capelli ricciolini e la pelle color del cioccolato. Viveva con la sua mamma in una struttura di accoglienza, era appena arrivata da molto lontano ma sapevo che, per qualche tempo, le sarei stato molto vicino.

E’ grazie a gesti cosi semplici, grazie all’intenzione di ciascuno di noi e all’impegno di tanti volontari di Opera San Francesco, che un vestito usato si può rivelare un dono prezioso per chi possiede poco o nulla.

 

PHI Foundation